LA VAMPIRA DI BARCELLONA. -Seconda Parte.

Attenzione: i contenuti  presenti in questo articolo potrebbero offendere la sensibilità di alcune persone. Inoltre, contrariamente alle mie previsioni iniziali, ho dovuto dividere questo dossier in tre parti rispetto alle due ipotizzate inizialmente.
Cercherò in ogni modo di pubblicare la terza e conclusiva parte la settimana prossima.
La prima parte di questo dossier è stata pubblicata QUI.

"Se il diavolo non esiste, ma è stato creato dall'uomo, temo che l'uomo l'abbia creato a propria immagine e somiglianza."
 Dostojewski.

"Il lupo non si preoccupa mai di quante siano le pecore."
Virgilio.

- I FIGLI DELLA CITTA'.

Da quel giorno per le strade più isolate di Barcellona si nota sempre più spesso una  singolare figura: si tratta di una mendicante,
una donna vestita di stracci che sembra preferire tra i suoi percorsi i vicoli sporchi e bui del Barrio Gotico e tra quelli ancora più degradati di El Raval. Non si limita però a chiedere la carità ai rari passanti, ma sembra particolarmente attratta dai bambini.
Più sono piccoli, più giocano isolati più paiono fare al caso suo.
La donna ha modi gentili, solitamente offre caramelle e dolci ai bimbi che avvicina, altre volte con donne con cui entra in confidenza e che devono sbrigare qualche commissione si offre di controllare i figli durante la loro assenza.
Ma i dolci spesso sono drogati e le servono per stordire i minori che avvicina, le mamme  che ritornano dalle loro commissioni non ritrovano più i loro figli.
Ne spariscono tanti, ancora oggi non si è sicuri riguardo al numero preciso, un' insicurezza straziante. Ma tutti gli scomparsi hanno un' età compresa tra i tre ed i cinque anni.
Di questi bambini, i figli della città, le vittime della prima ora non ne sarà mai più ritrovato nessuno.


Eppure per molto, per troppo tempo non viene fatta nemmeno una denuncia di scomparsa, e per quelle rare che vengono effettuate nessuno si fa domande, nessuno si prende la briga di investigare su quella mendicante.
No, nessuno ci pensa anche perché i primi a scomparire sono figli di prostitute, donne che non hanno troppo interesse a pubblicizzare una avvenuta gravidanza e che nemmeno vogliono avere troppi occhi puntati su di se.
In questi anni il distretto del Raval, pur essendo abbastanza vicino alle Ramblas sembra appartenere ad un mondo diverso.
Un mondo dove vigono regole diverse.
Oltre ad una grandissima omertà.

Le Foto di alcune bambine scomparse.

C'è poi una seconda donna, una figura figlia del crepuscolo. Tutte le notti  questa donna sfoggia abiti costosi e parrucche curate, frequenta i luoghi ritrovo del bel mondo di Barcellona come il "Casino de la Arrabassada" ed il prestigioso teatro "El Liceu" diventando in breve tempo intima di diversi esponenti della nobiltà e della ricca borghesia cittadina.
A molti di loro, durante le lunghe notti catalane senza luna, la donna vestita di abiti eleganti fornisce quegli stessi bambini che la donna vestita di stracci rapisce durante il giorno.
E si fa pagare profumatamente per farlo.
Nasce quindi quella che oggi si chiamerebbe una rete di pedofili, io la chiamo invece crudeltà allo stato puro.

Le due donne sono in realtà la stessa persona, si tratta sempre di Enriqueta Martì, che sembra vivere  vite diverse.
E che ha trovato un orribile modo per fare soldi.
E' difficile poter dire quando sia cominciata quest'attività, probabilmente va avanti da anni, almeno venti secondo alcuni studiosi, ma che prende maggior vigore dopo il 1909 quando le sue protezioni e le amicizie influenti impediscono che la donna sia arrestata, quel maledetto giorno in cui uno dei suoi bordelli viene scoperto nel corso della Semana Tragica
La donna si sente ormai sicura, quasi intoccabile.

Ma c'è un altro particolare:  Enriqueta Martì parallelamente svolge anche un altra attività: lei ai suoi amici fornisce anche creme, pozioni, unguenti, medicamenti contro la tubercolosi.
Quando parla di se stessa lei si descrive come una "guaritrice", altri- quelli che la conoscono- la chiamano "strega"!
Solo che non vuole rivelare come produce queste sue creme.
Tenete bene a mente questo particolare.  Ci torneremo sopra poi.

