Intervista che avrei dovuto \ voluto presentare diverse settimane fa, ma a causa dei miei ben noti problemi col PC ho dovuto rimandare.
Venerdì finalmente ho riavuto il mio vecchio amico, anzi devo ringraziare Eddy Mazzarini per l'ottimo lavoro che ha fatto, posso recuperare a questo ritardo.
Ringrazio il mio intervistato Peter van Dongen, per la sua gentilezza e per la sua disponibilità.
E anche per la pazienza dimostrata in attesa che l'intervista fosse pubblicata.
(For english version scroll down )
Nick: Ciao Peter, grazie per aver accettato questa intervista, mi rendo conto che possa essere un po strano per te l'essere intervistato da un blog di una nazione dove non hai pubblicato niente di tuo. Così ti ringrazio doppiamente : per cominciare vorresti presentarti ai lettori di Nocturnia e parlare un po di te e cosa ti ha ispirato a diventare un disegnatore e un illustratore?
Peter van Dongen: Mi chiamo Peter van Dongen, sono nato ad Amsterdam nel 1966 . Sono un disegnatore di fumetti e anche un illustratore. Il mio debutto è stato con il fumetto Muizentheater ( il titolo internazionale è Micetheatre ) pubblicato nel 1990, poi la mia svolta è avvenuta con Rampokan : Java del 1998 e Rampokan : Celebes pubblicato nel 2004 ( i volumi sono stati tradotti in Francia, Germania e Indonesia ). Nel 2013 il mio ultimo fumetto Three Days in Rio è stato rilasciato per il mercato inglese, svedese ed olandese. Ho fatto questo fumetto soprattutto sotto forma di commissione per GANT International, un ben noto marchio di moda americano - svedese.
Rampokan : Celebes Copyright e diritti dell'autore |
Nick: Il tuo stile è chiaramente influenzato dalla " ligne clair " di Hergé e dal tuo conterraneo Joost Swarte. Oltre a loro due quali sono gli autori che più ti hanno influenzato e formato?
Peter van Dongen: Haha, lascia che te lo dica : Io non sono stato realmente influenzato da Joost Swarte. Per niente in realtà ! Da Hergé si che lo sono stato, naturalmente. E anche dagli altri classici artisti belgi come Edgar P. Jacobs, Franquin e anche da Willy Vandersteen. Nel 1980 ho scoperto Yves Chaland, ma anche Moebius e Hermann ( per lo storytelling! ). E ce ne sarebbero tanti altri di cui parlare !
Nick: In Italia conosciamo molto poco riguardo al mondo del fumetto dei Paesi Bassi e anche sul suo stato di salute, tu puoi dirci qualcosa al riguardo ?
Peter van Dongen: Difficile dirlo. Ai nostri giorni è duro e difficile riuscire a vivere solo producendo fumetti. Solo pochi artisti olandesi sono in grado di poterlo fare. Ecco perché io e un sacco di altri colleghi stiamo facendo anche lavori commerciali per vivere. Il periodo migliore del fumetto olandese è stato davvero 20 anni fa. La maggior parte delle riviste di fumetti presenti in quel periodo sono state chiuse ( per fortuna almeno una tra loro, chiamata EPPO alcuni anni fa è riuscita a tornare ed è ancora lì ! ) Quindi è difficile trovare lavoro e pubblicare in quotidiani e altre riviste . Il nostro ambiente del fumetto è molto piccolo comparato a quello della vicina Francia , naturalmente .
Nick: Il tuo lavoro più importante è il dittico di " Rampokan , che affronta il tema del colonialismo olandese in Asia, perché questa scelta e per caso il tuo background familiare ti ha influenzato nella scelta di un argomento così scioccante ?
Peter van Dongen: Sì, in effetti questa è la ragione. Sono cresciuto con questi racconti e con le storie di mia madre e di mia nonna nella loro patria Indonesia e dopo il mio debutto professionale con Muizentheater ho pensato che questi racconti sarebbero potuti diventare un nuovo progetto fumettistico. In realtà stavo pensando una esperienza di mia madre quando aveva 9 anni, e lei mi raccontò di quella volta che dovette nascondersi con tutta la sua famiglia sotto un letto per un bombardamento della città portuale Makassar sull' isola di Celebes avvenuto nel 1950. Lei ricordava che il bombardamento fosse effettuato dagli olandesi. Questo mi ha dato l'ispirazione perchè ho capito che non avevo idea della vita di mia madre e delle mie nonne nel periodo che avevano vissuto in Indonesia / Indie olandesi. Alla fine ho perfino scoperto che non furono gli olandesi , ma la marina indonesiana a bombardare la città quella volta .
