DARK SHADOWS: IL FILM ( 2012).


1760. Le cose sembrano procedere nel migliore dei modi per la famiglia Collins. da semplici borghesi quali erano in Inghilterra, dopo essersi stabiliti nel Maine sono praticamente diventati dei veri e propri feudatari locali: una vera e propria città, Collinsport è cresciuta attorno all'industria ittica della famiglia al punto che Barnabas l'unico erede del patrimonio familiare può guardare con fiducia al futuro dall'alto di Collinswood, la magione di famiglia.
Barnabas, eccessivamente sicuro di sè, compie l'errore di rifiutare l'amore della cameriera Angelique Bouchard. Angelique però è una strega e per punire il giovane non solo lo trasforma in Vampiro, ma gli scatena contro la rabbia dei superstiziosi abitanti di Collinsport che lo seppelliscono vivo.
1972. Il mondo è cambiato: la guerra in Vietnam divide le coscienza, per le strade americane viaggia una nuova generazione di pacifisti, la stessa famiglia Collins ormai è in piena decadenza perseguitati dalla praticamente immortale Angelique.
La vita continua, però, a Collinsport arriva Victoria Winters la nuova governante.
Anche Victoria però ha dei segreti, un passato da cui fuggire.
Contemporaneamente dopo quasi duecento anni Barnabas sfugge alla sua prigionia con l'unico scopo di ritrovare i suoi discendenti.
Se è vero che ogni famiglia ha i suoi mostri, i Collins scopriranno presto di averne fin troppi al loro interno.


Quando il 2 aprile 1971 la ABC mandò in onda l'ultima puntata di Dark Shadows molti furono coloro che piansero per la conclusione della storia.
Tra le loro file comparivano alcune persone che in seguito avrebbero percorso la carriera artistica: i futuri registi  Quentin Tarantino e Tim Burton e i futuri attori Johnny Depp e Michelle Pfeiffer.
Tre di queste quattro persone a distanza di quasi trentacinque anni sarebbero stati coinvolti nel remake.
Ora, come sa bene chi  segue le mie scadenti elucubrazioni , non ho una gran concezione dei remake.
Li considero, salvo alcune rare e lodevoli eccezioni ( qualcuno ha urlato Galactica, per caso?) al massimo una maniera furbetta per aggirare la mancanza di idee degli sceneggiatori, una mancanza di coraggio da parte degli investitori e dei produttori , nonché un ennesimo modo di lucrare sopra la passione degli appassionati.
Il film di Dark Shadows  pur essendo parzialmente un eccezione a questa regola, può definirsi riuscito solo a metà.
Il Barnabas Collins di Johnny Depp:
pronto a mordere in faccia il nuovo millennio!

Tim Burton, indubbiamente può definirsi un regista geniale con una visione molto da fiaba dark, un visionario con una capacità tecnica superiore alla media, però c'è anche da dire  molto spesso rimane prigioniero di quella stessa visione.
A differenza, ad esempio di un Guillermo del Toro che evolve di film in film lutilizzando la propria poetica per raccontare il mondo reale attraverso quello delle fiabe, Burton pare rimanere sempre allo stesso livello nel tentativo di ricreare l'universo infantile con cui è cresciuto; contrariamente ad un Joss Whedon che utilizza le sue passioni, le sue fissazioni da geek troppo cresciuto per attualizzarle ,  Burton  pare volersi coscientemente farsi schiavizzare da esse.
In questa considerazione sta, a parere di chi scrive la cifra stilistica della maggior parte dei suoi film.
Intendiamoci, stiamo comunque parlando di uno dei miei registi preferiti, e bisogna anche aggiungere che in quasi tutto quello che fa, Tim Burton riesce quasi sempre in maniera eccelsa.
E' quel "quasi" che mi rode.
Perchè  quel "quasi", ripeto, si nota molto in Dark Shadows.
Bella Heathcote: la nuova Victoria Winters....e non solo !

Si giocava contro il fatto di dover cercare di condensare in poco meno di due ore gli avvenimenti e le trame di almeno cinque anni di programmazione giornaliere, in più la sceneggiatura dello scrittore Seth Grahame Smith (si. Proprio lui, quello di Orgoglio e Pregiudizio e Zombi ) non ha aiutato molto.
Il film inoltre doveva già essere prodotto nel  2007,  i giochi sembravano fatti quando il sacrosanto sciopero degli sceneggiatori negli States bloccò questo come altri progetti.   

