"Gli faceva male la testa, e tutto il corpo pareva pesare una tonnellata. Al taglio ci avrebbe pensato dopo. A se stesso avrebbe pensato dopo. Tossì di nuovo sfilandosi la maglietta. La strizzò schizzando d’acqua gli stivali già zuppi e se la rimise addosso.
Era vivo, ed era successo qualcosa di molto peggio.
Gli veniva da ridere. Dopotutto non era mica la prima volta che invadevano la Nigeria."
Un boato nel cielo di Lagos. Qualcosa precipita nell’oceano al largo della costa della più popolosa e leggendaria città della Nigeria. Il mare brulica di nuova vita, e dal mare una nuova entità emerge per sconvolgere la vita del paese africano.
Adaora, biologa marina alla ricerca di stabilità, Anthony, rapper capace di incantare le folle e Agu, un soldato dallo spiccato senso di giustizia, si incontreranno proprio lì, sul mare: insieme dovranno confrontarsi con i segreti delle proprie esistenze per tentare di salvare il paese che amano in una forsennata corsa contro il tempo. Accompagnano Ayodele, la donna misteriosa arrivata da un luogo ignoto, giunta a Lagos per promettere un cambiamento epocale, mentre il caos si diffonde senza controllo tra la popolazione della città.
C'era una volta la fantascienza.
Contrariamente a quello che molti possono pensare dall'esterno, la fantascienza non è mai stata un genere monolitico; anzi il settore ha vissuto di infiniti cambiamenti e di molteplici trasformazioni esattamente come li viveva la società che lo generava.
Più era magmatica la società, più era in fermento la realtà circostante maggiori erano gli stimoli e le idee che finivano sulle pagine dei libri ed all'interno delle storie raccontate.
Questo assunto è valido ancora oggi.
All'interno della fantascienza americana in particolare, uno dei fenomeni più interessanti nel genere è stato dato dallo spuntare in questi ultimi anni di molti scrittori figli delle più svariate culture mondiali.
L'America è sempre stata figlia dell'immigrazione, è anzi il risultato ( a volte precario, in taluni casi incompleto, lo ammetto) dell' incontro di varie culture e di vari modi di pensare.
Anche la letteratura di genere è stata quindi soggetta al melting pot: oggi in particolare molti tra i nomi più interessanti, tra gli scrittori più bravi tra quelli contemporanei vengono dalle fila delle prime o seconde generazioni dei cosiddetti "nuovi americani".
Facciamo qualche esempio: Ken Liu è nato in Cina ed emigrato da bambino in America ed oggi agisce come testa di ponte tra quei due mondi letterari; Sofia Samatar è cittadina e scrittrice americana al 100% e proviene da una famiglia di origine somala; Amal El-Mohtar è libano- canadese e recentemente ha vinto un meritato Hugo; Saladin Ahmed ha sangue libanese ed egiziano (ma anche irlandese e tedesco) e questi sono solo alcuni dei tanti esempi da fare, tutti bravissimi scrittori sui quali torneremo presto quìsu Nocturnia.
La diversità culturale in letteratura è sempre stata benvenuta, dal momento che diventa un sintomo di arricchimento perché porta a differenti modi di vedere le cose, una molteplicità di punti di vista che adesso non è più strettamente legata alle visioni wasp o alle concezioni dei soli figli dell'immigrazione di stampo europeo.
Il futuro, se vogliamo davvero averne ancora uno, risiede nel multiculturalismo.
O almeno in una sorta di multiculturalismo di cui siano consapevoli e volontarie partecipanti tutte le parti in causa.
Senza nessun tipo di chiusura e preclusione, da qualsiasi parte queste provengano.
Nnedi Okorafor |
Quella della Okorafor è davvero una scrittura "meticcia", all'interno della quale l'autrice mescola fantascienza; fantasy e realismo magico (tanto realismo magico); nelle sue opere si possono ritrovare i più classici temi della narrativa statunitense -quali le invasioni aliene, il rapporto con le "diversità"o le relazioni familiari - mescolate però con le più tipiche influenze culturali africane .
Ma anche con la realtà contemporanea africana, in particolare di quella della Nigeria
In particolare il romanzo Laguna ( in originale Lagoon ) scritto nel 2014 nasce da una frustrazione e da una curiosità.
