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martedì 14 giugno 2022

KULT ACTRESS: ROSALBA NERI & PATRIZIA VIOTTI, TRA VENERE E DRACULA.

 LE ATTRICI DEL "CINEMA BIS" ITALIANO.

 La storia del Cinema italiano è sempre stata costellata di varie fasi, momenti di grande crisi e attimi di rilancio, successi e fallimenti, Cinema d'autore accompagnato da una proliferazione di generi. Generi che spesso tra il pubblico italiano ed estero hanno ottenuto più successo del cosidetto " Cinema Alto".

I generi sono stati molteplici, dal peplum allo spaghetti western o lo spionistico passando per l'horror ed il poliziottesco, fino alla commedia erotica (quella con le varie Fenech e Bouchet per intenderci)  e quella all'italiana ( dai vari Totò e De Filippo fino ai quattro "Colonnelli" fino ai più recenti fenomeni odierni) giusto per citare quelli più conosciuti e ricorrenti .

Lo stato di salute di una cinematografia ha sempre dipeso dalla floridezza dei suoi tanti "rivoli" compresi quelli ritenuti, a torto secondo l'umile parere di chi scrive, più infimi. Rivoli che spesso hanno potuto approfittare della presenza di alcune presenze diventate di " Culto". Presenze di attori e di attrici i cui volti e nomi sono stati indissolubilmente legati a quei film.

Oggi però si parlerà principalmente di Attrici.

L'altra metà del Cielo si sarebbe detto una volta .

Creature bellissime, il cui aspetto fisico in alcuni casi ha finito per eclissarne il talento.

 Ecco alcuni esempi.

ROSALBA NERI.

Di origine forlivese nata nel 1939, dotata di una bellezza irregolare ma molto sensuale e di uno sguardo magnetico estremante potente, al punto da essere ribattezzata alle volte come The Italian Sphinx, la bruna Rosalba Neri è stata una presenza costante del grande schermo a partire dalla fine degli anni ' 50' s

In tutti i generi sopraccitati.

La Neri infatti è comparsa in diverse produzioni western, peplum ed avventurosi. Spesso si trattava anche di coproduzioni europee, il più delle volte con la Spagna, la Francia e con l'allora Germania Ovest. Grazie al suo fisico è stata cooptata in numerose occasioni nella commedia italiana,anche di quella più scollacciata dove si accompagnava sovente ad altre stelle e starlette del periodo.

Per quanto riguarda i generi amati da Nocturnia, oltre a quel  La Bestia Uccide a Sangue Freddo del 1971 che ho ricordato lo scorso anno, la Neri è apparsa anche nell'imperfetto horror Il Plenilunio delle Vergini del 1973 e nel misconosciuto Lady Frankenstein sempre del 1971.

Per quanto riguarda il primo titolo citato ( e conosciuto all'estero come The Devil's Wedding Night), un film fortemente voluto dall'attore americano Mark Damon che ne fu sceneggiatore  e che lì interpretò ben due ruoli, l'attrice qui nelle vesti di una crudele ma carismatica vampira più volte rimarcò le difficoltà della lavorazione dovute alle ripetute assenze del regista incaricato Luigi Batzella ( qui accreditato con lo pseudonimo Paolo Solvay ) nonchè al pessimo carattere dello stesso, al punto che l'aiuto Aristide Massaccesi (il grande Joe D'Amato) fu spesso costretto ad intervenire in prima persona girando numerose scene inizialmente non previste nel suo programma personale di lavorazione. Girato al Castello di Balsorano, location abituale nei film orrorifici nostrani, la pellicola presenta alcune imprecisioni e buchi nella trama, però rimane un film interessante sotto numerosi aspetti, non ultime diverse citazioni o riferimenti al altre pellicole del periodo, non ultima la menzione ad un "certo " demone chiamato Pazuzu.

 

Per quanto riguarda il secondo film, bisogna dire che trattandosi di una coproduzione con gli Stati Uniti si trattò di un tentativo di inserirsi nel filone aperto dai vari Corman o Hammer Film. In questo caso l'attrice italiana recitò nelle vesti ( non sempre coprenti) della figlia del Barone Frankenstein .

La Neri partecipò anche ad alcune produzioni internazionali di una certa importanza come il primo film della serie "Angelica". Però come da lei stessa dichiarato in una intervista per la rivista Nocturno, il suo matrimonio con una persona totalmente slegata al mondo del Cinema e in base alle richieste dello stesso marito l'attrice nel 1979 abbandonò totalmente, e senza troppi rimpianti, gli Schermi.

PATRIZIA VIOTTI (1950-1994)

Di lei per la verità si è sempre più parlato nelle pagine di Cronaca (prima in quella che una volta si chiamava Cronaca Rosa ed oggi più semplicemente gossip e poi nelle pagine di "Nera") che per la sua carriera come attrice.

Procediamo per ordine, perchè la sua è una vicenda umana e professionale complicata e ancora oggi, con alcuni contorni non del tutto chiariti.

Patrizia Viotti nasce in quella che una volta si sarebbe definita "una famiglia bene" della borghesia romana, dotata della tipica bellezza longilinea che tanta fortuna ebbe sul finire dei sixties, assieme alla sorella maggiore Piera comincia ben presto a lavorare come modella prima e come attrice in un secondo momento.

Il genere che va di moda in quel momento è quello dei fotoromanzi, inoltre in piena epoca di liberazione sessuale all'interno del settore i fotoromanzi che vanno per la maggiore sono quelli erotici.

