I post precedenti di questo ciclo sono apparsi QUI, QUI e QUI Il dossier orginale su Roanoke invece è uscito in due parti QUI e QUI
"Gli uomini non sono prigionieri del fato, ma piuttosto rimangono più facilmente prigionieri delle loro menti. " Franklin Delano Roosevelt
"Tutto è un enigma e la chiave di un enigma è un altro enigma."
Ralph Waldo Emerson
A volte i peggiori disastri vengono compiuti da persone anche in buona fede ma fin troppo convinte di avere ragione, anche quando più di un dettaglio dovrebbe far nascere almeno qualche dubbio, perfino quando è il mondo intero che urla in maniera sempre più disperata la falsità delle convinzioni riportate. Questo è quanto è successo finora nella vicenda delle Dare Stones. L'ostinazione e l'ossessione del professor Haywood Pearce Jr nel fidarsi delle persone sbagliate è l'esempio del caso in questione. La rivelazione della frode attuata da Bill Eberhardt rappresenta a lungo l'atto tombale di tutta la ricerca del destino dei coloni scomparsi.
Le ricerche si fermano, molti studiosi tolgono il sostegno inizialmente dato, troppo forte è la paura di vedere associato il proprio nome a quello che si sta rivelando il più grande abbaglio della Storia dell'archeologia statunitense. Lo stesso esimio professor Morison dell'Università di Harvard, dopo l'entusiasmo iniziale, si affretta a dichiarare al mondo intero di aver sempre dubitato della veridicità delle Dare Stones. La Seconda Guerra Mondiale che sempre più forte sta battendo alle porte della giovane nazione fa il resto.
Rimane però la prima delle Pietre, quella trovata sul fiume Chowan da Louis Hammond e che ha dato inizio a tutta la ricerca.
Anche se Boyden Sparkes, il giornalista che ha rivelato la falsità di tutte le altre, promette di investigare anche su di questa molti elementi, diversi dettagli rimangono aperti.
Nasce una nuova diatriba tra coloro che ritengono un falso anche la prima pietra e quei pochi che si ritengono ancora possibilisti. Secondo questi ultimi, ripeto secondo questi ultimi quanto scritto sulla Pietra e lo stesso luogo del suo ritrovamento potrebbero confermare alcune teorie nate in passato sugli ultimi giorni di Roanoke. Teorie ed ipotesi. Perché se è vero che i contemporanei dei Coloni Scomparsi non riuscirono a dare nessun responso definitivo è altrettanto vero che in molti cercarono la soluzione e alcune risposte sia pur parziali arrivarono già nel 1600. Si dice che il diavolo si nasconda nei dettagli e mai come in questo caso i dettagli abbondano.
Facciamo un passo indietro.
- 1600: ALLA RICERCA DI ROANOKE.
Tutto comincia nel 1607, gli inglesi hanno perseverato nel loro desiderio di porre i loro vessilli sul nuovo territorio. Jamestown la prima colonia permanente è stata appena fondata. Nello stesso anno il Capitano e Governatore John Smith, che di quella colonia nè è stato un membro fondatore nonché uno dei capi riconosciuti, viene fatto prigioniero dagli indiani Powhatan che dominano la zona. La vicenda avrà un lieto fine -si dice- anche grazie all'intervento della giovane nativa Pocahontas. nel corso di lunghe conversazioni con Wahunsenacawh, il capo dei nativi Smith viene a conoscenza di alcuni luoghi nella zona dove risiederebbero degli altri uomini che indossano gli stessi abiti degli abitanti di Jamestown, costruiscono abitazioni simili e che parlano una lingua che alle orecchie degli indigeni ricorda l'idioma di Smith.Il Capitano inizialmente sospetta di installazioni spagnole o di altre nazioni concorrenti. Ma Wahunsenacawh insiste, prima cita un posto chiamato Ocanahonan, o Ocanahawan, dove abiterebbero degli inglesi fuggiti da un'altra parte, poi parla di altri luoghi simili. Tuttavia alcune cose del racconto del Capo indiano stimolano la sua curiosità. In particolare una località, situata nelle vicinanze del fiume Chowan, battezzata come Panawicke o Pakrakanick, che si vuole ricca di giacimenti di rame, riaccende diversi ricordi: lì vivrebbero, protetti da un altra tribù, almeno quattro uomini adulti provenienti da un luogo chiamato Roonock.
Roonock. Roanoke.
Smith, una volta liberato, prova a mettere in piedi delle spedizioni esplorative che vadano in cerca dei luoghi descritti dai nativi. Ma prima le guerre indiane, poi la grande carestia che per anni affligerà Jamestown renderanno impossibile la ricerca. Quando poi questa sarà possibile, i risultati saranno deludenti.