Nick: Mi ha colpito il personaggio di Johan Knevel, un soldato olandese per che affetto nei confronti della sua nutrice asiatica finisce per propendere verso la fazione opposta. Cosa ti ha ispirato per la creazione del personaggio ?
Peter van Dongen: Johan Knevel è solo un ragazzo normale che è nato in Indonesia durante la dominazione coloniale olandese. Egli non è per niente migliore di tutte le persone di quel periodo: essendo un uomo bianco si considera ai livelli più alti della scala. Gli indonesiani all'epoca erano in posizioni più basse, anche se vivevano nel loro proprio paese. Johan crede di tornare in Indonesia come un liberatore, ma scopre che in realtà non è più così, a causa del cambiamento dei tempi avvenuto dopo la seconda guerra mondiale. E' un eroe tragico,uno che fino a quel momento non si è mai accorto dei veri bisogni degli indonesiani. La mia ispirazione di questo personaggio è arrivata leggendo romanzi, diari di soldati olandesi o ascoltando le interviste sul tema ecc
Nick: Qual è stato, nello specifico, il contributo di Joost Swarte in " Rampokan Java" ?
Peter van Dongen: E' stata sua l'idea di usare un colore in più anziché soltanto il bianco e nero. E lui mi ha fatto vedere come dovevo lavorare con quello, con un solo colore. Ma ho fatto tutto da solo . E in quel periodo, nel 1998 era il co - editore della Oog & Blik, per cui è stato responsabile per la progettazione libro. Ma ho fatto tutto il contenuto, tutto ciò che si vede come grafica, tipografia ecc.Tutto manuale.
Nick: Quello del colonialismo è sempre stato un argomento scomodo per i paesi europei spesso dimenticato , così è avvenuto in Italia. Opere come Rampokan servono a ricordare a noi europei un periodo in cui non andare troppo fieri. In che misura Rampokan è stata accolta nei Paesi Bassi ? Ha contribuito a riaprire il dibattito sul periodo coloniale ?
Peter van Dongen: Non posso dire se Rampokan abbia riaperto un nuovo dibattito su questo tema . Ma ciò che conta è il fatto che la mia storia abbia potuto aprire gli occhi di tutti i miei lettori, che non erano realmente a conoscenza di questa storia. Perché era ( ed è tuttora ! ) un argomento scomodo su cui di fatto non siamo stati ben educati a scuola. Così ho personalmente sentito dire da alcuni lettori cdi non aver mai capito prima che quello che stava accadendo là fosse una vera e propria guerra. L'attenzione è,come sempre, stata rivolta verso la World War 2, verso l' Europa / Olanda , quindi è difficile per molte persone riuscire ad ottenere un'immagine della guerra coloniale in Indonesia, e se il mio libro li aiuta un poco, per me va bene .
Nick: Veniamo all'aspetto tecnico del tuo lavoro : che tipo di carta usi ? Preferisci utilizzando un pennino o un pennello ? E cosa ne pensi delle tecniche digitali ? E quanto tempo ti ci vuole in media per fare una tavola ?
Peter van Dongen: Per Rampokan ho usato carta come Schoelershammers 250/300 grammi e ora sto lavorando con la Canson Angouleme BD, 250 grammi . Io lavoro con un pennello Winsor & Newton Series nr . 0 e 00 per inchiostrare. E sì. in alcuni giorni io lavoro anche con un computer , solo per fare il lavoro di colorazione. Ho usato per lavorare con il colore, in passato, le ecoline, gouache e l' aerografo, ma con Photoshop risparmio un sacco di tempo e il risultato della mia colorazione computer è sempre a posto. Nonostante questo penso che il modo manuale di lavorare sia ancora il modo VERO di lavorare!
