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venerdì 23 settembre 2016

L'INTERVISTA INTEGRALE CON CATHERINE ASARO!


Con qualche giorno di ritardo a causa dei miei ben noti problemi al computer riesco a presentarvi l'intervista con la scrittrice statunitense Catherine Asaro , due volte vincitrice del premio Nebula, l'intervista per accordi con la scrittrice è leggermente più breve rispetto a quelle a cui vi ho abituato in passato ma rende comunque benissimo l'idea della carriera e del talento di un' artista ancora non adeguatamente tradotta nel nostro paese.
Ringrazio Catherine Asaro per la sua gentilezza e per la sua disponibilità, per chi volesse approfondire QUI trovate la mia scheda sulla scrittrice.
Nel frattempo: buon fine settimana a tutti! Ci risentiamo martedì

(For english version, please scroll down )

Nick:  Benvenuta su Nocturnia, è un onore averti ospite. e grazie per aver accettato questa intervista. Come prima domanda mi piacerebbe parlare dei tuoi inizi e del percorso che hai compiuto prima di diventare una scrittrice

Catherine Asaro: Ciao Nicola. E 'un piacere essere qui.

Nick:  Tu hai un solido background scientifico con studi presso Harvard e la UCLA, tuo padre è quel Frank Asaro che per primo ha scoperto le anomalie di iridio che hanno portato alla formulazione della teoria dell'asteroide caduto sulla Terra 66 milioni di anni fa. E molte delle tue opere- a cominciare dal tuo primo romanzo "Primary Inversion (1995)- contiene molta hard sf. Quanto ritieni che sia importante possedere un solido background scientifico per diventare un buon scrittore di Sf?

Catherine Asaro:  Io devo ammettere che non ci ho mai pensato le prime volte che ho iniziato a scrivere  Ho inserito la scienza nelle mie storie perché è una cosa che mi viene così naturale. Non ho cominciato a pensarci in maniera consapevole fino a quando le persone  hanno iniziato a fare commenti riguardo ai miei  libri di  hard science fiction  (1) . Io in realtà non sapevo nemmeno cosa volesse dire hard science fiction  fino a quel momento.

Non credo che ci sia bisogno di un forte background scientifico per scrivere  della buona fantascienza. Diamine, non tutto ciò che scrivo io può essere considerato come hard sf. Io credo che sia importante includere le corrette teorie scientifiche, se le si conosce, all'interno dei libri che si scrive. Se non si conosce la scienza, allora è bene lasciarla fuori. Si può solo dire "the starship drive", per esempio, invece di cercare di spiegare la fisica. Se si desidera includere la scienza, ma non la si conosce, si può sempre contattare  uno scienziato a cui chiedere aiuto, o un altro scrittore, o chiunque sia in grado di rispondere alle domande riguardo alla scienza nella fantascienza.

Nick:  In Italia ha avuto molto successo il tuo romanzo La Rosa Quantica del 2000. Il romanzo fa parte del tuo ciclo più famoso, la saga dell'Impero Skoliano  al cui interno tu unisci hard science fiction, romance ( 2) e  la space opera. Unire storie d'amore ed elementi di hard science fiction rappresenta un poco il tuo personale approccio alla narrativa, cosa ti affascina in questo mix?

Catherine Asaro:  Questo è un altro aspetto a cui io non avevo mai pensato, prima. L'ho appena fatto adesso. Io non sapevo nemmeno che esistesse il romance come genere fino a quando il mio primo libro è uscito sono stata colta di sorpresa da tutte le polemiche che sono cominciate riguardo al come io avessi mescolato una versione romantica della storia di Romeo e Giulietta storia (ma con un finale più felice) con la hard sf. Dopo tutto, le relazioni intime sono parte della vita. La Rosa Quantica in definitiva è una rivisitazione del racconto popolare della Bella e la Bestia, immerso però in una ambientazione di fantascienza