John Smith non potrà mai più riprendere le sue ricerche.Si dice, e questa è una ipotesi che viene riproposta più e più volte nel corso della Storia, quella con al S maiuscola che nel corso delle sue giornate da prigioniero il Capitano Smith ottenga dalla viva voce del capo indiano la confessione che siano stati proprio i Powathan a massacrare i fuggitivi di Roanoke, dettaglio che Smith tuttavia, per esigenze di realpolitik preferisce tacere nelle sue memorie, limitandosi ad informare di ciò solo il Re inglese Giacomo I° in via strettamente privata. Il Capitano fa comunque in modo di compilare una mappa, abbastanza dettagliata per i tempi, con le località descritte da Wahunsenacawh e la invia alla corte di Londra. La mappa andrà perduta quasi immediatamente.
Una copia verrà comunque conservata da un ambasciatore spagnolo, Don Pedro de Zuniga, diplomatico iberico alla corte di Inghilterra, la invierà in Spagna ritendendola utile ai fini di una possibile futura invasione delle coste americane. La copia, ormai conosciuta come "Mappa di Zuniga" finirà dimenticata per secoli. Nel 1890 verrà ritrovata in maniera assolutamente fortuita.
Alcuni anni dopo, sarà un altro uomo, a fornire i resoconti più importanti relativi alla Colonia di Roanoke.
William Strachey è uno storico. Uno dei più importanti della sua generazione, è anche amico di tanti poeti e drammaturghi britannici. Si dice che lo stesso William Shakespeare per le sue opere si ispiri ai resoconti di Strachey. Si comincia ad interessare di Roanoke grazie alle testimonianze di alcuni indiani Powathan fuggiti a Londra in dissidio con il capo Wahunsenacawh. Compreso un certo Machumps, un congiunto del capo indiano che racconterebbe di come in realtà fosse stato il suo stesso parente a massacrare i coloni, Nel 1609 a causa di numerosi rovesci finanziari, Strachey decide di seguire il nuovo governatore della Virginia Sir Thomas Gates nel Nuovo Mondo. I due sopravvivono ad un naufragio lungo le coste della Bermude, in maniera fortunosa riescono anche a costruire delle rabberciate imbarcazioni e a sbarcare sani e salvi nei possedimenti britannici. Una volta arrivato a Jamestown, lo storico comincia a raccogliere informazioni da quante più fonti possibili, sia tra gli europei che tra i nativi, una ricerca durata ben tre anni tra il 1610 ed il 1612 e quello che ne ottiene supera le sue più rosee aspettative.
- IL RACCONTO DI STRACHEY E IL SOGNO DI WAHUNSENACAWH.
Strachey nel suo testo The Historie of Travaile into Virginia Britannia descrive le peripezie dei coloni dopo la partenza di John White per la madre patria alla ricerca di sementi e nuove armi, la loro incapacità nel coltivare il terreno, la fame, le morti, la guerra con le tribù di Roanoke. Tutto questo porta i superstiti ad abbandonare l'isola in direzione del continente. Destinazione scelta la baia di Chesapeake, dove l'eponima e amichevole tribù locale li avrebbe accolti benevolmente. Anche con i vicini Powhatan le cose inizialmente appaiono andare bene. Nonostante questi ultimi non si fidino troppo dei bianchi, almeno per un periodo, per diversi anni, il loro capo Wahunsenacawn riesce a tenere a freno i membri più bellicosi del suo popolo.
John Smith |
Tutto comincia con un sogno, non si sa se compiuto dallo stesso Capo indiano o da qualcuno dei suoi sacerdoti.
Un macabro sogno ripetuto e rivissuto più volte ma che una volta interpretato risulta fin troppo chiaro agli occhi del potente leader: se si permetterà agli europei, quel bizzarro popolo dalla pelle chiara e dalle potenti armi, di insediarsi definitivamente sul territorio indiano e di fondare delle basi permanenti sarà la fine di un mondo, il mondo dei Powathan e di tutti quanti gli altri Nativi.
C'è un unico modo per uscirne, per evitare che la profezia si avveri e salvare il mondo di Wahunsenacawh e dei suoi figli: i bianchi e i loro figli devono morire. Per questo, un giorno di un anno che Strachey individua suppergiù attorno al 1607, l'intera nazione Powathan muove guerra agli incolpevoli Chesapeake rei semplicemente di aver dato rifugio a dei fugggitivi e ai loro ospiti inglesi. La strage è inevitabile, quasi nessuno sopravvive: solo sette dei coloni di Roanoke riescono a scappare: quattro uomini adulti, due bambini e un'unica donna.
Eleanor White Dare.
