Recentemente su IL FUTURO E' TORNATO abbiamo ospitato un corposo ed interessante dossier dedicato al genere del NukePorn a firma di Coriolano ( Qui e QUI ) ottenendone dei buoni riscontri, talmente buoni che ci sembrava un peccato lasciar cadere l'argomento.
Sopratutto considerando che la paura di un conflitto nucleare ha attraversato in maniera trasversale la vita di molti di noi.
C'è in particolare un film: The Day After che può, a ragione, essere considerato al tempo stesso simbolo e pellicola emblematica di quel genere.
Immaginate due Superpotenze che si guardano in cagnesco ognuna delle due convinta di essere depositaria del concetto di Verità Universale; un nazione, la Germania, divisa in due stati ognuno dei quali soggetto all'influenza di una delle due succitate Superpotenze; immaginate immensi arsenali nucleari puntati in direzione del nemico; immaginate anche il clima di paranoia strisciante tra i cittadini comuni , conditelo con decine di trasmissioni, dibattiti, docufiction televisive che in quel periodo tentavano di spiegare ai sempre più attoniti spettatori cosa sarebbe potuto accadere in caso di attacco nucleare. In Francia ad esempio, fu l'ex cantante Yves Montand a condurre in prima serata una contestata ma seguitissima trasmissione che terrorizzò i telespettatori francofoni perchè privileggiava l'aspetto sensazionalistico all'argomento, mentre in casa nostra, grazie ad una RAI più potente e credibile di quella attuale il più sobrio Piero Angela grazie ai suoi programi fornì una chiave di lettura molto più credibile sull'argomento.
Ecco, The Day After è frutto di quel clima, di quegli anni.
Ed anche lui nasce inizialmente come fiction televisiva.
Fu infatti il network ABC a presentare inizialmente nel proprio palinsesto il film, film peraltro non certo dotato di grandi mezzi, penalizzato da effetti speciali non eccessivamente credibili, ma fornito di un discreto cast ed affidato ad un bravo regista come Nicholas Meyer ( l'uomo che ci ha dato anche due pellicole della saga di Star Trek).
Meyer anche sceneggiatore della pellicola ambienta la trama nel cuore dell' America rurale tra il Kansas e il Missouri, sia per ottenere l'attenzione dell'americano medio posto nella repubblicanissima fascia della Bible Belt, sia perchè nella zona effettivamente esistevano (e in parte ancora esistono numerosi silos ) di lancio militari .
Durante tutta la prima parte assistiamo all'escalation militare tra U.S.A ed U.R.S.S. assieme agli abitanti deelle cittadine di Lawrence e di Kansas City, ma assistiamo di riflesso: attraverso la radio, la televisione, attraverso le chiacchiere da bar degli abitanti esattamente come succederebbe a chiunque tra noi.
Seguiamo quindi il medico (un intenso Jason Robards ), l'infermiera (Jobeth Williams ), il ricercatore (John Lithgow, uno di quegli attori che qualsiasi produzione televisiva o cinematografica dovrebbe cercare di assicurarsi in sede di formazione del cast ), il contadino e la sua numerosa famigliola tra cui una figlia in procinto di sposarsi, il militare di colore e l'immancabile forestiero ( uno sconosciuto per l'epoca Steve Guttemberg ) proseguono con la loro vita, poco sembrano badare ai conflitti in corso tra le due Germanie, agli sconfinamenti dell'esercito del Patto di Varsavia, alle battaglie navali tra le flotte nemiche.
Finchè quello che nessuno credeva possibile che avvenisse " perchè- come cita uno dei personaggi- gli uomini sono stupidi, ma non così stupidi"...avviene.
Gli ordigni vengono lanciati, esplodono con tutta la loro virulenza.
Non sappiamo chi tra U.S.A e U.R.S.S ha lanciato per primo le "sue" bombe, non lo sapranno i personaggi per tutto il film, non lo sapremo nemmeno noi spettatori.
Quello che conta è che entrambi i paesi hanno bombardato il nemico storico.
Con effetti disastrosi per la popolazione civile.
E in quel momento non ce ne frega niente degli effetti speciali raffazzonati, delle soluzioni poco credibili, delle esplosioni nucleari che sembrano fotografie ingrandite di funghi porcini, in quel momento ci crediamo perchè sappiamo che potrebbe succedere davvero, che a differenza di invasioni aliene e di zombi-apocalypse questo è uno scenario, un orrore reale, possibile.
ATTENZIONE: SPOILER COME SE PIOVESSE.
