DORMIRE..., FORSE SOGNARE...

Mi vien da ridere...
Ho sempre sognato molto in vita mia, alle volte anche ad occhi aperti, spesso scontrandomi poi con una realtà diversa dalle mie aspettative, - ma che ci volete fare? Un idealista rimane sempre un idealista anche a quarant'anni.
Proprio per questo ho sempre avuto una vita onirica molto sviluppata, molto presente durante le mie notti.
Non fraintendetemi, lo so benissimo che la fase REM dura pochi istanti, che è una fase limitatissima... e che ...bla bla bla.....ma in fondo ho sempre avuto la sensazione psicologica che la mia vita onirica durasse tutta la notte al punto spesso di svegliarmi dispiaciuto di non aver assistito alla fine del sogno in questione.
Non ne ho mai fatto mistero a proposito dei miei sogni, a volte ne ho anche parlato sul blog.
Qualche settimana fa in sede di altro post  Melinda - non solo lei ad essere sinceri, i però lei  invece che nel privato me li ha chiesto in fase di commenti  - mi ha praticamente detto che sarebbe curiosa di leggere qualcosa a proposito dei miei sogni.
Quindi, razza di curiosona  (Lol ) questo post è per te.
Come tutti ho fatto i soliti sogni: ho sognato di essere a scuola o di stare a svolgere esami molti anni dopo la conclusione del mio percorso scolastico, ho sognato di essere al lavoro, ho sognato di parenti morti da anni, ho sognato di animali o di donne che nella realtà non avevo.
E nella maggior parte dei casi sapevo benissimo che stavo vivendo un sogno.
C'erano però dei sogni molto più creativi, molto più divertenti e anche lì sapevo che erano solo una finzione notturna, anzi spesso non ero nemmeno io il protagonista, anzi il più delle volte non c'ero nemmeno all'interno della mia vita
Una sola regola: se avrete voglia, mi piacerebbe una sorta di scambio di prigionieri, cioè che anche voi raccontaste qualcosa dei vostri sogni.

Una sola avvertenza: questo sarà un semplice post di cazzeggio, fatto per divertirci tra noi ma sempre con rispetto reciproco nessuna sorta di verosimiglianza scientifica, di analisi psicologica o di sfottò.

-  CAVALLI BIANCHI E PUNTATE INTERROTTE.



Questa cosa mi è capitata quando ero un adolescente, una notte mi capitò di fantasticare su una famiglia: padre, madre e due bambini : un maschietto ed una femminuccia.
 La famiglia vive ai bordi di una landa desertica, una vita difficile, se quella si può chiamare vita.
I due bambini compiono un viaggio all'interno del deserto guidati in questo da un cavallo bianco,l'animale gli manda visioni di un posto migliore con fiumi, mulini, fontane e campi coltivati.
Durante il loro peregrinare i due fratelli incontrano altre persone alcune amichevoli, altre di meno però continuano il loro viaggio.
Per non portarla alla lunga, questo sogno lo vissi come una sorta di telefilm a puntate, sigla finale compresa: una notte sognai la prima puntata, la seconda notte sognai la seconda puntata, la notte ancora dopo immaginai il trailer della terza e conclusiva puntata.
Bene, la notte successiva per motivi familiari passai la notte sveglio...non ho mai saputo come terminasse il sogno.

- LA CASA INFINITA.
Invece parliamo di un sogno ricorrente che facevo da bambino, ne ho già parlato altre volte. E' l'unico caso in cui ho veramente avuto paura di una mia immaginazione onirica, anzi è stato l'unico caso in cui non capivo nemmeno di essere dentro in un sogno.
Mi ritrovo dentro una casa, piena di stanze, una di quelle case di una volta, arredata anche  con uno stile antico.
Io mi aggiro dentro quella casa in cerca di un uscita, in alcune di queste immense stanze si trova il diavolo che mi attira perché vuole la mia morte.
Il sogno l'ho ripetuto più volte, anche da adulto l'ho rivissuto in qualche occasione.
Ed ogni volta a costo di difficoltà riuscivo a venire fuori da quella casa.
Alle volte mi chiedo cosa sarebbe accaduto se fossi finito in una di quelle stanze o se non fossi riuscito a scappare da quella casa?

- COME IN UNA FICTION.
Un altra villa, cambia però tutta l'impostazione del sogno. In questo caso mi sono proprio divertito.
Ci sono questi tre fratelli, io per comodità li chiamerò "Fratello Maggiore"; "Sorella" e" Fratello Minore", i tre ragazzi ereditano da uno sconosciuto parente questa meravigliosa Villona con un ancora più meraviglioso giardino.
Con due problemi, però.
Nocturnia non ha Dee protettrici, ma se dovessi
immaginarne una sicuramente avrebbe il volto di
Camila Morgado.
Primo: la villa fa gola ad un palazzinaro senza scrupoli che vuole impossessarsi il terreno per avviare una sorta di speculazione edilizia.
 Secondo: nella villa ci sono alcuni fantasmi ( tra cui un gatto nero ed una bellissima damina settecentesca ) che desiderano cacciare i nuovi proprietari per rimanere belli tranquilli in pace.
Lo speculatore nel sogno aveva le fattezze di Christian De Sica e devo dire che era molto in parte, mentre la bella "fantasma" era l'attrice brasiliana Camila Morgado.
Avvengono tante cose: il gatto nero è il primo a passare dalla parte dei tre fratelli - fantasma o meno è pur sempre  ruffiano come tutti i gatti e poi "Sorella" gli fa mangiare scatolette buonissime; il palazzinaro ha un tirapiedi  sfigatissimo "interpretato", diciamo così da Francesco Pannofino che nel tentativo di far fuori i tre fratelli non solo fallisce tutti i colpi ma ogni volta finisce in ospedale.  Nella Villa poi arriva una simpatica restauratrice inglese che comincia una relazione con "Fratello Minore", la restauratrice somigliava un po all'attrice inglese Hannah Spearritt .

Hannah Spearritt: lo ammetto
sono un fan della serie di
PRIMEVAL.
Probabilmente ho fatto questo sogno in un periodo in cui ero abbastanza scocciato dalle Fiction che passavano in televisione.
Avete presente quelle robe inutili su Preti, Santi, Poliziotti  e tutte con quell'insopportabile sottofondo finto- cattolico-perbenista?
Si, quelle cosette mortifere che ci propinano e che su Boris venivano costantemente prese per il culo  i fondelli ?
Ecco credo che fosse il periodo di una delle Fiction più ridicole ed inutili mai trasmesse dalla RAI: Bakita, la Santa Africana
( A proposito cari vertici RAI o Mediaset, a quando Serghei, il Beato del Kazakistan ?) e il mio subconscio magari ha impostato tutto il delirio onirico sotto forma di una fiction differente.

