Volendo osservare per bene il mercato della fantascienza, si capisce immediatamente che la parte del leone da decenni a questa parte, la fanno i romanzi.
Romanzi sempre più voluminosi, Cicli sempre più lunghi e scrittori sempre più tecnici e specializzati.
Tuttavia la moderna science fiction è nata grazie alle riviste cartacee e tuttora oggi molti -ed io sono tra questi- ritengono che le cose migliori di questa letteratura siano uscite sotto la forma del racconto su questi supporti.
Il primo numero di Interzone. L'anno è il 1982 |
Certo quello delle riviste è un mondo moribondo, un mercato che a stento sopravvive, in America come nel resto del mondo.
Tuttavia c'è. Esiste e resiste, nonostante le periodiche crisi, nonostante i tagli, magari combattendo contro il costante diminuire dei lettori e vale la pena affrontarlo.
Però, io ho sempre cercato di vedere il fenomeno nella sua globalità, senza limitarmi solo al' America e ,
anche in questo caso continuerò a farlo a modo mio, cercando di porre l'attenzione non a riviste americane, ma a pubblicazioni nate nel resto del mondo.
anche in questo caso continuerò a farlo a modo mio, cercando di porre l'attenzione non a riviste americane, ma a pubblicazioni nate nel resto del mondo.
Ecco quindi, che da oggi, per cominciare di tanto in tanto dedicherò brevi focus alle maggiori riviste europee del settore.
E per fare questo non potevo non cominciare se non dal mio tanto amato Regno Unito.
Interzone è la rivista simbolo della fantascienza inglese, possiamo dire che ha attraversato un po tutte le fasi, le tendenze e le trasformazioni del modo stesso di concepire la narrativa non mimetica di quella nazione.
La rivista nasce ufficialmente nel 1982 grazie all'opera di un collettivo di critici ed autori dell'area di Brighton, probabilmente una delle città culturalmente più stimolanti del Regno Unito.
Il gruppo- composto da otto persone in tutto- cerca a modo suo di recuperare l'eredità di un altra rivista britannica, quella New Words diretta dal geniale Michael Moorcock che negli anni 70s aveva lanciato la corrente della New Wave, esperienza chiusa ingloriosamente con il fallimento della stessa New Words, e con numerosi problemi economici del povero Moorcock.
Tra gli otto ci sono personalità di rilevo come il critico John Clute e lo studioso David Pringle, sarà proprio quest'ultimo il vero motore trainante del progetto nonché direttore unico della nascente testata: il collettivo infatti immette tutte le proprie conoscenze, professionalità e perfino i propri capitali economici.
Il risultato sarà proprio la rivista semiprofessionale Interzone.
Inizialmente trimestrale, Interzone già da subito chiude i conti col passato inserendo un racconto di Moorcock nel sommario del primo numero. Col tempo la rivista diventa il principale punto di riferimento degli autori britannici.
E non solo.
Pringle in veste di direttore dimostra un notevole fiuto: sarà proprio Interzone la prima rivista a pubblicare al di fuori dell' Australia i racconti di uno sconosciuto'autore "aussie " Greg Egan, in seguito diventato un vero e proprio fenomeno globale.
Non mancano poi gli americani, e perfino un piccolo ma attento occhio al' Europa, in particolare verso la Francia con i racconti di Jean-Claude Dunyach ( che, nel corso degli anni diventerà uno dei beniamini della rivista ) e verso la Serbia con alcune traduzioni di uno dei maestri mondiali del realismo magico, il belgradese Zoran Zivkovic.
Ma come è detto saranno gli autori britannici ( o comunque provenienti dall'area del Commonwealth ) a farla sempre da padrone: sulla rivista compaiono sia maestri affermati che giovani esordienti, nel corso degli anni vengono lanciati scrittori come Kin Newman, Charles Stross, Alastair Reynolds e Stephen Baxter. Mentre viene portato avanti un discorso ragionato sui punti forti della fantascienza inglese, in particolar modo Interzone farà la sua parte nel mantenere vivo il ricordo di Doctor Who nei lunghi anni in cui la B.B.C interromperà la serie con articoli e recensioni.
Lentamente le cose si stabilizzano, nel 1984 arriva un grosso finanziamento a fondo perduto da parte di un magnate inglese, successivamente anche l' Arts Council of Great Britain deciderà di sostenere la piccola rivista. La periodicità diventa prima bimestrale e poi, per più di un decennio, mensile.
