Dimenticami Trovami Sognami vi propongo oggi la mia intervista con Andrea Viscusi, in arte Piscu.
Dopo l'incontro con un editore che opera nel settore ( Silvio Sosio) ed uno degli autori italiani più rappresentativi in patria e all'estero (Dario Tonani ) mi sembrava giusto ed interessante dare la parola ad un autore considerato come ancora emergente (nonostante sia in attività come scrittore già dal 2008). Ringrazio Andrea Viscusi, per essersi prestato alla mia intervista e per la gentilezza con cui ha risposto alle mie domande. Alla fine dell'intervista troverete una breve biografia dello scrittore, nel frattempo vi auguro buona lettura..
Nick: Ciao Andrea, è un piacere averti ospite di Nocturnia, come prima domanda ti chiedo se ti va di presentarti ai lettori del blog.
Andrea Viscusi: Intanto grazie per questo spazio, saluto tutti gli affezionati lettori del tuo blog e mi posso presentare come Andrea, anche se è più probabile che chi passa di qui mi conosca come Piscu, visto che è il nickname che da sempre mi identifica nel cyberspazio, su forum, blog e social network. Sono un giovanotto toscano appassionato di fantascienza che da alcuni anni si dedica alla scrittura, con tanti buchi nell’acqua ma anche qualche buon risultato.
Nick: Quando è nata la passione per il fantastico e la fantascienza e quando hai deciso di diventare uno scrittore?
Andrea Viscusi: Non è una cosa di cui mi sono reso conto subito, ma col senno di poi penso che si possa far risalire tutto a due racconti di Fredric Brown letti (di mia iniziativa) sul libro di italiano in seconda media. Probabilmente ha contribuito anche il fatto che trafugavo i libri da leggere da mia sorella maggiore, da cui ho assimilato una notevole dose di Stephen King. Ho deciso di iniziare a scrivere “seriamente” (cioè con l’intento di pubblicare) nel 2008, ma già da prima ricordo che fino ai primi anni delle superiori sfruttavo le tracce dei temi per trasformarle in racconti, quasi sempre di fantascienza (poi la prof mi fece notare che se chiedeva un saggio breve, un saggio breve dovevo scrivere…).
Nick: Quali sono stati gli scrittori che ti hanno formato maggiormente come lettore prima ancora che come scrittore
Andrea Viscusi: Ci sono degli autori che un appassionato di sf deve aver letto, e che forniscono la base dalla quale si può iniziare a spaziare nella vastità del genere. Mi riferisco ad Asimov, Clarke, Heinlein. Ma per la mia formazione sono stati molto importanti anche alcune saghe straordinarie: Dune di Frank Herbert, La Torre Nera di Stephen King, Guida Galattica per Autostoppisti di Douglas Adams. E come ho già detto, tutto è iniziato con Fredric Brown, quindi anche qualche centinaio di suoi microracconti va considerato.
Nick: Una mia curiosità, da cosa deriva il soprannome di Piscu?
Andrea Viscusi: Si tratta semplicemente di una storpiatura/contrazione del mio cognome, che qualcuno mi appiccicò addosso intorno ai dodici anni, e che da allora mi porto dietro.
Nick: Prima di cominciare a scrivere ti sei laureato in Statistica, e spesso la matematica ha un suo ruolo all'interno delle tue opere (un esempio che mi sento di fare è il racconto "Sinfonia per Theremin e Merli" arrivato secondo al premio Giulio Verne del 2012) Da dove nasce la tua passione per la matematica e quanto è difficile rendere appassionante una materia come la matematica in un opera di narrativa?
Andrea Viscusi: Non sono sicuro di sapere da dove deriva questa passione, è probabile che abbia contribuito un professore che ho avuto i primi anni delle superiori e che riusciva a rendere i numeri estremamente affascinanti (anche se i più lo odiavano proprio per questo). Forse ho sempre avuto una predisposizione a percepire gli schemi, e questo mi porta ad appassionarmi alla disciplina che più di tutte rappresenta la purezza estrema del processo logico. Mi rendo però conto che non tutti la vedono in questo modo, e infatti non è facile riuscire a scrivere una buona “storia matematica” che possa essere apprezzata anche da chi non ha un buon rapporto con la materia. Credo che il modo più efficace per rendere appetibile la matematica sia quello di mostrarla non come uno strumento, ma come un insieme di concetti che permeano il tessuto stesso dell’universo, e cioè quanto di più vero esista al mondo.