Ad un certo punto la "Fantasmina" cominciava ad avere una simpatia per "Fratello Maggiore" nel momento in cui si rendeva conto che questi non desiderava stravolgere la struttura della Villa ma anzi la amava e desiderava farla tornare ai vecchi splendori mentre per lui era solo una ragazza un po stramba da cui si sentiva comunque attratto.

Ricordo in particolare una scena in cui "Fratello Maggiore" portava fuori la "Fantasmina" dentro un Pub, lei davanti al cameriere ordinava improbabili piatti settecenteschi nonché del vino di Creta ( no so nemmeno se esiste ) seguiva un momento collettivo di imbarazzato silenzio finché "Fratello Maggiore" non ordinava due birre e due porzioni di stuzzichini della casa.

Inutile dire che tutto finiva nel migliore dei modi, o quasi...
Fratello Minore si sposava con Restauratrice; il palazzinaro finiva in prigione mentre il tirapiedi  stanco di stare dalla parte sbagliata alla fine passava dalla parte dei fratelli finendo per diventare una sorta di loro factotum.
Qui arriviamo al quasi...
Solo Fratello Maggiore e Fantasmina non riuscivano a vivere fino in fondo la loro "storia" (beh  e vorrei vedere !!!), per non ricordo più quale motivo i fantasmi della Villa perdono la capacità di interagire con i vivi, lei rimaneva vicina a lui ma senza forma mentre lui aspettava il suo ritorno.
Il sogno si concludeva con una frase di Fratello Maggiore rivolto alla sua Fantasmina:
" Ti aspetterò per tutta la vita perché ti aspetto da quando sono nato ".
E poi mi svegliavo.

Magari un giorno potrei scriverci un racconto sopra, magari dando un ulteriore seguito a tutta la storia,  ma tanto nemmeno nei miei sogni la RAI o Mediaset realizzeranno Fiction diverse dalle solite.
Per adesso "godiamoci" la nuova Santa Barbara....Sigh! :(

Ci sarebbero altri sogni però forse è il caso che mi fermi, dopotutto dopo un post del genere perderò sicuramente quasi tutti i miei commentatori, la metà dei miei Followers si cancelleranno, gli amici fingeranno di non riconoscermi più in strada, gli scrittori non vorranno più farsi intervistare da me (già adesso, non è che sia facile...) e per concludere il tutto le statistiche future dei miei post saranno prossime allo zero.
Adesso è il vostro turno: quali sono stati i vostri sogni più strani ? Quali sogni avete voglia di raccontare?
Buon Fine Settimana nel frattempo.

Più Libri, Più Liberi !


Una frase come questa sarebbe da mettere come slogan di questo blog, anzi dovrebbe essere utilizzato dal governo  invece di pagare soldi per uno spot sulla Scuola Pubblica girato però all'interno di una scuola privata ( Sic!)
Invece la frase è utilizzata, giustamente, per la manifestazione dedicata alla piccola e media editoria che si terrà a Roma dal 5 al 9 dicembre.

 Più Libri, Più Liberi  : 400 editori, almeno 60 mila titoli e molto altro, tutto questo all'interno del Palazzo dei congressi dell' EUR.
Insomma, se siete a Roma in quei giorni fateci un salto. Troverete il meglio del mondo editoriale italiano.

L' UOMO DALLE MILLE MORTI.

Dwight Frye: l'Uomo dalle Mille Morti.
Prendiamo un attimo la macchina del tempo ed utilizziamola per fare un salto negli anni Trenta, nel rutilante mondo del Cinema di quel periodo.Molti di quelli che poi sarebbero diventati luoghi comuni all'interno del genere gotico, nacquero in quel periodo.I cosiddetti "Mostri", tanto per dirne una: i vari Dracula; Creatura di Frankenstein; Uomo Lupo e scienziati pazzi di contorno venuti fuori dalla pellicole della Universal.




Lo stesso avvenne con le grandi icone dell' Horror, nomi come Bela Lugosi; Boris Karloff e Lon Chaney Jr.
Però, gran parte del fascino delle produzioni di quel periodo, deriva dai comprimari, da coloro che chiamiamo "caratteristi" proprio per la loro capacità di rendere ottimamente un determinato lato caratteriale nella loro recitazione o a livello più squisitamente fisico- espressivo.

Dwight Frye  era uno dei più famosi, uno dei più gettonati : se Rondo Hatton a causa della sua corporatura era chiamato spesso a svolgere ruoli da sicario o da mostro, se George Zucco risultava  splendido nei suoi ruoli di villain o di grande antagonista, a Frye riuscivano ottimamente i ruoli da squilibrato...o  le morti tragiche.

Fa un certo effetto, vero?

Dwight IIliff Fry nasce a Salina nel Kansas nel 1889, la sua è una storia già raccontata centinaia di volte: i  genitori vorrebbero per il giovane figlio un lavoro "normale" ( che poi sul termine "normale" ci sarebbe tantissimo da dire) magari come impiegato, mentre Dwight prende lezioni di canto e di piano e sogna un futuro da pianista.

Come sempre sarà l'intervento di un altra persona a rimestare le carte in tavola e a scegliere quale strada dovrà intraprendere quel ragazzo del Kansas.
Siamo all'inizio degli anni venti, un esperto impresario newyorkese  di vaudeville, nota Dwight Fry e gli propone di recitare nelle sue commedie, il giovane accetta entusiasticamente, aggiunge una e finale al proprio cognome e comincia la sua nuova carriera: tante saranno le commedie interpretate e piano piano dalle commedie passerà a ruoli via via sempre più impegnativi finendo col recitare anche una versione di 6 PERSONAGGI IN CERCA DI AUTORE  di Pirandello nel 1922, in seguito Frye  avrà spesso modo di lavorare  molto con un giovane immigrato dal' Europa: un certo Bela Blasko, che però si fa anche chiamare Lugosi.

