A distanza di pochi giorni dalla precedente presento la seconda intervista di giugno.
Stavolta Nocturnia incontra uno dei migliori talenti in circolazione in Italia: lo scrittore Claudio Vergnani.
L'uomo che alcuni anni fa rivitalizzò la figura del Vampiro
col suo libro "Il 18Vampiro",il libro diede vita ad una bellissima trilogia che fece solo del bene alla letteratura horror del nostro paese.
L'occasione per questa intervista è rappresentata dalla recente uscita del suo nuovo libro:"I Vivi, I Morti e gli Altri"
Considerando che questa sarà l'ultima intervista che farò almeno per un lungo periodo, volevo chiudere in bellezza intervistando un altro dei miei scrittori preferiti.
Ringrazio di cuore Claudio Vergnani per la sua disponibilità, la sua gentilezza e per la sua sincerità.
A voi invece, come sempre, per l'ultima volta auguro una buona lettura.
Nick: Ciao Claudio, ti ringrazio per aver accettato di rispondere alla mia intervista, come prima domanda ti chiedo di parlarci dei tuoi inizi come autore.
Claudio Vergnani: Un vecchio dischetto per Amiga girato in word. La ricerca di una casa editrice specializzata in horror. Un libro di tale casa editrice che mi aveva appassionato. Una mail all’ editore. Un editore molto restio.
Ed uscì "Il 18° Vampiro".
Nick: Quali sono gli autori che ti hanno maggiormente influenzato? (Naturalmente puoi citare anche film, telefilm fumetti e gruppi musicali )
Claudio Vergnani: Leblanc, Fleming, Eco, Borges, Flajano e tonnellate di libri tra i più disparati. Tra i film forse Carpenter e forse no. Fellini, Resnais, Bunuel, Greenaway e probabilmente Pineiro. Come si può vedere, di horror c’è poco, perché horror è solo una parola. Come tante. E’ il contesto che le da un significato, e sono le atmosfere che contano.
Nick: Cosa ti attrae nell' horror? E in particolare cos'è per te l'horror?
Claudio Vergnani: Come dicevo, una parola e certamente un genere. Ma anche queste sono parole vuote. I miei non sono romanzi horror, probabilmente, ma romanzi che hanno sullo sfondo componenti horror.
Nick: Questa domanda viene di conseguenza alla precedente: con la tua saga vampirica hai deciso di scrivere una serie che trattava di vampiri proprio nel momento in cui a causa di opere come Twilight questa figura stava cambiando (rovinandosi, secondo me ). Cosa ti ha spinto a scrivere di proprio di Vampiri e cosa ne pensi dell'evoluzioni alla Twilight?
Claudio Vergnani : Scrissi "Il 18° Vampiro" più di 15 anni fa, quando i vampiri non se li filava nessuno. In pratica, all’ epoca, era un po’ come riscoprire questa figura dimenticata. Non è un caso che mi sia ispirato alle cronache medioevali trasportate ai tempi moderni.
Cosa penso di Twilight? Niente.
Nick: Una mia sensazione è che nei tuoi libri l'ambientazione orrifica sia anche un pretesto per raccontare storie di amicizia e di riscatto umano. Sbaglio?
Claudio Vergnani: No, non sbagli. E’ esattamente così. In questo caso il genere non è più solo una parola, tra tante, ma un’occasione ricca di stimoli. Nei miei romanzi i miei personaggi vengono spinti in situazioni limite, e poi ancora più in là. Qualcuno, evidentemente, si perde ma altri potranno scoprire di sé e del mondo qualcosa di prezioso. Altri scopriranno di loro stessi qualcosa che non gli piacerà. Ma è quello che accade nella realtà
Nick: La tua trilogia vampirica è ambientata quasi esclusivamente a Modena (salvo qualche puntatina a Venezia, Parigi e pochi altri luoghi ). Quanto ami questa città? E come ha risposto (se ha risposto) la città ai libri?
Claudio Vergnani: Sono molto più conosciuto fuori dalla mia città. Non so perché. Ma non mi pesa e non mi interessa. Non amo particolarmente la mia città. E non perché è in pieno degrado, o perché è gestita da una giunta incapace, ma perché la nascita è un evento assolutamente casuale. Sarebbe come innamorarsi della prima donna che si incontra. Piuttosto vorrei che la roulette della vita mi avesse fatto nascere in qualche luogo dove ancora resiste un certo vivere civile. Sarà per la prossima volta.
