LE SERIE CHE NON ABBIAMO MAI VISTO.

Viviamo costantemente bombardati da segnali, riceviamo tanti stimoli non sempre però quelli giusti, siamo o dovremmo, se vivessimo in un mondo ideale, immersi in un mondo dove l'informazione regna sovrana. Abbiamo internet, DVD, DIVX, abbiamo il satellite e  nel nostro vecchio, stanco e (dis)occupato paese abbiamo quasi concluso il passaggio al digitale con decine di nuovi canali- che però se vivessimo in quel mondo ideale ricordato poc'anzi non sarebbero quasi tutti riempiti da televendite- e quindi specialmente nel nostro ambito, è abbastanza facile nel momento in cui esce una serie o un film nuovo poterlo vedere quasi in tempo reale.

Siamo o non siamo nell'era del villaggio globale ?
Eppure c'è stato un tempo, nemmeno troppo lontano in cui non era così. Un tempo in cui se una serie non veniva tradotta dalla RAI, non solo non l'avremmo mai vista ma non ne saremmo mai nemmeno venuti a conoscenza.
E come spesso succede in questi casi, il prodotto in questione bello o brutto che fosse, acquista un alone quasi mitico.


Facciamo qualche esempio. Volete ?

-BLAKE'S 7. U.K.





Quattro stagioni per la BBC dal 1978 al 1981. Se per gli inglesi DOCTOR WHO è la serie per eccellenza, BLAKE'S / compete tranquillamente come buona seconda , non certo per gli effetti speciali, poveri perfino per gli standard televisivi dei seventies ma per le trame e per la caratterizzazione dei personaggi.
Per la prima volta viene ribaltata l'ottimistica visione del futuro ipotizzata fino a quel momento: l'Impero Umano del futuro viene proposto come un Impero crudele e totalitario, opprimente fino alla dittatura; nemmeno i ribelli guidati da RoJ Blake ( un ottimo Gareth Thomas) non sono i soliti idealisti ed inseparabili come gruppo visti nelle serie coeve ma un accozzaglia di personaggi sfaccettati, criminali e non sempre vincenti.



Parte del fascino della serie è dovuta proprio allo sviluppo dei personaggi :Blake inizialmente presentato come l'unico "buono" della storia diventerà lentamente un personaggio fanatico, negativo al punto da arrivare col tempo a passare dall'altra parte tradendo perfino i suoi vecchi compagni di rivolta, mentre come contrappunto l'altro ribelle Kerr Avon( un indovinato Paul Darrow) presentato inizialmente come personaggio totalmente cinico e paranoico, in un gioco di contraltari, assumerà caratteristiche sempre più positive e da idealista.



In BLAKE'S 7 non vengono fornite sicurezze: gli "eroi" non vincono sempre, compiono errori,possono essere sostituiti e per la prima volta in una serie corale possono anche morire. Non certo per motivi di audience come capiterebbe oggi, ma solo per motivi di sviluppo della trama.







Perfino il cattivo della serie,il supremo Comandante Servalan, per la prima volta viene interpretato da una donna, un affascinante Jacqueline Pearce, certo non si resisterà alla tentazione di stereotiparla, d'inguainarla in improbabili "abiti a tubino" più adatti ai una sfilata che ad un Astronave, ma alla fine la sua Servalan funzionerà da modello per tutte le Diana di V-visitors che verranno.



Nell'ultimo episodio intitolato semplicemente BLAKE,si compie un ultimo capovolgimento delle regole televisive fino a quel momento codificate ed intoccabili: il tirannico impero vince.
I ribelli vengono uccisi uno ad uno dai soldati imperiali, mentre Kerr Avon è costretto ad uccidere Blake trasformatosi in un brutale cacciatore di taglie
.
L'episodio si conclude così con il sorriso sornione di un Avon, che pur circondato dai nemici, trova il coraggio di alzare la sua arma e combattere fino alla fine.
BLAKE è stato visto da almeno 10 milioni di telespettatori.
Nel 2003 era circolata insistentemente in U.K. la voce di una nuova stagione di BLAKE'S 7 e lo stesso Paul Darrow si era dichiarato disponibile a riprendere il personaggio di Avon come capo di un nuovo gruppo di ribelli.
Come spesso capita,al momento non se n'è fatto ancora nulla.
Un cenno sul creatore: Terry Nation, completamente misconosciuto nel nostro paese, è in realtà uno dei grandi padri della Science fiction televisiva. A questo gallese scomparso nel 1997 dobbiamo l'invenzione dei Daleks in DOCTOR WHO e la creazione della serie distopica I SOPRAVVISSUTI.

- DARK SHADOWS USA




Quando nel 1966 il prolifico produttore Dan Curtis propose alla ABC il progetto per una nuova soap opera barò sapendo di barare. Curtis presentò la sua idea come un qualcosa di
"leggermente diverso"dal solito, e difatti Victoria Winters la protagonista delle prime puntate era la classica "donna con segreto" in fuga da un ancora più classico "fidanzato che non la merita".
Solo che poi una volta rodata la serie il Produttore pensò bene d'introdurre nuovi personaggi.
Il più importante fu Barnabas Collins.
Professione Vampiro.








DARK SHADOWS diventò la prima, e finora unica GOTHIC SOAP OPERA mai trasmessa.
La serie originale andò in onda fino al 1971 creando un vero e proprio fenomeno di culto negli USA, con fenomeni d'isteria collettiva da parte delle fans innamorate del personaggio di Barnabas
.
Non che Johnathan Fryd, l' interprete il Vampiro, fosse propriamente un campione di bellezza, ma possedeva dalla sua una gran carica di carisma derivante da anni di teatro shakespeariano, il suo Barnabas Collins risulta ancora oggi lontano dalle derive alla Tuailait, una figura tormentata, maledetta e solo nel finale addolcito dagli eventi.
La serie originale non è mai arrivata nel nostro paese, non così i due film-compendio HOUSE OF DARK SHADOWS ( La Casa dei Vampiri -1970) e NIGHT OF DARK SHADOWS (LA Casa delle Ombre Maledette -1971) con gli stessi attori della Soap, Fryd compreso.
Così come è arrivato il dimenticabilissimo remake anni '90 trasmesso dalle Reti Fininvest come sempre ad orari tardi.





Adesso però non resta che aspettare il film annunciato per l'anno prossimo da Tim Burton con il sodale Johhny Depp nel ruolo di Barnabas Collins e annunciati camei di Christopher Lee e Johnathan Fryd.
E le porte di Collingwood Manor si riapriranno di nuovo.







- L'HOMME SANS VISAGE. Francia.





Parigi è sempre stata sinonimo di mistero, location ideale per storie macabre e di fantasmi.
Un esempio è la classica I COMPAGNI DI BAAL realizzato dalla Televisione Francese nel 1968, la miniserie fu fortemente voluta da Jacques Champreux,sceneggiatore\attore non molto prolifico ma sicuramente di discreto talento. Ne I COMPAGNI, di cui parleremo presto, Champreux interpretava l'eroe della situazione e visto il buon successo internazionale dello sceneggiato nel 1975 pensò bene di doppiare stavolta interpretando l'incappucciato capo della malavita parigina in questo L'HOMME SANS VISAGE per la regia del grande regista transalpino Georges Franju.