Cover dell'edizione olandese di Rampokan Java. Copyright e diritti dell'autore. |
Nick: Ci sono stati motivi particolari per la scelta di utilizzare due colori in Rampokan ?
Peter van Dongen. I Soldi ! Il mio editore Oog & Blik nel 1998 non aveva abbastanza soldi per finanziare un fumetto a colori . Ma dopo tutto penso che il modo in cui ho fatto la colorazione i ntinta bicromatica, si adatta bene con il ritmo della storia che si svolge durante gli anni 40. Un po' nostalgico . Ma soprattutto per una rivista di fumetti olandese chiamata MYX ho avuto l'opportunità di fare una versione completa a colori del primo capitolo di Rampokan : Celebes, pubblicato nel 2004 .
Nick: Progetti per il futuro:a cosa stai lavorando adesso ? E soprattutto sai dirci che è prevista una versione di " Rampokan " in italiano ? In passato si era parlato di un interesse da un paio di case editrici , tra cui credo anche la Coconino.
Peter van Dongen: Sto lavorando da un paio di anni su un adattamento di un romanzo dal famoso scrittore olandese Adriaan van Dis, chiamato Familieziek. Spero di riuscire a terminarlo tra circa tre anni .
Mentre il mio ultimo fumetto, pubblicato ad agosto del 2013, è Three Days in Rio, che ho fatto come commissione del marchio di moda GANT International. E' la storia del quindicenne Lennart che trova un lavoro come steward su una nave da carico che compie il percorso da Stoccolma a Rio de Janeiro nel corso degli anni 50. Fatta eccezione per il mercato olandese c'è stata anche un'edizione svedese e inglese disponibile presso i loro negozi GANT in tutto il mondo. Come regalo per i loro migliori clienti .
Sì, lo so che c'era un serio interesse da parte della Coconino, ma ancora non abbiamo concluso . Forse li vedrò ad Angouleme la prossima settimana. Spero di sì ! *
Il trittico finale di Africa-Holland Line. |
Nick: Bene, con questo ti saluto e ti chiedo se ci sarebbe stata una domanda a cui tu avresti risposto volentieri e che invece io non ho rivolto.
Peter van Dongen: Ebbene, nell'ultimo paio di anni siamo diventati consapevoli dei molti fuggitivi che dall'Africa arrivano verso l'Europa, in particolare verso l' Italia / Lampedusa . Qualche anno fa mi è stato chiesto dallo Scheepvaartmuseum ( il Museo Marittimo) di Amsterdam il fare un dipinto ad olio. Non ho mai usato questa tecnica prima , ma ho accettato la loro proposta e ha lavorato per un anno su questo dipinto ad olio vi mostro qui. E' intitolato Africa-Holland Line ed è incentrato su questi rifugiati. Si tratta di un trittico perché IO sono ancora un disegnatore di fumetti, e so rendere le storie solo con le immagini. Ma è il mio primo quadro ad olio e per questo non ho utilizzato uno schema come faccio di solito con il mio lavoro da fumettista. E' un esperimento e sarà esposto in maniera permanente dentro questo museo nazionale.
* Nota di Nick: l'intervista è stata rilasciata a febbraio, quando la mostra di Angouleme non era ancora stata svolta, poi i problemi col PC hanno un po ritardato la messa online dell'intervista stessa, me ne scuso con l'autore.
INTERVIEW WITH PETER VAN DONGEN- THE ENGLISH VERSION.
Today I present to you my interview with the author and illustrator of comics Peter van Dongen.
Peter is a very popular cartoonist in the Netherlands and has been translated into many languages.
His most important work (at the time still unpublished in Italy) is the diptych Rampokan, set towards the end of the Dutch colonial period.
I thank Peter for his kindness and for his availability.
While I wish you all a good read.
EnJoy
Nick: Hello Peter , thank you for accepting this interview , I realize that it is strange to be interviewed by a blog of a country where you have not posted anything so thanks doubly : to begin would you like to introduce yourself to the readers of Nocturnia talking a little you and what inspired you to become a designer and illustrator?
Peter van Dongen: I 'm Peter van Dongen, born in 1966, Amsterdam. Comic artist and illustrator as well. My debut was the comic Muizentheater in 1990 (Micetheatre), then my breakthrough with Rampokan: Java in 1998 and Rampokan: Celebes in 2004 (translated in French, German and Indonesia). In 2013 my latest comic Three Days in Rio was released for the English, Swedish and Dutch market. I made this comic especially in commission of GANT International, an American-Swedish well known fashion brand.
