Accade in Italia # 36 - Le Segnalazioni di Pasqua.


Con vero piacere auguro a tutti voi una Buona Pasqua!
Per qualche giorno mi toccherà fermarmi, niente di grave, semplicemente il mio giovanile fisico ha bisogno di un altro piccolo tagliando.
Mettiamola così, durante tutta questa settimana avrò più tempo per tradurre l'intervista con il grande Craig Spector, che spero di potervi presentare dopo le feste.
Per adesso vi tocca una puntata speciale di Accade in Italia (spero gradita), avrete anche voi più tempo per leggere le proposte, da questa volta suddivise per categorie.
Quello che rimane uguale è la graditissima presenza delle splendide illustrazioni delle "nostre" Paola e Alessia.



Fantasia Naturale 3 by Paola Cocchetto.


Di nuovo Buona Pasqua a tutti!

Il programma di questa puntata comprende le seguenti sezioni:
-LIBRI
-CONCORSI
Per le prossime puntate sono previste anche altre sezioni quali: MANIFESTAZIONI &CONVENTION; PREMI; FUMETTI; INCONTRI CON GLI AUTORI; CINEMA; TELEVISIONE  e tanto altro.
Andiamo a cominciare.
- LIBRI

1) "ELUCUBRAZIONI A BUFFO" DI MARCO SETTEMBRE

Presentazione dell'antologia “Elucubrazioni a buffo!”
e delle prossime opere de il7

"Elucubrazioni a buffo!" è un libro che tende a sfuggire alle definizioni: non è horror e neanche completamente fantascienza o fantasy: è un'antologia sorprendente tra fantascienza e grottesco, di tono un po' amaro ma anche con effetti comici. Questo genere viene a volte chiamato avantpop, perché miscela aspetti formali avanguardistici con la vivacità del pop ed è un sottogenere del postmoderno. Nel mio caso, cioè in "Elucubrazioni a buffo!" c'è SICURAMENTE della fantascienza, però di un tipo bizzarro, con connotazioni accessorie grottesche o comiche; tuttavia, al fondo di tutti e dieci i racconti contenuti c'è un'amarezza e un acido perfettamente coglibile al di là del tourbillon di trovate. Il primo racconto, decisamente il più lungo, "Visite inattese", vede come protagonisti due perdenti, uno dei quali è un tipo un po' borderline che vive da solo e che riceve l'altro, mai visto prima, in casa sua, primo di una serie di personaggi con cui avrà a che fare durante tutta la notte... uno di questi personaggi è una tizia aliena, la Sbletchen, che in qualche modo assurdo fa un lavoro assimilabile a quello della cartomante, ma ce ne sono parecchi altri che si susseguono con un ritmo e dei dialoghi tra il depresso e lo scoppiettante. Ci sono poi, nel libro, anche due racconti brevi in cui l'amore viene presentato sotto una luce sconfortante e distorta, il primo, "Petunia", con una lei giovane e snob come protagonista, e il secondo, viceversa, "T'hanno portata via", con un lui che in prima persona espone le sue recriminazioni sulla storia finita con una tizia che era piuttosto scombinata di testa, pare. Sia lo stile che le storie sono iperboliche e surreali, eppure in esse si può sempre rintracciare il rimando a qualche situazione reale. "Lato" è un racconto perfettamente di fantascienza, ambientato in un ristorante all'attico di una torre panoramica in una metropoli, e al centro c'è il confronto tra un editore del futuro ed un suo scrittore in crisi, che cenano allo stesso tavolo. E c'è una sorpresa moooolto fantascientifica e bizzarra che è l'elemento determinante della trama. È di fantascienza anche "Far finta di niente": è affidato al dialogo, e solo andando avanti si intuisce che gli interlocutori sono dei sopravvissuti ad un olocausto nucleare. Anche qui fa la differenza il modo in cui la storia è raccontata, e la componente ironico-surreale, perché è il mio modo di essere originale, però resta di fantascienza. Come anche "Rito sacrificale", in cui i due personaggi principali sono rappresentanti istituzionali del pianeta Terra (che viene presentato in modo sarcastico) su un pianeta lontanissimo in cui una civiltà bizzarra, piuttosto fricchettona, appare ben lontana dalla mentalità gretta, cieca, razzista e puntigliosa del terrestre più alto in grado, dei due. Naturalmente sto evitando gli spoiler. "Dandysmo coatto" è invece un grottesco urban fantasy di ambientazione romana, con un tipo strano che si fa ospitare da una famiglia di parvenu ignoranti salvo poi, in un momento imbarazzante, farsi sostituire da un suo sosia fantasmatico per potersi vendicare di una signora di estrazione nobile ma molto arrogante che si affaccia dal terrazzo del piano di sopra. "Femmine di castoro" è una breve storia che si focalizza invece su rivalità tutte femminili all'interno di un salone di parrucchiera, e ci mostra come il ridicolo di certe invidie può prendere pieghe pazzesche ed esasperate. È di fantascienza (sempre legata al surreale e al grottesco) "Ab origine": un presentatore televisivo introduce degli studi scientifici compiuti sul pantheon di divinità di una razza aliena a cui noi terrestri assomiglieremmo; qui si scivola nel non sense, apparentemente, ma il rimando è ai tipi psicologici codificati da Jung nell'omonimo celebre saggio. L'ultimo racconto, "La flemma", è di stampo un po' sociale: parla di un anziano un po' strano che per sfuggire al trattamento svilente della sorella, con la quale vive in un appartamento condominiale, scende in strada di sera e subisce l'assalto di una babygang che lo rapisce per fargli fare un giro in macchina a tutta velocità e sui quali però lui riesce a fare breccia coi suoi discorsi particolari. Quest'ultimo racconto non è di fantascienza però è notturno, quindi affine in certa misura a Nocturnia, e credo piuttosto originale nello sviluppo, perché io faccio muovere i miei personaggi sempre secondo una logica illogica e quindi l'effetto è in genere estraniante, in misure variabili. D'altronde, il sarcasmo, molto spesso, quando non è mirato a ferire il prossimo, ci salva dalla disperazione dei momenti difficili, ed il mio stile, attraverso l'originalità e la bizzarria di certe situazioni rappresentate, intende far sorridere anche delle peggiori catastrofi, creando mondi altri in cui tutto sembra possibile, ma il rimando concreto è all'assurdo che a volte permea anche la nostra quotidianità, come si vede anche nelle mille incomprensioni che si verificano nelle comuni conversazioni. Nei miei racconti questo aspetto, ovvero la surrealtà che serpeggia nella vita di tutti i giorni, è esasperato e porta a contesti e dialoghi molto fantasiosi che credo siano gustosi anche perché alludono sempre a dinamiche reali e con un messaggio profondamente umanista.
Si tenga anche conto che ho altri libri in preparazione che saranno tutti di fantascienza e anche con aspetti cyberpunk, quindi, anche se conservo la dimensione stravagante e grottesca, sono come autore pur sempre catalogabile nella fantascienza distopica. In particolare, sono anche noto a Roma, in certi ambienti underground, per i miei readings performativi del "Progetto NO", un'opera che si è classificata al secondo posto, nel 2010, al concorso nazionale MArte Live sezione Letteratura, e che è molto corposa e densa di spunti, sperimentale, fantascientifica e un po' cyberpunk; dato che la sto revisionando e correggendo, è ancora inedita ma il mio solito editore già s'è detto interessato.
Inoltre devo completare un altro romanzo di fantascienza distopica, nella mia personale interpretazione del genere, che si intitolerà "Ci capiscono poco"; è ambientato nella Roma del 2079 ed è ispirato nella sua parte centrale ad una storia vera. Per finire, ho già pronto del materiale per una nuova antologia, il cui titolo potrebbe essere "RImuginamenti a ciccio!", e anche un altro romanzo, anch'esso ambientato nel futuro, ma ancora più lontano, in cui il postumanesimo è da molto tempo una realtà e in cui anche il sesso è molto cambiato: si intitola "Wayne e il senso di sfregamento intimo" e naturalmente è un po' osèe, ma senza mai essere troppo volgare, perché il grottesco e la visionarietà fanno da filtro nella direzione di una fantascienza ibrida e un po' imprevedibile.