Nick: Quando ho letto per la prima volta "Il 18° vampiro" mi hanno colpito molto i personaggi del romanzo estremamente realistici, tutti entrati vividamente nel cuore dei lettore. A quale di questi personaggi sei maggiormente legato e perchè? E a quale dei libri della trilogia sei più legato e perchè?
Claudio Vergnani: "L’ora più buia" , perché e il romanzo che tanto avrei voluto non dico scrivere, ma leggere. Magari da ragazzino. E perché, insieme a " I vivi, i morti e gli altri ", è quello che va ben oltre il genere, e ci restituisce alcuni aspetti umani che oggi abbiamo paura anche a nominare. Quali? Il coraggio, il dolore, la capacità di scegliere e la cognizione dei propri limiti. I miei personaggi hanno paura, tantissima paura, ma sono in grado di accettarla e di non tirarsi indietro. Come ha detto qualcuno, la differenza tra un uomo coraggioso e un codardo non sta nell’ avere o meno paura, ma in quello che riuscirà a fare mentre ha paura.
Nick: All'inizio quando è uscito "Il 18 Vampiro" in molti hanno sospettato che i personaggi di Claudio e di Vergy rappresentassero vari aspetti della tua personalità, in realtà mi pare di capire che Vergy (o comunque chi ha ispirato il personaggio ) esista realmente...
Claudio Vergnani: Sì, un ex commilitone. Un uomo sensibile e intelligente. E colto, di una cultura strampalata ma profonda. Sembrava che volesse mostrarsi rude per partito preso. Non so nemmeno che fine abbia fatto. In quanto a Claudio, sì, è ovvio che ci sia molto di me, anche se il personaggio che più somiglia è quello di Oprandi, ne" I vivi, i morti e gli altri".
Nick: Più in particolare quali sono state le fonti di ispirazione per "Il 18 Vampiro" e per i suoi personaggi?
Claudio Vergnani: Più che ispirazione fu il desiderio di scrivere qualcosa che io per primo potessi apprezzare.
Nick: Un altra cosa che mi ha colpito molto è che il "Il 18 Vampiro" era un libro compatto, con una trama unitaria e con un grande "villain" come Grimjack mentre nel secondo volume "Il 36 Giusto" la narrazione è più frammentata, le vicende sono più strutturate ad episodi e soprattutto senza un villain principale. Quali sono stati i motivi di questa scelta?
Claudio Vergnani: "Il 36° Giusto" è un libro molto particolare, dove la malinconia si mischia a momenti di reale divertimento, e spesso in momenti tragici. Mostra i personaggi confrontarsi con più situazioni e atmosfere. Credo quel libro contenga alcune delle mie migliori pagine. In ogni caso non volevo ripropormi con una minestra riscaldata. Non me lo sarei mai perdonato. Sarebbe stato come truffare i miei lettori. E me stesso.
Nick: Recentemente è uscito il tuo ultimo volume " I Vivi, i Morti e gli Altri" con cui recuperi un altra figura classica dell'horror: gli zombie. I tuoi zombie però sembrano appartenere a razze diverse, quasi come se tu volessi dire che anche la morte presenta delle divisioni in classi. Quali sono stati i motivi di questa scelta e come hai deciso la classificazione dei tuoi zombi?
Claudio Vergnani: Ho pensato che scrivere di diverse categorie di zombi non fosse meno arbitrario che scrivere di una sola. E poi mi pareva più interessante. I mie zombi conservano qualcosa di ciò che sono stati da vivi. Forse perché credo che con la morte non finisca ogni cosa.
Nick: Tu sei arrivato alla narrativa relativamente tardi e dopo aver compiuto diversi lavori, una trafila che è normale per gli scrittori oltreoceano ma meno usuale qui in Italia (dove del resto ben poco è usuale ) che consigli ti sentiresti di dare ad un giovane che voglia intraprendere l'attività di scrittore?
