Sono passati quasi novanta anni da quel giorno e molte cose sono cambiate.
In vita Lovecraft era stato uno dei tanti scrittori che faticavano a sbarcare il lunario, sconosciuto ai più se non ad altri artisti della sua cerchia e ai pochi lettori delle riviste pulp come Weird Tales o Amazing Stories.
Oggi, dopo novanta anni lo stesso autore viene considerato uno dei padri nobili dell' horror ed anche uno dei precursori della fantascienza moderna.
Oggi la sua influenza, la sua importanza viene ormai riconosciuta da tutti i critici, perfino da quelli più ostili al genere.
E' stato però un cammino lento, una comprensione ed una diffusione delle sue opere avvenute per gradi, anche nel nostro paese al punto che" lovecraftiano "è diventato un aggettivo pregnante, un modo di classificare una ben precisa concezione della narrativa del terrore.
Resta da chiedersi cosa sarebbe oggi la letteratura del Terrore e del perturbante senza le invenzioni lovecraftiane, senza i Miti di Chtulhu, senza pseudobiblia come il Necronomicon oppure senza Arkham e le altre fittizie località del New England immaginate dallo scrittore di Providence.
Una domanda simile se la devono esser rivolta all'interno delle romane Dunwich Edizioni- una piccola casa editrice nata nel 2013.
La risposta è stata questa antologia .
Tutto urla Lovecraft in questa raccolta, a cominciare dal titolo della raccolta: Ritorno a Dunwich fino ai dodici racconti ospitati nel libro frutto di una precedente selezione, tramite concorso gratuito.
Volendo essere più precisi i racconti, tutti di autori italiani sono nell'ordine :
- Mirko Giacchetti – L’Insostenibile Leggerezza del Caos
- Uberto Ceretoli – La strega di Aylesbury
- Fabio Lastrucci – Chtulhuvision
- Andrea Berneschi – L’Amore di un Ghoul
- Giuliana Ricci – Sine Requie
- Claudio Foti – Monte Cavo
- Sara Bardi – L’Assistente di N.
- Marco LoMonaco – I Tempi della Follia
- Samuele Fabbrizzi – Mater Patrona
- Alessando M. Colombo – Con il Corpo di Cristo
- Walter Perello – Sebrina
- Andrea Berneschi – Dante incontra Nyarlathotep
- Marinella Landi – Lemuria, il Continente Dimenticato
Lovecraft, come dicevamo, è un' autore affascinante ma di cui è difficile riprodurre le atmosfere e la poetica, in linea di massima la maggior parte degli scrittori che hanno provato ad avvicinarsi alla sua Opera e a continuarla spesso hanno prodotto veri e propri tradimenti letterari, oppure - nella migliore delle ipotesi sono riusciti a coglierne solo gli aspetti più superficiali; quando a suo tempo intervistai Ramsey Campbell a proposito della questione il suo pensiero sull'argomento continuatori dei Miti di Cthulhu fu questo:
R Campbell: To an extent his reputation is the victim of his most famous creation, the Lovecraft Mythos. It was conceived as an antidote to conventional Victorian occultism – as an attempt to reclaim the imaginative appeal of the unknown – and is only one of many ways his tales suggest worse, or greater, than they show. It is also just one of his means of reaching for a sense of wonder, the aim that produces the visionary horror of his finest work (by no means all of it belonging to the Mythos). Unfortunately too many of us (certainly including me) went for the bits that looked easiest to imitate – the passages of purple prose (far less common in his work than his detractors think), the forbidden books, the slimy monsters and a great deal too many tentacles. Too few of us understood that his real power comes from a cosmic vision, from his care with structure, his concern to find the best prose voice not just for each story but for each section of one.*
In questo caso, gli undici autori di questa antologia (almeno la maggior parte di loro ) mi sono sembrati ben consci dei rischi insiti nell'operazione, per evitare di cadere negli stessi errori di chi li ha preceduti spesso hanno preferito una via intermedia tra l' approccio personale e il rispetto della visione classica. C'è stato chi come Mirko Giacchetti con il racconto che apre la raccolta ( L'Insostenibile Leggerezza del Caos) ha puntato molto sul'ironia e sullo splatter dissacrante ma dissacrante in maniera liberatoria, chi, invece, come Claudio Foti (autore dell'interessante Monte Cavo ) ha trasportato l'ambientazione in territorio italiano - per la precisione tra Roma ed i Castelli Romani - creando così una vicenda rigorosa in cui si assiste ad un tentativo di spiegare la materia in chiave scientifica, storici ed archeologica.
