METRO 2033.


"Mosca. Anno Domini 2033. Alla fine l'olocausto Nucleare c'è stato sul serio; scampoli d' umanità sopravvivono come possono all' interno della metropolitana Moscovita, la più profonda ed una delle più estese del pianeta. La vita continua come può, con le varie Stazioni che commerciano tra loro, alle volte si uniscono creando parodie di regimi passati; più spesso si fanno la guerra ma tutte sull' orlo dell' estinzione. Mentre fuori il mondo sembra diventato il dominio di nuove e pericolose forme di vita mutanti, tra cui i gli oscuri "tetri".
Artyom, vive una vita ragionevolmente sicura con il patrigno, un ex militare che lo ha salvato bambino da una morte certa, all' interno della VDNKh, una volta una delle Stazioni più belle.Ma l' arrivo del misterioso Hunter, spingerà Artyom a lasciare tutto e tutti per raggiungere la Polis, l'ultima vera città degli uomini per avvertirli della minaccia che pende su tutte le comunità sotterranee.
Comincia così un viaggio tra le varie Stazioni della Metro, nell' anno 2033, tra gli ultimi uomini".

Questa in breve, molto in breve, la sinossi delle oltre 764 pagine di METRO 2033, il romanzo di Fantascienza del giornalista Russo Dmitry Glukhovsky.
In un certo senso, però METRO 2033, è un vero e proprio figlio della Rete: una prima versione del romanzo, già nel 2003, venne rifiutata da dieci diversi editori Russi, l' autore decise quindi di pubblicare il libro all' interno del proprio sito Web. Le risposte dei vari utenti furono, a dir poco entusiastiche; come spesso succede molti lettori non solo suggerirono correzioni, ma aggiunsero pezzi propri. Insomma un vero e proprio caso di scrittura condivisa, forse uno dei primi della rete, sicuramente uno dei più conosciuti; mentre nel frattempo il Tam tam degli appassionati spingeva finalmente un Editore a pubblicare, la versione trasformata del volume.
METRO 2033 ha rappresentato un buon successo editoriale in Russia ed in molti paesi Europei come la Germania, ha generato un gioco omonimo per P.C , su cui ho sentito opinioni discordanti. Ed il successo ha obbligato l' autore a ribadire in diverse occasioni, la sua assoluta paternità dell' opera, nonostante i consigli e correzioni accettate.
In Italia, pur essendo già stato pubblicato dalla MULTIPLAYER.IT già da un anno,con i suoi 17,90 euretti si trova ancora agevolmente tra gli scaffali delle librerie.
Eppure...non posso dire che il romanzo mi abbia particolarmente entusiasmato. Intendiamoci, non è un romanzo da buttare, delle potenzialità ci sono, ma proprio a causa della sua genesi frammentaria METRO 2033 alterna parti soddisfacenti, alle volte anche buone con pagine e pagine superficiali, o a dir poco dilettantesche.


Per quello che mi riguarda, ho trovato deludente tutta la parte dell' escursione in superficie; con una particolare curva verso il basso nella scena in cui un Artyom in fuga scopre che l' appartamento, in cui si è casualmente rifugiato, guarda caso, (ma tu guarda che combinazione) è proprio quello in cui viveva sua madre!
In una Metropoli come Mosca ? con qualche milione di abitanti ed annessi appartamenti ?
Insomma. Va bene la sospensione dell' incredulità ma qui si esagera...
Lo stesso "sconvolgente finale", francamente mi è apparso scontato e telefonato.
Ma in definitiva è lo stesso personaggio di Artyom a risultare in molte parti poco interessante per il lettore e quello che dovrebbe rappresentare il suo percorso di formazione ad essere spesso lacunoso e sviluppato male.


