Qualche giorno fa ho segnalato l'uscita di un film di fantascienza intitolato The Broken Key ( QUI) Oggi approfondisco un poco di più presentandovi una piccola intervista con Diana Dell' Erba, una delle attrici coinvolte.
Mi mancavano Le Interviste Notturne e sono contento di poter riprendere con una brava attrice italiana, presto comunque troverete altre interviste con scrittori, attori e fumettisti ed altre ne sto preparando, insomma lo Zio Nick sta provando ad uscire dal suo recente letargo.
Ringrazio Diana Dell'Erba per la sua gentilezza e anche Federica Stango de L'AltroFilm per il contatto mentre a tutti voi auguro una buona lettura!
Nick: Benvenuta sul blog Nocturnia, come prima domanda ti chiedo di presentarti brevemente per i lettori di questo blog.
Diana Dell' Erba: Ciao a tutti, mi chiamo Diana Dell’Erba e tra le tante cose, a volte, provo a cambiare forma e recitare.
Nick: Descrivici il tuo ruolo all'interno di "The Broken Key"
Diana: In The Broken Key interpreto Sarah Eve, una giovane donna di grande saggezza, con un carattere dolce e fermo e le idee molte chiare... Il meraviglioso simbolo di quella parte di noi stessi che sostanzialmente ricerchiamo tutta la vita.
Nick: Come sei stata coinvolta nella lavorazione di "The Broken Key" e quale elemento (sceneggiatura; cast; fotografia etc, etc...) ti ha convinto ad accettare?
Diana: Lavoro da tanti anni con la casa di produzione e distribuzione L’Altrofilm, e per me è stato un grande onore la proposta di partecipare a “The Broken Key”. Si tratta di una storia eccezionale. Un film come se ne realizzano pochissimi in Italia. Apparentemente un thriller, è un’opera che può essere recepita secondo molteplici livelli di lettura, per confermare che nel mondo nulla, nemmeno l’apparentemente più piccola cosa, capita per caso.
Nick: "The Broken Key" rappresenta assieme a poche altre pellicole (come "Lo Chiamavano Jeeg Robot") il tentativo di tornare a realizzare un Cinema di Genere diverso da quello ormai usurato della solita "commedia all'italiana". Secondo te come mai nel nostro paese in questi ultimi anni è stato difficile se non impossibile riuscire a realizzare film diversi dal solito?
Diana: Mi sembra che in Italia ci siamo concentrati troppo spesso su una sfera eccessivamente intimista caratterizzata da un respiro che, anche se apparentemente universale, in realtà non ci permettere di crescere né sognare. Il cinema ha delle potenzialità eccezionali, che forse nessun’altra arte possiede. Ha il potere di cambiare lo spettatore, di entrare nel suo inconscio e di innestare delle idee nell’arco di un tempo ridottissimo.
Credo fermamente che uno dei più grandi limiti dell’essere umano sia l’abitudine… e forse è proprio per abitudine che i cineasti italiani spesso hanno paura a “osare”.
Nick: Questa domanda è conseguenziale alla precedente. Fino a qualche anno fa per un'attrice italiana era difficile trovare ruoli che andassero oltre i soliti stereotipi. E' ancora così o ritieni che le cose stiano cambiando?
Diana: Penso che la situazione pian piano stia cambiando. Il fatto è che, da un lato, siamo in un’epoca storica di grande rinnovamento, dall’altro, abitiamo in una nazione che ha una grande difficoltà a scrollarsi di dosso il passato e volgere lo sguardo al futuro… questo fa sì che, ai soliti stereotipi (purtroppo ancora la maggioranza) si affianchino delle opere di respiro più ampio.
Dobbiamo impegnarci per sostituire la lamentela all’azione. Penso sia un dovere quello di adattarsi al cambiamento… è l’unica strada per capire fino in fondo ciò che sta capitando.
Il grande rischio che vedo è quello di farsi ipnotizzare da cose superflue e accomodanti e, peggio ancora, smettere di sognare limitandosi ad un livello superficiale della realtà.
Nick: Facciamo un passo indietro: il tuo debutto professionale, se non erro, risale al 2004 uno dei tuoi ruoli più importanti però è stato quello della zarina Alessandra Romanova nel film "Rasputin" del 2010. Parlaci di quel ruolo e di quel film.
Diana: Lavorare in “Rasputin” è stato magnifico perché non si tratta di un film ma di una vera opera d’arte. Contribuire alla creazione di un film del genere penso equivalga a contribuire alla
realizzazione di “respiro”… cioè di qualcosa che possiamo non capire sul momento ma che ci entra dentro e lavora su di noi, al di là di noi stessi.
