Diario di Un Naufragio.

In realtà non avrei tanta voglia di intervenire sull'argomento, però qualcosa mi sento lo stesso di doverla dire.
Perchè si tratta di un diario di un fallimento, di un naufragio se vogliamo.
No, lo dico immediatamente, non sto per annunciare uno dei miei periodici ritiri dalla rete, nemmeno intendo parlare della situazione politica e sociale del nostro disgraziato paese.
Oggi parliamo di fantastico e della concezione che ha acquisito in Italia, anche in rete.


Le occasioni scatenanti sono state in  effetti molte in questi ultimi mesi (anni ), in  rete proprio oggi Alex MacNab ha scritto un interessante POST in merito intitolato Noi, Naufraghi del Fantastico.
La tesi che mi sento di condividere è che da noi in questi ultimi anni il fantastico (che è sempre stato un genere piuttosto di nicchia ) abbia subito una progressiva desertificazione, un immenso suicidio assistito, quasi un naufragio di cui molti sono responsabili.
Questa sarà la mia risposta in proposito.




Io sono un appassionato, lo sono sempre stato.
Solo che non è mai stato semplice.
Da bambino mi guardavano come se fossi un alieno  perché mi piacevano per l'appunto i film\ i libri e i fumetti che parlavano di certi argomenti, di mostri, alieni. Credo di essere stato uno dei primi a guardare in televisione SPAZIO 1999, leggevo Topolino quando la maggior parte dei miei coetanei sbavava dietro al campionato di Calcio.
 O magari, perché volevo assistere ad una spedizione umana su Marte.
Certo, non ero il solo, eravamo negli anni settanta dopotutto. Ma già all'ora un bambino che amasse leggere invece di praticare sport era considerato quantomeno anomalo.
Non esistevano ancora termini come sfigato, nerd, jeek però il senso era quello, si utilizzavano altri termini il più simpatico dei quali era asociale. Insomma, IO ero quello diverso dagli altri.


Adesso di anni ne ho 44 e lo stesso mi guardano come se fossi un alieno, quando in libreria cerco libri di fantascienza, quando in edicola compro fumetti oppure semplicemente quando sul lavoro invece di parlar di calcio oppure parlar male dei colleghi penso al cofanetto di BABYLON FIVE comprato il giorno prima.
O magari perché vorrei poter assistere ad una spedizione umana su Marte.
Non che me freghi poi tanto del giudizio altrui, voglio dire ho avuto una vita intera per imparare a fregarmene, però è divertente il notare, che a quanto pare per gli altri non andava bene come mi comportavo da bambino e, a quanto pare, per la considerazione dell'uomo medio italiano, non va bene nemmeno come mi comporto adesso che di anni ne ho 44.
Sono io ad essere cambiato? Sbagliavo quando ero piccolo e sbaglio tuttora adesso a non uniformarmi ?

Però non stiamo parlando di me perché qualcosa in effetti in questi ultimi decenni è cambiata.
 Fino all'inizio degli anni novanta nel nostro paese c'era un qualcosa che oggi manca.
C'era la speranza.


Non sto parlando di una realtà perfetta, non lo era per niente.
Però dalla speranza, derivava una sorta di maggiore impegno, anche una maggiore coesione.
C'era anche una maggiore possibilità di scelta a livello culturale perfino per quelle culture di nicchia come quella fantastica.
Oggi, invece quando entro in una qualsiasi libreria trovo gli scaffali occupati dalle ennesime ristampe di Asimov, Dick e Tolkien - che diciamoci la verità hanno un po stufato, possibile che, con tutto il rispetto per questi autori, non ci sia nient'altro da pubblicare ?
Per non parlare poi del proliferare di tutta una serie di prodotti di pseudo-fantasy commerciale che finiscono a far del male alla stessa fantasy.
Urania, rivista a cui sono molto affezionato ma che presenta alcune zone d'ombra, ricomincia con la politica delle ristampe (scegliendo poi per questa operazione testi obiettivamente non indimenticabili )
Possibile poi- e aggiungo altri sassi allo stagno- che case editrici  di qualità come la XII o laCS debbano chiudere?
Parlando di cinema o di televisione dobbiamo ancora rimanere legati al realismo e alla verosimiglianza?
Siamo obbligati a vedere trasmettere ancora  sempre e solo fiction su santi, preti, poliziotti che si comportano come se fossero santi o preti, orfanelli che piangono come se fossero santi o preti ?
E' questo il massimo che ci meritiamo ?

