VOLTI DA FILM: EROI DUE O PIU' VOLTE!

Argomento decisamente riposante oggi per un post ancora più tranquillo.
Ormai se ne è accorto anche il più distratto o disinformato tra noi: i Cinecomics, cioè i film tratti da fumetti, rappresentano uno dei fenomeni più sfruttati dalla cinematografia moderna.  Che li si ami o che li si detesti non si può ignorare l'esistenza di pellicole come Logan o Avengers Endgame e di norma i Cinecomics più redditizi e fortunati salvo rare eccezioni sono quelli ad argomento super eroistico. Gli attori fanno a gara per interpretarli, i registi migliori si contendono i titoli, stessa cosa per gli sceneggiatori.
Eppure non è sempre stato così.


Copyright : Marvel &DC Comics

Fino a pochi anni fa per molti interpretare o lavorare in un film tratto da un fumetto veniva considerato come un incidente di percorso nella propria carriera.
Nel 1978 il regista Richard Donner dovette faticare non molto a convincere uno scrittore che conosceva per convincerlo a collaborare alla stesura della sceneggiatura del primo film di Superman, l'artista in questione (no non era Mario Puzo l'autore de Il Padrino, che invece partecipò senza problemi alla prima stesura realizzando però uno script ritenuto troppo lungo ma Tom Mankiewicz, che per puro sadismo cancellò tutto quello che era stato scritto da Puzo). Secondo Donner il suo amico Mankiewicz, almeno inizialmente, non ne voleva proprio sapere di lavorare ad una pellicola che parlasse di un personaggio dei fumetti.
Per la cronaca, non solo Tom Mankiewiz cambiò idea ma per la sua e la nostra fortuna realizzò un'ottima sceneggiatura.
Tuttavia la storia è significativa di quanti preconcetti ci siano stati e ci siano ancora riguardo all'argomento.
Ma non è questo quello di cui parleremo oggi.

DRAKULA ISTANBUL'DA - Un Guest Post by Obsidian Mirror

PREMESSA ESPRESSA:
Se c'è una cosa che ho imparato cercando notizie e situazioni interessanti da presentare su Nocturnia è che non solo esistono più cose in cielo e in terra di quante ne possa sognare la nostra filosofia ma che spesso per molte di queste medesime cose esistono più punti di vista. Prendiamo ad esempio un personaggio storicamente esistito come Vlad III di Valacchia detto Tepes (L'Impalatore) o Dracul (dell'Ordine del Drago appellativo quest'ultimo ereditato dal poco amorevole padre Vlad II) o Draculea (Figlio del Diavolo o del Drago) per non citare le decine di altre varianti. Provate a chiedere agli abitanti della Romania o della Moldavia e vi risponderanno parlandovi del loro grande eroe nazionale, del condottiero che per decenni li ha difesi contro l'invasione turca. Proviamo invece a scendere di qualche chilometro per fare la stessa domanda ad un abitante della Turchia.... beh, la risposta che riceverete sarà radicalmente diversa. Per non parlare della letteratura o del Cinema.... 
Il Dracula di Bram Stoker che si è solo lontanamente ispirato al personaggio storico distorcendone la figura è un perfetto caso di appropriazione infedele e di totale e volontario travisamento.
Eppure lo stesso romanzo di Stoker fu vittima, come sappiamo, di decine di plagi, di versioni non autorizzate se non di vere e proprie di scopiazzature in giro nel Mondo; se è universalmente noto quanto accadde in Germania col Nosferatu il celeberrimo film di Murnau qualche giorno fa l'amico TOM sul suo blog The Obsidian Mirror (QUI , QUI e  QUI) ha svelato un altro caso meno conosciuto, quello di un romanzo turco!
Ebbene, parlando con TOM è venuto fuori l'esistenza anche di un film, una pellicola turca ispirata al romanzo.
Un film dell'orrore turco? Sia l'orrore, sia i film di genere sconosciuti delle Cinematografie a torto considerate minori sono entrambi argomenti che m'interessano e parecchio anche.
L'occasione era troppo ghiotta per non parlarne ringrazio quindi lui e Simona per aver passato a Nocturnia questo splendido guest post.
Buona Lettura!
Nick

