La Notte dei Morti Viventi è stato uno dei film più influenti di tutta la storia della cinematografia. Di solito un qualsiasi recensore o studioso ma anche un semplice appassionato come posso essere io che si trovi a parlare di questo lungometraggio porrà la attenzione sua e di chi legge sempre sugli stessi temi: la novità dell'argomento, la critica sociale presente nella pellicola, la proposizione della figura degli zombie antropofagi, la distruzione della famiglia intesa come istituzione, nonché una continua denuncia dei mali del consumismo.
Al massimo preferiremmo ricordare il coraggio dimostrato da George Romero nello scegliere un attore afroamericano come Duane Jones nel ruolo del protagonista ( e nel 1968 questa non era per niente una scelta scontata).
Bill Cardille alla presentazione di Chiller Theater la sua trasmissione più famosa. |
Ora, non mi fraintendete: tutti questi elementi indubbiamente nei film di Romero c'erano, ci sono e rimarranno sempre come meriti nella filmografia del regista americano.
Però, spesso dimentichiamo che tutti questi erano solo una parte della poetica romeriana, solo alcuni tra i tanti dettagli ,spesso anche semplicemente sottintesi nella mente del regista. A volte nemmeno così espliciti o inseriti in maniera cosciente da Romero all'interno delle sue opere. Tanto per cominciare lo stesso cineasta ha più volte dichiarato di aver voluto scegliere Duane Jones non per motivi politici, non in quanto attore di colore ma solo perchè tra tutte le sue conoscenze Jones era uno dei pochi che sapesse recitare.
Tutto questo rende meno rivoluzionario La Notte dei Morti Viventi come film?
Sicuramente no, semmai la modernità, l'aspetto rivoluzionario in Romero sta proprio nell'aver voluto scegliere un attore solo perché bravo e non in quanto quota razziale.
Inoltre, nelle nostre analisi tutti noi appassionati dimentichiamo sovente (io per primo ) che il film Night of the Living Dead prima di tutto conteneva diversi riferimenti e strizzate d' occhio alla società e alla comunità di Pittsburgh a cui era - in prima istanza - rivolto.
Night of Living Dead era pieno di citazioni che solo un abitante della contea di Allegheny, di cui Pittsburgh faceva parte, avrebbe potuto riconoscere...e la presenza di Bill Cardille nel film era una di queste.
Perchè Bill Cardille, il "giornalista" e conduttore televisivo Bill Cardille non era giunto per caso a partecipare a Night of Living Dead
E' arrivato il momento di tracciare qualche nota biografica.
VITA DI UN CONDUTTORE.
William Robert Cardille nasce nel 1928 nella cittadina di Sharon in Pennsylvania da una famiglia profondamente cattolica. Come molti suoi compatrioti è frutto di quel particolare melting pot che noi chiamiamo Stati Uniti d' America: la madre, il vero perno della famiglia vantava antenati tedeschi ed inglesi mentre per quanto riguarda il padre si sa che avesse lontane origini italiane ( più precisamente napoletane )
Bill, come prendono a chiamarlo tutti, comincia ben presto a lavorare nel mondo della radiofonia e delle nascenti televisioni private: inizialmente si tratta di trasmissioni che presentano incontri di wrestling, primissima passione del giovane Cardille.
Poi però nel 1957 la rete WIIC ( il Canale 11 come lo chiamavano gli abitanti della Pennsylvania) la locale emittente affiliata al circuito del network NBC lo chiama a Pittsburgh e di quella rete Cardille diventa ben presto il primo annunciatore, una delle prime voci ufficiali dell' emittente.
Nel corso degli anni il conduttore sarà al timone di tante trasmissioni locali, tra cui parecchi talk show pomeridiani e ancora moltissimo wrestling o perfino programmi musicali finchè un giorno arriva la trasmissione che cambia per sempre la vita dell'uomo.
Un programma che ha molto a che fare con il genere horror.
ARRIVA "CHILLER THEATER"
E' il 1964 e Cardille propone alla rete un nuovo programma per il sabato notte, un contenitore antologica che possa proporre film horror o fantascientifici.
Lo scopo ufficiale è quello di catturare l'attenzione dei telespettatori più giovani e di legarli maggiormente alla rete.
In realtà Bill Cardille è un grande appassionato di entrambi i generi e cerca semplicemente un modo per monetizzare le sue conoscenze.
Il nome ipotizzato per il nuovo programma è
"Chiller Theater" e Bill Cardille candida sè stesso come presentatore, più o meno sulla falsariga di quanto Rod Serling stia facendo su scala nazionale con Twilight Zone
Inaspettatamente la rete accetta, dopotutto il clima generale è quello giusto dal momento un po su tutto il territorio degli States spuntano come funghi programmi analoghi. Senza dimenticare il non trascurabile particolare che acquistare film già prodotti costa comunque meno di quanto costerebbe prodursi una serie di telefilm in casa.
