ITALIAN MONSTER: ANTONIO BOGGIA, IL PRIMO SERIAL KILLER ITALIANO ! - Seconda Parte

NOTA: Inizialmente il mio dossier sul Caso di Antonio Boggia avrebbe dovuto essere di sole due parti. Ma la seconda parte era venuta troppo lunga perfino per i miei standard. Data la mia assenza dal blog di questo periodo(causa impegni personali)  ho voluto dividere il post per poter disporre di una riserva di articoli per i presenti giorni. Di conseguenza il finale del dossier lo troverete in un terzo e conclusivo intervento che avverrà nei prossimi giorni e che conterrà anche una carrellata su alcuni serial killer precursori di Boggia e che operarono e furono condannati prima dell'Unità d'Italia.
Nel frattempo: Buona Lettura e Buon Halloween a tutti!

La prima parte è uscita QUI.

“Ero un errore della natura, una bestia impazzita”.
Andrej Romanovič Čikatilo

“In tutta sincerità noi odiamo questo mondo.”
Marshall Applewhite

Probabilmente in queste due frasi è racchiusa una parte della verità riguardo alla vera natura degli assassini seriali, qualcosa di quanto avviene all'interno delle loro menti o nel chiuso delle loro anime.
Sempre che ne possiedano una.
Già perché nonostante tutti gli studi in proposito, gli sforzi degli studiosi ed in barba a tutti i progressi fatti nel settore della Criminologia ci sarà sempre qualcosa che continuerà a sfuggirci del tutto, quella minuscola e sottile fiammella che ci fornisce il discrimine tra un essere umano ed i suoi simili.

Prendiamo il caso di Antonio Boggia, ad esempio.
Può essere definito un "errore della natura?" "Una bestia impazzita?" In tutta coscienza possiamo dire "Che odia il Mondo?"
Oppure si tratta semplicemente di un sociopatico che lucidamente persegue con fredda determinazione un suo -sia pur folle e malato- progetto personale?
E guai a chiunque si ponga sulla sua strada.
Anche questa però rischia di essere una definizione fin troppo riduttiva.
Nel frattempo il Mondo attorno a lui si è trasformato ancora una volta.


 BRAVE NEW RISORGIMENTAL WORLD

Negli anni che intercorrono tra il 1859 ed il 1861
la città di Milano si trova al centro di uno sconvolgimento epocale; le guerre risorgimentali raggiungono il loro apice ed antichi confini vengono cancellati  una volta per tutte.
Non senza contrasti interni.
Ci sono battaglie, una più sanguinosa dell'altra, di quelle che poi saranno studiate a Scuola da alunni sempre più annoiati e disinteressati.
Il 5 giugno del 1859 gli austriaci escono da Porta Romana abbandonando la città una volta per tutte. Due giorni dopo il Re Savoia Vittorio Emanuele II ed il suo alleato Napoleone III saranno accolti come trionfatori dalla cittadinanza. Non tutti sono però d'accordo.
Non lo sono i Gesuiti, non  lo è una parte del Clero cittadino, ancora tradizionalmente filo-asburgico.
Il Cardinale designato Paolo Angelo Ballerini gradito agli austriaci non otterrà la ratifica dei nuovi governanti e sarà costretto a risiedere a Cantù mentre il suo vicario Carlo Caccia Dominioni finirà a confinato dai piemontesi a Monza e da loro sottoposto a scorta armata. Non andrà meglio ai membri della Compagnia di Gesù che subiranno proteste e manifestazioni contro di loro spontaneamente organizzate dalla cittadinanza.
In tutto questo marasma Antonio Boggia pare continuare a svolgere la sua vita tranquilla.
Altre Importanti Date: il 17 giugno  del 1859 nei locali di Palazzo Cattaneo (nell'attuale Via Moscova) viene istituito il primo Comando dell'Arma dei Carabinieri.
E sarà proprio lì che la mattina del 26 di febbraio del 1860 che il pittore e decoratore Giovanni Maurier (o Murier) andrà a denunciare la scomparsa della sua anziana madre.
La donna di cui si sono perse le tracce risponde al nome di Ester Maria Perrocchio.
La padrona di casa di Boggia.
Parecchie Storie cominciano proprio così.
Facciamo però un passo indietro.

STORIE DI MADRI, STORIE DI FIGLI.


