Aggiungiamo un altro tassello alla mia indagine sul mondo del fumetto europeo, a breve infatti vi proporrò una bella intervista con uno dei maggiori sceneggiatori attualmente in circolazione, cioè il francese Christophe Arleston.
Questa intervista mi permetterà quindi di raggiungere almeno tre obiettivi: per cominciare il sottoscritto potrà, nel suo piccolo, fare un omaggio nei confronti della Francia, una nazione che amo molto e che, inutile ricordarlo, recentemente è stata vittima di sanguinosi attacchi terroristici. Come secondo risultato, beh...la Francia assieme al Belgio è la maggior produttrice di fumetti, almeno qui in Europa, ed una qualsiasi trattazione sull'argomento non potrebbe prescindere da questo dato.
Il terzo risultato è infinitamente più personale, Arleston è un'ottimo scrittore e sceneggiatore, dotato di uno stile ironico che a me piace molto. Inoltre è anche un autore molto prolifico avendo lui scritto più di 120 titoli (molti dei quali come la saga fantasy di Lanfeust legati al fittizio mondo di Troy) ed è stato anche abbondantemente tradotto anche da noi.
Veniamo adesso al nostro ospite.
Christophe Pelinq nasce nella cittadina di Aix-en-Provence il 14 agosto del 1963 ben presto però comincia ad impiegare gli pseudonimi di Scotch Arleston e Christophe Arleston
Il nostro dopo un' infanzia trascorsa tra la Francia ed il Madagascar si iscrive alla Scuola di Giornalismo di Marsiglia e per alcuni anni esercita quella professione.
Però la sua passione rimane quella del fumetto ( anzi della bande dessinée, o BD o ancora bédé, per utilizzare i termini francofoni) e per questo Arleston piano piano comincia a scrivere le sue prime sceneggiature.
Dopo alcuni lavori saltuari per importanti riviste come Circus e Spirou realizzati verso la fine degli anni 80s, nel 1992 arriva il grande incontro, di quelli che cambiano la vita.
C'è un imprenditore, che risponde al nome di Mourad Boudjellal, che ha un sogno: Boudjellal intende creare una nuova Casa editrice che rivoluzioni il mercato d'oltralpe e vede per primo il talento del giovane sceneggiatore
La nuova casa editrice si chiamerà Soleil e, col tempo, Arleston ne diventerà uno dei nomi simbolo.
Nel 1994 Soleil pubblica il primo volume della serie Lanfeust de Troy, scritta da Arleston per i disegni del bravo Didier Tarquin, che pone le basi per un vero e proprio nuovo universo narrativo.
Troy è un mondo in cui coesistono - con molti problemi- esseri umani assieme a molte altre creature (tra cui spiccano i Troll). All'interno di Troy inoltre la magia esiste sotto varie forme, ma la stessa magia si trova un po ovunque, sia nel corpo degli esseri umani che in tutto il resto del creato.
Protagonista indiscusso della saga è un giovane apprendista fabbro, di nome Lanfeust che assieme ad un gruppo di comprimari (compresi un Troll ed una spada magica) intraprende tutta una serie di avventure che si snoderanno all'interno di tutto il mondo fatato.
Si comprende quindi, come da parte di Christophe Arleston ci sia il desiderio di utilizzare tutti i tropi della fantasy classica, unendoli però con una robusta dose di umorismo, inoltre l'autore si diverte lui per primo ad inserire nel corso dei vari volumi del ciclo tutta una serie di enigmi, di citazioni, di riferimenti ad altre opere nonché di continue strizzatine d'occhio nei confronti dei suoi lettori; la freschezza della scrittura di Arleston fa si che Lanfeust si riveli come uno dei maggiori successi del mercato editoriale francofono di questi ultimi decenni.
La serie originale di Lanfeust de Troy si dipana in otto volumi, che ben presto danno anche origine a numerose altre serie derivate che finiranno per espandere sempre più l'universo di Troy; nel 1997 arriva infatti la succedanea Trolls de Troy in cui- con un geniale stravolgimento- il manto del protagonista sarà affidato ad un gruppo di quei troll che, nella serie principale, venivano relegati al ruolo di cattivi. Ed anche in questo caso lo sceneggiatore si diverte a costruire gag su gag in base alle varie idiosincrasie dei suoi "eroi", una su tutte la paura dell'acqua.