Ma chi è davvero Enriqueta Martì?
La "Strega"?  La mendicante che rapisce i bambini? La maitresse in abiti eleganti che li costringe a prostituirsi?
Perché tutto le cose possano essere almeno un po più chiare dovremmo fare un passo indietro. 
Fino all'inizio della Storia.

- VITA DI UNA "STREGA".

Enriqueta Martì i Ripolles nasce nel 1868 Sant Feliu de Llobregat un piccolo paese ad una decina di chilometri da Barcellona. Il nucleo familiare da cui proviene , inutile dirlo, è poverissimo: il padre molto soffre di alcolismo cronico, la madre fa quello che può per mandare avanti la famiglia lavorando come donna delle pulizie.
Ed è proprio nella veste di donna delle pulizie che la stessa Enriqueta comincia a lavorare quando si trasferisce  nella capitale della Catalogna.
Particolare inquietante, per un breve periodo, da giovane lei si guadagna da vivere come bambinaia e sembra anche che sia brava e che si faccia amare dai bambini che gli vengono affidati.
Ma non dura a lungo; ben presto la donna ritiene di poter guadagnare parecchio di più in veste di prostituta.
Enriqueta Martì ha appena compiuto 16 anni.

Quando arriva a venti, si sposa.

Il marito è Joan Pujalò, un pittore di nature morte che non riesce mai a vendere le sue opere.
Nemmeno la tranquillità coniugale dura a lungo: Enriqueta non rinuncia a lavorare presso i bordelli e nemmeno a frequentare altri uomini: nel corso dei venti anni successivi la coppia si lascerà e si riconcilierà più volte.
Figli non ne arrivano, ma è proprio nel corso dei venti anni del matrimonio che Enriqueta comincia il suo sulfureo girotondo.

E' quindi arrivato il momento che io riprenda il mio scomodo ruolo di narratore e che racconti il seguito della  Storia.
Perché la parte macabra di tutta la vicenda deve ancora arrivare.

-  TERESITA.

Il 10 febbraio 1912 arriva un epilogo inaspettato.
Quel giorno la Martì effettua il suo nuovo rapimento .
Il bambino in questione, anzi la bambina si chiama Teresita Guitart Congost e ha appena cinque anni. Il padre è una persona non certo ricca, ma è molto  conosciuto ed amato in città. 
Barcellona insorge, la ribellione popolare obbliga per la prima volta le forze dell'ordine a prendere sul serio le denunce di sparizione.
In più per la prima volta la donna compie un errore, un errore che per lei segnerà l'inizio della fine.

Il fermo di Enriqueta Martì

E' infatti la mattina del 17 febbraio,  sono passati sette giorni dal rapimento della piccola Congost e una testimone, una certa Claudia Elìas  si trova a fare i conti con una inusuale apparizione.
Claudia Elìas è solo una tranquilla ed anziana signora, che da anni abita  in una delle tante vie popolari del centro della metropoli. Però lei  è convinta di conoscere tutti a Calle de Ponent (anche se lei come la maggior parte degli abitanti di Barcellona preferisce la catalana dicitura di Carrer del Ponent ) eppure da una finestra dell'appartamento al numero civico 29 compare davanti ai suoi occhi -per un breve, brevissimo istante una bambina dai capelli rasati. 
 Claudia Elìas è ragionevolmente sicura che la sua vicina, quella strana donna che da un po abita in quell'appartamento, non abbia figli.
Quando però pone la domanda alla vicina questa reagisce in malo modo e serra violentemente tutte le finestre del suo appartamento,
Inutile dire che la vicina di casa della vecchia signora Claudia Elìas  si chiama Enriqueta Martì i Ripolles.

Anche un altro vicino, un anonimo costruttore di materassi nota la bambina dai capelli rasati, l'uomo non ne è sicuro, ha molti dubbi. Ma quella bambina somiglia in maniera sorprendente alle foto  di Teresita Guitart Compost che da giorni occhieggiano dalle pagine dei giornali.
I due, l'anonimo costruttore di materassi e la vecchia e curiosa Elias, ne parlano tra loro.
Ed alla fine decidono di andare dalla polizia.