Un'altra immagine di Antonio Boggia

Secondo Giovanni  Maurier  sua madre avrebbe più di settanta anni e non ci starebbe bene con la testa, tanto è vero e l'uomo lo ammette senza problemi, tra i due i rapporti non sono dei migliori. Madre e figlio si frequentano pochissimo ma alcune cose Maurier è comunque in grado di dirle.
In buona sostanza il racconto del decoratore è semplice: sua madre risulta essere l'unica proprietaria di un intero caseggiato dalle parti di Via Santa Marta ma da parecchio non risulta più reperibile a quell'indirizzo. Già un anno prima l'anziana signora si è dimostrata irreperibile e sulla base delle testimonianze di alcuni vicini pareva si sia recata in vacanza sul Lago di Como affidando i suoi affari ad una persona fidata, un suo affittuario, un uomo timorato di Dio di cui si dice un gran bene.
Certo, traspaiono anche dubbi e malumori: qualcuno dopo molte insistenze, ammette come da quel momento i costi degli affitti siano aumentati a dismisura, qualcun altro rivela che i gatti randagi di cui si occupava la Perrotto siano morti violentemente uno dopo l'altro.
Ma ancora una volta le cose si fermano e nessuno va avanti.
Perdurando però l'assenza della madre Giovanni Maurier decide di perseverare con le sue domande, ottenendo come risultato, prima una iniziale omertà generale da parte dei vicini e in seguito parziali ammissioni sul nome dell'uomo di fiducia della donna.
Avete indovinato di chi si tratta?
Di un certo Antonio Boggia.

Dopo tutta una serie di tentativi, compresa una denuncia poi finita archiviata al Comando Asburgico, Maurier grazie ad alcune liste presenti nel Tribunale era poi riuscito ad incontrare Boggia
Ottenendo da lui le solite risposte.
Ester Perrocchio si è trasferita definitivamente in un paesino vicino Como, ha nominato il Boggia suo unico amministratore e per il momento non intende tornare.
Come prova l'uomo mostra a Maurier alcune lettere della madre e perfino una procura firmata dalla donna da un notaio, sempre di Como, e con tanto di testimoni.
E qui arriva anche il colpo di genio.
Per dare un segno della sua buona fede (o forse per fermare temporaneamente le sue ricerche)  Boggia offre un accomodamento a Giovanni Maurier: l'uomo potrà avere in comodato uno degli appartamenti di Via Nerino, il più grande e lussuoso. Oltre ad una parte dei futuri Canoni d'affitto.
Sembrerebbe un lieto fine.
O comunque la soluzione di tanti dubbi
Invece No!
Perché all'ultimo momento invece di andare dal Notaio indicatogli dal Boggia Maurier decide di rivolgersi ad un altro, uno che conosce meglio.
Quest'uomo, un certo notaio Cattaneo racconta ad un sempre più attonito ma attento Giovanni Maurier una storia decisamente interessante.
Una storia che solleva ulteriori e sulfurei dubbi su tutta quanta la vicenda.

IL RACCONTO DEL NOTAIO

Cattaneo avrebbe già sentito parlare di quella procura; prima di rivolgersi fuori città Antonio Boggia avrebbe tentato di farla rilasciare proprio da Cattaneo.
Ma quando l'uomo si era presentato nell'ufficio del Notaio in compagnia di due testimoni e della donna che dichiarava di essere Ester Maria Perrocchio qualcosa non fosse tornato agli occhi del professionista.Tanto per cominciare la donna chiaramente fin troppo ubriaca gli era apparsa fin troppo nervosa ed esagitata, ad un analisi più approfondita i due testimoni gli erano apparsi poco o per nulla attendibili.
Non fidandosi il Notaio milanese aveva preferito non procedere con la stesura dell'atto ed aveva cacciato il gruppo dal suo ufficio. In seguito avrebbe anche provato a far interdire la presunta signora Perrocchio
Ma la pratica era stata poi archiviata  dal momento che la donna si era ormai trasferita in altra città e che un notaio di quella stessa città avesse realizzato lo stesso la Procura
L'ulteriore evento convince una volta per tutte il povero Maurier a rivolgersi alle forze dell'Ordine.
Torniamo adesso a quella famigerata mattina del 26 febbraio del 1860  .

L'INCHIESTA.

Il destino sa essere strano, dopo aver lungamente deviato su percorsi inconcludenti, per strade senza vie d'uscita si compie il primo passo nella direzione giusta. E tutto grazie ad una persona che finora non è ancora entrata in scena.
Si tratta di un giudice. Il Giudice Crivelli.
Stavolta si tratta di un magistrato che non ha intenzione di lasciar perdere.

E' Crivelli che rinviene negli archivi la denuncia a carico di Boggia per l'aggressione del 1851 a Giovanni Comi (QUI) . E' sempre Crivelli a riascoltare dopo tanti anni dai fatti lo stesso Comi convincendosi che dica la verità. Ed è sempre il giudice ad ordinare una serie di perquisizioni per tutto il caseggiato di Via Nerino.
La Procura?
Un evidente falso.
Viene fuori che la donna che aveva accompagnato Antonio Boggia nell'ufficio del Notaio Cattaneo era in realtà la madre alcolizzata di un amico dello stesso Boggia, uno che frequentava la sua stessa osteria.
Proseguono anche gli interrogatori e se Boggia si dimostra ovviamente poco collaborativo gli altri abitanti finiscono per ritrovare un minimo di orgoglio e di favella.
Un paio tra loro ammettono che l'ultima volta che hanno visto la Perrocchio la donna stava salendo le scale verso il suo appartamento in compagnia del Boggia, una vicina poi aggiunge di aver visto scendere dopo diverse ore il solo uomo trasportare un pesante carico sulle spalle.

