LE STAGIONI DEL COMMISSARIO RICCIARDI - IL SENSO DEL DOLORE (2017)

Luigi Ricciardi è un poliziotto,un commissario per la precisione. Uno di quelli bravi, uno che pensa solo a fare il suo lavoro senza lasciarsi condizionare dalla politica, senza guardare in faccia nessuno.
Cosa non facile nel' Italia fascista dei primi anni '30s.
I suoi colleghi della Regia Polizia di Napoli lo tengono a distanza, i fascisti al potere lo guardano con sospetto perché non è uno di loro mentre i suoi superiori si prendono sempre immancabilmente il merito per i successi raggiunti da Ricciardi stesso.
Una delle poche eccezioni è rappresentata da Maione, l'anziano brigadiere che segue Ricciardi come un' ombra, anni prima il commissario ha aiutato il brigadiere a trovare l'assassino del figlio e gli ha riferito le sue ultime parole, così adesso i due sono inseparabili
L'altra eccezione è rappresentata dal medico legale, il dottor Modo, un anziano antifascista.
Però Luigi Alfredo Ricciardi di Malomonte è un solitario nato, non perché sia di sangue nobile ma perché sin da piccolo è vittima di quello che lui chiama "il fatto". Il Commissario infatti riesce a percepire le ultime parole e le sensazioni finali delle vittime di morte violenta, cosa che se da un lato rende l'uomo un ottimo indagatore dall'altro finisce per allontanarlo da quasi ogni forma di contatto con gli altri esseri umani.
Così, quando nel gelido 1931 arriva una chiamata dal Teatro San Carlo che annuncia l'omicidio di un famoso tenore, amico personale del Duce non c'è nessun dubbio su chi dovrà seguire l'inchiesta.



Non c'è alcun dubbio che la Bonelli stia compiendo diversi passi per diversificare le sue produzioni e per andare oltre i suoi format abituali. Certo, si è trattato all'inizio di piccoli passi -cose che per altri editori sarebbero state quasi scontate- come le miniserie (o comunque serie limitate) a partire da Brad Barron nel 2005, il colore prima su Orfani e adesso su Mercurio Loi; la tricromia su altre (Morgan Lost), i generi (la xenofiction di UT), le versioni doppie o quelle variant Perfino il formato diverso che va oltre i canoni "bonelliani" (sempre Morgan Lost stavolta con la recentissima nuova stagione delle Dark Novels)
E adesso si gioca la carta delle Graphic Novels, diversificando ulteriormente le produzioni.
A volte si è trattato di scelte convinte, altre volte sono state obbligate dalle sempre più veloci trasformazioni del mercato.
Però è un dato di fatto che la Bonelli non sia più quella casa editrice monolitica (semmai lo sia davvero mai davvero stata) che un po tutti ci eravamo ormai abituati a considerare
E forse a dare per scontata.


Certo, ricordiamoci che stiamo parlando di una casa editrice che dei fumetti ha fatto la sua stessa ragione di esistenza, che se ne occupa da decenni e che ha creato personaggi che (r)esistono in edicola da sempre incuranti di crisi e quant'altro. La Bonelli ha sempre fatto fumetti "popolari", che poi così "popolari" non sono, che in certi casi sono stati superiori (pensiamo a molti dei primi episodi di Dylan Dog) a tanto strombazzato "fumetto d'autore".
Ma oggi come oggi ha ancora senso fare questa distinzione?
Direi di no.
Visto che quello che conta è che l'editore milanese ha sempre prodotto buoni fumetti "tout court"ponendo la stessa attenzione sia sull'aspetto delle sceneggiature sia su quello più prettamente grafico che è quello dei disegni.
In questo caso, con questa graphic novel si sceglie, forse per la prima volta, di rendere a fumetti un personaggio della narrativa, un qualcosa già creato da altri.
E non per la Bonelli


Il commissario Ricciardi è infatti frutto della fantasia dello scrittore napoletano Maurizio De Giovanni che lo ha reso protagonista di molti romanzi gialli, a partire proprio da quel Le Lacrime del Pagliaccio ( del 2005/06) poi ripubblicato da Fandango col titolo definitivo de Il Senso del Dolore. De Giovanni mette in scena nella Napoli del 1931, la descrizione di città vitale ma ricca di contraddizioni, un luogo vitale ma diviso tra la sua anima popolare ed ambienti signorili quali il San Carlo e il Caffè Gambrinus, ma che nonostante tutto riesce a far convivere queste due facce in una sorta di equilibrio interno. L'elemento esterno, quello che risulta dirompente all'interno di questo equilibrio è proprio la figura del suo poliziotto, un elemento condannato alla solitudine a causa della propria diversità.
Il "fatto", la maledizione che costringe Ricciardi a rivedere in continuazione gli ultimi istanti di vita delle vittime di morte violenta e a riascoltare le loro ultime parole fa si che l'uomo scelga di allontanarsi quasi dal consesso umano, a centellinare i propri rapporti sociali ,spesso solo se costretto a farlo.
Compagne delle sue giornate sono le strade della città, nella quale non è nato essendo lui cilentano ma che dimostra di amare tantissimo, ma non le persone che animano quelle stesse strade.
E' una figura dolente, quasi rassegnata, ma non sconfitta dalla vita, una figura che si può solo seguire senza interferire come fanno ognuno a modo loro, il brigadiere Maione (l' unico collega che lo stimi), il brillante e sempre allegro medico della scientifica Dottor Modo ( praticamente l'opposto di Ricciardi in quanto a filosofia di vita) o la sua vecchia cameriera Rosa. Oppure amare da lontano come fa la giovane vicina innamorata del nostro ma che con lui non ha mai scambiato nemmeno una parola.
Di più non si può fare, di più non risulta possibile.