Esattamente come riportato dalla Pietra di Hammond.
Per il resto Strachey conferma quasi tutta la toponomastica fornita da Smith, di suo però aggiunge l'informazione che i sette sopravvissuti hanno poi trovato rifugio in un luogo sul Chowan River chiamato Ritanoe o Ritanoc ( nelle vicinanze della già citata Pakrakanick) , forse protetti o forse prigionieri di un'altra tribù indiana. I sette, sopratutto gli adulti trascorrono le loro giornate estraendo e lavorando il rame (altro elemento che ritorna spesso in questo racconto). Lo storico non farà mai il nome della tribù in questione ma svelerà il nome del loro capo: Eyanoco.
Mai verificate del tutto le teorie di Strachey sembrerebbero confermare sia le precedenti ricerche di John Smith, sia molte delle cose trovate scritte nella prima Dare Stone. Oltretutto anche solo volendo tener a mente le date, lo storico nelle sue ricerche avrebbe ben facilmente avuto la possibilità di incontrare testimoni oculari dei fatti ancora in vita (perfino alcuni dei coloni, fatto bene i conti, avrebbero potuto ragionevolmente essere ancora vivi nel 1610). C'è tuttavia un problema: Strachley odia profondamente gli indiani, da lui ritenuti poco più che selvaggi senza alcuna possibilità di redenzione, odia ancora di più le loro usanze e le loro credenze, che considera ispirate dal demonio in questione. La possibilità che si lasci influenzare dai suoi preconcetti resta fortissima.
Ben presto stragi ipotetiche come quella dei Coloni di Roanoke o reali come quella del 1622 attuata dagli stessi Powathan ai danni degli abitanti di Jamestown, peraltro già fiaccati da stenti e dalle malattie e ridotti dalla carestia al cannibalismo, nel corso degli anni successivi diventeranno una efficace arma di propaganda anti-indiana.
L'incubo di Wahunsenacawn si rivelerà così tragicamente profetico. Il mondo dei Nativi si avvierà così alla sua drammatica conclusione.
Sia come sia, rimane ancora una cosa da aggiungere: totalmente dimenticate fino alla metà del XX° Secolo le ricerche e i testi di William Strachey di sicuro non potevano essere conosciute da un falsario di scarsa cultura come Bill Eberhardt.
Coincidenze, forse. Però di sicuro coincidenze molto affascinanti. Questo per quanto riguarda il passato. E' arrivato il momento di tornare a dove eravamo rimasti.
-1941, UN GIORNALISTA INDAGA.
Immediatamente dopo l'ammissione di Pearce di essere stato ingannato. La Stampa si scatena. Intere carriere vengono rovinate. Come detto all'inizio di questo post, uno dei più scatenati è colui che ha svelato l'enigma: Boyden Sparkes il giornalista del The Saturday Evening Post. All'indomani del suo pù grande successo professionale il cronista dedica le sue attenzioni al turista californiano Louis Hammond. Sparkes gli contesta diverse cose: mette in dubbio la reale presenza della moglie il giorno del ritrovamento della Pietra, non comprende come l'altro non riesca nemmeno a ricordare il luogo esatto del ritrovamento.Il giornalistia rileva, non senza una certa dose di polemica, il fatto che anche Hammond abbia chiesto soldi a Pearce per consegnargli la sua scoperta. Sopratutto però critica la scelta di Hammond di aver ripulito la roccia con una spazzola di ferro rendendo così difficile una seria analisi sulla superfice della pietra.
Alcune delle false Dare Stones oggi |
Per mesi, anzi per anni il cronista cerca di trovare elementi di accusa contro Hammond, in particolare Sparkes si dà da fare per collegare l'uomo della California alla banda di falsari capeggiata da Eberardht. Gli sforzi del cronista però si rivelano ben presto vani, non solo non viene rinvenuto nessun capo di accusa contro il californiano, ma anzi si scopre che Hammond, pur avendo fatto degli errori nelle fasi iniziali di questa vicenda, viene considerato dalle forze dell'ordine della sua zona come una persona forse sprovveduta ma profondamente onesta.
Rimangono molti dubbi in merito, tuttavia nessuna prova di una eventuale falsità della prima Dare Stone riesce ad essere fornita.
Ed è qui che sorgono i peggiori problemi.
Visto quanto successo, per decenni nessuno vuole avvicinarsi alla Prima Pietra, troppe carriere sono state rovinate e per un lunghissimo tempo poche persone si dimostrino tanto coraggiose da rischiare.
Così passa il tempo, trascorrono i giorni. E le pietre, tutte le Pietre di Dare finiscono col venir dimenticate. Si dovrà attendere il 1979 e un attore televisivo perchè il caso e con esso tutta gli eventi legati a Roanoke vengano riesumati.