Andrea Viscusi: Anche in questo caso è solo con il senno di poi che ho notato questi temi ricorrenti nelle mie storie. In sostanza penso che si possano ridurre ad evoluzione, religione, intelligenza, identità. In effetti penso di avere un approccio abbastanza alla narrativa tipico della fantascienza “classica”, ovvero sviluppo le storie intorno a una singola idea che costituisce un qualche tipo di speculazione tecnico/scientifica. In ogni caso cerco anche di rispettare i miei personaggi, nel senso che non mi piace creare delle semplici marionette che si muovono unicamente verso i miei scopi, ma che abbiano un loro schema di valori e siano coerenti con essi (anche se io non li condivido). Forse non tutto emerge nel racconto finito, ma spesso mi trovo a concepire non solo la storia che sto scrivendo, ma un contesto molto più ampio, un intero universo narrativo a cui mi affaccio solo per pochi minuti per raccontarne un piccolo scorcio.
Nick: La maggior parte dei lettori ti conosceva finora come autore di racconti, ma tra racconti e romanzi dove pensi di riuscire a dare il meglio di te come autore? E sopratutto, quella della narrativa breve era stata una scelta cosciente o vi erano stati altri motivi?
Andrea Viscusi: Credo che più o meno tutti coloro che si affacciano alla narrativa comincino con racconti. Inizialmente l’equivalenza “più corto = meno faticoso” funziona. Quando ho iniziato ad acquisire una certa capacità (e una maggiore conoscenza di questa capacità) ho comunque continuato a scrivere racconti, perché ritengo che per un genere come la fantascienza siano la forma ideale per esprimere con una storia il concetto che si vuole trasmettere. La mia esperienza con i romanzi è ancora troppo limitata per poter dire cosa mi riesce meglio, ma credo comunque che continuerò a scrivere racconti, proprio perché li ritengo una dimensione più adatta per sviluppare le mie idee.
Andrea Viscusi: Non so se riesco a ricordarli tutti… nel pieno della mia attività partecipavo a 4/5 concorsi contemporaneamente, e a volte mi dimenticavo anche di aver partecipato (mi sono ritrovato in pubblicazioni che non ricordavo di aver tentato!). Comunque tra i concorsi che ho apprezzato maggiormente negli anni ci sono il Trofeo RiLL (a cui partecipo tuttora, annualmente), il premio NASF, il concorso-lampo Minuti Contati. Posso serenamente consigliarli a chi vuole tentare la carriera letteraria nell’ambito del fantastico, tuttavia credo che ancora più importante, a livello di formazione, sia la partecipazione a portali/forum dedicati. Io sono cresciuto molto sul forum delle compiante Edizioni XII, soprattutto con il concorso USAM, non solo scrivendo ma anche commentando i lavori degli altri, che aiuta immensamente a comprendere gli errori e le ingenuità che è facile commettere nella scrittura.
Nick: Ti ho fatto finora tutte queste domande sui racconti, perché recentemente il tuo romanzo "Dimenticami Trovami Sognami" è stato pubblicato da Zona42- primo romanzo italiano di questo editore. Ti va di raccontarci qualcosa di questo romanzo e della sua trama?
