Nonostante la compagnia della fidanzata Barbara e di una coppia di amici, Paul non si sente per niente sereno.
Dei sinistri sogni continuano ad accompagnare l'uomo ovunque vada, i sogni hanno sempre due costanti: lo svolgersi sotto l'acqua e la presenza di una ragazza inizialmente bellissima ma che presto rivela la sua natura mostruosa.
A causa di un incidente nautico, Paul e Barbara scendono a terra in cerca di aiuto, ma la cittadina dove giungono si rivelerà presto il peggiore degli incubi. Con l'unica eccezione del vecchio barbone Ezequel, praticamente l'ultimo essere umano rimasto nella zona, tutti gli abitanti sembrano essersi trasformati in esseri deformi e crudeli, eredi di un antico patto tra i pescatori del luogo guidati dal crudele capitano Cambarro e una antica divinità che vive negli abissi del mare. Se Barbara sembra destinata proprio alla divinità, il destino di Paul potrebbe rivelarsi perfino peggiore.
Mentre cerca di fuggire dall'incubo Paul s'imbatte realmente nella ragazza che tutte le notti gli compare in sogno.
Prodottino interessante questo Dagon, che ricorda come sia ancora possibile riuscire a realizzare un sano filmettino di serie B senza eccessive pretese. Certo i limiti di budget si vedono tutti, si vedono in particolar modo nella costruzione degli effetti speciali. Se i mostri costruiti in make-up risultano ancora ancora convincenti grazie alla presenza sul set di creature deformi, tentacoli e branchie è tutto il comparto delle ( peraltro poche ) scene in computer grafica a risultare deludente. Ci sono anche dei buchi in sceneggiatura, specialmente nella parte centrale del film, inutile nasconderlo, insomma molti dei classici mali delle produzioni minori sono presenti anche in questo film.
In Dagon però c'è anche tanta passione e conoscenza della materia cinematografica .
E si vedono anche queste.
E se ciò basta per salvare molte produzioni della sana onesta serie B, che qui su Nocturnia amiamo tantissimo, la cosa risulta ancora più vera in presenza di questo film ispirato ai racconti di H.P. Lovecraft.
Dagon è un film interessante, anche perché racconta dell'ultimo grosso tentativo di cooperazione che sia avvenuto tra la mentalità americana e la creatività europea, tentativo che,finché ha funzionato, ha prodotto dei risultati eccellenti, infatti Dagon è uno dei primi film prodotti dall' esperimento "Fantastic Factory": la società nata dall'unione dei talenti ( tanti ) e dei capitali ( molti di meno ) tra il geniaccio filippino-americano Brian Yuzna e il produttore spagnolo Julio Fernandez il guru della casa di produzione Filmax. La Joint venture è durata , per l'appunto molto poco, (difficile il riuscire a tenere insieme per lungo tempo chiusi nella stessa stanza due mattatori assoluti come Yuzna e Fernandez ) ma è risultat assolutamente molto fertile per tutta la cinematografia iberica dando anche la stura ad almeno un decennio di successi. Probabilmente, IMHO ma non credo di esagerare poi troppo, se non ci fossero stati i film della "Fantastic Factory" non avremmo potuto avere né The Orphanage, nè Il Labirinto del Fauno, per non parlare poi di tutta la serie di [ Rec ].
Brian Yuzna |
Dagon rappresenta quindi un momento di svolta, l'uscita da un empasse produttiva che attanagliava la cinematografia non mainstream spagnola da decenni, a causa di alcune sciagurate leggi che avevano distrutto la libertà espressiva dei cineasti spagnoli ( su tutte cito solo la famigerata Legge Mirò, per effetto della quale tutti i film in cui comparissero scene di nudo- quindi la maggior parte degli horror girati negli anni 70s e 80s, o praticamente tutti i film di Jesus Franco per fare un altro esempio- potevano essere trasmessi solo nei cinema a luci rosse, equiparando con ciò nei fatti la considerazione per il cinema horror a quella delle produzioni porno )
Ma Lovecraft è un autore di atmosfere, di suggestioni, difficile quindi da tradurre per immagini ,ci sono pochi registi che sono riusciti a non fallire nell'operazione, uno di questi è l'antico sodale Stuart Gordon, il regista di Re-Animator (1985 ) e di From Beyond (1986).
Gordon, si rivela subito la scelta giusta.
Julio Fernandez accetta di buon grado l'avvento del regista americano, però impone una condizione: trattandosi di un film destinato al mercato iberico, promesso in visione al Festival di Sitges, sponsorizzato oltretutto da due reti televisive locali, la Televisiò de Catalunya e la Televisiòn de Galicia, l'intera vicenda narrata nei racconti DAGON e LA MASCHERA DI INNSMOUTH, scelti come base ispiratrice della trama, dovrà essere ambientata in Spagna.
L'accordo si fa: Innsmouth viene trasformata nella galiziana Inboca e si comincia a girare.