Dopo diversi giorni il decomposto cadavere della vecchia viene rinvenuto murato in uno dei sottoscala del palazzo. Al corpo sono stati asportati testa e gambe.
Ma Crivelli non si reputa ancora soddisfatto, sente che ci sono tasselli che mancano ancora rispetto al quadro generale, un tarlo gli attanaglia la mente.
Finché ha una ulteriore intuizione, la più importante, l'ultima.

Antonio Boggia possiede un magazzino per gli attrezzi alla Stretta Bagnera (oggi Via Bagnera) ed è proprio nelle vicinanze della Stretta che anni prima ha tentato di ammazzare Giovanni Comi.
Perché quindi non provare a perquisire anche quel locale?
Le forze dell'ordine eseguono. Un gruppo di Carabinieri entra all'interno dello scantinato.
Quello che verrà trovato alla Stretta Bagnera farà perdere loro il sonno per molti anni.
E anche parte della loro sanità mentale.

(Continua e finisce nella prossima puntata)

34 commenti:

Gioacchino Di Maio ha detto...

Un agghiacciante storia da film horror, chissà che non ci sia qualche fantasma che si aggira in quel caseggiato e specie in via Bagnera.

sinforosa c ha detto...

Oddio ma che storia orrenda! Ho timore del seguito ma sono curiosa.
sinforosa

Luz ha detto...

Sono certa che a cercare bene, di queste storie ce ne siano tantissime. Saranno materia di studio di criminologia, come minimo. Nel leggere, immaginavo Carlo Lucarelli, pensa. Sei bravo a raccontare.
P. S. Gli alunni non sono sempre tutti annoiati. ;)

Ariano Geta ha detto...

Un vero horror risorgimentale, strano che nessuno ci abbia creato un romanzo sopra.

Mariella ha detto...

Accidenti che storia, sempre bravissimo tu.
Aspetto con trepidazione la terza parte.

Obsidian M ha detto...

Con quella faccia, il Boggia l'avrei incriminato subito a occhi chiusi. Davvero terribile!

Nick Parisi. ha detto...

@ Gioacchino Di Maio
Non ti sbagli per niente! Da sempre c'è una sorta di leggenda che vorrebbe il fantasma di Boggia aggirarsi per via Bagnera. Io non ci sono mai stato ma diversi amici milanesi mi hanno confermato che specie in orari serali o notturni si respira una certa tensione nell'aggirarsi da quelle parti. Specie per chi conosce la vicenda di Boggia. Ma ne riparleremo anche nella terza parte.

Nick Parisi. ha detto...

@ sinforosa c
Lo so, non è una bella vicenda per niente, almeno però a differenza di molte altre ha auto una fine ben precisa.
Un abbraccio

Nick Parisi. ha detto...

@ Luz
Miglior complimento non potevi farmelo, Lucarelli è uno dei miei
narratori preferiti e mi piaceva molto quando faceva "Blu Notte".
P.s
Lo so che non tutti gli allievi si annoiano però faccio il paragone con i tempi di quando ero bambino: all'epoca il Risorgimento era una di quelle cose che si studiavano con più piacere oggi invece pare che quasi ci si vergogni di parlarne. :(

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
Non so se esistono romanzi in proposito (sarebbe una trama fantastica per un horror italico) però so per certo che sono stati scritti tanti libri non fiction e tanti saggi storici sulla figura di Antonio Boggia

Nick Parisi. ha detto...

@ Mariella
Grazie, ti confermi una delle migliori fan di Nocturnia, domani comincio a rivedere il terzo capitolo

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian M
Ahaahah!Certo che è proprio diversa dall'altra immagine presentata la puntata scorsa. Mi domando quale delle due sia più somigliante. Magari sono state dipinte in momenti diversi della vita dell'uomo.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Una storia pazzesca e davvero da brividi. Attendo la terza parte conclusiva. Complimenti, post sempre interessanti.

Il Moro ha detto...

La storia perfetta per halloween, con il bonus di essere vera!

Massimo Citi ha detto...

Letto alla vigilia di Ognissanti, assolutamente appropriato. Davvero un buon lavoro, Nick.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Mamma, che paura questa storia e soprattutto la faccia di Boggia!!! :( Un plauso al giudice Crivelli e alla sua abilità investigativa. E grazie a Nick il narratore. :)

Nick Parisi. ha detto...

