INTRO.
Da quando esiste la Fantascienza come genere, è nato in Francia un mercato letterario con una propria dignità nazionale, uno dei pochi nello scenario dell' Europa occidentale , forse l'unico anzi, in grado di rappresentare una valida alternativa a l'immaginario a stelle e strisce.
Un universo che non sempre si conosce, che non sempre è stato tradotto all'estero con la cura che avrebbe meritato.
Tre sono i nomimaggiormente ricorrenti in questi ultimi decenni nella letteratura francese di fantascienza :Pierre Bordage; Roland C. Wagner e Jean-Claude Dunyach.Ognuno con il suo stile personale, con la propria linea: Se Bordage privileggia surreali ricostruzioni di complotti galattici, Wagner costruisce una propria propria storia alternativa grazie al "Ciclo dei Futuri Misteri di Parigi non disdegnando al contempo d'inserire citazioni Rock n' Roll mentre Dunyach si rivela il più internazionale del terzetto nella sua costruzione di vicende magari spruzzate di esistenzialismo ma dotate di forte empatia, con una vera e propria immedesimazione nei confronti dei suoi personaggi.
Un linguaggio universale che ha garantito all'autore diverse volte la traduzione dei suoi racconti in lingua inglese, prima in Gran Bretagna con la storica rivista INTERZONE poi negli Stati Uniti nelle antologie del meglio della Fantascienza curate da David Hartwell (le famose YEAR'S BEST SCIENCE FICTION ) in cui- caso unico per uno scrittore proveniente da un paese non anglofono- Jean-Claude Dunyach è stato inserito più volte.
Dunyach, nato nel 1957 segue il cammino classico dello scrittore di genere, consegue una laurea ed una specializzazione in materie scientifiche, Matematica Applicata , nel suo caso. Comincia poi a lavorare come ingegnere presso l' Airbus di Tolosa, sua città natale.
Infine prepotentemente arriva la scrittura.
Da questa passione vengono fuori sette romanzi ultrapremiati dalla critica e dai lettori nell' Esagono (come affettuosamente i francesi chiamano a volte geograficamente la propria nazione ), ma è sopratutto nella narrativa breve, nei racconti che lo scrittore dà il meglio di sè.
Leggere un racconto scritto da J-C. Dunyach significa entrare in confidenza con i suoi personaggi sia quelli maschili che femminili, vivere con loro, soffrirci assieme. E giunti nel momento in cui fatidica prorompe la parola fine rimpiangere di esserci arrivati anzi scoprire di desiderare di poterne leggere ancora di più.
Dunyach é meno politico di molti suoi colleghi francesi. A lui interessa raccontare storie magari travestite da fiabe ma tutte indubitabilmente ricche di passione ed personalità.
Storie evocative in cui a contare è l'equazione umana.
In Italia dello scrittore di Tolosa è stato tradotto da Fanucci il romanzo STELLE MORENTI scritto in collaborazione con Ayerdahl(un altro bravissimo scrittore francese) nel 2000 mentre diversi racconti brevi sono stati pubblicati in diverse antologie. Un elenco abbastanza aggiornato si può trovare QUI.
Ne segnalo due in particolare meritevoli di essere letti: il bellissimo DECIFRARE LA TRAMA (Dechiffrer la Trame) nel Millemondi Urania # 25 del 2000 che, a suo tempo, fece ottenere all' autore in patria il Prix de l'Imaginaire e il Prix RosnY , e l'altrettanto fondamentale IL TEMPO MENTRE EVAPORA (Time,as It Evaporates...), tradotto nel Millemondi # 46 del 2008 in cui la fine del Mondo viene solo utilizzata come metafora per descrivere con profonda e commovente empatia la storia di una donna in cerca di amore e comprensione.