Queste sono le ombre, veniamo ora alle luci.
Per fortuna altre parti del romanzo sono invece molto belle. In molte pagine viene fuori quella che una volta si chiamava "l'anima russa": cioè quel misto di malinconia, rassegnazione, umorismo e satira, politica e sociale che rende la narrativa russa così particolare; e chi ha apprezzato Luk'janienko, tanto per dire un nome a caso, sa di cosa parlo. Molto godibili anche le descrizioni delle varie società sorte all' interno della metropolitana, penso ad esempio alla guerra tra le stazioni della "linea Rossa" che hanno adottato un governo di stampo sovietico e quelle del quarto reich, o la scena dell' incontro di Artyom, con il vagone occupato da discendenti di Testimoni di Geova.
Ma è l' intera metropolitana moscovita a trasmettere, con i suoi tunnel, quel senso di claustrofobia e oscurità, trasudante dai muri in rovina. I suoi particolari, le sue stazioni, i suoi suoi bunker segreti, costruiti dalla nomenklatura Staliniana diventano, quasi fossero esseri senzienti, i veri protagonisti del libro, molto più dell' incolore ed insipido Artyom.

A VOLTE RITORNANO: UN NUOVO FUN COOL ED IL RITORNO DI CYB.

Certe cose non possono restare impunite. Proprio per niente. No stavolta io non ho nessuna colpa. Il colpevole è gelostellato. Per chi non conoscesse il patron dell'omonimo Blog, vi basti sapere che è praticamente l' espressione dell' artista maledetto, senza la parte dell' artista. Un uomo tutto genio e sregolatezza, senza la parte del genio. E potrei andare avanti così a lungo. però a parte questo il buon gelo oltre a scrivere meravigliosi post sul suo Blog è anche l'uomo che si è inventato il FUN COOL, uno dei concorsi più divertenti della Rete.
Se siete aspiranti scrittori o se semplicemente vi volete divertire il FUN COOL è il concorso che fa per voi.
Fatevi un giro su: ilblogdigelo.blogspot.com , leggete il bando e poi... buon divertimento.


Seconda piccola segnalazione a zonzo per la rete.
La nostra CybSix: la mente( va beh, si insomma...) dietro al Blog Cyborg Medievali, qualche settimana fa ci aveva abbandonato. Si era presa un periodo di riflessione e lontananza dalla rete.
E tutti noi, eravamo rimasti orfani della sua presenza ( anche se questa cosa la negheremmo anche sotto tortura). Ora è tornata, facendo finta di niente ma si vede che le siamo mancati (perfino il Corà ...);)
Ora senza Cyborg Medievali ed i suoi post finto-cinici e divertenti la rete era un luogo molto più povero e triste ( ma questa cosa negherò di averla mai scritta) e non può essere che un bene, che abbia ripreso le trasmissioni.
Quindi Cyb: bentornata, ed ora muoviti e ricomincia a scrivere post .

SLIDING DOORS ?......