Andrea Viscusi: Inizialmente può sembrare una storia di esplorazione spaziale, infatti Dorian, il giovane protagonista, viene selezionato per una missione dell’ESA di cui non conosce i dettagli. Scopriamo presto che non viaggerà nello Spazio in modo tradizionale, ma con un sistema molto diverso, e la sua missione durerà oltre dodici anni. Al rientro si ritrova catapultato in un mondo di un decennio più vecchio, mentre per lui è come se fosse passata solo una nottata. In un certo senso però questo è solo l’antefatto, perché la storia segue poi altri percorsi e altri personaggi, con protagonisti diversi nella seconda e nella terza parte, tutti tra loro interconnessi. I temi fondamentali sono l’esplorazione (nello Spazio, ma anche verso l’Interno), i sogni, il potere creativo dell’intelligenza, l’origine del cosmo, gli universi alternativi (non paralleli, è un concetto diverso). Sembrano tanti ingredienti per una storia sola, ma credo che si combinino in modo efficace. Ah, ed è anche una storia d’amore, perché Dorian aveva una ragazza, ma dodici anni dopo lei che fine avrà fatto?
Andrea Viscusi: Conoscevo Giorgio Raffaelli già da alcuni anni, non intendo personalmente, ma come personaggio della blogosfera che seguivo sempre con interesse. Quando è nata Zona42, progetto che ho apprezzato fin da subito (perché la mia visione della fantascienza e quella di Giorgio sono sempre state molto affini), l’ho contattato per mettere a disposizione i miei limitati talenti, anche solo come beta reader. Qualche settimana dopo è stato lui a suggerirmi che in effetti c’era una cosa che potevo fare, ovvero fargli leggere il romanzo (che sapeva avevo già completato) perché poteva interessargli. Quando ci siamo visti per la prima volta di persona, all’Italcon 2014 a Bellaria, abbiamo iniziato a parlare seriamente della cosa, perché sembrava che il romanzo fosse davvero interessante…
Nick: Sbaglio o questo romanzo ha avuto una lunga storia prima di arrivare ad essere pubblicato?
Andrea Viscusi: Beh, forse non lunghissima in termini strettamente temporali, perché ho iniziato a scriverlo nel settembre 2013, e sta uscendo a meno di un anno e mezzo di distanza! Però ha sicuramente girato parecchio prima di approdare a questo termine. Intanto la stesura l’ho iniziata durante il periodo in cui avevo appena lasciato il mio precedente lavoro, e mi trovavo ospite in casa di mia sorella per alcuni lavori: le prime pagine di DTS le ho scritte la sera tardi, dopo una giornata passata a scartavetrare persiane, per poi andare a dormire sul divano… il mio obiettivo era partecipare al premio indetto dalla casa editrice digitale Mezzotints, che aveva già proposto alcuni interessanti titoli di fantascienza (Tonani, De Matteo), e sono riuscito a consegnare in tempo. In seguito il romanzo è rientrato anche tra i finalisti… se non che qualche sconvolgimento societario ha portato alla de facto chiusura della casa editrice, che infatti non è più attiva da molti mesi (peraltro non è nemmeno la prima volta che mi capita una cosa del genere, era successo un paio di anni prima con le Edizioni XII… ma questa è un’altro storia). Nel frattempo però ero già stato contattato da Giorgio, e abbiamo quindi iniziato a lavorarci. L’allungo finale è stata l’ultima revisione fatta i primi di gennaio direttamente nel Quartier Generale di Zona42 (location riservata, non posso rivelare dettagli): 10 ore filate in cui ci siamo confrontati pagina per pagina spostando virgole, sostituendo parole, soppesando ogni riga di dialogo… è stato abbastanza stressante, ma molto formativo!
Andrea Viscusi alla presentazione di DTS alla libreria Miskatonic University di Reggio Emilia |
Nick: Sei da parecchio nell'ambiente, anche se molti continuano a considerarti come uno scrittore debuttante, ti chiedo quindi quali sono gli errori che uno scrittore debuttante o meno non dovrebbe mai fare.