Complotti, scienziati pazzi; Tesori di origine Templari; zombi robotici il tutto in 8 Episodi nonchè un film NUITS ROUGES del 1973 mai arrivati in Italia nonostante L' HOMME SANS VISAGE fosse una coproduzione internazionale tra Francia, l'allora Germania Ovest e indovinate un po'? ...L'Italia.
Come italiani erano anche almeno la metà degli attori coinvolti.
Ma anche di questo ne riparleremo.

BUON COMPLEANNO SURVIVAL BLOG.





ACCELLERANDO VERSO IL PRECIPIZIO- I primi due capitoli.

E' forse ora di tornare a scrivere qualcosa che mi piace, lentamente sto tornando a scrivere, però sento che ancora manca qualcosa. Nel frattempo in questi giorni è stato il compleanno del SURVIVAL BLOG.Il signor Girola per mesi ci ha fatto ballare tutti quanti immaginando un futuro distopico in cui un infezione, IL PRIONE LEE-CHIANG contagia la quasi totalità della popolazione mondiale trasformandola in "Gialli", creature assetate del sangue e della carne dei pochi sani rimasti. QUI e QUI trovate le informazioni su quello che fu il SURVIVAL BLOGper tutti noi.
Noi abbiamo ballato tutti quanti immaginando questo futuro.
E ci siamo anche divertiti.

Recupero qui i primi due capitoli delle storie del mio personaggio tali e quali a come uscirono nei commenti su IL BLOG SULL'ORLO DEL MONDO. A qualcuno piacquero, a qualcun altro fecero schifo.
A rileggerli adesso meriterebbero la pubblicazione? Probabilmente no. Ma è stato divertente.
Oh se è stato divertente.

Non li tocco,li rimetto in rete così com'erano. se v'interessa fatemi sapere cosa ne pensate nel bene come nel male.E se qualcuno di voi lo vorrà nei prossimi giorni ristamperò anche HOMECOMING il capitolo successivo. Questi particolari racconti seguono SEGNALI DAL BUIO già pubblicata QUI e saranno fondamentali per FIGLI DELL'APOCALISSE, il racconto antologico che sto preparando.

CREPUSCOLO.

Vicino MIRA (VE) Dopo il grande Contagio 10 \12\2015.


Sono riuscito a venir fuori dalla Villa.
Me l’ero ripromesso, ma gli ultimi tre giorni di pioggia non mi hanno aiutato.
Ieri invece splendeva il sole, anche se c’erano solo tre gradi sopra lo zero, e
questo clima glaciale dovrebbe mantenere intorpiditi i Gialli.
Uscire fuori significa soprattutto abbracciare Venusia, salutarla sapendo che
potrebbe essere l'ultima volta.
Lei riesce a strapparmi una risata, mi chiede sempre la stessa cosa: di
portarle delle sigarette, se le trovo.
La ragazzina, intanto, mi guarda dalla finestra della sua camera. Non ha mostrato segni di contagio, ma non mi fido ancora.
Uscire fuori significa poi anche attraversare il fiume con la mia barca
striminzita, nasconderla tra i canneti una volta arrivato dall'altra parte e
prendere il SUV che ho nascosto in un casotto.
E tutto questo guardandomi attorno in continuazione, con il freddo che non mi
dà tregua: è un compagno onnipresente.
Ora via, m'immergo con il SUV nel desolante panorama, campi incolti, strade
secondarie, resti di abitazioni bruciate; la cosa peggiore sono i resti di
corpi disseminati un po’ ovunque.
La prima fermata è una chiesetta di campagna. Prendo tutte le candele che
riesco a trovare: i pannelli solari dovrebbero bastare ma preferisco essere
sicuro fino in fondo.
Infine arrivo al paese.
Evito carcasse di auto, mi guardo attorno, osservo i palazzi della periferia,
da alcune finestre mi sembra di scorgere dei movimenti. Ho sempre evitato di
entrare nei condomini, troppi Gialli potrebbero annidarsi in quegli spazi
lasciati liberi dagli uomini. Ma un giorno potrei essere troppo disperato per
poter badare a queste sottigliezze.
La seconda fermata è al negozio di Caccia e Pesca, ho bisogno di munizioni ed
altre armi. Qualche razziatore mi deve aver preceduto, ma forse è stato ai
primi tempi della crisi, quando ancora a far gola erano solo i soldi. Solo per
questo motivo riesco a trovare munizioni ed una doppietta ancora utilizzabile.
Tutto può diventare utile.





Mentre carico "gli ultimi acquisti" nell’auto sento dei rumori, mi giro ed un
Giallo è sulla strada. Lascio la beretta e con la balestra lo punto. Faccio
appena in tempo a scoccare la freccia nell'occhio del Giallo che sono a terra
con le mani fetide di altri due mostri che mi hanno afferrato da dietro.
Non valgo niente in un corpo a corpo, ma il freddo dovrebbe aiutarmi. Con un
calcio allontano il primo: un ragazzino macilento con quello che resta di abiti
griffati addosso. Col secondo è un’altra storia, prima di infettarsi doveva
aver pesato almeno un quintale e il suo peso adesso mi sta schiacciando.
Riesco ad arrivare alla beretta, lo colpisco ripetutamente in testa col calcio
della pistola, e riesco così a togliermelo di dosso.
Il povero coglione gesticola e cerca di rialzarsi ; gli ficco un colpo ed è
tutto finito.
Nel frattempo il ragazzino mi ha raggiunto... Sono ormai pronto al peggio, ma
come in uno scadente film di serie B, qualcuno afferra il Giallo da dietro per
la testa e due mani provvidenziali gli ruotano il collo, spezzandoglielo.
Guardo lo sconosciuto... e qui ho il primo shock. Chi mi ha salvato è un
Giallo, anzi una Gialla. Doveva essere stata anche carina, non bella ma
carina.
Ora i capelli, una volta biondi sono talmente sporchi da sembrare quasi verdi,
e i jeans ed il giubbottino primaverile sono lordi da far pietà. Sotto sotto mi
sa che muore di freddo.
La beretta è scarica, la balestra nello scontro di prima è finita lontano, mi
considero fottuto, ma la Gialla stranamente non fa cenno di volermi attaccare.
Non mi guarda né con l'espressione bovina dei Gialli stupidi, né con la brama
di quelli intelligenti.
In silenzio indica la mia macchina e poi un pacco di cartone in mezzo alla
strada, che quando sono arrivato non c'era; forse l'ha portato lei. Capisco che
vuole che vada a vedere quello che c'è dentro.
Niente di ciò che ho affrontato da quando è cominciato quest'incubo mi ha
preparato a quello che vedo dentro la scatola.
Sta cambiando tutto. Di nuovo.
Mi volto e cerco la misteriosa ragazza Gialla, ma lei è scomparsa; e mi ha
anche rubato il giaccone che avevo lasciato in macchina.
Se n'è andata all’improvviso e mi ha lasciato solo, solo con la mia scelta, solo con il fagottino che scalcia nella scatola.

