Accade in Italia # 19. - le Segnalazioni di Fine Ottobre!

Ci stiamo lentamente avvicinando agli sgoccioli di questo ottobre, tra poche ore saremo in piena All Hallows' Eve e lo Zio Nick e gentile signora si cuccheranno una serata a base di Dvd horror, tornerò a bloggare a pieno a fine settimana ,ma come dimenticarsi della rubrica più amata da autori ed editori?
Ecco quindi la puntata mensile di Accade in Italia. Poche segnalazioni questo turno ma di peso.

1)" VIETATO LEGGERE ALL'INFERNO" DI ROBERTO GERILLI.

Mi scrive Pia Ferrara, conosciuta in occasione di StraniMondi  che mi segnala l'ultima uscita della Casa Editrice con cui collabora.

Da lunedì 10 ottobre Speechless Books torna sugli scaffali virtuali con un nuovo titolo: Vietato leggere all’inferno, di Roberto Gerilli. Un romanzo sulla lettura e i libri, su chi li legge e chi li pubblica, scaricabile gratuitamente dai principali store in formato PDF, ePub e mobi.

Amleto Orciani vive in un’Italia molto simile alla nostra, dove però la letteratura è illegale. I lettori sono tossicodipendenti, si fanno di Guerra e pace e la Guardia di Finanza punisce il traffico di e-book e tascabili con la galera o la riabilitazione forzata.

Amleto è uno di loro, un ostinato sniffa-inchiostro che ha iniziato da piccolo e non ha più smesso. Quando Eleonora lo contatta per proporgli un sacco di soldi e un’impresa folle che rivoluzionerà l’editoria, Amleto accetta il rischio e finisce coinvolto nelle attività clandestine del Circolo, alle quali, scoprirà sulla sua pelle, sono interessati in parecchi, primo fra tutti il misterioso Bibliotecario.

Accompagnato dalla prefazione di Giovanni Arduino, Vietato leggere all’inferno è un thriller pulp a sfondo distopico che si cala nella cultura trash contemporanea, riprendendo lo stile ironico e disincantato del moderno noir americano.
In un mondo in cui i libri sono vietati e la cultura fa male, le uniche alternative a una vita da fuorilegge sono la resa o la ribellione.


E tu, rinunceresti a leggere per sopravvivere?



Quarta
Mi chiamo Amleto Orciani e sono un libromane. Ho trentacinque anni e mi faccio dall’età di dodici, quando la lettura era ancora legale. Ho iniziato per scherzo con L’isola del tesoro e non ho più smesso.
Leggere è la prima cosa a cui penso quando mi sveglio e l’ultima prima di andare a dormire. Sono talmente assuefatto da conoscere il significato di parole come paradossopennivendolo e opulenza. Insomma, uno sniffa-inchiostro senza speranza.
Vivo vicino ad Ancona, lavoro come inserviente in un discount di bricolage e arrotondo spacciando romanzi alla gente della zona. La mia vita non è un granché, ma mi ci trovo. Il problema è che vorrei avere più soldi, per questo accetto di aiutare Eleonora.
La ragazza è brava, ma così folle da voler cambiare il mondo dell’editoria da sola. Per seguirla mi tocca coinvolgere amici discutibili e incontrare gente che preferirebbe vedermi morto (il Bibliotecario ti dice niente?). Meno male che ho dalla mia Caterina, una camgirl con un secondo lavoro ancora meno presentabile del primo, però non sono sicuro mi possa salvare il culo, stavolta. Se ne esco vivo, giuro che smetto di leggere. Forse.

Vietato leggere all’inferno racconta la mia storia. Non insegna qualcosa che vale la pena conoscere, non ci sono buoni sentimenti o altre cazzate ma per sballarsi con gli amici è perfetto. Provalo, e fammi sapere se funziona.

Dettagli
Data di uscita: 10 ottobre
Titolo: Vietato leggere all’inferno
Autore: Roberto Gerilli
Editore: Speechless Books
Pagine: 412
Euro: free (digitale); 15,90 (cartaceo)
ISBN-13:978-1539151784
ISBN-10:1539151786
Genere: thriller, pulp, distopico
Sito ufficiale: www.vietatoleggere.it



Autore
Roberto Gerilli è un lettore anconetano di trentasei anni. Non esce mai da una libreria senza aver compra­to almeno un libro, riconosce gli editori dall’odore della loro stampa e vive in una casa in cui ci sono più librerie che armadi. È talmente dipendente dalla lettura che ha cominciato a scrivere. E ha scritto un libro sui libri.
Nel 2014 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, Città Senza Eroi, per UteLibri, mentre nel 2015 e nel 2016 sono usciti Questo non è un romanzo fantasy! e Apo­calypse Nerd, entrambi editi da Plesio.

Editore
Realtà editoriale no profit nata nel 2012, Speechless Books ha esordito con una rivista letteraria da venti milioni di lettori, Speechless Magazine. Successivamente, ha pubblicato il romanzo urban fantasy / young adult di Emanuela Valentini da più di duecentomila download,La bambina senza cuore, e un alcuni racconti di Eleonora C. Caruso (Col nostro sangue hanno dipinto il cielo), Andrea G. Colombo (La lapide di ardesia) e Chiara Palazzolo (Damasco e dintorni). Oltre ai progetti per il sociale Diari dal sottosuolo e What women don’t want – Il web contro la violenza sulle donne, Speechless coltiva belle storie e autori di talento, spesso ancora poco conosciuti. Gli e-book sono gratuiti e scaricabili dal sito ufficiale www.speechlessmagazine.com e dagli store online.

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Credo molto nel lavoro della RiLL, proprio per questo segnalo sempre con piacere le loro inziative e le loro uscite.
Ecco le ultime novità:


Lunedì 31 ottobre,  dalle 18:00, presso la Sala “Giovanni Ingellis” di Lucca Games, avrà luogo la premiazione del XXII Trofeo RiLL per il Miglior Racconto Fantastico, bandito dall’associazione RiLL - Riflessi di Luce Lunare.

