SETTE NOTE IN NERO ( 1977)

Virginia ha una premonizione, mentre si trova in un college a Firenze subisce la chiara visione del cruento suicidio della madre a Dover in Inghilterra.
Anni dopo Virginia è diventata una splendida ed affascinante donna del jet set toscano: si è sposata con l'imprenditore Fabrizio Ducci e fa di tutto per dimenticare il suo passato.
Un giorno però le visioni tornano in maniera prepotente.
Mentre il marito è in procinto di partire per un viaggio d'affari a Londra, la mente di Virginia è bombardata dalle immagini di un misterioso uomo zoppo che prima uccide una giovane donna per poi murarne il corpo ancora caldo.
Ma quando racconta quello che ha visto nessuno sembra volerle credere, né il marito né la di lui sorella. Perfino il suo amico Luca Fattori grande appassionato di paranormale pare convinto dalle visioni della donna. Ma proprio quando Virginia comincia a tranquillizzarsi finisce per compiere un'altra macabra scoperta: una camera all'interno della casa di Campagna dei Ducci si rivela uguale in tutto e per tutto a quella della premonizione di Virginia.
Ad una prima indagine tutto apparirebbe collegarsi alla sparizione di una ragazza avvenuta anni prima, ma che sia davvero così?
Virginia comincia a sospettare di tutti, perfino del tanto amato marito.
L'incubo però è appena cominciato.
E le cose non sono mai quelle che sembrano......

Doveva essere un thriller ed ha finito per diventare uno degli esempi migliori anche del Cinema horror all'italiana.

Jennifer O' Neill e Gianni Garko in una scena del film



Sette Note in Nero rappresenta anche uno dei punti più alti della cinematografia di Lucio Fulci (1927- 1996) , un regista dotato di una personalità forte, a volte contraddittoria, che spesso aveva rapporti conflittuali con molti degli attori ( ma specialmente con molte della attrici) che impiegava sul set ma che ci ha lasciato veri e propri capolavori
Vari sono stati gli appellativi con cui è stato definito, tra i quali troviamo: il poeta del macabro, o il padrino del gore ma forse quello che definirebbe meglio di tutti i regista ed il suo stile è la definizione di terrorista dei generi
Per un motivo molto semplice.


Sia che girasse una commedia o un giallo o uno degli horror o dei post-atomici realizzati nei suoi ultimi anni di vita, il regista romano era famoso per la sua capacità di andare oltre i recinti e gli steccati dei generi, per il suo modo di "personalizzare" quegli stessi generi.
Il risultato finale era sempre quello di provare a scioccare il destinatario finale delle sue pellicole: lo spettatore.
E il più delle volte Fulci ci riusciva in pieno.


Sette Note in Nero non fa accezione, pur essendo tecnicamente etichettato come giallo (  o come thriller se preferite utilizzare la terminologia anglosassone) contiene numerosi elementi splatter e perfino soprannaturali al suo interno, al punto da risultare un perfetto connubio tra più generi.
Fino al punto da ottenere un vero a proprio connubio, anzi una totale alchimia tra gli stilemi di tutti e tre i settori. In questo modo, nonostante l'iniziale flop al botteghino, nel corso degli anni la pellicola ha conquistato sempre maggiori entusiasmi tra gli appassionati del perturbante più che tra quelli del giallo.
E qui torniamo alla definizione di Fulci come il terrorista dei generi.