Drakula İstanbul'da

In questi stessi giorni, sul blog “The Obsidian Mirror”, si sta parlando di un curioso romanzo turco dal titolo "Kazıklı Voyvoda" (letteralmente “il principe impalatore”), un testo che, con novant'anni di ritardo, ha attraversato i confini del suo paese d'origine materializzandosi in una lingua occidentale. Sono quasi certo che state seguendo con attenzione l’analisi di Dracula in Istanbul (questo il titolo scelto dall’editore britannico Neon Harbor) ma, nel caso vi siate distratti, avete tutto il tempo di recuperarla una volta terminata la lettura di questo piccolo, chiamiamolo così, spin-off.
Brevemente in questa sede dirò solo che "Kazıklı Voyvoda" fu un clamoroso caso di plagio letterario, perpetrato dal poeta e scrittore turco Ali Rıza Seyfioğlu, che nel 1928 si appropriò del capolavoro di Bram Stoker, lo tradusse, tagliò via le parti a suo parere meno interessanti, aggiunse nuove situazioni e nuovi punti di vista e, una volta terminata quell'operazione di fine sartoria, lo presentò al pubblico spacciandolo come suo.
Nulla di nuovo sul fronte orientale, mi verrebbe da dire, visto che siamo di fronte ad una vecchia abitudine alla quale, grazie alle barriere linguistiche e culturali e ad una totale mancanza di controlli, la Turchia non ha mai rinunciato, sin dai tempi dell’antica Bisanzio (o quasi). È significativo tra l’altro il fatto che anche il più antico testo letterario turco conosciuto, risalente al 1816, sia un adattamento non accreditato dell’opera di Molière Il medico per forza” (Le Médecin malgré lui, 1666).
Il cinema turco, lo sappiamo bene, si è spinto ancora oltre: negli anni Settanta il novanta per cento dei suoi film sono stati remake, adattamenti e spin-off di opere occidentali (alcune riconoscibilissime, come già sottolineato da Nick Parisi in alcuni suoi vecchi post), la cui fonte è però sempre stata accidentalmente omessa. In questo scenario Dracula non fa eccezione. Per quanto ne so, del sedicente Dracula turco addirittura il mondo non seppe nulla fino ad una dozzina di anni fa (*), quando si sparse la notizia dell’uscita su un DVD targato Gala Film (in turco senza sottotitoli) di "Drakula İstanbul'da"un vecchio film in 8 millimetri che era passato sulle televisioni locali nei primi anni Cinquanta.

L' attore turco Atif Kaptan (1908-1977), più di 300 film all'attivo in patria
è Dracula in Drakula İstanbul'da.Kaptan ha recitato fino a pochi giorni prima della sua morte
(Nota di Nick)
Nonostante quel DVD fosse oggettivamente osceno, privo di qualsiasi tentativo di restauro e con il problema del "rotolamento" dell'immagine in vari punti (il lato inferiore di un'immagine finisce nella parte superiore dello schermo), ciò bastò a diffondere il titolo oltreconfine e far sorgere ai più curiosi le prime domande sulla sua genesi.
Entrambi regista (Mehmet Muhtar) e sceneggiatore (Ümit Deniz), infatti, non solo si scordarono clamorosamente di Bram Stoker, ma fecero in modo che nei crediti del film venisse espressamente citata come fonte, unica e originale, la versione farlocca del proprio connazionale. A chi stesse pensando che il nome Drakula sia di riflesso un riconoscimento all’opera dello scrittore irlandese, ricordo che in Turchia, così come in gran parte dell’Europa orientale, Dracula era un nome noto da qualcosa come cinque secoli, e non certo per via di un romanzo epistolare.
Su The Obsidian Mirror, sul quale come detto mi sono riservato il giusto spazio all’analisi del testo, non ho trovato il giusto modo per inserire qualche commento sul film e ringrazio Nick Parisi per avermi ceduto un po’ del suo spazio.

