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venerdì 10 giugno 2016

LA LEGGENDA DELLE COGAS. -Prima Parte.


"Ora è nella notte il momento delle streghe, quando i cimiteri sbadigliano e l’inferno stesso alita il contagio su questo mondo."

William Shakespeare

"Parit sa coga de santu Sisinni!"
(Sembra la strega di s. Sisinnio)
Espressione Sarda.

Sardegna, isola meravigliosa e al tempo stesso difficile, complessa, ricca di contraddizioni. Ancorata nel mare appare quasi come una barriera che sta a guardia del mediterraneo, luogo aspro e passionale che si può solo amare di un amore altrettanto aspro e passionale.

E' una terra orgogliosa, la Sardegna. Orgogliosa come i suoi abitanti, un posto dove le tradizioni più arcaiche s'incontrano con la modernità e dove la benedizione di un dio pagano sembra aver prodotto come risultato un piccolo angolo di paradiso.
Ma anche il migliore dei paradisi possiede le sue ombre.
Ombre che possono far molto male.

Prendiamo le Cogas, ad esempio.
Una delle tante tipologie di streghe presenti nella tradizione sarda.
Certo in alcune parti dell'isola possono essere chiamate anche Bruxas, Surtoras o Surbiles ma alla fine la sostanza rimane la stessa: esseri pericolosi, creature a metà strada tra la strega ed il vampiro che popolavano un tempo i racconti dell'entroterra isolano e di cui si raccontavano le storie ai bambini per spaventarli.


I bambini infatti, anzi i neonati per la precisione, erano le vittime predilette di questo tipo di streghe, se in una casa fosse stato presente un neonato non ancora battezzato, una coga avrebbe senza dubbio tentato di penetrare all'interno dell'abitazione per succhiargli il sangue.
Questo almeno è quanto raccontano le vecchie leggende, e questo è quanto vi ripeteranno gli anziani di molti paesini e gli studiosi di etnoantropologia.

- COSA SOSTIENE LA TRADIZIONE.

Ancora una volta, anche in questo caso ci sono elementi che ritornano, radici comuni anche ad altre tradizioni accompagnati però da bizzarre ( e sanguinose) peculiarità locali.
Già, perchè tutto quello che riguardava il mondo della coga ( o di sa coga, per dirla alla sarda) andava sempre accompagnato col sangue.
E con la morte.
Si poteva nascere strega e si poteva diventarlo.
Nel primo caso ad essere maggiormente esposte erano le figlie femmine, in particolare la settima nata all'interno di una famiglia numerosa e la prescelta spesso durante le ore della veglia ignorava perfino di essere un emissario del Male, nel secondo caso- quello della scelta volontaria- potevano tramutarsi in cogas sia esponenti del sesso maschile che di quello femminile.
In entrambi i casi però la strega possedeva alcune caratteristiche che la rendevano ben riconoscibile, poteva essere una piccola coda, poteva essere la presenza di una croce pelosa dietro la schiena. Oppure poteva essere la presenza di capigliature e di unghie innaturalmente lunghe.
Questi erano i marchi del male.
Inoltre quando la persona prescelta nottetempo si trasformava in strega, indipendentemente dal sesso originario assumeva sempre le fattezze di una vecchia rugosa e bitorzoluta.
Ma anche in animali come cani o gatti,  barbagianni, serpenti (preferibilmente in campagna), mosche e mosconi ( ed in questo caso venivano ritenute anche responsabili del diffondersi di epidemie e pestilenze)
Come detto si poteva anche scegliere di diventare una Cogas.
I motivi potevano essere i più disparati: desiderio di vendetta, invidia, semplice volontà di fare del male. Alle volte poteva essere la tranquilla ed affabile vicina di casa sterile -o più semplicemente vecchia- gelosa della felicità altrui per l'arrivo di una gravidanza.
 Bisognava compiere però un rito ben preciso.





- UNA NOTTE AL CIMITERO.

Narra la tradizione che si dovessero compiere dei passi estremamente definiti; nel caso che nel cimitero locale fosse avvenuta una nuova sepoltura la persona desiderosa di compiere il passo si sarebbe dovuta recare nottetempo, ma solo di venerdì, per asportare il grasso corporeo del defunto. In seguito si sarebbe dovuto mescolare il grasso col sangue di una vergine e con dell'olio santo.
Con quello che ne veniva fuori si sarebbero dovuti ungere determinate parti del corpo, quali i piedi e le ascelle.
Dalla notte successiva sarebbe cominciata la trasformazione.
Con la nuova strega già pronta a compiere la sua demoniaca missione.
Questo è quanto racconta la tradizione 
Come sempre però la realtà storica è ben diversa dalla tradizione.....
( Continua....)