Insomma mi sento di far mie le considerazioni effettuate da Alex : scientemente in questi ultimi venti anni si è compiuta un operazione di distruzione dello stesso concetto di fantastico come genere, un operazione di cui  i colpevoli si trovano un po in tutte le categorie: editori, critici, giornalisti, lettori ...e perfino i blogger.
E' un esagerazione ?
Non credo.

 Spesso i blogger si dividono in piccoli rivoli, entrano in competizione
(e per cosa poi ? Per qualche visita in più....)
Così come è vero che alcuni blogger perdono spesso di vista la realtà trasformandosi in "esperti onniscienti" o " espressioni dell'unica insindacabile verità e chi non è con me non solo è contro di me ma non capisce un emerito Beeep !"
Naturalmente stiamo parlando di minoranze non certo dei blogger che conosciamo, frequentiamo ed apprezziamo.
E' un mondo strano, che avrebbe le potenzialità per costruire tanto, un mondo che amo e che mi ha dato tanto.
Però assisto a tanta stanchezza, ad un calo diffuso di commenti un po ovunque, ne ha parlato anche Max Citi in un ARTICOLO recente dando un po voce alle preoccupazioni di tanti.
Ce lo siamo chiesti anche noi de Il Futuro è Tornato, certo siamo soddisfatti per alcuni (tanti ) risultati raggiunti, ma è sul lato aggregativo che non abbiamo raggiunto quello che volevamo : tanto per dirne una, dove sono i club di appassionati ? Perchè non si riesce a far partire un progetto, dico uno in cui non si riesca a collaborare tra singoli ed associazioni  e che vada aldilà del curare ognuno sul proprio orticello?
Me lo sto in parte chiedendo anche io. Parliamo delle  interviste. 
 Quanto può avere senso sbattersi tanto per contattare persone, ottenerne la disponibilità, cercare di fare una politica di qualità e poi rendersi conto di non riuscire - salvo rare eccezioni - a coinvolgere,o interessare lettori oltre il ristretto gruppo di conoscenti (e certe volte nemmeno quello )
Lo stesso vale per altri tipi di post, a cominciare dalle recensioni librarie - a tutti noi capita di tenere molto a degli articoli e poi una volta messi online vederli disertati- a me è successo con il post su I COMPAGNI DI BAAL, ma tutti noi potremmo fare degli esempi simili. Però vabbè, nel momento in cui dovesse capitare a tutti i post che dovessi scrivere chiuderò semplicemente Nocturnia passando ad altre cose.
Naturalmente sono solo esempi, logicamente continuerò con le interviste, con i post come quello su I COMPAGNI DI BAAL, perché mi piace e mi diverte.
Possibile però che in rete siamo diventati tutti improvvisamente pigri ?
Possibile che non riusciamo più a coinvolgere, ad aggregare?
E sopratutto, come mai avviene questo ?


Recentemente la rete ha affrontato uno dei suoi periodici flame, a causa di un certo maldestro esperimento messo in piedi da un gruppo di bloggers.
L'idea era quella di capire in che misura le recensioni di un determinato libro potessero influenzarne l'acquisto. L' idea è naufragata nel momento stesso in cui altri blogger hanno, con toni e modalità variabili, scoperchiato la cosa. L' Del resto molte erano le falle,  per come era organizzata era  destinata a fallire sin dall'inizio;  lo stesso infelice comunicato collettivo finale messo in rete dalle persone coinvolte  non ha certo contribuito molto.
  Però non mi piace nemmeno leggere di “liste dei cattivi ” ( caratterialmente quando sento parlare di liste mi spavento) o i vari processi alle intenzioni fatti in rete in queste ore.
Avrei partecipato al progetto?
No, sicuramente no!
Penso male dei blogger coinvolti? Penso che siano in malafede ?
Dal momento che conosco alcuni dei partecipanti al progetto e conosco la loro buona fede: no, sicuramente non ne penso male! Erano amici prima e lo rimangono adesso, erano persone di cui mi fidavo prima e lo rimangono adesso.
Penso che avrebbero fatto bene ad avvisare che stavano compiendo un esperimento ?
Si! Indubbiamente si !
Penso male dei Blogger che hanno scoperchiato la cosa? Penso che siano in malafede?
No, sicuramente no!