Il Trofeo RiLL è uno dei maggiori concorsi letterari italiani per racconti fantastici: possono partecipare storie fantasy, horror, di fantascienza e, in generale, qualunque storia sia (per trama e/o personaggi) “al di là del reale”. A ciascuna delle edizioni più recenti hanno partecipato circa 250 racconti (397 nel 2016, anno che segna un record assoluto di partecipazione), inviati soprattutto dall’Italia, ma anche da Belgio, Croazia, Germania, Regno Unito, Repubblica di San Marino, Svizzera e dall’Australia.

L’associazione RiLL è attiva dal 1992 e da sempre cerca di scoprire e valorizzare nuovi autori che scrivono letteratura fantastica e dell’immaginario. La cerimonia finale del Trofeo RiLL si svolge sin dalla prima edizione a Lucca Games, che dal 2006 ospita anche la premiazione del concorso SFIDA, sempre organizzato da RiLL.

Durante la cerimonia finale del XXII Trofeo RiLL sarà presentata l’antologia “TUTTO INIZIA DA O e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni”, nuova uscita della collana “Mondi Incantati” (ed. Wild Boar), che da più di dieci anni pubblica i migliori racconti del Trofeo RiLL e di SFIDA, e che è realizzata col patrocinio di Lucca Comics & Games.
Come già nei più recenti “Mondi Incantati”, Tutto inizia da O altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni contiene la sezione RiLL World Tour, che propone agli appassionati italiani cinque racconti fantastici premiati in altrettanti concorsi letterari esteri con cui il Trofeo RiLL è gemellato: l’Aeon Award Contest (Irlanda); il James White Award (Regno Unito); il premio Visiones (Spagna); il Nova Short-Story Competition (Sud Africa); la Short-Story Competition dell’Australian Horror Writers Association (Australia).

“TUTTO INIZIA DA O e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni” è un’antologia di quindici racconti, perfetti per farsi rapire dalle affascinanti visioni del Fantastico, guidati da autori italiani e stranieri.
Aprono il volume i cinque racconti premiati del XXII Trofeo RiLL, scelti dalla giuria del concorso, composta da scrittori, giornalisti, accademici e autori di giochi:

Vincitore del XXII Trofeo RiLL: Tutto inizia da O, di Maurizio Ferrero (Vercelli)
Un racconto che mischia la fantascienza classica con riferimenti al mondo dei giochi di ruolo e dei videogiochi. Efficace e coinvolgente, nella sua circolarità. Il cerchio si chiude con totale soddisfazione del lettore, visti il perfetto meccanismo narrativo generale e la compiutezza dei singoli episodi.

Secondo Classificato: Gartu, di Davide Jaccod (Aosta)
Un riuscito racconto fantasy, molto ben scritto e sviluppato. Si passa dalla satira della burocrazia e di un certo mondo del lavoro a quella sulla superstizione, con un tono insieme ironico e “tenero” verso i due protagonisti.

Terzo Classificato: Prova di Recupero, di Luigi Rinaldi (Roma)
Ottimo esempio di fantascienza distopica, ambientata in un mondo alternativo, ma molto vicino al nostro. La narrazione, tutta centrata sul punto di vista del giovane studente protagonista, accresce il carico empatico ed emozionale della storia.

Quarto Classificato: La transazione del secolo, di Francesca Cappelli (Firenze)
Il racconto di un incontro di mondi in quel di Firenze, a Ponte Vecchio, con tratti grand-guignoleschi, paesaggi realistici e riferimenti al “mondo magico”. Un’originale storia di realismo magico.

Quinto Classificato: La Commedia dell’Arte, di Francesco Nucera (Pavia)
Un racconto con protagonisti Pulcinella e Arlecchino, in azione nella Milano dei nostri giorni. Un ottimo esempio di come si possa riuscire ad ambientare storie fantastiche in Italia attingendo alle nostre tradizioni.


Sempre nel corso della premiazione, Renato Genovese, direttore di Lucca Comics &Games (e giurato del Trofeo RiLL), consegnerà il premio speciale Lucca Comics & Games per SFIDA 2016, il concorso che RiLL riserva agli autori giunti una o più volte in finale al Trofeo RiLL.
La SFIDA che dà il nome al premio è quella che RiLL lancia agli autori: scrivere un racconto fantastico che rispetti uno (o più) vincoli scelti da RiLL, e che cambiano di anno in anno.
Per il 2016, RiLL ha scelto di unirsi ai festeggiamenti per le “nozze d’oro” del binomio fra la città di Lucca e il festival del Fumetto: il filo rosso che lega i cinque racconti vincitori di SFIDA 2016 è RE MIDA. In altri termini: in ciascuna storia, c’è qualcuno (o qualcosa) che trasforma in oro quello che tocca…

I cinque racconti vincitori di SFIDA 2016, selezionati da RiLL, sono pubblicati nell’antologia “TUTTO INIZIA DA O e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni”.
Gli autori dei racconti vincitori sono: Massimiliano Malerba (Roma), Michele Piccolino (Frosinone), Rosalba Risaliti (Livorno), Alberto Tarroni (Varese), Alain Voudì (Genova).
Fra i cinque testi selezionati, il premio speciale Lucca Comics & Games 2016 va a “Tocco Magico”, di Alain Voudì, un racconto giallo-fantasy che mischia realtà e magia, ambientato nella città sarda di Alghero.


Per maggiori informazioni:
Lo stand di RiLL a Lucca Games (padiglioni viale Carducci) è il numero M48.

