Per questo fine settimana vi voglio proporre un approfondimento dedicato ad un altro dei pezzi da novanta dell' horror made in Italy, un artista eclettico in grado di spaziare tra fumetti, narrativa e pratica musicale. Paolo Di Orazio è uno di quei professionisti che - a partire dagli anni '90 s
e sia pure tra numerose difficoltà - hanno fatto maturare il settore della narrativa del perturbante italiana e che, passo dopo passo, lo hanno reso in grado di competere con quella delle altre nazioni.
Come detto una lunga carriera, iniziata su riviste rimaste nell'immaginario come Splatter e Mostri, maturata come scrittore di livello internazionale e con lunghe incursioni in veste di batterista nel gruppo rock demenziale Latte & i suoi Derivati in compagnia dei comici Lillo e Greg.
Una carriera lunga, meritevole e che merita di essere conosciuta. Per certi versi però Paolo Di Orazio sta vivendo una sorta di seconda giovinezza letteraria e questa intervista rappresenta una maniera di celebrarlo.
Ringrazio Di Orazio per la sua gentilezza e per essersi sottoposto alla mia intervista ( sappiamo tutti che le mie sono tra le più lunghe del settore) mentre a tutti voi, come sempre, auguro una buona lettura!
A fine intervista troverete come bonus una scheda biografica sull'autore.
Nick: Ciao Paolo. Benvenuto su Nocturnia! È un piacere averti ospite. Come prima domanda ti chiedo di presentarti ai nostri lettori e di parlarci del primo momento in cui hai deciso di diventare uno scrittore. In particolare, cosa ti ha avvicinato all' horror?
Paolo di Orazio: Grazie a tutti voi, il piacere è mio.
Sono nato a
Roma nel
1966 (questa è la mia prima intervista da cinquantenne!), nasco come free lance editoriale nel
1986 per poi affermarmi come autore di racconti, romanzi e sceneggiature per fumetti horror. Per ricostruire il mio legame personale con questa materia, bisogna fare inversione a U fino alla primissima infanzia, quando mia madre e mia sorella amavano spaventarmi e farmi piangere con un audioracconto su
45 giri,
La Bara di Cristallo, storia gotica piena di dialoghi angoscianti e rumori sinistri. Dopo i primi pianti, subentrò il fascino, e all’età di
5 anni divenni un horror-nerd. Grazie anche alla massiccia ondata di fumetti che si è rovesciata in casa tra il
1970 e il
1978. «
Il Corriere della Paura», «
Horror», «
Kriminal» (lo so che non è horror, ma provate a darlo a un ragazzino di quel tempo), «
Satanik», la trilogia di
Zio Tibia Mondadori – e in seguito l’orda «
Totem», «
Cannibale», «
Metal Hurlant» mi convinsero che nella vita avrei scritto e disegnato fumetti dell’orrore e del fantastico. Non immaginavo che non sarei diventato milionario, ma era quello che volevo. Iniziai a disegnare fumetti sui blocchi
Fabriano, e poi su agende (un vero precursore della
moleskine), cercando di emulare la dimensione rivista. La strada definitiva della scrittura venne da sé, col mio primo impiego professionale di redattore di riviste per adulti tra il
1986 e il
1988, quando scoprii di avere una verve molto più avanzata rispetto al disegno a fumetti. L’impegno con la stesura dei testi per
11 mensili porno, oltre a darmi il sacrosanto pane, divenne presto un impegno totalizzante. Col mio debutto in libro
Primi Delitti (
1989) – dal piacere della stesura al successo di lettori riscontrato – ho capito che nella vita avrei scritto libri dell’orrore.