Il problema è che iniziative gestite in maniera così maldestra  come l'esperimento in questione ma anche la caccia alle streghe succedutasi, e certi toni utilizzati, hanno fatto del male a tutti noi.
La rete è rimasta forse l'ultimo posto in Italia dove avere una reputazione conti ancora qualcosa, e quando capitano situazioni come queste alla fine perdiamo tutti un poco della nostra.
Non parlo di colpe, non parlo di malafede, parlo semplicemente di buon senso.
Se vogliamo diventare categoria, se vogliamo creare qualcosa di buono aldilà dei post che scriviamo non sono queste le modalità.
 Nessuna delle due.
Non conta solo quello che si dice e quello che si fa, ma conta anche  il come lo si fa.
E' il mio parere personale, quindi conta poco.
Questo sarà il mio ultimo post  dedicato agli argomenti similari, dal prossimo post si tornerà alle recensioni, alle interviste ai misteri.
Se siete riusciti ad arrivare alla fine di questo mio noiosissimo post e avrete voglia di commentare e dire la vostra - comunque la pensiate - siete i benvenuti, il vostro parere è importantissimo, vi prego solo se vorrete esprimervi a proposito di utilizzare i soliti toni urbani, dialoganti e civili che siamo soliti utilizzare qui su Nocturnia anzi chiedo scusa io se ho offeso qualcuno, non era assolutamente la mia intenzione.
Solo che dovevo dire la mia.
Alla fine però rimango sempre quel solito maledetto illuso di un sognatore che si augura di poter assistere nel corso della sua vita ad una spedizione umana su Marte
Posso aver avuto tante sconfitte nella mia vita ma almeno i sogni, quelli nessuno potrà mai portarmeli via.
Ciao a tutti.  ;)

22 commenti:

Massimo Citi ha detto...

Ciao Nick. Che dire? Che sono d'accordo? Sì, posso dirlo senza problemi anche se debbo ammettere di riconoscermi poco nella genìa dei blogger. Non per scarsa stima, per carità, ma al massimo per scarsa considerazione di me stesso mentre commento, puntualizzo, osservo e rifletto in pubblico. Ho probabilmente una visione almeno in parte errata del mio essere in rete e, tanto per dire, ho la massima stima per chi come te si preoccupa di creare un luogo di incontro e di riflessione aperto a interviste e incontri con autori, creando una vera e propria rivista on line. Tanto di cappello, in sostanza. Al tuo posto, comunque, non mi preoccuperei più che tanto della diminuzione di commenti e di presenze come della difficoltà a creare e mantenere collaborazioni. Il "nostro" problema è quello di un'insufficiente volontà di collaborare. Se - ed è questo che pensano in molti - sono un superuomo perché devo perder tempo a collaborare? Posso salvare il mondo anche da solo e tutti mi dovranno dire: «Bravo».
Ecco, in fondo in fondo temo ci sia un atteggiamento un pochino puerile, un "lascia stare i miei giocattoli", uno snobismo da bambini imbronciati. Ci vorrà del tempo per imparare, mettiamoci pazienza. E - parlo per me, sia chiaro - un po' di modestia.

Fra Moretta ha detto...

Pur appartenendo a generazioni diverse vedo che abbiamo avuto esperienze simili. Anche io fin dall'infanzia ho sempre amato il fantastico faticando a far accettare agli altri la mia passione e ricevendo invece risposte sarcastiche.Concordo in pieno con Alex e te su come negli ultimi venti anni in questo paese abbiano volontariamente demolito tutto ciò che ha a che vedere con il fantastico. Eravamo un paese che in certi generi dettavamo anche i criteri da seguire e ora invece c'è solo grigiume e mediocrità.

Angelo ha detto...

Il fantastico in generale vive una situazione difficile, degno riflesso di una situazione sociale e culturale precipitata negli abissi negli ultimi venti-venticinque anni. La parola “futuro” e la parola “fantasia” sono state praticamente bandite, in nome di un intrattenimento che (con rare eccezioni) negli anni ’60 e ’70 non avrebbe trovato alcun spazio data la bassa qualità.
C’è un motivo se si fatica a ricordare un buon attore o una buona attrice nostrani in questo ultimo quarto di secolo (e ci sono!) o se si fa fatica a ricordare il titolo di un buon romanzo fantastico italiano dello stesso periodo (e ci sono!).
C’è anche un motivo se la speranza sembra sempre essere ridotta al lumicino, privata com’è delle prospettive del futuro e della possibilità di immaginarlo.

Camilla P. ha detto...