Ancora più inaspettatamente Chiller Theater riscuote un enorme successo diventando un vero e proprio caposaldo della produzione di Canale 11/ NBC
Cosa più importante, Bill Cardille acquista il soprannome che lo accompagnerà per il resto della sua vita.
Secondo la leggenda, tutto nasce con il giovane figlio di un produttore che storpia contemporaneamente sia il nome del presentatore che il titolo del programma fornendone così una sorta di crasi.
Da quel momento in poi per gli abitanti di Pittsburgh Bill Cardille sarà semplicemente "Chilly Billy".
E' nato un nuovo fenomeno di costume.
Chilly Billy in azione. |
Quel film sarà La Notte dei Morti Viventi.
E' il 1968, l'anno in cui tutto cambierà.
Ma la nostra storia non si ferma qui, perché nessuna storia finisce mai veramente.
UNA LUNGA CARRIERA.
Chiller Theater va avanti per quasi venti anni, passa il tempo, nascono e muoiono le mode ma il programma sembra quasi intoccabile.
Ho detto "quasi".
Arrivano gli anni 80s, gli anni di Reagan e dei repubblicani e anche l'America cambia pelle.
Ma la cambia un po troppo.
E' il momento dei banchieri, dei managers, dei militari.
Non c'è più spazio per i sognatori.
E non c'è più spazio nemmeno per la maschera sorridente di Chilly Billy
Il 31 dicembre del 1983 va in onda l'ultima puntata del programma,
Cardille si dimostra emozionato, quasi commosso.
In una lunga serata ripercorre tutte le tappe della sua carriera mentre un ' intera città sembra stringersi attorno a lui.
Mentre muore il vecchio anno, qualcos'altro sembra volersene andare con lui.
Ma nemmeno questo momento rappresenta è la fine di una carriera.
Negli anni successivi Bill Cardille continua a lavorare senza abbandonare le scene, certo a volte è costretto a riciclarsi presentando il meteo o programmi di bingo ma i suoi vecchi amori di tanto in tanto tornano a galla.
Torna il wrestling che Cardille presenterà in numerosi programmi a cavallo tra la natia Pennsylvania e la città di Boston ( un suo programma chiamato Studio Wrestling col tempo diventa una sorta di must per tutti i bostoniani amanti della lotta libera ) torna anche l' horror. Ed infatti il presentatore, in un paio di occasioni accetta di comparire in film televisivi o in documentari sul gotico
Rimane anche l'amicizia con George A. Romero che, nel corso degli anni, produrrà altri risultati.
Nel 1990 infatti, il solito John Russo, in uno dei suoi eterni tentativi di ritrovare il successo perduto chiama a raccolta tutti i vecchi sodali provando a giocare la carta del remake de Night of the Living Dead ; e se Romero stavolta sceglie di rimanere solo nella veste di produttore lasciando il timone della regia a Tom Savini altri come Russell Streiner si dimostrano più entusiasti dell'iniziativa.
Così in breve cameo anche Bill " Chilly Billy" Cardille ricompare nelle vesti di sè stesso..
Dopo ventidue anni il cronista torna così sul luogo del delitto.
E sembra anche divertirsi un mondo, quasi come se il tempo per lui non fosse passato.
Oggi, Bill Cardille è un uomo più attivo che mai, certo, formalmente è in pensione però continua a lavorare per una grossa radio di Pittsburgh e, - di tanto in tanto -collabora gratuitamente con alcune associazioni benefiche apparendo come presentatore in programmi con finalità di raccolta fondi.
Una foto recente di Bill Cardille. Quasi 87 anni ancora ben portati |
Abbiamo detto tutto?
Non proprio.
Sposato con la stessa donna dal 1953 il presentatore ha avuto tre figli, di cui uno - una ragazza - ha avuto un destino interessante
Dobbiamo fare un piccolo passo indietro in questa nostra narrazione e tornare momentaneamente al 1985.
In quell'anno infatti George A. Romero inizia le riprese di un film chiamato Day of the Dead ( da noi ribattezzato come Il Giorno degli Zombi), il terzo capitolo della saga cominciata proprio con Night of the Living Dead. Nelle intenzioni del vecchio amico Day of... dovrebbe essere un capitolo fondamentale nell'economia della serie che chiuda momentaneamente il ciclo narrando il modo con il quale i morti viventi trionfano definitivamente sugli esseri umani
Il risultato è un film certamente imperfetto ma bello proprio per le sue imperfezioni.
In quella pellicola, però nel ruolo della protagonista Sarah compare un' attrice chiamata Lori Cardille.
Beh, provate un po ad indovinare di chi è la figlia?
Ed anche questo è un ulteriore modo per chiudere un ciclo cominciato quella lontana sera del 1968 , quando un presentatore\ cronista interpretò sè stesso in un piccolo film in b\n girato da un regista debuttante.