Al di là della pessima qualità con cui questo film è giunto sino a noi, è evidente che sia stato realizzato con mezzi scarsi o nulli, decisamente sorpassati anche negli anni Cinquanta: l’effetto è quello di trovarsi di fronte un film in stile anni Trenta, il che potrebbe tutto sommato essere considerato un “omaggio” al ben più celebre Dracula di Tod Browning, con il quale “Istanbul’da” condivide numerose inquadrature. È interessante tenere presente che, nonostante la grande popolarità del genere horror nel cinema occidentale, la Turchia non se ne è mai è avvicinata veramente, tanto che“Drakula Istanbul’da” può a tutti gli effetti essere considerato il primo esercizio di questo genere. In precedenza ci fu solo "Çığlık" (Scream), scritto e diretto da Aydın Arakon nel 1949, che non può però essere considerato un film dell'orrore in senso stretto. Dopo Drakula, passeranno quasi vent’anni prima che un altro horror venga sfornato nel paese, e sarà "Ölüler Konuşamaz ki" (I morti non parlano, 1970) di Yavuz Yalınkılıç, un goth in bianco e nero in perfetta tradizione Hammer. Questo fenomeno può essere ricercato nella stessa identità turca, che si basa fondamentalmente sull'essere imperturbabili, senza paura. L'Islam stesso è essenzialmente una religione di salvezza, non di paura, e ciò la pone su un piano diverso dalle altre religioni, nelle quali la paura, sin dai tempi più remoti, è stata primariamente un mezzo per il controllo delle masse e per il mantenimento della sovranità acquisita. L’Islam alimenta l'idea di un paradiso certo dopo la morte e l’inferno, se esiste, è solo un luogo di espiazione temporaneo.
Tutto ciò ha reso difficile per sceneggiatori, registi e produttori trovare delle soluzioni nel cinema dell’orrore. Tuttavia, l'Islam non ignora completamente l'elemento paura: la privazione della fede è una di queste paure, forse la più grande, così come lo sono l’ansia tecnologica e la misoginia (queste ultime ancora più evidenti in estremo oriente).

Ma torniamo a “Drakula Istanbul’da”. Il plot, come da copione, rispecchia effettivamente il romanzo di Ali Rıza Seyfioğlu: l’ambientazione viene spostata da Londra a Istanbul e i molti riferimenti al Cristianesimo (la croce, l’ostia consacrata) vengono sostituiti con altri più appropriati alla Cultura Islamica. L’ambientazione è moderna, al punto che troviamo dappertutto automobili e telefoni (spassoso, per inciso, il tentativo di uccidere Dracula nella bara a revolverate). I personaggi che si muovono sullo schermo sono tutti di nazionalità turca: non ci sono professori olandesi come Van Helsing, né tantomeno cowboy americani come Morris, lo sfortunato personaggio che Bram Stoker fece morire ad un passo dalla parola fine. I numerosi tagli già apportati dallo scrittore vengono confermati: niente più la parentesi del Demetra, il mercantile che trasportava Dracula nel suo viaggio dal Baltico a Londra, e niente più Renfield, il pazzo zoofago in cura dal dottor Seward. Ulteriori cambiamenti sono stati poi apportati nel film: se già Ali Rıza Seyfioğlu aveva rivoluzionato il finale (per la verità quasi tutti lo hanno fatto al cinema), qui è il solo Azmi (alias di Jonathan Harker) ad inseguire il vampiro in fuga, a scoperchiare la sua bara e a porre fine alla sua esistenza. In questo modo salta del tutto il concetto dei “cavalieri della fede” promosso da Bram Stoker, che già Seyfioğlu aveva ampiamente ridimensionato in quanto di matrice eccessivamente cristiana. La stessa Guzin (alias di Mina Murray), che Stoker elevò a figura di spicco nel suo concitato finale, qui viene retrocessa a ballerina di night club (notevole tuttavia la performance che Guzin concede a Dracula sul palcoscenico di un teatro vuoto). In questo Dracula cinematografico troviamo invece un personaggio che normalmente è più tipico di Frankenstein, ovvero il maggiordomo basso, brutto e deforme che, nella fase iniziale del film, intrattiene simpaticamente l’ospite del Conte quando questi svanisce durante il giorno.