Per Sette Note in Nero il risultato finale, la mescolanza totale è dovuta non solo all'indubbio talento del regista ma anche ad una combinazione di fattori.
A partire dalla sceneggiatura.
Anzi, dalle variazioni ed interpolazioni continue della medesima.
Il soggetto iniziale doveva essere il semplice adattamento di un libro intitolato Terapia Mortale del giornalista e critico cinematografico Vieri Razzini ma né Fulci né il suo co-sceneggiatore Roberto Gianviti riuscivano a sentirsi soddisfatti del risultato finale. Per uscire dall'impasse, il cineasta chiamò a completare e revisionare il lavoro Dardano Sacchetti, uno dei migliori sceneggiatori del Cinema italiano.
Sachetti, persona profondamente intelligente ma sopratutto profondamente conscio dei gusti del pubblico insistette per inserire la maggior parte dei riferimenti paranormali che poi sarebbero rimasti all'interno della stesura definitiva; dopotutto quelli erano gli anni del grande successo di Dario Argento e di pellicole come Profondo Rosso
Quella era la tendenza del momento, quello era ciò che veniva richiesto e quello era quanto veniva proposto da decine di imitatori argentiani.
E questo è quello che Fulci e Sacchetti, che imitatori non erano ma maestri al pari (se non superiori) ad Argento avrebbero costruito col loro film.
Ma a modo loro.
Col loro personale stile, anzi con la loro specifica poetica.



Il resto lo fece la lunga lavorazione che tra stop delle riprese, difficoltà varie e continui cambi di produttore durò diversi anni.
Anzi proprio per venire incontro alle richieste di uno dei vari produttori che si erano avvicendati Fulci inserì anche spunti provenienti dai racconti di E.A.Poe.

Il risultato finale è un film magnetico, che avviluppa scena dopo scena, inquadratura dopo inquadratura. Fateci caso Fulci appare prediligere l'utilizzo di primi piani, inquadrature verso i volti, gli occhi, le bocche dei suoi attori in maniera da carpirne ogni singola espressione, tutti gli stati d'animo in maniera da carpire implicitamente l'adesione dello spettatore, da catturarlo quasi all'interno della narrazione.
Fino a farlo precipitare all'interno degli eventi.
Un interno quasi onirico come spesso amava creare il regista.


Sette Note in Nero mette in scena una Toscana crepuscolare, quasi autunnale, una Siena tristemente magica e labirintica, quasi simboleggiante lo stato di sospensione dalla realtà presso il quale si muovono i personaggi con le loro idiosincrasie, le loro contraddizioni e le loro doppiezze.
Anche quelle dei personaggi più positivi.
In questo un lavoro fondamentale viene compito dalla splendida colonna sonora.
Parlo raramente di questo aspetto, però è indubbio che la musica composta dai maestri Vince Tempera; Fabio Frizzi e Franco Bixio sia una delle più belle mai scritte per un film del genere.
Sette note eseguite in contemporanea da un pianoforte ed un carillon.
Niente di più semplice ma niente di più azzeccato, di una semplicità quasi agghiacciante.
Un consiglio?
Andatela a cercare, ascoltatela almeno una volta e poi ne riparliamo.

Un intenso primo piano di Marc Porel
Come detto altre volte fare Cinema negli anni '70s ( ma il discorso vale anche per le produzioni televisive) significava poter contare su una lunga serie di collaborazioni internazionali e su una ancora più lunga fila di attori italiani e stranieri di estremo talento. Ora, essendo Sette Note in Nero una produzione completamente italiana, in questo caso è particolarmente vero il secondo aspetto del discorso.
Per il ruolo di Virginia Dotti venne ingaggiata Jennifer O'Neill, un'attrice americana sicuramente brava ma della quale le cronache del tempo si occupavano più per l'alto numero dei suoi divorzi che per le sue effettive capacità recitative.
Discorso profondamente diverso per quanto riguarda gli altri attori.

Il francese Marc Porel (che aveva già lavorato in precedenza con Fulci) diede una soddisfacente prova interpretando la parte dello studioso Luca Fattori. Dotato di un volto spigoloso ma interessante Porel dopo decine di apparizioni nel ruolo del sicario o del malavitoso in decine di pellicole noir ( o polar, per utilizzare la definizione francofona) era diventato una presenza costante anche nel nostro cinema spaziando praticamente in ogni genere allora di moda in Italia, dai poliziotteschi agli horror e perfino commedie come Il Soldato di Ventura al fianco di Bud Spencer.
Porel che sarebbe scomparso qualche anno dopo la sua apparizione in questo film in circostanze ancora da chiarire del tutto, in Sette Note in Nero dà vita ad una delle sue migliori interpretazioni, misurata ma intensa a tratti ed istintiva ma con poche sbavature in altri.