Soldi facili, il lavoro giusto al momento giusto.

E prima che qualcuno avanzi un giudizio morale, per quanto possa sembrare strano oggi, mostrare il corpo negli anni Sessanta viene considerato da molte donne quasi come una forma di femminismo e lberazione della donna.

inoltre più di un attore e di una attrice diventati poi famosi esordiscono in generale lavorando per i fotoromanzi.

E Patrizia Viotti diventa un volto discretamente riconoscibile tra le interpreti dei fotoromanzi erotici, in particolare sarà un titolo tra tutti: "Lunella" a darle la maggior fama.

Ma anche i maggiori problemi con la censura.

 

L'anno che conta però è il 1969.

Succedono tante cose nel 1969, ma quello che conta nello specifico è che la nostra protagonista, come molte altre ragazze inizia a frequentare il locale più alla moda della capitale, il Piper, lì fa la conoscenza con un cantante molto in voga, il gallese Mal dei Primitives.

I due si piacciono, si frequentano, iniziano una relazione e per una breve estate vanno anche a vivere assieme a Milano

C'è però un ma, c'è sempre un ma.

Per la legge italiana del periodo che pone la maggiore età ancora a ventuno anni, Patrizia Viotti è ancora una minorenne e potrebbero esserci complicazioni legali, inoltre il continuo concedere interviste sulla relazione con il cantante , il suo perenne cercare l'attenzione delle riviste fanno nascere in più di una persona il sospetto che la giovane attrice stia sfruttando il suo legame con il cantante solo per farsi pubblicità. Ma, in questo frangente nessuna delle due parti in causa può dirsi innocente, anche Mal compirà durante il loro rapporto ed anche dopo la sua brava dose di sbagli, perché stiamo parlando di due ragazzi ancora molto giovani, forse troppo. E nessuno dei due ha ancora la maturità giusta per farsi carico di una relazione duratura.

 

La goccia che fa traboccare il vaso sarà l'annuncio da parte di Patrizia Viotti della sua gravidanza.

Gravidanza che non sarà mai portata a termine, le cronache del tempo parleranno di aborto spontaneo.

L'evento causa anche la fine della liason, i una bruttissima fine dal momento che i genitori della ragazza faranno causa al cantante per il suo comportamento visto che l'uomo viene considerato colpevole per la conclusione della relazione a causa della sua paura di perdere tutte le sue giovani fans, anche se l'attrice, in un primo momento continuerà a dirsi molto legata al cantante anche  e in alcune circostanze si presenterà ancora come "la fidanzata di Mal"

Prosiegue anche in piccola carriera come interprete, anche in questo caso principalmente nel filone erotico, anzi nei "Decamerotici".

Nel 1971 fa in tempo ad arrivare anche un horror- gotico: La Notte dei Dannati, girato da Walter Filippo Ratti una cupa storia di stregoneria e di magia nera, interpretato oltre che dalla Viotti anche dal francese Pierre Brice (uno dei tanti attori transalpini che in quegli anni si erano catapultati verso la "Hollywood sul Tevere" in cerca di fortuna e che con la modella  romana aveva già lavorato ai tempi dei fotoromanzi) e da un altra italica starlette chiamata Angela De Leo.

Si tratta di una pellicola minore, in certi momenti perfino raffazzonata con scenografie e musiche prese di petto da altri film, e sopratutto che non fa nulla per nascondere la sua natura per così dire, derivativa.

Non mancano i momenti morbosi e le scene di nudo e situazioni che replicano il "già visto", però in definitiva, La Notte dei Dannati pur non essendo certamente un capolavoro, si fa vedere, con un finale che potrebbe dar adito perfino all'idea di un seguito incentrato stavolta sul vampirismo.

 

Del film esistono anche delle versioni più spinte realizzate per i mercati esteri, pratica molto comune al tempo. In fondo la carriera della Viotti sta tutta quì e in un'altra manciata di lavori; nel 1976 la sua attività si fermerà del tutto a causa di una brutta questione di droga, culminata nell'arresto della donna e di suo marito. Lei passerà 27 giorni in carcere mentre al marito andrà molto peggio. Sarà però solo il primo di tanti incontri col la Giustizia , compresi un arresto successivo per guida spericolata culminato nel ritiro della patente. In tutto questo anche la morte in tragiche circostanze del fratello dell'attrice diventerà un modo per calamitare l'attenzione morbosa di giudici e giornalisti scandalistici, coi primi che giungeranno al punto di bloccare perfino la pratica della donazione degli organi del deceduto in funzione di una loro indagine.

Da allora di Patrizia Viotti non se ne parlerà quasi più, ogni tanto nel corso di qualche intervista Mal ricorda (per la verità non sempre volentieri) il nome della sua ex fiamma e i tempi della loro "storia".

FINE.

2 commenti:

  1. In effetti il mondo del cinema è anche una quantità enorme di personaggi che hanno avuto il loro quarto d'ora di celebrità ma poi sono tornati in una sorta di anonimato, probabilmente molto più difficile da accettare dopo aver brevemente sperimentato l'adrenalina delle "luci della ribalta".

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  2. @ Ariano Geta
    Verissimo, è sempre stato così ed in fondo è uno di quegli elementi che concorrono a creare la mitologia del cinema. Una mitologia a volte un po' macabra, come nel caso di Patrizia Viotti.

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