Ma siamo ancora solo all'inizio.
Come in un gioco di domino, una dopo l'altra arrivano nuove serie: Le Monde de Troy: Gnomes de Troy; Lanfeust des Etoiles ( una sorta di "seconda stagione" delle avventure del suo eroe eponimo) : Les Conquérant de Troy; la variante disegnata in stile "manga" di Lanfeust Quest disegnata da Ludo Lullabi; Legendes de Troy; Lanfeust Odissey ( la "terza stagione"); Cixi de Troy e l'ultima (almeno per adesso) Les Guerriéres de Troy.
Molte di queste serie si tramutano in veri e propri fenomeni di costume, nonché veri e propri successi editoriali, al punto che ormai il venduto si calcola ormai in milioni di copie.
Nel 1998 viene varato anche il Lanfeust Mag, una vera e propria rivista, diretta dallo stesso Arleston dedicata ai generi dell'avventura, della fantasy e della fantascienza. Nel corso degli anni il Lanfeust Mag consolida sempre più le sue posizioni e si dimostra una delle poche riviste in grado di superare indenne la crisi editoriale della carta stampata dell'ultimo decennio.
Non sono però tutte rose e fiori, giunge anche qualche immancabile delusione, la più grossa è legata ad una trasposizione televisiva; nel 2014 infatti la casa di produzione Gaumont assieme alla Disney e alla rete televisiva francese M6 mettono in piedi una versione cartoon di Lanfeust Quest ( si è vista anche qui in italia sul Disney Channel) stravolgendo però tutti i personaggi, trasformati in e riducendoli il più delle volte a mere macchiette. Operazione questa che si attira ben presto le critiche non solo dei fans ma anche degli stessi creatori Arleston in testa.
Ma l'attività dello sceneggiatore francese non può essere limitata solo alle saghe del mondo di Troy, infinite sono le serie nate dalla prolifica mente del'autore, tra le tante degne di nota vanno citate: Bug Hunters; Léo Loden; Les Forets d'Opale; Morèa e la splendida Les Naufragès d'Ythaq.
Così come numerosi sono anche i premi vinti da Christophe Arleston, tra i quali il riconoscimento come miglior scenarista al Festival di Chambéry nel 1998 e i tre trionfi quale Miglior Album al Festival di Angouleme, probabilmente la manifestazione più importante al mondo per quanto riguarda i fumetti.
Recentemente poi l'artista ha anche cominciato a scrivere fumetti ricorrendo al suo nome originale, firmandosi cioè come Christophe Pelinq, quasi un modo per tornare alle origini, si tratta in questo caso di opere meno umoristiche delle precedenti, forse un pelettino più amare però sempre realizzate divertendosi.
A breve vi proporrò la mia piccola intervista con questo protagonista del fumetto europeo, inutile dire che siete tutti invitati.
6 commenti:
Nome per me completamente ignoto, ma non fa meraviglia vista la mia fatica a valicare il confine tra anni '70 e anni '80 nel fumetto.
P.S. Mi sa che nel secondo paragrafo hai tralasciato la parola "Europa". Lo so che non una così bella parola ultimamente, ma...
@ Ivano Landi
Hai ragione, avevo trascurato di scrivere Europa (ideale in cui nonostante tutto continuo a credere) adesso ho corretto.
Grazie per la segnalazione! :)
Sei un vero martello pneumatico! Non te ne scappa proprio nemmeno uno! Mitico!
@ Obsidian Mirror
Magari fosse vero, purtroppo ho avuto la mia bella dose di fallimenti, tipo gente come la scrittrice Mary Robinette Kowal che prima si è fatta mandare le domande e poi è sparita. :(
Interessante e non poco... il mio problema è che mi entusiasmo per troppe cose e non riesco a "star dietro" a tutto!
Molto accattivante la serie, la grafica (ho googlato!) mi pare davvero bella! *__*
Ci risentiamo all'intervista ;)
@ Glò
Lo so ti capisco,capita la stessa cosa anche a me. In questi giorni poi ho talmente poco tempo per seguire le cose.
Speriamo di riuscire a pubblicare l'intervista entro venerdì prossimo. ;)
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