L’associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare è attiva in ambito letterario e ludico dai primi anni ’90.
Attualmente, la principale attività associativa è il Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico, un premio letterario bandito dal 1994 e che ha riscosso un interesse crescente fra gli appassionati e gli scrittori esordienti (oltre 250 i racconti partecipanti a ciascuna delle edizioni più recenti).
Sul sito di RiLL sono on line tutte le informazioni sul Trofeo RiLL e le sue diverse edizioni, insieme a buona parte dei racconti premiati e ad un vasto archivio di articoli e interviste
Ma c'è anche un' altra antologia:


La Spada, il Cuore, lo Zaffiro” è la sesta uscita della collana Memorie dal
Futuro, edita da Wild Boar e curata dall’associazione RiLL Riflessi di Luce
Lunare.
Memorie dal Futuro è una collana di antologie personali, dedicate ai racconti
degli autori che più si sono distinti nei concorsi letterari organizzati da
RiLL (in particolare: nell’ambito del Trofeo RiLL per il miglior racconto
fantastico, uno dei maggiori premi italiani del settore, con circa 250 racconti
partecipanti all’anno).

“La Spada, il Cuore, lo Zaffiro” propone i racconti fantasy di Antonella
Mecenero: insegnante piemontese, autrice di romanzi gialli e storie fantasy. I
suoi racconti sono stati premiati in molti concorsi letterari.

“La Spada, il Cuore, lo Zaffiro” è un’antologia di dieci storie, che spiccano
per la qualità della scrittura e per il tono lieve, ma non superficiale, con
cui sono narrate.
Inoltre, ed è un cambiamento per la stessa collana cui appartiene, “La Spada,
il Cuore, lo Zaffiro” propone quattro racconti che appartengono a uno stesso
corpus, perché tutti ambientati nello stesso mondo fantasy: il Leynlared, un
regno formato da cinque regioni, che Antonella Mecenero ha creato mischiando
elementi medievali e rinascimentali. I quattro racconti dal Leynlared, che
occupano la seconda metà del volume, tratteggiano un affresco di questo mondo,
comunicandone la ricchezza e il fascino.

Nei racconti de “La Spada, il Cuore, lo Zaffiro” ci sono i migliori
ingredienti del genere fantasy: draghi, magie, tesori, battaglie, fantasmi,
complotti… Tutto il necessario per soddisfare il senso del meraviglioso di ogni
lettore. Ma sono storie buone anche per rivisitare il fantasy, visto che hanno
spesso e volentieri protagonisti inattesi, lontani dagli archetipi del genere.
Questo è particolarmente evidente per i racconti dal Leynlared ambientati
negli anni del regno del principe Amrod: tre storie in cui il tema della
diversità (nell’orientamento sessuale) è centrale per caratterizzare il
personaggio, le sue azioni e la storia stessa del regno. E il merito di
Antonella Mecenero è quello di trattare questo elemento con intelligenza,
riuscendo a rispettare i topos del genere, a evitare le banalità del
politicamente corretto, e a descrivere un mondo complesso, dove anche i
pregiudizi hanno una causa, se non addirittura qualche buona ragione (lo
decideranno i lettori) di esistere.

Proprio perché i protagonisti di questi racconti sono spesso inattesi,
“diversi”, è grande la cura della loro caratterizzazione psicologica, come
spiega la stessa autrice: “Il fantastico, come tutta la narrativa, parla
principalmente di noi, in quanto esseri umani. Temo che, anche se abitassimo
davvero in un mondo popolato di draghi e fantasmi, i mostri peggiori
rimarrebbero quelli che vivono dentro il nostro animo. Questo è il nucleo della
mia narrativa. In ognuno di questi racconti i personaggi devono fare i conti
principalmente con sé stessi, per capire chi sono, cosa desiderano o accettare
le conseguenze di cosa sono diventati.”

“La Spada, il Cuore, lo Zaffiro” propone i racconti fantasy di un’autrice che
merita l’attenzione di tutti gli appassionati di Fantastico e delle buone
letture: Antonella Mecenero.
Il libro è disponibile da ottobre 2016.

Antonella Menecero
Racconti fantasy
Wild Boar Edizioni
140 pagine, euro 10
Illustrazione di copertina: Valeria De Caterini

3) "CONDOMINIO 9"  DI J.A. GIDEON.


Editore: Phasar
Anno edizione: 2016
Pagine: 330 p. , Brossura
  • EAN: 9788863583854

EURO: 12,75.

Un condominio dove la gente non sogna e non ha memoria. Un mondo dominato da un'unica voce che parla ininterrottamente agli inquilini. Una storia che potrebbe cambiare tutto, ma che per farlo dovrà raggiungere il piano più alto e imbrattarsi di sangue. Condominio 9 è l'incubo dietro l'angolo. Un mondo non molto lontano dalla nostra realtà che potrebbe presentarsi in ogni momento nelle nostre vite, o che forse è già arrivato senza che ce ne accorgessimo. Attraverso una lente grottesca e sporca di sangue, ci viene mostrato il peggio degli esseri umani e, al tempo stesso, il loro disperato bisogno di sognare per sopravvivere. Un piano dopo l'altro, il cerchio si chiude delineando l'unico vero protagonista di questo romanzo: quel compagno oscuro che tutti abbiamo e che chiamiamo Ego.

Ed anche per questa puntata è tutto.
A presto!
E ovviamente, fatemi sapere quali tra queste letture vi interessa di più!

LO STRANO CASO DI PASSO DYATLOV. - Seconda Parte

Attenzione: i contenuti e le immagini  presenti in questo articolo potrebbero offendere la sensibilità di alcuni lettori.

La prima parte di questo dossier è stata pubblicata QUI.


"L’uomo è l’oggetto più misterioso e sconcertante scoperto dalla scienza."
Angel Ganivet.

"Il mistero non è un muro, ma un orizzonte. Il mistero non è una mortificazione dell’intelligenza, ma uno spazio immenso, che Dio offre alla nostra sete di verità."
Antoine de Saint-Exupery.

Nel momento stesso in cui Igor Alekseevic Dyatlov ed i suoi otto compagni lasciano le innevate case di Vizaj in un certo senso è come se abbandonassero anche i sentieri della storiografia ufficiale per addentrarsi in un territorio ben più nebuloso.
Ben presto ogni contatto con loro viene perduto.
Inizialmente nessuno si preoccupa quando non giungono notizie da parte del gruppo.
Non si preoccupa certo Yuri Efimovic Yudin nel frattempo tornato a Sverdlovsk, lui ha la massima fiducia nei confronti dei suoi compagni tutti escursionisti esperti. Non si preoccupano nemmeno i familiari dei nove ragazzi, loro possiedono la massima fiducia nei loro congiunti.