Frye,  non si dedicata però solo alla recitazione, cerca di far contenti i genitori: nel 1928 dopo essersi sposato con Laurette Bullivant, una ballerina conosciuta in teatro, tenta di far sfruttare i soldi guadagnati da lui e dalla  consorte aprendo una Sala da Te nella Grande Mela.
Inutile dire che la pesante crisi economica dell'anno successivo farà naufragare miseramente questa iniziativa, portando la giovane coppia quasi sull'orlo del lastrico.

Una foto di scena per Dracula (1931)
con Lugosi e Frye.
L'anno di svolta però è 1931, il Cinema che già gli aveva offerto qualche particina minore gli offre tre ruoli in quelli che oggi chiameremmo autentici blockbusters:  THE MALTESE FALCON;
DRACULA e FRANKENSTEIN.
Saranno però i due ruoli per i film horror prodotti dalla Universal a rivelarsi fondamentali: il Renfield interpretato da Frye conquista pubblico e critica, ci saranno anche recensori che stroncheranno il film
nel suo complesso ma tesseranno lodi per la recitazione di Dwight Frye a metà tra lo scemo del villaggio, lo psicopatico e il servo criminale.

In FRANKENSTEIN invece la leggenda vuole che Frye sia stato voluto assieme, a buona parte del cast dallo stesso regista James Whale in sostituzione di altri attori già scelti dalla produzione ( tra cui
il regista francese Robert Florey originariamente designato per dirigere il film e lo stesso Lugosi scelto in una prima fase per interpretare il "Mostro"), Frye  comunque ripaga il nuovo regista fornendo una interpretazione di Fritz, il primo dei tanti assistenti gobbi e deformi del Dottor Frankenstein , nonché una delle tanti morti violente a cui i suoi personaggi abitueranno gli spettatori.

Il dado sembra essere tratto : negli anni seguenti Dwight Frye diventerà una presenza costante dello schermo, quasi esclusivamente in film del Terrore.
Certo,  i suoi ruoli diventeranno mano a mano sempre più caricaturali, finendo per fungere spesso da intermezzo comico all'interno della pellicola, le morti dei suoi personaggi diveneteranno sempre più efferate e spettacolari,  altre volte le sue scene vengono pesantemente sforbiciate. E' il caso di THE BRIDE OF FRANKENSTEIN del 1935 in cui un intera sotto-trama con Frye , qui nel ruolo di Karl, il nuovo aiutante di Frankenstein viene quasi totalmente eliminata, fino al punto che questa parte del girato ai giorni nostri risulta perso per sempre.
O come ne IL FIGLIO DI FRANKENSTEIN, quando ad essere tagliata è l'intera interpretazione dell'artista, al punto che negli anni successivi Frye dichiarò ironicamente di essersi più volte chiesto se i produttori della Universal lo odiassero dal momento che lo facevano lavorare solo per poi potergli eliminare le  parti.

L'attore avrebbe tutto per essere felice: non solo Laurette gli dà un figlio,  ma la carriera teatrale procede abbastanza bene, al punto che Frye  si concede sempre più frequenti pause dal grande schermo.
Ed è proprio il grande schermo a rappresentare una sorta di cruccio per l'attore, col tempo l'uomo comincia a disperare che registi e produttori cinematografici possano avere il coraggio di utilizzarlo in ruoli diversi.
Il Teatro offre quindi a Frye  le soddisfazioni che l'industria cinematografica sembra riluttante ad offrirgli.

Nondimeno, quando Whale o altri registi come Fritz Lang che l'attore stima lo chiameranno Frye non rifiuterà mai un ingaggio, anche se i suoi ruoli diventeranno sempre più secondari, sempre più marginali, sempre più spesso nelle parti di gobbi deformi.

Ma il pubblico va a vedere i film del Terrore (o anche quelli di Gangsters)  del periodo anche attirato dal nome di Dwight Frye nel cartellone, nel quadro di un America che si sta faticosamente avviando  verso la  Guerra Mondiale poche sono le sicurezze per gli americani:
Una di queste è che andando a vedere un film in cui compare Dwight Frye si assisterà ad una creativa morte del personaggio da lui interpretato.
Al punto che nelle rare eccezioni come nel film THE CRIME OF DOCTOR TESPI  prodotto dalla Republic  nel 1935, quando questo non avverrà ci saranno vibranti proteste.



Ma Frye è anche un patriota, quando la guerra scoppierà veramente  deciderà di affiancare al lavoro di attore quello di disegnatore progettista per la Lockheed Aircraft Company,recuperando così le nozioni imparate negli anni di gioventù, quando i genitori sognavano per lui un futuro "sicuro" da impiegato.
Per tutto il 1943 l'artista di giorno reciterà mentre la notte progetterà aerei per lo sforzo bellico, in tutto questo farà spinto anche dai sensi di colpa per non aver potuto partecipare né al Primo né al Secondo conflitto Mondiale per motivi di salute.
Dwight, soffre infatti di problemi coronarici, sono in pochi a saperlo ed anche per questo ha sempre rifiutato ogni tipo di cura.

Il 1943 gli offre un ultimo ruolo in un film Horror.
Il film si chiama DEAD MAN WALK , un titolo a suo modo profetico.
George Zucco fornisce il ritratto di uno dei suoi ultimi grandi cattivi mentre un irriconoscibile Frye interpreta il suo ultimo servitore gobbo.
Dead Men Walk (1943)

il Zolarr interpretato da Frye,  il suo ripetere la battuta : "Padrooneee", sibilata tra i denti, decenni dopo sarà- verosimilmente- utilizzata come base interpretativa dal grande Peter " biscottino" MacNicol per il suo Renfield nella parodia  di DRACULA di Mel Brooks.

Finalmente sembra arrivare anche il primo ruolo mainstream, sempre ai fini di sostenere lo sforzo bellico ad Hollywood si cerca di produrre un film sulla vita del presidente Woodrow Wilson, grazie alla sua somiglianza fisica gli sceneggiatori pensano a Dwight Frye per interpretare il ruolo di un ex ministro.

Per l'attore è il segno che i tempi stanno cambiando, un modo per sfuggire alla frustrazione di quei ruoli che di fatto lo hanno reso una macchietta.
Ma il fisico dell' uomo è ormai seriamente compromesso. Il 7 Novembre del 1943 mentre Frye si trova in un  affollato autobus losangelino in compagnia del figlio un attacco di cuore stronca la vita dell'attore.
Dentro quell'autobus sporco ed affollato, l'uomo che al cinema era morto per finta almeno un centinaio di volte concluse definitivamente e realmente  la sua esistenza terrena.

