Graffiti Nella Biblioteca di Babele |
Quest'anno La Mondadori fa uscire con qualche mese di anticipo l'annuale antologia dei migliori racconti di fantascienza compilata dagli esperti David C. Hartwell e Kathryn Cramer.
E, a quanto pare non è nemmeno l'unica novità.
Ho già avuto modo di dire in PASSATO, quanto ritenga importante per un appassionato la traduzione dei volumi della collezione americana degli YEAR'S BEST SF, che solitamente la casa editrice di Segrate fa uscire all'interno della collana MILLEMONDI.
Di solito la Mondadori ha sempre mantenuto una distanza di due \tre anni tra l'edizione originale e la sua traduzione, quest'anno però hanno deciso di azzerare il ritardo saltando la pubblicazione di due numeri ancora inediti presentando direttamente il volume americano di quest'anno.
Quindi, dopo il tredicesimo volume , quello tradotto l'anno scorso,vengono saltati a piè pari i numeri 14 e 15 ed arriva nelle nostre Edicole la sedicesima raccolta dedicata ai racconti dell'anno scorso.
Operazione questa che mi lascia francamente un poco perplesso, così come mi lasciano perplesso altre cose della politica editoriale italiana nel suo complesso.
La redazione promette di recuperare presto, in altro modo, le due antologie mancanti.
Ed io mi auguro che, perlomeno questa promessa venga mantenuta.
Veniamo adesso ad alcune considerazioni riguardo al contenuto originale di questo GRAFFITI NELLA BIBLIOTECA DI BABELE.
Leggere gli YEAR'S BEST SF è interessante anche per rendersi conto dei cambiamenti del mondo letterario d'oltreoceano, con le sue rispettive evoluzioni (ma anche involuzioni), con il successo e il deperimento dei vari generi, spesso e volentieri anche per poter osservare alla nascita di nuovi talenti tra gli scrittori.
Ma con gli YEAR'S BEST SF si può anche avere uno sguardo attento alle trasformazioni del mercato editoriale nel suo complesso.
Rispetto alle prime uscite il lettore più attento può notare una progressiva diminuzione del numero delle riviste cartacee del mondo anglo-americano. dalla oltre dieci o più del passato alle tre \quattro di quest'ultimo anno. Perfino il numero dei racconti scelti dalle riviste cartacee in quest'ultima edizione è sceso,mentre proporzionalmente risulta aumentato il numero di racconti presi da riviste online e da antologie.
Insomma nel lavoro di David G. Hartwell e di Kathryn Cramer si può ravvisare una piccola mappa di tutti i cambiamenti macro e microscopici all'interno del mondo della fantascienza.
David G. Hartwell. |
Sopratutto Hartwell, a differenza di molti altri antologisti statunitensi, in passato aveva mantenuto una certa qual curiosità rispetto a quello che avveniva nel resto del mondo, cercando di pubblicare almeno uno o due racconti pubblicati in mercati non di lingua inglese.
Non così quest'anno.
E non solo: dei 21 racconti presenti quest'anno si nota anche una diminuzione di presenze anche dai tradizionali paesi in lingua inglese: quasi scomparsi i canadesi ( rappresentati solo, dal peraltro bellissimo, Dalla Lontana Cilenia di Karl Schroeder , un ottimo racconto sulle realtà e sulle nazioni virtuali) ; solo due inglesi,un poco meglio l'Australia con tre racconti ospitati.
Insomma la sensazione che ne ritrovo- ma forse è per l'appunto solo una sensazione mia, è di ritrovarmi ad aver assistito ad una sorta, non dico di cambiamento di rotta, quanto quasi ad un tentativo di chiusura in difesa, o magari di un tentativo di limitare i danni nei confronti di una certa diminuzione degli spazi per la fantascienza scritta.
Quello che per fortuna non è cambiata è l' altissima qualità delle storie pubblicate. Anche tenendo presenti le differenze di gusti soggettivi quest'anno è stato difficile per me trovarne una che sia stata deludente (con un unica parziale eccezione di cui parlerò poi).
