Oggi provo a lanciare una nuova rubrica.
Più che altro si tratta di un tentativo, un modo per parlare di un argomento (che sia un film, un libro o di qualsiasi altra cosa) semplicemente tramite brevi schede, piccole informazioni legate tra loro tramite un fil rouge estremamente definito.
Iniziamo parlando di una pellicola del 1943, per la precisione Il Fantasma dell'Opera, uno dei tantissimi adattamenti cinematografici del romanzo di Gaston Leroux, non una delle più famose, non una delle più recenti.
Non sarà quindi una recensione, ma una serie di dettagli sul film.
Delle schegge, per l'appunto.
Vediamo come andranno le cose.
Per il ruolo di Erique Claudin, l'incarnazione in carica del "Fantasma" venne scelto l'attore britannico Claude Rains ( 1889-1967). Londinese di origine, Rains era dotato di una bella voce e di una certa mimica facciale molto posata ed aristocratica,sempre apparentemente imperturbabile. L'una e l'altra però non erano innate ma erano frutto nel primo caso (la voce) di un lungo e costante esercizio. Rains in gioventù aveva sofferto di gravi problemi di dizione (secondo la testimonianza della figlia, l'uomo non riusciva a pronunciare diverse consonanti come la erre e solo grazie ai ripetuti corsi di dizione era riuscito a risolvere parzialmente il problema )mentre per il secondo caso (l'espressione) era dovuta ad una parziale cecità dovuta ad alcune ferite riportate durante la grande guerra che costringevano l'attore a limitare le sue azioni sul set ponderandole sempre bene.
Fu sopratutto grazie alla sua rinnovata ed esercitata voce che Rains cominciò ad essere notato, in principio come attore teatrale e poi successivamente come interprete per il grande schermo.
Claude Rains in una delle immagini iniziali del film. |
Il primo grosso successo di Claude Rains fu L'Uomo Invisibile (The Invisible Man ) del 1933 per la regia di James Whale, lo stesso regista del Frankenstein (1931) con Boris Karloff.
Rains interpretò con grande bravura (ed un pizzico di sadismo) la parte del protagonista.
Il successo della pellicola convinse la Universal a scritturare l'artista britannico per una serie di film del terrore, Rains che però non amava particolarmente il genere horror fece di tutto per sfuggire a questa etichetta.
Inutile dire che nonostante gli sforzi dell'attore oggi Claude Rains viene ricordato quasi esclusivamente per le sue partecipazioni ai film horror. Oltre ai già citati The Insible Man e Phantom of the Opera potremmo anche citare la partecipazione di Rains ne L'Uomo Lupo (The Wolf Man) del 1941 che lanciò il licantropesco Lon Chaney Jr per confermare questo assunto.
Il make up del Fantasma. |
Rains non amava particolarmente nemmeno questo film, infatti a differenza del resto del cast si dichiarò sin da subito indisponibile a girare eventuali sequel della vicenda. Inoltre tra le condizioni che impose alla produzioni ci fu quella di non doversi sottoporre alle lunghe, dolorose ed estenuanti sedute di trucco con il re dei truccatori Jack Pierce, l'artefice del make up dei vari mostri della Universal. Alla fine l'artista accettò di sottoporsi al più minimalista dei trucchi, col minimo sindacale dei finti sfregi ed indossò la più anonima delle maschere.
Questo non impedì però a Rains negli anni successivi di chiedere in prestito alla Universal maschera e costume, in occasione della ricorrenza di Halloween per accompagnare la propria figlia -e le di lei amiche- a fare "dolcetto o scherzetto" in giro per le case dei vicini.
Il Fantasma dell'Opera in azione |
Contrariamente a Rains, l'attore Nelson Eddy che interpretò la parte dell' eroe positivo Anatole Garron, considerò sempre Il Fantasma dell'Opera come il suo film più riuscito. Eddy (1901-1967) che prima di essere attore era stato un valente baritono,avrebbe continuato la sua carriera intervallandosi tra Cinema e Musica.
Nelson Eddy & Susanna Foster |
Fritz Leiber Sr nel "Cleopatra" del 1917 |
Ultimo particolare interessante: la versione del 1943 de Il Fantasma dell'Opera vede una ulteriore partecipazione interessante, una partecipazione che non sempre viene ricordata. La trama vede la presenza di un ormai anzianissimo compositore Franz Liszt. Per quel ruolo venne scelto -e fu una delle sue ultime interpretazioni- colui che era stato un abbastanza noto attore dell'era del muto, un certo Fritz Reuter Leiber, più noto come Fritz Leiber Sr (1882-1949)
Un vecchio articolo di giornale Una rara immagine dei due Leiber, l'attore ed il futuro scrittore |
Oggi caduto quasi completamente nel dimenticatoio se non in relazione ad un elemento familiare (ci torneremo poi) ma nei primi decenni del XX° secolo Fritz Leiber Sr godette di una certa (meritata) fama sia in Teatro come interprete shakesperiano sia in diverse pellicole (tra le altre cose fu Giulio Cesare nel perduto Cleopatra del 1917 con Theda Bara, uno dei primi film-scandalo di Hollywood così come fu il prete che accompagna al patibolo Charlie Chaplin nel capolavoro Monsieur Verdoux del 1947)
Ma perchè parliamo proprio di questo attore?