L'Attrice e ballerina austriaca Annie Ball (1930) è invece Guzin
La Ball prima di trasferirsi in Turchia ha lavorato anche in Italia
(Nota
di Nick)

In questo enorme cocktail di elementi apocrifi, c’è un solo particolare che troviamo in“Drakula Istanbul’da” e che possiamo ricondurre a Bram Stoker anziché alla sua controparte turca: la scena in cui il conte vampiro esce da una delle finestre del suo castello e si avventura camminando come un ragno sulle pareti esterne. Questo, per inciso, è un particolare unico che è stato ignorato in tutte le altre riduzioni cinematografiche.
Concludo con una chicca citata nei Trivia della pagina IMdB che, se confermata, sarebbe fenomenale: siccome non erano disponibili macchine per produrre nebbia artificiale nella scena del cimitero, venne chiesto a 30 collaboratori di accendersi una sigaretta dopo l’altra e di sbuffare fumo sulla scena, stando ovviamente attenti a non farsi riprendere. Chissà, mi chiedo, se ha origine da questo episodio quel luogo comune sui turchi che tutti conoscono…
TOM ( The Obsidian Mirror)

(*) in precedenza lo aveva in realtà fatto presente Kaya Ozkaracalar nel capitolo "Between Appropriation &Innovation: Turkish Horror Cinema", pubblicato sul saggio “Fear Without Frontiers”, a cura di Steven Jay Schneider (FAB Press, luglio 2003)

BONUS CARD:POSTFAZIONE CAPPUCCINATA!

Posta tra Asia ed Europa (anche se ultimamente sembra guardare più verso l' Asia) la Turchia ha sempre goduto di una discreta produzione cinematografica, anche di genere, va detto però -come ha ricordato lo stesso TOM più sopra-che sovente si trattava  di trasposizioni non autorizzate da fumetti o romanzi o di film occidentali fatte senza pagarne i diritti agli autori. Inoltre -aggiungo io-il più delle volte si trattava di pellicole realizzate con due lire (turche ovviamente) rilasciate  in poche, pochissime copie.  I destini di queste produzioni erano segnati sin dalla nascita: o venivano proiettati solo nelle grandi città come Ankara, Smirne e la stessa Istanbul e poi dimenticate oppure venivano replicate per anni presso il maggior numero possibile di sale cinematografiche sperdute dell'Anatolia con scopo di guadagnare quanto più possibile fino al loro deterioramento finale. Col risultato prevedibile che oggi molti di questi film sono da considerarsi perduti mentre gli altri sono disponibili solo su bobine o su pellicole  super 8 gravemente danneggiate. C'era un po di tutto : Avventura; Western (Kebab Western?); Simil-007; Polizieschi; Cappa e Spada e da un certo punto in poi come abbiamo visto anche fantascienza, horror & gotici- ci fu anche un tentativo di coproduzione con l' Italia (mi riferisco a Le Amanti del Mostro e a La Mano che nutre la Morte girati in contemporanea e in doppia versione italiana e turca da Sergio Garrone nel 1974 con uno svogliatissimo Klaus Kinski presente in entrambi e tanti attori locali, spesso però accreditati solo nella versione turca). C'erano film tratti da idee originali (pochi) ma anche tantissimi plagi
Lo stesso avveniva coi fumetti: tante traduzioni di fumetti italiani (Zagor e Tex erano e sono ancora oggi popolarissimi ) e francesi ma quasi tutte pirata. Immaginate la faccia di Sergio Bonelli quando venne informato che in Turchia non solo c'erano editori che traducevano il "suo" Zagor senza pagargli i diritti- un escamotage classico era quello di far ridisegnare le cover da artisti locali per confondere un po le acque e perlomeno così, se si volesse vedere il bicchiere mezzo pieno, diversi disegnatori turchi cominciarono a farsi le ossa- ma che addirittura in quel paese erano stati girati due film pirata sul personaggio. Suppongo che per anni l'orgoglio dell'autore dovesse aver fatto a cazzotti con l'altrettanto legittima incazzatura dell'editore!