Si va dallo steampunk anomalo di Tredici Chilometri dell' australiano Sean McMullen alla fantascienza classica de Gli Zebralli, i Demoni e i Dannati di Brenda Cooper un racconto ambientato su un lontano pianeta sulla nascita della cooperazione tra gli uomini ed una razza animale aliena .
Da segnalare anche gli ottimi racconti di Vernor Vinge, dell'emergente Catherynne Valente e il brillante racconto che dà il titolo italiano alla raccolta: Graffiti Nella Biblioteca di Babele del britannico David Langford.
Langford è considerato una piccola istituzione nell'ambiente letterario d'oltremanica: scrittore, critico ma principalmente come fondatore ed inventore di ANSIBLE, la fanzine divulgativa a mezza strada tra rivista e la newsletter.
David Langford con alcuni dei premi vinti con Ansible. |
Graffiti è una storia da "primo contatto", misteriose entità inseriscono informazioni nella più grande biblioteca digitale del mondo, con esse viene offerto un grande potere all'umanità.
Quelle che però non sono chiare sono le motivazioni dell' offerta di un tale potere.
L'unico racconto che mi è sembrato avulso dalla raccolta è proprio l'ultimo:
Fantasmi che Ballano con le Arancie, dello statunitense Paul Park, una storia in cui l'elemento fantascientifico è quasi totalmente assente a vantaggio di un fantastico quasi "onirico". ma che merita comunque di essere letta per i suoi riferimenti ai legami familiari, alla storia a come è stata e a come sarebbe potuta essere. Park, poi riesce a costruire una saga familiare tipicamente americana utilizzando come base l'italianissima (Friulano per la precisione) tradizione dei Benandanti.
Da tanti, troppi anni ci stiamo chiedendo se la narrativa di fantascienza può avere ancora un suo spazio, un suo senso. Le risposte non sono mai univoche; probabilmente negli ultimi tempi quantomeno nel nostro paese si sono perse troppe occasioni. Forse una risposta non potrà venire solo da antologie come YEAR'S BEST SF.
Però finchè saranno scritti racconti come quelli pubblicati in GRAFFITI NELLA BIBLIOTECA DI BABELE, racconti probabilmente non opeerfetti ma dotati indubbiamente di una loro anima, forse una possibilità ci sarà.
16 commenti:
Aaaaahhhhh, sciagurato!!!!
Stavo giusto scrivendo la recensione ai Graffiti quando ho letto la segnalazione della tua rece... Ah, ribaldo, avrete presto mie notizie!!!
Beh, in ogni caso la terminerò - a questo punto senza troppa fretta - e la pubblicherò. Ma se vuoi evitare i miei padrini dovrai autorizzarmi a linkare il tuo ottimo articolo. È possibile? Un grosso abbraccio e alla prossima.
Tutto ciò mi interessa..., al di là della fantasia, non meno la fantascienza, che comunque attingono da suggestivi mondi parallelo, vi sono storie che nascondono qualcosa, anzi sempre nascondono qualcosa..., bellissimo articolo.
Ciao
Angie
Beh, purtroppo l'arroccamento difensivo è evidente, si è preso il meglio, però di un circolo ristretto. Come sai, anch'io sono appassionato di produzioni non necessariamente anglosassoni e se fossi seguace della pubblicazione l'assenza mi sarebbe dispiaciuta.
Comunque, ben venga la qualità!
Bè, c'è anche una difficoltà di penetrazione nel mercato. Non è che se i racconti non vengono tradotti loro possono inventarseli.
Segnalo comunque un paio di siti di respiro internazionale, che pubblicano anche racconti online:
World Sf Blog
http://worldsf.wordpress.com/
InterNova
http://nova-sf.de/internova/
International Speculative Fiction
http://internationalsf.wordpress.com/
@ MaxCiti.
Ma certo che puoi linkare il mio articolo. Attendo con molta curiosità ed interesse la tua recensione.
Ricambio l'abbraccio.
@ Angie.
Mi fa piacere il tuo interessamento e mi piace molto la tua definizione sulla fantasia come un mondo parallelo. Grazie a te per avermela fornita.
@ Occhio.