Link alla recensione n.1, sul blog di letteratura "L'ombra delle parole":

Link alla recensione n.3, sul blog di fantascienza "The Quatermass Xperiment":
https://thequatermassxperiment.wordpress.com/2017/07/27/recensione-di-elucubrazioni-a-buffo-de-il7-marco-settembre/

Links per l'acquisto:
https://www.libreriauniversitaria.it/elucubrazioni-buffo-settembre-marco-edilazio/libro/9788898135448 14,00 E
https://www.ibs.it/elucubrazioni-a-buffo-libro-marco-settembre/e/9788898135448 13,30 E




Breve Biografia de il 7  Marco Settembre
Laureato cum laude in Sociologia/Scienze della Comunicazione con una tesi su cinema e videoarte, è stato pittore (tra l'altro inventore di un tipo particolare di collage), grafico e videoartista (nel 1997 con i suoi filmati è stato tra i vincitori del concorso comunale “L’Arte a Roma”). Ora sul versante visivo pratica la Urban Photography con un taglio enigmatico e fa parte delle scuderie della Galleria Gallerati, specializzata in fotografia, ma è soprattutto giornalista pubblicista nel settore della cultura e scrittore. Ha infatti pubblicato "Esterno, giorno" e l'antologia avantpop "Elucubrazioni a buffo!" (Edilet, rispettivamente 2011 e 2015) ma è noto, in alcuni ambienti, per il suo romanzo sperimentale fantascientifico-distopico "Progetto NO", ancora in lavorazione ma presentato in numerosi readings performativi in diverse locations a Roma, tra cui l’Alpheus, il Metateatro, il Centro Elsa Morante, il Tra le Volte di San Giovanni, l’Ospizio Giovani Artisti. Sta anche completando un altro romanzo, “Ci capiscono poco”, sempre tra fantascienza, surreale e grottesco, mentre "Wayne e il senso di sfregamento intimo" è già pronto. È Di-Rettore del Décollage de 'Pataphysique di Roma e per le Edizioni del Collàge de ‘Pataphysique sta per uscire un libricino scritto a quattro mani con un co-autore e che contiene un racconto, “Ritorno a Locus Solus” che rappresenta il sequel dell’opera più nota di Raymond Roussel.

2) "BIG BAD BUNNY" DI SAMUELE FABBRIZZI

Terza uscita per Dark Twin a fine marzo: è il nuovo attesissimo romanzo horror di Samuele Fabbrizzi

“Big Bad Bunny”, il B-movie su carta che vorreste vedere sugli schermi


Sei amici in viaggio su un furgoncino hippy alla volta di El Paso, Texas, per assistere a un concerto.
Tutto sembra filare per il verso giusto, tra caldo, litigi, erba e... incubi: gli inquietanti incubi di Demetria, che non la lasciano in pace e le fanno dubitare della propria sanità mentale; l'incubo di Fargo, che teme che la sua Jennifer possa tornare con l'ex, Pedro; l'incubo di Sonia, non riuscire a raccogliere abbastanza like su Facebook, abbastanza cuori su Instagram, abbastanza popolarità; l'incubo di Jennifer, cedere alle proprie insicurezze, alla gelosia, alla paura di non essere amata; l'incubo di Damasco, rimanere solo o doversi accontentare di “una cicciona”; l'incubo di Pedro, aver perso l'ispirazione, lui che vive di e per la propria creatività, quando in realtà non si rende conto di avere già perso tutto il resto.
E poi gli incubi che diventano realtà quando il coniglio che tormenta i sogni di Demetria diventa molto, troppo reale.
E Los Monstruos li aspetta. Il Marvin Hotel, l'unica cosa rimasta dopo l'incendio del Settantadue, con la strana e inquietante, malvagia famiglia che lo gestisce, unici superstiti di una comunità di circensi, di fenomeni da baraccone, di freaks. Votati a una divinità altra rispetto a quelle conosciute, un Grande Coniglio con la passione per i personaggi dei Looney Tunes.
Un luogo in cui il terrore diventa palpabile, dove l'unica via di fuga sembra essere la morte: perché nessuno abbandonava il Marvin Hotel. E soprattutto nessuno lasciava Los Monstruos. Mai.
Samuele Fabbrizzi costruisce una storia originale, indimenticabili scene splatter e personaggi così reali da entrare subito nel cuore del lettore, per un romanzo da non perdere.
Disponibile da fine marzo in formato digitale e cartaceo in tutti i maggiori store online e su ordinazione in libreria.

Samuele Fabbrizzi
“Big Bad Bunny”j
Dark Twin, marzo 2018
211 pp.
Ed. Digitale: € 2,99

3) "LUCENTI" DI UDUVICIO ATANAGI


Romanzo: Lucenti, Scritto da Uduvicio Atanagi, Illustrazioni AkaB. Eris Edizioni
Lucenti uscirà il 27 marzo.

Il libro racconta la storia di una famiglia legata in modo indissolubile alla sua terra. E' la storia di una maledizione del sangue e una sorta di trattato sull'oscurità.