@ Daniele Verzetti il Rockpoeta
Domani rivedo un poco la terza parte, l'obiettivo è di riuscire a pubblicare il tutto per metà settimana prox.
Un abbraccio.

Nick Parisi. ha detto...

@ Il Moro
E chi sa quanti altri casi simili esistano ma dei quali si sono perse tutte le tracce. Ad ogni modo è una vicenda parecchio parecchio inquietante. ;)

Nick Parisi. ha detto...

@ Massimo Citi
Mi fa ancora più paura il pensare che individui simili siano veramente esistiti ....e che purtroppo esistano ancora....

Nick Parisi. ha detto...

@ Cristina M. Cavaliere
Per fortuna sono esistiti ed esistono ancora tanti servitori delle Istituzioni bravi e capaci come il Giudice Crivelli. Spesso ci lamentiamo (e a ragione) dei tanti incapaci o dei moltissimi raccomandati che occupano indegnamente cariche pubbliche senza che sappiano fare per bene il loro lavoro e invece, per fortuna, ogni tanto spuntano anche quelli in gamba come Crivelli.
Un abbraccio.

Clarke è vivo ha detto...

Non so se riuscirò a leggere la terza parte. Brrrrrr :D

Nick Parisi. ha detto...

@ Clarke è vivo!
Ti capisco. :D
Tu prova a fare uno sforzo, in nome della nostra vecchia amicizia! ;))))))

Pirkaf ha detto...

Non molto rassicurante il viso di Boggia in effetti, è vero che l'abito non fa il monaco, ma qualche volta...

Nick Parisi. ha detto...

@ Pirkaf
Se l'immagine risponde al vero volto di quell'uomo, allora mi chiedo come abbia fatto Boggia a trovare così tante persone che si erano fidate di lui.

Long John Silver ha detto...

Complimenti! Sei veramente bravo a tenere vispa l'attenzione. Non vedo l'ora di leggere il seguito.

Nick Parisi. ha detto...

@ Long John Silver
Grazie di cuore!Il seguito arriva a breve. ;)

Marco L. ha detto...

Ciò che stupisce è che il Boggia abbia potuto agire liberamente per così tanto tempo...

Nick Parisi. ha detto...

@ Marco Lazzara
Su questo concordo al 100 %

MAX ha detto...

Bello sicuramente non era!!! -:)
Sai cosa manca , almeno fino ad adesso del Boggia.
Un suo ritratto psicologico basato magari sulla sua infanzia ,adolescenza ad esempio.
Di solito i serial killer son stati tutti molestati da piccoli ..hanno vissuto un infanzia terribile piena di privazioni e poi pure durante la maturità non son stati più fortunati e quindi si sono incazzati con il mondo, a sto Boggia cosa gli hanno fatto?
Chiaro che non li giustifico per questo.
Magari te ne parlerai durante la prossima puntata , se in qualche maniera questo serial killer è stato a sua volta vittima .
Molto avvincenti questi articoli ..complimenti.
Ciao

Patricia Moll ha detto...

Mamma mia Nick! Ho i brividi! Alla faccia delle storie nere.
Leggerò fino in fondo ma ora come ora ti dico quello che penso sui serial killer.
Credo che una definizione univoca ed esatta per tutti loro sarà difficile da trovare. Per sfumature anche infinitesimali ognuno di loro ha una patologia grave ma leggermente diversa. Solo il sadismo è comune.
Capiremo mai cosa non funziona in questi individui?

Nick Parisi. ha detto...

@ MAX
Scusa il ritardo nella risposta, ho avuto e sto avendo problemi per mancanza di tempo. Non so molto sulla giovinezza di Boggia, non ho trovato molte info in proposito,ad ogni modo cercherò di far uscire il finale quanto prima.

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Gli studiosi oggi hanno trovato metodiche e spiegazioni comuni riguardo alla maggior parte delle casistiche e dei comportamenti, penso però che rimarrà sempre difficile riuscire a capire al 100% cosa capiti nella mente umana.

Ema ha detto...

Finale agghiacciante!
Da come era iniziata la vicenda, avrei incolpato Mourier di essersi messo d'accorgo con Boggia, per togliersi dalle scatole una madre che non apprezzava e che era pure rincoglionita. Fosse stato così, avrebbe preteso di più che un solo appartamento.
Geniale il piano di Boggia, per i tempi che corrono.

p.s. ti ho nominato in una tag perché ci tengo a conoscere la tua opinione, non per dispetto come faccio di solito 😜

Nick Parisi. ha detto...

@Emanuele Di Giuseppe
Grazie per la nomina, a breve rispondo!

Ricordando il passato

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