I gialli stanno cambiando, si evolvono.
Non posso più permettermi di scappare, di nascondermi come un topo, devo
cercare altra gente, forse qualcuno degli altri blogger.
Il fagottino mi guarda, sorride apparentemente sano. Non posso fare a meno di pensare che in fondo una madre è sempre una madre.
Anche se contagiata.


IN UN MONDO DI CIECHI



Giorni dal 13 al 15\12\2015
Si provano tante sensazioni nel trovarsi dalla parte sbagliata della canna di
una pistola: rassegnazione, rabbia, stanchezza, paura; può capitare perfino di
sentirsi estranei a tutto quello che gira intorno. Ed io in questo momento le
sto provando tutte.
Ma andiamo per ordine..
Tutto ha inizio, come ho appena raccontato, con una strana Gialla che mi salva praticamente la vita e mi lascia poi da solo con un neonato. Apparentemente sano.
Era suo? Nato prima che fosse contagiata? Quello di qualcun altro che lei non
ha mangiato in un sussulto di umana coscienza? Non lo posso sapere.
Quello che so è che proprio allora sono cominciati i miei guai. La parte
peggiore, almeno.
Qualcuno forse avrebbe lasciato il bambino lì; qualcun altro, magari dei miei
amici blogger, lo avrebbe anche soffocato, per non doverselo portare dietro.
Ma io ho deciso diversamente.
E ho preso il neonato.
Tutto è successo una settimana fa, ed è da allora che non vedo mia moglie, la
mia casa e che non so neanche in quale parte del mondo mi trovo.
Le persone che mi hanno bloccato sulla via del ritorno mi hanno portato via
tutto: l’auto, le cose che avevo raccolto in giro.
Il neonato invece me lo hanno lasciato, perché, hanno detto che al "capo
piacciono tanto i bambini"; dovevo solo tenerlo io, perché se avesse pianto
loro lo avrebbero ucciso.
Sono finito su un camion telonato insieme ad altre persone: uomini, donne,
bambini. Molti piangono. Non c’è nessuna persona anziana.
Capisco il perché quando una donna mi dice che suo padre è stato ucciso sul posto, lì dove sono stati rastrellati.
"Non sarebbe stato utile a niente" le ha detto ridendo uno dei carcerieri in
mimetica, una ragazzina di una ventina d'anni al massimo.
Con noi c’è anche un’altra donna che condivide un poco del suo latte col mio
bambino; in cambio vuole il mio pullover per coprire suo figlio.
Il problema è pulire il neonato. È completamente coperto di sporcizia,
foglie secche, fango; non è per niente una bella situazione dal punto di vista
dell’igiene e noi non abbiamo neanche una goccia d’acqua.







Da dentro il camion sentiamo più volte esplodere colpi d'arma da fuoco, forse per
scontri con gruppi di Gialli sbandati. Il cibo è poco, il minimo per non farci
morire di fame.
Ad un certo punto l’autocarro si ferma, ci fanno scendere, e vedo altri
due camion pieni di prigionieri. C’è anche il mio SUV insieme a molte altre
auto, probabilmente anch’esse requisite.
E lì, per la prima volta, vedo raffigurato uno strano segno su camion e Jeep,
come corna di cervo stilizzate; sembrano disegnate col sangue. Ricordano il
simbolo di Belfagor, di cui parla il Vampirologo, ma queste sembrano diverse:
sono racchiuse in un cerchio schematizzato con tre folgori.
Mi sto rendendo conto che il numero di questi miliziani è veramente un
problema. La maggior parte non sembrano militari professionisti, molti sono già
ubriachi appena terminato il turno, la sensazione che mi danno è quella di un
eterogenea accozzaglia di rifiuti della società che adesso approfittano della
situazione.
Così è passato il primo giorno.
All'alba del secondo fanno scendere i deboli ed i malati. Non li avremmo più visti.
"Il Capo vuole solo le prede più forti" dice uno dei carcerieri con un luccichio negli occhi.
Gli chiedo cosa intendono fare di noi ma la risposta è che me ne sarei accorto da solo.
Avevo già notato che la sera quando ci fermiamo, questi uomini si ubriacano e solo tre di loro rimangono sobri.
Fortunatamente non hanno ancora scoperto il taccuino su cui tengo il resoconto di quello che sta succedendo.
Devo provare a scappare perché non ho nessuna intenzione di scoprire cosa intende fare il "Capo" con noi.
E forse ho trovato il modo.

IN UN MONDO DI CIECHI. II Parte.
16\12\2015.








Il Camion su cui ci troviamo è sempre l'ultimo della fila ed è anche il più vecchio, quello che ogni volta rischia di fermarsi, obbligando i nostri carcerieri ad una riparazione.
Ho parlato del mio piano con i compagni di prigionia: siamo in sedici nel
camion e qualcuno di loro mi aiuterà.
Finalmente la fortuna è dalla nostra e il camion si ferma. Qualcosa si è rotto
nel motore e ci fanno scendere.
I miliziani iniziano a parlottare tra loro, evidentemente non vogliono perdere tempo, perché li sento dire:
"Il capo aspetta la MERCE".
È questo che siamo? Merce? Come le patate, le cipolle o un pezzo di ricambio
per il camion?
Alla fine quello che sembra essere il responsabile del convoglio decide: gli
altri due camion con il loro carico di prigionieri devono avviarsi per primi
verso la destinazione; la maggior parte delle Jeep e delle macchine requisite
devono seguirli .
Rimarranno solo due Jeep e i miliziani del camion a sorvegliarci finché il
nostro trasporto non sarà aggiustato. Sono solo cinque miliziani, cinque uomini
armati di tutto punto a sorvegliare sedici di noi.
Insieme alle altre auto che partono vedo scomparire per sempre il mio SUV . E
con lui tutte le cose che ero riuscito a raccogliere.
Decido che quello è il momento. Faccio segno agli altri. Il neonato per il
momento rimane con Anna, la donna del latte Maria, la più giovane, si avvicina con fare ammiccante al carceriere più anziano, quello che la importuna ogni giorno. Gli dice che dovrebbe fare i propri bisogni e le chiede di accompagnarla lontano dagli altri in modo che nessuno possa vederla. Luca, il ragazzino di quindici anni, cade a terra fingendo di sentirsi male, e subito
suo padre, un ex giostraio, si precipita su di lui urlando a più non posso. Due carcerieri vanno
verso di loro sbuffando. Io invece ne punto un altro, rimanendogli discretamente
vicino. Un solo miliziano rimane con il mitra puntato contro le donne.
I due contractor sono su Luca e suo padre; il giovane continua ad urlare
come un ossesso.
Tutti sono distratti, tutti sono in gioco.
Dura un attimo.