Franco Battiato e la Fantascienza II. - Un Guest Post di Jacopo Berti.

Seconda parte della lunga ed appassionante disanima compiuta da Jacopo Berti (alias Timetrapoler) sui rapporti tra fantascienza e la musica di Franco Battiato.
Vi ricordo che questo articolo fa parte della serie Visti da Lontano.
Visti da Lontano è  una rubrica di guest post che ospita- alternativamente-  interventi di autori famosi, oppure articoli scritti da persone che non siano frequentatrici abituali del mondo della fantascienza o dell'horror. Oppure come in questo caso specifico,  un modo per salvare dall'oblio post interessanti apparsi in precedenza su siti ormai chiusi.
Questo post è infatti già uscito QUI sul bel blog Il Meme Egoista.
Se invece cercate la ristampa della prima parte la trovate QUI.

GLI ANNI SETTANTA

FETUS

Nel 1972 un Franco Battiato noto forse per l’irriverente pubblicità dei divani Busnelli (vedi post precedente) pubblica con l’etichetta Bla Bla il suo primo LP: Fetus.

Cominciamo bene: l’album è, come recita il retro della copertina, “interamente dedicato alla persona e all'opera di Aldous Huxley”. Si tratta di musica sperimentale, elettronica (“uno dei primi dischi italiani elettronici”, spiega il Maestro), progressive rock e quant’altro. Un’orgia di musiche, suoni e rumori, lontana tanto dal cantautorato dei singoli degli anni precedenti quanto dal pop a tratti ironico-cinico del decennio successivo. L’utilizzo della strumentazione, piuttosto nuovo per l’arretrata scena musicale italiana, è spesso smaccatamente esibizionista, così come provocatoria è la copertina, che molti negozianti preferirono non esporre.

LO STRANO CASO DI PASSO DYATLOV. -Prima Parte


" La principale malattia dell'uomo è la curiosità irrequieta delle cose che non può sapere"
Blaise Pascal

"Il vero mistero del mondo è il visibile, non l'invisibile."
Oscar Wilde

Abbiamo sempre avuto un rapporto contraddittorio e possessivo con il  pianeta dove viviamo. Crediamo di conoscerlo totalmente, pensiamo che non ci sia più niente di nuovo da scoprire, riteniamo  anzi ci illudiamo che questo pianeta ci appartenga, che sia solo nostro, che sia a nostra completa e totale disposizione.
La verità però e molto diversa.
Non solo non è il "nostro" mondo, non solo non ci appartiene per niente perché è un luogo dove siamo solo ospiti. Inoltre sovente dimentichiamo che questa roccia nello Spazio che ci ostiniamo a chiamare casa alla fine è solo un  luogo che condividiamo con molte altre creature viventi che hanno i nostri stessi diritti di viverci.
E forse non dovremo mai smettere di ricordare a noi stessi che, nonostante i nostri sforzi, aldilà di tutta la nostra più cieca arroganza non conosciamo per niente il mondo che ci ospita. 
L'eccessiva arroganza spesso fa pagare un prezzo più grande di quello che siamo disposti a concedere.

Franco Battiato e la Fantascienza I. - Guest Post di Jacopo Berti

Torna anche la rubrica Visti da Lontano, in questo caso vi propongo una tripletta di post scritti da Jacopo Berti.  L'occasione è duplice, da un lato si è parlato molto del recente premio Nobel a Bob Dylan e quindi mi sembrava appropriato parlare dei rapporti tra musica e letteratura, in questo caso segnatamente tra musica e fantascienza.  In secondo luogo, recentemente questo post di Miki Moz ha riaperto il dibattito sullo strumento blog, sulla sua vita e sul perché molti blog poi vengano abbandonati.
Il Meme Egoista è stato  un blog molto interessante, da tempo non viene aggiornato ( a proposito Jacopo, sicuro di non voler tornare a bloggare? Non vuoi ripensarci?) però nella sua breve vita ha pubblicato articoli interessanti ed anche se sapete come io non ami molto i guest post lo scopo di questa rubrica è anche quello di recuperare dall'oblio cose interessanti.
Come questo articolo (pubblicato originariamente QUI)
Ci rivediamo tra qualche giorno, con un post scritto da me e dedicato ad un mistero della storia russa, che intervallerà la tripletta dedicata a Berti e a Battiato.

INTRODUZIONE

La scomparsa, qualche mese fa, di David Bowie e la conseguente – non nuova e senza dubbio legittima – associazione del suo nome alla science fiction mi hanno portato a ragionare su quali siano le forme d'arte o, più in generale, i tipi di media per i quali si può parlare di fantascienza.
Per quanto possano essere diversi i criteri definitori e motivate le rinunce a una definizione, nella maggior parte dei casi siamo in grado di riconoscere come fantascientifici un romanzo o un racconto, un film o un fumetto; una qualsiasi produzione apertamente narrativa. Certo, non si ci sono solo opere che costituiscono il “centro” del genere e che vi vengono ascritte col più ampio consenso: esistono anche opere meno inquadrabili, che suscitano dibattiti sui sottogeneri e sulle “periferie” del genere stesso; discussioni che non necessariamente approdano a un punto fermo. Ma, in entrambi i casi, si sa almeno a cosa guardare: in primo luogo ai contenuti (temi e topoi, immaginario, personaggi…); in secondo luogo – secondarietà sulla quale si può comunque discutere – alla forma (stile, struttura, linguaggio…).