Veniamo adesso proprio all'aspetto narrativo; il film sembra diviso quasi in due parti: una parte introduttiva quella che descrive il passato di Barnabas Collins, l'arrivo in treno di Vicki (esattamente come cominciava anche la Soap)  sarà lei il personaggio che introdurrà noi spettatori nell' immaginario delle "Ombre Oscure"quale ideale punto di contatto anche con il mondo esterno;  ecco tutta questa parte almeno fino alla fortuita liberazione dell'ormai vampirizzato Barnabas è estremamente classica, estremamente gotica.
Poi si vira decisamente verso il camp, verso l'ironico, verso la commedia. 
Magari è solo una mia sensazione, forse ora come ora lo sguardo camp sarà l'unico possibile per poter rendere credibile un film o un racconto a tema gotico, magari sbaglio e a questo punto m'interesserebbe conoscere il vostro parere.
Altra cosa che mi ha lasciato perplesso: durante tutta la prima parte di Dark Shadows vengono seminati indizi, lanciati accenni sul passato di questo o quel comprimario, spesso solo per lasciarli immediatamente cadere del dimenticatoio. Penso ad esempio alla figura del piccolo David Collins e alle sue visioni della madre morta.
Certo anche in questo caso c'era da tenere conto della Soap, e di "comprimere" il più possibile gli avvenimenti, questo però non evita in alcuni momenti l'effetto straniamento.


Quello che però funziona è l'ambientazione generale, la ricostruzione degli anni settanta ( l'azione si svolge nel 1972, scelta non casuale credo, magari un altra strizzata d'occhio con avvertimento ai  fan storici, dal momento che nel vero 1972  le vicissitudini televisive della famiglia Collins si erano già concluse da un anno quasi come se Burton e Grahame- Smith volessero giocarci sopra e contemporaneamente avvertire che la "loro" Dark Shadows  si sarebbe presa alcune libertà rispetto a quella originale), il clima di quel periodo con il Vietnam, i Figli dei Fiori, i film e le canzoni allora in voga.

Alcune scelte compiute in fase di costruzione dei personaggi sono anche giuste: indovinata è stata la scelta di unificare le figure di Maggie Evans e di Victoria Winters in un unico personaggio, corretto è stata l'esclusione dal film di altri personaggi comparsi nella  Soap, come il Professor Stokes ( vi rimando ancora al mio POST PRECEDENTE )

Funziona anche, in parte, il Cast: se Johnny Depp, ormai vero e proprio attore feticcio del regista californiano, risulta azzeccatissimo nel ruolo dell'immortale che fa fatica ad ambientarsi in una realtà che non è la sua (bellissima a questo proposito la scena in cui Barnabas crede che il cantante Alice Cooper sia in realtà solo una donna particolarmente brutta), se la  francesina Eva Green nel ruolo della strega Angelique rimane sempre un gran bel vedere e ci regala una bellissima caratterizzazione, anche Helena Bonham Carter ( la moglie del regista con un sofisticato passato da attrice impegnata ) rende bene il ruolo dell'alcolizzata ed allucinata Dottoressa Hoffman e dal canto suo la veterana Michelle Pfeiffer  compie senza sforzo il suo dovere di matriarca,  le note dolenti giungono quando si deve analizzare il resto del cast.
Praticamente relegati in ruoli di contorno, spesso utilizzati in maniera frettolosa, non sempre valorizzati in maniera ottimale.

Eva Green: pericoloso rifiutarla.

La stessa Bella Heathcote  l'interprete di Vicki rimane spesso sullo sfondo e francamente piange un po il cuore vedere impiegato così poco un caratterista del calibro di Jackie Earle Haley  ( già Freddy Krueger nell'orrido remake di Nightmare ), il suo Willie Loomis il più delle volte risulta poco più di una macchietta.
Aldilà di questi particolari, il film rimane comunque pregno dei pregi tipici della filmografia burtoniana, un n uovo tassello della poetica del diverso tanto cara al regista.
In un certo senso, sia Barnabas sia Angelique sono solo dei  freaks, dei disadattati che cercano di sopravvivere aggrappandosi a tutto quello che gli rimane per poter andare avanti: Barnabas ai legami familari e alla ricerca del suo amore passato, Angelique al suo distorto e malato amore.
Due facce della stessa medaglia, l' eterno dualismo tra eros e tanathos che alla fine finisce per escludere il resto del mondo.
Burton dà il meglio di sè in queste descrizioni, nel disegnare queste figure borderline  e questi mondi da fiaba malata.
In alcuni momenti se n'è ricordato anche in questo Dark Shadows e questo mi basta.