Sinossi Ufficiale:
In quel paese perso nella campagna toscana si dice che i Lucenti siano sempre destinati a tornare lì, a quel podere, inesorabilmente trascinati da qualcosa di più grande di loro. Si dice anche che Mino, il ragazzo dei Serrani, passi gran parte delle sue giornate immerso nelle pozze di fango, invece che giocare con gli altri ai videogiochi. Lucio invece sparisce all’interno del bosco per giorni interi e quando ritorna i suoi vestiti sono lacerati.
C’è come una forza che agisce su quel paese, qualcosa che c’entra col bosco e che non fa crescere più nulla in quei luoghi; forse quel paese è davvero maledetto. Irma, una delle anziane che vive lì, racconta storie di donne che portavano il suo stesso nome. E poi c’è il buio, anche quando la luce lo nasconde, mosso da una forza insaziabile. Le generazioni si danno il cambio, le epoche scorrono, ma una cosa sembra non cambiare mai: la volontà di un uomo non sarà mai abbastanza, le sue radici lo tratterranno sempre nella terra che lo ha creato.
Mino nel fango sfugge da tutto, fino a quando in paese non arriva una estranea dallo sguardo familiare. A quel punto, forse, l’abbraccio intenso di quel fango non gli basterà più per sentirsi
protetto. 



-CONCORSI

A) CONCORSO LETTERARIO "OLTRE LA SOGLIA" TERZA EDIZIONE.




Mi scrive Francesco Troccoli:

La soglia è un romanzo del 1980 di Ursula Kroeber Le Guin. La grande scrittrice statunitense è mancata lo scorso 22 gennaio e in quell'occasione, su Left online e in una breve intervista alla Radio Svizzera, ho cercato di ricordare il suo valore come autrice di una narrativa fantastica di stampo umanistico, un valore grazie al quale era già da molti anni entrata nella storia della letteratura mondiale.
Sempre in omaggio a Ursula, quest'anno la terza edizione del concorso di fantascienza e fantasy organizzata da Veledicarta è perciò dedicata a lei. Oltre che dal sottoscritto la giuria è formata da Luigina Sgarro, Flavio Alunni e Stefano Sacchini. Varcare, attraverso la lettura e la scrittura, la soglia un tempo considerata invalicabile che dà accesso alla natura più profonda dell'essere umano vuol essere il tema ispiratore di questa edizione.
Le sezioni sono due: Ecumene per racconti di fantascienza e Terramare per racconti fantasy. Dettaglio non trascurabile, in palio ci sono buoni acquisto, utili anche per acquistare libri.
Ti sarò grato se vorrai aiutarmi a diffondere questa ulteriore iniziativa che l'associazione mette in campo per promuovere la narrativa fantastica. E ancor di più se vorrai essere fra i partecipanti.
Il regolamento e tutte le informazioni sono qui.
Un caro saluto e grazie in anticipo!

Presentazione
Veledicarta promuove la terza edizione del Concorso letterario “Oltre la soglia”, in precedenza intitolato “FantasticaMente”, con l’obiettivo di intercettare, scoprire e promuovere opere inedite di autori italiani e stranieri, esordienti o già affermati, che trovano nei generi fantasy o fantascienza la loro modalità espressiva.
Quest’anno il titolo non nasce certo a caso, ma deriva dall’impulso a dedicare il premio aUrsula Kroeber Le Guin, grande autrice di romanzi di Fantascienza e Fantasy scomparsa di recente, e s’ispira al suo romanzo “La soglia“.
Selezione racconti
Le opere inviate dovranno pervenire in formato digitale (.doc .docx .rtf) alla segreteria di Veledicarta entro il 31 luglio 2018, e saranno lette dai componenti di un comitato di selezione in forma assolutamente anonima. Tra i testi ritenuti idonei a partecipare al Concorso saranno selezionati venti finalisti, dieci per la sezione Ecumene e dieci per la sezione Terramare, quindi sottoposti alla lettura dei giurati. Saranno poi designati due vincitori, uno per sezione.
Premiazione
La premiazione dei vincitori del Concorso, la cui giuria sarà anche quest’anno presieduta dallo scrittore Francesco Troccoli, si svolgerà domenica 29 settembre 2018 presso la libreria romana Sinestetica. Ulteriori informazioni saranno disponibili sul sitowww.veledicarta.it e sulla homepage Facebook di Veledicarta
Gli autori dei due racconti risultati vincitori riceveranno un buono Amazon del valore di € 100. primi venti racconti selezionati (dieci per ogni sezione), inoltre, dopo essere stati oggetto di accurato editing, saranno infine pubblicati in una antologia edita da Veledicarta.
Giuria
Componenti della giuria:
LUIGINA SGARRO, scrittrice
STEFANO SACCHINI, recensore di fantascienza
FLAVIO ALUNNI, blogger
Presidente della Giuria è FRANCESCO TROCCOLI.

XXIV Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico Scadenza prorogata al 27 aprile 2018

La scadenza per partecipare al XXIV Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico è prorogata al 27 aprile 2018, visto l´elevato numero di richieste ricevute (dall´Italia e dall´estero).
Il Trofeo RiLL è un concorso letterario organizzato dal 1994 dall´associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare, col patrocinio del festival internazionale Lucca Comics &Games.
La partecipazione è libera e aperta a tutti. Possono partecipare al concorso racconti fantasy, horror, di fantascienza e, in generale, ogni storia sia (per trama e/o personaggi) "al di là del reale".
Ogni autore/autrice può inviare una o più opere, purché inedite, originali ed in lingua Italiana.
Da oltre un decennio i racconti partecipanti al Trofeo RiLL sono circa 250 a edizione, scritti da autori che vivono in Italia o all´estero (in Australia, Cina, Giappone, Svizzera, USA, oltre che paesi dell´Unione Europea). Nel 2017 i racconti ricevuti sono stati 350.
I migliori racconti del XXIV Trofeo RiLL saranno pubblicati (senza alcun costo per i rispettivi autori) nella prossima antologia del concorso (collana Mondi Incantati, edizioni Wild Boar).
Inoltre, il racconto primo classificato sarà tradotto e pubblicato, sempre gratuitamente:
- in Irlanda, sulla rivista di letteratura fantastica Albedo One;
- in Spagna, su Visiones, l´antologia dell´AEFCFT (Asociación Española de Fantasía, Ciencia Ficción y Terror);
- in Sud Africa, su PROBE, la rivista dell´associazione SFFSA (Science Fiction and Fantasy South Africa).
All´autore del racconto vincitore andrà anche un premio di 250 euro.