Il Quantum Rose è anche un'allegoria  sulla teoria della dispersione quantistica, come descritto in un saggio alla fine del libro ;da qui il titolo. Non è in realtà così difficile in termini fantascientifici, almeno rispetto ad alcuni dei miei altri libri, perché si svolge su un pianeta di tecnologia inferiore. L'allegoria è nata perché stavo scrivendo la mia tesi di dottorato sul teoria dello scattering quantistico (Edit ore 22: 42 del 23/09)  accoppiata alla  fotodissociazione poliatomica proprio nello stesso momento in stavo lavorando su un progetto del libro. Almeno inizialmente non ho lavorato consciamente per creare l'allegoria, ma parzialmente attraverso la stesura del libro ho capito quello che stavo facendo; i miei personaggi stavano mettendo in pratica nella loro storia quei concetti e quei simboli  che riflettevano quello che cioè facendo nella vita con le equazioni e la fisica della mia tesi di laurea.

Nick:  Leggendo la tua Serie dell'Impero Skoliano ho la sensazione che tutta la serie rappresenti anche una tua analisi di come la tecnologia e la scienza cambino le persone ed anche i rapporti interpersonali, che tutta la serie racconti di come cambi la definizione di "altro", di "estraneo" e di "alieno". E' una ricostruzione sbagliata la mia?

Catherine Asaro:  Penso che questo definisca molto la mia scrittura. In quanto donna di scienza,  sono sempre stata cosciente di rappresentare " l'altro", soprattutto quando ho iniziato a praticare i miei studi negli anni '70. Allora c'erano davvero ben poche di noi nel'ambiente della matematica e della fisica. Anche prima di questo, però, sono stata consapevole degli aspetti delle relazioni che hai menzionato. E 'solo semplicemente parte della mia visione del mondo

Nick:  Le storie dell'Impero Skoliano sono incentrata sulle vicende di un unica famiglia, la dinastia Ruby. Come mai questa idea? Ha rappresentato per te un modo di dare una maggiore continuità alle vicende? Oppure è una maniera di far affezionare i lettori?

Catherine Asaro:  Ho iniziato a  scrivere le loro storie sin da quando ero una bambina. Mi piaceva farlo. era divertente. Durante la mia frequenza universitaria, sia quando ero studentessa che nel periodo post laurea, mi ha offerto un modo  per rilassarmi dagli studi. Un giorno, ho iniziato a scrivere le storie, e ho compreso la direzione da prendere. Sapevo quindi che volevo essere una scrittrice. Ho terminato il dottorato, ho fatto un postdoc, e poi sono stata un' insegnante per un paio di anni prima che finalmente cedessi e decidessi di scrivere a tempo pieno.

Nick: Tu sei sempre stata molto attenta alla caratterizzazione dei personaggi. Cosa conta di più per il successo di una buona storia: l'ambientazione, il world building; una buona trama o dei personaggi ben riusciti?

Catherine Asaro: I personaggi vengono effettivamente al primo posto per me, con le loro relazioni di qualunque genere siano, le loro situazioni di vita, le loro storie. Ma le loro storie sono così avvolte nella costruzione del mondo all'interno del quale operano e con le direzioni della trama, che è difficile separarli. So che per quanto mi riguarda, che se i personaggi non mi interessano, non riesco ad apprezzare più di tanto una storia, e questo vale sia per le storie scritte da altri sia per quelle che scrivo io. Per questo per me i personaggi vengono prima di tutto il resto

Nick:  Puoi darci una tua personale definizione di fantascienza? E Come vedi lo stato di salute del genere oggi?

Catherine Asaro:  Definirei fantascienza qualsiasi  tipo di narrativa che attinge alla  nostra conoscenza scientifica, a differenza del fantasy che viene ispirato dal folklore o  da tutte le mitologie. Entrambi i generi cercano di spiegare come funziona l'universo, ma partendo da direzioni diverse. Amo entrambi i generi, e penso che i confini sono così confusi che è impossibile distinguerli l' uno dall'altro.