Il passaggio di consegne tra Frid e Depp.
Accanto a Frid, altri tre interpreti del Dark Shadows originale:
Lara Parker; David Selby e Kathryn Leigh Scott.

LA SOLITA CURIOSITA' FINALE:  una delle cose più piacevoli in pellicole come queste, specialmente conoscendo l'amore di Tim Burton nei confronti del Cinema del Terrore è la presenza di numerose guest star. Apre le danze l'icona dell' horror Christopher Lee , uno di quelli che ha fatto la storia del cinema mondiale ( e in un film che parla di vampiri, poi direi che è il massimo ),  altro piacevole intermezzo avviene grazie al cantante Alice Cooper nel ruolo di sé stesso.  Altro storico fan della Soap Opera, la presenza di Cooper si giustifica anche perché a conti fatti si tratta di una delle poche star della musica dei tempi in cui la ABC  la mandava in onda  che sia ancora in circolazione ai giorni nostri.
C'è però una scena, che è sfuggita a molti, una scena breve e minuscola ma che segue una tradizione non scritta, quella che vuole che in ogni remake debba apparire almeno uno degli interpreti della versione originale.
In questo caso ne compaiono ben quattro.
Tra questi anche un Jonathan Frid vecchio e stanco in quella che può essere considerata la sua ultima interpretazione.
Pochi mesi dopo aver registrato quella scena Frid è scomparso.
A modo suo ha raggiunto una sorta di immortalità.

24 commenti:

Temistocle Gravina ha detto...

Come sai questo non è il mio genere, e poi Tim Burton non lo sopporto (ma ho visto solo due mezzi film) ma ho letto ugualmente la tua bella recensione. Unico neo: ho gli occhi che ancora ballano con quella scrittura bianca su tutto quel nero e quel blu sotto le foto! roba da incubo!

Davide Mana ha detto...

Io non credo che camp, ironia e farsaccia siano gli unici moduli attraverso i quali affrontare il gotico.
Il gotico - come gran parte del fantastico e della fantascienza - richiede dedizione assoluta da parte dell'autore.
Non ci si può permettere alcuna caduta, alcuno sbandamento - nero è il tema, nero lo svolgimento, neri i personaggi, nera la risoluzione.
Se già una simile coerenza è difficile, vendere questa coerenza al pubblico è ancora più difficile.
Ci si può riuscire, io ne sono convinto, ma costa, in termini di impegno e di visione artistica.
Buttarla in farsa, creare volontariamente un meccanismo rotto per evitare che il meccanismo si rompa accidentalmente, è una comoda scorciatoia.
Ma non credo sia l'unica possibilità rimasta.

Fra Moretta ha detto...

Concordo con Davide nel ritenere che la farsa non sia e non debba essere l'unico modo per rappresentare l'horror gotico al giorno d'oggi. Anche perchè cercando in altri campi esistono esempi di horror gotico seri come ad esempio i fumetti della casa editrice Monsterverse in particolare il loro tributo ai film della Hammer Flesh and Blood.Ovviamente non è un impresa facile ma nemmeno impossibile.

Nick Parisi. ha detto...

Salve a tutti!
Sono appena tornato dal lavoro :)
Adesso, ecco qualche risposta:
@ TIM.
Per farmi perdonare a Natale ti regalo un libro.

Nick Parisi. ha detto...

@ Davide.
Nemmeno io credo che buttarla sul camp o sulla farsa sia l'unica maniera per poter affrontare un film gotico. Credo che quella di Burton, pur apprezzandolo molto per altre cose che ha fatto, in questo caso abbia voluto scegliere la scappatoia, la via più facile.

Nick Parisi. ha detto...

@ Fra.
Concordo!
Anche perché rimanendo in campo Hammer, basta ricordare il film "Woman in Black", un vero film gotico senza alcun tipo di ironia.

Lucrezia Simmons ha detto...

Infatti ho adorato Woman in Black.

Tim Burton lo guardo sempre, perchè ammiro le sue visioni. Quello che non mi piace di lui e che mi mette una sorta di malinconia è proprio questo suo buttare tutto a metà tra il gotico e il ridicolo.
Un po' come mangiare la salsa di gamberetti, nè dolce nè salato, un mix di entrambi.
Io preferisco il gotico e basta.
E Burton HA TUTTI GLI ELEMENTI per poterlo fare. Non ha bisogno come giustamente dice Davide di insistere inzuppando qua e là l'horror nel comico.
Non serve.