Per quanto la vita possa portare lontane le persone, alla fine le riavvicina sempre riportandole al punto di partenza.
Lori, la figlia di Bill Cardille nella scena iniziale di Day of the Dead |
DETTAGLI PERSONALI:
Esiste un sito che ripercorre tutta la carriera di Bill Cardille ed è questo. Mentre per quanto riguarda Lori mi è capitato di trovare delle sue foto recenti, in cui - perlomeno ai miei occhi - la donna sembra molto più affascinante adesso che è quasi alla soglia dei sessanta anni rispetto ai tempi in cui appena trentenne girava Day of the Dead.
Magari queste foto saranno vecchi scatti spacciati per recenti , probabilmente saranno state anche immagini ritoccate, forse c'entrerà in mezzo anche un (eventuale ma non provato ) ricorso alla chirurgia plastica ma se così non fosse......
Possibile che i membri della famiglia Cardille abbiano trovato il segreto dell'eterna giovinezza?
18 commenti:
Ammazza, si difendono bene. :-p
@ Pirkaf
Direi proprio di si ;-)
Beh, a differenza di John Russo, ha saputo andare avanti... :)
@ AleK
John Russo mi fa molta tenerezza, a volte mi sembra che sia rimasto con la mente a quei giorni del 1968. Anche adesso con i fumetti che sta scrivendo negli USA con la casa editrice Avatar non fanno altro che raccontare alcune vicende collegate ai personaggi del film La notte dei Morti Viventi.
Peccato per lui, non so quanto John Russo viva bene in questo modo....
Sempre meglio Nick! Documento approfondito. Hai quasi atomizzato questo retroscena
Sempre bello vedere persone che riescono comunque a portare avanti i propri sogni, anche quando il contesto sembra suggerirgli che è giunta l'ora di lasciar perdere.
P.S.: effettivamente si porta gli anni benissimo, fosse mica uno zombie?
;-)
@ Fabrizio Borgio
Amo narrare storie di vite interessanti e dietro la realizzazione di un film ce ne sono molte. E pensa che dietro a La Notte dei Morti Viventi ce ne sono molti altri di retroscena, piano piano li potrei raccontare tutti quanti.
@ Ariano Geta
Il dubbio è venuto anche a me. ;)
Secondo me il segreto è mantenersi giovani ed entusiasti dentro.
Non gli restava che fondare Radio Zombie... pardon, Radio Living Dead :D
@ Ivano Landi
Non diamogli idee che potrebbe effettivamente usare.
;)
Dopo aver riscontato di non possedere una copia del "Night of" scopro di non trovare più nemmeno "Dawn of". Ho trovato invece "Day of" che personalmente ritengo il più debole dei tre. Non sapevo di nessuna signorina Cardille, né tanto meno di una sua parentela con l'altro Cardille. Ma d'altra parte "Day of" si ricorda più che altro per la presenza del mitico BUB!
Che storia! In effetti Cardille sembra aver saputo trarre il meglio da quel che era iniziato con La notte...!
Non c'è che dire, si conserva molto bene, e non solo per l'aspetto, visto che è ancora attivissimo :O
@ Obsidian M.
"Day of the Dead" è davvero il più debole dei tre, infatti all'inizio Romero aveva pensato a ben altra storia e ad una trama molto più corposa. Solo che quando si mise a girare il film il regista si trovò a dover lavorare con un budget molto inferiore rispetto alle sue aspettative, inoltre dopo poco si arrivò alla rottura col suo produttore Richard Rubinstein e alla fine della Laurel Production che aveva finanziato altri film del regista.
Per questo "Day of the Dead" è un po più raffazzonato rispetto alle intenzioni originali, non a caso una buona parte delle idee che Romero aveva immaginato per questo film poi George A. Romero le riciclò molti anni dopo su " Land of the Dead".
P.s
BUB è una delle invenzioni migliori di Romero.
@ Glò
Ho voluto raccontare la sua storia proprio perchè di tanto in tanto mi piace raccontare vicende a lieto fine.
Detto tra noi.....Io ci metterei la firma per arrivare a quell'età con la stessa energia di Bill Cardille.
Grazie per aver apprezzato il post.
Land of the dead era il più debole, ma tutto sommato un capolavoro se confrontato con quello che è venuto dopo. Survival of the dead, per esempio, lo ricordo come una porcheria inguardabile...
@ Obsidian M
Mamma mia che film insulso che era Survival....
L' unico film di Romero che non riesco a vedere fino in fondo.
Ma che bella questa storia! :D
Ho trovato molto interessante questo articolo perché parla di un uomo, stretto e collegato a Romero, ma anche anche parecchio forte e vitale!
Complimenti Nick, uno degli articoli più belli fra quelli che ho letto qui! *_*
@ A.H.V.
Sapevo che questa storia ti sarebbe piaciuta e ne sono contento. :)
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