CURIOSITA': Mentre la vita terrena di Dwight Frye termina comincia però una sorta di seconda vita, quasi una mitizzazione da parte di appassionati e cinefili. 
In tempi recenti sorgeranno perfino dei Fans Club. Poi ci sarà anche un fan particolare...
il mondo lo conoscerà col nome d'arte di Alice Cooper e comporrà una canzone dal titolo Ballad of Dwight Fry.
La canzone è diventata un classico del Rock.

La Via Italiana alla Fantascienza.

Da più parti ci si chiede come mai non parliamo abbastanza di fantastico Made in Italy.
Il problema è annoso e a dire la verità, anche abbastanza complesso.
Per quanto riguarda il cinema, ad esempio, vi rimando a QUESTO bell'articolo di Gianluca Santini, con la promessa che quanto prima ne parleremo anche su Nocturnia.

Per quanto riguarda la narrativa invece...
Beh, forse possiamo fare qualcosa già da adesso nel nostro piccolo.
Su IL FUTURO E' TORNATO, lanciamo una settimana dedicata al Fantastico Italiano.
Ecco il programma: 



Domani 27 Novembre: un post su Francesco Troccoli scritto da Salomon Xeno.

Dopodomani 28 Novembre: una bella intervista scritta sempre dal nostro Salomon Xeno effettuata proprio a Francesco Troccoli,  una nostra esclusiva.
Ne approfitto per fare pubblicamente i complimenti a Salomon \ Marco per questa sua prima intervista, anzi gli auguro di farne tante altre in seguito, dal momento che se l'è cavata alla grandissima.

il 29 Novembre invece è il turno di una mega combo-recensione de I SENZA TEMPO, il romanzo di cui abbiamo parlato recentemente QUI.
Troverete molti pareri in merito.
Attendiamo quindi anche i vostri.

Non è finita qui, però:
Il 30 Novembre  infatti presenteremo una nuova intervista inedita proprio con Alessandro Forlani, l'autore de I SENZA TEMPO.
L'intervista sarà un collettivo di redazione.
Speriamo che vi piaccia.
Domenica 02 Dicembre si conclude alla grande con la riproposizione della mia intervista con Alda Teodorani.

Vi ricordo il solito invito: non siamo un gruppo o una comunità chiusa, chiunque di voi voglia aggiungersi a noi con i suoi commenti, con le sue opinioni o magari proporsi come collaboratore è il benvenuto.
Lo so, l'ho fatto altre volte quest'invito, però repetita iuvant....:)
Possiamo contare su di voi ?

HELLBOY: LA CASA DEI MORTI VIVENTI.

1956. Hellboy si trova in Messico per indagare su un caso di vampirismo. Nella corso della missione un suo amico luchador ne fa le spese, perdendo la vita. Sconvolto dai sensi di colpa "il ragazzo dell'inferno" passa le sue giornate ad ubriacarsi e a vivere la vita del lottatore. Fino al momento in cui un gentile ma ambiguo personaggio lo invita a partecipare ad un combattimento ben particolare: Hellboy
dovrà sfidare una sorta di creatura in stile Frankenstein costruita
da un bizzarro scienziato pazzo. 
Il prezzo per un eventuale rifiuto sarebbe la morte di una ragazza,
una sconosciuta per Hellboy , ma l'essere vive già con troppi sensi di
colpa e non vuole aggiungerne altri nella sua parodia di esistenza.




La traduzione di storie legate all'universo di Hellboy sembrano essere aumentate esponenzialmente: se la saga principale del personaggio di Mike Mignola continua con le avventure a singolo del suo personaggio, la serie gemella  del B.P.R.D con le avventure collettive degli altri agenti del Bureau del Paranormale ha ormai superato in quanto a qualità la serie madre: adesso poi con la conclusione a dir poco apocalittica, della saga della Guerra contro le Rane ha dato il la ad una nuova collana - Inferno sulla Terra- con gli "eroi" costretti a confrontarsi con tutte le conseguenze del conflitto precedente.

Ecco quindi arrivare su quest'onda questo special:  LA CASA DEI MORTI VIVENTI,  un volumetto cartonato abbastanza slegato dalla continuity attuale, che riporta Hellboy al passato  inserendolo in uno scenario affascinante: il Messico e la lucha libre ( il nostro wrestilng ) degli anni cinquanta.
L'occasione è anche una scusa per ricreare l'accoppiata già vincitrice dell' Eisner Award : Mike Mignola, qui nelle vesti di semplice sceneggiatore e Richard Corben nelle vesti di disegnatore ospite.


Alle soglie dei settantadue anni, Richard Corben si dimostra forse uno dei pochi disegnatori in grado di  riuscire a rendere l'universo macabro, gotico, amaro e al tempo stesso scanzonato di Mignola, sicuramente meglio del Guy Davis di B.P.R.D.

Nonostante il suo tratto sia purtroppo lontano dall'opulenta grandiosità dei tempi in cui negli anni settanta disegnava DEN, forse uno dei migliori fumetti fanta-horror di sempre in cui le tematiche underground vengono fuse con influenze alla Lovecraft o alla Jack Vance, il disegnatore riesce comunque ad assestare ancora diverse zampate. la trama scritta da Mignola , pur essendo sicuramente godibile è quasi esclusivamente riservata per permettere a Corben di dare sfoggio alle sue arti grafiche.
Lo stesso Hellboy, ne viene fuori tratteggiato perfettamente in tutti i suoi lati caratteristici:  il sapere di essere l'arma finale delle forze distruttrici, l'averlo rifiutato per passare dalla parte della razza umana, la consapevolezza di rimanere sempre e comunque uno scherzo del destino e non ultima la profonda umanità del personaggio e i suoi sensi di colpa per la perdita degli amici.

Richard Corben.
Mignola, dal canto suo si diverte a comporre un omaggio ai film Universal degli anni quaranta, ma anche alle vecchie pellicole messicane di lottatori mascherati contro  mostri ed alieni.

Uno dei punti di forza di Mignola è  proprio questo , non si fa problemi ad utilizzare tematiche apparentemente trash, ad affrontare tutti gli stilemi gotici e le tecniche narrative dei fumetti  e poi a mescolarli e ad amalgamarli tra di loro. Lo scenario che ne fa venire fuori, oltre a fare la gioia volta per volta a tutti gli appassionati di comics e anche a tutti gli Horror fans, risulta un perfetto caleidoscopio di tutti questi elementi.