La primavera sta portando per me, assieme a temperature più miti, tutta una serie di possibili scelte che dovrò compiere a livello lavorativo. Alcune di queste considerazioni le ho rimandate a lungo. Già l'anno scorso alle prime avvisaglie della crisi dell' azienda per cui lavoro, mi sono trovato a dover scegliere se rimanere all' interno di quella fabbrica, cercando nel mio piccolo di contribuire a tirarla su oppure cercare un nuovo lavoro ( e magari anche luogo di residenza). La mia opzione fu di rimanere, ed è arrivata la Cassa Integrazione a Rotazione per tutti noi operai, più una serie di altri simpatici inconvenienti di contorno. Per carità niente di irrisolvibile. Per natura, sono un ottimista, e poi la vita mi ha insegnato sempre ad andare avanti qualsiasi cosa possa succedere. Però è capitato più di qualche volta di domandarmi se avessi fatto la scelta giusta. In parte me lo sto chiedendo ancora oggi e quindi credo che potrebbe...dico potrebbe arrivare nuovamente il momento di rifarmi la domanda.
Del resto la vita è tutta una serie di scelte, ma alle volte conta anche la capacità di saper approfittare (o anche semplicemente compiere una scelta)del caso. L' esempio ce l'ho in casa...
La signora Nick, l' ho conosciuta in treno, compiendo un viaggio che non avevo programmato, prendendo un Treno che non avrei dovuto prendere dopo che avevo perso quello che avrei dovuto prendere. Incontrando oltretutto una ragazza che si trovava su quel treno perchè in precedenza, l'aereo su cui tornava dall' Egitto a causa della neve era atterrato su uno scalo diverso da quello di reale destinazione.
Non solo : tutti e due eravamo appena usciti da storie precedenti e quindi nessuno di noi due aveva nemmeno lontanamente in programma di cominciare una storia.
Risultato ?
Sono quasi quattro anni che sono sposato con una ragazza che porta il nome di un personaggio dei cartoni animati, che quando guardo FARSCAPE o THUNDERBIRDS mi sfotte perchè guardo "quelle cose con i mamozzi". Una ragazza, più giovane di me, che mi guarda perplessa quando compro gli SPIROU o i DAMPYR, perchè "anche lì ci sono i mamozzi". Salvo poi farsi prestare i DAMPYR o commuoversi guardando la mia copia di DISTRICT NINE.
Insomma la persona con cui oggi sto pensando di diffondere la mia infausta discendenza, tentando di far calcare su questo già martoriato pianeta tanti piccoli Nickini o tante piccole Nickine è frutto di tutta una serie di concatenazioni di casualità.
Destino ? Combinazione? Karma ? Kismet ? O semplice sfiga ?
Non posso saperlo, probabilmente un po tutte queste cose. Fatto sta, che l'altra sera mentre eravamo dai suoceri io e la signora Nick, quasi per gioco ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se quel giorno non ci fossimo incontrati? Se il suo aereo fosse arrivato allo scalo giusto ? Se io non avessi perso quel treno?
Quante direzioni avrebbe preso la mia vita? O la sua ? In un certo senso è come se esistessero tanti Nick paralleli: c'è magari un Nick che non è mai salito su quel treno. Ce n'è un altro che non le ha mai chiesto il numero di telefono. Ce n'è magari un altro che non le ha mai chiesto di sposarmi.
Magari sono universi paralleli in cui sono IO sono un altra persona, con un altro tipo di vita. Magari più infelice. Perchè di una cosa sono certo: questo Nick, quello di "questo" universo è felicissimo di aver incontrato quella ragazza con un nome da cartone animato. Quella stessa ragazza con cui sto progettando di sfornare tante piccole zampettine che zampetteranno per il mondo. E che magari poi si possano leggere SPIROU col proprio padre un po sciroccato.
Però ,alle volte mi piacerebbe avere una sfera di cristallo per osservare come sarebbe stata la vita del Nick di quell' altro Universo Parallelo : quello che l' anno scorso, in "quell' Universo Parallelo invece di rimanere a combattere dentro la sua Azienda ha avuto il coraggio ( o la follia ?) di andare a cercarsi un altro posto di lavoro.
Perchè ,credetemi, questa cosa mi aiuterebbe a scegliere adesso.
Ma il Nick di "quell' Universo Parallelo" è un gran bastardo e non mi fa sapere la risposta.
E voi ?
Avete avuto nella vostra vita un momento in cui sentite che le vostre scelte vi hanno cambiato la vita? Avete avuto le vostre Sliding Doors personali ?

REMINISCENZE : A FOR ANDROMEDA.