Stuart Gordon |
La bravura e il mestiere di Gordon regista si notano specialmente nella sua capacità di ricreare un atmosfera malata, morbosa, decadente e oscura, almeno in questo quindi, decisamente in linea con gli scritti di Lovecraft. Pur senza ricorrere a particolari virtuosismi la regia di Gordon procede sicura, in particolare nelle scene di flashback dedicate al passato di Inboca e dei suoi abitanti. Non mancano anche parti decisamente splatter gestite anche queste molto attentamente, in un dosaggio dei momenti molto indovinato.
Certo, ricordiamoci sempre che stiamo parlando di un b-movie, non dimentichiamo anche che Dagon soffre dello stesso limite di cui si macchiano la maggior parte delle riduzioni cinematografiche del ciclo dei Miti di Chtulhu. Di conseguenza Gordon e Yuzna finiscono invariabilmente per privilegiare l'aspetto esteriore dei racconti lovecraftiani, anzi limitandosene all'ossatura, all'involucro degli stessi tradendo così la poetica dell'autore americano.
O lasciandola comunque sullo sfondo. E questo parzialmente avviene anche in questo Dagon.
La stessa entità che dà il nome al film, Dagon viene ridotto a ruolo di comparsa, quasi non compare nemmeno. Abbondano descrizioni di antichi patti col male, degenerazioni genetiche, incesti interraziali, questi si parte della poetica lovecraftiana. Però la regia, le musiche, la fotografia riescono comunque a donare un certo fascino malsano al film, con l'odore di marcio e di umido che permea tutto lo scenario della pellicola. Qua e là vengono fuori anche dei guizzi attoriali che impreziosiscono la pellicola.
Per attoriale, non intendo certo la performance dello sconosciuto Ezra Godden che riveste il ruolo del protagonista Paul Marsh. Godden si produce sì in una interpretazione senza infamia e senza lode, ma per quasi tutto il primo tempo pare scimmiottare le movenze ed i modi di quel Jeffrey Combs, vero e proprio attore-feticcio di Yuzna.
Francisco Rabal |
Due sono indubbiamente le interpretazioni migliori, quelle da ricordare, la prima in particolare perché rappresenta anche l'ultima di una lunga carriera, il canto del cigno dell'attore Francisco Rabal (1926-2001)
Rabal morto subito dopo le riprese di Dagon -e infatti il film è a lui dedicato- è stato un attore di primo piano della cinematografia, non solo iberica ma europea, lavorando sia con registi impegnaticome Bunuel o Antonioni ma anche in decine di film di genere polizieschi, western oppure horror, anche in coproduzione con Francia e Italia.
Il ruolo interpretato da Rabal è quello del barbone Ezequel, l'unico che tenterà di aiutare Paul a scappare da Imboca, l'unico che non ha accettato il sinistro patto con le divinità sottomarine. Un personaggio in amaro impreziosito dalla interpretazione intensa dell'attore.
ATTENZIONE SPOILER: l'uscita di scena di Ezequel è forse la più crudele di tutto il film, in una sequenza di torture altamente disturbante, sicuramente non per stomaci deboli ma impreziosita dal grande talento di Rabal.
FINE SPOILER.
Macarena Gomez |
La seconda interpretazione che merita sicuramente la visione è quella dell'attrice Macarena Gomez per il ruolo di Uxia Cambarro, la donna che appare all'inizio solo nei sogni di Paul Marsh e in seguito anche in carne, ossa e qualcos'altro all'interno della villa dei maggiorenti del paese quando questi cerca di fuggire dal paese.
Uxia è una figura affascinante, una creatura che compie quello che compie per amore. E lei si innamora realmente di Paul, di un amore molto vero, molto umano.
C'è una scena che dice tutto del personaggio,ed avviene nel momento in cui Paul stesso la rifiuta inorridito a causa dei tentacoli che la ragazza presenta al posto dei piedi, in quell'attimo la reazione della ragazza risulta straziante, lascia segno il suo piangere, il suo urlare dolente la frase : "Eppure dentro di me sono ancora umana perchè provo sentimenti umani per te !" Quella scena ha avuto il potere di farmi dimenticare lo schifo per il suo aspetto esteriore.Mi ha fatto dimenticare il suo essere un mostro non solo dal punto di vista fisico ma anche per le azioni cheUxia stessa compie nel corso del film.
La Gomez, nata a Cordoba nel 1978, qui al suo primo ruolo importante, si dimostra una scelta azzeccata per la parte, è quasi un peccato che in seguito si sia specializzata in ruoli per commedie romantiche girate dalle reti commerciali spagnole.
Dagon pur con tutte le sue imperfezioni si dimostra un bel film, ideale per passare 95 minuti piacevoli in grado di non deludere sia gli amanti dello splatter più estremo, sia gli appassionati di Lovecraft.