LA CASA DEI MORTI VIVENTI è un piccolo pastiche che non influisce più di tanto ai fini dell'epica  di Hellboy, e neanche è fondamentale ai fini della continuità  della serie però può rappresentare un buon viatico per chiunque non conosca ancora il personaggio di Mignola,magari una buona occasione per avvicinarsi alla saga.

HELLBOY: LA CASA DEI MORTI VIVENTI.
Edizioni Magic Press;  56 Pagine.
Cartonato. Euro 13,00.
Copyright delle Immagini: Mike Mignola & Magic Press per l'Italia.

LA LEGGENDA DELLE JANARE. - Seconda Parte.

-  PORTE E  FINESTRE.


Ci sono elementi che ritornano in tutte le versioni sulle Janare, non ultimo la loro malvagità intrinseca e la natura delle vittime.

Prima di tutto venivano gli animali, la forma di ricchezza di ogni tipo di economia rurale.
Infiniti sono i racconti contadini su cavalli prelevati nottetempo da vecchie nude e rugose, cavalcati tutta la notte e ritrovati morti la mattina dopo con le criniere intrecciate da numerose treccine impossibili da sciogliere.

Numerose sono anche le testimonianze su persone che dichiaravano di averle viste ritrovate morte o addirittura sbranate.
Torniamo per un istante ad immaginarsi cosa doveva essere la vita all'interno delle comunità contadine, immaginiamo le comunità isolate, proviamo a pensare a cosa dovesse essere la vita che si conduceva fino anche ad un secolo fa senza luce, senza istruzione, senza mezzi di comunicazione quali quelli di cui disponiamo oggi.
Oggi riusciamo a spiegare tutto in maniera razionale, possiamo ricorrere alla scienza o ai fenomeni naturali, all'azione di animali selvatici senza ricorrere alla superstizione.
Ricordiamoci però del contesto in cui i nostri antenati erano costretti a vivere.
Bastava un rumore sconosciuto, lo stormire notturno delle fronde, un sibilo improvviso ed inspiegabile per procurare le più diverse forme di paura.
E la superstizione alle volte era l'unico rifugio, l'unica risposta possibile.




La natura stessa della Janara o Ianara le permetteva - sempre secondo le leggende-  di tramutarsi in vento e di penetrare nelle abitazioni sotto le porte o dalle fessure delle finestre direttamente all'interno delle case.
In quel caso non c'era scampo.
Una strega poteva alternativamente causare aborti, procurare malformazioni ai neonati ( si diceva che li "torcessero" ) oppure ancora peggio soffocare con la forza delle loro mani o del loro corpo i malcapitati che dormivano. In tutti i casi la vittima si sentiva schiacciare, spesso non riusciva nemmeno a muoversi, figuriamoci a proferire parola, in molti casi avvertiva una presenza maligna, spesso molti avevano la sensazione di vedere una figura orribile di megera dai lunghi capelli seduta a cavalcioni sopra il proprio corpo -particolare questo  simile ad altre leggende sulle streghe chiamate Old Hag della tradizione anglosassone).

- UNA PROBABILE SPIEGAZIONE SCIENTIFICA.

Oggi la medicina parlerebbe di senso di oppressione, apnee notturne, di paralisi del sonno,  tutte cose spiegabilissime.
Anzi ,uno scienziato evidentemente dotato di un suo perverso senso dell'umorismo ha perfino coniato un termine per questo stato: Sindrome della Vecchia Strega o Sindrome della Old Hag.
La Paralisi del Sonno:  c'è uno stato che si verifica sempre nel passaggio tra la fase tra sonno profondo, sonno REM e risveglio, Durante la fase REM, quella del sogno il cervello "solitamente" è come se spegnesse del tutto la funzione dei muscoli del corpo. A volte però il cervello non spegne del tutto i sogni o la paralisi, questo crea una situazione quasi di congelamento delle sensazioni e del corpo nel dormiveglia  che ha una durata variabile da pochi secondi ad almeno un minuto.
Con conseguenti allucinazioni.
Questa sarebbe una sindrome chiamata  Sleep Paralysis. O come dicevamo prima Sindrome della Old Hag.
 Ma quei contadini cosa avevano? Su quali conoscenze, su quale logica, su quale medicina potevano contare?
Come potevano difendersi, sia pure a livello empirico o di pura e semplice superstizioni.
Semplice.  Si difendevano con le scope.

- UNA SCOPA DI SAGINA SALVERA' IL MONDO.

Per evitare che una Janara potesse entrare in casa i contadini erano soliti mettere fuori delle porte e alle finestre delle scope di sagina rovesciate o dei sacchetti di sale ( in provincia di Caserta al posto del sale veniva usata anche la sabbia ), convinzione comune era che la strega, a causa della sua stessa condizione fosse costretta a passare tutta la notte a contare i fili della scopa o, in alternativa, i grani di sale o di sabbia.
Il sopraggiungere dell'alba avrebbe poi costretto l'essere ad andar via.

Se  poi si riusciva ad afferrane una per i capelli le avrebbe fatto perdere tutti i poteri sopratutto quello di tramutarsi in vento, a quel punto chiunque fosse riuscito a farlo acquistava una sorta di immunità dal loro potere.
Ma come si diventava Janare ?

- NASCERE NEL GIORNO SBAGLIATO.

Caserta, terra di  vescovi.
Esiste una variante che si narra in questa terra, che va a chiudere questa nostra piccola narrazione.
 Secondo questa leggenda non si sceglieva di diventare Janaro, lo si nasceva.
E spesso non si sapeva nemmeno di esserlo.


Chiunque  fosse nato la notte di Natale era predestinato a diventare una di queste creature: di giorno viveva la propria vita, la notte  ci si trasformava  in una di quelle creature dai lunghi capelli bianchi.
Pronti a diventare vento. Pronti a compiere la propria missione di morte.

Le vittime poi non erano scelte a caso, ma si trattava quasi sempre di persone odiate o invidiate nella vita quotidiana: la ragazza più bella della propria figlia e in quanto tale con meno difficoltà nel trovare un marito, il vicino il cui orto risultasse più rigoglioso...o che semplicemente risultasse antipatico senza motivo.
C'era poi un modo da parte delle vittime per individuare chi fosse la Janara  che la notte precedentesi pensava avesse visitato la propria famiglia: bastava semplicemente presentarsi fuori la chiesa del paese durante l'orario della prima messa giornaliera, la persona che sarebbe uscita per ultima dalla messa sarebbe stata individuata come la strega della notte precedente, ormai totalmente dimentica dei suoi trascorsi notturni.


