LO STRANO CASO DEL MOSTRO DI PIAZZA SAVOIA. - Seconda Parte.

 La prima parte è uscita QUI

Attenzione: immagini e contenuti di questo post potrebbero offendere la sensibilità di alcuni lettori.

 " Che cos'è la verità?"

Il Vangelo secondo Giovanni

" La calunnia non può distruggere l'uomo onesto, perché passata l'inondazione la pietra riappare sempre".

Proverbio Cinese.  

Il 13 di gennaio del 1902 la città di Torino si risveglia avvolta in un clima di paranoia, la scomparsa della piccola Veronica Zucca si diffonde con una rapidità inconsueta. La città immensa già di suo vive, ma ancora con una mentalità da provincia estrema vive con partecipazione e curiosità, anche con un pizzico di morbosità, la notizia. Dopotutto la sparizione di una bambina di cinque anni fa notizia.

Si diffondono sin da subito le voci più diverse, alcuni cittadini sostengono di aver visto dei nomadi aggirarsi nelle vicinanze di Via della Consolata, altri se ne escono fuori con pettegolezzi più luciferini: la bambini, e chi lo sostiene ne è sicuro,sarebbe stata avvicinata e portata via da una creatura con fattezze almeno parzialmente da caprone.

Un simbolo sulfureo, ma del resto, a sentire molti (ma non l'umile narratore di questa triste storia nera) lo zolfo sarebbe di casa a Torino.

 Una cosa però va detta con sicurezza, le ricerche cominciano immediatamente, le forze dell'ordine del tempo si muovono con celerità.

Anche perché tra tutte le accuse ne arriva anche una leggermente più credibile delle altre.

I COLORI DEL BUIO.

 Si fanno avanti alcuni testimoni abbastanza affidabili, costoro affermano compatti di aver intravisto la bambina scomparsa intrattenersi con un uomo a discutere animatamente. Viene fatto anche un nome ed un cognome. L'accusato risponde al nome di Alfredo Conti, un ragazzo poco più grande di Veronica. Conti infatti ha solo sedici anni, ma particolare importante sarebbe un ex dipendente del Caffé Savoia, per nulla rimasto in buoni rapporti con il proprietario. Secondo i soliti beninformati Edoardo Zucca,  avrebbe licenziato il giovane dopo numerosi litigi perchè considerato come uno sfaccendato e sempre secondo le testimonianze delle medesime anime belle Conti avrebbe giurato e spergiurato di volersi vendicare del licenziamento.

Alfredo Conti viene immediatamente fermato, ma qui viene fuori la prima sorpresa, non solo Alfredo Conti si rivela come una persona totalmente diversa da come era stata descritta dimostrandosi persona molto più matura rispetto alle descrizioni popolari ma inizia sin da subito a collaborare con le forze dell'ordine.

L'adolescente non nega di aver parlato con la piccola Veronica poco prima della scomparsa, ma solo perchè le doveva chiedere un favore, Conti sostiene di aver avuto bisogno di parlare urgentemente con un suo amico, un tale Chiaberto che ancora lavora nel locale della famiglia Zucca. La spiegazione di Alfredo  è a suo modo lineare: dopo tanti brutti momenti passati all'interno del suo vecchio luogo di lavoro e non volendoci rientrare ( e non avendo voglia di incontrare il burbero Edoardo) aveva chiesto a Veronica di andare a chiamare il suo amico Chiaberto per farlo uscire un attimo, giusto il tempo per permettere ai due di parlarsi tra loro in tranquillità.

Alfredo Conti si farà comunque qualche giorno di prigione, poi però il suo alibi viene considerato credibile e verrà prontamente scarcerato.

Palazzo Saluzzo Paesana.

 
L'evento pare mettere la parola fine alle indagini e poco alla volta è come se un tappo venisse messo su tutta la vicenda, i torinesi presi da altre problematiche dimenticano perfino il nome della scomparsa.

L'oscurità con tutti i suoi toni di grigio e con tutte le sue opacità appare trionfante. Uno stato di fatto che però non dura a lungo.

ALL'INFERNO SENZA RITORNO.

Si sa, le case conservano ma non perdono.

Ed è arrivato il momento di parlare di una casa, anzi di un edificio in particolare.

Costruito nel 1715 Palazzo Saluzzo Paesana situato al civico numero 1 della stessa strada presenta una fisionomia ben riconoscibile in città, costruito dall'architetto Gian Giacomo Plantery per conto dell'omonimo Marchese Baldassarre Saluzzo di Paesana dotandolo di una silouette molto elegante, colonne ed archi nobiliari integrati da stucchi e decorazioni. Ma nel 1902 da tempo ormai a viverci non sono più solo gli esponenti della famiglia patrizia, ormai infatti il luogo è stato suddiviso in numerosi appartamenti.

 

Palazzo Saluzzo Paesana.