Dovranno passare ancora alcuni giorni però, alla fine due membri delle forze dell'ordine: l'agente Jose Asens ed il brigadiere Ribot prendono sul serio quella segnalazione. Si decide quindi di effettuare una perquisizione e la mattina del 27 sempre di febbraio Ribot seguito da diversi suoi uomini  con una scusa ferma la Martì  penetrando all'interno del suo appartamento.
Nessuno di loro immagina quello che si troveranno a dover affrontare.
Ben presto comprenderanno con quali materiali Enriqueta Martì realizza le sue pozioni e i suoi unguenti.
(Continua...)

61 commenti:

Patricia Moll ha detto...

E dopo questo, Nick, vado a farmi un caffè! Per digerire.
Temo di immaginare il seguito!
Senti... ma in mano mia 10 minuti????? Io andrei in galera ma sta..... *******

I BAMBINI NON SI TOCCANO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Sono d'accordo! I BAMBINI NON SI TOCCANO!!!!!
Anche per questo ci sto andando piano con questa storia, dal momento che i crimini della "Vampira di Barcellona" fanno star male anche me tanto che sono odiosi.

Comunque, ti assicuro nella terza parte una sorta di "lieto fine" ci sarà, te lo garantisco. Non dovrei stare a spoilerare, ma ti dico, stai tranquilla, che ci saranno degli sviluppi che ti lasceranno soddisfatta.
Giuro!!!! ;)

Patricia Moll ha detto...

Ok, Nick, allora aspetto! Ciaoooo!

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Vedrai, ne sarai soddisfatta!

Alessia H.V. ha detto...

Mamma mia, la miseria umana è infinita.
Io penso che il suo caso abbia alla base pesanti violenze subite dal padre in tenera età, cosa che le ha fatto sviluppare prima un interesse probabilmente bonario nei confronti dell'infanzia (quando faceva la badante) poi trasformatosi in una forma di odio/vendetta della serie: "io non valevo niente e tu non varrai niente".
Bah, di cose così orrende, purtroppo, ne esistono ancora. Questo è quello che fa ancora più male.

Aspetto il prossimo post per l'epilogo.

Patricia Moll ha detto...

Hai ragione A.H.V.
E credo, sono fermamente convinta che purtroppo non sappiamo nemmeno tutto!

Nick Parisi. ha detto...

@ A.H.V.
La miseria umana è veramente il termine giusto per descrivere tutta questa vicenda.
Purtroppo, non posso fare a meno di condividere l'espressione di Dostojewski che ho inserito all'inizio del mio post:
"Se il diavolo non esiste, ma è stato creato dall'uomo, temo che l'uomo l'abbia creato a propria immagine e somiglianza."
Credo che non ci sia niente altro che io possa aggiungere al proposito.

Obsidian M ha detto...

Certo che bisogna essere proprio dei fenomeni per affidare i propri pargoli ad una sconosciuta.....

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
In questo particolare caso ci sono comunque dei punti rimasti oscuri, però dei punti fermi li possiamo mettere. Parlando più in generale, purtroppo ci saranno sempre lati oscuri e particolari (e colpevoli) che rimarranno ignoti.

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian Mirror
Erano tempi più ingenui e in cui si aveva più fiducia nelle persone. Non ci si pensava minimamente all'esistenza di pedofili ed altri criminali simili.
Poi considera che la maggior parte dei rapiti erano bimbi lasciati a giocare da soli, bimbi a cui la stessa assassina diceva d essere una parente, addirittura la stessa vera madre, oppure venivano drogati.
Però è vero, ci furono anche casi di donne che si assentarono di casi lasciando i figli in compagnia della falsa mendicante.

Patricia Moll ha detto...

Non so se si trattava di fiducia o ingenuità, Nick. Certo il mondo era meno complicato di adesso. Soprattutto non c'erano informazioni.
Chi poteva mai pensare ai pedofili?

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
No, non ci pensavano per niente!
Io penso che su alcune cose i nostri antenati( la maggior parte di loro, perlomeno ) erano più non dico ingenui, ma più sereni di noi.

Patricia Moll ha detto...

Sì. In fondo non si pensava assolutamente a certi rischi. Poi i problemi pper tirare aavanti erano già talmente tanti a certi livelli che i bambini erano anche forse meno seguiti dei nostri.
Anche se neppure i nostri sono al riparo da certe bestie!