Questa è la storia, una piccola parte delle leggende e delle tradizioni che si raccontavano sulle Janare.
Inutile dire che il mio cuore e la mia anima di scettico non credono in queste cose, quello che mi affascina è l'aspetto folkloristico, i rapporti tra storia ufficiale e storia sotterranea.
Le Janare o Ianare sono state solo il frutto di un epoca di superstizione, dei mostri creati dall'ignoranza e dalla paura di ciò che non si conosce.
Solo che ogni epoca ha avuto i suoi mostri.
I nostri si chiamano HIV; Al Quaeda ; la bomba nucleare; le pandemie diffuse,l' inquinamento.
O più semplicemente sono i pedofili, i vari Unabomber, gli speculatori.
La domanda che mi rivolgo spesso è questa: rispetto a quei nostri antenati contadini ignoranti e superstiziosi, siamo sicuri di essere davvero più fortunati?

LA LEGGENDA DELLE JANARE.- Prima Parte.

Stasera affrontiamo un campo minato.
Stasera parliamo di Streghe.
Una sorta particolare di Streghe, le Janare o Ianare  una leggenda della mia terra, la Campania.
Stiamo parlando di una leggenda antichissima, le cui radici si perdono nella notte dei secoli, anzi se chiedete ai vecchi contadini delle zone rurali della  regione ognuno di loro quasi sicuramente vi racconterà leggende o storie capitate a qualche antenato o a qualche conoscente.
Il problema in definitiva è proprio questo : esistono tante, troppe varianti da provincia a provincia, da paesino a paesino, addirittura in alcuni casi tra famiglia e famiglia.

Le storie che si raccontano a Benevento presentano delle differenze rispetto a quelle che si raccontano ad Avellino, le  Janare della provincia di Caserta sono parzialmente diverse rispetto a quelle raccontate dalle leggende di Massalubrense nella provincia di Napoli o da quelle conosciute a Salerno.
E tutto questo spesso nasce da tradizioni orali che nascono non si sa quando precisamente, ma che sicuramente arrivano fino agli anni Sessanta \ Settanta del secolo scorso.
Anche per questi motivi un argomento come questo nel presente post in misura ancora maggiore di quanto è accaduto ad esempio nel precedente articolo sui Benandanti non potrà essere altro che una trattazione parziale, un primo accenno

Partiamo però dagli elementi comuni.
Ma cos'è precisamente una Janara ?

-- PROBABILE ETIMOLOGIA DEL TERMINE.
Benevento, terra di streghe.
Forse è qui che nasce per la prima volta l'etimologia della parola, le tradizioni contadine cominciano a parlare delle Dianarie,  le sacerdotesse di Diana. Diana la Dea della caccia , identificata con la Artemide dei greci, e anche in parte con Ecate che regnava all'inferno e la notte vagava tra le tenebre spaventando gli uomini.  Secondo altri il nome proviene da Giano, il Dio bifronte.in grado di controllare, non solo il passato e il futuro ma anche in quanto protettore delle porte di casa, controllare  chi entrava dalle medesime.  Altre teorie vorrebbero la radice nel termine latino ianua: porta.
Per l'appunto.
E la porta sarà un elemento che tornerà molto spesso in questo post.
Avellino, terra di lupi.
Qui dominava un altra figura, una figura differente, ma per certi versi sovrapponibile: la Maciara.
Colei che stende il malocchio, che "affascina", che manipola.
Insomma due nomi per definire le streghe.
Ma cosa facevano precisamente le Janare?

- LA LEGGENDA.

Come tutte le fattucchiere, anche le Janare  preparavano pozioni, inducevano  aborti, compivano malefici, partecipavano ai sabba notturni.
Ma c'era una differenza fondamentale rispetto alle altre streghe: di giorno una Janara poteva essere una persona normale, magari anche sposata, in grado di frequentare le messe domenicali.
Un insospettabile, insomma.
La notte però era un altra storia.
La notte potevano trasformarsi in vento e partecipare ai Sabba. Oppure penetrare nelle case delle persone a cui si voleva fare del male attraverso le
porte delle case.
Le porte, ricordate?
Ma prima di parlare di porte e di case invase facciamo un passo indietro e dedichiamoci ad un certo albero e a un certo santo.

- DI NOCI E DI SANTI.

VII Secolo D.C. 
L'Impero Romano è solo un pallido ricordo, l' Italia è ormai terra di conquiste .
 Tutta l' Italia;  a Benevento, ad esempio sono arrivati i   Longobardi.  Il popolo barbaro anche se ufficialmente si è convertito al cristianesimo in pratica continua a seguire i propri idoli.
In particolare, una divinità dalle fattezze di Vipera.
Il luogo scelto era un albero, un antico Noce.  La chiesa locale non poteva però accettare che tutto questo si svolgesse sotto i suoi occhi, approfittando di una delle periodiche guerre tra Longobardi e Bizantini il vescovo del periodo: San Barbato fece tagliare il Noce di Benevento.
Solo che secondo le leggende quell'albero sarebbe ricresciuto diverse volte nello stesso punto nel corso dei secoli e sempre secondo le stesse leggende quello sarebbe diventato uno dei punti preferiti dei sabba delle Janarie.
Altri ce ne erano di luoghi ancora oggi sospettati di essere luoghi di ritrovo delle streghe: a Massalubrense nella penisola Sorrentina, vi è ad esempio una località conosciuta come Prete Janche , cioè Pietre Bianche un luogo affollato da uccelli -  in passato principalmente quaglie - dove  specialmente di notte si riscontravano strani vortici d'aria e curiose urla accompagnate da apparizioni di enormi volatili dalle fogge assurde.
Ma , per quanto possa sembrare strano il fenomeno del Sabba è un evento secondario  nella trattazione.
Adesso è arrivato il momento di aprire quella famosa porta... perché questo è quello che riusciva meglio alle Janare : forzare le porte delle case, abbattere le illusorie sicurezze di protezione e minacciare le persone all'interno del loro privato.
Porte, Case, Finestre, Vento ...e il Nulla.
( Continua....)

Il Premio UNIA di NoctUrNIA.