Appartamenti che, come tutti i luoghi abitati, hanno bisogno di periodici lavori di restauro, anche in quel lontano 1902.

Sarà proprio uno di questi lavori ad ingenerare il secondo degli eventi decisivi della vicenda.

E' Aprile e questo nuovo capitolo inizia con un uomo al lavoro. Angelo Damiano è un  falegname impegnato nell'incarico di ricostruzione, l'uomo però non ha abbastanza assi e pezzi di legno per terminare il suo lavoro. Ormai è tardi per comprarne di nuove e qualcuno tra gli inquilini o tra i servitori dei Saluzzo gli consiglia il luogo giusto dove reperirne qualcuna. Secondo altre ricostruzioni l'uomo deve solo effettuare un lavoro di sgombero.

Per farlo però l'uomo dovrà scendere nel sottosuolo.

Perché vedete, le cantine di Torino sono diverse da quello che un non piemontese può immaginare. Molto diverse.

Il più delle volte si tratta di locali e corridoi irregolari, a volte semplici cunicoli costruiti senza nessuno piano o progetto nel nudo calcare o nell'arenaria, in dialetto hanno un nome preciso, i locali li chiamano " Infernòt",  e cioè gli " Infernotti"

 Un nome decisamente evocativo e come si vedrà, indovinato al prosieguo della trama.

I più antichi vengono fatti risalire al 1600 e se in provincia vengono utilizzati come cantine per conservare vino o cibo in città si trasformano in una lunga teoria di cunicoli e passaggi in grado di collegare palazzi e località differente della città.

Circolano numerose voci anche sugli " Infernòt", si dice che nel corso del tempo abbiano accolto criminali in fuga, protetto cittadini durante assedi, buttati corpi durante le epidemie, ospitato riunioni di rivoluzionari, carbonari, stregoni o satanisti vari. Oltre a tante altre cose molto più amene e perfino peggiori o comunque meno consolatorie.

Angelo Damiano però ha un lavoro da compiere ed è deciso a terminarlo.

Scende così nelle cantine, ma appena giuntovi qualcosa mina la sua determinazione.

Da una delle stanze proviene un odore differente, che non è quello della solita muffa o i comunissimi aromi dei luoghi chiusi una volta aperta la traballante porta della stanza, Damiano si ritrova davanti ad baule malamente sigillato.

Adesso prendetevi un momento per voi e respirate a fondo.

Perché sta per verificarsi quello che tutti voi avevate compreso e che temevate.
Seminascosto da alcuni panni all'interno del baule, il falegname rinviene un corpicino.

Ad un primo sguardo sembra che la bambina, perché di una bambina si tratta, sembra addormentata.

Ma il corpicino è mummificato, pieno di ferite da taglio e ormai morto da tempo.

I medici che analizzeranno il cadavere conteranno non meno di sedici coltellate.

Veronica Zucca era sempre rimasta lì, per tutto il tempo, mentre veniva cercate per ogni dove il suo cadavere era lì a pochi passi dal Caffè di famiglia.

Alfredo Conti torna dietro le sbarre, non ci rimane però a lungo, il suo alibi funziona ancora una volta, viene fermato anche un'altra persona. Inizialmente viene perfino sospettato anche lo stesso Edoardo Zucca perché la sua testimonianza viene considerata come incoerente e per qualche giorno anche lui finisce in gabbia. Poi le forze dell'ordine dell'epoca pongono il loro sguardo su una terza persona. Si tratta di un uomo anziano, il suo nome è Carlo Tosetti, da sempre lavora come cocchiere per i Marchesi Paesana e che, inoltre possiede la chiavi di tutto il palazzo.


Il popolino emette la sua sentenza, l'assassino anzi il "mostro" è lui, chi se non questo vecchio bavoso può essere stato? Anche i gendarmi appaiono crederci e Carlo Tosetti viene arrestato.

Passerà quasi due mesi in prigione. Nel frattempo perde perfino il lavoro

Nel frattempo però una seconda bambina scompare nel nulla.

Nella stessa Piazza. 

( Continua e finisce nella prossima puntata....)

22 commenti:

Innassia ha detto...

E per la seconda volta la vedo male. Le indagini stanno prendendo la solita piega con arresti dell'uomo sbagliato.
Buon weekend.

Nick Parisi. ha detto...

@ Innassia Z
Quello che ti posso dire per adesso è che una sorta di miglioramento ci sarà.
Buon weekend anche a te!

Mariella ha detto...

Insomma si stanno battendo tutte le piste, chissà se hanno preso l'uomo giusto. Attenderò il resto della storia. Grazie per l'attento e documentato resoconto💛

Nick Parisi. ha detto...

@ Mariella
Per adesso non svelo troppo ma posso dire al momento che si arriverà ad un finale ben definito. 😉

Ariano Geta ha detto...