Oggi voglio parlare di una cosa interessante, che riguarda il mio primo amore : La fantascienza Televisiva di matrice Britannica.
Del resto è indubbio il rapporto speciale che quel paese mantiene con l' immaginario del fantastico. Non solo con la letteratura, ma anche con le produzioni televisive. Dagli anni sessanta in poi, molti serial sono entrati prepotentemente nel' immaginario collettivo anche italiano. Alcune come UFO e SPACE 1999, hanno anche avuto un importanza seminale.
Quanti noi hanno sognato di pilotare un Aquila di Base Alpha da piccoli?
Io si. Ma questa è un altra storia.
Ma per ognuno di questi serial, ce ne sono stati altrettanti che non sono mai arrivati nel nostro paese. Come ce ne sono tanti altri che non potranno mai arrivare.
E poi ci sono casi come A FOR ANDROMEDA.
Una miniserie di sole sette puntate. Una delle prime produzioni SF della BBC (la seconda, credo dopo il QUATERMASS di Nigel Kneale), ma è stata quella che ha creato la maggior parte dei concetti che ancora oggi imperversano nel genere.
Ma andiamo con ordine.
Nel 1961 la televisione, come concetto, era ancora giovane. I produttori paradossalmente tendevano a rischiare anche prodotti nuovi. Tutto praticamente era nuovo. Inoltre la corsa allo spazio appena nata faceva sì che la SF fosse un genere di moda. Questo almeno in Inghilterra.
La BBC, dopo il successo del già citato QUATERMASS, era alla ricerca di storie simili; la scelta cadde su un soggetto di Fred Hoyle. Hoyle non era un nome qualsiasi,ma uno degli Astronomi più conosciuti e rispettati di quegli anni.
Ad Hoyle venne affiancato John Elliot, il primo si sarebbe occupato nella sceneggiatura degli aspetti tecnologici e fantascientifici, il secondo di una sottotrama spionistica per arricchire la vicenda.
Hoyle aveva concepito la storia sui terreni a lui familiari: John Fleming,il suo protagonista è uno scienziato, un Astronomo. Lui e Reinhart, il suo capo lavorano in un nuovo Radiotelescopio pronto per entrare in funzione. Poco prima che possa entrare in funzione però vengono captati dei segnali provenienti dallo Spazio. Fleming decifrando il segnale, scopre che nasconde una trasmissione proveniente dalla Galassia di Andromeda. Il segnale, che viaggia da millenni, permette al Governo Inglese di costruire un Supercomputer carico di informazioni preziose. Solo Fleming comincia a sospettare, tramite alcune ambiguità del messaggio, delle reali intenzioni delle intelligenze Aliene Mentre attorno a lui, governi ed associazioni fuorilegge cominciano a disputarsi il possesso delle informazioni. Christine Flemstad, una giovane ricercatrice verrà uccisa dal Computer, e dalle sue informazioni genetiche nascerà una nuova entità. Il primo esemplare delle entità, che dovranno sostituire gli umani.
Un Fleming sempre più isolato, cercherà di far leva sugli scrupoli della parte umana della creatura che ormai tutti chiamano Andromeda. Scrupoli, prima sotterranei, poi sempre più preponderanti.
Due perole sugli attori: per il ruolo di John Fleming venne scelto Peter Halliday, attore questo abbastanza conosciuto in Inghilterra a quei tempi, mentre una giovanissima ed appena diplomata Julie Christie sbaragliò la concorrenza per il ruolo di Andromeda. Un ruolo questo che avrebbe lanciato la sua carriera come attrice.
La serie introdusse, forse per la prima volta per il piccolo schermo, concetti come la clonazione. Concetti che oggi diamo per scontati ma che per il pubblico del 1961 apparivano totalmente sconosciuti.
Ma non è questa la parte interessante, quella di cui vi volevo parlare.
E non è neanche il fatto che dieci anni dopo la RAI nel suo primo tentativo di sceneggiato Fantascientifico, avrebbe proprio scelto il remake Italiano di A COME ANDROMEDA. Cosa di cui parlerò in un altro post.
Non è neanche questa la cosa interessante, come dicevo.
La parte interessante è che A FOR ANDROMEDA non esiste più.
O perlomeno non esiste più integralmente negli archivi della BBC. E con lei tante produzioni comprese tante puntate del DOCTOR WHO, tanti sceneggiati come il QUATERMASS che ho più volte citato in questo post e tanta altra roba.
Fino al 1970 infatti la BBC attuava la politica del riciclaggio dei nastri, tutte le produzioni considerate non indispensabili venivano cancellate. Solo recentemente la rete Britannica ha cominciato una seria attività di recupero cercando la collaborazione di enti, reti straniere in possesso di copie e collezionisti privati. Solo così diverse avventure del DOCTOR WHO sono stati ricostruiti,di A FOR ANDROMEDA, invece sopravvivevano negli archivi della Tv solo brevi spezzoni, in tutto neanche una ventina di minuti, più le foto di scena e le sceneggiature.
Solo nel 2005 un collezionista privato è riuscito a riportare alla BBC una registrazione completa di THE FACE OF THE TIGER, l' episodio numero sei.La ricerca continua, forse un giorno verranno ritrovate altre parti di questo sceneggiato, ma la cosa diventa sempre più improbabile man mano che passano gli anni. Per il resto sopravvive solo la memoria negli spettatori più anziani della tragica e straziante interpretazione di Julie Christie nel ruolo di ANDROMEDA.