Con queste premesse, che dire dunque della musica? Può essa definirsi fantascientifica in senso stretto, prescindendo dai testi e dai contesti ai quali è associata? Arte difficilmente oggettivabile, arte che esiste solo quando è eseguita o riprodotta, la musica sembra insofferente a qualunque caratterizzazione tematica forte. Persino il fatto che “tema” sia un termine musicale autonomo suggerisce che, tema a se stessa, la musica possa accogliere solo in un certo senso temi che siano altro da sé.
Se è vero che la musica può avere una profonda vocazione narrativa e descrittiva, bisogna anche dire che la narrazione e la descrizione musicale sono veicoli di senso e di significato che però non giungono a individuare un referente.
Difficilmente riconducibile alla fantascienza in modo diretto, la musica ne è però degnissimo complemento. Penso ovviamente alle canzoni e alle colonne sonore e noto come, in effetti, alcuni generi musicali siano “più fantascientifici” di altri, nel senso che sono più spesso abbinati a contenuti legati alla science fiction. Penso al “rock”, alla musica “classica” a quella “elettronica” (perdonate l’uso spudorato delle virgolette per evitare la complessità: consideratele apposte ogni volta che ricorrono questi termini). Per questi tre generi, credo che le caratteristiche intrinseche non possano essere distinte da considerazioni storiche.
Se associo la musica classica (o comunque l’impianto orchestrale classico) alla fantascienza non riesco a decidere se sia più perché entrambe hanno gli strumenti per accedere all’attrattiva di un’epica fuori dal tempo o se sia invece perché, intuìto quanto sopra, tale genere musicale sia stato legato indissolubilmente alla science fiction attraverso le fanfare di Strauss in 2001 Space Odissey o attraverso la colonna sonora di Star Wars, composta da John Williams alla maniera de I pianeti di Holst.
Se vi associo il rock di un Bowie (per non parlare dello “Space rock”), oltre all’evidenza dei testi, è perché in un dato contesto storico fantascienza e musica rock furono tra le manifestazioni più di spicco di un anelito ribelle e anticonformista e finirono naturalmente associati? O perché vi è invece un legame più profondo, preesistente, di ethos, forme e strutture?
Se penso alla musica elettronica e sperimentale come colonna sonora perfetta per un film o per la lettura di certa narrativa di fantascienza – e qui il discorso è ancor più complesso – sono debitore della colonna sonora del Pianeta proibito e dello straordinario Vangelis di Blade runner? Oppure è perché una certa musica sperimentale è estrapolazione rivolta al futuro del mondo sonoro contemporaneo allo stesso modo in cui la fantascienza è estrapolazione del contesto sociale, antropologico e tecnologico? O, ancora, per il sottile piacere dell’ambiguità tra la funzione diegetica o extradiegetica del suono in un film di fantascienza? In altre parole: ciò che sentiamo nelle due colonne sonore sopra citate è il possibile rumore di ciò che vediamo o la sua trasposizione simbolica? E, per tornare alla classica e a SW, il ripetuto frizzare, quasi un suono bianco, delle spade laser è in primo luogo nella sceneggiatura o nella partitura?
Poche certezze, tanti interrogativi. Che rivolgo a me stesso e a chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui. Una cosa invece posso dare per assodata: ovvero che più ancora di Bowie e delle colonne sonore di film amati, il mio punto di riferimento a cavallo tra musica e fantascienza è Franco Battiato.



Si potrebbe pensare che il settantenne cantautore siciliano, eccentrico sperimentatore di forme e linguaggi eccetera, abbia solo sporadicamente incrociato la fantascienza, nelle sue peregrinazioni pop e mistiche; che, tra una visita a Teheran, un Disco d’oro e una Targa Tenco, abbia a volte trovato il tempo di fantasticare alzando gli occhi al cielo, molto prima di sapervi orbitante l’asteroide 18556 che porta il suo nome. Invece la prospettiva fantascientifica è tra le costanti della sua produzione cantautoriale, ed è alla base di alcuni suoi album.
Grande artista, musicista, interprete, intellettuale, “personaggio” a tutto tondo, Franco Battiato è, solo dopo diverse altre definizioni, “cantante” nel senso più comune del termine. Qualche mese fa, a un concerto, poco dopo la prova dell’esistenza delle onde gravitazionali – chiunque ami il Maestro, in quell’occasione pensò a La cura – ne ho avuto la riprova: con poca voce, senza falsetto e, ad essere onesti, neanche tanto pronto di riflessi, ma non importa, anzi. Battiato si è dimostrato quel che è sempre stato: poeta e narratore. Si siede, accompagna la sua performance con gesti delle mani lenti, misurati, espressivi; va fuori tempo e non si sa se lo faccia di proposito; se non arriva a prendere le note delle canzoni della sua gioventù, senza scomporsi, passa a un recitativo o a un parlato.
“Parlami dell’esistenza di mondi lontanissimi – canta, o dice – di civiltà sepolte, di continenti alla deriva. Parlami dell’amore che si fa in mezzo agli uomini, di viaggiatori anomali in territori mistici. Di più: seguimmo per istinto le scie delle comete come avanguardie di un altro sistema solare…”
Dinamiche di vasta antichità letteraria: la narrazione inizia con l’invito a narrare…
Ma non è il caso di affrettarsi. Mi fermo qui, per riprendere nel prossimo post, per cominciare dall’inizio.

Nel Frattempo a "StraniMondi 2016". - Seconda Parte.

La prima parte di questo folle ed inutile resoconto è uscita QUI.

Sottotitolo: Paura e Delirio a Milano!
Ovvero...Cronache semiserie e semi-no della Mia Incursione alla Manifestazione Longobarda...


- DI ESPOSIZIONI; LIBRI E PORTAFOGLI SVUOTATI....

Mentre fuori ricominciava a piovere e i visitatori all'interno della struttura dell' UESM si riempivano sempre più, io ed Eddy, che nel frattempo - per puro sadismo personale- avevo promosso fotografo ufficiale della spedizione, ci siamo divertiti a girare uno per uno i vari stand.
Cito in puro ordine casuale gli editori e gli espositori presenti quest'anno : Acheron;  La Ponga;  EKT; Delos; Vincent Books; Wyrd; Plesio; Nero Press; Alia Evo;  Cicap; DBooks; Future Fiction;  Della Vigna; Hypnos;  Kipple; Runa Editrice; Milena; I Sognatori Casa Editrice; Tabula Fati; Solfanelli; Watson; Ultimo Avamposto; La Bancarella di Gort; Zona 42 e l'usato di Fantascienza e....