Claudio Vergnani: Di non affidarsi alle mode, di essere consapevole che la pubblicazione e le grandi vendite non faranno di lui uno scrittore. Non esistono gli scrittori. Semplicemente, ogni essere umano cerca di comunicare ciò che sente e ciò in cui crede. Alcuni che non riescono a farlo parlando, che non possono farlo, perché non hanno sentimenti o perché li hanno troppo forti, usano la scrittura. Il resto sono cliché, banalità, o compiacimenti che possono toccare solo un uomo vuoto.
Nick: Facendo un discorso più generale: come giudichi lo stato di salute del fantastico in Italia?
Claudio Vergnani: Non saprei. Il fantasy funziona. Il resto meno. Probabilmente è più facile leggere di come vorremmo il mondo, che leggere com’è in realtà. E non c’è nulla di sbagliato in questo.
Nick: Progetti futuri: a cosa ti stai dedicando adesso ? Dopo " I Vivi, i Morti e gli Altri" quali saranno i tuoi nuovi lavori?
Claudio Vergnani: Non so se ce saranno. Dipenderà se sarò onestamente convinto di voler veramente comunicare qualcosa a qualcuno. E se questo qualcosa varrà la pena di essere comunicato. Se volessi vendere e basta scriverei di misteri vaticani e di misteriose sette di deficienti.
Nick: Bene, siamo arrivati alla fine di questa nostra chiacchierata, per chiudere ti rivolgo la solita domanda finale di Nocturnia: c'è una domanda alla quale ti sarebbe piaciuto rispondere e che invece non ti ho rivolto?
Claudio Vergnani: No, vorrei solo poter ringraziare te e le persone che avranno la bontà e la pazienza di leggere questo nostro dialogo. Vorrei che comprendessero che in ciò che ho detto non c’è sarcasmo o spocchia, ma tutta l’onesta che ho potuto spremere dai miei mezzi limitati. E dalle mie paure. Ma a questo proposito vorrei citare un paio di righe che potranno sembrare uno stuzzicadenti che si proponga di puntellare un muro. Ma forse uno stuzzicadenti che potrà fare la differenza:
“Dobbiamo rendere grazie alla sofferenza, poiché ci mostra la pietà, al dolore, che ci insegna il coraggio, al mistero, quando rimane tale”. Parole di Robert Nathan, e parole con le quali mi piace ringraziarvi e salutarvi.
24 commenti:
O Vergnani è un genio o è l'autore più onestamente spocchioso ti sia mai capitato d'intervistare.
Per togliersi il dubbio bisognerebbe leggere qualche suo romanzo, o affidarsi a qualche recensione affidabile. Da parte mia passo, che non è che i suoi argomenti mi attirino molto.
Rimarrò col dubbio.
Intervista molto bella. Complimenti! :)
@ Iguana
Rimani pure col dubbio. :)
Vergnani per come l' ho conosciuto io è semplicemente una persona molto sincera che dice sempre quello che pensa. In questo, anzi, ti somiglia pure molto, sempre per come ti conosco io. ;)
Lui ha diritto pieno di scrivere quello che pensa, tu altrettanto. Specialmente sul mio blog, almeno finchè rimarrà aperto...:P
Pari e patta direi. :)
È
@ Gianluca
Grazie! Gentilissimo come sempre. :)
Maledizione, ho ancora Il 18° vampiro in attesa!
@ Aislinn
Bentornata sul mio blog! :)
La cosa bella dei libri è che si possono recuperare in qualsiasi momento.
Quindi per quando ti succederá: buona lettura da parte mia, di vero cuore! :)
Complimenti Nik! Ottima intervista che spazia su tutta la carriera di Vergnani. Un piacere leggerla...
@ EDU
Grazie a te che mi hai messo in contatto con Vergnani.
@IGUANA JO: Inizialmente ero scettico anche io. Sapevo che Vergnani scriveva bene, ma storcevo il naso all'ennesimo romanzo sui vampiri. Lui stesso mi ha consigliato di tentare (sapeva di avere pubblicato qualcosa di valido) e sono felice di averlo fatto. Vergnani, oltre ad essere bravo, è uno scrittore generoso. Lo è anche come persona, tra le altre cose. Ti consiglio di provare a leggere i suoi romanzi perchè so già che resterai soddisfatto.