Nick: Your style is clearly influenced by the " ligne clair " Hergé and your fellow Joost Swarte . Apart from the two of them who were the authors who have most influenced you and format ?
Peter : Haha, let me tell you: I 'm not really influenced by Joost Swarte. Actually not at all! It is Hergé of course. And the other classic Belgian artists like Edgar P. Jacobs, Franquin and even Willy Vandersteen. In the 1980's I discovered Yves Chaland, but also Moebius and Hermann (storytelling!). And there are so many more to mention!
Nick: In Italy we know very little about the Comics from the Netherlands and his state of health, can you tell us something about it?
Peter: Hard to say. Nowhere days it is hard and difficult to get living of comics only. Only a few Dutch artists are able to manage that. That's why me and lots of colleges are making commercial work too for our living. The best years of Dutch comics were really 20 years ago. Most of the comic magazines are gone (Luckily EPPO made some years a comeback and is still there!), so it is hard to find your work publish in newspapers or other magazines. Our comic world is very small compering to France of course.
Nick: Your most important work is the diptych " Rampokan " which addresses the issue of Dutch colonialism in Asia, why this choice and how your family background has influenced the choice of a topic shocking ?
Peter: Yeah, in fact that's the reason. I grew up with these story's of my mother and grandmother of their homeland Indonesia and after my debut Muizentheater I thought there might be a new project into. In fact I was thinking about an experience of my mother when she was 9 years old, and she 'd to hide with her family underneath a bed for a bombing of the harbour city Makassar on the island Celebes in 1950. Done by the Dutch, she remembered. That gave me the inspiration and I realized I had no clue of her and my grandmothers personel history in Indonesia/the Dutch Indies. After all I found out it were not the Dutch but the Indonesian Marine who was bombing the city.
Nick: I was struck by the character of Johan Knevel, a Dutch soldier who 's affection for his asian nurse goes the other way, what inspired the character?
Peter: Johan Knevel is just an ordinary guy who is born in Indonesia during the colonial Dutch Rule. He don't know better then all the others then: as a white man you were the highest in ranking. The Indonesians itself were the lowest, even it was there own country. Johan believes he will return to Indonesia as a liberator but find out he isn 't welcome there anymore, because of the change of times after World War 2. He 's a tragic hero, he never had seen the true needs of the Indonesians. My inspiration of this character did I found by reading novels, diaries from Dutch soldiers or hearing interviews with theme etc.
Nick: Precisely what was the contribution made by Swarte in " Rampokan Java" ?
Peter: It was he 's idea to use a extra colour instead of only black and white. And he showed me how I had to work with that, with just one colour. But I did it all by myself. And in that time in 1998 he was the co-publisher of Oog & Blik, so he was responsible for the book design. But I made all the content, everything what you see the graphics, typography etc. all manual.
Nick: That of colonialism has always been an uncomfortable topic for European countries often forgot so is Italy . works as Rampokan serve to remind us Europeans a period where not to go too proud To what extent Rampokan was incorporated in the Netherlands ? helped to reopen the debate on the colonial period ?
Peter: I can not say Rampokan has reopened a new debate on this matter. But what counts is the fact that my story had opened the eyes of all my readers, who were not really familiar with this history. Because it was (and still is!) a uncomfortable topic we haven't been well done educated at school. So I heard from some readers in personal that they never realized it was a real war what was happening there. The focus is as always on World War 2 in Europe/Holland, so it is hard for many people to get an image of the colonial war in Indonesia and if my book will helps a little it 's fine for me.
Nick: We come to the technical aspect of your work : what kind of paper do you use? Do you prefer using a stylus or brush ? And what do you think of digital techniques ? And how long does it take on average to make a table?
Peter: For Rampokan I used papers like Schoelershammers 250/300 gramms and now I 'm working with Canson Angouleme BD, 250 gramms. I work with a brush, Winsor &Newton Series nr. 0 and 00 for inking. And yes, nowhere days I work too with a computer, only to do the colour work. I used to work with ecoline, gouache and airbrush, but with with Photoshop I save a lot of time and the result of my computer colouring is alright. Despite I think the manual way of working is still the REAL thing!