Il genere sta prosperando. Oggi si scrive molta più fantascienza e fantasy  di quanta ne venisse scritta in passato, esistono molti più generi e sottogeneri, e sono molti più inclusivi adesso più di quanto non sia stato fatto prima. Il settore si è sviluppato in maniera così grande e diversificata fino a comprendere storie per un pubblico molto più ampio. È ancora possibile trovare sf nello stile tradizionale della fantascienza con il quale sono cresciuta  e che mi ha portato ad amare il genere, ma al giorno d'oggi si possono trovare approcci molto più vari. Mi sento molto ottimista sulle direzioni che il settore sta intraprendendo.



Nick:   Progetti futuri: di cosa ti stai occupando adesso e cosa dobbiamo aspettarci da Catherine Asaro nel prossimo futuro?

Catherine Asaro: Giusto oggi ho ricevuto i pareri del mio editor riguardo al mio prossimo romanzo Beneath the Bronzed Skies, che fa parte della mia serie mistery di  Major Bhaajan. Questo libro dovrebbe uscire entro i prossimi pochi mesi. Ho anche intenzione di dare un seguito a Lightning Strike il prima  possibile,  Il secondo volume dovrebbe uscire al più presto. L'uscita ha subito dei ritardi negli ultimi due anni a causa del mio pesante  programma di insegnamento.

Per i lettori interessati, segnalo alcuni siti web:

Facebook: https://www.facebook.com/Catherine.Asaro/
Twitter: https://twitter.com/Catherine_Asaro
Google+: https://plus.google.com/u/0/116671511828914129713/posts

Grazie per l'intervista, ed i miei migliori auguri a tutti i lettori.

NOTE:
(1) hard science fiction: in italiano "fantascienza tecnologica" è quella corrente della fantascienza che pone particolare attenzione ai dettagli scientifici e tecnologici . Gli scrittori hard sf cercano sempre il massimo dell'accuratezza scientifica all'interno delle loro opere.
(2)  romance: in italiano corrisponde più o meno al nostro romanzo rosa, genere che sostanzialmente tratta di storie d'amore tra due individui destinate ad avere un finale positivo.

INTERVIEW WITH CATHERINE ASARO- THE ENGLISH VERSION!


This interview is dedicated to the American  science fiction writer (twice winner of the Nebula Award) Catherine Asaro. I thank the writer for his kindness and for his availability.
HERE you can get a small portrait, which I dedicated to the writer
I wish you a good read!

Nick: Wellcome on Nocturnia, it is an honor to have you as a guest. and thank you for accepting this interview.
As a first question I'd like to talk about your beginnings and the journey that you have made before he became a writer

Catherine Asaro:  Nicola, hello. It's a pleasure to be here.

Nick:  You have a solid background with scientific studies at Harvard and UCLA, your father is that Frank Asaro who first discovered the iridium anomalies that led to the formulation of the asteroid theory fell to Earth 66 million years ago. And many of your works- starting with your first novel "Primary Inversion (1995) - contains a lot of hard sf. How do you consider important to have a solid scientific background to become a good sf writer ?

Catherine Asaro:  I have to admit, I never really thought about it when I first started writing. I put science in my stories because it comes so naturally to me. I didn't consciously think about it until people started commenting on my hard science fiction books. I didn't actually know what hard sf meant until that happened.

I don't think you need a strong science background to write good science fiction. Heck, not everything I write is hard sf. I do think it's important to get the science right if you include it in your books. If you don't know the science, it's okay to leave it out. You can just say "the starship drive," for example, instead of trying to explain the physics. If you want to include science but don't know it, you can always ask a scientist for help, either another writer, or someone they might be able to recommend who is open to answering questions about the science in science fiction.