-ROANOKE OGGI.
In quell'anno infatti l'artista Leonard Nimoy, lo Spock originale della saga di Star Trek, si è reinventato come presentatore di un programma televisivo che si occupa di misteri e di casi controversi chiamato" In Search of..."incentrata proprio sulla questione della Lost Colony. Quella trasmissione si trasforma ben presto in nuovo big bang e quello che era stato a lungo, se non totalmente dimenticato, quantomeno accantonato, torna di nuovo estremamente popolare. Lo stesso si può dire delle tesi di Strachey. Durante la seconda metà del XX° secolo, le supposizioni dello storico britannico hanno riguadagnato un numero sempre maggiore di estimatori, al punto che una una buona parte di esperti considera la sua versione come uno dei potenziali probabili destini dei coloni di Roanoke ( molti altri invece supportano ancora la teoria che si siano mescolati con una qualche tribù indigena sulle isole vicine o che si siano divisi in più gruppi seguendo destinazioni diverse) Sono così sorte nuove diatribe tra gli studiosi, si sono dati alle stampe decine di ulteriorivolumi (e alcuni tra questi, tra l'ironia generale, riprendono anche a sostenere la veridicità di tutte le pietre, perfino quelle di Eberardht), si dà inizio anche a nuove campagne di scavi. L'ultima, di queste, partita nel 2013, ha trovato i resti di un insediamento coloniale. Purtroppo però probabilmente di molto posteriore sia di Roanoke che di Jamestown.
In fondo però tutto nella zona tra Virginia e North Carolina parla ancora di quella vicenda; di Roanoke ormai ce ne sono ben tre: c'è l'isola dove la colonia venne edificata che porta ancora quel nome. Ma c'è anche la Contea di Roanoke e la Città di Roanoke, entrambe sulla terra ferma, Roanoke città è diventata per il movimento degli Avventisti del Settimo Giorno quello che Roma è per il cattolici. Ma se vi recherete da quelle parti troverete anche persone che hanno battezzato le loro barche o i loro chopper col nome di Virginia Dare, la figlia di Eleanor, la prima bambina europea mai nata in territorio nord americano. O bar intitolati in memoria di uno qualsiasi degli altri coloni. Roanoke però è diventata anche un simbolo. Citata in libri, film o serie televisive come American Horror Story o La Tempesta del Secolo.
Simobolo si, ma di una ferita ancora aperta che però si ha paura di richiudere
Si ritorna a parlare così anche delle Dare Stones, sopratutto della prima.
Già, le Pietre....
Le Pietre sono ancora lì, quasi tutte conservate a Brenau, superato il primo momento di grande imbarazzo, quell'Università ha deciso di conservare la maggior parte di quelle che aveva acquistato. I falsi di Bill Eberardht sono rinchiuse in un magazzino. Magazzino che è aperto al pubblico, ma solo su prenotazione. Per quanto riguarda invece la prima i loro, beh, l'attuale rettore ha preferito spostarla all'interno del prorio uffcio per evitare furti o danneggiamenti, decisione presa proprio a causa degli innumerevoli programmi televisivi che continuano a bussare alle porte della facoltà.
Rimane un'ultima cosa da dire proprio in merito alla prima pietra.
-L'ULTIMA INDAGINE.
Dopo diversi decenni di attesa, nel 2016 si è finalmente deciso di avviare delle serie indagini sulla Dare Stones di Hammond. Ma non a carico della Brenau University, a gestire il tutto e a garantire l'imparzialità stavolta a capo di tutto ci sono i ricercatori dell' Università del North Carolina;un piccolo frammento è stato asportato dalla superficie dal sasso per essere inviato ad un laboratorio indipendente. I risultati preliminari sono stai definiti incoraggianti. Alcuni linguisti poi come i professori Matthew Champion e Kevin Quarmby hanno ritenuto caratteri e linguaggio utilizzati nell'iscrizione come coerenti con la grafia elisabettiana ed hanno ritenuto difficilmente falsificabili le iscrizioni. Non tutti però sono d'accordo con queste conclusioni e gli stessi esperti hanno dichiarato che prove più definitive potranno arrivare solo con una seria campagna di scavi archeologici.
Le analisi del 2016 |
Il problema è che ancora oggi non siamo del tutto certi sul luogo esatto del ritrovamento: Louis Hammond non è mai riuscito a ricordare con precisione il posto. Quindi il caso è ancora aperto, le indagini e le analisi continuano e sono destinate a farlo con estrema lentezza per evitare di ripetere gli errori di Pearce e dei suoi familiari.
Qualcuno ha definito la Colonia di Roanoke come l'Area 51 dell'archeologia americana, paragone forse forte, magari anche forzato ma con una sua intrinseca logica.