Nel Frattempo a "Stranimondi 2016". -Prima Parte

Sottotitolo: Paura e Delirio a Milano!
Ovvero...Cronache semiserie e semi-no della Mia Incursione alla Manifestazione Longobarda...

Sabato come detto sono andato a Milano, da tempo mancavo da Manifestazioni e Convention varie, però StraniMondi era l'occasione giusta per conoscere diversi amici frequentati finora solo in rete ed anche per rivedere altre persone come il "gruppo dei blogger milanesi".
Prima di continuare una premessa doverosa: di norma sono una persona timidissima, inoltre nonostante (o forse proprio per questo) io sia nato in una famiglia numerosa, caratterialmente sono un vero e proprio "orso". A volte però in pubblico, per nascondere la mai timidezza effettuo battute su battute, magari esagerando, quindi nel caso dovessi aver esagerato o essermi preso qualche libertà di troppo con qualcuno  me ne scuso abbondantemente, capite però che si è trattato di battute senza alcuna malizia e compiute in assoluta buona fede, ok?
E allora cominciamo?
Ma andiamo per ordine.
A dirigerci verso l'ex capitale morale d'Italia, altrimenti detta Malaaano! ( Milano, a beneficio dei non autoctoni milanesi) eravamo in due: il sinceramente vostro ed il suo pard Eddy altrimenti conosciuto su Facebook come Iain M. Scalzi proveniente da Treviso.
Passione tanta, speranza molte di più

E Domani a "Stranimondi 2016"....


E così  sembra certo che riuscirò ad esserci anche io a Stranimondi2016.
Fino all'ultimo momento, per una serie di situazioni che non sto qui a raccontarvi ero stato profondamente in forse. Pur amando molto la fantascienza e la letteratura fantastica in tutti i sensi, nel corso degli anni passati più volte pur essendo pronto a partire (ad esempio per Bellaria) mi erano sempre capitati all'ultimo momento degli imprevisti che mi avevano impedito di partire. Inoltre come sapete il B.V.Z.N  ( il Buon Vecchio Zio Nick, traduco per i non nocturniani) è nel suo intimo una personcina molto timida, uno di quelli che si sottovalutano sempre.

Però Stranimondi è Stranimondi, un festival di fantascienza organizzato da chi la fantascienza la ama veramente. L'occasione giusta per incontrare ( e re- incontrare) un sacco di gente in gamba.
Il tutto tenuto in una due giorni ricca di grandi  ospiti ( Alastair Reynolds; Ramsey Campbell; Tricia Sullivan; Gianfranco Manfredi; Alan D. Altieri; Maurizio Manzieri; Chiara Montanari e Massimo Polidoro del CICAP ) nomi che, se bazzicate le latitudini letterarie di Nocturnia  dovreste conoscere da tempo ; una ricca esposizione editoriale con una valanga di bei libri; conferenze; kaffeeklatsch e tanta altra bella roba

Ma, come dicevo, sarà un' ottima occasione per incontrare un sacco di bella gente, magari autori, magari blogger già incontrati come quelli del "gruppo milanese"; magari blogger ancora non incontrati; magari ancora alcuni dei miei precedenti intervistati o quelli del gruppo UraniaMania o amicizie facebookiane.
Io dovrei esserci il sabato pomeriggio assieme ad Eddy Mazzarini ( quel bizzarro folletto trevigiano che una volta aveva un blog che rispondeva al nome di Direzione Errata e che parlava di Cinema.)
Insomma, tra tante belle facce ci sarà anche il brutto muso di un quasi cinquantenne leggermente in sovrappeso che si aggirerà tra gli stands quasi come se fosse nel Paese delle Meraviglie.
Un saluto a tutti gente.
Magari al ritorno vi farò una sorta di resoconto della manifestazione.

INTERVISTA CON ALASTAIR REYNOLDS!






Nel fine settimana a Milano ( e precisamente nei giorni tra il 15 ed il 16) si terrà la seconda edizione di Stranimondi , manifestazione dedicata ai libri fantastici, con contorno di presentazioni, di mostra mercato; dibattiti, Kaffeklatsch  (QUI il programma completo ) ed una nutrita selezione di ospiti nazionali ed internazionali (QUI). L'appuntamento è decisamente di quelli importanti, anzi che dico? Di quelli fondamentali! Lo Zio Nick, notoriamente un gran timidone non sa ancora se parteciperà, certo l'occasione sarebbe fantastica per incontrare un gran bel numero di amici quindi voi andateci che ne vale la pena e chi sa mai se tra tanta bella gente all'ultimo minuto non possiate incrociare anche il brutto muso dello Zio Nick?
Nel frattempo, per festeggiare degnamente la manifestazione Nocturnia pubblica una bella (e come da tradizione nocturniana lunghissima) intervista ad Alastair Reynolds uno dei grandi ospiti di Stranimondi 2016.


Ringrazio Al Reynolds per la sua gentilezza e disponibilità, per chi volesse approfondire vi segnalo il blog personale del grande autore di fantascienza.
A fine intervista troverete anche una bio dello scrittore.


(For english version scroll down )

Nick:  Benvenuto su Nocturnia Al, è davvero un grande piacere averti ospite del mio blog.
Come prima domanda ti chiedo di raccontarci dei tuoi inizi e del momento in cui hai deciso di diventare uno scrittore.

Alastair Reynolds: Non so se ci sia stato un momento preciso. Sin dalla più tenera età mi sono sentito attratto dalla scrittura, ma non l' ho mai considerata come una vocazione se non molto più tardi nella mia vita. Quando avevo circa 16 anni mi ricordo che presi la decisione consapevole di prendere la scrittura nella maniera più seria possibile, ma ancora una volta non pensavo certo di diventare uno scrittore professionista.

