Nel 1941 l'Italia si trova nel pieno del suo secondo anni di conflitto.
Contrariamente a quello che potrebbero sostenere gli idioti e i fanatici di tutte le latitudini non esistono Guerre"Giuste", così come non ne esistono di "Belle". Dire guerra, vuol dire sempre dire morte, sofferenza, dolore, distruzione e fame. Popoli che invadono altri popoli e civili e soldati che muoiono per niente.
Quella guerra in particolare si rivelerà decisamente disastrosa e nel periodo tra il 1941 ed il '42 nel nostro paese si iniziano ad avvertirne le prime enormi crepe. Nel corso dell'anno in questione l'esercito italiano subisce numerose sconfitte che lo costringono ad abbandonare le postazioni nelle Colonie africane. Molti cominciano così a rendersi conto che il conflitto potrebbe avere un finale diverso rispetto a quanto promesso dal Regime Fascista.
Ma la maggior parte delle persone s'illudono ancora che potranno continuare la loro vita come se niente fosse e la Cinematografia italiana contribuisce molto a questo stato di cose con pellicole (escludendo gli ovvi e continui film di propaganda bellica) che continuano a mostrare una irreale visione di benessere e di tranquilla quotidianità.
Una foto giovanile di Sergio Tofano in arte Sto (1886-1973) |
C'è un uomo in particolare che, diversi decenni prima che questo tipo di operazioni diventino di moda, prova a combinare assieme tre forme di intrattenimento differenti ma complementari tra loro.
I generi in questione sono le Favole, i Fumetti ed ovviamente il Cinema.
L'uomo in questione si chiama invece Sergio Tofano anche se tutti lo conoscono meglio come Sto, il suo nome d'arte, la sua firma, Sto è uno di quelli che nella sua vita farà un poco di tutto: il regista,lo sceneggiatore, lo scrittore ma anche l'illustratore ed il disegnatore di fumetti dal 1917 il suo personaggio più famoso, il Signor Bonaventura anima con gran successo le pagine del Corriere dei Piccoli.
Una delle prime storie a fumetti del Signor Bonaventura |
Per finire -pur con una certa grazia e senza scendere troppo nei particolari -Tofano non mancava mai di far riferimento alle vicende del mondo reale, col passare dei decenni infatti il Signor Bonaventura avrebbe subito i contraccolpi della crisi economica del '29 diventando improvvisamente povero, avrebbe conosciuto gli effetti del razionamento e della Borsa Nera la guerra con la conseguente svalutazione della lira, e il risultato più tangibile fu che il proverbiale Milione che gli veniva consegnato alla fine di ogni storia sarebbe diventato un più appetibile Miliardo.
Sergio Tofano pur amando molto il suo personaggio e pur amando disegnarlo, considerava l'attività di illustratore quasi come una specie di "secondo lavoro"preferendo ed esso la pratica attoriale.
Questo però non gli avrebbe impedito di scrivere intere pieces teatrali dedicate al personaggio.
E avrebbe finito anche per interpretarlo sulle scene. Sin dagli anni '20 s infatti l'autore romano avrebbe scritto ed interpretato la sua creatura in numerosi spettacoli per le sale teatrali, uno tra tutti, L'Isola dei Pappagalli risalente al 1938.
Mancava ancora qualcosa.
Mancava l'incontro col Cinema.
Ma alla fine non sarebbe stato Sergio Tofano ad interpretare il "suo" Bonaventura al Cinema.
(Continua...)
32 commenti:
Io l'ho conosciuto solo per via delle sue strisce, che addirittura mi pare ci fossero persino nell'enciclopedia de I Quindici.
Strisce famose della nostra storia.
Saluti a presto.
Ho sempre amato il signor Bonaventura: "Qui comincia l'avventura del signor Bonaventura..." 😍❤
Grandioso Nick, ti seguo...