Come già sai, penso che la tua sia un'analisi obiettiva e ragionata, quindi non credo che qualcuno possa sentirsi offeso da quello che hai scritto :)
Gli errori che hai segnalato sono senz'altro quelli che hanno portato alla mancata riuscita del progetto.
Ora si cercherà di andare avanti e imparare dai propri sbagli :)

Per quanto riguarda il discorso sul fantastico, non me la sento di fare un vero e proprio ragionamento, principalmente perché non mi sento particolarmente esperta di fantastico. Mi piace, moltissimo, adoro parlarne con chi mi sta ad ascoltare, ma ci sono troppi classici del genere che ancora non ho letto, troppi autori fondamentali che ancora non conosco. Certo, seguire il tuo blog e tanti altri mi sta aiutando a colmare questa lacuna, quindi chissà, magari in futuro proverò ad azzardare qualche ipotesi.

Nel frattempo... viva le spedizioni su Marte! :D

Davide Mana ha detto...

Io ho sempre più forte l'impressione che, al di là del genere specifico, o addirittura del medium specifico, si sia spezzato un meccanismo, che era quello della relazione interpersonale.
Anche a distanza.
Siamo tutti troppo occupati a gestire i nostri contenuti per perder tempo con quelli degli altri? Sì, possibile, ma ciò non spiega tutto il resto.
È come se si stesse affermando una cultura dell'indifferenza.
Che poi, è un'ottima mascheratura dell'ignoranza - se non capisco nulla, perché non ho le basi minime per capirlo, posso darmi un tono disinteressandomi.
È triste.
Ma noi continuiamo a provarci.

Nick Parisi. ha detto...

@ Maxciti
Alla fine sei comunque un blogger anche tu, e sei bravissimo nel farlo.
Probabilmente hai ragione, spesso consideriamo c'è un insufficiente volontà di collaborare, poca voglia di mettersi in gioco da parte di molti.
Che dire, forse è solo il segno dei nostri (brutti ) tempi.

Nick Parisi. ha detto...

@ Fra Moretta.
Le esperienze sono simili, purtroppo basta il non volersi uniformare alla "massa" per essere visto dagli altri come un qualcosa di "estraneo".

In quanto alla distruzione del fantastico, forse non sarà avvenuta in maniera cosciente, però in questo caso sarebbe ancora più deprecabile, perché avremmo scialacquato un patrimonio immenso solo per pigrizia intellettuale.

Nick Parisi. ha detto...

@ Angelo
Anche io faccio molta fatica a trovare nomi degni di nota. Qualcuno di bravo ci sarebbe pure ma fa fatica ad emergere massacrato com'è in produzioni mediocri. Tra gli attori pernso per esempio a Luigi Lo Cascio, Alessio Boni o Franco Castellano.
Però fino a quando il modello attuale sarà rappresentato da "Amici", "Veline" o da programmi consimili, saremmo messi malissimo.
Una volta c'erano i giganti niente da dire e c'erano più possibilità.
Per gli scrittori, se un Marolla fa fatica a vedersi ripubblicare "MALARAZZA" mentre i Vespa e i Volo abbondano nelle librerie, che speranze abbiamo?

Nick Parisi. ha detto...

@ Camilla P.
Grazie per esser venuta a dire la tua.
Ho già avuto modo di dirti il mio parere sul progetto, sul tuo blog e ribadisco il mio pensiero.
Io penso che se aveste detto sin dall'inizio che stavate procedendo con un test segnalando la cosa in maniera aperta sarebbe stato meglio.;)
Comunque spero che di iniziative del genere non se ne facciano più.
Detto questo: viva la missione su Marte ! ;)

Nick Parisi. ha detto...

@ Davide Mana.
Cultura dell'indifferenza?
E' altamente probabile, come è certo che rispetto a venti anni fa l'ignoranza intesa sia come analfabetismo di ritorno che pigrizia mentale è aumentata tantissimo.
Noi comunque continuiamo a provarci. ;)

Valentina Bertani ha detto...

Quanta amarezza!
Sul fatto che chi ama la fantascienza e il fantasy debba sentirsi frustrato quando entra in libreria, ti do ragione. Io sono anni che ordino i miei libri su Internet e che spesso leggo in lingua originale.
Nel mio piccolo, però, ci sto provando, a inseguire la mia passione per la fantascienza e il fantasy e a condividerla anche in modo originale.
Qualche piccola soddisfazione l'ho avuta e anche grazie alla collaborazione con Il futuro è tornato.
Come dici tu, sarebbe bello se si potessero creare delle occasioni di aggregazione. Sto anche studiando come fare (la volta che trovano il modo di hackerare le decine di profili interconnessi che ho sul web piango).
Viviamo in un paese difficile. Dove chi legge in generale e certi generi in particolare, è considerato strano mentre gli altri sarebbero quelli normali.
A me lo scrivevano addirittura sulla pagella, che ero asociale.
Purtroppo questa mentalità meschina da provincialotti piccolo-borghesi negli anni non cambia (perdonami questi termini che gridano vendetta, ma li trovo particolarmente calzanti).
Io però, che di anni ne ho 28, voglio continuare a sperare, a sognare, non mi voglio arrendere.
Non ho fatto in tempo a vedere l'uomo andare sulla Luna, ma spero bene di vederlo andare su Marte! ;)

Argonauta Xeno ha detto...