@ Il pacificatore
Innanzitutto benvenuto sul mio blog.
Poi che dire?
Concordo con tutto quello che hai scritto.
Ciao.
Intervista interessante, soprattutto l'osservazione di essere meno conosciuto nella sua città che altrove. É una storia che si ripete: dove ti conoscono anche come studente, impiegato, figlio di quello lì, sposato con quella là, etc., non riescono a scindere quello che scrivi dalla tua vita privata: sei giudicato per tante altre cose.
Fuori, dove non ti conoscono, possono giudicare esclusivamente quel che scrivi senza nessun altro tipo di coinvolgimento extra-letterario.
@ Ariano
Quella del "nemo propheta in patria" sembra essere infatti una costante nel mondo dell' arte.
E ti sto parlando un po di tutti i livelli; nel mio piccolo i miei stessi colleghi di lavoro ignorano il fatto che io possieda un blog, così come ignorano le interviste etc etc
È un lato della mia vita diverso.
Da come me ne parli credo che accada lo stesso anche a te. Però alle volte è anche bello tenere distinti i vari ambiti della propria vita.
Ottima intervista. Sono curiosa, perchè non ho mai letto nulla di lui, ma provvederò, questa intervista mi ha super incuriosita.
A me non sembra spocchioso, ma schietto, che è dote rara di questi tempi.
Inoltre mi è piaciuta molto la frase "In questo caso il genere non è più solo una parola, tra tante, ma un’occasione ricca di stimoli".
@ Lady Simmons
Grazie per il tuo commento.
È vero la sincerità è una dote rara di questi tempi, Vergnani sia nei suoi libri sia nelle conversazioni private che ho intrattenuto con lui ha dimostrato di non farsi problemi a usarla.
Questo è un bene, indubbiamente.
Notevole, veramente notevole, sia l'intervista che lo spessore umano di questo scrittore. La sua sincerità è disarmante.
Ma tu Nick dove andrai prossimamente?
Un caro saluto
Angie
@ Angie
Vero! La sincerità è una dote da apprezzare sempre, specie in uno scrittore.
Già con lo scrivere d'horror con un'Amiga entra direttamente nel campo di quelli con un background valente e personale.
@ Occhio
Parole sante!
Io sono rimasto a bocca aperta per la "sfacciataggine" di Vergnani. Mi sembra un altro Iguana Jo... XDXD
Mi sa che adesso devo per forza recuperare i suoi lavori. Sono proprio curioso di vedere se questo suo modo di porsi si trova anche nei libri!
Una intervista che mi ha colpito
@ Eddy
Infatti gliel' ho detto ad Iguana che il modo di ragionare e la sincerità di Vergnani sono simili alle sue.XD XD XD
Nel momento in cui leggerai i libri di Vergnani fammi sapere cosa ne penserai. ;)
Arrieccome! Zio Nick scusa l'assenza -_- son tornata e mi sono letta d'un fiato questa tua intervista. Posso dire una cosa? Credo che finora sia una delle più belle che hai fatto. Al di là del personaggio interessante, della tematica che ovviamente sai bene quanto mi ispiri, ma l'hai scritta vdavvero bene! Grande zietto continuia così! Te l'ho linkata sulla mia pagina FB perchè davvero merita! Grande!
@ Donata
Grazie per il link, lo aprezzo davvero.
"Non esistono gli scrittori. Semplicemente, ogni essere umano cerca di comunicare ciò che sente e ciò in cui crede. Alcuni che non riescono a farlo parlando, che non possono farlo, perché non hanno sentimenti o perché li hanno troppo forti, usano la scrittura. Il resto sono cliché, banalità, o compiacimenti che possono toccare solo un uomo vuoto." Ecco quest'affermazione mette molto coraggio in chi pensa di non riuscire a comunicare! interessante l'intervista a questo 'mostro sacro': anche se non è il mio genere non si può non riconoscere che Vergnani sia un autore ormai importante per la scrittura italiana!
@ TIM
Sempre azzeccati i tuoi commenti, io credo che vedere e sentir parlare quelli che ce l' hanno fatta renda più coraggiosi anche coloro che ancora ci provano.
Questo indipendentemente dai generi di elezione.
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