Interzone comincia a venire candidata ai maggiori premi internazionali, vincendo ad esempio lo Hugo come miglior semiprozine nel 1995, e molti dei suoi racconti vengono ristampati all'interno delle maggiori antologie del meglio.
Tra gli otto ci sono personalità di rilevo come il critico John Clute e lo studioso David Pringle, sarà proprio quest'ultimo il vero motore trainante del progetto nonché direttore unico della nascente testata: il collettivo infatti immette tutte le proprie conoscenze, professionalità e perfino i propri capitali economici.
Il risultato sarà proprio la rivista semiprofessionale Interzone.
Inizialmente trimestrale, Interzone già da subito chiude i conti col passato inserendo un racconto di Moorcock nel sommario del primo numero. Col tempo la rivista diventa il principale punto di riferimento degli autori britannici.
E non solo.
Pringle in veste di direttore dimostra un notevole fiuto: sarà proprio Interzone la prima rivista a pubblicare al di fuori dell' Australia i racconti di uno sconosciuto'autore "aussie " Greg Egan, in seguito diventato un vero e proprio fenomeno globale.
Non mancano poi gli americani, e perfino un piccolo ma attento occhio al' Europa, in particolare verso la Francia con i racconti di Jean-Claude Dunyach ( che, nel corso degli anni diventerà uno dei beniamini della rivista ) e verso la Serbia con alcune traduzioni di uno dei maestri mondiali del realismo magico, il belgradese Zoran Zivkovic.
Ma come è detto saranno gli autori britannici ( o comunque provenienti dall'area del Commonwealth ) a farla sempre da padrone: sulla rivista compaiono sia maestri affermati che giovani esordienti, nel corso degli anni vengono lanciati scrittori come Kin Newman, Charles Stross, Alastair Reynolds e Stephen Baxter. Mentre viene portato avanti un discorso ragionato sui punti forti della fantascienza inglese, in particolar modo Interzone farà la sua parte nel mantenere vivo il ricordo di Doctor Who nei lunghi anni in cui la B.B.C interromperà la serie con articoli e recensioni.
Lentamente le cose si stabilizzano, nel 1984 arriva un grosso finanziamento a fondo perduto da parte di un magnate inglese, successivamente anche l' Arts Council of Great Britain deciderà di sostenere la piccola rivista. La periodicità diventa prima bimestrale e poi, per più di un decennio, mensile.
Interzone comincia a venire candidata ai maggiori premi internazionali, vincendo ad esempio lo Hugo come miglior semiprozine nel 1995, e molti dei suoi racconti vengono ristampati all'interno delle maggiori antologie del meglio.
In questi anni la rivista si muove seguendo un doppio binario: da un lato rimane attenta all'aspetto locale mantenendo rapporti con la comunità artistica di Brighton ( leggendari diventano le serate e i reading organizzati all'interno dei locali pub ) mentre dall'altro le rubriche cercano di captare le molteplici tendenze del fantastico mondiale.
E saranno proprio le rubriche a rivelarsi come uno degli aspetti più interessanti del magazine : tra le pagine di Interzone trova asilo il simpatico esperto della fantascienza David Langford con la sua Ansible Link- una diramazione della più nota fanzine Ansible , uno dei migliori mezzi informativi del fantastico mondiale, assieme al' americana Locus - mentre numero dopo numero conquista sempre maggiore rispetto da parte dei lettori la rubrica di critica cinematografica Mutant Popcorn gestita da Nick Lowe
Ma le cose non sono fatte per durare, nel 2004 una grossa crisi editoriale obbliga la rivista a chiudere per qualche mese, crisi che obbliga David Pringle a cedere la rivista e a dimettersi da Direttore: il numero 193 sarà l'ultimo a portare la sua firma.
E saranno proprio le rubriche a rivelarsi come uno degli aspetti più interessanti del magazine : tra le pagine di Interzone trova asilo il simpatico esperto della fantascienza David Langford con la sua Ansible Link- una diramazione della più nota fanzine Ansible , uno dei migliori mezzi informativi del fantastico mondiale, assieme al' americana Locus - mentre numero dopo numero conquista sempre maggiore rispetto da parte dei lettori la rubrica di critica cinematografica Mutant Popcorn gestita da Nick Lowe
Ma le cose non sono fatte per durare, nel 2004 una grossa crisi editoriale obbliga la rivista a chiudere per qualche mese, crisi che obbliga David Pringle a cedere la rivista e a dimettersi da Direttore: il numero 193 sarà l'ultimo a portare la sua firma.
