INTERVISTA CON MICHAEL MOORCOCK.

INTERVISTA MICHAEL MOORCOCK – A cura di Nick Parisi (Intervista tradotta da Annarita Guarnieri) 

Oggi spero di farvi una bella sorpresa. Ho realizzato questa intervista qualche annetto fa (circa due o tre per la precisione) appositamente le pubblicazioni gestite dall'amico Alessandro Iascy, in particolare per la versione rivista di Andromeda (che è uscita in diverse incarnazioni sia cartacee che digitali) che per True Fantasy. In origine l'intervista era stata pensata suddivisa in due parti per uscire per poter dedicare il più ampio spazio possibile alla sconfinata carriera dell'autore britannico. Adesso che è passato abbastanza tempo ho la possibilità di riproporre su Nocturnia, la prima parte di quella intervista. Mi auguro prima o poi di potervi presentare anche la seconda porzione. Nel frattempo ringrazio sia quel grande scrittore britannico che risponde al nome di Michael Moorcock sia Iascy che la brava Annarita Guarnieri che ha tradotto l'intervista a suo tempo.

Buona lettura a tutti!  

Nick:  Benvenuto, Michael Moorcock, è un piacere e un onore averti nostro ospite. Questa intervista sarà divisa in due parti per affrontare la tua attività di scrittore sia per il genere fantasy che in quello della science fiction. Come prima domanda, ti chiedo di raccontarci dei tuoi inizi e del momento in cui hai deciso di diventare uno scrittore . 

Michael Moorcok:  Fin da quando riesco a ricordare, ho avuto la fortuna di godere dell’appoggio di mia madre, che mi ha mandato a scuola e mi ha insegnato a stenografare e a battere a macchina per prepararmi a una carriera di giornalista. 

Nick: Cosa ti ha condotto in particolare verso la fantascienza ed il genere fantastico in generale e cosa ti piace nel genere?

Moorcock:  Probabilmente è stato mio padre. Ci ha abbandonati alla fine della Seconda Guerra Mondiale, lasciandosi dietro edizioni economiche di The Mastermind of Mars e The Son of Tarzan . Io ho imparato a leggere molto presto, e li ho letti entrambi ancor prima di cominciare ad andare a scuola. Ho trovato il resto delle opere di E. Rice Burroughs in una biblioteca locale. Mi piaceva la fiction fantastica, ma amavo anche la commedia, in particolare P. G. Wodehouse

Nick: Quali sono stati gli scrittori e le opere che ti hanno influenzato maggiormente come lettore prima ancora che come scrittore? Naturalmente, puoi citare anche film, telefilm, comics e tutto quello che ti viene in mente.

MoorcockE. R. Burroughs, P. G. Wodehouse (e dalle sue opere sono passato a storie sull’ambiente scolastico inglese e da esse agli “story paper” d’anteguerra, soprattutto quelli che avevano come protagonista Sexton Blake.) Ho letto pochi fumetti, preferendo i romanzi, e sono molto pochi i film che mi hanno influenzato... I Vichinghi, El Cid e forse qualche altro, ma quasi nessuno quando ero ragazzo. Mi concentravo esclusivamente sui libri.

Nick:  Il tuo nome è legato molto alla rivista "New Worlds" che hai diretto a lungo e a più riprese (se non erro dal 1964 al 1971 e poi dal 1976 al 1996). In questa sede m'interessa affrontare soprattutto il primo periodo, dal momento che "New Worlds” è stata una pubblicazione seminale e che ha contribuito a ridefinire e a trasformare l'intero concetto di science fiction grazie alla corrente della "new wave". Non sono mancate le critiche ed i momenti negativi. Vorrei che tu tracciassi un bilancio di questa esperienza, di tutte le cose positive e negative. 

Moorcock:  Volevo eliminare le ragioni fondamentali che, a mio parere, contaminavano le immagini fantastiche in tanta parte della fantascienza. In altre parole, volevo liberarla dalle convenzioni di genere e usarne i tropi e le immagini per ridare vita alla fiction in generale. Rivitalizzare il genere in quanto tale era un intento solo marginale, quello che volevamo era liberarci dalle convenzioni di genere.

Nick: La tua è una narrativa che è sempre stata a cavallo della fantasy e della science fiction.  Mi piacerebbe avere una tua definizione di entrambi i generi.

 Michael Moorcock: Ecco, io mi vedo. . . e descrivo di conseguenza quest’area della mia scrittura. . . come un autore di fantasy scientifico, quelle storie tipiche di Brackett e di Kuttner situate su un pianeta, che nella loro espressione più semplice hanno una trama fantasy posta sullo sfondo fantascientifico di una civiltà morente, ecc. ecc. Il fantasy usa la magia come suo fondamento logico, mentre la fantascienza utilizza la scienza, ma sono solo modi diversi di razionalizzare visioni fantasiose. La fantascienza tende a indagare, il fantasy ad avere una visione romantica delle cose. 