Il Fallout nucleare,gli effetti delle radiazioni sui sopravvissuti, le malattie, la scarsità di risorse , lo sciacallaggio. Tutto avviene durante la seconda parte del film, certo sempre con dialoghi da telenovela, con una sorta di ingenuità di sceneggiatura. Ma nonostante tutto, i pugni nello stomaco continuano ad arrivare.
Il Contadino- uno dei personaggi più razionali e previdenti presenti nel mazzo, dopo essere sopravvissuto alla guerra ci lascia la pelle solo per aver chiesto a degli sconosciuti di lasciare la sua proprietà, il presidente degli Stati Uniti nel primo messaggio alla nazione dopo lo scoppio delle bombe si comporta come se niente fosse successo.
Il peggio della razza umana su larga scala.
Ed ancora una volta, noi gli spettatori fremiamo sulle nostre poltrone perchè anche questo si che sarebbe plausibile.
Ma c'è anche un flebile, flebilissimo atto di umanità, quando il medico nella scena finale scopre un atto di empatia, di carità cristiana da parte di un altro essere umano che condivide con lui il dolore della perdita del mondo di prima.
Troppo poco questo come un lieto fine, anzi troppo poco per considerare questo come un finale e basta.
Tutto rimane congelato come dentro un simbolico limbo.
Spettatore compreso.
The Day After, che dopo la proiezione televisiva è stato trasmesso anche nelle sale cinematografiche, con enormi successi ( cento milioni di spettatori solo durante la prima visione) ha avuto un merito: ha consentito a gente come Carl Sagan di poter andare in televisione e spiegare gli effetti dell'inverno nucleare, ha influito nel dibattito tra pro e contro il Nucleare in diversi paesi- Italia, compresa- e forse, a suo modo ha formato qualche coscienza.
Certo, ci sono stati anche fenomeni controversi come una finta marcia della pace organizzata a Lawrence, subito dopo la proiezione del film e come ammesso anni dopo dalla stessa ABC, composta quasi esclusivamente da comparse pagate dall'emittente per fare pubblicità al film.
Ma questo è il lato peggiore della vicenda, quello migliore è rappresentata dal medico interpretato da Jason Robards.
Oggi sono cambiati i tempi, non esiste più un mondo diviso in due blocchi contrapposti, oggi sono cambiati i nemici, oggi fa paura il terrorista con la valigetta imbottita di plutonio, non per questo però possiamo dire di essere più sicuri o più in pericolo rispetto al 1983.
Ma, del resto "gli uomini sono stupidi, ma non così stupidi".
O no?
Woman of the Hour (2023)
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Incuriosita da un po' di pareri positivi, ho recuperato *Woman of the Hour*,
recentemente uscito su *Netflix*, diretto nel 2023 dalla regista *Anna
Kendric...
5 minuti fa
22 commenti:
Bentornato in azione!
Il film me lo ricordo bene, ricordo che per molte settimane non riuscii a dormire terrorizzato all'idea che scoppiasse la guerra nucleare... e d'altronde ricorderai che in quegli anni si parlava costantemente del rischio che succedesse per davvero. Mi è capitato di conoscere una signora inglese che, anche lei, mi ha detto di aver sofferto di insonnia "da paura di guerra nucleare" dopo aver visto "The day after".
Rientro "atomico"... Bentornato.
Dovrei rispondere che Threads è meglio, e The Day after è solo un filmetto, beh lo dicono in tanti critici "seri", invece dico "balle" per non usare un "francesismo". Quel film l'ho visto al cinema e poi in tv e non è stato come vedere un film dei fratelli Marx, come in seguito ha detto qualche "genio", nessuno di noi in sala ha riso, anzi, assicuro che quando siamo usciti sembravamo tutti degli zombie. Si al diavolo gli effetti speciali e tutto il resto, quando le bombe sono esplose sullo schermo una parte di noi è morta, finita in cenere. Threads ha colpito duro e meglio ma è arrivato dopo, troppo tardi, invece nessuno di noi aveva mai visto qualcosa di simile a The Day after, film efficace valido e arrivato nel momento giusto, con buona pace dei giudizi degli importanti CVITICI nostrani sui quali evito di dire altro, per non ricorrere a molti "francesismi".
Cribbio, e pensare che non mi ricordo se l'ho visto e quando... Temo di no, anche se tendo a fare confusione in tema di olocausti. Comunque mi ha fatto davvero piacere ritrovarti qui. A rileggerti presto.
Visto milleseicentoquarantesette anni fa e qundi devo rinfrescare. Dovrebbi averci anche vhs da qualche parte. In ogni caso bentornato caro!