Frustrazione da parte della sua autrice nata dopo aver visto la maniera poco gradevole con cui venivano descritti i suoi conterranei nel film di fantascienza sud- africano District Nine, curiosità invece scaturita subito dopo nell'immaginare cosa sarebbe successo se uno sbarco alieno fosse avvenuto in Nigeria invece che da qualche altra parte.
Il romanzo in realtà supera ben presto questi presupposti evolvendo, trasformandosi in un qualcosa "altro".
Esattamente come gli alieni protagonisti del romanzo in grado di assumere forme e nature differenti e portatori di un messaggio di speranza.
Laguna diventa ben presto una favola moderna, un' unica apologia sulla condizione umana, con i suoi limiti e miserie, ma anche carica di possibilità ed aspirazioni.
Intendiamoci subito, Nnedi Okorafor non si dimostra per niente compiacente od assolutoria nei confronti dei suoi compatrioti, quando descrive la "sua Africa" non fa finta di non vedere le cose che non vanno. I problemi, i limiti attuali della Nigeria li nomina tutti, spesso ce li descrive anche: criminalità estesa (comprese la prostituzione e le famose "truffe alla nigeriana"), la corruzione a tutti i livelli; le forze armate spesso violente nei confronti della popolazione ; conflitti tra etnie e religioni, l'ambivalenza tra la predicazione dei valori spirituali cristiani ed il reale comportamento pratico dei sacerdoti e dei pastori cristiani (visti spesso come un corpo estraneo in quella cultura).
Però la scrittrice descrive anche un popolo vivo e vitale, con la sua arte, la sua musica (nuove forme di "rap" comprese), le sue antiche fiabe; un popolo, che non può fare a meno di amare e di riconoscere come "proprio".
E forse come radice dell'albero che lei in quanto scrittrice è diventata.
Per questo la Okorafor sceglie come protagonisti della sua vicenda tre figure simboliche: un militare onesto; un rapper che sa parlare al cuore della gente ed una donna scienziata , una ricercatrice per la precisione.
Ed è proprio lei Adaora la ricercatrice, figura irrisolta tra passato e futuro, il vero simbolo di Laguna, donna intrappolata in un matrimonio in crisi, considerata dalla gente come una strega ( il passato) ma che studia l'evoluzione ( il futuro) la sicura chiave di lettura del libro.
E, ricordiamocelo, Laguna è un'opera che parla per simboli, un libro che si può leggere (grazie anche alla scorrevolezza del testo) su più livelli.
Certo, Laguna è anche un' opera ottimista e come tale va presa, ecco, forse in alcune pagine potrà anche risultare ad alcuni lettori troppo ottimista e troppo immaginifica.
Nel mio caso, ma è il "mio" caso, ad esempio, in alcune pagine,-per la precisione quelle in cui interviene il presidente della Nigeria o in altre fin troppo speranzose per il futuro come quelle in cui ci viene mostrato come la nazione africana si stia avviando a diventare una nuova potenza mondiale dopo la visita degli alieni- mi è risultato difficile attuare la sospensione dell'incredulità e mi è sembrato che contenessero qualche iperbole di troppo.
Però Laguna rimane un buon libro, la scrittura scorre avvincente, ci si affeziona ai personaggi, grazie anche allo stile della Okorafor dotato di una sua vena affabulatoria e coinvolgente.
Senza dubbio una delle sorprese più piacevoli tra le letture recenti.
LAGUNA.
Titolo Originale: LAGOON.
Autrice: NNEDI OKORAFOR.
Anno della prima Pubblicazione Straniera: 2014.
Anno di Pubblicazione Italiana: 2017.
Pagine: 304. Edizioni: ZONA 42.
Traduzione: CHIARA REALI.
Edizione Cartacea: 15,90 Euro.
Edizione Digitale: 5,99 Euro.
16 commenti:
L'ho comprato ma l'ho prestato a mia moglie che attualmente sta rileggendo Vance... mannaggia. Ma non appena riesco a recuperarlo lo leggo, giuro.
Sembra interessante Nick :)
@ Massimo Citi
Beh, Vance ha il suo perché ed il suo percome....e poi la cosa bella dei libri, "Laguna" compreso è che non hanno limiti di tempo per essere letti. ;)
@ Patricia Moll
E' stata una lettura piacevole, almeno per me. ;)
Ottima trama anche per fare un film.
Saluti a presto.