Perchè, vera o falsa che sia la Dare Stone del fiume Chowan rappresenta una richiesta, una voce dal passato, la maniera con la quale i coloni di Roanoke continuano a chiamarci chiedendoci di essere ritrovati. In un certo senso è come se lo facessero direttamente dal 1590, sperando in una nostra risposta.
Risposta che ancora non siano stati in grado di fornire in maniera definitiva.
Ne per loro, nè per noi stessi.
FINE.
FONTI:
In Lingua Inglese:
40 commenti:
Intanto complimenti per l'accuratezza dell'esposizione. Che dire, certamente trattandosi di un piccolo accampamento di poche persone non è per niente facile trovare reperti. Peraltro non penso che tale evento abbia un'importanza epocale nella storia americana, quindi forse ormai è più un'ossessione di studiosi che vogliono risolvere l'enigma guidati solo dall'ossessione stessa.
Il problema è quando le indagini sono affidate a dilettanti allo sbaraglio. Il tenente Colombo o la Signora in giallo avrebbero senz'altro risolto l'enigma.
Grandissimo lavoro, Nick.
Sono stato sorpreso dal vedere sbucare fuori addirittura John Smith in questa storia.
Sono d'accordo con Ariano. Non c'è un grande mistero, dunque.
L'elemento più soprannaturale, unico, è il sogno. Come hai rimarcato, un sogno profetico.
@ Ariano Geta
Credo che la cosa ossessioni molti gli americani perché si tratta del primo grande mistero della loro storia, è vero che l'insuccesso della colonia dell'isola di Roanoke non ha poi avuto un così grande impatto sulla colonizzazione degli europei, al massimo ha rimandato i piani inglesi di una dozzina di anni però forse quello che interessa agli studiosi è capire cosa sia successo. certo è che chi ha studiato le cose fino a questo momento ha talmente ingarbugliato le poche prove che c'erano da rendere particamente impossibile risalire ad una verità universalmente accettata.
@ Ivano Landi
Ahahahahhhah! Di dilettanti allo sbaraglio come Pearce ce ne sono stati talmente tanti che temo che nemmeno Colombo o Jessica Fletcher riescano a capirci qualcosa.
@ Riky Giannini
John Smith è stato una figura fondamentale durante i primi decenni della colonizzazione britannica del Nord America, anche se approfondendo le cose ho come l'impressione che avesse la tendenza ad esagerare i suoi meriti (spesso togliendoli agli altri) attribuendosi un sacco di cose false. Insomma che fosse uno che la raccontava un po come gli pareva. Io ho trovato molto interessante anche il coinvolgimento di Leonard "Spock" Nimoy, tutto avrei immaginato meno l'associazione Star Trek-Roanoke. ;)
Complimenti per tutto questo lavoro, molto dettagliato e curato nei minimi particolari.
Fa una certa impressione leggere di quel John Smith che abbiamo imparato a conoscere grazie a un film Disney e poi con film e documentari.
La storia dei Powhatan è molto più complessa di quanto si creda, quindi...
La tua completezza e la tua ricerca sono elementi che ti contraddistinguono in modo lampante, mostrando la tua bravura e la tua professionalità ne realizzare questi post. Vero, leggendo facevo anch'io le stesse considerazioni tue e di Ariano, ossia di come questo sia forse il primo vero mistero storico per gli americani, i quali ci invidiano infinitamente la nostra storia antica e le nostre tradizioni nonché le nostre leggende ed i nostri misteri anche perchè purtroppo per loro, la Storia è una e non possono cambiarla e per es. spostare la location degli etruschi dall'italia ad Atlanta...
Insomma un pezzo di storia americana che ruota semplicemente attorno a 1 (o 7?) pietra. Complimenti davvero! Sei riuscito a tenere dietro a tutte quelle informazioni e a renderle fruibili come in un romanzo di Wilbur Smith! Ormai non mi stupisco più della tua capacità di divulgatore. Peccato che ancora non hai deciso di fare il gran passo e di decidere di passare ai libri. Ti ricordi quando ti incoraggiavo ad aprire un blog e tu non volevi?...
@ Cavaliere oscuro del web
Ti ringrazio, sei molto gentile. Buon fine settimana.