RiLL curerà la selezione dei racconti finalisti: tutte le opere partecipanti saranno valutate in forma anonima (cioè senza che i lettori-selezionatori conoscano il nome dei rispettivi autori), considerando in particolare l´originalità della storia e la qualità della scrittura.
La giuria del Trofeo RiLL sceglierà poi, fra i racconti finalisti, quelli da premiare e pubblicare nell´antologia Mondi Incantati del 2018.
Sono giurati del Trofeo RiLL, fra gli altri, gli scrittori Donato Altomare, Pierdomenico Baccalario, Mariangela Cerrino, Francesco Dimitri, Giulio Leoni, Gordiano Lupi, Massimo Pietroselli, Vanni Santoni, Sergio Valzania; il sociologo Luca Giuliano (Università "La Sapienza", Roma); la poetessa Alessandra Racca; i giornalisti ed autori di giochi Andrea Angiolino, Renato Genovese e Beniamino Sidoti.

Ogni partecipante al XXIV Trofeo RiLL riceverà in omaggio una copia dell´antologia "DAVANTI ALLO SPECCHIO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni" (ed. Wild Boar, 2017; collana Mondi Incantati), che prende il nome dal racconto vincitore del XXIII Trofeo RiLL, scritto dal bolognese Valentino Poppi.
Il libro raccoglie quindici storie: i migliori racconti del XXIII Trofeo RiLL e di SFIDA (altro premio bandito da RiLL nel 2017) e i racconti vincitori di cinque concorsi letterari per storie fantastiche organizzati all´estero (in Australia, Inghilterra, Irlanda, Spagna e Sud Africa) e con cui il Trofeo RiLL è gemellato.

Tutte le antologie Mondi Incantati sono disponibili su Amazon e Delos Store, oltre che presso RiLL.
Nel Kindle Store di Amazon sono inoltre disponibili gli e-book della collana Aspettando Mondi Incantati, dedicata ai racconti finalisti del Trofeo RiLL.
La premiazione del XXIV Trofeo RiLL si svolgerà a novembre, al festival internazionale Lucca Comics & Games 2018.
Per maggiori informazioni sul XXIV Trofeo RiLL si rimanda al bando di concorso e al sito di RiLL, che ospita ampie sezioni sul Trofeo RiLL e la collana Mondi Incantati.

Per contattare lo staff di RiLL:
www.rill.it
trofeo@rill.it

E con questo abbiamo finito con le segnalazioni, un caro saluto a tutti gli autori ospitati.

Ink- Terror
by Alessia H.V 2018
Ringrazio ancora una volta le nostre due illustratrici, ringrazio voi che mi seguite e, naturalmente, rinnovo i miei migliori auguri di Buona Pasqua a voi, alle vostre famiglie e a tutte le persone a cui volete bene.
Noi ci rivediamo dopo le feste con l'intervista con Craig Spector.

HORROR MASTER: TALKING ABOUT CRAIG SPECTOR.

A breve Nocturnia vi proporrà una lunga e completa intervista con uno dei pilastri mondiali della narrativa horror.
Sto parlando di un artista che come scrittore è stato uno dei padri del genere splatterpunk, come sceneggiatore ha lavorato a film come A Nightmare on Elm Street 5: The Dream Child ,(1989)  ma è anche un grande musicista e che si è anche tolto lo sfizio di comparire come comparsa in un paio di film come il remake de La Notte dei Morti Viventi realizzato da Tom Savini nel 1990 (ne ho scritto a suo tempo QUI)
Diamo quindi il benvenuto al grande Craig Spector.

Spector incontra l'orrore, l'orrore vero sin da piccolo, dato che subisce una grave ustione per colpa di un incidente domestico quando ha solo pochi mesi di vita. La sua passione diventa il perturbante in tutte le sue forme artistiche, all'inizio è il disegno poi con la sua fervida fantasia comincia ad immaginare vere e proprie storie.
Il primo amore rimane però la musica.
Spector nel 1982 si diploma in Professional Music al Berklee College of Music di Boston e frequenta anche l'Atlanta College of Art in Georgia.
Dopo la laurea si trasferisce a New York e -seguendo la classica trafila dei futuri scrittori - svolge diversi lavori, per un certo periodo si mette a lavorare come street messenger, sono quelli anni difficili per la città più famosa al mondo che sta faticosamente venendo fuori da una lunga crisi economica e sociale ed ancora è evidente il degrado urbano.
Girando per la città Spector ha la prima intuizione di quello che diverrà poi uno dei romanzi cardine degli anni '80 s.
Cosa succederebbe se tra gli anfratti più bui della città si aggirasse una creatura soprannaturale?
Cosa accadrebbe se si rinnovasse uno dei mostri più classici di tutta la narrativa horror?

IL FILE DEI FILM PERDUTI: IL DOSSIER

Quando alcuni anni fa ho scritto il post dedicato al film London After Midnight, una pellicola interpretata da Lon Chaney Sr. -e ormai assunta all'aura del mito per tutta una serie di motivi ma principalmente per il fatto che sono andate smarrite o distrutte tutte le copie disponibili- non immaginavo certo che avrei continuato a scrivere altri articoli sullo stesso argomento, né che la rubrica dei film perduti sarebbe diventata uno degli appuntamenti più apprezzati dai lettori.


Lon Chaney Sr. in London after Midnight (1927)
Ormai ho realizzato un certo numero di post, credo che sia arrivato il momento, per comodità mia ma anche vostra, di raccogliere quanto stato fatto in un'unica pagina.
Un nuovo Dossier Nocturno.
Stavolta il discrimine utilizzato come criterio di catalogazione è quello temporale, l'analisi avviene classificando le pellicole per decenni.
Dalle origini del Cinema fino ai giorni nostri.
Naturalmente si parlerà solo di film horror, science fiction e fantasy ed anche di cartoon (come il Cappuccetto Rosso del 1922 -di cui parlerò presto- creato da un giovanissimo Walt Disney prima che creasse Topolino e diventasse famoso)
Film perduti, ma anche film ritrovati in tutto o in parte per un dossier che, come tutti i Dossier Nocturni, è da considerarsi come non completo ma in itinere, cioè perennemente in aggiornamento (almeno finché esisterà Nocturnia)

I FILM RITROVATI: GLI ANNI DIECI DEL XX° SECOLO

Questo post rappresenta l'ideale seguito di quest'altro.
Piano piano mi auguro di riuscire a costituire una lista -anche se non del tutto completa su quanto è stato perso (e quanto è stato ritrovato) riguardo ai film horror, fantasy e di fantascienza, e magari anche riguardo i cartoon durante la centenaria storia del Cinema.


Charles T. Ogle è il primo mostro in Frankenstein (1910)

Il tag completo con tutti i post relativi lo trovate alla voce Il File dei Film Perduti
In alcuni casi questo spazio, non oso ancora chiamarlo rubrica, è stato usato e lo sarà ancora per parlare di produzioni televisive come episodi di serie tv o sceneggiati andati distrutti.