 Nick: Un tema costante della tua opera è dato dalla introduzione del concetto del "multiverso" (più universi coesistenti nello stesso tempo) e dalla rappresentazione dell'eterno confronto-scontro tra le due forze opposte della "legge" e del "Caos" Due forze non necessariamente positive o negative in loro stesse. E anche sulla costante ricerca di un difficile equilibrio tra entrambe. Cosa ti affascina in particolare di questi temi e perché?

 Moorcock:  Il mio multiverso (nel 1962 credevo di aver inventato io quel termine) è in realtà una serie quasi infinita di universi pressoché identici (come i modelli di Mandelbrot). Si deve passare attraverso centinaia, o perfino milioni, di versioni per vedere un qualsiasi cambiamento importante, ma alla fine questo succede. So che queste sono teorie popolari presso alcuni fisici, ma io sono incline a vederle come la “risposta” all’inevitabilità contenuta nella teoria del “Big Bang”. È meravigliosa come idea romantica e come modello per la mente umana, e mi permette di espandermi in qualsiasi direzione. Questo, e i termini più appropriati “legge & caos”, mi hanno permesso con un’adeguata disciplina di espandermi in tutte le direzioni, collegando tutte le mie opere (tramite il campione eterno), e quindi di esplorare temi, non importa quanto fossero disparati, passando da un libro al successivo. Sospetto che Balzac, con cui a volte mi identifico, sia giunto a collegare nello stesso modo le sue storie nella Comedie Humaine . Comincia come una cosa istintiva, parte del subconscio, poi acquisti gradualmente coscienza di quello che stai facendo e cominci a utilizzare l’idea con uno scopo in modo conscio.

Nick: La seconda costante all'interno della tua narrativa è data dall'introduzione della figura del Campione Eterno, un eroe umano che si reincarna più e più volte all'interno del multiverso proprio nel tentativo di mantenere intatto l'equilibrio cosmico. In questo modo hai unificato lo sfondo di buona parte dei tuoi eroi fantasy. Era una cosa che volevi sin dall'inizio o si è trattato un espediente letterario per uniformare i vari cicli letterari che andavi componendo? Oppure è una cosa nata un poco per volta? ​ 


 

Moorcock: Mi dispiace, ho già risposto prima alla maggior parte di questa domanda. Comprendere l’idea dell’eroe nella mitologia, pensare a lungo agli elementi chiave della mitologia e poi cercare di tradurli nella fiction moderna. . . tutto questo è parte in causa. Mentre scrivevo le quattro parti del romanzo che si sarebbe intitolato Stormbringer, stavo anche pubblicando una serie di articoli di critica su quella stessa rivista (“Science Fantasy”) nei quali discutevo di miti, storie del folclore, romanzi cavallereschi e romanzi decadenti ( Amadigi di Gaula , Palmerin d’Inghilterra ) di cui Don Chisciotte era poi stato una satira. Scrivevo anche del Gotico inglese (Melmoth, ecc), e mentre analizzavo gli elementi cercavo anche di incorporare i migliori nel mio lavoro personale. Tutto il mio approccio allo scrivere fantasy è stato consapevole, analitico, cosciente del simbolismo e di Jung e di Freud. Naturalmente, c’era però sempre un elemento inconscio, una certa flessibilità, insieme a una totale dedizione al genere di storia avventurosa visionaria che ho apprezzato da quando ho cominciato a leggere. 

 Nick:  Le varie incarnazioni del Campione Eterno spesso muoiono in circostanze tristi e crudeli, dopo aver perso tutto quello che amavano (penso ad Elric in " Stormbringer ") o dopo essere stati addirittura traditi proprio dalle persone amate (penso in particolare a Corum alla fine del romanzo " The Sword and the Stallion "). Come mai questa scelta?

 Moorcok: Semplicemente perché nel contesto della loro epoca il loro fato è quello di soffrire e di morire. Per me, ci sono tragedie come quella di Elric e di Corum, commedie ( End of Time ) e storie che sono un insieme di entrambe le cose. Hawkmoon è una storia eroica basata sui tardi romanzi cavallereschi costruiti intorno all’idea che l’eroe virtuoso sarà sempre ricompensato. Elric e Corum si rifanno a una forma più antica di romanzo, all’idea della morte della divinità minore e a tutto il resto. In realtà, sono i miti del rinnovamento.

Nick:  Leggendo molti tuoi racconti mi sembra di notare che fai un grande utilizzo della mitologia (in particolare di quella norrena) come fonte d'ispirazione. Arioch, per esempio, sembra essere costruito sulla figura di Loki. Sbaglio?

Moorcok:  Certamente, non sbagli. Di nuovo, guarda le risposte precedenti. I miti norreni e celtici erano i miei preferiti, da bambino. ​

17 commenti:

Ivano Landi ha detto...

