"La Città è la Città. Soltanto la Città rimane sempre forte e indistruttibile, perché la Città è eterna!" Questo almeno pensano gli abitanti della Città. Una comunità dove da tempo immemore convivono, apparentemente in pace, umani e popolazioni inumane. Poi un giorno quando muore l'anziana Sindaca vecchi rancori e nuovi odi escono alla luce. La famiglia a gestione matriarcale che da decenni governa la Città si trova a dover fronteggiare un inaspettato pericolo, un nuovo movimento politico battezzato "Il Pugno dell'Uomo" che in nome della purezza etnica si prepara a realizzare un nuovo genocidio. La Storia è una severa maestra, ma come si fa a non ripetere gli errori di un passato lontano? Una vicenda corale ambientata in un mondo lontano alla luce di due lune che non possono che osservare silenziose gli sforzi dei pochi per impedire la morte di molti.
Lo so, come sempre arrivo in ritardo e mi metto a parlare di un romanzo che tra pochi giorni non sarà più nelle edicole. Ma fedele al principio del meglio tardi che mai dedico due righe a questo Il Pugno dell'Uomo, l'ultimo romanzo di Davide Del Popolo Riolo. Come sanno gli appassionati di fantascienza italiani l'Urania novembrino è tradizionalmente dedicato alla presentazione del romanzo vincitore del contest del Premio omonimo. L'occasione diventa spesso anche un modo per discutere non solo delle singole opere ma anche dello stato di salute e di qualità delle produzione letteraria di stampo fantascientifico nello Stivale. Pregi, difetti, cose migliorabili, scelte narrative riuscite e, non nascondiamocelo per alcune edizioni del passato, anche qualche polemica.
Inoltre volendo mettere in fila uno dopo l'altro i vari romanzi vincitori dal 1989, anno della prima storica eidzione, potremmo avere una piacevole sia pur parziale cronistoria dell'evoluzione, dei gusti, delle correnti letterarie e delle tendenze che hanno animato la speculative fiction nazionale. Nel corso dei decenni abbiamo assistito infatti alle fortune della scuola ucronica, del techno thriller o del connettivismo, ma non solo. Non certo esclusivamente su Urania ma è indubbio che la pubblicazione Mondadoriana e il corrispondente premio siano da sempre uno dei catalizzatori nel bene e nel male dell'interesse di lettori ed autori. Ora indipendentemente dai legittimi gusti personali tutti giusti e tutti legittimi, mi sento di poter affermare che nella presente circostanza si possa affermare che il presente Il Pugno dell'Uomo sia una di quelle occasioni positive. Un buon romanzo, un buon passo avanti a livello qualitativo nonché la dimostrazione di come la produzione fantascientifica del nostro Paese possa guardare a quella Estera senza complessi d'inferiorità ma guardandola negli occhi da pari a pari.
L'autore, l'astigiano Davide Del Popolo Riolo, una formazione legale alle spalle, già da tempo ha dimostrato di saper scrivere e sopratutto di saper spaziare ampliamente dentro le varie branche e sottogeneri che compongono l'unicum fantascientifico, di essere in grado di tenere a mente i grandi classici del settore rendendoli prima propri e poi di rielabolarli in chiave squisitamente personale.
Lo ha fatto in fondo già con la sua prima opera, quel De Bello Alieno che nel 2014 trionfò al Premio Odissea, lo ha fatto con gli scritti successivi, in particolare con Ubermensch che pure arrivò in finale allo stesso Urania e lo ripete anche stavolta con un libro che se, da un lato, strizza l'occhio ad autori come Farmer, dall'altro si dimostra debitore degli scritti e delle ispirazioni nate dalla lettura di autori mainstream quali il tedesco Manfred "Fred" Uhlman e col suo classico romanzo L'Amico Ritrovato
Un mondo alieno dove si è sviluppata una fiorente civiltà che ha al suo fulcro la Città, l'immensa metropoli dove da sempre coabitano popolazioni umane- discendenti da un'antica spedizione- con una manciata di altre razze, i cosidetti inumani, tra cui spiccano i "pallidi", una specie che ha diverse analogie con i vampiri. Senza rischiare di fare troppi spoiler si può tranquillamente dire che qualche informazione in più sul perché tante specie diverse si siano stabilite a vivere assieme verrà fornito solo nell'ultima pagina.
Ma non è questo il fulcro del romanzo.
Non è questo quello che interessa allo scrittore o che dà valore alla trama.
Il Pugno dell'Uomo è un testo sulla coestistenza, sul valore del rispetto delle diversità. Un romanzo che per tanti versi ricorda la recente Storia europea del XX° secolo. Non a caso la maggior parte dei cognomi dei personaggi (quando non sono evidenti omaggi a grandi scrittori del genere) sono tutti di ascendenza europea. Il Pugno dell'Uomo è la narrazione della fine di un governo democratico e la conseguente discesa nell'incubo di una dittatura. I richiami al Nazismo non sono messi per caso.
Interessante è poi la descrizione di un regime matriarcale, nel quale la carica di Sindaco, anzi di Sindaca da sempre si tramanda nell'ambito della stessa famiglia. Il Pugno dell'Uomo, come detto sopra, è un romanzo corale, all'interno del quale i diversi punti di vista si alternano dando ognuno una propria chiave di lettura degli eventi. Si comincia con la figura di Jana, tratteggiata inizialmente come la classica Voce della Folla, l'individuo- massa perennemente scontenda della propria posizione e sempre pronta a dare le colpe agli altri dei suoi fallimenti personali ma che ben presto vivrà diverse ridefinizioni. Si passa poi per Anton, un artista umano sul viale del tramonto e carico dei più disparati rancori e per Deirdre e Alex, anzi Donna Alexandra. La prima, una giovane patrizia in contrasto con la sua nobiliar famiglia e la seconda la giovane nuova sindaca che cercherà di arginare una grave minaccia per la struttura della Città. Passando per diversi altri.