Si, è sembrato veramente di scorgere un certo arrocamento, almeno rispetto ad uscite precedenti della stessa antologia. Comunque la qualità delle storie è altissima, questo te lo confermo.
@ Marco.
Sicuramente è vero anche questo, c'è anche una difficoltà di penetrazione in terra americana da parte della narrativa non in lingua inglese.
Quello che però cercavo di dire nel mio articolo, è che mi sembrava di notare rispetto agli anni passati un un ulteriore e massiccio peggioramento di questa tendenza. Le antologie del meglio dell'anno, non solo quelle di Hartwell sono spesso uno specchio fedele della situazione del mercato quindi era, sempre secondo il mio opinabilissimo parere, l'occasione giusta per parlarne.
In più proprio Hartwell, in passato ha pubblicato molti autori non anglosassoni, proprio per questo per me il suo lavoro ha un ulteriore valore aggiunto.
Resta da capire se questo ed il contemporaneo limitato numero di racconti di altri paesi in lingua inglese sia un caso, un fenomeno limitato o una nuova tendenza per i prossimi anni.
Hai fatto bene a segnalare quei link interessanti.
In realtà il fatto di azzerare la distanza temporale tra originale e traduzione non è una cosa malvagia, tenuto conto che i bei libri (e neanche tutti) arrivano in libreria con anni di ritardo. E mi dispiaccio per la chiusura al mondo non anglosassone, che immagino abbia comunque qualcosa da dire, anche nella SF!
@ Salomon Xeno.
Comprendo la tua posizione, ed è anche vero che nel nostro paese arriva poco sia nelle librerie che nelle edicole.
Certo a me un poco dispiace per i due numeri saltati, la redazione ha promesso di recuperarli quanto prima vedremo cosa succede...
per completezza devo aggiungere che da sempre in America la percentuale della narrativa straniera tradotta è a livelli
bassissimi, mi sembra circa del 2% del totale.
Legittimo anche questo intendiamoci solo che vanno apprezzate maggiormente le eccezioni come quelle che ha fatto Hartwell in molti numeri delle sue antologie.
in questo sono rimasta indietro...urge aggiornamento!!! grazie Nick ;)
@Lqdy Ghost.
Grazie a te per essere passata.:)
L'antologia è lì sullo scaffale che aspetta. Non so quando mi capiterà di leggerla, vedremo…
Sulla questione del salto delle due annate, boh… per me è un non-problema.
Due anni non sono un ritardo così significativo, soprattutto pensando al mercato italiano, dove non c'è nulla di altrettanto recente con cui eventualmente fare confronti.
I racconti poi si leggono in modo autonomo e indipendente a prescindere dall'anno di pubblicazione. Magari avere una vicinanza più stretta con la data di pubblicazione originale permette di cogliere qualche elemento in più della realtà esterna che permea i racconti.
Ma sono davvero dettagli.
La cosa importante è che continuino a tradurre queste antologie.
@ Iguana.
Sicuramente. Penso poi anche ad altre antologie del meglio...se non ricordo male, anni fa sempre la Mondadori aveva detto di aver fatto un pensierino su WALLS OF FEAR, il meglio dell'horror, poi non se n'è saputo più niente.
Quella sarebbe una cosa interessante se la traducessero prima o poi.
Ciao Nick, manco da un po', ho dato un veloce giro tra i tuoi post vecchi e quando potrò voglio assolutamente recuperarli, alcuni sono proprio interessanti.
Perdona la mia assenza, ma è uno strano periodo!
@ Melinda.
Non hai niente da farti scusare. Pensa prima a risolvere i problemi importanti e a superare questo strano periodo.
I miei posto sono una cosa assolutamente secondaria, te lo assicuro. ;)
Ciao. :D
Questo libro lo sto leggendo ora: non ho mai seguito gli URania e la fantascienza non è proprio la mia passione, ma avevo pensato che i raconti sarebbero stati più facili da leggere.
Hai ragione, sono veramente belli: finora non ce n'è uno che non mi sia piaciuto.
@ Michela.
Se riescono ad accontentare una lettrice preparata e competente come te, allora sono anche più belli di quello che pensavo. :)
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