@ Luz
Ho tralasciato volutamente fuori l'evento di Pocahontas dal dossier, limitandomi ad un breve cenno, proprio perché la maggior parte delle persone ha in mente il film della Disney. non è escluso che un domani ci possa tornare. Smith in effetti era una persona molto diversa da come viene di solito rappresentato nei film o nei sussidiari per bambini. E' stato certo una figura importantrissima (tanto per dirne una il termine New England l'ha coniato lui) ma nelle sue memorie, molto spesso scritte a distanza di anni o perfino di decenni, spesso tralsciava dei particolari o li infiocchettava romanzandoli volutamente. Anche il suo rapporto con Pocahontas fu molto più controverso rispetto a quello che si pensa. Quando i due si reincontrarono decenni dopo pare che lei fu molto fredda all'inizio e poi lo aggredì verbalmente. Avvenne a Londra quando Pocahontas si era già sposata con il coltivatore di tabacco John Rolfe e convertita al cristianesimo con il nome di Rebecca. Agli indiani era stato raccontato che John Smith era morto e quando lei lo rivide a Londra vivo gli rinfacciò tutte le volte che aveva mancato alla parola data con i Powathan. Intule dire che tra i due non ci fu mai nessuna storia d'amore. Ah, ho scoperto che alcune tribù di Powathan esistono ancora, pochissime, circa sei o sette, tutte ridotte in riserve.
Ciao.
@ Daniele Verzetti il Rockpoeta®
Oltretutto gli americani a livello di conservazione dei beni storici non hanno mai brillato un granchè. Non lo dico in senso polemico, proprio perché sono una nazione molto giovane hanno un concetto di "passato" e di "antico" molto più elastico di quanto lo possano avere gli europei o gli asiatici.
Roanoke poi è un caso emblematico perchè rappresenta uno di quegli esempi di "sliding doors" storici per i quali non ci si può evitare di chiedersi cosa sarebbe successo se la colonia sull'isola di Roanoke avesse prosperato invece di scomparire semplicemente nel nulla.
Probabilmente non sarebbe cambiato nulla lo stesso, però in cambio abbiamo uno di quegli enigmi sui quali storici ed archeologi si arroventano da secoli, un po come è successo per la spedizione delle navi "Erebus" e "Terror".
@ Temistocle Gravina
Si, abbiamo solo quella pietra, peraltro ancora abbastanza controversa. Anche perché i nativi non utilizzavano la scrittura ma tramandavano il loro passato in via orale. E tra tutte le stragi che ci sono state molte cose sono andate perdute. Quelli che investigarono sul passato come Strachey o il successivo Samuel Purchas, non erano esattamente obiettivi perchè odiavano i nativi. Smith se pure avesse realmente scoperto come stavano le cose, a quanto pare non mise mai per iscritto niente. Purchas che conobbe Smith quando ormai era vecchio sostenne che nel corso di una conversazione Smith ammise di aver ottenuto dal Capo dei Powathan una vera e propria ammissione di colpevolezza, che fossero stati loro a massacrare i coloni. Ma Purchas aveva tutto l'interesse a screditare i nativi, se avesse potuto li avrebbe accusati anche della distruzione di Troia e di Cartagine messe assieme.
Un libro? Ci penserò sopra. ;)
Che storia affascinante e inquietante e quante ramificazioni ne sono derivate, al di là degli errori, delle ingenuità e delle truffe... e come sempre tu la racconti benissimo, guidandoci passo passo in ogni dettaglio. Non mi aspettavo proprio la presenza di John Smith nella storia, come altri commentatori hanno detto prima di me.
Per alcuni versi questa storia mi ricorda il dibattito sulla Sindone per la testardaggine nel voler dimostrare a tutti i costi la validità o meno del manufatto.
Una storia e un mistero molto interessanti. Probabilmente non si arriverà mai a una verità certa , sono passati troppi anni, ci sono stati molti errori. Comunque rimane il fascino dei Coloni di Roanoke e una richiesta di aiuto , che viene da un passato molto lontano. Saluti.
@ Cristina M. Cavaliere
Il motivo per cui amo rievocare questi vecchi misteri storici sta proprio nello scoprire tutte le varie ramificazioni impreviste che si possono scoprire, un poco come quando analizzando il delitto della Dalia Nera è venuto fuori che per un certo periodo dell'omicidio venne accusato anche Orson Welles. Per quanto riguarda John Smith sto pensando ad un ulteriore post su di lui e sui retroscena roanokiani che finisca per affrontare anche i suoi rapporti con Pocahontas. Però tra qualche settimana, quest'immersione "roanokiana" è stata bella tosta e per il momento sento il bisogno di cambiare argomento per un poco.
@ Mirtillo 14
Purtroppo temo che questo sia uno di quei misteri destinato a non trovare mai una soluzione certa al 100%. Troppe contraddizioni anche tra le fonti dell'epoca. Magari non erano poi così interessati a trovare una soluzione quanto più a fare propaganda. Comunque il fascino rimane e rimarrà a lungo.