Oggi si parla di Lost and found ossia di un paio di pellicole a lungo considerate perdute, scomparse,distrutte e poi ritrovate.

VOLTI DA FILM: STRANIERE IN ITALIA

Questo post rappresenta il seguito ideale di quest'altro pubblicato QUI.

Donne.
L'altra metà del cielo.
Anche nel Cinema.
Come ripetuto più volte c'è stato un periodo in cui la nostra industria cinematografica era molto fiorente, al punto che a Roma giungevano attori ed attrici da tutto il mondo pronti a tutto pur di lavorare da noi.
Il nostro era un Cinema a metà strada tra l'alta professionalità e l'estrema artigianalità (nel senso buono del termine) nel quale si poteva davvero trovare di tutto, nel bene e nel male.
La vera forza della nostra cinematografia non stava però solo nell'industria autoriale, ma era data dall'alta pluralità di generi, di produzioni minori dalle più dignitose a quelle più scassate e cialtronesche.
I generi erano molteplici, in questa sede ovviamente ci limiteremo alle pellicole del terrore, a quelle fantascientifiche e a quelle del cosiddetto giallo all'italiana (che spesso confluiva nell'horror,o si confondeva con esso)
Ecco quindi una piccola e parziale carrellata di artiste straniere transitate in Italia, alcune erano attrici vere,altre modelle che attrici lo sarebbero diventate poi, qualcuna sarebbe rimasta a lungo nel nostro paese, qualcun altra sarebbe durata giusto per la durata di un batter di ciglia tutte loro però hanno contribuito alla fama del nostro Cinema Bis

STREGHE A MODENA: STORIA DI ORSOLINA LA ROSSA.

Attenzione: alcuni tra i contenuti di questo post potrebbero offendere la sensibilità delle persone.

"Le streghe non sono mai esistite, tranne che nella mente delle persone. Tutto quello che c’era nei tempi antichi erano alcune donne e alcuni uomini che hanno creduto nelle cure a base di erbe e nel folklore e nella voglia di volare. Streghe? Siamo tutti streghe in un modo o nell’altro. Siamo tutti streghe sotto la pelle."
Ian Rankin.

"Che il diavolo sia in mio potere ed io in suo dominio e sbatto il bastone a terra e tre volte invoco il diavolo in questo modo: “o diavolo vieni da me, o diavolo vieni da me, o diavolo vieni da me..."
Dagli atti del processo ad Orsolina la Rossa.



Per alcuni secoli il territorio europeo fu lo scenario di una vera e propria persecuzione di massa, vittime di questo accanimento furono principalmente donne ,e talvolta anche uomini, che vivevano ai margini delle loro comunità, individui spesso ostracizzati la cui unica colpa fu quella di essere vittime di invidie, e maldicenze. In molti casi si trattava di guaritrici, prostitute o povere mendicanti, in altri casi ebbero semplicemente la sventura di essere figure scomode, persone che rifiutavano i dogmi ufficiali e che qualcuno voleva levare di mezzo.
I maggiori danni li fece però l'ignoranza ed il fanatismo di chi entrò in contatto con loro.
A questa persecuzione abbiamo dato un nome.
La Caccia alle Streghe.

Molti furono i processi tenuti a cavallo tra i secoli XVI e XVII.
Anche sul territorio italiano.
Questa è la cronaca di uno di quei processi.

Accade in Italia # 35 -Le Segnalazioni di Marzo

Puntatona lunghissima questa volta di Accade in Italia, per l'alto numero di segnalazioni. Inoltre ho intenzione di prendermi qualche giorno di vacanza dal blog, quindi di roba da leggere ce n'è tanta.
Procediamo dunque senza indugio con le novità odierne.

Morte Apparente- La Rinascita (2018)
By Alessia H.V.
Ringrazio ancora una volta le nostre illustratrici ufficiali Alessia e Paola, che con le loro opere impreziosiscono sempre questi post.

INTERVISTA CON DONALD SOFFRITTI.

Buongiorno a tutti quanti!Cominciamo la settimana con questa bella intervista con il disegnatore Donald Soffritti,  che ringrazio per la sua pazienza e disponibilità.
Per chi volesse approfondire QUI trovate una scheda biografica su Soffritti.
Buona lettura a tutti! Attendo i vostri commenti!


Nick: Ciao Donald, benvenuto su Nocturnia. E' un piacere averti ospite. Come prima domanda ti chiedo di raccontarci i tuoi inizi. In particolare cosa ti ha avvicinata al mondo del fumetto e dell’illustrazione?

Donald Soffritti: Grazie a te Nick per questa piacevolissima intervista!
Parto con il dirti subito che non volevo fare il disegnatore di fumetti. Proprio no. Li ho sempre amati e letti, sono cresciuto con loro, Topolino, Braccio di Ferro, Nonna Abelarda, Beppe e Cucciolo, le Sturmtrupper, Lupo Alberto, Il Giornalino, i fumetti della Warner ecc, però l’idea di disegnarli non mi era mai passata per la testa, ed è per questo motivo che sono arrivato in Disney a 30 anni suonati.
Amavo molto la caricatura e il mio sogno era quello di diventare un caricaturista da quotidiani. Mi piaceva raccontare qualcosa che iniziasse e finisse subito, in un unica illustrazione. La narrazione a fumetti mi annoiava, non avevo la pazienza di aspettare 20 o 30 pagine prima di vedere il prodotto finito. È chiaro che era questione di immaturità mia. Poi conoscendo Bonvi successe l’inaspettato e mi ci sono ritrovato dentro da un giorno all’altro fino al collo, impreparato, ovviamente.

Nick:   Oltre ai fumetti citati che ti hanno avvicinato al fumetto, quali sono stati i disegnatori che consideri a tutt’oggi tuoi maestri?

DS:  Quando leggevo fumetti leggevo le storie che mi attiravano come disegno. L’ho sempre fatto e lo faccio ancora. L’impatto grafico lo considero ancora molto importante. Lo so che è sbagliato, ma è più forte di me… non sono ancora riuscito a superare questo scoglio. Gli autori in quegli anni non venivano citati sulle storie, li ho scoperti tutti in età più adulta quando cominciarono a mettere icrediti. Per quanto riguarda Topolino, la mia formazione la devo a Cavazzano, DeVita, Carpi, Scarpa, Asteriti, Mottura, Barbucci, Celoni, Mastantuono, IntiniFreccero l’ho cominciato ad apprezzare in un secondo momento, così come Faccini. Li studiavo tutti, cercavo di capire come funzionasse il disegno Disney ma da solo era dura, mi confondevo solo le idee, anche perché gli stili erano abbastanza diversi e le regole si adeguavano agli stili. Extra Disney tutto ciò che era caricaturale e grottesco, quindi ricito Cavazzano con il suo lavoro per il mercato francese, Walter Molino per le caricature, poi Bonvi e Silver per le gag e l’umorismo.


