CLOVERFIELD (2008)

E' la sera del 22 Maggio e il giovane Rob Hawkings si sta preparando per partire verso il Giappone, un nuovo e prestigioso incarico di responsabilità lo attende in quel paese. Jason il fratello di Rob, la sua fidanzata Lily e il miglior amico del gruppo "Hud" decidono di organizzare una festa a sorpresa per l'evento. Nell'appartamento di Manhattan si presenta anche Beth, una ragazza di cui Rob è sempre stato innamorato e con cui ha recentemente trascorso una notte assieme, ma che dopo quella notte il giovane non ha più chiamato per dedicarsi al nuovo lavoro.
I due finiscono per litigare con che Beth abbandona la festa precipitosamente. Ed è proprio in quel momento che le cose cambiano nettamente.
Una esplosione danneggia la Statua della Libertà ed una strana enorme e mostruosa creatura semina panico e distruzione per le strade di New York e niente, nemmeno l'esercito sembra fermarla.
I sopravvissuti alla festa assieme a Marlena, una ragazza oggetto delle attenzioni di Hud decidono di recarsi proprio nel centro del conflitto.
In cerca di Beth.


Prima di cominciare debbo fare una confessione: io i mockumentary, i found footage li ho sempre cordialmente detestati. Li ho sempre trovati un sistema furbetto da parte di registi e produttori con poco talento e ancora meno fantasia per realizzare con quattro soldi produzioni spesso di scarsa qualità.
Certo sto semplificando di brutto, ci sono le debite eccezioni, una è questo film, un altro è Diary of the Dead di Romero, un altro ancora può essere il primo Rec e sicuramente ce ne saranno tante altre.
Però è indubbio che ci fu un periodo in cui questo peculiare modo di fare spettacolo si diffuse in maniera virale nell'industria del Cinema, anzi possiamo dire che diventò proprio di moda.



Il responsabile del fenomeno è facile da individuare, è stato  il gran successo di  film come Paranormal Activity di Oren Peli a dare inizio alla proliferazione delle pellicole in stile mockumentary.  I generi dei Mockumentary o dei found footage avevano già cominciato a far parlare di sè attorno alla fine del secolo scorso grazie a precursori o progenitori come il The Blair Witch Project della coppia Myrick & Sanchez a dare inizio al fenomeno, ma è solo negli anni attorno al 2007 (orientativamente) che si è assistito alla proliferazione eccessiva di questo tipo di pellicole. Uno dei più famosi, ed uno dei maggiori responsabili del fenomeno, rimane ancora proprio Paranormal Activity, che -anche se aveva cominciato a circolare nelle sale in maniera compiuta nel 2009, era stato girato da Peli, nel 2007 ed era già abbondantemente conosciuto da addetti del settore, spettatori e fan essendo stato proiettato in diversi festival del settore ( dati wikipedia)
E quindi si può tranquillamente considerare precedente a Cloverfield.
Qualsiasi appassionato di Cinema di genere ricorda quel periodo in cui un film horror su tre era girato con quella tecnica (anzi con quella mancanza di tecnica)
Il fenomeno,  non può dirsi del tutto esaurito, ma di certo rispetto ai quei primi anni dopo il 2007 si è sicuramente molto sgonfiato.
Come dicevamo prima però Cloverfield è una delle meritevoli eccezioni al piattume generale dei mockumentary,  dal momento che le immagini sgranate, le inquadrature sfocate ed il montaggio spastico tipici di questo tipo di produzioni sono quasi totalmente assenti e quelle rare volte che compaiono vengono impiegate cum grano salis, con cognizione di causa


Al timone della regia c'è un regista vero, quel Matt Reeves, che in tempi più recenti è stato incaricato di seguire la ripresa della saga del Pianeta delle Scimmie, la sceneggiatura è opera del veterano Drew Goddard,  responsabile di tanti episodi di Lost;  Buffy ed Angel e -cosa più importante- come produttore troviamo uno dei Re Mida di Hollywood,  J.J. Abrams, ed anche questo risulta evidente da come viene condotta tutta la realizzazione della pellicola.