Altri -come Andrea Berneschi col racconto Dante incontra Nyarlathotep - hanno sfruttato la carta della letteratura italiana immaginando una nascita alternativa della Commedia dantesca e chi ancora - come Uberto Cerretoli col suo La Strega di Aylesbury o Samuele Fabbrizzi in Mater Matrona - si dilettano a rielaborare ed attualizzare le idee e le visioni lovecraftiane lasciandone però l'impalcatura e la struttura nella maniera il più ortodossa possibile
E non è un caso che questi ultimi due racconti siano tra quelli ambientati proprio nell' immaginaria cittadina di pescatori Dunwich, un' altra delle creazioni più belle e riuscite tra quelle nate dalla penna e dagli incubi del Solitario di Providence .
Non mancano nemmeno la satira di alcuni mali del nostro tempo ( nello specifico i reality show messi alla berlina in Chtulhuvision da Fabio Lastrucci ), il garbato divertisement de L' Assistente di N. ( la livornese Sara Bardi ) o la pura visione poetica de L'Amore di un Ghoul, l'altro racconto dell' aretino Andrea Berneschi presente nell'antologia ( uno dei pezzi migliori di tutta la raccolta, secondo l'umile parere del sottoscritto)
La sensazione che traspare dall'antologia è che i tre curatori Mauro Saracino ( che è anche fondatore e responsabile della Dunwich edizioni); Luca Alessandro e Giorgio Riccardi abbiano cercato di differenziare il più possibile la varietà dei racconti in modo da poter dare un assaggio di tutte le varie specificità dell'influenza lovecraftiana in letteratura, magari questo in alcuni punti potrebbe aver causato una sosta di discontinuità o di spaesamento nel lettore meno avvezzo all'argomento, ma in definitiva Ritorno a Dunwich si è dimostrata una piacevole lettura composta da racconti che vanno come qualità dal discreto al buono ed in alcuni casi anche all'ottimo.
Un ' antologia che, magari consiglierei a quei lettori che già conoscono l'opera originale di H.P. Lovecraft piuttosto che a coloro che invece si avvicinano per la prima volta a quell'universo narrativo ( magari sbaglierò ma ritengo sia sempre meglio conoscere prima il lavoro dell'iniziatore, del creatore originario così ) Ma che comunque consiglierei ad un buon appassionato dei Miti di Cthulhu.
Piuttosto, semmai dovessi esprimere dei dubbi questi riguarderebbero alcuni aspetti della veste grafica dell'oggetto libro specie nell'edizione cartacea ( quella che ho comprato io ), praticata dalla Dunwich.
Piccole cose, per carità, come la mancanza di un sommario, oppure la mancanza dei nomi degli autori ( o perlomeno dei curatori ) in copertina.
Piccole dimenticanze, magari dovute al fatto che la Dunwich al momento della sua nascita ha puntato più sul digitale che sul cartaceo, però che possono senza dubbio essere corrette.
Per il resto credo proprio che di questa casa editrice parlerò ancora in futuro.
AAVV. RITORNO A DUNWICH
Pag. 178 Edizioni DUNWICH
Cartaceo : EURO 9,90
EBook : EURO 2, 49
ISBN: 9788898361120
* Traduzione: (In una certa misura la sua reputazione ( NdR: di Lovecraft ) è stata vittima della sua creazione più famosa i Miti di Lovecraft . È stato concepito come un antidoto al tradizionale occultismo vittoriano - come un tentativo di recuperare il fascino fantasioso dell' incognito - ed è solo uno dei tanti modi suoi racconti suggeriscono peggio , o maggiore , di quello che mostrano . E 'anche solo uno dei suoi mezzi di raggiungere un senso di meraviglia , un obiettivo che produce l'orrore visionario dei suoi migliori lavori ( non tutti appartenenti al ciclo dei Miti ). Purtroppo troppi di noi ( me compreso, sicuramente ) siamo andati a cogliere i pezzi che ci sembravano più facili da imitare - i passaggi di prosa evocativa ( molto meno diffusi nel suo lavoro di quello che i suoi detrattori pensano ) , i libri proibiti , i mostri viscidi e le grandi cose dai troppi tentacoli . Troppo pochi tra noi hanno capito che il suo vero potere viene da una visione cosmica , dalla sua attenzione verso la struttura del racconto, dalla sua preoccupazione di trovare la migliore prosa non solo per ogni storia , ma per ogni porzione della storia stessa.)