Nick:  In Italy has been very successful your novel The Quantum Rose ( in italian: La Rosa Quantica) in 2000. The Quantum Rose is one of your most famous  books of the saga of Skolian Empire where you connect hard science fiction, romance and space opera. To combine romance and element of hard science fiction is a little your personal approach to narrative. What does fascinate you in this mix?

Catherine Asaro:  That's another aspect I never thought about, either. I just did it. I also didn't know romance existed as a genre until my first book came out and all the controversy started about how I mixed a romantic version of the Romeo and Juliet story (but with a happier ending) with very hard science fiction. I caught me by surprise. After all, intimate relationships are part of life. The Quantum Rose is a retelling of the Beauty and the Beast folk tale, set in a science fiction milieu.

The Quantum Rose is also an allegory for quantum scattering theory, as described in an essay at the end of the book; hence the title. It isn't actually all that hard in terms of science fiction, at least compared to some of my other books, because it takes place on a lower technology planet. The allegory came about because I was writing my doctoral thesis on the coupled channel quantum scattering theory of polyatomic photodissociation at the time I was working on a draft of the book. I didn't set out initially to create the allegory, but partway through writing the book I realized what I was doing; my characters were playing out stories that symbolized what I was doing with the equations and physics in my thesis.

Nick :  Reading your Saga of Skolian Empire I have the feeling that the whole serie represents your analysis  about how technology and science change the people and the interpersonal relationships too, and that the whole series of stories talks about how the definition of "other" , of "foreign" and "alien" changes. Is it a wrong reconstruction this mine?

Catherine Asaro:  I think that does inform my writing a great deal. I've always been aware, as a woman in science, of being "the other," especially when I first started to pursue my studies, back in the 1970s. There were even fewer of us in math and physics back then. Even before that, though, I was always been aware of the aspects of relationships that you mention. It's just part of my world view.

Nick:  The Saga of Skolian Empire is focused on the events of a single family, the Ruby Dynasty. Why this idea? Has it represented a way for you to give more continuity to the events? Or is it a way to attach the readers?

Catherine Asaro:  I started making up their stories when I was a little girl. I loved doing it. it was fun. At university, both undergraduate and graduate school, it offered a way for me to unwind from my studies. One day, I started writing down the stories, and it took over. I knew then I wanted to be a writer. I went on to finish my doctorate, did a postdoc, and then was a professor for a few years before I finally gave in and decided to write full time.

Nick:  You're always been very attentive to the characterization. What matters most to the success of a good story: the setting, the world building; a good plot or a well-managed characters?

Catherine Asaro:   The characters do indeed come first for me, their relationships of all kinds, their situations in life, their stories. But their stories are so wrapped up in the world building and the plot lines, that it is hard to separate them. I know for myself, though, that if I don't care about the characters, I don't enjoy a story as much, either others or my own. So character comes first.

Nick:  Could you give us your personal definition of science fiction? And How do you see the health of this genre today?

Catherine Asaro:  I would call science fiction any fiction that draws on our scientific knowledge, in contrast to fantasy which draws on folklore or mythologies. Both seek to explain how the universe works, but coming from different directions. I love both genres, and I think the boundaries are so blurred that it is impossible to define one of the other.

The genre is thriving. We have more science fiction and fantasy being written today than ever before, in more genres and sub-genres, and it's more inclusive than it has been in the past. The field has grown so big and diverse, it includes stories for a much broader audience. You can still find sf in the traditional style of the science fiction I grew up with, that led me to love the genre, but you can find so much more varied approaches nowadays. I'm thoroughly encouraged by the directions I see the field taking.

Nick:  Future plans: What are you working on now and what should we expect from Catherine Asaro in the near future?

Catherine Asaro:  I just today got back my editor's comments for my next book, Beneath the Bronzed Skies, which is in the Major Bhaajan mystery series. That one should be coming out sometime within the next few months. I've also been meaning to get Lightning Strike, Book II out as soon as possible. That one was delayed due to my heavy teaching schedule the past two years.