I Meme sono uno dei guasti del nuovo secolo, l'ho sempre detto io. LOL
Peggio sono come le patatine al gusto di lime  e pepe rosa: ogni volta dichiari che sarà l'ultima volta e poi puntualmente ci ricaschi.
Ma come si fa a dire no?
Chiunque conosca in rete dichiara di odiarli, di non volerli fare eppure, credetemi, chiunque conosca in rete ci rimane male se non viene nominato almeno una volta.
E io non faccio eccezione.

Tutti noi alla fine ci divertiamo molto nel partecipare a queste cosucce, tutti noi abbiamo il nostro ego solleticato dall'idea di poter parlare del nostro argomento preferito: noi stessi.
Per quanto possiamo negare, per quanto possiamo motivare, alla fine è così.
E io non faccio eccezione.

In più spesso e volentieri, una bella nomina, un nuovo Meme, rappresenta l'occasione di sfuggire alla carenza d'idee per nuovi post, un modo per "vincere facile" , se vogliamo metterla così.
E io non faccio eccezione.

In questo caso,l'occasione è doppiamente ghiotta perché non solo Il Premio UNIA, è dedicato ai libri e alla lettura ma perchè posso vantare ben due nomination: il buon Paolo di VITE DI CARTA e il Gianluca Santini  dell'altrettanto fondamentale NELLA MENTE DI REDRUM.
Ringraziando entrambi per  la rottura di scatole   il pensiero gentile che tanto prima o poi mi vendicherò mi hanno fatto  piacere direi che possiamo cominciare con le domande...
(Sto scherzando boyz! E' sempre un divertimento partecipare a questi giochini, anzi grazie sul serio.)



- Qual è il primo libro che hai letto in assoluto?
Bella domanda! In realtà io ho cominciato da piccolissimo a leggere fumetti di Topolino, Geppo  e tanti altri. Sin da quando ho memoria  mi lasciavano con i giornaletti a guardare le figure così stavo tranquillo. In realtà il primo vero libro che potrei aver letto potrebbe essere il Pinocchio  di Collodi, l'edizione che avevamo era illustrata da Jacovitti ed ogni pagina era una sorpresa, da ogni figura sbucava fuori un rutilante mondo di forme, colori ed invenzioni.  Insomma chi non conosce Jacovitti dovrebbe andarsi a ricercare le sue illustrazioni e i suoi fumetti.
In seguito sono passato ai soliti libri: L'Isola del Tesoro; Verne; Salgari; London e gli altri classici.
Insomma, non vedo l'ora un domani dovessi avere un figlio di potergli far conoscere tutte queste meraviglie.
Magari a lui o a lei non gliene fregherà niente, però questo è un altro discorso...

Hai mai fatto un sogno ispirato a un libro che hai letto? Se sì, racconta.
Veramente no! Non mi è mai capitato. In realtà mi è capitato di sognare singoli personaggi di film o di libri magari mescolati tra loro, per farci capire cose del tipo Cristoforo Colombo che fa rapire Elena di Troia da Robin Hood, il tutto durante una Zombi Outbreak  (gli Zombi ci sono sempre, mi conciliano il sonno...)
Poi la mattina dopo mi sveglio sempre stanco.
E ho sempre voglia di ammazzare Cristoforo Colombo, magari facendolo mangiare dagli Zombi...^    ^

-  Qual è la prima cosa che ti colpisce in un libro? La copertina, la trama o il titolo?
In linea di massima sono due le cose: l'autore e  la copertina, anche se ci sarebbe da dire che le copertine italiane salvo alcune eccezioni come quelle disegnate dai ragazzi di Diramazioni per la XII quelle di Brambilla per Urania e quelle di Alexa Cesaroni per Della Vigna, e pochi altri, le copertine italiane spesso o sono anonime o veramente brutte ultimamente però arrivo in libreria già sapendo quello che vorrei comprare, quindi diciamo che è una combinazione di elementi che mi convince ogni volta a comprare un libro.

Ti è mai capitato di piangere per la morte di un personaggio?
Si, mi è capitato, non ultimamente però ma quando ero più giovane sicuramente si. Di solito piangevo quando a morire era un bambino o un animale, mi è capitato ad esempio per la morte di un personaggio minore (molto minore ) in THE LAST AND SECRET SHOW di Clive Barker, tradotto da noi con l'orrido titolo di APOCALYPSE, che muore mentre cerca di liberare dalle gabbie gli animali rimasti prigionieri nel suo negozio.
Ultimamente mi capita un altra cosa, cioè di empatizzare con un determinato personaggio o con un determinato brano durante la lettura di un libro.
O purtroppo di incazzarmi di brutto rimanere alquanto deluso vedendo quanto è scritto male un determinato libro.
Purtroppo questa è una cosa che capita sempre più spesso ultimamente.

- Qual è il tuo genere preferito?
C'è bisogno di dirlo?
L' Horror e la Fantascienza. Il Fantasy l'ho abbandonato ai tempi del primo SHANNARA, certo datemi LA LEGIONE PERDUTA di Turtledove, datemi l 'Heroric Fantasy alla Howard o alla Leiber e mi fate contento però Elfi, Spade Incantate e roba simil celtica non fa per me.
In realtà leggo di tutto, da Kundera a Banana Yoshimoto però mi piace giocare il ruolo del Nerd senza speranza.
E poi per motivi che spiegherò in un altro post mi piacerebbe riuscire un giorno a creare una collezione che comprenda quanto più possibile tra fumetti, cartoon, libri e film ad argomento fantastico.
Tutti hanno i loro pallini io ho questo in particolare.

- Hai mai incontrato uno scrittore?
Si, mi è capitato. Anni fa ad una Napoli Comicon incontrai Valerio Evangelisti.
A parte questo, a parte gli incontri dal vero, devo dire che grazie al web ne ho conosciuti diversi in rete, ma non credo che sia a questo che si riferiva la domanda.

- Posta un immagine che rappresenta cosa significa per te la lettura.
Vediamo un poco...ecco direi che è questa:


"Naufragar m'è dolce in questo mare..."

 Adesso dovrei nominare altre sette vittime   fortunate persone prescelte, diciamo che la tentazione di rinominare i due che mi hanno taggato sarebbe fortissima giusto per vendetta   divertimento, come pure l'idea di nominare sette volte sempre e solo l'amico Eddy  di DIREZIONE ERRATA così giusto per bastardagine  amicizia. ^___^
Ragazzi, scherzo! Vi stimo fratelli, a tutti e tre ! :)
Ma sarebbe troppo una carognata anche per me, quindi fermo il Meme, non nomino nessuno e lascio la partecipazione libera a chiunque voglia farlo.
E' stato divertente.