NOCTURNIA REWIND 1. SIX SHOTS E LA CORSA SELVATICA.


Primo giorno di primavera e terzo post su Nocturnia. Per la seconda volta parlo di libri. Dal prossimo intervento allargherò il campo d'intervento. Promesso; giurin giuretta.
Ovunque in rete non si fa altro che parlare dei due ultimi parti delle Edizioni XII : tutti fremono per Keene (anche io, se per questo, confesso ) e per il primo romanzo di quel Corà di un Corà. Tutti non fanno altro che recensirli.
Ed io , il vostro Nick, per non essere da meno, sapete cosa faccio ?
Parlo di due libri usciti mesi fa.
Fantastico, vero ?
E del resto, non guardatemi così. Sono una di quelle persone, che quando qualcuno  a una festa racconta una barzelletta comincia a ridere dopo mezz' ora.
In realtà credo, che in alcuni casi, faccia bene riparlare di un libro, o di un film qualche tempo dopo la loro uscita.
E', in parte , come un secondo appuntamento, senza i dubbi e gli impacci del primo incontro. Oltre che un modo per notare a freddo , e spesso apprezzare, i  particolari rimasti nascosti , o sottovalutati al primo sguardo.
Dopo questa introduzione che vi avrà già sfrantumato, torno in argomento. I libri, sempre della XII, sono molto diversi tra loro.
Il primo SIX SHOTS del Salernitano Alfredo Mogavero,  o come recita il sottotitolo : SEI RACCONTI DEL WEIRD WEST, è una buona raccolta. Sei racconti  sottilmente collegati tra loro e con alcuni personaggi ricorrenti abbastanza indovinati. Non aspettatevi un capolavoro, ma sicuramente ha una trama simpatica e godibile, uno stile onesto e senza tanti fronzoli. Tra i racconti centrali, ce n' è almeno uno : LA NOTTE DEL POKER, che da solo giustificherebbe l' acquisto.
Il secondo libro è un altra storia. Con  LA CORSA SELVATICA di Riccardo Coltri, mi sono trovato immerso in uno scenario affascinante : l' Italia post-unitaria, di fine ottocento. Non solo un' ambientazione poco sfruttata dagli scrittori e sceneggiatori, ma Coltri saccheggia abbondantemente, e felicemente, il Folklore Italiano.
No. Non sto parlando di Arlecchino e Pulcinella, ma di tradizioni come i Filò, cioè le Riunioni attorno ai falò dentro le stalle, che nelle zone del Delta del Po, avvenivano nelle rigide sere invernali. E dove tra un lavoro di filatura ed uno di rammendo, le donne raccontavano ai loro figli per tenerli buoni, storie di fantasmi e di streghe.
Sto parlano delle Janare della Campania cioè la versione Beneventana della Old Hag scozzese,( anche se nel libro Coltri ne dà l'identificazione alternativa rendendole più simili alle streghe classiche). Sto parlando  della stessa Caccia o "Corsa" selvatica che dà il titolo al libro, e su questo lascio a voi il piacere leggendo il romanzo, di scoprire cosa sia veramente questa "Corsa".
Se fossi un vero critico, uno di quelli bravi, direi che Coltri va alle radici di molti archetipi letterari, senza impoverirli rendendoli stereotipi. Ma, dato che , non sono un vero critico. Non sono neanche uno di quelli bravi, ma solo un cialtrone illetterato mi limito a dire che LA CORSA SELVATICA è una gran bella storia, e che unisce una bella ambientazione ad una, ancor più bella capacità di scrittura .
Tecnicamente il Romanzo è praticamente diviso in due parti.
Nella prima, quasi preparatoria e propedeutica alla seconda, viene narrata l'infestazione di alcune zone sui Monti Lessini,quasi al confine del Tirolo Austriaco, contagi misteriosi, operazioni di stregoneria,anzi di " stregheria", secondo la dicitura dell' epoca. Nonché  le indagini di un gruppo di agenti "un po speciali" del regno Sabaudo. Questa è la parte più corale, ma anche la più frammentata.  Aggiungo anche, di aver trovato un po deludente il fatto che in questa prima parte, vengano introdotti tanti personaggi , Covre tanto per dirne uno, solo per essere poi accantonati quasi subito. Forse in questo caso qualche pagina in più, non avrebbe guastato; e credetemi, per dirlo io che, invece, sono sempre contrario ai romanzoni , allungati a dismisura .
Con la seconda parte, con l' arrivo del personaggio di Zamin, al borgo-fortezza, il romanzo ingrana decisamente, ed in maniera compatta verso la progressione finale. Come detto, non tutto è perfetto: alcuni nodi non vengono totalmente sciolti,non tutto viene spiegato, ed un paio di scene, sembrano un po affrettate. Ma, in compenso Coltri riesce a dimostrarsi un buon scrittore d'atmosfere, di ambientazioni. Riesce a dare sensazioni, emozioni.
E' poco ? E' molto ?
Almeno per me, Se sono stato qui a parlarne è molto..

