Nick Fury è preoccupato, nelle mani dello S.H.I.E.L.D già da tempo giace un misterioso oggetto: il Tesseract. Quando il dio in esilio Loki con l'aiuto di non ben identificati alleati trafuga l'artefatto alieno, Fury comprende che è arrivato il momento di tenare il tutto per tutto.
Aiutato dall'idealista agente Coulson e dalla Vedova Nera un ex spia russa, Fury tenta di raggruppare gli eroi più forti della Terra in una task force per contrastare Loki.Ma non tutti gli eroi sembrano entusiasti dell'idea di lavorare in gruppo.
Bruce Banner desidera solo essere lasciato in pace e non ha alcuna volontà di lasciare campo libero al suo ingombrante alter ego; Thor inizialmente è combattuto tra l'affetto per il suo fratellastro Loki e il senso del dovere; Capitan America ancora non si è abituato del tutto a non vivere più negli anni quaranta.
In quanto a Iron Man\ Tony Stark, quest'ultimo è semplicemente troppo individualista per poter lavorare in gruppo.
Solo la Vedova Nera pare disposta a tutto pur di aiutare l' agente Clint Barton meglio conosciuto come Occhio di Falco manipolato dai poteri di Loki.
Ma le cose sono molto più complesse di quello che sembrano: c'è un nemico più pericoloso dello stesso Loki che trama nell'ombra.
E che probabilmente regge anche le fila del gioco.
Diciamolo subito solo uno come Joss Whedon sarebbe stato capace di portare a termine un film come questo senza sprofondare nel ridicolo.
Troppi erano i protagonisti da gestire, troppe le storie pregresse raccontate nei film precedenti in cui comparivano gli eroi Marvel ,inoltre serviva una storia che potesse rendere giustizia ad ognuno dei personaggi coinvolti per evitare il rischio "ammucchiata".
THE AVENGERS era da anni una sorta di proibito oggetto del desiderio da parte dei Marvel Studios nonchè della Walt Disney che ne detiene i diritti, praticamente la maggior parte dei film messi in piedi negli ultimi anni con i personaggi della (ex) Casa delle Idee in questi ultimi dieci anni tendevano a giungere a questo risultato.
Mancava però il regista giusto.
Whedon, oltre alla passione ha avuto l'intuizione giusta: i suoi Vendicatori sono simili alle tante "famiglie allargate" che ci ha propinato in tante sue precedenti serei televisive:individui adulti, senza legami familiari o amicali pregressi che scelgono di lavorare e\o vivere assieme, per affinità elettive o perché si rendono conto, superato un iniziale momento di adattamento di avere più cose in comune di quanto pensino.
Stessa cosa avveniva, sia pure in maniera parzialmente differente con le cacciatrici nell'ultima stagione di BUFFY, o con il Vampiro dotato di anima e soci all'interno dell' Hotel Hyperion durante quasi tutta la serie di ANGEL.
In più Joss Whedon dispensa a piene mani la sua filosofia da "nerd integrato nel sistema", , in particolare con la figura dell'agente Coulson ( un azzeccatissimo Clark Gregg); sarà proprio Coulson, la causa finale che, dopo una non facile convivenza iniziale convincerà i "Vendicatori" ad agire insieme.
Il character sembra praticamente nato quale avatar dello stesso regista: paradigmatica la scena in cui Coulson chiede ad un incredulo Captain Steve Rogers se gli può firmare la sua collezione di cards vintage, dedicate proprio a Capitan America.
Attenzione Spoiler: il personaggio ha avuto talmente successo, che nonostante alcuni avvenimenti che avvengono nel corso del film, che a quanto pare, tornerà in future produzioni come l'annunciata serie sullo S.H.I.E.L.D Fine Spoiler.
L'insidia maggiore di THE AVENGERS era rappresentata proprio dalla sua coralità, il rischio era di non riuscire a coordinare tutti i personaggi, la maggior parte provenivano da film precedenti di cui erano protagonisti "a solo" e a rendere comprensibile la storia anche a quelli che non avessero visto i film in questione e anche ai non lettori dei fumetti Marvel.
la sfida, secondo me, può considerasi vinta: non solo la sceneggiatura concede spazio adeguato, a tutti i coprotagonisti ponendoli anche in momenti diversi tutti sotto i riflettori ma la maggior parte degli attori risultano in un vero e proprio stato di grazia.