Topolino #3095
Cover by Soffritti
Copyright Disney /Panini

Nick: Se non ricordo male, ti sei diplomato in Pittura all'accademia di Belle Arti di Bologna nel 1990. Quanto conta per un disegnatore, anzi per un artista, la frequenza di scuole o di accademie artistiche? Oppure conta di più il talento?

DS: Contano moltissimo entrambi. Di base deve esserci assolutamente talento, per lo meno se si vuole fare la differenza. Le scuole, che sono fondamentali, servono per darti i mezzi giusti e le regole per raggiungere l’obiettivo. Senza un vero talento però, con solo una predisposizione artistica, i mezzi non possono fare miracoli, possono portarti alla mediocrità. Il gradino in più per andare verso l’alto lo devi avere dentro. Questo vale per qualsiasi settore artistico, sia chiaro.

Nick:  Sempre se non ricordo male, hai esordito prima come illustratore per la redazione ferrarese de "Il Resto del Carlino" e poi -finalmente - come disegnatore nel 1993 su "Sturmtruppen" del grande Bonvi. Che ricordi hai di Bonvi? Possiamo dire che lui è stato uno dei tuoi primi veri scopritori?

DS: A Bonvi devo tutto. Fu lui che vedendo un personaggio che avevo disegnato mi disse di svilupparlo, lui me lo avrebbe pubblicato. Da li iniziò tutto. Mettendomi al lavoro cominciai a farmi piacere e a divertirmi anche con la sequenza narrativa, non solo con illustrazioni di una sola vignetta. Mi ci sono dovuto abituare non senza fatica, ma una volta entrato nell’ottica della narrazione a vignette consecutive dell’arte sequenziale ho scoperto un mondo meraviglioso e pieno di stimoli dal quale non sono più uscito.

Nick:  Nel 1997 entri ufficialmente nella scuderia della Disney come inchiostratore, inchiostrando "Le GM e la pentola dell'arcobaleno" disegnata da Stefano Turconi. Adesso vorrei che tu andassi indietro con la memoria e ricordassi per noi le sensazioni che hai provato quando la storia uscì con il tuo nome.

DS:  Non è facile spiegare a parole un’emozione così grande… Era il coronamento di un sogno al quale avevo sempre creduto e per il quale mi ero sempre sbattuto per raggiungerlo. Quando comprai quel numero delle GM ero veramente al settimo cielo, forse ho anche lievitato da terra, non lo so. Ero contentissimo, realizzato, ignaro che quello era solo l’inizio di una avventura meravigliosa che continua tutt’ora.

Nick:  Per la Disney collabori a diverse testate e hai illustrato numerosi personaggi, ma molti lettori ti associano in particolare a PP8 cioè Paperino Paperotto, qual'è il tuo rapporto con questo personaggio?

DSPaperino Paperotto ce l’ho nel cuore. Ho iniziato ad inchiostrarlo e a conoscerlo, sulle matite del suo creatore grafico, Alessandro Barbucci per poi essere stato, insieme a Stefano Turconi, il primo a portarne avanti le veci. Credo che con Stefano lo abbiamo fatto in contemporanea o giù di li. Io lo adoro, così come adoro tutti gli altri personaggi che attorno a lui danno vita al mondo di Quack Town. Disegnare bambini mi piace tantissimo, ti danno la possibilità di deformali e farli recitare in maniera anche esagerata, buffa divertente e dinamica… quando c’è azione poi, do il meglio di me stesso. Di storie con loro ne ho disegnate parecchie, ma non potevo disegnare sempre e solo quello, così cominciarono a darmi storie anche con altri personaggi Disney. Un bel giorno però poi mi chiamò l’allora direttrice di Topolino Claretta Muci che mi propose di occuparmi della parte grafica di un nuovo magazine che avevano appena approvato, ovvero PP8. I paperotti di Quack Town erano tornati nella mia vita! Il target era molto basso, per bambini delle elementari. Si parlava di investigatori privati, di agenti segreti, di fantasia e anche di azzardo stilistico molto importante per il periodo. La parte onirica infatti l’avevo fatta tutta spigolosa, compresi i personaggi stessi che erano da sempre intoccabili graficamente. Dopo un anno però l’avventura finì.

Nick:  Per la Disney hai partecipato anche a "W.I.T.C.H", uno dei primi progetti di quell'editore non strettamente legato all'universo dei Topi e dei Paperi. "W.I.T.C.H" ha rappresentato un benefico stimolo per il mercato italiano ed anche per la Disney italiana. Cosa ha rappresentato invece per te personalmente?

DS:  Anche li devo dire che ho un ricordo meraviglioso. Ho inchiostrato Barbucci su Topolino per un po’ di tempo. Un bel giorno mi chiamò parlandomi di questo progetto ancora segretissimo sul quale stava lavorando e aveva piacere che lo stile di inchiostrazione fosse il mio. Ne fui onoratissimo ma avevo una paura folle. Quando ho iniziai ad inchiostrare la prima pagina ero tesissimo. Riflettevo tantissimo su qualsiasi segno che dovevo fare con la paura esagerata di sbagliare. Poi pagina dopo pagina mi rilassai e anche la fluidità del segno divenne più armoniosa. Con Ale lavorammo in tempo reale al primo numero, fianco a fianco nel suo appartamento di Milano, lui sul suo tavolo faceva le matite e io di fianco sul mio le inchiostravo. Tanti bei ricordi! Poi quando venne il momento di creare lo staff di disegnatori da preparare per disegnare il magazine mi tirò dentro e partì una nuova ed eccitante avventura! Feci insieme a lui anche il numero 5, lui i layout e io le matite definitive, poi da solo feci il numero 12. Le chine che per questioni di tempo erano state attribuite a quelle che divennero le inchiostratrici ufficiali del progetto ovvero Roberta Zanotta e Marina Baggio.

Nick:  Si parla spesso di "Scuola Disney"ma quanto è cambiata (tra variazioni di gusti, del mercato e in passaggi di editore) e come da quanto sei entrato tu?