ALIA # 6. NUOVI APPRODI SUL' ARCIPELAGO DEL FANTASTICO.

Devo essere sincero.
Non ho letto i numeri precedenti di Alia, ma un sacco di gente in gamba non ha fatto altro che parlarmene benissimo. Quindi , la mia natura di collezionista ha fatto il suo corso ed ho ordinato il volume. Vabbè, non solo la mia natura di collezionista, mi ha spinto a comprare il volume anche il fatto, che in questi ultimi anni è difficile trovare libri che non siano dei soliti tre\ quattro soliti noti.
Non mi credete?
Andate in una qualsiasi libreria e provate ad esaminare lo scaffale Fantascienza.
Fatto?
Bene, a parte le solite ristampe del dittico Asimov\ Dick cosa trovate ? Un poco meglio ( si fa per dire ...) va nel' ambito della narrativa del terrore; ma anche lì ristampe su ristampe di King, libri con Vampiri emo, e tanta robaccia inutile. Lascio stare l' argomento Fantasy:  lì si che trovate di tutto, ma quanta di queste pubblicazioni,  sono veramente valide ? E poi, ovviamente ristampe di Tolkien.
Insomma, su dieci libri presenti almeno otto sono ristampe di Asimov\Dick\King\Tolkien.
Non che abbia niente contro questi autori, ma insomma mi piacerebbe avere più scelta nelle mie scelte. Ovviamente sto anche generalizzando di brutto: a voler ben cercare si trovano i libri della Delos e quelli della Gargoyle ; però spesso e volentieri sembra che qualche dipendente sadico si diverta a nasconderli bene in fondo, sotto le pile dei libri di Bruno Vespa. Oppure ordinandoli sul sito della casa editrice, gli ottimi libri delle Edizioni XII.
Capirete quindi la mia curiosità nei confronti di ALIA, questa raccolta edita dalla CS_libri di Torino.
Ora devo dire che la curiosità è stata abbondantemente ripagata: il mio giudizio è quasi sostanzialmente positivo (poi spiegherò il perchè di questo quasi). In questo numero sono presenti 22 racconti, a :  7 italiani; 6 giapponesi ; 4 di Singapore( questi ultimi , almeno per me, una novità assoluta); 3 cinesi; 1 spagnola ed un  autore Americano . I generi trattati sono diversi: si va dalla fantascienza ucronica di PIANETA ROSSO, al' urban Fantasy de IL PRIMO AMORE. Personalmente, ho apprezzato molto RESURGHAM di Consolata Lanza,Lo SCOUT di Silvia Treves e LE STRAVAGANTI VACANZE ESTIVE DI UNA MAGA E DI UNA VOLPE di Massimo Soumarè, mentre abbastanza deludente il racconto spagnolo LA FENICE e  , parzialmente  DB di Fabio Lastrucci , in cui una buona idea, viene gestita da uno stile, un po pesante.Ma qui , ripeto, si tratta di miei gusti personali. Magari , altri lettori troveranno piacevoli i racconti.
Devo dire però, che il racconto migliore mi sembra PIANETA ROSSO di Davide Mana, e qui sono di parte, perchè Davide è un mio amico. Però anche se non lo fosse, devo dire , che scrive meravigliosamente bene. CLa sua storia in cui Garibaldi si ritrova su Marte, da sola varrebbe l' acquisto; in più vengono uniti riferimenti e personaggi Salgariani con Lovecraft, Burroughs e Leigh Brackett.
Tutto bene ?
Non proprio, se  devo fare una critica, devo dire, che la grafica e la copertina sono un poco sottotono al punto di risultare anonime. Ma a parte questo piccolo particolare , ALIA merita sicuramente la pena di essere letta.
Il volume costa 19,50 euro, è correlato di illustrazioni in bianco e nero e può essere richiesto alla mail ordini@aliaracconti.info