Da lontano arrivano le urla del soldato che si è allontanato con Maria: dopo
averlo circuito la ragazza deve avergli infilato le unghie negli occhi o
qualcosa del genere.
I miliziani si girano in quella direzione. Io mi avvento addosso a quello a me
più vicino; Luca butta delle manciate di terra negli occhi degli altri due
mentre suo padre sfila la pistola dalla fondina di uno dei due.
L'aguzzino che avrebbe dovuto sorvegliare le donne punta il mitra contro di
noi. Non fa in tempo ad usarlo perché le donne gli sono addosso con la forza
della disperazione per tutte le umiliazioni subite durante la prigionia: lo
strattonano, l'uomo riesce ad esplodere due colpi ma poi finisce a terra con
l'orda che infierisce su di lui. Il padre di Luca spara ai due mercenari, Maria
da lontano usa ripetutamente come un maglio il calcio dell'UZI sulla fronte del
suo aguzzino, che ormai è una irriconoscibile poltiglia di sangue.
Io sono riuscito a strappare l'arma all'ultimo uomo ed ora gliela sto puntando
contro: avrà più o meno la mia età, e la faccia da impiegato di banca. Tutto
sarà durato pochi minuti e abbiamo perso due persone: una giovane donna ed un
ragazzino. Luca va verso Maria e dolcemente la ferma, le sfila la pistola; la
ragazza, più grande di lui, si abbandona tra le sue braccia e piange.
Anna, che è rimasta lontana dallo scontro, mi porta il neonato, che ho deciso
di chiamare Francesco, come San Francesco o come il ragazzino che è morto , se
questo può ancora significare qualcosa.
Devo sembrare ridicolo con un neonato in braccio e una pistola in mano.
"Adesso mi devi dire perché ci avete rapito e dove stiamo andando" chiedo all’uomo che tengo sotto tiro.
Mi guarda rapace, finge arroganza.
"E se non lo faccio?"
Gli indico i miei compagni di sventura, che si sono fatti intorno a noi.
"Se non lo fai, ti lascio solo con loro", gli dico.

EPILOGO.
17\12\2015. Mattina

Zoran, il padre di Luca, ha riparato il camion; la sua esperienza di giostraio si è rivelata fondamentale in questo frangente. Ho deciso che è meglio lasciare presto il
luogo dello scontro, perché gli uomini del "Capo" potrebbero tornare quanto prima, ed è meglio non farsi trovare.
Nel frattempo ho interrogato il nostro ex carceriere: le sorprese non sono
mancate e neanche lo schifo. È venuto fuori che siamo stati catturati dall'Armata, tutti fuoriusciti dal gruppo di Belfagor, di cui il "Capo" è stato il luogotenente. Ci stavano portando al "Centro", un luogo dove molti ricchi si sono rifugiati quando è cominciato il casino, tutta gente che si può permettere di tutto: dall'usare gli organi dei poveri disgraziati rapiti per rimpiazzare i propri, al cannibalismo.
L'Armata, secondo quello che sostiene il prigioniero, fornisce protezione
contro i Gialli e alimenti al Centro. I ragazzini come Luca ed i neonati come
Francesco sono riservati al "Capo" che predilige la carne "fresca e delicata".
Provo compassione per gli occupanti degli altri due Camion, ormai il loro
destino sarà segnato.Ripenso a Venusia, sarà preoccupata, ormai sono giorni che non sa più niente di me. Sono nel nulla della Pianura Padana, isolato. Nonostante le mie minacce il nostro prigioniero non vuole rivelare dov'è il Centro.
Ride:
"Vi troveranno, il Capo non vi lascerà scappare facilmente."
"In ogni caso tu ormai sei fuori dai giochi" gli rispondo "Ed è comunque di
meno di quelli che tu avresti fatto a noi.”
Per la prima volta l'uomo dimostra paura:
"Ma avevi detto che se ti dicevo tutto mi avresti lasciato vivo."
”Alle volte mento.” E gli sparo.
Esco fuori, le Jeep sono pronte, il camion anche. I due nostri morti sono
stati seppelliti mentre ho dato ordine di sistemare quelli dei mercenari in
modo da formare una sorta di disegno in terra: un bizzarro albero di Natale. Su
un cartone lascio un messaggio-avvertimento per il Capo:
MAI SOTTOVALUTARE LA MERCE.
In questo momento ripenso agli altri compagni di fuga di cui leggo in rete;
siamo stati, ognuno a modo nostro, ciechi: io con il mio idealismo; Hell con il
suo falso cinismo; Ariano e la sua pazzia, proprio lui, un tempo il più
sensibile di noi; perfino quel fanatico di Edu.
Tutti presi a tal punto dalla paura dei Gialli che nessuno di noi ha compreso
che in realtà più che da loro, il vero pericolo veniva dalla parte peggiore dell'"umanità": Il Capo, Belfagor, Il Marchese, quelli del Centro, i Politici
ed i militari che sono scappati abbandonando la popolazione, gli ex impiegati
di Banca che si sono messi a fare i cacciatori di prede umane... I Gialli non
sono quanto di peggio la specie umana ha prodotto, ma nonostante tutto non sono
ancora pronto per diventare come loro; e d’altra parte non voglio neanche
diventare come il Capo o Belfagor.
Guardo Francesco: merita di meglio; ed anch'io.
Così come lo merita Alex, Ferru e Matteo, persi sui loro monti. Siamo sopravvissuti. IO sono sopravvissuto, e un motivo c’è.
Voglio ancora vivere.
Anna mi guarda, tutti mi guardano.
"E adesso cosa facciamo?".
"Voi fate quello che volete, IO torno a casa da mia moglie".

FINE.




Dedico questi racconti all'amico TIM che a suo tempo mi ha dato una grossa mano.

QUALCOSA E' CAMBIATO.


Ma è ancora troppo presto per comprendere le implicazioni definitive; la novità importante è che la Cassa Integrazione è stata allargata a tutto il gruppo e nei prossimi giorni, da oggi al 29 dovrebbe essere chiara la destinazione finale di tutta questa vicenda.

Io mi farò ancora qualche giorno di frigorifero e poi, forse, tornerò a postare qualcosetta. Presto tornerò anche a leggervi.
Sono un po stanco, il freddo veneto di questi giorni, tra le altre cose, ha trasformato il mio vocione, solitamente squillante in una parlata simile a quella sfoggiata da Marlon Brando ne IL PADRINO.
E ho scoperto che a mia moglie piace anche così; vivessi mille anni io le donne non le capirò mai. LOL

La lontananza dal mio hobby mi pesa sempre più, nel frattempo saluto le amiche e gli amici che mi sono stati vicini e quelli che hanno mandato il segnale così come saluto quelli che mi hanno contattato in privato.
E saluto anche quelli che sono rimasti in disparte.
In manierà un po diversa però.

THE FUTURE'S SO BRIGHT...