Grazie di averci guidato fin qui. Hai fatto un lavoro complesso, hai soprattutto scritto tantissimo, ti fa onore tutto questo, sottintende una grande passione e altrettanta voglia di condividere.
Resta un mistero che sarà difficile oggi poter svelare, ma resta sempre un punto di partenza per chi ancora ha desiderio di riprovarci. L'uomo persiste nelle sue ossessioni, non ci resta che aspettare e vedere chi oserà riprendere in mano il bandolo di questa matassa, e allora se lo seguirai ci condurrai con te un'altra volta.
Mi piacerebbe capire cosa ti ha spinto a fare ricerche, il motivo di questa tua passione...
@ Lory
Sai che non ti saprei rispondere con certezza? da un lato la Storia mi ha sempre appassionato moltissimo. Per come te la insegnano a Scuola molti pensano che sia solo un noioso accumulo di date e di guerre da ricordare e invece la storia riguarda tanti uomini e donne che sono vissuti, che hanno amato e che hanno fatto tante cos eprima di noi. E poi il mistero, gli enigmi, gli eventi irrisolti che ci sia o meno l'elemento paranormale, mi affascinano sin da quando ero bambino. Aggiungici una madre professoressa, per l'appunto di Storia e di letteratura italiana e una moglie ex archeologa ed il quadro sarà completo. Nel caso particolare di Roanoke mi avevano colpito sia la figura di Virginia Dare, la prima bambina europea nata nel Nord America, che anche l'improvvisa sparizione di quelle persone tutto d'un colpo.
Spero di averti dato una risposta sia pur parziale...
Un caro saluto.
Sei stato esaustivo, davvero bella questa tua passione, e i misteri, certamente....mi piace sempre capire da dove giunge la spinta iniziale, come è nata una curiosità che poi diventa ricerca, e quando coinvolge veramente nasce il gran desiderio di parlarne. Chissà che si parli ancora di questo mistero....
Un caro saluto a te.
@ Lory
Mi fa piacere davvero. Come ho detto più sopra magari tra qualche mese o settimana scriverò un ulteriore post pee sviscerare alcuni retroscena su Roanoke che non hanno trovato posto qui, altrimenti si che sarebbe stato un articolo chilometrico, prima però mi concedo qualche giorno di disintossicazione da Roanoke, per parlare di qualcposa d'altro. Questa full immersions è stata davvero sfiancante, credimi... :)
Che dire, io mi sento solo di farti degli applausi per la tua accuratezza di ricerca.
Grande!
@ Pirkaf
Sono felice che ti sia piaciuto! Stavolta pensavo di non riuscire a concludere il dossier, talmente tante erano le cose da dire.
Grazie !
Storia affascinante e che temo (o spero) resterà tale per sempre. Complimenti per l'esposizione: è sempre un piacere leggerti. Rimane sempre il dubbio su quella parola: Croaton (che tra l'altro è quasi l'anagramma di Ritanoc, hai notato? Perché qualcuno si sarebbe preso la briga di scrivere una parola il cui significato nessuno in tanti secoli ha mai compreso?
@ Obsidian M
Sai che non ci avevo pensato? Probabilmente Croaton e Ritenoc non c'entrano niente tra loro, però l'ipotesi rimane affascinante.
Ora da quello che ho letto tra i vari siti,prima della partenza del Governatore White a Roanoke si erano fatte delle prove di evacuazione nel caso le cose in assenza di White, la destinazione sarebbe stata proprio Chesapeake Bay, il segnale concordato tra i coloni ed il governatore per fargli capire cosa fosse successo sarebbe dovuta essere una croce di malta incisa su un tronco. Invece come sappiamo White rinvenne solo la famosa scritta CROATOAN. Molti per questo hanno ipotizzato che i coloni si fossero diretti sull'isola omonima. White però sappiamo anche che il governatore non ebbe poi molto tempo per le sue ricerche dal momento che stava arrivando una tempesta e i marinai che erano con lui si rifiutarono di fermarsi a lungo sull'isola. Se si fosse trattenuto più a lungo e avesse proseguito le sue richerche White avrebbe potuto trovare altri segnali?
Non lo sappiamo. Anche questo contribuisce a fornire altro fascino al mistero.
La conclusione, in realtà, me l'aspettavo così come l'hai postata.
Bravo come sempre per l'esposizione, la cura e la ricerca. Come sempre un piacere leggerti e acquisire informazioni dettate dalla tua passione. Non so, resto dell'idea che in realtà questa storia sia molto più semplice di ogni congettura. Probabilmente il gruppo di sopravvissuti si integrò con le popolazioni dell'epoca. E non verremo mai a capo del mistero legato alla prima pietra.
Non sapevo che Leonard Nimoy si fosse riciclato come anchorman.