SONO SEMPRE IN TEMPO PER FERMARMI.

Me ne pentirò, lo so. Con tutti i casini che mi stanno piovendo addosso, pure un blog dovevo lanciare ?
La risposta la state leggendo in questo momento.
La realtà, è che, io di tecnologia, link, post, bite, epub non ne capisco niente; non allevo muli e non navigo per torrenti. Sono quanto di più lontano ci possa essere da un esperto tuttologo, che può contemporaneamente , disquisire (si dice così ?) della filmografia completa di Shimizu Takashi, della discografia dei Deep Purple o dei romanzi di Lucarelli, il tutto mentre bevo miscele di the sconosciute ai più.
Sono solo un semplice appassionato : leggo fumetti praticamente dalla culla, l' amore per la fantascienza  e per l ' horror sono venuti, quando la Rai , in epoche lontane, ha cominciato a trasmettere THE PRISONER; SPACE 1999 e roba come IL SEGNO DEL COMANDO.
In una parola , il fantastico in tutte le sue espressioni è sempre stata la mia vita, togliermi il piacere della lettura, della visione di un film o di una serie televisiva ad argomento fantascientifico od horror, significa togliermi la stessa aria che respiro. Ne sa qualcosa mia moglie ( santa donna ), ogni volta che mi vede tornare con un acquisto nuovo, che sia un libro, un fumetto od un cofanetto DVD ( o sono loro che trovano me? ).
In più in questi ultimi tre anni, a furia di rompere i co...ooops, volevo dire intervenire su vari blog, ho conosciuto diverse persone con le mie stesse passioni, che pur non avendole incontrate non esito a definire amici. E tanti di loro, vero Silente ? vero Ferruccio ? vero El ? vero Matteo ? mi hanno consigliato di aprire un blog mio.
Forse nel tentativo di liberarsi di me (ahh ah ah. Poveri illusi). In realtà ci ho pensato e ripensato per settimane: a quarantadue anni suonati , con un lavoro da turnista che va come va, ero parecchio titubante. Poi ancora una volta, la maledetta passionaccia è venuta fuori. Quindi, senza raggiungere vette eccelse di grafomania, di qualche altro mio collega ( che detto tra parentesi invidio molto per la costanza , ma che non lo ammetterei mai, neanche sotto tortura) mi sono detto, che un post di tanto in tanto, perfino un maledetto pigrone come me, può riuscire a metterlo.
Lo spirito, insomma è quello di parlare di fumetti, film e libri di fantascienza od horror, serie televisive degne d' interesse, e perfino recuperare  qualche vecchio sceneggiato (perdonatemi non riesco ancora a chiamarli fiction) sempre orbitante in quei generi.
Non sono, e non pretendo di essere, un esperto. Per quello i miei amici Davide Mana, Elvezio Sciallis ed Alex McNab, sono più tecnici e bravi di me. La mia sarà solo una voce da appassionato, a volte da collezionista. altre volte ancora da semplice curioso.
Per cui, a tutti voi : benvenuti. L' avventura comincia. Che duri tanto o che duri poco, questo lo decideremo assieme.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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