Un'istituzione. Ricordo che quando ero bambino in cui le sue strisce venivano cantate, forse era solo un breve programma che precedeva uno più lungo (se ricordo bene "L'almanacco del giorno dopo, che peraltro era interessante, molto più istruttivo dei pre-serali di oggi). Tu te le ricordi queste strisce bonaventuriane cantate?
Io ricordo che leggevo le sue strisce da bambino sul Corrierino dei Piccoli.
Ricordo vagamente il cartone ...magari faceva parte di Supergulp ma ho controllato i 16 DVD che ho dedicati al contenitore dei famosi fumetti in tv.
Ma del Signor Bonaventura non c’e traccia mah..?
Le strisce erano pubblicate dal Corriere dei piccoli?
Ma negli anni a venire è diventato” il Giornalino”?
A me sembra di averli letti li tanti fumetti di quel genere ..son un po’ in confusione 😀
Ho vaghi ricordi addirittura che sia apparso pure su “Famiglia Cristiana” ...
Comunque mai come in questo caso devo dirti “ aspetto la seconda puntata”!
Ciao
@ Pirkaf
Possiedo una vecchia edizione de I Quindici del 1968 che mia moglie aveva salvato dal macero, non sono ancora arrivato alle parti in cui comparirebbe Bonaventura, la cosa però non mi stupirebbe dato che il personaggio era popolarissimo ed è comparso un poco ovunque, anche in diverse campagne pubblicitarie.
@ Cavaliere oscuro del web
Vero, verissimo, Bonaventura ha fatto parte della storia della cultura popolare del nostro paese.
Saluti e a presto.
@ Pia
Alle volte era anche " "Qui comincia la sventura del signor Bonaventura..." Un inizio memorabile e iconico. ;)
Tofano era stato geniale pur nella sua semplicità.
Grazie per i complimenti, mi rendi felice. :)
@ Ariano Geta
Ricordo benissimo le strisce cantate, così come ricordo quella bellissima trasmissione che fu
"Almanacco del giorno dopo", mi piacerebbe molto che la Rai la riprendesse un giorno o l'altro, al momento la trasmissione che più le si avvicina è "Il Giorno e la Storia"su RaiStoria, però lì si parla solo di eventi storici mentre in "Almanacco" si discorreva un po di tutto, anche di fumetti e di televisione, ma sopratutto c'era tanta, tantissima cultura popolare.
Un abbraccio!
@ Daniele Verzetti il Rockpoeta®
Il Signor Bonaventura era una delle colonne del "Corrierino", Sto lo ha disegnato a lungo e le sue storie furono ristampate in continuazione. Mi fa piacere vedere quanto siano ancora ricordate da molti.
Un abbraccio!
@ MAX
Ciao vecio! Dunque, come molti della nostra generazione, ero un grande fans di "Gulp" e di "Supergulp", al momento però non ricordo bene se Il Signor Bonaventura sia mai apparso in quei due programmi, mi sembra di no però potrei ricordare male. Credo però che le vicende di Bonaventura siano state programmate in un altro programma.
In quanto al "Corrierino" e "Il Giornalino" erano due giornaletti diversi, tra parentesi il secondo viene ancora pubblicato e venduto nelle parrocchie, anche se è molto diverso nei contenuti e nei fumetti rispetto al passato.
Alla prossima, mi metto a scrivere la seconda parte. ;)
Bonaventura mi ha sempre fatto il duplice effetto: da un lato mi attirava, dall'altro aveva qualcosa di inquietante.
Mi capitò di portarlo sul palcoscenico tanti anni fa, in un teatrino parrocchiale, perché avevo un ragazzo spilungone e taciturno al quale non avrei saputo assegnare altro ruolo.
@ Luz
Hai per caso delle foto di questo spettacolo? O magari ce ne potresti parlare sul tuo blog di questo spettacolo? Non so gli altri ma io sarei curioso di saperne di più. Potrebbe essere una bella combo con i miei post sul film "Cenerentola e Bonaventura".
Bhe, qui comincia l'avventura... letteralmente.
Non conoscevo questi retroscena cinematografici né la figura di Sto, molto intrigante.