Nick: There were special reasons for the choice of using two colors in Rampokan ?
Peter: Money! My publisher Oog & Blik had in 1998 not enough money to finance a full colour comic. But after all I think the way I have done the duo tone colouring, it suits well with the story during the 1940's. A bit nostalgic. But especially for a Dutch comic magazine called MYX I had the opportunity to made a full coulor version of the first chapter of Rampokan: Celebes, published in 2004.
Nick: Future plans : What are you working on , and especially if you know there is a release of " Rampokan " in Italian? In the past there was talk of an interest by a couple of publishers, including- I believe- the Coconino.
Peter: I 'm working since a couple of years on an adaptation of a novel from famous Dutch writer Adriaan van Dis, so called Familieziek. Hopefully in about three years it wll be ready.
And my latest comic, released in August 2013, is Three Days in Rio, which I made in commission of fashion brand GANT International. A tale about fifteen-year-old Lennart who 's found a job as a steward on a cargo ship sailing from Stockholm to Rio de Janeiro during the 1950's. Except for the Dutch market it was also as an Swedish and English edition available at their GANT stores all over the world. As a gift to their best clients.
Yeah, I know there was serious interest from Coconino, but still it hasn 't been worked out yet. Perhaps I will see them in Angouleme next week. I hope so!
Africa-Holland Line |
Nick: Well, that's all. Thanking you for your time I ask you if there is some question you should talk about and I didn't make.
Peter: Well, the last couple of years we are aware of the many fugitives from Africa to Europe, especially Italy/Lampedusa. Some years ago I was asked by Scheepvaartmuseum, the Maritime Museum Amsterdam the making an oil painting. I never used this technique before, but I accepted their proposal and worked for one year on this oil painting I show you here. It 's called Africa-Holland Line and is about these refugees. A triptych because I 'm still a comic artist, making stories with images. But it's my first oil painting and that's why I didn 't use any outline as I used to be with my comic work. An experiment and it is expose permanent on this national museum.
10 commenti:
Mi piace il disegno di questo autore. Ha uno stile retrò molto elegante.
Il suo albo che hai comperato in Olanda di cui parlavi nel post pre-presentazione era una versione in inglese? Perché purtroppo l'olandese è fuori portata per me...
@ Ariano
Mi dispiace, ma quella di cui parlo è proprio l' edizione in olandese. Però da quello che so esiste una edizione francese.
Accidenti che tematiche, era ora!
E il tratto ha davvero uno stile vintage, molto bello.
@ occhio.
Il Colonialismo è uno di quei temi rimossi nella civiltà occidentale, ne parliamo poco o nulla anzi tendiamo a dimenticarlo. Di tanto in tanto mi piace affrontare dei temi sociali e credo che questo meritasse. In più bisogna aggiungere che Peter van Dongen ha veramente talento, è bravissimo. Aggiungiamo anche che se un domani un qualsiasi editore italiano lo dovesse tradurre nel nostro paese potrei sempre vantarmi di averlo scoperto io per primo in Italia. :)
Il francese lo capisco abbastanza. Farò una ricerca ;-)
Grazie dell'informazione.
@ Ariano
Grazie a te che sei sempre presente. ;)
Grazie a te per essere un buon amico.
Peccato questo difettuccio della terronaggine, ma sai, ci si può anche abituare ;)
(...Vediamo se mi uccidono anche stavolta XDXDXD)
@ Eddy
E cosa dovrei dire io che ti sopporto nonostante tu sia un polentone della peggior specie? XD XD XD
Mi sono abituato io a te, puoi farlo anche tu. ;)
Lo Scheepvaartmuseum è un museo bellissimo! Spero che il contratto con la Coconino vada in porto, nel caso ricordati di segnalarlo! ^^
@ Salomon Xeno
Io purtroppo lo Scheepvartmuseum me lo sono perso. :(
Mettiamola così: adesso ho un motivo in più per tornare ad Amsterdam.
ti prometto che se si dovesse concretizzare un contratto italiano per Van Dongen, lo segnalerò immediatamente. ^^
Così potrei vantarmi di un altra esclusiva. ^^
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