Andrea Viscusi: Quando a un autore viene posta questa domanda la prima risposta è “l’umiltà”, quindi può sembrare scontato, ma non è così. Uno scrittore esordiente ha la sciagurata tendenza di presumere che ciò che ha scritto meriti di essere pubblicato, indipendentemente dall’oggettiva qualità. Purtroppo temo che il selfpublishing abbia incoraggiato questo fenomeno, visto che è ancora più facile di qualche anno fa ottenere una pubblicazione (seppur digitale) senza alcun filtro e senza “abbassarsi” all’editoria a pagamento. Credo che ogni scrittore, prima di pensare seriamente a proporre i suoi lavori a un editore (micro/piccolo/medio/grande che sia) dovrebbe passare almeno un paio di anni a confrontarsi con altri autori del suo livello per affinare la tecnica. Mai smettere di leggere, questo è scontato: la teoria di alcuni secondo cui leggendo si “inquina” la propria ispirazione l’ho sempre rigettata. E infine non sottovalutare il lettore, trattarlo sempre con rispetto e coerenza, anche quando ancora non si sa se il lettore effettivamente leggerà mai l’opera. Io da lettore me ne accorgo, quando l’autore mi tratta con sufficienza, ed è una cosa estremamente irritante. Non vorrei mai dare la stessa impressione.
Nick: Cosa pensi della mercato della fantascienza e della situazione dell'ambiente editoriale italiano?
Andrea Viscusi: Ehm, credo che questa domanda sarebbe bastata per un’intervista intera… è un discorso molto complesso, e che periodicamente riemerge tra gli addetti al settore e chi ci gravita intorno. Stringendo, ripeto quanto già detto in altre occasioni, ovvero che la mia percezione (prima di tutto da lettore, ma in seguito anche da autore) è che il settore della fantascienza italiana soffra di un’eccessiva autoreferenzialità, caratteristica già propria del genere in sé ma che da noi è ancora più acuita, portando a paradossi e storture nel sistema editoriale che tendono a promuovere non tanto l’impegno e la qualità, ma altri criteri di selezione. Questo porta in certi casi a far uscire (e magari ad assegnare premi a) testi poco interessanti, a volte anche poco curati, che da un lato reggono difficilmente il paragone con gli equivalenti internazionali, dall’altro scoraggiano i lettori curiosi che vogliono scoprire la letteratura fantastica italiana. Attenzione però, non sto dicendo che gli italiani “non sanno scrivere” o che la fantascienza italiana “non esiste”: gli autori ci sono, il fandom (quindi il pubblico) anche. Dove io vedo una certa barriera è dal lato degli editori specializzati (che poi non sono molti) e gli addetti ai lavori, che sembrano quasi muoversi su un piano diverso da quello dei lettori, che dovrebbero essere per definizione il punto di arrivo di tutto il lavoro. Comunque, in tempi recenti (diciamo da un paio di anni) mi sembra che le cose si stiano smuovendo, forse grazie anche all’ingresso nel mercato di editori piccoli ma determinati, come possono essere la stessa Zona 42, oppure Future Fiction o Vaporteppa. Forse la “rivoluzione digitale” ha permesso di presentarsi come editori senza dover necessariamente sostenere grandi investimenti di risorse, e questo consente agli appassionati di mettersi in gioco direttamente, a volte con risultati apprezzabili.
Cover di Spore. |
Andrea Viscusi: Scrivendo, un autore impara presto di essere il peggior giudice delle sue opere. Comunque facendo una media tra i racconti che secondo me valgono di più e quelli che hanno raccolto un buon riscontro da parte dei lettori, potrei suggerire Spore e La staffetta (entrambi nel volume Spore), la raccolta Quattro Apocalissi (disponibile in download gratuito), e il racconto Piombo contro acciaio a Elderberry Field, rintracciabile in due o tre antologie cartacee o digitali.
Nick: Tra i tuoi colleghi quali segui con maggiore attenzione ed interesse?
Andrea Viscusi: Ci sono alcuni ottimi autori con i quali mi sono incrociato ma che nonostante un buon numero di pubblicazioni non sono ancora riconosciuti come dei “professionisti”. Penso ad esempio a Samuel Marolla, Luigi Musolino (questi più per il genere horror/weird), Stefano Andrea Noventa (per fantasy e fantascienza). Tra gli autori già piuttosto affermati, apprezzo molto Francesco Troccoli.