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
I miei nonni loro tenevano in casa e facevano mangiare i figli di alcuni vicini che non avevano abbastanza soldi per mantenerli; era una cosa normale a quei tempi. Lo facevano tutti, lo facevano volentieri.
Oggi, chi si fiderebbe più?

Purtroppo, no nemmeno oggi siamo al sicuro da certi mostri! Anzi, purtroppo sembrano aumentare, basti vedere il recente scandalo inglese.

Patricia Moll ha detto...

E' che quello che una volta era normale adesso è diventato folle. Se non conosci più che bene una persona non ti fidi più. A volte pur conoscendola bene trovi "sorprese" atroci.

E fosse solo lo scandalo inglese! Ogni giorno si scopre qualcosa ed è sempre peggio!

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Bisognerebbe tenere gli occhi sempre aperti, quando si tratta di bambini, anziani, animali.
Questo è il mio spassionato parere.

Ariano Geta ha detto...

Non sono sicuro di voler avere la conferma degli "ingredienti" che usava per le sue pozioni, anche se temo di aver capito...

Babol ha detto...

Che orripilio, maledetta donnaccia.
Attendo con ansia l'ultima parte dell'orrida vicenda...

Elisa Elena Carollo ha detto...

Accidenti, questa storia è decisamente più terrificante di quello che avevo immaginato...

Pirkaf ha detto...

La realtà inquieta sempre più della fantasia.
Storia agghiacciante ma morbosamente affascinante.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta.
Temo che tu abbia capito fin troppo bene. :(
Non ci volevo credere nemmeno la prima volta che ho saputo di questa vicenda.
Fino all'ultimo sono stato indeciso se raccontare o meno questa vicenda, ad ogni modo mi sto orientando nel non inserire immagini o descrizioni troppo raccapriccianti nel post conclusivo.

Nick Parisi. ha detto...

@ Babol
Aspetto un paio di giorni, prima di scrivere la conclusione... voglio prima affrontare un paio di argomenti meno cupi e più rilassanti.
Ad ogni modo entro la fine della prossima settimana chiuderemo tutto.

Nick Parisi. ha detto...

@ Elisa Elena Carollo.
Per questo ho voluto procedere per gradi, dando le informazioni con il contagocce.
Non era per niente una vicenda facile da affrontare.
Non so nemmeno se ci sto riuscendo io ad affrontarla nella maniera corretta e rispettosa sia nei confronti delle vittime che dei miei lettori.
Almeno mi auguro di aver fatto un lavoro quantomeno decente finora.

Coriolano ha detto...

Non è una rassicurante storia horror, ed è spiacevole accorgersi di come la realtà sappia essere peggiore dell'immaginazione.

Nick Parisi. ha detto...

@ Pirkaf
Ciao amico!
Questa è senza dubbio la storia più difficile che io abbia mai affrontato su questo blog.
Dopo di questa mi sa che per un bel pezzo non affronterò più l'argomento "Serial Killers".

Nick Parisi. ha detto...

@ Tutti.
Mi riallaccio al commento che ho mandato a @Pirkaf.
Ragazzi, volete che in futuro su questo blog si parli ancora di "Serial Killers" oppure no? Certo non tutte le Storie sono tremende come questa, però ditemi voi, però fatemi sapere se a voi fa piacere, se un domani io dovessi trovare altre cose interessanti a voi farebbe piacere leggerle.
Cosa ne pensate?

Nick Parisi. ha detto...

@ Coriolano.
Spesso è davvero così e questo ne è un esempio lampante.
Un abbraccio.

Alessia H.V. ha detto...

Eh sì Patricia.
Purtroppo per quanto armati di buon senso non si può essere in ogni singola casa in ogni singolo istante a bloccare le barbarie e proteggere chi ne ha bisogno e le proteste di piazza, le manifestazioni possono servire solo fino ad un certo punto: in casa propria ognuno è padrone.
Non so davvero come dovrebbe essere affrontato il problema, purtroppo siamo comunque esseri animaleschi cui la società ha portato benefici e privilegi, cultura, ideali come restrizioni, etichette, discriminazioni.
Per questo, per rispondere a Nick io dico che se da un lato le storie dei serial killer sono interessanti e affascinanti, possono essere dei moniti di coscienza dall'altro sono un continuo scavare nel marciume della società, perché non è solo la mente di un malato che opera, che sevizia e che uccide ma è anche il suo background, il Mefisto-sociale che lo ha generato, chissà come, ma così mi sembra essere. Quindi non lo so, è come vedere film in cui vengono protratte barbarie verso degli innocenti, per me sono veleni a lungo andare. ^^

Obsidian M ha detto...