Dunyach, che continua a lavorare presso Airbus, non è solo uno scrittore di fantascienza, ma è anche conosciuto come in patria come autore di testi musicali. E' stato, inoltre, tra i creatori di GALAXIES la più importante rivista francese di racconti ad argomento fantastico nonchè saggista e curatore di antologie sulla fantascienza d'oltrape, spesso riuscendo nel difficile compito di scoprire e lanciare nuovi autori.
Ultima della serie è DESTINATION UNIVERS 2012 presentata al Festival ZONE FRANCHE di Bagneux proprio in questi giorni.
A Dunyach ho chiesto se avesse voglia di fare una piccola chiacchierata sulla sua narrativa e sulle sue attività all'interno del settore fantascientifico, sullo stato della fantascienza in Francia e sulle differenze, vere o presunte, esistenti tra il mercato americano e quello europeo.
Sono felice di poter annunciare che la prossima intervista che comparirà su questo Blog sarà quella realizzata con Jean-Claude Dunyach.
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24 minuti fa
21 commenti:
E riapriamole 'ste frontiere! Usciamo dallo steccato eretto da quattro buzzuri che agiscono da gatekeeper / editori. Mi sento già globalmente ignorante, vediamo adesso che ci rivelerà la chiacchierata con questo autore.
In arrivo un'altra intervista delle tue eh? Bene, bene! :)
Articolo interessante,non conoscevo questo scrittore.
Complimenti per l'intervista;-)
@ Angelo.
Io credo che pian piano riapriremo le frontiere, ma per farlo bisognerà che ci sia l'interesse di tutti, non solo degli editori ma anche dei lettori.
@ Michela e Fra Moretta.
Grazie del sostegno. ;)
Ormai sei lanciato...che meraviglia...
Attendo ansiosa.
Ciao
Angie
A proposito, scusami, ma ora sono piuttosto indecisa sui 7 da nominare, anche perchè vorrei fare qualcosa di nuovo..
Un grande abbraccio
Angie
@ Angie.
Lunedì o martedì uscirà l'intervista, grazie a te per la presenza costante.
Mah, non saprei se chiamarlo proprio "movimento letterario". In realtà, il più originale mi sembra l'ultimo, ossia Dunyach, il quale è riuscito con una certa morfologia letteraria a superare alcune barriere. Che i francesi siano l'unico esempio non direi: segnalo che ultimamente nelle università e nei convegni americani è spesso citata la meno conosciuta "fantascienza italiana". Come al solito, ci notano prima loro che noi stessi. Ma tant'è.
complimenti per l'ennesimo colpo! stai entrando nell'Olimpo dei grandi dalla porta principale!
@ A.D.
Carissimo Alfonso, mi fa piacere la tua segnalazione. Ti assicuro,comunque che da parte mia non c'è nessuna sottovalutazione della "fantascienza italiana", anzi c'è tanto amore anche se a volte la vorrei più viva e propositiva, come testimonia questo mio vecchio post su cui mi piacerebbe conoscere un tuo parere in quanto scrittore:
http://wwwwelcometonocturnia.blogspot.com/2011/10/sullo-stato-della-fantascienza-in.html
Quello che vorrei anche è che si ricominci a parlare di fantascienza in generale: italiana, francese; ungherese; keniota (se pure esistesse)
Non c'è neanche nessuna esterofilia estrema, quello che dicevo nell'articolo (e forse sarà colpa mia che non mi sarò spiegato bene) era altro. Cioè che non esiste solo la fantascienza targata U.S.A.
Però capisco le basi della tua critica ma ti assicuro, questo è un discorso che m'interessa moltissimo. E su cui ritorneremo. ;)
Ciao.
@ TIM.
Grazie, se va tutto bene dovrebbero arrivarne a breve altre di interviste.
Bene, bene...aspetterò lunedì/martedì per leggere la tua intervista.
Mi affascina l'idea che molti scrittori, e anche Dunyach da quanto leggo, partano per una strada lontana dai libri, e poi si ritrovino benissimo nel ruolo di scrittori.
Allora mi metto in modalità "attendere prego" :D
@ Melinda.