Sì, anche da queste parti parole come "fantasia" e "immaginazione" fanno rima con "sfortunato". Non posso fare a meno di pensare che sono stato invece molto fortunato a poter gestire il mio piccolo spazio, e conoscere altri appassionati. Nonostante ciò che dice Davide, che sicuramente ha una prospettiva differente dalla mia, io sento molto questo creare rete, interconnessione, scambio e condivisione di contenuti. Che poi è la differenza tra scrivere (o commentare) un post e scrivere cazzate - perdona il grecismo - su facebook. Una delle due vie è arricchimento, mentre l'altra è tempo sprecato.
Potremmo fare di più? Certo! Alcuni hanno forse pensato che comparire sui giornali sia un punto di arrivo. Io penso invece che sia uno spunto per ripartire, con slancio rinnovato. Serve solo un po' di entusiasmo, e l'impegno di continuare a far sì che la nostra attività sia di qualità, e non semplice presenza.

Nick Parisi. ha detto...

@ Valentina Bertani
Mentalità da provincialotti piccolo borghesi?
No, non è un espressione che grida vendetta, anzi corrisponde alla verità. Quel tipo di mentalità che non ha mai compreso che invece le persone acculturate discernono meglio la realtà circostante senza farsi influenzare troppo.
Speriamo che il futuro sia migliore del presente.

Nick Parisi. ha detto...

@ Salomon Xeno
Hai ragione, c'è differenza tra lo scrivere e il perdere tempo a "piacciarsi" sui social.
Mi auguro come ti auguri tu che si riesca a creare forme di aggregazione sempre più forti.
E che da questo nascano dei frutti duraturi.

Ariano Geta ha detto...

Onestamente non sono al corrente del fatto al quale fai riferimento, comunque mi limito a commentare il tuo discorso generale sul "naufragio" del fantastico.
Come ho scritto nel blog di Alex, a me sembra semmai che siano cambiate le forme espressive, e che queste sono sin troppo edulcorate e assai lontane da quelle che un tempo venivano definite "fantastico" (e soprattutto fantascientifico).
I vari Harry Potter e compagnia sono inoppugnabilmente un esempio di "fantastico", anche se magari a te o a me non piacciono. I viaggi spaziali non attirano più l'attenzione (forse anche perché l'attività della Nasa e delle varie agenzie spaziali è ferma).
Insomma, questa "fantasia dolcificata" è segno dei tempi, ma a 360 gradi. Tutto qui.
P.S.: Anch'io ero il bambino "strano" che leggeva tanto ;-)

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano
Capisco il punto di vista, certo può benissimo darsi che sia semplicemente il segno dei tempi. Indubbiamente Harry Potter (che a me non dispiace) è fantasy, a me da lettore va benissimo che ci siano certi prodotti. Solo vorrei più possibilitá di scelta, tutto qui.
Mantendo la metafora culinaria, sarebbe bello che i cuochi del locale del fantastico, cioè editori, curatori, produttori cinematografici che siano non preparassero solo panini, ma che ci facessero trovare anche delle solide bistecche al sangue.

angie ginev ha detto...

Perbacco Nick sacrosante parole, le collaborazioni a volte nascono, e poi si infrangono, magari non per cattiva volontà, ma perchè la vita ti coinvolge in situazioni complesse ed il tempo da dedicare ad un progetto scarseggia.
Tu sei tu ...e sei giusto....in tutti i sensi...Un abbraccio Angie

Nick Parisi. ha detto...

@ Angie
Ci si prova Angie, ci si prova Angie...
E se alle volte ci si riesce è anche grazie a gente in gamba come te.

Unknown ha detto...

collaborazioni, croce e delizia di tanti blogger...però è vero, gli intenti ci sono sempre, ma purtroppo la volontà spesso nn basta, ci vuole quel qualcosa in più che però spesso vien a mancare....senza cattiveria, ovvio, ma....

Nick Parisi. ha detto...

@ Donata
Lo so, non è facile ma almeno noi ci proviamo.

Melinda ha detto...

Ciao Nick,
passo al volo per un saluto.
Un abbraccio

Nick Parisi. ha detto...

@ Melinda
Ricambio il saluto. ;)

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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