I SENZA TEMPO .




"Non è che sia successo: succede; non è che io fossi lì: loro sono quì.
Io per una volta ho guardato. Non so che cosa siano: senza tempo, hanno detto, se lo erano non sono più umani.
Hanno il potere di farci credere ciò che vogliono, ci sprofondano nel passato, ci derubano del presente, ci hanno tolto il futuro.
Ci impongono il loro delirio disturbato, senile.
Non so come ci riescano: lo fanno."

Dal monologo di Clara a pagina 94.








Difficile credere che il romanzo I SENZA TEMPO sia lungo nemmeno cento pagine, certo possiamo aggiungere un altra cinquantina contenenti alcuni racconti di appendice, però il romanzo in sé stesso è minuscolo.
E qui arriva la prima sorpresa.
Una sorpresa positiva, che smentisce in pieno tutti le teorie sul fatto che un libro oggi per comunicare qualcosa debba per forza assumere le dimensioni di un piccolo Mammuth;  ne I SENZA TEMPO non solo c'è una trama appassionante e leggibile ma anche un potente  sotto-testo e un ancor più fondamentale  meta-testo.

I SENZA TEMPO con la scusa di offrirci un romanzo  posto a metà tra l' Horror e la Fantascienza ci presenta una crudele metafora della situazione italiana; tutto comincia ai giorni nostri con il risveglio di una misteriosa creatura: Monostatos.
Monostatos  ci viene descritto come un minaccioso vecchio, un eterno negromante che tra le altre cose ha anche il potere di portare  sopra le cose una, nemmeno troppo, sottile patina di passato.
Ma l'essere è anche un cannibale, che per potersi mantenere nel suo stato d'immortale è costretto a mangiare carne di bambino.
In più sembra che la cosa gli piaccia.

Alessandro Forlani.

Ed è a questo punto che comincia tutta la sarabanda. perché il negromante si risveglia proprio all'interno di una scuola e gli eventi che ne seguiranno influenzeranno le vite di un pugno di persone.
C'è il bidello Stefano, c'è una ragazzina di Nausicaa, che da quel giorno sceglierà di farsi chiamare Nauzika, c'è il piccolo nerd Daniele, c'è la  reporter  di primo pelo Clara, che quel giorno vedrà segnata indelebilmente la sua carriera...e poi c'è il "biondo" o se preferite Rommel, l'ucraino un piccolo disadattato, quasi alle soglie dell'autismo.
Teniamoli presenti tutti quanti, un piccolo gruppo di figure borderline, teniamoli da conto, dal momento che l'autore Alessandro Forlani si rivela un maestro nel tratteggiare queste figure di disadattati; in particolare quelle femminili.
Le donne di Forlani sono spesso figure a tutto tondo, capaci di grandi gesti di coraggio o di umanità ma anche di  infiniti abissi di abiezione, però ricordiamoci anche di questo elemento: nell'universo Forlaniano è la donna che porta su di sé i destini del mondo.
Più defilati, meno completi, meno risolutivi i personaggi maschili: tutti meno uno, quello all'apparenza più folle di tutti, in grado di opporsi al potere del male proprio grazie alla sua natura di "diverso".



Superata la fase iniziale, Forlani segue i destini delle sue creature nel futuro: prima nel 2024 e poi verso l'epilogo della vicenda nel 2036 in un Italia sempre più povera, sempre più istupidita e dove la tecnologia funziona sempre meno. Un mondo in cui Monostatos non è certo il solo "Senza Tempo", dove annidati nelle posizioni che contano, tra le pieghe del potere ci sono altri come lui.
Molti altri.
Difficile non scorgere una satira, una critica al sistema di potere a stampo gerontocratico della società italiana, difficile non cogliere i riferimenti alla cronaca di tutti i giorni. Ancora più difficile non scorgere la metafora che I SENZA TEMPO fa della difficile situazione  giovanile alle prese con un paese svuotato di tutte le ricchezze e di ogni promessa di futuro dalla rapacità delle oligarchie di potere.
Forse sono io che sbaglio, probabilmente questa è solo una mia chiave di lettura, ma è comunque la lettura che ne do io.

Vorrei porre l'accento anche sul linguaggio utilizzato da Forlani nel suo romanzo: un linguaggio forbito, forse demodé ma in questo caso stilisticamente adatto sia nella sintassi che nel lessico.
Ne I SENZA TEMPO ho visto usare espressioni  ad esempio come "Cachinni" che era dai tempi di Lovecraft o di Clark Ashton Smith che non vedevo più usare.o stesso termine Negromanzia è da parecchio che è poco utilizzitato. L
E questa è la seconda sorpresa positiva: un inversione di tendenza contro l'imbarbarimento e la semplificazione della lingua italiana, un esplorazione delle sue ricchezze espressive.

C'è un particolare che ha un poco sminuito il mio entusiasmo, però è cioè il vedere alcuni personaggi introdotti e poi non sviluppati fino alla fine anzi lasciati un po a sè stanti, penso ad esempio agli amici di Rommel messi quasi su un binario morto della narrazione.
Questo però rappresenta l'unica pecca del romanzo breve.
Per il resto gli appassionati di manga, anime, film o fumetti di genere troveranno infiniti riferimenti, infinite citazioni che daranno ulteriore gusto alla lettura, chi bazzica la rete troverà un inside joke proprio nel racconto finale tra quelli scritti da Forlani a compendio del suo romanzo.
Il racconto si chiama ALL'INFERNO, SAVOIA e ci sono personaggi chiamati casualmente: Mana; Siena; Greco; Gianola; Benuzzi;Santini e Girola.
Vi ricordano qualcuno?

NOTE TECNICHE: I SENZA TEMPO ha fatto incetta di premi, oltre all'ultima edizione del Premio Urania ha conquistato anche il Premio Kipple. Urania come sappiamo ha pubblicato il romanzo e i cinque racconti scritti da Forlani nel numero 1588 in edicola questo mese di Novembre. A completare il tutto sono presenti altri due racconti: LO SCAMBIATORE di Marco Migliori vincitore del Premio Stella Doppia e SUBURBI@ DRIVE di Dario Tonani.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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