DS: È cambiata soprattutto la narrazione, un po’ più moderna e anche lo stile grafico che, per quello che ci è concesso, ha seguito i tempi, anche se il grande Giorgio Cavazzano con a sua narrazione impeccabile e il suo segno grafico di sintesi è attuale da trent’anni. All’ Accademia Disney ci fecero cominciare da Barks e Gottfredson, perché era importante capire prima i maestri, gli ideatori di tutta questa meravigliosa macchina. Ora l’Accademia non c’è più e gli autori nuovi si appoggiano, quando possono (ed è necessario) ad autori già navigati, perché comunque le regole di disegno per disegnare Disney ci sono e sono molto importanti. Senza di quelle disegnare in maniera corretta è impossibile.

Nick: Nel corso della tua carriera però non sei rimasto legato solo all'universo disneiano, ma hai messo il tuo talento a disposizione di tanti altri progetti sia per l'Italia che per la Francia. Per il mercato francofono in particolare hai realizzato "Alienor" per l'editore Soleil e "Toutou & Cie" per Bamboo. Parlaci di queste esperienze.

DSAlienor fu la mia prima esperienza in assoluto sul mercato francofono, per questo motivo gli sono particolarmente affezionato. Ero in vacanza in Croazia con la mia fidanzata e un pomeriggio mi chiamò Alessandro Barbucci dicendomi che uno sceneggiatore francese, da poco sul mercato, cercava un disegnatore per un progetto. Accettai ma ero emozionatissimo. Il mercato francese non è facile, è un mercato molto critico e competente, addentrarmi in un progetto simile con un tipo di narrazione franco-belga a 4 strisce mi spaventava non poco. Amando moltissimo mettermi in discussione accettai la sfida. Lo sceneggiatore era Frederic Bremaud. Ci incontrammo al festival di Angouleme dove insieme proponemmo il progetto a Soleil con le pagine di prova che avevo fatto e colorato. Il progetto piacque e partimmo con il progetto. Facemmo due volumi poi il tutto si fermò. Con Frederic ogni tanto parliamo di portare avanti la serie e non è detto che non succeda. Le critiche alla fine furono molto buone, avevo superato l’esame! Toutou & Cie fu la seconda esperienza francese dopo Alienor e soprattutto con un editore diverso. Il progetto era sullo stile cartoon e anche per Bamboo fu un esperimento, loro sono molto conservatori con il disegno umoristico, deve essere franco- belga, alla Franquin per intenderci. Alla sceneggiatura c’era sempre Bremaud in compagnia di Matyeu Reines, che si cimentava nella sceneggiatura e alla costruzione di gag anche se lui è prevalentemente un disegnatore. Anche li due volumi. Da questa esperienza mi cercarono per portare avanti un’altra serie, chiamata” Les Quatre Quarts”, scritta da Serge Carrere e sua moglie Brigitte in collaborazione con Weissengel. Era una serie molto particolare perché si parlava di culinaria immersa nell’avventura, con in fondo le ricette trattate nell’albo. Ma anche li come esperimento non andò benissimo. Dopo il secondo volume, quello che feci io, si fermò tutto. L’ultimo progetto che realizzai poi per quel mercato fu con un comico corso soprannominato Pido. Sempre a tema umoristico era la trasposizione di una parte di un suo monologo comico nel quale prendeva un po’ in giro la Corsica e i corsi. Un volume unico.
Con la Francia per adesso sono fermo ma l’idea di riprendere c’è e sono certo che qualcosa succederà.

Nick: Che differenze riscontri (se ne riscontri) tra il mercato italiano e quello francofono? Che cosa cambia nel modo di lavorare, nei rapporti tra sceneggiatori e disegnatori,retribuzioni etc,etc?

DS:  In primis, quello che il mercato francese ha in più di noi e che noi italiani ameremo tanto avere in Italia è il riconoscimento dei diritti d’autore oltre ad essere pagati per il lavoro svolto. In Italia adesso ci sono molti editori che si, danno diritti e royalties ma non pagano il lavoro, non danno i famosi anticipi, che ci permettono di vivere di questo mestiere. Insomma le condizioni degli editori italiani ci permettono di fare fumetti solo come secondo lavoro. In Francia invece hanno contratti e retribuzioni come dovrebbe essere dappertutto. Come modo di lavorare mi sono sempre trovato benissimo, il lavoro è svolto tra sceneggiatore e disegnatore, in maniera diretta. Man mano le pagine vengono poi inviate all’editore che, qualora lo ritenesse opportuno interviene a raddrizzare il tiro. A me è successo pochissime volte. Tecnicamente parlando, in Francia, lavorano su un tipo di narrazione a 4 strisce che permette loro di avere anche 15 vignette per pagina. Sono tante e la gestione dello spazio non è sempre così facile. C’è da dire che una volta che entri dentro al loro tipo di narrazione è fatta, non la si sbaglia più. La più grande soddisfazione che ho avuto lavorando per quel tipo di mercato venne dall’editore di Bamboo, Olivier Sulpice, che disse delle mie pagine che non sembravano neanche fatte da un italiano. Questo voleva dire che ero riuscito ad entrare dentro al loro modo di raccontare. Un grandissimo complimento per me.

Nick:   Per l'Italia invece hai collaborato, a partire dal 2010 prima per "Il Misfatto" l'inserto satirico de "Il Fatto Quotidiano"e poi per "Yanez" l'inserto dell'ormai chiuso quotidiano "Pubblico". Leggendo le tue strisce ho avuto la sensazione che tu sia particolarmente a tuo agio con la dimensione della satira politica e che quella sia una strada che ti piacerebbe continuare ancora nel futuro. E' una sensazione sbagliata la mia?

DS:  Hai assolutamente ragione. Sono a mio agio. Siamo nel campo che prediligo, il grottesco, il caricaturale e si, mi piacerebbe tornare a lavorarci su. Devo dire che quando mi ci sono addentrato ho goduto di un momento storico molto prolifico per la satira italiana. C’era Berlusconi che non mancava quotidianamente di tirare fuori dal cilindro magico una cavolata nuova. C’era solo l’imbarazzo della scelta. Peccato non fossimo in un film ma nella realtà.

Nick:  Parliamo adesso del lato tecnico del tuo lavoro: che tipo di carta utilizzi? Preferisci usare il pennino, il pennarello oppure preferisci utilizzare tecniche digitali? E quanto tempo impieghi mediamente per realizzare una tavola?

DS:  Dunque, per il lavoro manuale utilizzo prevalentemente cartoncino Fabriano A4 per il definitivo, matita micromina 0,9 con mine 2B, gomma pane e gomma bianca da matita. Utilizzo poi carta da fotocopie per schizzi, prove o disegni da riportare nella tavola. Lavoro rigorosamente su un tavolo luminoso sempre acceso. Per la china utilizzo pennelli di martora Windsor & Newton serie 7 numeri 1 e 2, un pennino e un po’ di pennarelli per i ritocchi. Come china uso quella per rapidograph della Koh I Noor. Tutto il materiale comunque è in continua evoluzione man mano che escono cose nuove da sperimentare o sui consigli dei colleghi. Da un paio d’anni sono passato al digitale, Cintiq 22HD con la quale faccio quasi tutto, ma non ho mollato assolutamente la carta e il pennello!