...i have to wear shades: il futuro è così luminoso che devo portare occhiali scuri, così recitava un canzone che sfotteva gli anni dell'edonismo reaganiano.
Vi avevo promesso di tenervi informati, e sia pure nel caos di questi giorni cerco di mantenere la promessa.
Ieri c'è stato il 28 esimo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico riguardante la mia Azienda, mentre in questi giorni abbiamo messo in piedi pacifiche forme di mobilitazione
Dicevo del Ministero: QUI, QUI; QUI; e QUI trovate qualche info.

La cosa certa è, sembra, non si voglia arrivare al fallimento, però ancora non si sa altro: non so dire, ad esempio se si arriverà al Commissariamento;se verranno chiesti i benefici delle Leggi Marzano o Prodi bis se arriveranno gli ammortizzatori sociali per questo periodo di stallo;se le banche riapriranno i cordoni delle borse o meno non so dire nemmeno se il 21 si riaprono i cancelli.

Adesso il 24 dovrebbe svolgersi una riunione del C.d.a Aziendale, mentre per il 29 è previsto un nuovo incontro al Ministero, dove mi auguro venga presa qualche decisione; più che altro per permettere ai lavoratori di capire meglio quale sarà il loro futuro.
Per adesso rimaniamo nel limbo. E la cosa comincia ad essere pesante per molti, non solo dal punto di vista economico.

Vorrei ringraziare tutti quelli che mi sono vicino per il sostegno datomi: sia quelli che mi hanno scritto in privato, ma anche e specialmente tutti voi che avete acceso il segnale.
Un piccolo gesto ma grande ed importante per me: è stato un benefico fuoco che mi ha riscaldato in questi giorni.
Grazie: non mi basterà una vita intera per potermi sdebitare.

Due parole sul blog: credetemi Nocturnia mi manca e mi manca il rapporto con voi, ma questi sono giorni convulsi. Oggi alle 14.00 ho un altra Assemblea in Azienda e in serata dovrei partecipare anche ad un consiglio straordinario al Comune proprio sulla situazione della Fabbrica. Quindi per adesso continua la fase di rallentamento delle attività del Blog.
Io vorrei poter tornare presto a parlare di libri e di Vampiri, di film e di serie televisive, che è poi il motivo per cui Nocturnia è nata, non avrei mai creduto di dover condividere con voi una situazione come questa, su un Blog nato per divertirci assieme,ma così sono andate le cose.
Per questo vi prego di avere pazienza con me ancora per qualche giorno. Spero di poter avere presto novità, spero di poter venire presto da voi ridendo annunciandovi novità positive: mi piacerebbe potervi dire presto di tirare una linea sui tag nessuna parola, di potervi presentare nuovi post su film e libri.
Per adesso devo rimanere anche io nel limbo

11\11\2011.


Cercate questo articolo
Per la cronaca io lavoravo lì a Mira,(anzi mi piace credere di lavorarci ancora) ex cuore industriale di un impero economico.
Cosa è successo?
Quasi 600 persone, con le loro famiglie, messe davanti a un futuro incerto. cercate sulla rete le parole PANSAC e AlixPartners e fatevi la vostra opinione.
Adesso mercoledi ci dovrebbe essere un incontro al ministero per decidere qualcosa.

Quello che chiedo io, se avrete voglia tra lunedi e mercoledi di inserire un post bianco con il link di questo post e con questa frase:

NON DIMENTICHIAMO GLI OPERAI DELLA PANSAC.

Avrà l'effetto di una candela, forse servirà a sensibilizzare qualcuno; probabilmente qualcun altro si sentirà meno solo.
Naturalmente fatelo solo se ve la sentite.

Per ora il Blog non chiuderà,forse ci sarà un rallentamento e penso che adesso, qualcuno capirà meglio il perchè dei miei periodici post tristi.
Vi terrò informati.

Hanno acceso il segnale:
IL GARAGE DI DEMETRIO. e QUI
STRATEGIE EVOLUTIVE.e QUI
PENSIERO SPENSIERATO.
IGUANA BLOG
ANGELO BENUZZI
IL GIORNO DEGLI ZOMBI (Google+; BLOG)
E DIO DISSE KUNG
DIREZIONE ERRATA
SACRO E PROFANO
STRETTO IN UN ANGOLO
VITE DI CARTA
BLOG MISTERO ANGIE GINEV
THE TRALFAMADORE CONNECTION
ALL'ITALIANA
UN NATALE IMPERFETTO
CASA PARTICOLARE.
OCCHIOSULLEESPRESSIONI (Google +)
LIBRI DA LEGGERE.
CINEFATTI (twitter)
ROMINA TAMERICI (Google+)
GIANLUCA SANTINI (Facebook & GOOGLE+)
FRONTE & RETRO( blog ; FACEBOOK & GOOGLE+)
FRANK SPADA
FERRUCCIO GIANOLA (Twitter)
IL MONDO DI EDU
LA MEMORIA DISPERSA
ESERCIZI DI DUBBIO
IN
MY DREAMS

GELOSTELLATO
PAOLOBLOG
IL GRANDE:BOH?

INTERVISTA A DAVID MOODY

Presento l'intervista con David Moody,lo scrittore inglese che ha cominciato da poco ad essere tradotto nella nostra lingua. David si è rivelato una persona molto gentile e disponibile; uno dei sogni suoi e delle figlie, mi ha confessato, è quello di poter visitare presto Venezia. Tra le altre cose nelle nostre mail abbiamo parlato anche un po della situazione politica italiana e David ci tiene a fare Best wishes to you and your family (and the whole of Italy in these very strange times...)








Nick :. Benvenuto su Nocturnia, David, prima di cominciare ti ringrazio per aver accettato. Un tuo romanzo HATER (trad. ITA, IL VIRUS DELL'ODIO) è stato appena tradotto in italiano. Quando hai capito di voler diventare uno scrittore?

David Moody Grazie a te per avermi invitato. Sono felice di avere finalmente avere un libro pubblicato in Italia! Sin dalla più tenera età ho capito che volevo raccontare delle storie. Inizialmente avrei voluto fare film (ancora adesso lo vorrei), ma quando ho lasciato la scuola non avevo nessuna esperienza o qualifica. A quel tempo era davvero difficile entrare nel cinema, e per questo ho finito per lavorare in una banca. Ero frustrato, e dopo un po ho iniziato a scrivere il genere di storie che avrei voluto come film sotto forma di romanzi. Mi piace essere uno scrittore. E 'come fare i film nella tua testa! Programmo i miei libri in modo che io possa immaginare ogni scena come se fosse stato girato.


Nick: Per anni hai lavorato in banca, mentre si stavi scrivendo i tuoi primi lavori,per questo molti dei tuoi personaggi sono alle prese con lavori che non gli piacciono? E quanto c' è di autobiografico nel tuoi personaggio, come ad esempio Danny McCoyne (il protagonista di HATER N.d.T)?