Attendo seguito^^
Moz-
@ MikiMoz
E io prometto di non farti aspettare troppo per il seguito.^^
Non conoscevo Sergio Tofano n'è il suo personaggio, il Signor Bonaventura, sono curiosa di leggere il seguito! :)
@ Vanessa Varini
Corro a scrivere la seconda parte.^^
Me lo ricordo da bambino il Signor Bonaventura, credo ci fossero le strisce nel Corrierino. Essendo già all'epoca un bambino alle volte abbastanza prosaico, mi ero sempre chiesto cosa sarebbe successo quando Bonaventura avrebbe cercato di pagare qualcosa - chessò, una cena al ristorante - con un milione o miliardo che fosse scritto su un pezzo di carta.
@ Marco Lazzara
Immagino le facce dei camerieri LOL
Ho conosciuto le strisce del Signor Bonaventura perché da ragazzino una qualche rivista ne ristampò una serie e i miei genitori ebbero il loro "Momento Amarcord".
Quando il personaggio sia entrato nel profondo della cultura italiana lo dimostra una curiosa cripto-citazione. Ne "Il bianco il giallo il nero" (1975) di Sergio Corbucci il samurai Sakura (Tomas Milian) tenta continuamente di suicidarsi e in una di queste volte recita un curioso addio: «Qui finisce l'avventura del povero Sakura». Segno che ancora negli anni Settanta il nostro Bonaventura era parte integrante dell'immaginario collettivo.
Mi permetto infine di segnalare il figurino della collezione "Fumetto Italiano in 3D", che ancora campeggia nella bacheca di mio padre.
Non credo di avere mai avuto foto di quello spettacolo, si tratta del 2008, 12 anni fa.
La parrocchia era quella che frequentavo una vita fa, insomma impossibile. Però qualcosa ricordo proprio della messa in scena e di come combinai i vari elementi, magari ci dedico un post prima o poi.
Era un mito della generazione precedente la nostra. Ai miei occhi appariva una striscia troppo ingenua e mielosa. Non mi vergogno a dire che il signor Bonaventura mi stava letteralmente sulle p.
@ Lucius Etruscus
Me la ricordo quella citazione di Milian, bellissime poi tutte le tue aggiunte e tutti i tuoi aneddoti.
@ Luz
Peccato che non ne hai più di testimonianze visive, però aspetto volentieri il tuo post.
@ Obsidian M
Effettivamente è parecchio superato, non solo visto con gli occhi di oggi ma anche con quelli di trent'anni fa. ;)
È un vero piacere leggere i tuoi post, trovi sempre nuovi spunti interessanti da approfondire. Questi vecchi fumetti hanno un fascino unico (io ho una vecchia riedizione della Tradotta e mi sono innamorato dei disegni).
Complimenti come sempre per il post.
@ Long John Silver
Sto scrivendo proprio adesso la seconda parte, spero di riuscire a chiuderla entro giovedì, poi si cambia decisamente argomento.
Apprezzo molto i vecchi fumetti anche io, anni fa possedevo un volume che racchiudeva tutte le prime avventure di Bonaventura, peccato che a causa dei vari traslochi effettuati, ad un certo punto non l'ho più ritrovato (e con lui un sacco di altro materiale compresi dei volumi Disney di quando ero bambino).
Quel fumetto lo ricordo ma non so perché è un ricordo poco piacevole, il signor Bonaventura tutto sommato era un personaggio che non mi piaceva molto, spero non si offenda.
sinforosa
@ sinforosa c
Non vedo perché qualcuno si dovrebbe offendere, di sicuro non mi offendo io e non credo si offenda nemmeno il signor Bonaventura. Hai espresso il tuo legittimo parere e sopratutto lo hai fatto in maniera garbata, benvenga sempre la libertà di pensiero.
Un caro saluto.
Devo ammettere di non conoscere né il fumetto e né il fumettista/tante altre cose.
Interessanti come sempre i retroscena!
@ Ema
Grazie!
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