Non sarà un attesa troppo lunga. Promesso. ;)
@ Nick: la mia non era una critica nei tuoi confronti. Anzi. La tua passione l'ho notata eccome, così come l'amore per i generi che anch'io amo di più, nonostante sia da poco che bazzico il tuo blog. In realtà, ho cominciato a frequentarlo proprio per questo. No, era solo una constatazione generale, un "assist" che volevo farti per conoscere il tuo pensiero in merito. E mi spiace se ti ha dato l'impressione di una critica.
Per il discorso cosmopolita, ti do perfettamente ragione. Infatti, è proprio per questo che non gradisco che si discrimini la fantascienza italiana (così come ucraina o africana). Darò un'occhiata al tuo link che credo sia molto interessante ed esprimerò in sede la mia opinione.
@ A. D.
Carissimo Alfonso.
Non ti preccoupare, anzi credimi anche se fosse stata una critica nei miei confronti l'avrei accettata, io credo nello scambio di opinioni e nella libertà di critica.
Anzi mi scuso io se non ho capito bene il senso delle tue parole.
Detto questo io credo che tu abbia ragione su una cosa fondamentale: nel nostro paese non riusciamo ad apprezzare quello che abbiamo. L'esempio che tu hai fatto nel tuo precedente commento è calzante, nei college U.S.A si studia la fantascienza italiana mentre qui da noi viene trascurata. Questo è esemplificativo, ma potremmo fare tanti esempi, pensiamo a Mario Bava e al suo cinema, da noi era sottovalutato, mentre all' Estero veniva considerato un maestro dell' Horror. E potremmo andare avanti a lungo.
Del resto noi siamo il paese in cui la critica ha scoperto che Totò era un grande attore solo dopo la sua morte...
Un aneddoto, caro Nick: nei lontani anni '80, pubblicai il mio primo racconto horror sulla prestigiosa rivista americana "Creep", rispolverata dalla MAG international. La redazione mi accettò lo scritto in seconda istanza, guarda caso quando spedii l'elaborato con i miei dati (nato a New York), e firmandomi con uno pseudonimo. Ma la cosa incredibile è che nella versione originale, in inglese, il racconto uscì col mio vero nome, mentre in quella italiana con lo pseudonimo (Alex Dyme)! Questa la dice lunga su come sono sempre andate le cose...
PS: ho dato un'occhiata al tuo link. Vi ho trovato un articolo molto interessante su un vecchio (grande) sceneggiato della RAI sul soprannaturale, ma nulla riguardo alla fantascienza italiana. Un errore?
Ecco perché io e te concordiamo sul valore di alcune idee francesi e aborriamo nazionalismi da vini e palloni. Ciò non esclude l'occhio attento anche sul nostro territorio, certo! No alle frontiere!
Attendo l'intervista! :)
@ A.D
Ho controllato e non riesco a capire cosa sia successo il link sembrerebbe essere questo
http://wwwwelcometonocturnia.blogspot.com/2011/10/sullo-stato-della-fantascienza-in.html
Nel caso l'articolo si chiama
SULLO STATO DELLA FANTASCIENZA IN ITALIA E DELLA SUA CRITICA e risale ad Ottobre 2011
Ciao.
@ Occhio.
E' vero, non ci capiamo.
@ Lisa Corradini.
Il merito è sempre degli autori che accettano. Grazie per i complimenti. ;)
Se tutto va bene, martedì l'intervista sarà online.
Ciao.
L'ho beccato, stavolta è quello giusto. E ho commentato là.
Interessantissimo.
Non conosco l' autore e cercherò di recuperare il poco che è stato tradotto qui da noi.
Provo un pizzico di rabbia per non poter leggere tante belle cose che non arriveranno mai.
E complimenti per la prossima intervista ;)
@ A.D
Ho visto, scusa il ritardo adesso ti risponderò anche.
@ Il giorno degli zombi.
Credimi capita lo stesso anche a me, pensando a tante cose che non vedremo mai tradotte.
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