Leggere storie di violenza sui bambini mi provoca raccapriccio perché, al netto del fatto che la violenza in se stessa è sempre orribile, ma sui bambini ha qualcosa di davvero intollerabile, subumano. Chi fa violenza sui bambini sarà forse anche un malato psichico, ma comunque meritevole di essere messo in condizione di non nuocere, dentro una struttura sorvegliata dalla quale non possa uscire per nessun motivo.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
Anche a me non piacciono le storie nelle quali sono i bambini le vittime, i bambini non dovrebbero mai essere toccati. Ho scelto questa storia perché cercavo una vicenda importante ma che fosse andata quasi dimenticata. Capisco comunque la differenza nel leggere di certe cose.

Pia ha detto...

Storia da paura. La bimba con segni di tortura... mamma mia.
Attendo il resto. Notte serena caro Nick.

Nick Parisi. ha detto...

@ Pia
Il particolare degli Infernotti'( che prima di delle ricerche per questa storia non conoscevo per niente) rende tutta la cosa ancora più particolare.
Un grandissimo abbraccio e buon domenica.

Obsidian M ha detto...

Che l'avessero trovata morta me lo sarei aspettato, così come era prevedibile che ci sarebbero stati altri casi di bambine scomparse. Non mi aspettavo invece che qualcos'altro sarebbe accaduto nella stessa piazza.

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian M
Tutto sarà più chiaro nella prossima puntata.E vedrai che si capiranno meglio tante cose.

Maria Teresa Steri ha detto...

Io trovo sconcertante il fatto che la gente arriva a condannare qualcuno prima ancora che la giustizia abbia detto la sua. E d'altra parte anche le forze dell'ordine non mi pare avessero poi chissà quali prove. Tutto questo è triste e può essere solo motivato (non giustificato) con il fatto che a morire uccisa in modo brutale è stata una bambina così piccola. Aspetto il resto...

Nick Parisi. ha detto...

@ Maria Teresa Steri
Ti riferisci al povero Tosetti vero?
Purtroppo quando si indaga seguendo le voci e non le prove finisce spesso accusato qualche innocente. Del resto il metodo scientifico era ben lungi dall'essere inventato. Errori del genere ne succedono purtroppo ancora oggi ma cento venti anni fa era da compiangere veramente chi ci capitava in mezzo.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Che storia terribile e raccapricciante... C'entra poco, ma quando ho letto degli "Infernòt" mi è venuta in mente la storia del Monaciello di Napoli, così bene narrata dalla scrittrice Anna Maria Ortese.

Nick Parisi. ha detto...

@ Cristina M. Cavaliere
Da napoletano conosco molto bene la storia del " monaciello", da noi ne e esistono diverse varianti. Così come sono stato nei tunnel della " Napoli sotterranea"( in alcuni di loro) quelli visitabili grazie all'opera di una bella associazione di volontariato. I tunnel della Napoli sotterranea sono perfino più antichi degli Infernôt' Torinesi. Pensa che li hanno scavato gli antichi greci come acquedotti o fogne.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Sì, è vero quello che racconti dei sotterranei di Napoli, ebbi modo di visitarli anch'io nonostante la mia claustrofobia e ci spiegarono che erano antichissimi acquedotti.

Nick Parisi. ha detto...

@ Cristina M Cavaliere
E pensa che quella visitabile, secondo quello che dicono gli esperti e gli archeologi, è solo una piccolissima porzione della Napoli sotterranea.

Caterina ha detto...

Mi ero persa questi post. Una storia che fa venire i brividi, povera bambina, è davvero una cosa orribile. Ciò che non cambia mai è la confusione delle indagini che portano sempre sulla pista di persone non colpevoli.

Nick Parisi. ha detto...

@ Caterina
Ho visto tanti casi di cronaca per i miei post, non solo italiani e purtroppo ho notato che quello delle indagini condotte male è un particolare troppo comune. È deprimente.
Un caro saluto.

Patricia Moll ha detto...

La morbosità è antica come il mondo e continuerà ad esistere così come l'ottusità di certe persone che condannano in partenza senza sapere nulla.
I piemontesi in fondo sono un po 'barotti, cioè traducendo tonti, grossolani

Anche noi sotto casa abbiamo l'infernot. Peccato che i precedenti proprietari lo abbiano chiuso

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll.
Che peccato che l'abbiano chiuso, sarebbe stato bello per la tua famiglia possedere un pezzo di storia locale.
In più sarebbe stato tanto spazio in più per voi a vostra disposizione.

Long John Silver ha detto...

"e chi lo sostiene ne è sicuro,sarebbe stata avvicinata e portata via da una creatura con fattezze almeno parzialmente da caprone."

Chissà se Vasco Mariotti prese spunto da questa vicenda per il suo romanzo "L'uomo dai piedi di fauno" ambientato proprio a Torino.


Nick Parisi. ha detto...

@ Long John Silver
Credo proprio di sì. Penso si sia basato su quello. Hai occhio! Bravissimo.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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