Nick: Recentemente alcuni tuoi racconti, in particolare penso a "La Recluta" pubblicato su Galaxies, sono stati tradotti anche per il mercato francese. Che sensazioni hai provato nel vedere delle tue opere tradotte all'estero? Sai dirci come sono stati accolti in Francia?
Andrea Viscusi: È stata una cosa un po’ improvvisa e del tutto inaspettata, dovuto alla mediazione di Edizioni Scudo. Mi è stata chiesta semplicemente l’autorizzazione per tradurre alcuni racconti, e in seguito per pubblicarne uno sulla rivista che a quanto ne so ha un ruolo abbastanza importante nel panorama francese di genere (più o meno l’equivalente del nostro Robot). La cosa curiosa è che il volume raccoglie opere tanto di autori esordienti che affermati, così mi trovo insieme ad esempio Valerio Evangelisti! Non saprei però che riscontro c’è stato oltralpe, purtroppo non avendo contatti diretti con la redazione (e nemmeno una grandissima familiarità con il francese) non ho potuto seguire la cosa con attenzione.
Andrea Viscusi: Ho iniziato a seguirla casualmente, quando veniva passata su Italia1 a ora di pranzo… non mi sono appassionato subito, ma mi sono accorto che mi andavo a riguardare gli episodi con interesse crescente, e via via che acquisivo familiarità mi piaceva sempre di più. Quando poi ho fatto il salto e ho iniziato a vedere le puntate in lingua originale, è nata l’ossessione. Futurama è una serie molto complessa, con una sorprendente continuity interna e con la capacità di affrontare temi anche molto profondi. I riferimenti e le citazioni alla storia della fantascienza sono poi onnipresenti, ma a differenza di altre serie (come ad esempio The Big Bang Theory) dove sono fatti passare come argomenti nerd, qui il rispetto è massimo. È anche uno dei pochi cartoni che è riuscito a farmi piangere… e non una volta sola. Credo che qualunque appassionato di sf dovrebbe quantomeno conoscerla e averne visto una buona metà delle puntate, almeno le più significative. Chiedete pure maggiori dettagli, risponderò con piacere.
Nick: Progetti futuri: a cosa stai lavorando adesso e cosa ci dovremmo aspettare da Andrea Viscusi nel prossimo futuro?
Andrea Viscusi: Gli ultimi mesi dell’anno sono stati abbastanza impegnativi, infatti a parte seguire il lavoro su DTS ho avuto poco tempo e risorse per fare altro. Sperando che il successo planetario del nuovo libro mi lasci un minimo di respiro, ho intenzione di buttare giù alcuni racconti che ho in testa da almeno un anno, e proporli ad alcuni di quei concorsi che citavo prima, dei quali non mi stanco mai. Poi, conoscendo bene come funziona il mercato, credo che dovrò comunque tornare a lavorare su qualcosa di più lungo, e stavo pensando di ampliare in un romanzo la storia di Sinfonia per Theremin e Merli, che a mio avviso ha la potenzialità per essere espansa.
Nick: Bene, Andrea è tutto, nel salutarti ti rivolgo la classica domanda finale di Nocturnia: esiste una domanda ala quale avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?
Andrea Viscusi: Qualche domanda sulla musica che seguo e ascolto, che è un argomento di cui mi piace tanto parlare ma che non interessa pressoché a nessuno! Infatti mi ostino a scriverne sul blog e puntualmente quei post vengono disertati dalla quasi totalità del pubblico… ma mi accontento, e comunque se volete saperne di più, sapete dove trovarmi.