Nick: quali sono stati gli scrittori e le opere ( romanzi, fumetti, film, serie televisive) che ti hanno maggiormente influenzato come appassionato prima ancora che come scrittore (Alcune credo di averle indovinate, sbaglio se dico che mi sembra di notare influenze di scrittori come Arthur C. Clarke e Larry Niven; di serie come Dr Who e dei fumetti di Dan Dare?)
 E cosa ti ha avvicinato alla fantascienza e alla narrativa fantastica in generale?

Reynolds:  Hai ragione nel menzionare Clarke; lui probabilmente è stato il primo scrittore di fantascienza i cui lavori in prosa io abbia mai letto. Prima di quel momento però io avevo sviluppato la passione per la fantascienza televisiva come Star Trek e Doctor Who ed alcuni dei miei primi ricordi riguardano la visione di film di SF come The Time Machine e Fantastic Voyage. Dan Dare, l'ho scoperto tramite un vecchio annual della Eagle appartenuto a mio padre che conteneva alcune avventure del personaggio - ma è successo molti anni prima che m'interessassi veramente a Dan Dare. Niven è stato uno scrittore che mi ha fortemente appassionato durante gli anni della mia adolescenza; la sua influenza è stata fortissima sui miei primi due ( ancora inediti) romanzi. Ancora oggi io amo molto i suoi romanzi e racconti che compongono il ciclo dello "Spazio Conosciuto".

Parte del cast di Doctor Who durante
l'"era Pertwee" ( 1970-1974)

L'INTERVISTA INTEGRALE CON DANILO ARONA !

Oggi vi presento la mia intervista con il grande Danilo Arona, uno di quegli scrittori che hanno rilanciato l'horror in Italia. L'intervista davvero molto corposa rappresenta, nelle mie intenzioni, una sorta di celebrazione per la carriera di Arona.
Ringrazio veramente di cuore Danilo per essersi sottoposto a quella che lui stesso ha riconosciuto come la più lunga intervista a cui gli sia mai capitato di dover rispondere.
Lo ringrazio anche per la sua sincerità e per aver voluto condividere con i lettori di Nocturnia i suoi ricordi, il suo presente ed i suoi progetti per il futuro.
Come sempre vi auguro una buona lettura, mentre per i lettori che volessero approfondire vi segnalo il link del blog personale dell'autore ( QUI)
Al termine dell'intervista troverete come BONUS CARD, una breve bio sullo scrittore presa proprio dal sito ufficiale dello scrittore.

Nick:  Ciao Danilo, benvenuto su Nocturnia. È un piacere averti come ospite. Come prima domanda ti chiedo di parlarci dei tuoi inizi e del momento in cui hai deciso di diventare uno scrittore.

Arona:  Beh, tecnicamente il mio inizio risale ai primi anni '70 quando, tra musica itinerante e università a Genova, presi a collaborare con una fanzine di fantascienza che si chiamava Kronos, diretta da un indomito pioniere, Piero Giorgi, autore di una monumentale opera di 1000 pagine su Jack Williamson. Tenevo una rubrica dal titolo Cronache cinematografiche e lì me la tiravo da critico saccente e nuvolone su quei pochi film di fantascienza che uscivano allora. Dato che Piero ospitava anche i raccontini dei fanzinari di allora, ne mandai un paio anch'io e lui me li pubblicò quasi subito (subito, si fa per dire, Kronos usciva un paio di volte all'anno, nonostante il suo nome beneaugurante...). Mi ricordo che mi scrisse (allora si comunicava per lettera...) più o meno: “Te li passo anche se sono horror”. In effetti il mio immaginario era quello. Racconti con titoli come Il pozzo, Le macchie sul muro, Quando sussurrano le ombre, Il giorno dei cristalli..., nulla a che fare con astronavi, distopie o alieni. Ma per me, sono sincero, erano poco più che dei giochini. A me interessava il cinema, al punto tale che su Kronos pubblicai “La storia del cinema di fantascienza” a puntate, con inserti staccabili e relative schede da rilegare poi alla fine dell'opera. Questo, come accennavo, fu l'inizio “tecnico”. Però un immaginario tarato quale il mio si forma molto prima e in questo mi tocca ancora citare la leggendaria zia Piera che, di nascosto da suo marito e dai miei genitori, mi portava al cinema di pomeriggio a vedere le cose che piacevano a lei, ovvero film horror e thriller. Ne avrei da citare, ma ti basti sapere che mi vidi (si fa per dire, stavo sotto la sedia...) Psyco a 11 anni. Poi, in modo disordinato, arrivò tutto il resto. Ancora per merito della zia, conobbi l'antesignana e seminale collana “I Racconti di Dracula”, affiancata da un'altra che si chiamava “KKK – I Classici dell'Orrore”. Pubblicazioni da edicola, però con un loro perché, e intanto crescendo mi si affinava il gusto gotico e la passione per la paura sullo schermo. Poi, va da sé, l'incontro con i classici (Poe, Lovecraft...) e un altalenarsi, piacevolissimo, tra pratiche “alte” e materiali erroneamente considerati “bassi” (fumetti, come l'indimenticabile rivista Horror edito da Gino Sansoni). Nel '75 Vittorio Curtoni lesse le mie recensioni su Kronos e mi chiamò a Robot, che stava giusto uscendo per Armenia, a dividere il podio della rubrica di segnalazioni cinematografiche con Vanni Mongini, Andrea Ferrari. Fabio Pagan e altri. Iniziò un periodo bellissimo. Conobbi personaggi straordinari (Lippi, Nicolazzini, Caimmi e altri) e iniziai a frequentare i Festival di Trieste, di Parigi e di Sitges. Vittorio e io diventammo amici al punto tale che un anno, all'inizio degli anni '80, andammo in vacanza assieme a Bobbio – per inciso, tornai ingrassato di 10 kg. In questo lungo periodo, purtroppo destinato a finire con la chiusura di Robot e l'audace quanto troppo in anticipo tentativo di Aliens, io non pensai affatto alla narrativa e a me stesso come scrittore. Restavo molto determinato sulla saggistica cinematografica, avendo pubblicato una fortunata Guida al Fantacinema per Gammalibri e tentando di essere sempre all'avanguardia nel “captare” la musica che girava intorno - presumo di avere scritto uno dei primi articoli italiani su John Carpenter, La notte del Grande Cocomero, nel leggendario, ultimo numero di Robot, il 40, ad agosto nel '79.