Alcuni destinati ad uscire di scena ad un certo punto, altri in scena dall'inizio alla fine, altri ancora subentrati in seconda battura. Anche se la figura più importante il vero punto di vista privileggiato rimane forse quella di Oleander, il giovane "pallido" perennemente in bilico tra il desiderio d'integrazione e di continuità e i continui richiami che gli altri faranno al suo essere "un diverso", un "qualcosa di estraneo" al tessuto della comunità. Per rendere ancora più evidenti queste molteplicità di visioni l'autore impiega alcuni semplici escamotage narrativi: la parti con protagonista Oleander ad esempio sono narrate in prima persona, altri personaggi invece vengono descritti in terza persona. Oppure ricorrendo al Tempo Presente o a quello Passato.
Quella che ne viene fuori è una vicenda in Tre Parti, mi spingerei a dire in Tre Atti come le Tragedie di una volta, che scorre per un lungo arco temporale dove la piega degli eventi, alcuni decisamente inaspettati, non mancheranno di condurre tutte le parti in gioco ognuna verso il proprio destino.
E dove la redenzione, così come la sopravvivenza dei vari individui così come quella della coscienza collettiva non sarà per niente cosa scontata.
Un romanzo scritto decisamente bene, non scevro di difetti, alcuni passaggi appaiono forse trattati con eccessiva fretta (probabilmente -ma è solo una mia idea -a causa delle esigenze di foliazione di Urania che come si sa ha delle gabbie ben precise in questo senso) ma che si legge tutto d'un fiato e che è in grado di far affezionare al mondo della Città. Un lavoro di world building appropriato, non invadente e ben appropriato.
Tecnicamente il romanzo è un riuscito connubio tra la più classica hard science fiction e lo steampunk britannico con indovinati innesti e richiami alla Storia e a quel tema che diventerà sempre più preponderante nei prossimi anni che si chiama coesistenza tra culture diverse.
Forse non abbiamo ancora finito di confrontarci con il Mondo della Città. Questo però lo potrà decidere solo il suo autore.
Ma romanzi come questo non possono che far un gran bene alla fantascienza.
Non solo italiana.
NOTA: Chiudono il volume i tre racconti finalisti del concorso gemello "Urania Short" per i quali i lettori potranno votare inviando una shceda presente nel fascicolo stesso. Le modalità con le rispettiva variazioni e\o aggiornamenti si possono trovare sia nel fascicolo stesso che sul sito dell'editore.I racconti in questione sono: "Il Patch" di Luigi Calisi, "The Body Print" di Giada Cecchinelli e "Un Patto Equo" di Michela Lazzaroni. Tutti di buona qualità, leggeteli e decidete in tutta coscienza il vostro preferito.
Se volete approfondire su "Il Pugno dell'Uomo" vi rimando con piacere a QUESTO articolo del bravo Diego Rossi uscito sul bel blog La Bottega del Barbieri.
DAVIDE DEL POPOLO RIOLO
IL PUGNO DELL'UOMO
COVER: FRANCO BRAMBILLA.
URANIA #1684 EURO :6,90
ED. MONDADORI:
10 commenti:
Leggere una recensione come questa, ricca di spunti di riflessione, di rimandi alla migliore narrativa internazionale è sicuramente emozionante. Siamo forse di fronte a un modo nuovo, più maturo, promettente di pensare la SF. Sicuramente partendo dai classici e guardando al futuro.
Ammetto che già la parola "sindaca" mi fa pensare che sia un'allegoria molto specifica e molto diretta del nostro paese in questi ultimi anni, però da come ne parli immagino che le chiavi di lettura siano più ampie.
@ Diego
Per cominciare, benvenuto su Nocturnia. Sicuramente il romanzo di Davide Del Popolo Riolo rappresenti non solo una discreta lettua ma anche un buon passo in avanti per la letteratura di fantascienza in Italia.
@ Ariano geta
No, ti assicuro che con quello che pensi la definizione di sindaca non c'entra niente. ;)
Semplicemente il romanzo descrive una società nella quale la carica cittadina più importante viene sempre assegnata ai componenti di sesso femminile della stessa famiglia. Tutto quì. ;)
Nick, il romanzo è davvero interessante e secondo me, da come lo descrivi, per le tematiche che affronta, è qualcosa che va oltre la pura fantascienza. Nel caso volessi leggerlo, non lo troverei più in edicola? Faccio ancora in tempo?
@ Mariella
Si, fai ancora in tempo, dovrebbe rimanere nelle edicole ancora qualche giorno.
Un abbraccio.
"IlPugno dell'Uomo è un testo sulla coestistenza, sul valore del rispetto delle diversità. Un romanzo che per tanti versi ricorda la recente". Infstti, si tratta di un romanzo che vuole affrontare l'eterna e drammatica tematica della diversità e della costante e malefica tentazione dell'uomo di prevaricare sui suoi simili. Attuale e profondo.
@ Daniele Verzetti il Rockpoeta®
Non avrei saputo dirlo meglio. Si parla dell'animo umano e dei suoi eterni corsi e ricorsi storici.
Il tuo post mi ha molto incuriosito, gli darò una possibilità. In qualche meandro del mio lettore ebook ho anche Ubermensch, che mi aveva colpito per l'idea principale.
@ Long John Silver
Quando lo leggerai fammi sapere cosa ne pensi.
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