Andrea Viscusi è nato in Toscana nel 1986, dove vive tuttora. Dopo la laurea in statistica comincia a scrivere racconti di fantascienza e fantastici in senso più ampio, generi di cui è appassionato da sempre (un altra sue passione è la musica elettronica). Ha pubblicato numerosi lavori in diverse antologie per diversi editori, tra cui Edizioni Scudo; Edizioni XII e Della Vigna. Ha vinto o si è classificato in alcuni concorsi (tra cui il RiLL; il Robot e il Premio Giulio Verne). Tre suoi racconti sono stati tradotti in francese da Pierre-Jean Brouillaud, di cui uno uscito sulla rivista Galaxies e sono disponibili in rete. Nel 2013 ha pubblicato Spore, la sua antologia persone di racconti, uscita per i tipi della Factory Editoriale I Sognatori mentre quest'anno è stato pubblicato da Zona42 il romanzo Dimenticami Trovami Sognami. Quando non scrive racconti, scrive sul suo blog Unknown to Millions di fantascienza, libri, musica e film. Si autodefinisce il maggior fan italiano di Futurama e nessuno è stato ancora capace di smentirlo.
25 commenti:
Un mio conterraneo dunque, anche se apparteniamo a generazioni diverse e io potrei avere l'età di suo padre...
Ottima intervista, come sempre ;)
Interessante! soprattutto perché mostra un itinerario possibile per chi volesse entrare nel mondo della scrittura in modo "serio". Grazie per queste interviste!
@ Ivano Landi
Grazie! ;)
Si, è vero siete conterranei. A quanto pare la Toscana possiede un humus favorevole per lo sviluppo del fantastico letterario.
@ Juan Segundo
Concordo! La presenza di scrittori come Viscusi, Troccoli e molti altri dimostra come sia possibile in Italia scrivere SF senza ricorrere ad investigatori del futuro e a gialli travestiti da fantascienza.
Grazie anche a te per i complimenti.
Anche questa intervista era da leggere. Ha ragione Juan, perché Andrea, dato il suo percorso e il fatto che si trova oggi nella situazione di emergente, è proprio un buon esempio di come un autore giovane (non necessariamente in senso anagrafico) può percorrere la sua strada. Sono contento che DTS (di cui non ho ancora letto la tua recensione) sia stato pubblicato per Zona42 e, di riflesso, che Zona42 abbia deciso di pubblicare un autore italiano. Con buona pace di tutti gli investigatori del futuro di questo mondo.
@ Salomon Xeno
Juan ha proprio azzeccato in pieno, un autore giovane come Andrea (ma non solo lui) potrebbe veramente percorrere strade meno battute.
Che poi volendo tornare agli investigatori del futuro, ci sono molti romanzi validi in proposito, tanto per dirne un paio: "Il Re Nero" di Maico Morellini era molto bello, così come "Corpi Spenti" di Giovanni De Matteo, semplicemente è bello vedere anche altri percorsi ed altri temi come quelli di Viscusi; Troccoli e tanti altri.
Ottima intervista. Ci si rammarica che a un certo punto termini :)
@ Massimo Citi
eh eh eh, già le mie interviste sono le più lunghe del settore... però se mi dici così significa che pur essendo lunghe almeno sono interessanti.
Quindi lo prendo come un complimento. :)
...Fai bene...
@ Massimo Citi
:)
In effetti in questo caso era un nome che mi era noto in un certo senso, forse abbiamo anche partecipato a esperienze comuni sul web. Fa piacere vedere che i risultati possono arrivare se si coltiva la propria passione con impegno.
@ Ariano Geta
È vero. È una situazione che dà fiducia anche a noi per il futuro. È bello vedere che di tanto in tanto dalla passione possano arrivare i risultati !
Complimenti a questo ragazzo più o meno mio coetaneo e molto più concludente di me! Ahah! :°D
Ma ho una domanda da fare!
Leggendo i punti di riferimento di tanti scrittori e fumettisti della fantascienza leggo dei nomi che a me sono sì noti (come Asimov, Douglas Adams e King) ma che non conosco moltissimo, però mi chiedevo se i romanzi dei grandi distopisti ( Orwell, Huxley, Zamjatin o anche H.G.Wells) non possano essere considerati come antesignani della fantascienza in senso catastrofico e perché, se così può essere, mancano come riferimenti citati fra le personalità più attuali!
Non sono ovviamente una 'purista', conosco pochissimo il genere quindi la mia non è affatto una critica, ma mi è sorta questa curiosità perché trovo le cose strettamente connesse! :D
what do you with "giovane non necessariamente in senso anagrafico"? oh, sono ancora sotto gli -enta!!