Disney Speciale # 074
Cover by Soffritti
Copyright: Disney /Panini

Nick:  Ci descrivi una giornata tipo di Donald Soffritti?

DS:   Mi alzo verso le 9,30 salvo quando porto a scuola mio figlio dove sono costretto ad alzarmi prima. Di solito vado a dormire verso mezzanotte e mezza, che diventano le due, due e mezza quando sono sotto consegna. Dopo aver fatto colazione, letto le mail e qualche notizia di attualità inizio a lavorare. Lavoro fino alle 13,30. Pranzo al volo e ricomincio. Nel pomeriggio dopo le 16, sempre se non sono sotto scadenza, suono un po’ il mio sax, mi rilassa moltissimo, ripassando i brani che suono con il gruppo. Di solito mi esercito per un oretta, relax puro. Ritorno poi ai miei disegni fino verso le 19. Ceno mentre seguo qualche serie tv e poi mi rimetto al lavoro fino appunto verso mezzanotte e mezza.
Quando invece ho mio figlio allora il lavoro si interrompe alle 16. Il resto del tempo lo dedico a lui.

Nick:  Ti propongo un giochino,scegli tre storie che ritieni particolarmente rappresentative del tuo stile. Tre storie che ti sentiresti di consigliare ad un eventuale lettore che non abbia ancora mai letto niente di tuo.

DS:  Per Disney comincio dall’ultima storia che ho appena consegnato, la Topodissea che uscirà dopo la primavera, prima dell’estate. Come maturità artistica è quella che mi rappresenta di più. Extra Disney direi i miei Superheroes Decadence, il primo numero di Vasco Comics, poi Alienor entrambi i volumi, l’episodio di Rat-Man e anche Sportivamente Kico, 200 strip a carattere sportivo scritte da Daniele Brolli. Per ultimo Bookbags, serie ideata da Giorgio Salati inizialmente come strip, poi come storia lunga per il momento sospesa dopo il primo numero ma che molto probabilmente quest’anno continuerà. Ho citato tutti questi volumi perché nell’insieme danno un idea globale dei quello che sono professionalmente, ovvero molto eclettico.


Nick: Quali tra i tuoi colleghi di lavoro segui con maggiore attenzione ed interesse?

DS:  Non ce ne sono in particolare, ne stimo e ammiro moltissimi. Quando si raggiunge la maturità professionale non esiste più IL disegnatore di riferimento ma esistono I disegnatori di riferimento. Osservo tutto e apprezzo molto il lavoro dei miei colleghi. Stilisticamente ho il mio stile, riconoscibile che non ho intenzione di cambiare. Negli ultimi anni invece mi sono focalizzato molto sulla narrazione e allora qui si che un nome su tutti lo do, ovvero quello che credo il miglior narratore italiano e non: Giorgio Cavazzano. Le sue pagine sono perfette, tutto è equilibrato, al suo posto, con una composizione ineccepibile e soprattutto logica.
La narrazione è la cosa più difficile in una racconto a fumetti. Disegnare ormai lo sanno fare tutti e anche molto bene, narrare no, anche quella è una dote e da quello che vedo c’è veramente sempre da imparare.

Nick: Sono molto incuriosito dalla tua passione per il Jazz Passione che spesso coniughi con l'illustrazione Ti va di parlarcene?

DS: Volentieri! La passione per il jazz è nata nel 1989 quando ho iniziato a suonare il sax. Il sax è spesso sinonimo di jazz e da allora di musica ne ho ascoltata veramente parecchia. Non mi ritengo un vero musicista, sono prevalentemente un appassionato. Ho ancora molte lacune, sia tecniche che armoniche, perché quando entri nel mondo del lavoro, tempo di studiare se ne ha poco, e quando ne avevo di più, in gioventù, l’ho sfruttato malissimo. Però non ambisco a nulla se non a divertirmi. Da qui è nato il progetto Birds in Jazz, serie di paperizzazioni a colori di jazzisti famosi, un mio omaggio al mondo del jazz. Il progetto per adesso vede 12 illustrazioni fatte in digitale e stampate su tela 50x70 con le quali ho dato vita ad una mostra che ho portato un po’ in giro per l’Italia. Dopo più di un anno di pausa ho ripreso in mano il progetto proprio qualche giorno fa, devo arrivare almeno a 40 pezzi.

Nick:   Di solito a questo punto domando sempre al mio intervistato una sua impressione sull'attuale stato di salute del fumetto italiano e su cosa si potrebbe fare per riportare lettori al media. Rigiro anche a te la stessa domanda

DS: La domanda è difficilissima. Non lo so. Tutti sembrano avere la verità in tasca ma alla fine non vedo tanti miglioramenti. I giovani non leggono più. La tecnologia ha sostituito in toto quella che era la lettura di fumetti prima degli smartphone. Frequentando anche le scuole elementari e medie, dove tengo lezioni di fumetto, le insegnanti sarebbero gioiose se i bambini leggessero fumetti visto che non leggono veramente più niente.
Di mio cerco con il mio operato di solleticare la curiosità dei bambini verso questo potentissimo mezzo di comunicazione però non so se basta. Quello che vedo è che i ragazzi hanno voglia sempre di ridere, cosa che abbiamo sempre amato tutti fare, se sono cazzate è meglio. È quella la direzione? Boh.
Non riesco a capire cosa possa attirare la loro curiosità sopra ad un fumetto cartaceo. Alle fiere è sempre pieno di gente ma i dati di vendita calano. C’è qualcosa che non torna. Per adesso non ho una soluzione se non andare per tentativi. Per i più piccoli importantissimo sono i genitori. Se in una famiglia ci sono genitori che leggono sia libri che fumetti anche loro impareranno a farlo. Forse dovremmo cominciare proprio da li.



Nick: Progetti futuri: a cosa stai lavorando adesso e cosa ci dobbiamo aspettare da Donald Soffritti nel prossimo futuro?

DS:  Ho tre/quattro progetti sui quali devo iniziare a lavorare, tutti extra Disney. Non posso parlarne preventivamente in questo momento ma sarò ben felice di parlarvene appena avrò più certezze e soprattutto un editore!

Nick: Bene, è tutto. Ti ringrazio ancora per la tua disponibilità e ti saluto rivolgendoti la classica domanda finale di Nocturnia: c'è una domanda a cui avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?

DS:  No, ho forzato le risposte parlando anche di quello che non mi hai chiesto… hahaha!

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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