Completarono il cast diversi ottimi attori italiani, nomi provenienti dal mondo del teatro come Gabriele Ferzetti e Luigi Diberti o da quello morente degli spaghetti-western (ma anche di tante commedie ) come il bravissimo Gianni Garko (gli ultimi due Diberti e Garko sono tutt'ora molto attivi, specialmente nell'ambito delle produzioni televisive)
In particolare Gianni Garko ( un ottimo professionista che andrebbe riscoperto e rivalutato) gestì bene i panni di un personaggio controverso e sfaccettato come Francesco Ducci, una figura gravata da sospetti ma di cui fino alla fine viene lasciato il dubbio riguardo alla sua effettiva colpevolezza od innocenza

Un matrimonio felice?

Fulci volle, quasi come una sorta di chiusura del cerchio, omaggiare il periodo in cui dirigeva film comici assegnando una piccola parte, quella del responsabile della pinacoteca, al caratterista napoletano Ugo d' Alessio, un attore che in teatro aveva lavorato a lungo in qualità di spalla del grande Eduardo De Filippo e che sul grande schermo appariva in ruoli marginali in decine di pellicole (tra cui quelle interpretate da Totò)

Tutto questo contribuì alla realizzazione di un film, forse artigianale ma onesto.
Un film graffiante e disturbante.
Nel 1977 come oggi.
A suo modo la testimonianza di un epoca in cui il Cinema era fatto di sogni.
O di incubi ben realizzati.

26 commenti:

Babol ha detto...

Non lo vedo da decenni ma ricordo che mi era piaciuto davvero tantissimo... e quella musica, poi!

MikiMoz ha detto...

E' un capolavoro assoluto del cinema italico.
E Fulci è proprio come lo descrivi: trascende i generi, non sai mai come archiviare uno dei suoi film (vedi L'Aldilà...)

Moz-

Patricia Moll ha detto...

Mai visto purtroppo!

Orlando Furioso ha detto...

Fantastico articolo! (Come sempre d'altronde)
Adoro Fulci, per anni ne sono stato un vero fan, procurandomi qualsiasi cosa da lui girata (o scritta, o co-sceneggiata o... ecc., fino a Totò ^___^) e ho visto e rivisto i suoi film horror più e più volte, gustandomeli ogni volta!
Sette Note in Nero è stato per anni uno dei suoi film più difficili da recuperare in formati decenti (e decentemente visibili...). E' uno dei pochi film di Fulci che sono riuscito a far vedere anche a persone che non apprezzavano per niente il genere.
E' da tanto che non lo rivedo e questo tuo articolo mi da l'occasione per "metterlo in lista" e rivederlo quanto prima!
Un abbraccio e a presto!

p.s. Pur amando tutti i suoi film "di genere", il mio preferito è sempre stato "Voci dal profondo" :)

Massimo Citi ha detto...

Dopo una simile presentazione DEVO ritrovare il film e vederlo. O rivederlo. Grazie, Nick!

Unknown ha detto...

Gran pezzo Nick, su un film a cui ho sempre voluto molto bene, ancora oggi il tema musicale è uno dei miei preferiti da sentire in cuffia (storia vera) ;-) Cheers

Nick Parisi. ha detto...

@ Babol
La colonna sonora di "Sette Note in Nero" è davvero un qualcosa di magnetico ed avvolgente. Credo che tra i film girati da Lucio Fulci sia una delle più belle.

Marco L. ha detto...

Non lo conoscevo proprio. Anzi, in effetti credo di non aver mai visto un solo film di Fulci.
Forse un po' adombrato nella fama da Argento.

Nick Parisi. ha detto...

@ MikiMoz
Beh "L' Aldilà" tra i film di Fulci è quello sicuramente più estremo e filosofico, lo stesso regista una volta lo ha definito come il più "artaudiano" tra quelli da lui girati per via di quel finale decisamente spiazzante.
Io l'ho visto e rivisto diverse volte anche se tra le pellicole realizzate dal regista romano preferisco (ma di poco) proprio questo "Sette note in Nero" e "Non si Sevizia un Paperino".