For interested readers, I have some websites at:

Facebook: https://www.facebook.com/Catherine.Asaro/
Twitter: https://twitter.com/Catherine_Asaro
Google+: https://plus.google.com/u/0/116671511828914129713/posts



Thank you for the interview, and my best wishes to all your readers.

20 commenti:

  1. Brava anche Catherine! Mi sono piaciute le sue risposte in materia di fantascienza e fantasy.

    P.S. Devo ammettere che quando ho letto "integrale" ho sudato freddo. Mi son detto: ecco che il Nick mi inchioda alla sedia per un paio d'ore ;D

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  2. @ Ivano Landi
    E invece questa intervista su richiesta dell'autrice che aveva poco tempo per problemi familiari è "leggermente" più breve delle altre, contento? :D
    Invece la prossima..ah, la prossima......vedrai, vedrai.... ;)

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  3. Ottima intervista, mi hai fatto conoscere un'autrice che ignoravo e che penso possa piacermi ;-)

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  4. Bella intervista👍 non conoscevo questa autrice! "La rosa quantica" mi ispira molto, adoro la fiaba "La bella e la bestia"!😊

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  5. Devo segnale un grave errore di traduzione.
    La parola scattering non significa dispersione ma diffusione. Data la confusione per entrambi i termini, generalmente la parola scattering non viene tradotta nella letteratura scientifica italiana.
    Per tale motivo, fenomeni come il "light scattering", "quantum scattering", ecc vengono tradotti con "scattering della luce", scattering quantistico, ecc.
    Un ultimo appunto. Tutti gli scattering sono quantistici, nel senso che per descrivere il meccanismo di scattereing tra due oggetti quali luce, elettrone, ecc, bisogna utilizzare la meccanica quantistica.

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  6. Considerate le mie cognizioni di scienza e fisica... non potrò mai scrivere storie SF :-D

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  7. @ Lucius Etruscus
    Grazie davvero, anche se per motivi di salute diventa senpre più difficile tenere aperto il blog.

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  8. @ vanessa varini
    Grazie anche a te. La bella e la bestia è anche una delle mie preferite.

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  9. @ lasec
    La ringrazio, non essendo un esperto di materie scientifiche la cosa mi sarà sfuggita. Terrò conto delle sue preziose correzioni.
    Più tardi correggo.

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  10. @ Ariano Geta.
    Esistono diversi tipi di fantascienza e non tutti prevedono l' utilizzo della scienza.
    Quindi sta tranquillo.

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  11. Ecco, dire che i confini tra i generi sci-fi e fantasy sono labili è onesto :D Anche perché tutto evolve, e meno male, così cadono un po' di muri e fisime.
    Mi ha fatto sorridere la dichiarazione che non ci sia bisogno di un forte background scientifico per scrivere della buona fantascienza seguita poco sotto dallo spaventoso spiegone scientifico (così delicatamente rimarcato anche nei commenti XD)
    Grazie Nick per le tue interessanti interviste ^_^

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  12. @ GLò
    Visto? Dai, l'importante è che un'altra intervista è stata portata a termine.;)
    Grazie a te per aver apprezzato.

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  13. Mi associo al pensiero di Glò. Lo spiegone scientifico mi evoca... mi evoca... bah, lasciamo perdere, di account fake è pieno il web. Per il resto bravo Nick, autrice che non conoscevo. Cosa nuova imparata, prendo e porto a casa 😂😂😂

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  14. Romance Sci-fi??? Questa mi mancava! Non mi stupiscono le polemiche di cui parla la tua intervistata. Magari non è poi nemmeno così male; magari dipende da quali sono le proporzioni. Comunque non so se me la sento di verificare di persona.

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  15. @ massimiliano riccardi
    La cosa bella è che un troll o un account fake danneggia e scredita solo sé stesso, sopratutto se interviene in maniera supponente -e questo parlando sempre in generale, capisciamè. ;)
    Anche perché è facile sempre criticare gli altri senza esporsi in prima persona- e questo parlando sempre in generale. ;)
    L'importante è non darli mai spago e non darli soddisfazione. :)
    A presto amico.