Ecco invece una immagine dal film "Zagor Kara Bela" del 1971
Il secondo dei due Zagor apocrifi. L'attore Levent Cakir (1950)
 interpreta il ruolo di Zagor
(Nota di  Nick)
Oggi le cose sono decisamente cambiate: almeno nei fumetti gli attuali editori licenziatari realizzano edizioni ufficiali e pagano regolarmente i diritti,un paio di disegnatori turchi sono finiti a lavorare per  la Bonelli (Ersin Burak su Volto Nascosto) e quando, qualche anno prima di morire, Gallieno Ferri lo storico disegnatore di Zagor si è recato nel paese islamico è stato accolto con onori degni di una Star , per quella nazione e per il popolo turco la sua è stata una visita epocale.  Lo stesso si può dire anche del Cinema bis turco.  Nel corso degli anni anni si sono sviluppate numerose produzioni horror decisamente  autoctone, come la serie Siccin, una saga sulle possessioni demoniache ormai arrivata al quinto capitolo. 
Restano alcune ispirazioni, diciamo così, come pure diversi plagi però aumentano sempre più i prodotti totalmente indipendenti come idee e realizzazioni.
Insomma, la cosa più vicina ad un lieto fine che si potesse desiderare.
Per quanto riguarda la qualità, ne riparleremo analizzando un paio di film tra qualche mesetto.
Intanto grazie ancora a TOM per lo splendido guest post e mi raccomando: non perdetevi la seconda parte del suo dossier sul "Drakula Turco" presto su The Obsidian Mirror.
Nick


FONTI:

SINEMATURK

ADDENDUM DEL 04/10/2019:

Aggiungo un altro tassello a questa ricostruzione, proprio oggi il bravo Gioacchino Di Maio  all'interno del suo blog "Duecento Pagine"  (che vi consiglio a prescindere ) ha aggiunto un nuovo capitolo al dossier sui Dracula apocrifi  con un bell'articolo su "I Poteri delle Tenebre" (Il Dracula islandese ritrovato) che si va ad aggiungere al caso del Dracula turco. Nel caso vi fosse sfuggito, vi raccomando di recuperarlo.
Ne vale la pena.
E chi lo sa quanti altri romanzi del genere che plagiano il Dracula di Bram Stoker esisteranno in giro per il Mondo

MIDNIGHT CLUB #12 : MISTERI MARZIANI ! - Seconda Parte.

La Prima Parte è uscita QUI.

"Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
mettetevi comodi e raccontateci la vostra storia.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
Sentitevi a casa vostra.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
I bambini lasciati incustoditi saranno venduti come schiavi"



Ci sono cose e luoghi che, per la loro stessa natura, affascinano i nostri occhi e le nostre menti di esseri umani.
E' sintomatico, perfino normale.
E' la nostra stessa natura che ci porta a questo.
E alle volte è anche un bene perché così siamo portati a farci domande, a cercare di superare i nostri limiti per comprendere cosa ci sia veramente oltre l'orizzonte delle cose che possiamo vedere.
Ecco, Marte è uno di questi luoghi: da ben prima delle osservazioni di Giovanni Virginio Schiaparelli e di Percival Lowell o dei romanzi di Edgar Rice Burroughs molti di noi hanno sempre sperato di trovare tracce di vita su quel pianeta.
Vita intelligente ovviamente.

MIDNIGHT CLUB #12 : MISTERI MARZIANI ! -Prima Parte.

"Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
Mettetevi comodi e raccontateci la vostra storia.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
Sentitevi a casa vostra.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
I bambini lasciati incustoditi saranno venduti come schiavi"


Dopo così tanto tempo riesumo brevemente il "Midnight Club", la mia raccolta di post di storie difficili da classificare o da risolvere.
 Storie macabre, fantastiche, dedicate a figure particolari della storia, eventi e personaggi "strani," a volte semplicemente fuori dalla norma ma incastonati in vicende troppo brevi da inserire nei normali Dossier Mysteri Notturni Questo post come tutti quelli futuri contrassegnati con questo banner  andrebbe letto sul finire del giorno, quasi verso la mezzanotte, un po come quei racconti sui fantasmi che i nostri nonni raccontavano  attorno ad un fuoco; figurine di un album,  tessere di un antico domino, ospiti non invitati delle vostre serate, desiderosi di raccontarvi la loro vicenda umana.
Ed anche le loro vicende inumane.
Chiudete bene la porta, assicuratevi di aver serrato correttamente le finestre e soprattutto lasciate accesa la luce.
Andiamo a cominciare.