A mio parere vale la pena di continuare sulla strada dei serial killers. Non vedo controindicazioni, almeno finché non si oltrepassa il limite del sostenibili, mostrando immagini particolarmente crude. Anzi, credo che parlarne possa contribuire allo scopo primario che è sempre quello di tenere gli occhi ben aperti.
Purtroppo là fuori ci sono centinaia di maniaci psicopatici. Possono essere ovunque, anche dietro la porta accanto. Dimenticare che esista il male non serve a nulla se non a farci abbassare la guardia. Sarebbe come smettere di parlare dell'Olocausto: non se ne cancella l'esistenza.
Le storie dei killer del passato inoltre hanno un fascino particolare: anche se si tratta di storie macabre solo lo specchio di quel tempo ed è come leggere tra le righe dei libri si storia quello che non è mai stato detto.
Il mio primo post in assoluto (il secondo, se aggiungiamo quello del benvenuto) riguardava proprio uno tra i crimini più efferati del nostro secolo. Tante volte ho pensato di farlo sparire, soprattutto perché mi fa paura che sia uno dei più cliccati (e paradossalmente uno dei meno commentati). Alla fine riflettendoci penso che rimarrà al suo posto ma, per scrupolo, ho "blindato" le parti più sconvolgenti sotto un pulsante, cosicché chi vuole leggersi la storia senza entrare nei dettagli può farlo serenamente.

Lucrezia Simmons ha detto...

Che post mamma mia...e temo il seguito..ma non vedo l'ora di leggerlo.
Sono vicende interessanti, anche se inquietanti.
Bisogna dire che un tempo secondo me si conosceva la pedofilia, ma si tendeva a non parlare di queste cose. Inoltre come diceva giustamente Nick, ci si fidava di più del prossimo, certe cose accadevano di meno o si sapevano di meno.

Ivano Landi ha detto...

@ Nick
Secondo me non ci sono dubbi che devi continuare. Queste cose sono lo specchio di qualcosa che appartiene alla psiche collettiva, quindi che piaccia o no anche a noi.
@ TOM
Ti riferisci all'articolo sulla ragazza giapponese?

Elisa Elena Carollo ha detto...

@Nick anche secondo me devi continuare... In fondo la realtà è questa e nasconderla non la cancellerà. Anzi, ci sono meno probabilità che eventi orribili come questi si ripetano se se ne parla, non se vengono nascosti.
Ovviamente noi non possiamo commentare dicendo "che bella storia" perché è una storia orribile dal punto di vista umano... Ma tu secondo me sei stato molto bravo a trattarla con l'oggettività della cronaca, ma sempre con la dovuta delicatezza.

Nick Parisi. ha detto...

@ A.H.V .
C'è del vero in quello che scrivi, il marciume sociale che genera le storture a cui purtroppo ci stiamo assuefando esiste. Per come la vedo io- magari sbaglio, perché una risposta corretta al 100% ancora non sono riuscito a trovarla - è che ci siano rischi sia nel "Non" parlare di certe cose facendo finta che non esistono sia nel parlarne nella maniera sbagliata, magari caricando le cose di eccessiva morbosità o spettacolarizzando il dolore delle vittime, un po come fanno certi programmi televisivi, così giusto per capirci.
Probabilmente si può provare a trovare un equilibrio evitando di inserire foto troppo esplicite, o non indulgendo troppo nei dettagli macabri.
Per quanto mi riguarda ad esempio ho deciso, già un mese fa quando ho cominciato a pensare a questo dossier di non inserire le foto troppo sanguinolente.
Forse non basterà, ma un' altra idea che ho ipotizzato è quella di non parlare di Serial Killers troppo vicini temporalmente ai nostri tempi, quindi niente Ted Bundy o Jeffrey Dahmer. Insomma, storia si ma niente cronaca.
Ad ogni modo, prima di qualche mese sarà difficile che io torni sopra sull'argomento.
Grazie per il prezioso contributo.