@ cavaliere oscuro del web
Magari prima o poi il film tratto da questo romanzo lo faranno sul serio.
Ciao.
non è tanto l'ottimismo ad avermi sollevato qualche perplessità, quanto il ritorno agli schemi che fin dall'inizio dichiarano di voler abbattere: che alla fine sia il presidente a fare il discorso alla nazione l'ho trovato quasi in contraddizione con il messaggio di fondo. però è anche vero che nel finale tutto vira in modo pesante verso la favola, quind anche il ritorno a dei ruoli costituiti (ma con una nuova consapevolezza) può essere in linea con la storia.
Non sono convintissimo sia nelle mie corde, ma me lo segno.
@ Andrea Viscusi
Le parti con il presidente sono, come ho scritto nel post, quelle che ho apprezzato di meno. Ai miei occhi contengono qualche iperbole e qualche ingenuità di troppo. Viceversa ho apprezzato tantissimo le scene in cui l'autrice sfrutta a piene mani la realtà sociale attuale della Nigeria e quelle in cui ne sfrutta il folklore (vedi ad esempio, quelle sulla fuga nell'autostrada degli incidenti)
Però alla fine vira tutto verso la fiaba e quindi la cosa ci sta e si allinea con le intenzioni originali dell'autrice, tra cui quella di mostrare la Nigeria sotto una luce diversa.
@ Pirkaf
Tu mi sembri più uno legato ai classici del genere, agli autori storici, "Laguna"è più un'opera di confine tra science fiction e favola. Se un giorno avrai voglia di leggere un romanzo che sia un misto di fantascienza, fiaba e realismo magico allora "Laguna" potrebbe anche fare al caso tuo.
Io l'ho adocchiato da un po', per cui sto spulciando i vostri pareri per decidere se affrontarlo. Mi attrae molto la lettura di autori a metà tra due mondi (recentemente mi hanno regalato un libro di Ishiguro, per esempio) ma mi preoccupa, appunto, l'altra metà, quella più familiare e forse quella da cui mi aspetto sempre una maggiore distanza.
Ho letto anche un altro racconto di un autore nigeriano o di origini nigeriane, sempre ambientato a Lagos. Si tratta però di cyberpunk, quindi viaggiamo su temi diversi, e non è molto ottimista se ricordo bene. Lo trovi nel catalogo di Future Fiction ma al momento non mi viene il titolo...
@ Marco Stabile
Ti riferisci per caso a "Risoluzione 23" di Efe Tobunko, per caso?
Comprendo le tue preoccupazioni, l'incontro tra due mondi in letteratura è senza dubbio stimolante però si può andare incontro a delusioni e sopratutto si può rimanere condizionati dalla metà che già si conosce, in questi casi l'unico consiglio che mi sento di dare è quello di approcciarsi poco alla volta alla lettura e di affidarsi alle sensazioni create dalle prime pagine che si leggono e al fatto che ne nasca o meno un feeling tra il lettore e quello che si sta leggendo.
Ciao, a presto!
Fantascienza in Nigeria... Di primo acchito mi fa pensare alla celebre frase di ...anta anni fa di non mi ricordo chi secondo il quale la fantascienza ambientata in Italia non averebbe avuto senso perché "lo immaginate un disco volante in Piazza del campo a Siena?" (o era un'altra piazza?)
I fatti hanno dimostrato che la SF può trovare spazio ovunque, quindi forse un romanzo di ambientazione nigeriana, con elementi di storia e leggende locali, potrebbe risultare persino innovativo.
Esatto, Nick, proprio quello di Tobunko!
@ Ariano Geta
La città era Lucca, sempre in Toscana comunque. ^^
Quella fu una maledetta frase di Fruttero & Lucentini che per decenni ha creato e continua a creare molti problemi alla fantascienza italiana, poiché fu indice di un modo di pensare (e di agire ) troppo negativo nei confronti degli scrittori di casa nostra.
Ancora oggi ci portiamo dietro le conseguenze di quel modo di pensare.
Certo Fruttero e Lucentini furono due bravi scrittori di gialli e nel corso della loro carriera ma dobbiamo ammettere anche che la loro gestione di "Urania" non fu esente da sbagli e cose negative, non ultima la politica dei tagli dei testi pubblicati, politica che "Urania" in parte continua a praticare ancora oggi.
@ Marco Stabile
Lo dovrei avere in coda di lettura.
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