27 commenti:

  1. Il solito post veramente interessante Nick.
    Adoro queste leggende! Come dici tu poi, ci uniscono come italiani perchè anche se con variazioni (in genere minime) o nomi diversi sono sempre molto simili.

    Dalle mie parti in Piemonte esistevano streghe così ma sinceramente nè mia madre nè io ricordiamo il nome.
    Una cosa era certa. Di notte, il bucato del bambino non andava mai lasciato fuori. Asciutto o bagnato che fosse andava ritirato in casa perchè il malocchie che queste streghe gettavano su pezze, triangoli, fasce o abitini di bambino indossandolo avrebbe contagiato e fatto morire il piccolo.

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  2. Sono stata in Sardegna a visitare un museo che parlava proprio di streghe. È una "tradizione" radicata e documentata. Come sempre ci lasci col desiderio di saperne di più.

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  3. La presenza della coda è spesso la chiave rivelatrice di queste creature quando si presentano nelle loro sembianze umane. La kistune, la donna volpe delle leggende giapponesi, ha la stessa identica caratteristica....

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  4. Ho sempre meno tempo per leggerti, ma quando poi ho questo tempo e mi imbatto in un articolo così... allora mi fai proprio un regalo.
    Sai bene quanto io sia appassionato di queste cose, e come al solito il tuo post è ricco e esaustivo.
    Ora farò i salti mortali per non perdermi le altre parti del dossier.
    Interessante la Sardegna, davvero un baluardo lontano e pagano tutto italiano.
    La storia di queste streghe ha molto in comune con le altre fattucchiere italiche... pure l'unguento per la trasformazione è una sorta di cliché del caso.

    Moz-

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  5. Il termine Bruxas ha collegamenti con lo spagnolo Brujas?

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  6. @ Patricia Moll
    Ricordo questo dettaglio, ne venni a conoscenza proprio quando preparavo il dossier sulle Masche. I neonati poi sono sempre stati il bersaglio preferito dalle streghe un poco in tutte le leggende e in tutte le tradizioni non solo italiane ma anche straniere. Probabilmente si tratta non solo della creazione di un babau per spaventare i bambini. Dopotutto, cosa c'era di più puro dell' infanzia ? E cosa c'è di più spaventoso di un qualcosa che vada a toccare proprio l'infanzia?

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  7. @ Lady Simmons
    In Sardegna poi esistono diverse tipologie di streghe e di tradizioni folkloristiche, sono stato a lungo indeciso su quale scegliere. Solo l'altro giorno parlando con Luigi Musolino mi ha raccontato delle Cogas e ho deciso di affrontare l'argomento.

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  8. @ Obsidian Mirror
    E' un elemento presente davvero in molte leggende. Secondo molti antropologi questo deriverebbe da una radice comune: il culto sumero di Lilith.
    Probabile....
    Però se la conoscenza di Lilith si può giustificare facilmente nell'arco del bacino del mediterraneo la cosa diventa molto più difficile in Giappone.

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  9. @ MikiMoz
    E' sempre un piacere risentirti e ritrovare i tuoi commenti. Comprendo benissimo la mancanza di tempo (a proposito, come va il nuovo lavoro?) anche per questo ti prometto che cercherò di ridurre il tutto in due post.
    Conosco benissimo la tua passione per questo tipo di argomenti, anzi vedrai che dopo la Sardegna la prossima regione sarà proprio l'Abruzzo. ;)

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  10. @ Bara Volante
    Grazie, alla prossima amico ! Cheers! ;-)

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  11. @ Ivano Landi
    Quasi sicuramente si! La Sardegna per molto tempo è stata soggetta al dominio spagnolo, infatti in alcune parti dell'isola, come la zona di Alghero, si parla un dialetto che discende in maniera diretta dal catalano.

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  12. Inizia un nuovo intrigante viaggio "fantastico", in ogni accezione del termine ;-)

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  13. @ Lucius Etruscus
    Grazie per queste belle parole, spero di essere all'altezza della tua fiducia.

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  14. Nick, non vedo l'ora del tuo post abruzzese (oltre che della seconda parte sardagnola XD)
    Il lavoro tutto ok, thanks, ora mi sono stabilizzato molto e ricomincio a fare la mia vita^^

    Moz-

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  15. Oddio, che orrore; le ascelle e i piedi con ciccia di morto e ciccia di vergine. E sangue.
    Interessante che se un bambino NON era battezzato rischiava di più. Si presume anche frequentando le scuole statali e poi votando comunista. Comunque interessante come sempre, caro Nick. Stai studiando tutti i modi per diventare stregone e poi vendicarti barbaramente di chi sappiamo noi?