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian Mirror
Mi permetto di copio-incollare questa parte del tuo commento:
" Dimenticare che esista il male non serve a nulla se non a farci abbassare la guardia. Sarebbe come smettere di parlare dell'Olocausto: non se ne cancella l'esistenza."
Ecco, questo è anche il mio pensiero. In questo caso io per primo mi sono creato tanti scrupoli nel parlarne, c'erano in mezzo dei bambini come vittime e questa cosa mi ha fatto particolarmente soffrire.
Per questo come dicevo sopra ad @ A.H.V probabilmente una situazione di compromesso in casi come questi è quello di non pubblicare foto troppo macabre.

Nick Parisi. ha detto...

@ Lady Simmons
Si, è veramente una storia affascinante ma inquietante al tempo stesso, che ancora oggi colpisce molto le nostre coscienze.
Ed è altrettanto vero che un tempo i nostri antenati erano più fiduciosi e che certe cose magari accadevano lo stesso ma erano più rare e se ne parlava molto meno.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
Copio-incollo anche parte del tuo commento:
" Queste cose sono lo specchio di qualcosa che appartiene alla psiche collettiva, quindi che piaccia o no anche a noi. "
Non c'è altro che io possa 'aggiungere.

Nick Parisi. ha detto...

@ Elisa Elena Carollo
Ti ringrazio per aver apprezzato, certo mi rendo conto che vicende come queste sono talmente scabrose - e lo sono anche per me che le sto raccontando, non mi stancherò mai di ripeterlo- che bisogna andarci con i piedi di piombo.
Comunque spero di esserci riuscito, almeno finora.
Grazie ancora a tutti per i vostri pareri.

Glò ha detto...

Terribile sì. Anche perché credo di aver intuito il seguito.
Probabilmente oltre ad una questione di maggior ingenuità, si devono tener presenti fattori come l'ignoranza/miseria, la scarsa circolazione di notizie, una differente percezione della morale pubblica.

Nick Parisi. ha detto...

@ Glò
Infatti, c' era davvero una diversa concezione della morale pubblica e poi come hai detto giustamente tu la miseria faceva il resto
Comunque anche a te dico di stare tranquilla che- fortunatamente - ci sarà una specie di lieto fine.
Una specie, diciamo cosi.

Patricia Moll ha detto...

Ciao a tutti.
A.H.V. hai ragione ne ha anche Nick. Il rischio è che comunque si faccia si sbagli.
Mi pare però che Nick non faccia sensazionalismo come certi programmi. Le sue sono piuttosto narrazioni, cronache di fatti realmente accaduti con anche suoi pennsieri personali ma senza lasciarsi prevaricare dalla morbosità.
Non dico una cronaca asettica perchè è difficile su certi argomenti ma comunque non da voyeur.

Nick, per me va benissimo se continui. Se te la senti tu di indagare e poi scrivere.... perhcè sono convinta che il primo a star male di fronte a certi fatti sia proprio tu!

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Ti ringrazio per il tuo apprezzamento, hai indovinato, questa vicenda come altre prima mi ha fatto veramente stare male, i motivi per cui alla fine ho deciso di parlarne lo stesso, li spiegherò nel post conclusivo.
Anche per questo motivo ci sto andando piano con la compilazione del mio dossier sulla "Vampira di Barcellona".

Credo comunque che di certe cose bisogna comunque parlarne, perché sarebbe peggio nascondere la testa sotto terra come fanno gli struzzi. Ora A.H.V ha le sue ragioni, perché è vero ci sono molti giornali e molti programmi televisivi che fanno solo sensazionalismo e sono un ricettacolo di morbosità. Quel modo di fare - credo che si sia capito - non mi piace ed in questo concordo sia con A.H.V che con te, anzi le vostre opinioni ed i vostri commenti mi spingono sempre più a cercare di essere un narratore quanto più possibile rispettoso degli eventi e delle persone coinvolte.
Grazie ad entrambe.

daniela ha detto...

Immagino immagino, altro che vampira o mostri, non saprei dove collocarla..
Purtroppo i bimbi, sono sempre gli esseri più fragili, chi fa del male ai bimbi, davvero non sa quello che fa.

Ciao spero a presto.

Nick Parisi. ha detto...

@ Angie Ginev
Nemmeno io saprei come collocarla, se tra le streghe o tra i serial killer, penso però più in questa seconda categorizzazione.
Ciao a presto!

Patricia Moll ha detto...

Io lo so, Nick. Tra le m**de!!!!!!! Quelle più inquinanti che ci sono!