David:Non è che conosca veramente il lavoro in banca (io lavoravo in centri di elaborazione, non in filiali, quindi non era poi così male), ma non era sicuramente quello che volevo fare per il resto della mia vita. Ho avuto giorni buoni e giorni brutti in quel lavoro. A volte era difficile, e mi sentivo come se avessi bisogno di lasciare, e di quei tempitempi mi sono ricordato quando stavo scrivendo di personaggi come Danny McCoyne.
La situazione di Danny era simile alla posizione mi trovavo in quella fase - vivendo in una casa troppo piccola, con mai abbastanza soldi, un sacco di bambini ... la differenza è che Io ho fatto qualcosa al riguardo. Penso che se gli eventi del Hater non fossero accaduti, Danny sarebbe ancora là proprio dove è stato bloccato e diventato sempre più miserabile.


Nick :Ad un certo punto hai deciso di fondare una casa editrice la INFECTED BOOKS, qual è stato il tuo punto di svolta? E hai voglia di fare un bilancio di questa esperienza ?

David : Due sono le cose che mi ha fatto decidere di lanciare INFECTED BOOKS. In primo luogo, il mio primo libro STRAIGHT TO YOU non era stato un gran successo. Quando ho finito il mio secondo libro (AUTUMN) ho deciso che era più importante per me convincere la gente a leggere i miei libri di quanto non fosse farci soldi, così ho iniziato a dare via il libro on-line. Avevo sempre pensato di scrivere sequel, così ho pensato che avrei potuto permettermi di lasciare che il primo libro fosse dato via per nulla, per poi guadagnarci dai libri successivi. Il piano ha funzionato! Dopo alcuni anni sono stato licenziato dalla banca, e ho deciso di provare a riprendere la mia esperienza con il self-publishing a un livello superiore. Così ho lanciato ufficialmente la INFECTED BOOKS e per la prima volta ho prodotto le edizioni tascabili dei miei libri che sono stati presto resi disponibili in tutto il mondo da Amazon e altri siti simili. Ho deciso di fare libri che sembrassero buoni e professionali come quelli che si possono trovare sugli scaffali di ogni libreria. Quando i miei libri sono stati poi presi da un grande editore americano (Thomas Dunne Books), ho chiuso temporaneamente INFECTED BOOKS . E 'stato un grande successo, però, e ho alcuni progetti su cui sto lavorando proprio adesso che potrei ancora comunicare attraverso INFECTED.



Nick : Nelle tue storie è predominante l'interesse per fenomeni come la pandemia, il contagio e la sensazione dell'assedio; da cosa deriva tutto quest'interesse?

David :Cerco solo di guardare a ciò che sta accadendo nel mondo di oggi, e di amplificarlo - portarlo alle estreme conseguenze. Penso che stiamo vivendo in un mondo abbastanza spaventoso al momento, con troppa incertezza: le guerre inutili, le rivolte della primavera araba, il crollo in corso dell'euro, politici corrotti ogni volta che capita ...e la lista potrebbe continuare all'infinito! Cerco di mostrare come le cose potrebbero diventare, e spero che la gente leggendo i libri possa pensare di fare le cose diversamente. Alcuni degli orrori orrore mi piace usare - malattie, zombie ecc - non hanno molto a che fare con il mondo reale, sono solo temi generali dell' orrore che mi piacciono!


Nick Nella tua narrativa si combinano (felicemente, secondo me) la tradizione della classica fantascienza catstrofica inglese e l' horror apocalittico alla Romero. Quali sono state le tue influenze?

David:E 'interessante che citi la fiction apocalittica classica inglese , perché è proprio da lì che è cominciata la mia storia . Crescendo ho molto amato di fantascienza - guardavo molto SPAZIO 1999; DOCTOR WHO; BLAKE'S 7 e THUNDERBIRDS!)! Quando avevo dieci anni, poi ho scoperto un paio di libri della mia biblioteca scolastica che, per me hanno cambiato ogni cosa:LA GUERRA DEI MONDI di H.G. Wells, eIL GIORNO DEI TRIFIDI di John Wyndham . Sono state le prime storie post-apocalittiche che abbia letto, e hanno fatto esplodere la mia mente. Il Regno Unito nel 1980 non era un buon posto per ungiovane horror fan - la maggior parte dei film horror decenti venivano etichettati come 'cattivi video' e così banditi . Era veramente difficile entrare in possesso di qualsiasi cosa anche lontanamente riconducibile all'horror! Alla fine riuscii a vedere NIGHT OF THE LIVING DEAD di George Romero, e fu una rivelazione. Da quello ho iniziato a divorare qualsiasi altro film di Romero di cui sia potuto entrare in possesso , e ho anche cominciato a guardare i film di David Cronemberg. Contemporaneamente, mentre tutto questo stava accadendo, la guerra fredda era al suo apice e mi ricordo che vivevamo tutti sotto una nuvola costante di incertezza, convinti di come i missili fossero sempre sul punto di essere lanciato e di come fossimo stati tutti vicini alla fine. Guardando indietro, era un tempo orribile, ma in realtà ha contribuito contribuito ad alimentare il mio interesse per il post-apocalictic horror . Ho guardato telefilm come THE WAR GAME e THREADS (entrambe produzioni della BBC - incredibile) e l'equivalente statunitense, THE DAY AFTER. Penso che fosse stata la prospettiva che l'umanità potesse esserein grado di scatenare unatale devastazione del pianeta, e il fatto che noi non avremmo potuto fare assolutamente nulla, che mi terrorizzasse. Sono sicuro che è una delle ragioni principali per cui ho scritto il genere di libri che scrivo oggi.


Nick : Veniamo a HATER che Urania ha tradotto come IL VIRUS DELL' ODIO. Una cosa che mi ha colpito sono stati proprio gli infetti gli haters, i nemici: da un lato sono lucidi nella loro rabbia, pronto a colpire senza scrupoli anche le persone con cui hanno condiviso anni della loro vita come mariti, mogli, figli, dall' altro la solidarietà e l'unità tra loro, in una maniera che ai cosiddetti "normali" non riuscirà mai,portando quasi al lettore a parteggiare per loro in alcuni punti. I Miei complimenti.
Oltre a comportarsi e giustificare il loro comportamento come se fossero lorole vittime della situazione. Mi sbaglio?

David :No, penso che tu abbia ragione. Ci sono molti temi interessanti che attraversano i romanzo HATER , e la tua domanda ha centrato s due di loro. In primo luogo, quando ho deciso di scrivere il libro, stavo cercando di avere una visione critica di tutte le distinzioni che usiamo per dividerci il da altre persone: età, sesso, le nostre convinzioni, la nostra sessualità, credo politico ecc ecc. Mi sono chiesto cosa succederebbe se tutte queste divisioni fossero improvvisamente scomparse e fossero state sostituiti con "il virus dell' odio". Ma per me, uno degli aspetti più interessanti della storia è il fatto che entrambe le parti abbiano ragione. Sia gli Haters che gli Invariati faranno tutto il possibile per uccidere tutti dall'altra parte, perché a). pensano di non avere una scelta, e b). pensano che se così non fosse, quelli dell'altro lato li uccideranno. Guardate di nuovo sui libri di storia e leggete di tutte le cose che le persone hanno fatto gli uni agli altri attraverso i secoli. Penso che tutti credevano di fare la cosa giusta.
In Hater, una fazione attacca l'altra, che poi risponde con violenza ancora maggiore,e poi si l'attaccherà con ancora maggior violenza ... E 'un circolo vizioso - una pericolosa spirale verso il basso. E la cosa più spaventosa di tutte - temo- che questo sia esattamente ciò che accadrebbe se la razza umana venisse divisa in due come nel libro.