Nick: Sono molto incuriosito dalla tua attività di regista, ti andrebbe di parlare del tuo film "Registe" (2014) ai lettori di Nocturnia?
Diana: “Registe” è stata una necessità. Un viaggio che dovevo intraprendere per comprendere meglio me stessa attraverso delle tematiche a me care, quelle dell’emancipazione e del miglioramento di sé. Un viaggio che mi ha donato tantissimo. Spesso, se realizzi l’opera di cui hai realmente bisogno in quel momento… è molto più quello che l’opera ti dona piuttosto che quello che tu fai per l’opera.
Il film ripercorre la storia del cinema italiano firmato al femminile e indaga le vite di tante registe elevandole a simbolo di ciò che ognuno di noi dovrebbe fare: diventare regista della propria vita.
Nick: Torniamo a parlare di "The Broken Key", se potessi definire la pellicola con tre termini specifici o con una breve frase come la presenteresti per invogliarne la visione?
Diana: “Conosci te stesso e divieni Dio”. L’unico viaggio che valga veramente la pena vivere è per me il viaggio interiore. Conoscere se stessi è la cosa più gravosa e difficile che esista. Conoscere se stessi equivale a lavorare giorno e notte, attimo dopo attimo, sui propri pensieri e sulle proprie azioni per non accontentarsi mai, per tentare sempre di migliorarsi.
Questo film affronta l’argomento nel modo per me più affascinante che esista, quello simbolico. Ogni azione, personaggio, battuta o inquadratura sono studiati in tal senso… la necessità è una sola: che lo spettatore si conceda il privilegio di essere attivo, di rapportarsi cioè in maniera critica al film e, dunque, a se stesso.
Nick: Progetti futuri?
Diana : Appena terminata la distribuzione e il grande tour di “The Broken Key”, desidero concentrarmi sulla realizzazione di un film/documentario sulla “magia del suono”, di cui ho scritto la sceneggiatura con un fraterno amico. Un altro viaggio che in Italia non è ancora stato affrontato ma che per me ha una potenza indescrivibile.
Nick: Bene, siamo arrivati alla fine di questa intervista, ti ringrazio per la tua gentilezza e disponibilità. L'abitudine, chiamiamola " tradizione" del blog Nocturnia è che l'ultima domanda sia "se esiste una questione di cui avresti parlato volentieri, una domanda alla quale avesti risposto con piacere e che io invece non ti ho rivolto", quindi continuiamo questa tradizione e sentiti libera di dire quello che ti interessa e grazie ancora.
Diana Dell' Erba: Ringrazio voi per la vostra attenzione. Apprezzo molto questa “tradizione”… ma penso che rispondendo ad ogni domanda a noi rivolta si possa raggiungere ciò che vogliamo veramente trasmettere.
BONUS CARD: BIOGRAFIA DIANA DELL'ERBA
Nata a Torino nel 1982, la Dell'Erba è sia attrice che regista, il suo debutto avviene nel 2004 con la partecipazione al film indipendente spagnolo The Tulse Luper Suitcases Part II.
In seguito partecipa a diverse produzioni italiane: nel 2010 è nel cast di Rasputin, quattro anni dopo invece è il turno de Il Mistero di Dante.
Sempre nel 2014 arriva il suo esordio alla regia, co-dirigendo il film Registe assieme alla portoghese Maria de Medeiros e all'italiana Lina Wertmuller.
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8 commenti:
Interessante. Ogni tentativo di diversificare il monocorde cinema italiano è benvenuto, quindi non mancherò l'opportunità di scoprire questa giovane attrice e le pellicole "alternative" in cui ha recitato.
@ Ariano Geta
Per fortuna da un paio di anni le cose stanno cambiando, speriamo che non sia un fuoco di paglia ma che anzi si tratti di un fenomeno in espansione.
Intervista molto interessante.
Ti auguro un sereno fine settimana.
@ Cavaliere oscuro del web
Sereno fine settimana a te.
Intervista che riesce a mettere a nudo la intuizione tutta al femminile di una attrice di cui sentiremo molto parlare.
@ Anonimo
Sono d'accordo, grazie per essere passati.
Bella intervista, Nick. Non conoscevo Diana Dell’Erba e già il fatto che la tua ospite parli di sostituire la lamentela all’azione la rende molto simpatica, oltre che molto intelligente.
@ Clementina Daniela Sanguanini
Grazie per aver apprezzato, rigiro il tuo commento alla Dell'Erba che, ne sono convinto, apprezzerà.
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