Come dici tu e anche Obsidian, non parlarne non cambia le cose. Può soltanto peggiorarle perchè può calare l'attenzione e lla protezione di chi ha più necessità di essere protetto.
Dipende tutto da come viene fatta l'informazione.

Massimo Citi ha detto...

Eh, una volta sì che c'era rispetto, educazione... non c'erano i delitti orrendi che ci sono adesso... ecc. ecc. Credo che questo genere di considerazioni le abbiamo sentite tutti. Si potrebbero invitare i barbogi e le barboge a spararsi questo post, tanto per rendersi conto che è la miseria, l'invidia e la venalità sono sempre esistite e, presumibilmente, esisteranno sempre. In ogni caso vedo che sei arrivato a fare tre parti. NIente di male, comunque, anche se temo di sapere che cosa emergerà.

Grazia Gironella ha detto...

Hai trovato un gran bel punto per sospendere la storia... crudeltà pura, anche se quello che leggerò non mi piacerà. ;)

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Mi hai levato le parole di bocca. ;)))))

Nick Parisi. ha detto...

@ Massimo Citi
Avrei preferito separare in solo due parti il Dossier, però ne sarebbe uscita fuori una roba chilometrica...
Inoltre la storica è talmente macabra che non ce l' avrei fatta a scrivere tutto in un unica soluzione.
Sorry. :(

Nick Parisi. ha detto...

@ Grazia Gironella
Sono sadico lo so.
Credimi come ho scritto su a Massimo Citi in questo caso non lo avrei voluto fare.
Avrei voluto solo due post ma la storia é lunghissima.
Per farmi perdonare scriverò presto l' ultima parte.

Argonauta Xeno ha detto...

Il finale non fa presagire nulla di buono...
E' difficile credere che una simile vicenda sia successa davvero. Come dicevi nell'introduzione, è più materia da streghe. Eppure, come ricorda anche Max, certi personaggi malvagi sono esistiti davvero e proprio per questo fanno più paura.

Nick Parisi. ha detto...

@ Salomon Xeno
Uauuu! Il tuo è il cinquantesimo commento a questo post, lo sai? ^^

Il suggerimento che do a te come a Max è di aspettare la terza parte perché la questione assumerà direzioni quasi inaspettate.
Ad ogni modo domani mi metto a scrivere il finale, se ce la faccio entro giovedì\ venerdì pubblico il tutto.

Argonauta Xeno ha detto...

@Nick, ho vinto qualcosa?
Aspetto sicuramente la terza parte, allora. Quando riesci. :)

Nick Parisi. ha detto...

@ Salomon
Hai vinto un giro della bicchierata che faremo in primavera quando vengo a Milano.

Marco L. ha detto...

Raccapricciante. Purtroppo appena hai detto creme e unguenti per la TBC avevo già intuito l'agghiacciante verità.

Marco L. ha detto...

Aggiungo ancora una cosa. In questi ultimi mesi mi hai visto occuparmi di una serie di mostri. Mostri che però hanno maggiore umanità di Enriqueta Marti.
"In confronto all'uomo, il diavolo è solo un buon dilettante".

Nick Parisi. ha detto...

@ Marco Lazzara
Ogni volta che scopro una storia come questa mi domando come possa un essere umano sprofondare in abissi come questi. Poi però penso ai Nazisti e all' Olocausto e mi dico che il diavolo è stato detronizzato ed ora al suo posto siede un uomo.

Nick Parisi. ha detto...

@ Marco Lazzara
Aggiungo che quei mostri che tu stai trattando così bene non si sarebbero mai spinti alle nefandezze della protagonista di questa vicenda.

Alessia H.V. ha detto...

Quei programmi sono vomitevoli e totalmente irrispettosi nei confronti di chiunque, ma il mio parere era più che altro dettato da una sensibilità personale a volte fin troppo empatica nei confronti di certe cose, ho dovuto bloccare una contatto su Google perché mi saltavano sempre fuori notizie di violenze su animali che mi facevano stare male e mi innervosivano come non mai. :/
Una questione proprio personale, insomma! Senza critiche nei confronti di nessuno!

Un saluto!

Nick Parisi. ha detto...

@ A.H.V
Ma certo! Anzi ti comprendo in pieno., sentiti sempre libera di esprimere su questo blog le tue opinioni. Questo blog è casa tua. ;)

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Dio mio.

Nick Parisi. ha detto...

@ Cristina M. Cavaliere
Già....purtroppo! :(

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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