Intervista interessantissima. Naturalmente conosco da sempre di nome questo importante autore, anche se non ho mai letto niente di suo perché non è esattamente il genere di narrativa che mi attira. Noto le nostre comuni origini burroughsiane e mi pare anzi che il suo Campione Eterno sia modellato sulla figura del Julian del Ciclo lunare di Burroughs.
Non sono sicuro di aver ben capito la parte relativa alla fisica... deduco che stia parlando della somma delle storie di Feynman, ma... dubito comunque che Mr. Moorcock sia qui in agguato, pronto a intervenire per offrire chiarimenti su richiesta :-D
Quindi va bene così, aspetto la seconda parte.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
per la seconda parte mi sa che ci sarà da attendere, non so dirti nemmeno io quando sarà possibile proporvela. Però questa prima parte era così bella che mi sembrava un peccato non proporvela.
Riguardo alla parte della fisica, suppongo Moorcock si riferisca proprio alla fisica di Feynman, però io l'avrei spiegata molto peggio di quanto abbia fatto lui.

Pirkaf ha detto...

Gran colpo intervistare un autore del calibro di Moorcock.
Volevo chiederti che ne pensi del ciclo di Corum e se lo consiglieresti.

Nick Parisi. ha detto...

@ Pirkaf
Il ciclo di Corum' dunque,dunque....di Corum, penso un gran bene, però tieni presente che i personaggi, anzi le incarnazioni del Campione Eterno di solito fanno sempre una gran brutta vitaccia e sono dei predestinati ....quello che ti posso dire io è che il ciclo di Corum è suddiviso in sei romanzi a loro volta suddivisibili in due sottocicli differenti, in sintesi: due storie diverse con lo stesso personaggio più alcuni comprimari. Io comunque lo consiglierei.

Ariano Geta ha detto...

Persino un non addetto ai lavori come me conosce di fama Moorcock. Peraltro dall'intervista si delinea un uomo con interessi letterari e storici degni di un accademico, una bella risposta vivente a chi pensa che la narrativa fantastica sia solo un passatempo e che un erudito dovrebbe scrivere solo letteratura mainstream.

Ivano Landi ha detto...

Ecco, allora non ti chiederò mai di darmi ripetizioni di fisica :D :D :D

Obsidian M ha detto...

Avevo già notato questo tuo colpaccio e se non ti avevo fatto i complimenti allora te li faccio adesso (se invece te li avevo fatti, te li rinnovo).
Vado a memoria e non so dirti quando di Moorcock io abbia letto, ma di sicuro il romanzo "I.N.R.I." è da annoverare tra i capolavori della SF di tutti i tempi. L'idea, semplice quanto geniale: salire su una macchina del tempo, spedirsi nella Palestina del 33dC per assistere alla crocefissione e scoprire il significato di quell'enigmatico "Eloi, Eloi!".. davvero da brividi.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
Non c'è pericolo. :D :D :D Se c'è una materia che mi ha sempre fatto cag....oops che non è mai stata nelle mie corde è proprio la fisica. Non per colpa della materia in sè stessa ma per via del fatto che ho sempre avuto professori molto impediti ed incapaci. Specie alle superiori :D

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
E tu pensa che per un certo periodo in UK ai suoi libri era stata impedita la vendita nelle librerie e poteva venderli solo lui direttamente. E' sempre stato un uomo che ha combattuto per la sua arte.

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian M
Se non mi ricordo male, gli avevo anche fatto delle domande su "I.N.R.I" ma a quelle non ha risposto. L'idea di "I.N.R.I" è comunque geniale e capisco però che ai tempi abbia ricevuto delle accuse di blasfemia.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Concordo con Ariano ed aggiungo che è incredibile quello che ho appreso dalla tua risposta al suo commento. Apprezzo moltissimo uomini come lui che hanno rispetto dell'arte e del loro lavoro e non sono disposti a vendersi o accettare squallidi compromessi per pubblicare.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PS: ti ho risposto da me....

Nick Parisi. ha detto...

@ Daniele Verzetti il Rockpoeta®
Moorcock nel corso della sua vita ha dimostrato più e più volte di saper essere una persona indipendente e in grado di non saper scendere a compromessi. Lo ammiro anche per questo.
P.s
Grazie per avermi concesso quella poesia.

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Ottima intervista, i miei complimenti.

Nick Parisi. ha detto...

@ Cavaliere oscuro del web
Grazie!

MAX ha detto...

Per me è arabo.
Ho letto tutto ma quando parla di multi verso e su chi si è inventato il termine prima ...a me viene in mente Stan Lee😂
Sulle leggende norrene , ci possono stare i Troll?
Penso di sì.
Comunque complimenti per l’intervista .

Nick Parisi. ha detto...

@ MAX
Capisco che possa sembrare arabo. Diciamo che per multiverso Moorcock, intende una pluralità di universi narrativi. L'occasione è stata un modo per poter unificare i cicli di diversi personaggi in un ambiente comune. Personaggi come Elric o Corum, giusto per citare i due più famosi, non sarebbero altro che incarnazioni diverse dello stesso eroe chiamato Erekose,altrimenti definito come "Il Campione Eterno". Tutto solo sfondo di due diversi poteri, li potremmo chiamare Yin e Yang, per capirci meglio, ma Moorcock li chiama "ordine" e "caos", due forze che non sono necessariamente buone o cattive di per loro ma che fanno parte di un equilibrio molto precario dell'universo.
Grazie per i complimenti.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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