Le Stagioni del Commissario Ricciardi -Il Senso del Dolore è quindi la novellizzazione di quel primo romanzo, per farlo la Bonelli si affida a due suoi collaboratori di lungo corso, entrambi partenopei, entrambi estremamente a loro agio con le atmosfere sia dei generi trattati sia della città in cui la storia è ambientata.


Il primo, lo sceneggiatore Claudio Falco è autore di diverse storie per Dampyr, il secondo, l'artista Daniele Bigliardo è disegnatore di lungo corso per la testata di Dylan Dog.
Falco si dimostra bravo nel descrivere la continua sottile carica di malinconia che attraversa tutta la vicenda, sonda bene gli animi dei personaggi facendone venir fuori vizi e virtù senza scadere mai nel manierismo. Dal canto suo Bigliardo ricostruisce intere scenografie cittadine, ma anche psicologiche.
Nel farlo privilegia volti sofferenti, si sofferma sulla mimica dei personaggi o sulla loro gestualità inseguendo una scuola classica ma mai demodè.
In una certa maniera Bigliardo mette in scena con la sua varia umanità l'incontro tra quel fumetto popolare e il suo corrispondente d'autore di cui si disquisiva prima.
 Non mancano le strizzatine d'occhio o le citazioni, altro marchio di fabbrica bonelliano, ecco quindi che il bonario antifascista Modo viene costruito sulle riconoscibilissime fattezze di Vittorio De Sica


Il Senso del Dolore ha la struttura del giallo classico più una spruzzata di soprannaturale, elemento questo gestito in maniera funzionale alla trama finendo così per aggiungere quel quid in più per far apprezzare il fumetto (ed il romanzo sul quale si basa, ovviamente ) anche agli appassionati del genere horror.

Chiudo con una nota tecnica: la Bonelli ha fatto uscire Il Senso del Dolore in una duplice veste e cioè, sia sotto forma di graphic novel cartonata in vendita nel circuito delle librerie e fumetterie sia nel più classico formato"bonelliano" in vendita nelle edicole.

Il giudizio di questo primo volume è senza dubbio positivo, rimango in attesa di vedere come sarà gestito il prosieguo della serie.

LE STAGIONI DEL COMMISSARIO RICCIARDI-
IL SENSO DEL DOLORE
Ed. SERGIO BONELLI EDITORE
ISBN. 978-88-6961-197-1
Soggetto: Maurizio de Giovanni
Sceneggiatura: Claudio Falco
Disegni: Daniele Bigliardo
Colori: Ylenia Di Napoli e Andrea Errico
Copertina: Daniele Bigliardo
Pag. 176
Ed. Librerie :EURO 19,00
Ed. Edicole: EURO 7,90

(Per le immagini presenti in questo articolo copyright e diritti: SBE.)

4 commenti:

Patricia Moll ha detto...

Ciao Nick, adoro De Giovanni e adoro il suo personaggio. È riuscito a ricostruire un pezzo di storia italiana con maestria e con altrettanta maestria ha dotato Ricciardi di forza, dolore interiore, umanità.
Chissà se tutto questo uscirà anche dai fumetti.... lo spero.
Un bacione

Ariano Geta ha detto...

Per quanto mi riguarda, pollice alto anche da parte mia verso la Bonelli, che sarà pure "nazionalpopolare" ma talvolta viene snobbata da chi poi, a ben vedere, legge il nazionalpopolare americano o giapponese...
Io ho iniziato a leggere gli albi di "Mercurio Loi", forse perché l'ambientazione romana me lo rende campanilisticamente più "vicino" :-D

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Beh, almeno in questa prima uscita ti posso confermare che gli autori hanno rispettato moltissimo l'integrità e la natura del personaggio. Per quanto riguarda le nuove uscite bisognerà vedere come si comporteranno gli autori a cui saranno affidati gli altri romanzi.
Come prima uscita intanto devo dire che sono soddisfatto e che il volume mi è piaciuto molto.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
Immaginavo che ti piacesse "Mercurio Loi", la Roma papalina è sempre uno scenario stupendo ed affascinante. Devo dirti che questa nuova serie piace molto anche a me, che dici dipenderà dal fatto che da piccolo ho vissuto per un certo periodo all'EUR? ;)
A parte gli scherzi, Roma rimane una città megica ed è sempre bello vedere una serie a fumetti italiana ambientata nel nostro paese, che da Nord a Sud ne avrebbe di storie da raccontare.

Ricordando il passato

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