Una nuova "breve" scheda per il nuovo ospite delle Interviste Nocturne.
Con lo scrittore americano Walter Jon Wiliams torniamo brevemente alla fantascienza, ma ad una fantascienza che rifugge dalle regole e dagli schemi.
A differenza di molti altri scrittori Williams - pur essendo stato a lungo associato con Cyberpunk -non ha un genere preferito di appartenenza dal momento che nel corso della sua carriera si è divertito a spaziare da un settore all'altro. Dalle atmosfere post moderne del (per l'appunto ) Cyberpunk alla space opera barocca che più barocca non si può, fantascienza militare, romanzi di Star Wars passando per la satira del genere fino ad una sorta di science fantasy se è possibile ancora più colta e barocca rispetto al resto della sua produzione.
Nel corso degli anni anche la forma ed il formato della scrittura di Walter Jon Williams (da adesso in poi WJW ) si sono evoluti nel corso degli anni: dagli immensi manuali sui giochi di ruolo e sulle loro regole compilati ad inizio carriera fino ai bellissimi romanzi brevi in cui lo scrittore si è specializzato negli ultimi tempi.
E sempre con opere di altissima qualità.
Ma partiamo dall'inizio.
Alcuni dati biografici: WJW è nato nel 1953 a Duluth, una tipica città del Minnesota, ha studiato presso l' Università del Nuovo Messico completando gli studi nel 1975.
E sempre nel Nuovo Messico risiede da anni.
WJW comincia a scrivere a livello professionale dal 1982, inizialmente -come già ricordato- si tratta di manuali per Role Games, di cui l'autore è un grande appassionato.
Ma se questa passione continuerà ancora oggi, tra le altre cose infatti WJW
ha costituito un gruppo di giocatori con molti altri scrittori ( di cui fa parte un certo George R. Martin ) ben presto in ambito professionale l'autore si dedicherà alla narrativa vera e propria.
E' il 1984 e il romanzo s'intitola Ambassador of Progress
Prima di quel momento c'erano sì stati alcuni scritti ma solo col nome "Jon Williams" quasi come se l'autore volesse differenziare la sua narrativa dai manuali.
Ma gli anni 80 s sono sono il periodo giusto per la rivoluzione letteraria, per un tentativo di rinnovo del settore e saranno anche il momento giusto per Walter Jon Williams
Quella rivoluzione si chiamerà Cyberpunk e ne vediamo tutt'ora gli effetti nel mondo della narrativa.
In quegli anni diventa un autore di primo piano, sia con la trilogia Hardwired composta da romanzi legati al genere Cyber ma con un tocco estremamente personale e con omaggi a scrittori dallo stile ricercato e di maniera come Roger Zelazny.
I romanzi della trilogia sono:
-Hardwired (1986) tradotto in Italia dalla scomparsa casa editrice bolognese Phoenix Enterprise nel 1995 col titolo I Guerrieri dell'Interfaccia.
-Solip: System del 1989
- Voice of the Wirlwind (1987) tradotto in Italia dalla Fanucci (quando era ancora uno dei maggiori editori di fantascienza nel nostro paese ) nel 2000 nella defunta collana Solaria.
Il titolo scelto è La Voce del Vortice.
Sia con opere come Aristoi (1992)* che rappresentano al tempo stesso un opera di transizione verso la space opera più classica sia uno degli ultimi capolavori riconosciuti del Cyberpunk.
Aristoi è probabilmente uno dei romanzi più ambiziosi mai scritti da Williams, una lunga storia su una società apparentemente perfetta, gestita da una elite virtualmente immortale, gli aristoi del titolo, organizzati nella Logarchia, un sistema sociale basato sul libero scambio di informazioni.
Quello che gestisce tutto è un sistema chiamato Hyperlogos, una immensa banca dati che contiene tutto il sapere, le conoscenze e perfino le emozioni delle generazioni passate.
Qualcosa però comincia ad andare storto, forse perché il sistema è troppo stagnante.
O forse semplicemente c'è qualcuno che intende distruggere la società per creare qualcosa di nuovo.
In seguito WJW differenzia notevolmente la sua produzione
cimentandosi sia nel genere della storia alternativa (divertentissime le sue storie con E.A Poe immaginato nelle vesti di un generale sudista, o su Byron a Waterloo ) sia nella satira grazie ad alcune storie imperniate sulla figura del ladro gentiluomo Drake Maijistral
C'è però spazio anche per tanta avventura classica con romanzi quali Angel Station ** del 1989 ma anche strizzate d'occhio al genere catastrofico, per finire alla space opera più tradizionale
con la serie Dread Empire Fall che parte col nuovo millennio e che descrive il crollo di un impero galattico e la successiva guerra contro una razza aliena.