Fritz Leiber Jr in età adulta. |
I Leiber erano una famiglia di attori ed anche il figlio di Fritz Reuter Sr almeno inizialmente sembrò seguire questa strada: alto e di bell'aspetto il giovane rampollo comparve,sia pure in ruoli minori, in diverse pellicole degli anni '30s, spesso al fianco del padre (come nell' Hamlet teatrale del 37 o in Notre Dame del 1939) prima di trovare la sua collocazione definitiva.
Quella dello scrittore.
Fritz Leiber Jr (1910-1992) cominciò ben presto ad appassionarsi alla narrativa di genere, a leggere riviste horror come Weird Tales, ad entrare nell'orbita di autori come H.P.Lovecraft e a comporre le sue prime opere letterarie.
Uno tra i tanti capolavori scritti da Leiber |
Oggi lo ricordiamo come uno dei maestri sia della fantascienza, sia dell' horror che della fantasy. Opere come il Ciclo sword and sorcery di Fafhrd e del Gray Mouser o romanzi sf come Il Grande Tempo (Premio Hugo 1958) oppure il caposaldo dell' horror Nostra Signora delle Tenebre del 1977 hanno davvero creato una delle carriere più belle e feconde (anche nei periodi più tormentati della sua vita) di tutto il genere.
A volte le cose sono collegate tra loro.
Solo che non sempre questo avviene in maniera lineare.
16 commenti:
Wow! Saluto con gioia questa l'avvento di questa nuova rubrica. Piccole perle infilate l'una di seguito all'altro che possono solo far la gioia di ogni amante del cinema (e della letteratura) di genere.
@ Ivano Landi
Ne sono felice. E questo è solo l' inizio, te lo assicuro.
Mi piace l'idea di un'altra rubrica che scava nel passato. A me piace rivedere ciò che è stato per i nostri bisnonni. Le foto d'epoca poi sono bellissime per il loro fascino storico. Si vede anche nell'espressività del viso una concezione estetica molto diversa da quella odierna (basta confrontare con le pose di oggi dei vari attori quando vengono fotografati).
@ Ariano Geta
Io impazzisco letteralmente per le foto in b/n. Con tutte quelle ombreggiature. Si vedeva che i fotografi dovevano essere per forza rutti dei maestri.
Ciao
Fritz io l'ho scoperto solo negli ultimi anni.
Riguardo il resto, del Fantasma Dell'opera credo di aver visto solo i remake più recenti ( quello dell'89/90 e quello orribile di Dario ).
@ Pirkaf
Del "Fantasma" ne hanno in effetti fatto diversi adattamenti, a partire da quello celeberrimo del 1926 con Chaney, in effetti ho voluto parlare proprio di questa versione proprio perchè è una delle versioni di cui si parla di meno. In quanto alla versione di Argento, ebbene si, non sarà ricordata come uno dei suoi film migliori.
Evviva la nuova rubrica! :) "Il fantasma dell'opera" è un classico senza tempo, devo dire, con una delle trame più belle di sempre. Curiosa la presenza di Franz Liszt nel film, quasi un pezzo di Ottocento riuscito a sopravvivere e a intrufolarsi nel film. Era una specie di fantasma anche lui!
Complimenti per la tua nuova rubrica Nick!
C’è sempre da imparare qualcosa di nuovo e tu sei un ottimo insegnante.
Sinceramente il fantasma dell’opera non l’ho mai visto....ne questo ne altri film più recenti a lui dedicati.
Ho in Dvd diversi classici horror di quegli anni tra cui l’uomo invisibile.
Appunto con Claude Rains.
Ciao
@ Cristina M. Cavaliere
Gli americani,sopratutto quelli della seconda metà del novecento non erano molto ferrati in Storia si sa, ed anche se la vicenda del fantasma dell'opera era ambientata nella Francia di fine XIX° secolo Liszt era indubbiamente una incongruenza bella forte nella trama. Un poco quando alcuni anni dopo, durante le riprese di "Un Americano a Parigi" alcuni produttori volevano inserire la presenza del mare vicino alla capitale francese convinti che nessuno spettatore americano si sarebbe accorto dell'errore geografico.
@ MAX
Quello fu proprio il film che segnalò la bravura di Rains ai produttori americani e fu sempre "L'Uomo Invisibile" a condannare l'attore britannico ad interpretare solo film horror per diversi anni, fino al momento della sua ribellione.
"Il mare a Parigi" potrebbe essere però un bel titolo per un film o un romanzo! ;)
@ Cristina M. Cavaliere
Ora che me lo dici, in effetti....la cosa funzionerebbe anche. ;)
Quello del rapporto di Rains con la figlia doveva essere un tema abbastanza ricorrente per lui. Ricordo infatti a tal proposito un episodio del telefilm Hitchcock presenta.
@ Marco Lazzara
Evidentemente si perché anche ne "l'Uomo Lupo" interpretava il ruolo del padre di Larry Talbot, l'uomo lupo.
Si vede che il ruolo del padre conflittuale gli calzava proprio a pennello.
Mi sono sempre chiesto cosa avesse mai fatto Leiber Sr... è una di quelle cose per cui mi dico "devo andare a vedere su wikipedia" ma che poi non faccio mai.
@ Obsidian M
Adesso lo sai grazie a Nickipedia. Lol
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