-IL VICINO DI CASA.

C'è stato un tempo nemmeno troppo lontano in cui sognavamo le Stelle, un passato in cui veramente sembrava che mancasse davvero poco alla conquista dello Spazio.
A cominciare dal Sistema Solare.
Il Giardino di Casa, lo chiamavano.
Ma come in ogni giardino anche in questo caso c'era un fiore che ci ha sempre attratto più degli altri.


Marte.
Marte il Rosso; Marte l'Incompiuto; Marte il Pianeta Misterioso.
Un mondo abbastanza vicino da poterci tentare col suo colore rosso accesso. Ma abbastanza lontano da frustrare la maggior parte dei nostri tentativi di raggiungerlo.
Ci hanno provato gli Americani a più riprese e, se in anni recenti, i rover Spirit ed Opportunity ci hanno fornito numerose foto interessanti del pianeta, è anche vero che in diverse occasioni ci hanno fornito più domande che risposte.
Ci provarono anche i Russi, in una fase particolare della loro Storia recente.
Quando ancora esisteva l'Unione Sovietica.

MAGNIVERNE (2018)

Dalla Sinossi Ufficiale: " Magniverne è un paesino sperduto fra le montagne di un Piemonte cupo dove i bambini giocano nei prati accanto a incubi che attendono nelle profondità dei fiumi e si nascondono nel ventre buio delle foreste. Magniverne è un luogo di predestinati, di memorie, di sdoppiamenti. Magniverne e i suoi confini che sono luoghi del passaggio verso l'età adulta, il suo cuore di fiaba fantasiosa e terribile, i suoi esorcismi e le sue avventure. Magniverne è il versante gelido, in ombra della provincia italiana: le case stregate non si contano e i luoghi innominabili sono invasi dai rovi, e ogni pietra nasconde una storia dimenticata."

In passato ho parlato spesso di Maurizio Cometto sul blog (QUI e QUI), il motivo è presto detto, lo scrittore piemontese appartiene a quel ristretto novero di autori, all'interno del genere perturbante dell'attuale panorama italiano, dotati di una loro personale poetica e di un proprio riconoscibilissimo stile narrativo. Si tratta spesso di una linea poetica affabulatoria che preferisce sottintendere i particolari, creare empatia verso i personaggi che delinea, magari anche verso quelli meno positivi, tesa a descrivere l'incontro verso un mondo "altro" ma comunque parallelo e vicino al nostro. Si, Cometto scrive storie fantastiche, ma che sono a loro modo anche la versione moderna delle fiabe che raccontavano le nostre nonne Ricordatevi questo particolare, ci torneremo al momento giusto.
Ed in un certo senso le storie scritte dall'autore cuneese sono tutte fiabe moderne.
Magari fiabe dark ma pur sempre di storie con una delicata struttura fiabesca si tratta.

NOCTURNIA AND ME!

E così rieccoci qua!
Dopo un' assenza di parecchi mesi riprendo a bloggare, presto ci saranno cambiamenti anche nella grafica e nelle rubriche. Ho deciso però in questo caso di riprendere per gradi, un passettino alla volta principalmente voglio tornare a divertirmi quindi questo sarà davvero un ritorno soft e slow. Magari con uno o max due post alla settimana ed interventi graduali nella struttura.



Prima di andare avanti, avevo chiesto ad alcuni amici di esprimere i loro pareri su Nocturnia, cosa pensavano del blog, i motivi per i quali lo seguono e magari anche le cose che apprezzavano di meno. Ecco le risposte ricevute, ve le propongo in rigoroso ordine di arrivo. Ringrazio gli amici che mi hanno inviato i loro commenti.
Se ne avete voglia sentitevi liberi di farlo anche voi...sarete inseriti nel post.
Mi eravate mancati gente!

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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