Dread Empire Fall al momento è composta da quattro romanzi scritti a partire dal 2002 e tutti inediti nel nostro paese.
WJW sembra divertirsi un mondo a cambiare genere, tematiche ed ambientazioni, Quello che rimane costante è l'alta qualità dei suoi scritti.
A differenza di molti altri suoi colleghi Williams continua ad essere discretamente tradotto anche nel nostro paese, l'ultimo suo libro presentato da noi è il romanzo breve trionfatore del premio Nebula*** The Green Leopard Plague risalente al 2004 che la Delos ha pubblicato l'anno successivo come L'Era del Flagello (un romanzo che, tanto per rimanere in tema, cambia totalmente genere raccontando l'impatto che le biotecnologie potrebbero avere sulla società, sulla politica e sull'economia umana tutta)
La domanda che si pone il romanzo è se sia eticamente giusto oppure alterare la biologia umana sia pure per scopi nobili quali il tentativo di sconfiggere la fame nel mondo.
Come sempre lo scrittore non darà risposte univoche ma tante soluzioni parziali.
WJW è un autore interessante, uno dei più complessi attualmente in circolazione.
Nei prossimi giorni vi presenterò l'intervista che lo scrittore mi ha rilasciato recentemente.
* Tradotto in Italia dalla Mondadori nel 1996 nella collana Superblues.
** Pubblicata da Fanucci nel 2000 nella collana Solaria Collezione.
*** Si tratta del secondo Nebula vinto da WJW , il primo risale al 2000 col racconto Daddy's World tradotto nel 2007 su ALIA Anglosfera delle edizioni CS col titolo Il Mondo di Papà.
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33 minuti fa
17 commenti:
Grande autore - parere personalissimo - non mi mancherò l'intervista. Grazie del lavoro!
Non lo conosco, Nick!
@ Max Citi
Grazie a te.
WJW sta diventando uno dei miei preferiti. ;)
@ Patricia Moll
Ti aiuto io!
Neanche io lo conosco, e attendo l'intervista. Ma so di sicuro che è un raccomandato: è nato in un posto con un nome che sembra uscito da un racconto di Lovecraft!
@ Ivano Landi
Avevo notato anche io il nome Duluth e le sue assonanze lovecraftiane. ;)
Ti assicuro però che WJW è uno scrittore molto lontano dalle atmosfere del sognatore di Providence.
Avevo recuperato Hardwired tempo fa, senza però averlo letto. Per il resto, credo forse di aver letto qualche racconto.
@ Salomon Xeno
Racconti WJW ne ha scritto diversi, ritengo però che il meglio Williams lo sia quando si cimenta coi romanzi brevi,
Beh, "Il mondo di papà" pubblicato nella traduzione di Davide Mana su ALIA anglosfera è un ottimo racconto. In linea di massima sono d'accordo con te, ma c'è anche da notare che in Italia i suoi racconti non sono stati pubblicati come sarebbe stato consigliabile. E anche questa non è una novità.
Molto interessante, allora attendo l'intervista....
Ciao è grazie di tutto.
@ Max Citi
Non sarebbe una novità per niente caro Max.
Per quanto riguarda "Il Mondo di Papà", concordo che sia un ottimo racconto, anzi a suo tempo Davide mi ha raccontato la storia dei suoi contatti con Walter Jon Williams e di come l'autore concesse la storia ad ALIA.
In quell'occasione WJW dimostrò una grandissima generosità.
@ Angie
La settimana prossima l'intervista dovrebbe arrivare su Nocturnia ed IFET.
Voglio alternare l'intervista con i miei primi interventi sul fumetto portoghese.
Ecco, questo è un genere che mi piace decisamente di più, anche se...ehm, ehm... mi sa che sono un po' ignorante in materia. Dovrò rifarmi una cultura ;)
@ Poiana
Spero di poterti essere utile ad ambientarti che nel mare magnum della Sf o dell' Horror. ;)
Nell'horror mi serve prima un manualetto di sopravvivenza agli attacchi di cuore derivanti ahahahahahah tu pensa che degli amici mi hanno fatto vedere "Il mistero di Sleepy hollow", che non è che sia questa cosa tremenda, e ce n'era uno che in alcune scene mi copriva gli occhi dicendo: "no, questa scena è meglio che non la guardi" (praticamente mezzo film l'ho immaginato) XD XD
@ Poiana
E allora meglio che tu ti sia fermata a "Sleepy Hollow", pensa se avessi visto cose "American Horror Story". :)
Probabilmente lo avrei immaginato tutto.. :'D
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