@ A.H.V
Gli scrittori che hai citato tu- tutti quanti- possono tranquillamente essere considerati precursori della fantascienza catastrofica.
Probabilmente non sono stati inseriti perché l' autore ha preferito citarne altri.
;)
Un abbraccio.
@ Andrea Viscusi
Olà!
Con " giovane non necessariamente in senso anagrafico" intendo dire che nonostante la tua giovane età professionalmente sei già attivo da tempo.
Come vedi niente di offensivo...soprattutto detto da uno come me che pur andando per i quarantasei ( il primo di maggio) si sente ancora gggiovane dentro!
@Nick: era una battuta la mia, in realtà inizo ad andare fiero dei primi peletti bianchi della barba! ;)
@AHV: certo che le distopie sono importanti, anche se definirle antesignane del genere non mi sembra corretto, anche per una questione meramente cronologica: per esempio 1984 è del 1948, quando la golden age della fantascienza era quasi alla fine. non li ho citati perché non penso di considerarli utili alla mia formazione in quanto autore, ma di certo lo sono per quanto riguarda la formazione in quanto persona razionale.
@ Andrea Viscusi
L'avevo capito. Infatti ti avevo risposto con un altra battuta. ;)))))))))
Andrea grazie per la gentilissima risposta! :D
Ovviamente come ho detto ne so poco e pensavo che la fantascienza si sviluppasse meglio come genere intorno agli anni '60, è un genere in cui sono proprio ignorantissima quindi ne avevo questa strana concezione temporale! :°D
Bella intervista, come sempre del resto ^^
Il libro di Viscusi lo avevo già messo nella lista delle letture da fare, ma siccome son curiosone son andato a gironzolare nel suo blog e a "scroccare" libri da leggere :-p
@ Michele il menestrello pignolo
Hai fatto bene. ;)
Abbiamo bisogno di lettori curiosoni come te. ;)
L'intervista è davvero bella!
Mi sono piaciute molte le considerazioni fatte a proposito del selfpublishing, dell'importanza della lettura anche per chi scrive e del rispetto per il lettore.
Sull'autoreferenzialità degli scrittori, allargherei il discorso anche agli scrittori italiani di altri generi. Io la pecca, da lettrice "forte", la noto spesso.
Curioserò nel blog di Piscu in cerca delle sue passioni musicali, dal momento che mi ritengo una dilettante ascoltatrice mica da poco!
Complimenti ad entrambi, davvero un ottimo post che si legge con estremo interesse!
Ciao Nick, alla prossima!!! (In ritardo, ma ci sono sempre ^_^)
@ Glò
Lo so e non dubito mai di te.:)
Riguardo agli scrittori italiani...purtroppo è vero, molti tra loro sono estremamente autoreferenziali. Non tutti per fortuna ma ce ne sono tanti con questo difetto.
Intervista davvero interessante, come sempre Nick :)
Ero curiosa di scoprire qualcosa di più su questo autore, per vari motivi (recensioni positive ai suoi racconti e a DTS, il fatto che l'abbia pubblicato una realtà interessante come Zona 42...) e non sono rimasta delusa.
Tra l'altro, anche io ho conosciuto Brown attraverso un'antologia scolastica! :D
E concordo assolutamente col suo giudizio su Futurama: ci sono alcune puntate che mi hanno decisamente commossa. Sono sicura che almeno un paio sono le stesse, poco ma sicuro.
@ Camilla P
Ciao Cammi! :)
Devo essere sincero: anche io ho scoperto Brown grazie alle antologie scolastiche.
Inoltre, ma lo dirò solo sotto tortura, credo che Futurama (almeno alcune puntate) sia perfino superiore ai tanto osannati Simpson!
Tornando a Viscusi e a Zona42, penso che siano riusciti a dimostrare che la SF italiana, se vuole, possa produrre ottimi risultati e che gli editori, se vogliono, possono fare realmente qualcosa di buono invece di ristampare Asimov per la ennesima volta.
Posta un commento