Un abbraccio Nick.
@ Mariella
Se per è questo, Nimoy dopo la conclusione di "Star Trek" negli anni 70s aveva anche aperto un pet shop, si proprio un negozio di animali dove si era specializzato-oltre ai soliti cani e gatti- in specie esotiche come serpenti ed altri rettili. Riguardo alla trasmissione "In Search of..." presentata da Nimoy una gustosa parodia ne viene fatta durante un episodio dei "Simpson", la stessa nella quale viene omaggiata la serie "X-Files", con la comparsa di Mulder & Scully nell'episodio assieme a Nimoy.
A parte tutto, grazie mille per questa cavalcata nell'antichità americana. Il commento precedente era una traduzione dell'"aridagli" che ho pensato dopo che ci hai lasciato over and over again a cuocere nel dubbio.
Una storia molto interessante e ben raccontata. Non l'avrei immaginata così complicata, con tanto di resurrezione di teorie già scartate.
Non ho mai visto l'episodio dei Simpson di cui parli, sarà che non li amo😁 però, che trasformazione Mr.Spock😉
@ Ivano Landi
"Il commento precedente era una traduzione dell'"aridagli" che ho pensato dopo che ci hai lasciato over and over again a cuocere nel dubbio"
Addirittura? Sono davvero così negativi questi post? ;)
Un grande saluto.
@ Grazia Gironella
Infatti e credo che saranno proprio tutte queste teorie così intrecciate e così contraddittorie tra loro a rendere difficile una soluzione del mistero nel breve periodo.
@ Mariella
E' stato anche un valido autore con due autobiografie intitolate rispettivamente "I'm not Spock" e "I'm Spock".
Ne ha fatte di cose Nimoy.
Mi piace seguire queste storie che ci proponi, soprattutto per l'accuratezza e la quantità di particolari. Gli Stati Uniti sono veramente poveri di luoghi antichi, come intendiamo noi. L'unico Stato che rende l'idea d e non è stato contaminato dai colonizzatori , che io abbia visitato, è il New Messico con interessanti musei con reperti dei nativi.
cri
@ cristiana marzocchi
Gli Stati Uniti sono una nazione giovane, logico quindi che abbiano un concetto di conservazione dei beni storici molto diversa dalla nostra. Ora io lo so che si tratta di trasmissioni televisive e quindi poco veritiere, però mi fanno incavolare come una bestia trasmissioni come "Affari di Famiglia" in cui si vede gente che si va a vendere i cimeli di famiglia dell'antenato che aveva fatto la Guerra Civile per andare a giocarseli con le slot. A parte questo so che solo da poco anche negli States sta passando il concetto della salvaguardia degli edifici storici, fino a pochi anni fa li abbattevano e basta e poi tanti saluti....
Non mi sarei mai aspettato un coinvolgimento di Leonard Nimoy, ma si che quell'uomo ha sempre cercato per una buona parte della sua vita di distaccarsi dalla sua "parte vulcaniana".
La vicenda purtroppo credo che non avrà mai una risposta certa, ma a volte il fascino del mistero sta proprio nel fatto che non avremo mai una prova certa.
Ecco forse gli indiani d'america sono quelli che alla fine da tutto questo processo hanno subito più danni nel lungo termine.
@ Long John Silver
Ho voluto palrare di Nimoy proprio perchè era un dettaglio molto particolare e divertente. In quanto agli indiani d'America....loro hanno avuto solo il peggio della colonizzazione degli europei. Oggi sono rimasti solo pochi gruppi e tribù di sopravvissuti.
Che casino!
Addirittura John Smith, che per me prima del governatore/colone famoso per il cartone animato, è il nome e cognome più comune dei paesi anglofoni 😝
È bello che l'università abbia conservato anche le pietre false, anche se nel magazzino.
Arrivo in ritardo ma è doveroso farti i complimenti anche per questo epilogo! Anche se ho letto le prime parti un po' di tempo fa, grazie alla tua narrazione ricordavo tutto piuttosto bene!
@ Ema
Su John Smith avrei voluto scrivere di più, specie del suo rapporto con Pocahontas, con i due che si incontrarono anni dopo con lei ormai convertita al cristianesimo e sposata ad un colono e lui ritenuto morto. Quando si rividero i testimoni dell'epoca sostennero che l'indiana prima rimase a lungo sconvolta senza parole e poi passo tutta la serata a rimproverare all'inglese tutte le bugie che aveva raccontato a lei e agli altri nativi. Il dossier però sarebbe venuto troppo lungo. Se t'interessa, comunque, mezzo new England, compresa Eleanor Roosevelt, la moglie del famoso presidente USA sostiene di discendere da Pocahontas in linea diretta.
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