 Da lì a poco però capitò che un amico del giro triestino, Luciano Comida, pensasse da par suo di assemblare la prima antologia italiana di rock fiction, L'hotel dei cuori spezzati, un prodotto ancora insuperabile per genialità con quest'idea grandiosa di declinare le mitologie del rock in chiave fantastica, e mi chiedesse di partecipare. Ovvio che sì e, dato che come chitarrista mi ispiravo a Jimi Hendrix, pensai di cimentarmi con la sua figura, non tanto con la sua misteriosa e indecifrabile morte quanto con i suoi esordi sui quali si poteva spaziare con l'immaginazione. Così, nel 1984 uscì in quella profetica antologia La musica di Sam Hain e quello fu il mio battesimo narrativo da professionista, tralasciando in verità di citare diversi racconti pubblicati in precedenza su altre fanzine oltre a Kronos. Ma, vedi... Io non ho mai “deciso” di diventare uno scrittore. Mi vedevo – e tutto sommato ancora oggi, con la maturità degli anni e le modificazioni del tempo, la penso così – come un appassionato, reso esperto dalla passione, in grado di produrre libri, ora di critica cinematografica ora di saggistica “di confine” a volte di fiction, che in qualche modo fossero tutti parte integrante di un “tutto” coerente, con un leggibile percorso interno alla caccia del Lato Oscuro, tra horror e fantascienza. Peraltro, per completare il quadro, devo ricordare che, quando uscì La musica di Sam Hain, mi ero appena sposato e a tutto pensavo, meno che alla scrittura.

ALTRI VOLTI DA FILM.

Ho sempre amato molto il Cinema, ma con questo non intendo certo parlare di quei film di moda, quelli dei quali "bisogna" parlare per forza o di quei grandi capolavori che fanno epoca ( purtroppo sempre di meno ogni anno che passa) No io intendo quelle cinematografie minori, quei generi considerati secondari, che però sovente regalano vere e proprie perle. Ma se siete qui a leggermi, credo che questo lo sappiate già, starei ore ed ore a discutere e a scrivere di produzioni horror o di fantascienza ed un giorno anche di peplum, spaghetti western  o perché no?  Anche delle loro coeve varianti spagnole e tedesche  ( eh già! Sono esistite anche cose come il paella western o il kraut western ). Allo stesso modo rimarrei ore ed ore ad ascoltare discussioni sulla vita professionale delle britanniche case di produzione Hammer o Amicus.

Immagine da ¿Quién Puede Matar a un Niño? (1976)
di
Narciso Ibanez Serrador ( Spagna)

O da quelle dell'americano Roger Corman. O ancora dal nostrano Mario Bava.
Si tratta di film impreziositi dall'opera di tanti attori non sempre ricordati quanto meriterebbero, volti e nomi non sempre in primo piano ma che hanno impreziosito il Cinema di genere italiano, europeo e mondiale, visi che siamo abituati a vedere in più di una produzione, magari riconoscendone le sembianze ma senza mai ricordarne i nomi.
Volti da Film, per l'appunto
Vogliate seguirmi in questa serie di articoli, mettetevi comodi, allacciate le cinture e riprendiamo il lungo viaggio attraverso la lunga storia del Cinema.
(QUI trovate il precedente post della serie)

- HUGO STIGLITZ       MEXICO   ( 1940/ .....)

Sembra quasi strano a pensarci oggi, ma c'è stato un periodo in cui anche in paese come il Messico esisteva una fiorente industria cinematografica dove si realizzavano fior fior di horror o di thriller.
Certo, i risultati finali variavano molto: si andava da pellicole decisamente naif come le serie di Santo o di Blue Demon, in cui i vari wrestler, anzi luchadores per utilizzare l'espressione locale, veri e propri eroi nazionali in quel paese finivano per scontrarsi contro invasioni aliene, mummie, scienziati pazzi e sanguinari vampiri fino a giungere ad exploitation di tutto rispetto come quelle del vulcanico René Cardona Jr in grado di rivaleggiare con quelle più blasonate e più ricche di mezzi provenienti dagli States o dall' Europa Occidentale.

WAYWARD PINES - Prima Stagione (2015)

"Non provare ad andare via. 
Non parlare del passato.
 Non parlare della tua vita precedente.
 Rispondi sempre al telefono se squilla. 
Lavora sodo, sii felice. 
Goditi la vita a Wayward Pines"

Tutto comincia con un incidente di macchina, un uomo Ethan Burke, di professione agente federale sopravvive a stento ad un grave scontro mentre è alla ricerca di due suoi colleghi recentemente scomparsi, tra cui la sua ex amante. Ethan si risveglia nell'ospedale di una piccola cittadina nel centro dell' Idaho. Ad unaprima impressione Wayward Pines sembra un luogo come tanti altri ma ad uno sguardo più approfondito molti tra i maggiorenti della città, a cominciare dallo sceriffo Pope, dal medico cittadino Dottor Jenkins e dal' infermiera Pilcher, nascondono altre intenzioni. Diversi tra i residenti si comportano come se fossero prigionieri ed onnipresenti telecamere spiano in continuazione ogni momento della giornata.
Wayward Pines è una prigione animata da proprie regole e la fuga è punita con la morte, ben presto anche Ethan e la sua famiglia, che nel frattempo lo ha raggiunto, entrano a far parte dell'ingranaggio.
Chi detiene le chiavi della verità: chi ha in mano la verità? Coloro che vogliono scappare? O quelli come il misterioso David Pilcher che vorrebbero tenere tutti dentro?
Fuori Wayward Pines c'è un mondo più grande, ma è ancora il nostro mondo?

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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