Una vera e propria rivelazione è rappresentata da Mark Ruffalo, che fornisce una bella interpretazione del Dottor Bruce Banner-anche di Hulk in digitale- regalando finalmente un attore credibile al gigante verde. Perfetto anche Chris Evans, oramai un veterano delle produzioni Marvel, completamente a suo agio nel descrivere un uomo che cerca di adattarsi a un tempo che non è il suo come Capitan America.
Anche l'australiano Chris Hemsworth e l'inglese Tom Hiddleston riprendono i loro ruoli di Thor e Loki il dio degli inganni, le scene migliori fornite dai due attori sono proprio quelle in cui i loro personaggi interagiscono tra loro. Prendiamo ad esempio il primo incontro che avviene tra Thor e Loki nel film, non assistiamo ad uno scontro tra nemici, ma al dolore del Dio del Tuono per un fratello considerato perso.
Sono questi piccoli particolari che rendono appieno la bravura di Whedon come sceneggiatore e come regista, perchè non solo descrive i personaggi con pochi tocchi, con lievi semplici pennellate ma perché dà allo spettatore esattamente quello che esattamente ci si aspetta.
Senza per questo sminuirlo o renderlo plateale oppure scontato.
Più defilati invece Jeremy Renner e Scarlett Johanson, mentre il buon Samuel L. Jackson col suo Nick Fury fornisce una delle sue solite recitazioni oneste, mediamente buone ma niente di più. C'è però un mattatore assoluto - e non potrebbe essere altrimenti - ed è il grande Robert Downey Jr che sembra aver ritrovato la sua maturità artistica in questi ultimi anni proprio con i film di IRON MAN.
Anche in THE AVENGERS ritroviamo quindi il Tony Stark sbruffone, esagerato tutto genio e sregolatezza di Downey Jr il vero e proprio valore aggiunto del film.
Ma THE AVENGERS può dirsi un film riuscito?
Ecco, in questa domanda sta tutto la chiave del discorso, sicuramente è un film furbo, anche ruffiano per certi versi: un prodotto confezionato in maniera da toccare le corde giuste, nei momenti giusti, una perfetta macchina ad orologeria in cui niente delude: le battute arrivano nei momenti in cui servono, il meccanismo
formazione-sconfitta-redenzione e vittoria degli eroi non fa una piega.
Ci sono degli stereotipi, però. E tanti.
Tuttavia questa è una di quelle rare volte in cui la commercialità del prodotto non rappresenta un limite, ma una qual certa garanzia di non andare incontro ad una delusione.
Ridiamo tutti quando Hulk esclama nei confronti di Loki quella che è ormai diventata la battuta simbolo del film. Nel momento in cui Loki stesso in terra tedesca ordina ai mortali di adorarlo, ancora prima che termini il gesto indoviniamo subito tutti che ci sarà almeno una persona, un anziano, che si rifiuterà di obbedirgli rimanendo orgogliosamente in piedi.
La cosa non ci disturba però, perché è esattamente quello che ci aspetteremmo da un prodotto del genere.
Lo stesso Whedon, poi, pur limitando molto la sua natura Pop e citazionistica non rinuncia a mandare una strizzatina d'occhio ai suoi fan di lungo corso affidando un ruolo secondario ad uno dei suoi attori feticcio, quell' Alexis Denisoff già comparso in praticamente tutti i serial del regista di New York, da BUFFY ad ANGEL passando per la sfortunata DOLLHOUSE, un ulteriore modo per avvertire gli spettatori, che in fondo, il primo a divertirsi nel realizzare questo film è stato proprio lui.
Ultime curiosità: come da tradizione nei film Marvel appare un breve cammeo di Stan Lee, in più nella versione originale la voce di Hulk (quelle rare volte che parla) è affidata a Lou Ferrigno, l'interprete della indimenticata serie anni settanta.
Woman of the Hour (2023)
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Incuriosita da un po' di pareri positivi, ho recuperato *Woman of the Hour*,
recentemente uscito su *Netflix*, diretto nel 2023 dalla regista *Anna
Kendric...
36 minuti fa
15 commenti:
L'ho visto al cinema e mi sono divertito come un cretino. Wehdon se la becca giusta fa miracoli. Se la becca male sarebbe da uccidere... ;)
A me invece ha profondamente irritato: l'ho trovato vuoto, retorico, noioso.