Nick Sai per caso se altri romanzi della trilogia di HATER, o qualche altro tuo lavoro saranno mai tradotti in Italia?

David :Beh so che Urania| Mondadori aveva originariamente acquistato i diritti per tutti e tre i romanzi della serie diHATER ,nonchè primi tre libri della serie di AUTUMN , quindi spero di sì. Ma, come sai, è un momento difficile per l'economia questo , quindi penso che il primo libro avrebbe bisogno di vendere un sacco di copie per poter permettere la stampa per gli altri .



Nick Da un altro tuo romanzo,AUTUMN è stato tratto un film interpretato da David Carradine, hai voglia di parlarne? E come hai vissuto questa esperienza?

DavidHo sentimenti contrastanti sul film. Sono molto orgoglioso del fatto che qualcuno ha fatto un film da uno dei miei libri, naturalmente, ma allo stesso tempo è un film piuttosto imperfetto. E' stata una piccola produzione indipendente canadese. Il film-maker è riuscito a ottenere un grande cast con Dexter Fletcher e David Carradine in uno dei suoi ultimi ruoli prima della sua prematura scomparsa. Ma credo che l'ambizione del film fosse troppo grande, e che fosse impossibile ottenere tutto quello che il regista desiderava con un budget troppo limitato.


Nick. C'è qualcuno dei tuoi colleghi scrittori che apprezzi e segui in particolare?

David Mi piace molto far parte di una folta comunità di zombie and horrors autors. Si tratta di una comunità che sento a me vicina. Se dovessi fare nomi, dovrei menzionare Wayne Simmons (Flu eDrop Gorgeus Dead)Jonathan Maberry, (Patient Zero; Dead of Night) Iain McKinnon,(Domain of the Dead e Remains of the Dead), e Craig DiLouie (Tooth and Nail, The Infection). Sono i ragazzi che mi sono divertito leggere di più recentemente, ma sono sempre contattato da nuovi autori quindi non vedo l'ora di leggere di più. In questo momento mi sta piacendo Outpost diAdam Baker e l'ultimo libro della saga Strain ZA Recht di Morningstar.


Nick: In Italia la pubblicazione del fantastico e in particolare quella della fantascienza, non sta passando momenti rosei, con una frequente diminuzione di collane, ristampe solo dei grandi nomi nonchè l'invasione della fantasy commerciale, ci puoi dire com'è la situazione in Inghilterra?

David : Penso che in questo momento la situazione sia simile in tutto il mondo. Tutto si riduce al denaro, e gli editori sono restii a investire in nuovi autori o in scrittori meno conosciuti perché vogliono essere sicuri di andare a realizzare un profitto con i libri che pubblicano. E' davvero triste quando si entra in una libreria qui nel Regno Unito - si deve cercare ed è difficile trovare la sezione orrore e fantascienza, e gli scaffali verso la parte anteriore dei negozi vengono riempiti di libri di celebrità, libri di cucina e simili. Ma c'è una speranza - il self-publishing permette alle persone di affermarsi nel loro diritto e di dimostrare il loro valore commerciale. Sempre più persone che si auto-pubblicano e facendolo bene vengono poi contattati da grandi editori, e questo ritengo sia una buona cosa.



Nick . Progetti per il futuro: a cosa stai lavorando in questo momento?

David :Bene, ho appena finito l'ultimo libro della serie AUTUMN(AFTERMATH - il prossimo anno negli Stati Uniti) e così, per la prima volta da anni, non ho nulla sotto contratto. Questa è una buona cosa, perché è il momento di iniziare a lavorare su qualcosa di completamente nuovo. Sto progettando alcuni nuovi romanzi , e i scriverò quello che m'interesserà di più. Non posso dire quello che ancora non so! Mi sto anche muovendo nel mondo del cinema - sto lavorando con un regista e spero di riuscire a realizzare uno corto sugli zombie l'anno prossimo. Se avrà successo, c'è una possibilità che possa essere esteso in un full-length film. E, naturalmente, spero che inizi presto la produzione sul film tratto da HATERH, che sarà prodotto da Guillermo del Toro. Non posso dirti quanto sia emozionato a tale proposito!


Nick: Una domanda che non ho fatto e alla quale avresti voluto rispondere?

David:No, io credo che sia tutto. Grazie per le grandi domande, Nicola!

Di seguito trovate la versione originale in Inglese dell'intervista, come richiestomi da Dave Moody, in questo modo i suoi lettori britannici, ed anche i lettori come Judka potranno leggere senza problemi.
Welcome on Nocturnia guys.


INTERVIEW WITH DAVID MOODY




1)Nick.: Welcome to Nocturnia, David, before we start I thank you for agreeing. A HATER your novel (trad. ITA, IL VIRUS DELL'ODIO) has just been translated into Italian. When did you realize you wanted to become a writer?


David Moody Thank you for having me here. It’s great to have a book published in Italy at long last! From a very early age I knew that I wanted to tell stories. I originally wanted to make films (I still do), but when I left school I didn’t have any experience or qualifications. Back then it was really hard to get into film-making, and that’s why I ended up working in a bank. I was frustrated, and after a while I started writing the kind of stories I wanted to film as novels. I love being a writer. It’s like making movies in your head! I plan my books out so that I can imagine every scene as if it’s being filmed.


2) Nick: For years you have worked as a bank, while you were writing your first jobs, so many of your characters are struggling with jobs that do not like? And if all that is autobiographical in your characters, such as Danny McCoyne?

David Moody : I didn’t really mind working in a bank (I used to work in processing centres, not in branches, so it wasn’t that bad), but it wasn’t what I wanted to do for the rest of my life. I had good days and bad days there. Sometimes it was difficult, and I felt like I needed to leave, and those were the times I remembered when I was writing about characters like Danny McCoyne. Danny’s situation was similar to the position I was in at one stage – living in a house that was too small, not enough money, lots of children... the difference is that I did something about it. I think if the events of Hater hadn’t happened, Danny would have just stuck where he was and become increasingly miserable.


3)Nick: At some point you decided to found a publishing house to your INFECTED BOOKS, what was your turning point? And after some time you want to do an assessment of the experience?

David Moody : Two things happened which made me decide to launch Infected Books. Firstly, my first book (Straight to You) wasn’t a huge success. When I finished my second book (Autumn) I decided it was more important to get people to read my books than it was to make money, so I started to give the book away online. I had always planned to write sequels, so I thought I could afford to let the first book be given away for nothing, then make money from the future books. The plan worked! After a few years I was made redundant from the bank, and I decided to try and take my experience with self-publishing to the next level. That’s when I formally launched Infected Books and for the first time I produced paperback editions of my books which were soon available around the world from Amazon and other similar sites. I set out to make books which looked as good and were as professional as those you’d find on the shelves of any bookstore. When my books were taken on by a large American publisher (Thomas Dunne Books), I shut Infected Books down temporarily. It was a great success, though, and I have a few projects I’m working on right now which I might still release through Infected.