@ Ariano
In quegli anni vivevamo sotto una costante cappa di paranoia nei confronti del nucleare, del resto come hai giustamente ricordato tu, non si parlava praticamente d' altro. The Day After ha spaventato molta gente durante la sua visione. Io ricordo di averlo visto con tutta la mia scuola e ti posso raccontare di un mio compagno, uno di quelli che dava sempre fastidio a tutti, il genere di persona che non rispetta niente e nessuno.
Bene, ti posso garantire che arrivati all' ultima scena del film piangeva anche lui come un bambino. scena
@ Coriolano.
Grazie per il bentornato!
Anche se per essere completamente sincero...questo post sarebbe dovuto uscire tra qualche giorno, poi ho pasticciato con la programmazione ed è uscito ieri.:P
Poco male, sono ritornato con un po di anticipo. :)
Ricordo benissimo tutti i cVitici che storsero il naso all' uscita di The Day After, ma i cVitici paludati lasciamoli perdere. Specialmente
quelli italiani non hanno mai capito niente (salvo poche eccezioni) R
@ Max
Si, sarei dovuto ripartire più avanti ma ho un po pasticciato con la programmazione.
Quindi, un altro paio di giorni di stop e ci rivediamo.
Nel frattempo riprenderò a girare per i vostri blog.
@ Eddy
Bentrovato. Tienitelo stretto quel VHS cominciano ad essere valutati bene come oggetti da collezione.
Non ho mai visto questo film, però commento per farti sapere che è bello che tu sia tornato!
Bentornato! :D
Questo film non l'ho visto, ma se mi capita provo a recuperarlo.
Bentornato, Nick! Argomento leggerino. La paura odierna è diversa - non più la guerra totale tra due superpotenze, ma la diffusione della tecnologia nucleare, che rende possibile l'utilizzo di queste armi su scala locale. C'era un articolo che ne parlava. E poi, come dici tu, se prima c'erano quei 10000 (o giù di lì) missili pronti al lancio, oggi basta una bomba sporca a fare danni considerevoli in un centro cittadino.
E chi se lo scorda! (MA BENTORNATOOOOO) come dici tu un pungo nello stomaco dopo l'altro, l'angoscia, la cupezza, la vergogna per il genere umano e di come si potrebbe comportare in situazioni del genere.
All'epoca andavo a scuola dalle suore (e si vedono i risultati), e ci dissero loro di guardarlo.
Ci avevano fatto leggere un libro che si chiamava Il Gran Sole di Hiroshima, di Karl Bruckner, ancora più forte di questo film perchè vero, verissimo e tremendo.
In ogni caso credo che questo film, come molte altre espressioni artistiche abbiano contribuito a sensibilizzare l'opinione pubblica CONTRO il nucleare, che a mio parere è una stupida, inutile follia.
Sono davvero felice che tu sia tornato!
Si... vedessi come è presa la mia cassetta. Dovrei dare io dei soldi per darla via. Non so neppure se si vede più... :(
@ Romina
Saluti realmente graditissimi i tuoi, come promesso dalla settimana prossima riprendo anche a girare per i vari blog, compreso il tuo.;-)
@ Camilla P.
Il film ti farà piangere ti avverto.
Come promesso passerò anche da te dalla settimana prox. :)
@ Salomon Xeno
Già, la fine della Guerra Fredda non ha rappresentato la fine anche del pericolo nucleare.
Se possibile, ha portato con sè un nemico ancora più subdolo.
Ad ogni modo, io sono un ottimista di natura, magari sbaglio ma rimango ottimista.
@ Lady Simmons
Condivido gli stessi tuoi ricordi, il film The Day After, pur con tutta la sua ingenuità di fondo, rappresenta un pugno nello stomaco dietro l'altro.
Un merito però lo ha avuto: ha contribuito al dibattito sul nucleare ed ha fatto si che si formasse un movimento anti-centrali in diversi paesi.
Italia compresa.
@ Eddy
Fortunello....:P
Bentornato nella blogosfera Nick! The Day After è uno di quei film che voglio recuperare da tempo fin da quando me aveva parlato la compianta Agony Aunt sul suo blog.
@ Fra Moretta
Ah Agony Aunt! Quanto mi manca!
Chi lo sa che fine avrà fatto?
Vidi questo film molti anni fa. Se non ricordo male fu organizzata una proiezione nell'auditorium della scuola. Era un periodo in cui venivano continuamente proposte pellicole su questo tema e ricordo tra gli altri anche "Silkwood" e "Sindrome cinese". Adesso, come giustamente hai osservato, i nostri sguardi sono altrove.
@ Obsidian Mirror
Era un passaggio obbligato nella scuola dell' epoca la visione dei film ad argomento nucleare, del resto l' argomento era all' ordine del giorno.
Adesso le nostre paure sono ben altre.
Non per questo meno pericolose.
Forse anzi più insidiose.
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