Quando in un film l'unica battuta che ti ricordi è quella che permette a un protagonista di sbattere fuori scena un altro, secondo me c'è qualcosa che non funziona.
Il film ha la stessa identica progressione di un fumetto, compresi siparietti comici, momenti intimi, devastazioni varie. Solo che nel film le didascalie dominano la scena, e la mancanza di artigianalità fa il resto. Quello che riuscivo ad apprezzare in un medium povero come il fumetto diventa insopportabile quando ti schiaccia in una sala cinematografica.
Dopo questo film ho deciso che di supereroi cinematografici ne ho avuto abbastanza. Del resto chi distingue più un film dall'altro?
Io non capisco un avegeners di fumetti e film supereroistici (ma non ce ne sarebbe uno che ci fa fuori con una superpalla intelligente, o una puzzetta di nascosto, tutti i politici?), ma la tua recensione è interessante. ma quante cose sai?
@ Eddy.
Per fortuna almeno in questo caso Whedon l'ha beccata giusta, negli ultimi anni invece di cantonate ne aveva beccate (e ce ne aveva propinate) tante.
Più che da uccidere in quei casi in cui prende cantonate, sarebbe da costringere a rivedere o a rileggere le cose che ha girato o scritto, come ad esempio gli ultimi orridi episodi dell'ottava stagione cartacea di Buffy.
@ Iguana.
Che in questo tipo di film il rischio retorica sia sempre dietro l'angolo non ci piove, che spesso la trama sia sempre la stessa anche questo è evidente.
Naturalmente, una cosa può non piacere a tutti quanti, i gusti sono notoriamente differenti ed è giusto che sia così.
Io non dico che The Avengers sia un capolavoro, perché non lo é, dico semplicemente che mi aspettavo un filmetto divertente, che mi facesse passare un paio di orette piacevoli e questo ho avuto.
Magari un giorno riusciremo ad organizzarci per andare finalmente in gruppo magari con Marco, Davide e gli altri al cinema.
@ TIM.
Guarda se t'interessa ci sarebbe un film del 1999 che si chiama "Mistery Men" quello sarebbe abbastanza vicino a quello che chiedi.
Personalmente l'ho trovato ben scritto e girato,un buon adattamento dei fumetti Marvel e finalmente una buona occasione per Whedon. C'è ne fossero di più di film d'intrattenimento così.
@ Fra.
Come dicevo nella risposta ad Iguana, io l' ho trovato un bel giocattolone e a me e piaciuto anche per questo.
Probabilmente poi è stata una delle cose migliori di Whedon venute fuori in questi ultimi anni.
Ero rimasto parecchio deluso dagli ultimi numeri dell' ottava stagione di Buffy a fumetti, questo film mi ha fatto ritornare parecchia fiducia nei confronti delle capacitá di Whedon.
@ Nick: grazie!
Al cinema mi sono divertito, tranne il finale un po' esagerato a cui devo ancora abituarmi. Però, sì, hanno giocato sull'usato sicuro. Non ho gridato al capolavoro, solo a un "ben fatto" realizzato con arte.
@ Salomon Xeno.
Il finale è un poco il classico "volemmose bbene" alla ammeregana, però tutto sommato ci sta bene nel film.
Per me è IL film supereroistico. Un comedy-action che si fa vedere con piacere, senza ambire a introspezioni barbine, come fa un po' troppo spesso Nolan (con tutto che i suoi Batman mi sono piaciuti).
Se dovessi definirlo in una sola espressione direi: un film in stile anni '80.
Tutti quelli che lo criticano ferocemente sembrano essersi scordati di cos'era il cinema di quegli anni. Poi magari rievocano a giorni alterni i Goonies o L'Implacabile.
Secondo me Whedon ha fatto un gran lavoro (anche con furbizia, sì) e il consenso del pubblico l'ha premiato.
@ McNab.
Un certo stile anni ottanta c'è e in questo sta la bravura di Whedon il quale, non a caso, è uno dei pochi addetti ai lavori, che ancora ragiona da fan.
Non l'ho ancora visto ma la tue rece mi ha spronato molto in tal senso ;)
@ EDU.
Credimi, il film merita dicessere visto. :)
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