Nick: In your narrative are more fundamental issues of pandemic, contagion and the siege of this interest comes from what?

David Moody :I just try to look at what’s happening in the world today, and amplify it – take it to the extreme. I think we’re living in quite a frightening world at the moment with lots of uncertainty: pointless wars, the Arab Spring uprisings, the ongoing collapse of the Euro, corrupt politicians every way you turn... the list goes on and on! I think I try to show how bad things might get, and hopefully people will read the books and think about things differently. Some of the horror I love to use – diseases, zombies etc. – doesn’t have much to do with the real world, they’re just general horror themes which I love!


5) Nick: Your novels combine (happily for me) the tradition of classic English and science fiction catastrophe apocalyptic horror as Romero. What were your influences?

David Moody:It’s interesting that you should mention classic English apocalyptic fiction, because that’s where my own story started. Growing up I loved science-fiction - lots of Space 1999, Dr Who, Blake's 7 and Thunderbirds! When I was ten years old I discovered a couple of books in my school library which changed everything for me: HG Wells’ War of the Worlds, and John Wyndham’s Day of the Triffids. They were the first post-apocalyptic stories I’d read, and they blew my mind. The UK was not a great place for a young horror fan in the 1980s – most of the decent horror movies were labeled as ‘video nasties’ and banned. It was really hard to get hold of anything even a little horrific! Eventually I managed to watch George Romero’s Night of the Living Dead, and it was a revelation. I then started devouring any other Romero films I could get hold of, and I also began watching movies by David Cronenberg. At the same time all this was going on, the Cold War was at its peak and I remember living under a constant cloud of uncertainty, thinking that missiles were about to be launched and we were all going to die. Looking back, it was a horrible time, but it really helped fuel my interest in post-apocalyptic horror. I watched TV films like The War Game and Threads (both BBC productions – both incredible) and the US equivalent, The Day After. I think it was the prospect of people being able to unleash such devastation on the planet, and the fact that we could do absolutely nothing about it, which terrified me. I’m sure it’s one of the main reasons why I write the kind of books I write today.


6) Nick: We come to HATER as Urania has translated in italian, IL VIRUS DELL'ODIO. One thing that struck me were precisely those infected, the haters: on the one hand they are lucid in their anger, ready to strike without scruples even people with whom they shared years of their lives as husbands, wives, children, the other will would partergiare of which are for them all the solidarity and unity among themselves, in a way that the so-called "normal" will never succeed, congratulations. In addition to behave and they justify their behavior as if they were the victims of the situation. Am I wrong?


David Moody: No, I think you’re right. There are lots of interesting themes running through the Hater novels, and your question has picked up on two of them. Firstly, when I set out to write the book, I was trying to take a critical view of all the distinctions we use to divide ourselves up from other people: age, sex, our beliefs, our sexuality, political allegiance etc. etc. I wondered what would happen if all those divisions suddenly disappeared and were replaced with ‘the Hate’. But for me, one of the most interesting aspects of the story is the fact that both sides think they’re right. Both the Haters and the Unchanged will do all they can to kill everyone on the other side because a). they think they don’t have a choice, and b). they think that if they don’t, the other side will kill them. Look back at the history books and read about all the foul things people have done to each other through the ages. I think they all believed they were doing the right thing. In Hater, one side attacks the other, who then respond with even more violence, then the others attack with even more violence than that... It’s a vicious circle – a dangerous downward spiral. And the scariest thing of all – I think this is exactly what would happen if the human race was divided in two like in the books.


7)Nick: Do you know by chance if the other novels in the trilogy, or something else your work will be translated in Italy?

David MoodyWell I do know thatMondadori\ Urania originally bought the rights to all three Hater novels, and the first three Autumn books too, so I hope so. But as you know, it’s a difficult economy at the moment, so I think the first book would need to sell plenty of copies for the others to be released.


8) Nick:From another novel of yours,AUTUMN his novel was made into a movie starring David Carradine, we want to talk about it and how you have lived this experience?

David Moody :I have mixed feelings about the Autumn movie. I’m very proud of the fact someone made a film from one of my books, of course, but at the same time it’s quite a flawed film. It was a small independent Canadian production. The film-makers managed to get a great cast together including Dexter Fletcher and David Carradine in one of his last screen roles before his untimely death. But I think the ambition of the movie was too great, and it was impossible to achieve everything the director wanted to with a very limited budget.


9) Nick: One of your fellow writers there is someone who appreciates and follows in particular?

David MoodyI really enjoy being part of a crowd of zombie and horror authors. It’s a close community. If I had to name names, I’d have to mention Wayne Simmons (Flu and Drop Dead Gorgeous), Jonathan Maberry (Patient Zero, Dead of Night), Iain McKinnon (Domain of the Dead and Remains of the Dead), and Craig DiLouie (Tooth and Nail, The Infection). They’re the guys I’ve enjoyed reading most recently, but I’m always being contacted by new authors so I’m looking forward to reading more. Right now I’m loving Outpost by Adam Baker and the final book in Z A Recht’s Morningstar Strain saga.





10)Nick In Italy the publishing of the fantastic especially that of science fiction, is not passing moments pink, with the decrease of necklaces, only reprints of the great names and the invasion of commercial fantasy but how can you say about the situation in England?

David Moody:I think the position is similar around the world right now. It all boils down to money, and publishers are reluctant to invest in new or lesser-known authors because they want to be sure they’re going to make a profit with the books they publish. It’s really sad when you walk into a bookstore here in the UK – you have to look hard to find the horror and science-fiction section, and the shelves towards the front of the store are filled with celebrity books, cookery books and the like. But there is hope – self-publishing allows people to become established in their own right and to prove their commercial worth. More and more people who self-publish and do it well are being picked up by larger presses, and that’s got to be a good thing.


11)Nick : Future plans: what are you working on now?

David Moody:Well I’ve just finished the last Autumn book (Aftermath – out next year in the US) and so, for the first time in years, I don’t have anything under contract. That’s a good thing, because it’s time to start work on something completely new. I’m planning a few new novels, and I’ll write the one which gets most interest. I can’t say what they’re about just yet! I’m also moving into film – I’m working with a director and we’re hoping to make a zombie short next year. If it’s successful, there’s a chance it’ll be expanded into a full-length feature film. And, of course, I’m hoping that production will soon begin on the Hater movie which will be produced by Guillermo del Toro. I can’t tell you how excited I am about that!


12)Nick A question that I have not done and you wanted to respond?

David Moody: No, I think that’s everything. Thanks for the great questions, Nicola!

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NICOLA PARISI
Copyright: USA : St Martin's Press.
Copyright: UK : Gollancz \ Infected Books

Ricordando il passato

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