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Lucio Fulci ha girato ogni tipo di film, effettivamente non credo che i suoi horror corrispondano al tuo "tipo" di film, però questo "Sette Note in Nero" potrebbe piacere anche a te, dagli una possibilità.

Nick Parisi. ha detto...

@ Fumetti di Carta (Orlando Furioso)
Hai fatto bene a ricordare i film di Totò girati da Fulci, lo stesso regista romano che fino a quel momento aveva lavorato prevalentemente come sceneggiatore aveva debuttato come regista per merito o per colpa di Totò.
Riguardo a "Sette Note in Nero" come hai detto tu è stata una di quelle pellicole difficili da reperire, l'anno scorso per fortuna è stato distribuito in una collana da edicola da parte di un grande quotidiano assieme a molti altri capolavori del genere horror italiano.
La collana non era certo il massimo dal punto di vista del packaging ma perlomeno ha fornito l'occasione per poter (ri)scoprire molti classici di registi come Bava; Fulci; Margheriti; Argento e tantissimi altri.

Nick Parisi. ha detto...

@ Massimo Citi
Come dicevo sopra ad @ Orlando il film è stato ripubblicato recentemente in una edizione da edicola, anzi non mi dispiacerebbe che quanto prima non si possa replicare con altri film meritevoli di essere visti dalle nuove generazioni ed anche di essere riscoperti dagli appassionati di lunga data.

Nick Parisi. ha detto...

@ Bara Volante
Concordo in pieno sulla colonna sonora, molto semplice ma molto magnetica, l'utilizzo del carillon poi è anche ben giustificato dalla trama interna del film .

Nick Parisi. ha detto...

@ Marco Lazzara
Probabilmente invece qualche film di Lucio Fulci lo avrai anche visto, dal momento che quel regista ha realizzato film di generi diversi , dalle commedie con Totò ai film con la Fenech, musicarelli e perfino poliziotteschi . Questo oltre i film horror per cui è diventato famoso.
E' vero anche che il boom di Argento ha eclissato la fama di tanti altri registi, nel caso di Fulci ti garantisco che a suo tempo diede molte preoccupazioni ad Argento sopratutto quando ha realizzato "Zombi 2", quel film ha impedito a Romero e ad Argento stesso di poter realizzare un seguito ufficiale di "Day of the Dead".
Certo Argento è di un altro pianeta (i suoi primi film intendo) ma se si va a parlare con un appassionato americano o inglese molto probabilmente ti metterà sullo stesso piano di fama Argento; Fulci e Bava.
Se invece chiedi a me ti dirò che, pur amando molto sia Fulci che Argento se dovessi mettere un regista italiano sul podio...beh, credo proprio che ci metterei Mario Bava.

Glò ha detto...

Non l'ho visto, ma tanto è coinvolgente il tuo post che... leggo spoiler cercati in rete e riprendo a commentare XD
Mmm, non ho trovato molto, ritenterò XD
Pare una di quelle pellicole claustrofobiche piene di suspense *_*

Ariano Geta ha detto...

Non l'ho visto, comunque ho visto altri film thriller-horror italiani degli anni '70, e mi chiedo cosa sarebbero stati capaci di creare oggi, avendo a disposizione le tecnologie odierne che, pur mantenendo un budget non elevato, permettono CGI realistiche e di grande impatto, purché gestite dall'occhio di un buon regista (e direi che Fulci o Bava o Argento l'occhio lo avevano eccome...)

Lucius Etruscus ha detto...

L'ho riscoperto recentemente e mi ha stupito. Non ho mai amato il mio omonimo ma avevo visto in pratica solo i suoi horror anni '80: qui invece l'atmosfera mi ha catturato e tenuto con il fiato corto ;-)

Nick Parisi. ha detto...