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  16. @ MikiMoz
    Ne sono felice, se le cose andranno bene in maniera da permettermi di ridiscendere a Montesilvano anche quest'anno ti vengo a trovare al lavoro.

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  17. @ Massimo Citi
    Nooooo! ;) Per carità, vendicativo io? Non ci penso per niente e non mi interessa diventare uno stregone, anche perché oggi come oggi gli attuali stregoni si chiamano direttori di Banca o di finanziare, dirigenti di impresa, consulenti e così via.....;)

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  18. Da appassionato dell'argomento, mi fa piacere che questo tuo post abbia avuto tutto questo successo. Quando ho proposto io questo tema sul mio blog, è passato praticamente inosservato, per cui bel lavoro!

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  19. @ Marco Lazzara
    Avevo letto alcuni di quei post, erano interessanti, secondo me comunque quello che ti è mancato è il lungo periodo. Ci vuole tempo perché un blog ingrani e forse se avessi insistito col tempo sarebbero arrivati i risultati.
    Grazie per i complimenti!

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  20. Molto interessante, come d'altronde tutti i tuoi articoli caro Nick!
    Il mio compagno è sardo e ogni tanto mi racconta qualche leggenda locale, cui io sono interessatissimo; inoltre durante le nostre vacanze sarde mi capita spesso di comprare e leggere libri sulla storia e le leggende locali che trovo molto affascinanti!
    Rinnovo i complimenti e attendo la seconda parte!
    A presto!
    Orlando

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  21. @ Fumetti di Carta (Orlando Furioso)
    La sardegna è una regione carica di leggende e tradizioni, io stesso sono rimasto indeciso su quale trattare fino al momento in cui lo scrittore Luigi Musolino mi ha parlato delle Cogas, anzi ne approfitto per ringraziarlo.
    Già domani mi metto a scrivere la seconda parte, vedrò di farla uscire per mercoledì. Già oggi avrei voluto cominciare a scriverla ma lo ammetto.....ho perso tempo.
    A prestissimo!

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  22. Bravo Nick che ci fai scoprire sempre cose nuove. Molto interessante in particolare questo squarcio che ci hai proposto, io non ne avevo mai sentito parlare, anche se la mia famiglia ha origini sarde. Per il mio romanzo avevo fatto un sacco di ricerche sulla stregoneria e trovo che sia un argomento affascinante e inquietante al tempo stesso. Poi è curioso vedere queste varianti locali.

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  23. @ Maria Teresa Steri
    Non sei la sola a non averne sentito parlare, pensa che ho amici sardi che non conoscono questa particolare figura poiché provengono da altre zone della Sardegna. L'isola è molto ricca di tradizioni del genere: dalle "panas" che sarebbero gli spettri delle donne morte di parto alle "Janas", cioè le fate isolane oppure le bruscie streghe -di solito descritte come donne bellissime- tipiche della zona di Alghero.
    Insomma, ci sarebbe molto da raccontare e non è detto che, magari prima o poi io non ci riesca a tornare sopra.

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  24. Di unguento si parla anche ne Il Maestro e Margherita :P A proposito della trasformazione (ma credo sia più corretto parlare di "risveglio") della protagonista in strega.
    Molto molto bello questo approfondimento *_*

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  25. @ Glò
    Ci sono certi particolari che ritornano davvero in tutte le culture, quello dell' unguento è uno di questi.
    Grazie per i complimenti.

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  26. Delle Cogas ho letto in uno dei miei Dampyr.
    Ma questo approfondimento sulle tradizioni locali italiane si fa sempre più interessante, man mano che vado avanti.
    Ci sono tante similitudini in queste leggende da una regione all'altra e questo rende la lettura davvero piacevole anche se l'argomento non dovrebbe essere definito così.
    Pensa che anche mia nonna, nata nell'alta Irpinia, aveva l'abitudine di riprendere al tramonto gli abiti di noi bambini lasciati ad asciugare nelle calde giornate estive. Ma non ricordo mi avesse spiegato la ragione. Vero che io ero molto piccola!
    Grazie Nick!

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  27. @ Mariella
    Una delle prime cose che ho notato compilando questo dossier è proprio l'alto numero di similitudini tra Regione e Regione.
    Segno che forse ci sono molte radici in comune nel folklore italiano.
    Interessante l'aneddoto su tua nonna, grazie per averlo condiviso con noi.

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