14 commenti:
Un esperimento simile, ma made in USA, era stato fatto anche una ventina di anni fa. In Italia l'aveva presentato Einaudi nella sua collana Stile Libero.
@ Ivano Landi
Ne avevo sentito parlare, inoltre bisogna tener presente che negli USA ai tempi in cui August Derleth era al timone della Arkham House di antologia come queste ne uscivano molteplici.
Sai che a me, una lettura "seria" di Lovecraft, manca? :P Ho letto alcune cose in passato e ricordo poco.
Non sembra affatto male questa raccolta, che per adesso annoto (come dici tu nel post, prima vorrei avvicinarmi allo scrittore): i tuoi giudizi sui singoli racconti fanno ben sperare! E l'operazione in sé è interessante.
Buon week end Nick! ^_^
@ Glò
Buon week end Glò e grazie per l' apprezzamento.
Avevo già notato di recente questa pubblicazione e un piccolo pensiero, rimasto incompiuto, lo avevo già fatto. Penso che lo comprerò, magari nell'edizione digitale.
P.S.: il non aver messo il nome degli autori (o un semplice AAVV) in copertina mi sembra davvero una pessima idea.
A parte un'antologia di Derleth basata su alcuni appunti sparsi lasciati da H.P., non ho mai approcciato nessun autore che basasse le sue opere sugli Antichi Dei creati da Lovecraft.
Ho letto qualche omaggio di Stephen King nei suoi racconti ( Orrore a Crouch End, La Nonna e N.) e qualcosa del suddetto Derleth, ma mai nessun'altro.
@ Obsidian M.
Io la mancanza di un AAVV o di qualche altra indicazione in copertina l' ho trovato stranissimo e la cosa mi dispiace perché fa perdere qualche punto ad un antologia comunque abbastanza piacevole.
Magari, dal momento che si trattava di uno dei primi libri della Dunwich si è trattato solo di una dimenticanza dovuta all'inesperienza. Chi lo sa?
Fortunatamente si tratta di una cosa che può essere corretta nelle prossime antologie della casa editrice.
@ Pirkaf
Orrore a Crouch End ce l'ho anche io.:)
C'ê da dire purtroppo che la maggior parte degli imitatori di Lovecraft - in primis Derleth -erano ben poca roba.
I tentativi- omaggio di King sono tra le poche felici eccezioni.
Incredibile che pur non avendo letto nulla - ancora - di Lovecraft, il solo sentire certi nomi mi richiama alla memoria le giocate al gioco da tavolo Arkham Horror ed è amore subitaneo! :°D
Quest'uomo ha creato un'atmosfera attorno a sé, spero che quando leggerò uno dei suoi libri la sensazione rimanga totalmente inalterata! ^_^
@ A.H.V.
Io ti consiglierei di provare a leggere qualcosa di Lovecraft magari proprio dai Miti di Cthulhu.
Certo la letteratura di Lovecraft ha anche alcuni aspetti che con la sensibilità odierna potrebbero cozzare però è uno di quegli autori che andrebbero sempre letti.
Provaci, io ti consiglierei" La Cosa sulla Soglia" e " Lo Strano Caso di Charles Dexter Ward".
È vero, anche Einaudi Stile Libero aveva tentato qualcosa del genere, ma il ricordo che ne ho è di un testo poverissimo di spunti ma ricchissima di birignao da primi della classe, un'antologia tutto sommato pietosa. Ti credo sulla parola se mi dici che quest'antologia è migliore. Sarebbe stato difficile, d'altro canto, farne una peggiore.
@ Massimo Citi
Come ho detto sopra molto spesso le antologie ispirate a Lovecraft erano - purtroppo - molto scarse. Lo stesso Ramsey Campbell - e stiamo parlando - di un maestro dell' horror se ne era dichiarato deluso.
Dell' antologia della Einaudi non posso dire niente non avendola letta però in giro ne ho sentito dire tutto il peggio possibile.
Letto solo "L'orrore di Dunwich" e "La casa stregata"... mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa (._.)
@ Michele il menestrello pignolo
Non è mai troppo tardi per recuperare.
;)
Posta un commento