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  16. @ Obsidian M
    Qualche polemica c'è stata anche in Italia a proposito del genere, credimi, ho verificato con i miei occhi. Comunque resto convinto che un libro va giudicato solo in base ad un unico criterio, cioè se piace o se non piace (e questo dipende dai gusti soggettivi o meno). Lo stesso vale per i generi, dire che una cosa è hard sf e un 'altra no non sempre è un ragionamento corretto. Intendiamoci, le classificazioni sono importanti ma diventarne schiavi o essere troppo rigidi non porta mai da nessuna parte.
    Anzi alla fine è controproducente. ;)
    P.s
    Il romance SF non è nemmeno la mia tazza di te, però io ritengo che se si parla di un genere, che sia la fantascienza, il poliziesco o qualsiasi altro bisogna farlo parlando di tutti gli aspetti e di tutte le voci, anche di quelle che sentiamo meno vicine a noi. Poi legittimamente ogni lettore farà le sue scelte in base al proprio gusto personale, però s esi è un recensore bisognerebbe dare spazio tutte le tendenze, io almeno la penso così

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  17. @ Nick Parisi
    Ho appena riletto il mio post e potrebbe sembrare un poco troppo dottorino. Però devi pure capire che di scattering elettrone-superfici ci ho fatto tesi di laurea, dottorato e tuttora fotoemissione. Insomma....
    Mi scuso se sono stato pedante.

    Ho letto alcuni post dove c'è una velata accusa di fake. Fate vobis...

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  18. @ lasec
    Egregio lasec, le rispondo solo adesso perché ho preso l'abitudine di stare il meno possibile in rete perlomeno il fine settimana. Vengo ora alla risposta.
    Devo dire di aver apprezzato questo suo secondo commento, in quanto al primo io accetto sempre le critiche e le correzioni sopratutto da chine sa più di me, infatti -come vede- ho corretto sulla base del suo commento. Quello che a me personalmente mi aveva lasciato perplesso era il tono usato specialmente da parte di una persona che non conosco e che- a meno che non ricordi male- era la prima volta che si presentava. Ora lei stesso ammette di aver usato dei toni un po da dottorino (parole sue) e se questo è stato l'effetto che ha riscontrato lei figuriamoci in me che non la conoscevo. E' un po come quelle persone che una volta entravano in casa d'altri senza salutare o senza togliersi il cappello. Le dico questo senza polemiche e con il massimo rispetto interpersonale, mia madre- da buona professoressa di italiano mi ripeteva sempre che non conta solo quello che si dice ma conta anche "come si dicono le cose".
    Ecco, io credo che tutto sia nato anche i commenti successivi, sulla base di quel suo primo intervento, tutto è stato conseguenziale. Inoltre deve capire che per gente che si firma con nome e cognome trovarsi di fronte un nickname con pochi riferimenti il dubbio può scappare, a posizioni invertite verrebbe anche a lei.
    Non le pare? ;)
    Per quanto riguarda la sua laurea, il suo dottorato io le faccio i miei complimenti, si vede che la materia la appassiona e adesso comprendo che il suo primo commento nasceva da questa passione, lei stesso però deve comprendere che io non sono un esperto, cosa che in questi anni nei miei post ho ripetuto fino alla nausea e quindi è scappato l'errore di definizione, ma senza malafede o senza volontà di semplificare eccessivamente la materia.
    Comunque visto che lei è un esperto di materie scientifiche la invito a scrivermi in privato col suo nome e cognome (la mia mail la trova nel modulo contatti e disclaimer) e se vorrà potrei utilizzarla come consulente (purtroppo non pagato, visto che io non sono una multinazionale) nel caso in cui debba tradurre qualche altra intervista con termini troppo tecnici.
    Saluti.

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