In fondo chi ha detto che le cose per essere piacevoli debbano essere per forza completamente perfette?
20 commenti:
Dai racconti di HPL il cinema ha tirato fuori una marea di boiate. Questo Dagon invece mi sento di dire sia stato l'unico capace in qualche modo di estrapolarne le atmosfere giuste. Ottima scelta. Da vedere e rivedere.
Uno dei pochissimi film che possono che possono meritarsi l'aggettivo "lovecraftiano". Non male a mio avviso. Certo il cinema horror & lovecraft è un territorio davvero accidentato.
Uno dei pochi (ok mi pare diciamo tutti così) film lovecraftiani, che affianco a La città dei Mostri (che okay Poe però ben lo sappiamo) e In the Mouth of Madness.
@ Obsidian
Purtroppo il nostro H.P.L è uno scrittore ben difficilmente trasferibile su video anche perchè lui era ineguagliabile nel suggerire più che nel mostrare e nel creare atmosfere, il cinema è invece si basa proprio sulle immagini e quando si mostra troppo si rovina il novanta per cento dell'atmosfera. Aggiungiamo poi che spesso gli scritti di Lovecraft ( ma anche quelli di molti autori ) sono finiti in mano alle persone sbagliate. Nel caso di Dagon invece Stuart Gordon ha saputo lavorare bene proprio sulle atmosfere e sulle suggestioni lovecraftiane.
Comunque concordo! Dagon merita di essere visto e rivisto!
@ EDU.
Certo, il binomio horror & Lovecraft si dimostra molto impervio e difficile da percorrere. In questo caso con Dagon il risultato compessivo è soddisfacente.
@ Matteo Poropat
Così diciamo tutti!
:)
Io aggiungerei anche Road to L al ristretto numero di film lovecraftiani- o comunque su Lovecraft- ben riusciti.
Grazie, Nick. Corro subito a scaricarlo. Non faccio - e non farò - commenti di merito sul film. In fatto di horror sono un perfetto bietolone pisquano.
@ Max
Puoi anche farli i commenti sul merito del film, qui vige la massima libertà di opinione. ;)
Zio Nick, c'è qualcosa che tu non sappia? ottimo post, come sempre!
@ Donata
Ma magari! :)
Ti posso assicurare che purtroppo ci sono tantissime cose che non so, come mi è stato fatto gentilmente notare da qualche altra parte proprio oggi. :P
Coincidenza mostruosa...non avevo ancora letto questo tuo bellissimo articolo...e ho scritto su mostri...di quello stupendo scrittore, che hai menzionato
Ciao spero di risentirti...
Angie
@ Angie
Certo che ci risentiremo presto! ,)
Anche tu hai scritto un post su Lovecraft? Quando si dice la sincronicità dei blogger. ;)
Posso dire che secondo me questa è la migliore trasposizione di Lovecraft al cinema?
Sì, è vero che è zeppo di difetti ed è un b movie per il basso budget, ma le idee che Gordon mette in campo sono entusiasmanti.
E io questo film lo amo.
@ Ilgiornodeglizombi.
Ma certo che lo puoi dire! A parte che sono d'accordo su Dagon che ritengo un gran bel film, ma ritengo Gordon l'unico regista in grado di poter rendere ottimamente gli scritti di Lovecraft. In Dagon ci sono molti momenti splendidi e dei personaggi ben caratterizzati, in primis quello di Uxia. La scena in cui compare dentro la Villa è fantastica.
Come film senza pretese non è davvero male, forse i creatori puntavano più in alto, ma bisogna accontentarsi. Specialmente l'atmosfera fetida e umida della prima parte rende molto.
Come Lovecraft cinematografico consiglio a tutti The Call of Cthulhu (2005) di Andrew Leman, opera di appassionati curatori di non ricordo qualche associazione su H.P., non professionisti, recente ma realizzata come un vecchio film Universal.
Vi ho respirato davvero della passione e del purismo lovecraftiano, mezzi e inapplicabilità letterarie a parte.
@ Occhio
Ciao bro!
Grazie per la segnalazione ,adesso andrò a cercarmi il film di The Call of Chtulhu, può anche essere che lo recensisca a breva.
A me questo film piacette parecchio e Yuzna lo adoro. Qualsiasi cosa faccia ;)
HP, come dici tu, è tanta atmosfera e poco arrosto, quindi poco papabile per il cinema, però questo qui è un bel lavoro!
@ Eddy
Grande film, tra parentesi poi Gordon come regista e Godden come attore replicarono realizzando un altro ottimo adattamento di Lovecraft col loro episodio di Master of Horror.
Uno degli episodi più belli di una serie già bella di suo.
A me é piaciuto, sará che mi piace lovrcraft, ma é stato fatto benissimo
@ Matilde Micciché
Piace molto anche a me, anzi c'è stato un periodo in cui questo film me lo rivedevo più volte al mese.
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