Uno dei numeri più recenti, editato dalla TTA Press |
Ma questo non sarà per fortuna l'atto finale della vita editoriale di Interzone, prima di andarsene Pringle riesce a vendere il magazine ad un altro editore, la TTA Press che, sia pure con tirature più basse e con periodicità bimestrale decide di rilanciare la rivista. La grafica viene notevolmente migliorata diventando a detta di molti esperti come la migliore grafica tra quelle delle attuali riviste internazionali di fantascienza mentre (per fortuna) rimangono alcune delle vecchie rubriche.
Interzone oggi continua la sua corsa sia nelle edicole che nelle librerie che sotto forma di abbonamenti, ogni numero viene venduto a £ 4,99 e non dà segno di volersi fermare.Il che è un bene: abbiamo ancora bisogno di sogni come quello che che nel 1982 animarono David Pringle ed altre sette persone in Inghilterra.
10 commenti:
Ciao Nick, hai un bel blog, lo sai?
In ogni caso, anche se non sono un fan della fantascienza amo molto la storia editoriale e quindi ho apprezzato tantissimo questo tuo articolo.
Le riviste... io le adoro.
Peccato che sembra non essere più tempo per loro.
Né per riviste di racconti, né di fumetti, né per approfondimenti.
Moz-
@ Mikimoz
Prima di cominciare, benvenuto su Nocturnia.:)
Purtroppo hai toccato un tasto dolente: in questi ultimi anni sembra non esserci più spazio e nemmeno piú tempo per le riviste di qualsiasi tipo siano. Il che è un peccato, perchè una rivista è un qualcosa che rimane, l' occasione per approfondire determinati argomenti nonchè un ottimo modo ler poter leggere di tutto.
Ricordo periodi in cui esistevano riviste di fumetti come L' Eternauta e Comic Art e in
cui non c' era il vuoto di oggi. :(
Comunque, se t' interessa dedcherò altri articoli alla stoia editoriale
...storia editoriale...non stoia....
I gremlin della tastiera hanno colpito ancora.
Nick, grazie per il benvenuto!
Leggerò diverse cose del tuo blog, appena ho 5 min, perché credo siano articoli interessanti.
Quanto alle riviste... sì! Se hai altri articoli sulla storia (o stoia :p) editoriale mi interesseranno senz'altro.
Le riviste, per come la vedo io, hanno cominciato a morire, dopo un ultimo balzo del paralitico, agli sgoccioli dei 90's...
Moz-
Sulle riviste hanno iniziato a scrivere tanti poi diventati famosi (non solo SF): Howard e Lovecraft, tanto per citare i casi più famosi.
É un tipo di cultura che da noi è un po' assente.
P.S.: mi sono permesso di segnalare il tuo blog a un internauta che conosco, appassionato di fantascienza.
@ Ariano
Hai fatto benissimo, segnala pure che più siamo meglio è. :)
Concordo con l'espressione iniziale su il meglio fantascientifico in rivista, mettiamoci anche quelle raccolte di racconti che erano un ibrido, via di mezzo fra rivista e libro.
Del panorama attuale "rivistofilo" manco a parlare, vedi Horror Time, ancora non si era fatto in tempo a parlarne e già ha chiuso, le notizie di apertura e chiusura si sovrappongono. Un peccato. :(
@ occhiosulle espressioni
Mi è dispiaciuto per la chiusura di Horror Time, ne avevo comprato i primi due numeri e mi erano piaciuti parecchio.
Da quello che ho capito, la chiusura è dovuta più ai problemi avuti con i distributori che per mancanza di lettori. In intere regioni Horror Time non era per niente distribuita, il che se ci pensiamo bene è ancora più grave.
Che nel 2014 una pubblicazione debba avere ancora problemi con i distributori la dice lunga sulla tragica situazione editoriale del nostro paese. :(
Sì, problemi di distribuzione in primis, pensa che io leggo anche Nocturno e se non sei abbonato o richiedi espressamente all'edicolante di fartelo pervenire non arriverebbe neanche quello.
@ occhio
Infatti! Qui a Mira (Ve) per fortuna Nocturno si riesce a trovare nelle edicole, mentre basta andare in un altra cittadina a pochi chilometri di distanza e le cose cambiano drasticamente eppure il distributore dovrebbe essere lo stesso!
Misteri italiani !
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