Il film nel complesso è divertente, così come l'ambientazione nei gloriosi seventies.

Non sapevo assolutamente che fosse una serie televisiva !!!!

Anonimo ha detto...

Non sapendo nulla della serie quando ho visto questo film, nel complesso l'ho trovato piacevole ma è come se mi avesse lasciata insoddisfatta , in poche parole mi aspettavo di più...

Con Woman in Black , stessa cosa, sarà che trailer e recensioni mi portano a crearmi troppe aspettative e poi resto delusa...

angie ginev ha detto...

Bellissimo come tu lo racconti.....
Un abbraccio
Angie

Melinda ha detto...

Da ignorante non sapevo fosse un remake :S
Comunque con tutta l'ammirazione che ho per Burton e Depp...io durante la visione mi sono addormentata :P
Bella recensione Nick, dettagliata e precisa, complimenti!

Nick Parisi. ha detto...

@ Lady Simmons.
A vedere i film di Tim Burton spesso mi viene la sensazione come di un bambinone troppo cresciuto che conserva i soldatini con cui giocava quando era piccolo però per non "sfigurare" di tanto in tanto brucia uno di questi soldatini.
Questa è l'idea che mi da Tim Burton.
Ebbene si, Dark Shadows era una serie degli anni sessanta, durata per ben cinque anni.
Su You Tube dovresti trovare diverse scene.

Nick Parisi. ha detto...

@ Misia.
Si anche a me ha lasciato abbastanza insoddisfatto. Certo indubbiamente Dark Shadows è superiore alla media del ciarpame che circola ultimamente, ma mi sembra inferiore alla maggior parte dei film dello stesso Tim Burton.
Riguardo ai trailer, che dire?
Sopratutto quelli italiani ultimamente sono fatti malissimo e spesso ti spoilerano tutta la trama.

Nick Parisi. ha detto...

@ Angie.
E pensa che ho dovuto scrivere questo post in tre giorni diversi nei ritagli di tempo del lavoro.
Ti abbraccio amica mia.

Nick Parisi. ha detto...

@ Melinda.
Si è un remake, certo molti non lo sapevano perché era il rifacimento di una serie vecchissima.
Addirittura addormentata? :P
Dovevi essere veramente molto delusa da questo film. Lol

Melinda ha detto...

O forse ero solo tanto stanca :P

Nick Parisi. ha detto...

@ Melinda.
...E magari il film ti ha dato il colpo di grazia. :P

Boh non so mah ha detto...

Eppure a me questo darkettino scialbino non mi piace. Non mi è piaciuto ne alice, ne sweeny, ne la fabbrica. Secondo me tim si è perso dopo il meraviglioso big fish.
IMHO naturalmente, prima che qualcuno mi fracassi la tastiera ;)
Queste ambientazioni hanno funzionato benissimo fino a beetlejuice, ma poi mi hanno svangato i maroni...

Se vuoi una revisione particolare (non dark) delle fiabe, prova a dare un occhio alla serie Once upon a time. Sceneggiatura da urlo. Finché reggerà... :)

Iguana Jo ha detto...

# Eddy: secondo me Burton s'è perso ben prima, e Big Fish è l'eccezione che conferma la regola.

"Queste ambientazioni hanno funzionato benissimo fino a beetlejuice, ma poi mi hanno svangato i maroni"

Quoto e ovaziono stando! ;-)

Temistocle Gravina ha detto...

@ Nick: allora commenterò ogni post fino a natale e mi lamenterò ogni volta!

Hell Nuki ha detto...

Is it good? Because I don't watch it yet...!

Nick Parisi. ha detto...

@ Eddy.
Personalmente credo che Burton sia in piena fase discendente (ovvio che spero di sbagliarmi), il suo meglio lo ha dato fino a "Sleepy Hollow", poi si è lentamente perso per la strada.
Gli riconosco almeno un capolavoro, cioè" Ed Wood" poi come scrivevo prima si comporta come se non ci credesse più nemmeno lui.
Conosco "Once Upon a Time" e mi sta piacendo.

Nick Parisi. ha detto...

@ Iguana.
Massì, facciamo una bella Ola tutti quanti assieme.

Nick Parisi. ha detto...

@ TIM.
Non te ne approfittare troppo. Lol :)

Nick Parisi. ha detto...

@ Fainting
The film is pleasant until mid plot more or less.
Then after almost becomes a comedy-

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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