@ Glò
Non c'è molto in rete sul film, purtroppo però qualcosina si riesce a reperire se si ha pazianza. Diciamo anche che a lungo è stato messo in ombra da altri film dello stesso regista come i già ricordati "L' Aldilà" o "Zombi 2". Comunque un certo tasso di claustrofobia e di suspense nel film c'è davvero.
Merita davvero una visione.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
Me lo chiedo anche io, forse se avessero avuto grossi budget a disposizione magari avrebbero combinato poco o nulla. Dopotutto l'unica volta che Mario Bava ha avuto un grosso budget a disposizione è stato quando ha girato "Diabolik" e - pur avendo comunque realizzato un buon film- ne era profondamente insoddisfatto.

Nick Parisi. ha detto...

@ Lucius Etruscus
Devi considerare che i film prettamente horror di Fulci arrivarono qualche anno dopo, questo è stato un film di "transizione" che contiene atmosfere horror e gialle mescolate assieme.
E il melange funziona proprio per questo.

Ivano Landi ha detto...

E' giusto sul limite del periodo di Fulci che considero buono, mentre la sua produzione successiva, quella più puramente horror-splatter, non mi è mai piaciuta.
A questo film preferisco comunque "Una sull'altra", "Una lucertola dalla pelle di donna" e "Non si sevizia un paperino".

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
L' ultimo che hai citato piace molto anche a me . Ne avrei anche voluto parlarne sul blog. Finora però mi sono sempre trattenuto per via dei temi stessi trattati dal film. La società è andata troppo indietro nel frattempo e a quanto pare era più facile parlare di certi argomenti negli anni 70 che non oggi.

Obsidian M ha detto...

Ci sarebbe tutto un discorso da fare circa il racconto di Poe che aveva ispirato Fulci per “Sette note in nero” (1977). Tecnicamente dovrebbe essere “Il gatto nero”, ma rimane il fatto che Fulci avrebbe realizzato da lì a poco un altro film esplicitamente ispirato a quel racconto: “Il gatto nero” (1981).
La domanda è quindi: Fulci ha davvero girato due film sulla base dello stesso testo? Probabilmente in questo film c’è l’influenza anche di un altro racconto, “Il cuore rivelatore”, a sua volta una variante sul tema del gatto nero.
Oppure Fulci qui si ispirò alla prima stesura del “Gatto nero” di Poe, nella quale, mi dicono, non c’era nessun gatto.

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian Mirror
Io ho voluto parlare di "racconti" di E. A. Poe in senso generico proprio per questo motivo. La maggior parte delle informazioni in proposito sostiene che il "racconto ispiratore" di Fulci per Sette Note in Nero sia stato proprio Il Gatto Nero però sulla base del finale del film viene naturale pensare anche a Il Cuore rivelatore. Quello che penso io è che Fulci abbia preso ispirazione da entrambe le fonti e poi ne abbia fatto un mix.
Sul fatto poi che anni dopo il regista abbia riusato la stessa fonte d'ispirazione non mi stupirebbe e non ci vedrei niente di strano, anzi sembrerò blasfemo ma in un paio di momenti di Sette Note in Nero io riscontro diversi momenti e atmosfere alla Poe.
Non scordiamoci che anni dopo lo stesso regista per la sua "trilogia della Morte" avrebbe attinto a piene mani al bagaglio di Lovecraft; Ashton Smith e delle loro mitologie.
In definitiva penso proprio che Fulci abbia fatto un misto tra "Il Gatto Nero" ed "Il Cuore Rivelatore".

Unknown ha detto...

Diamine.....sai che non l'ho mai visto?? ammetto la mia ignoranza, con tutti gli elementi che hai descritto sarebbe un film che dovrei aver visto decine di volte, e invece....beh, grazie...recupererò!
Anche perchè POE è cmq un autore che adoro!

Nick Parisi. ha detto...

@ Donata Ginevra
Di Poe nel film ce n'è abbastanza, ma è anche uno dei migliori film realizzati dauno dei migliori registi horror del mondo.
Ti consiglierei di vederlo, penso che ad una appassionata di misteri come te quel film potrebbe piacere.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...