Non solo perché, come già detto, si avverte una maggiore cura nelle scene e nei dettagli, ma per tutto il marketing virale rilasciati prima e durante la messa in onda della pellicola, campagne quali un sito ufficiale con titolo fittizio, giusto per sviare la fuga di notizia oppure l'immissione in rete di di finti account su vari social network a nome dei protagonisti del film  nei quali mano a mano venivano fornite informazioni (inutile dire che ultimo aggiornamento di stato è avvenuto il giorno del rilascio nelle sale della pellicola, giorno corrispondente anche -negli eventi narrati nel film- allo sbarco su New York del mostro alieno)
Perché questo è in definitiva Cloverfield: un perfetto monster movie, debitore di tante pellicole orientali alla Godzilla & Co,  anzi forse un po troppo debitore, dal momento che  l'artigiano Neville Page, creatore delle fattezze del mostro per conto dello Studio Tippett, ad un certo punto è stato accusato di plagio da parte dei realizzatori del film coreano The Host, però, sì, abbiamo la letale ed apparentemente invulnerabile creatura aliena, abbiamo perfino i suoi ancora più letali parassiti golosi di carne umana, abbiamo uno scontro con l'esercito che cerca di impedirgli in tutti i modi di radere al suolo la città di New York, così come abbiamo l'immancabile gruppo di protagonisti che percorre il territorio devastato dallo scontro.

Non viene spiegato cosa ci faccia la bestia sul nostro pianeta, anche se nelle parti speciali dei DVD commercializzati Abrams e collaboratori spiegano che "Clover", questo il nome dato alla creatura potrebbe non essere altro che un cucciolo di una razza aliena perdutosi nello Spazio.
Inoltre, ma questo è solo un mio pensiero, lo stesso nome Clover potrebbe essere un omaggio ai fumetti horror e Sci Fi che la Marvel realizzava a cavallo tra gli anni '50s e '60s, ben prima di specializzarsi nel genere supereroistico e che brulicavano di mostri ai quali venivano sempre, invariabilmente assegnati nomi che cominciavano con la lettera C o con la lettera G.
Questa però rimane solo una mia idea.
Quello che è certo è che Abrams, Reeves e Goddard riescono a fondere la novità del momento, cioè la telecamera a mano con la più classica delle trame.

C'è inoltre tutta la prima parte, quella preparatoria, quella di prima della catastrofe, in cui non sembra nemmeno di assistere allo stesso film. ma ad una pellicola diversa, quasi ad una sit com (scherzando con mia moglie ho detto che sembrava di assistere ad una puntata di Friends) sensazione acuita dal fatto che molti membri del giovane cast all'epoca o provenissero effettivamente da quel mondo o fossero coinvolte in quel tipo di produzioni: Lizzy Caplan, l'attrice che interpreta il ruolo di Marlena in contemporanea stava lavorando anche nella sits The Class- Amici per Sempre, vista anche da noi; T.J. Miller che si occupa del ruolo di Hud, in seguito si sarebbe specializzato nelle commedie. Discorso diverso per l'ex modello Mike Vogel ( Jason Hawkins) che in Cloverfield veste uno dei suoi tanti ruoli di contorno (e, perdonatemi lo spoiler: di vittima sacrificale) in film o serie horror e fantasy.



Nei minuti iniziali assistiamo quindi all'usuale sarabanda tipica delle commedie romantiche o delle opere esistenziali: il gruppo di personaggi fighetti e con tutta la vita davanti, la loro combriccola di amicizie ancora più fighetta ed interraziale, la storia d'amore contrastata, con un lui (il Rob interpretato da Michael Stahl-David) che ama riamato la bella Beth ( Odette Yustman) ma che la lascia per seguire la carriera (è un dato di fatto che la mentalità americana sia portatrice di una cultura molto competitiva e carrierista, al punto che se non si fanno almeno tre lavori, magari sottopagati, magari ultrastressanti o se non si possiedono minimo cinque carte di credito, magari vuote, magari cariche di transazioni contestate in quel paese si viene considerati dei losers, degli sfigati).
I personaggi durante tutte le scene della festa danno vita alla loro  pantomima, alle proprie piccole storie ed esistenze ignari di quanto verrà dopo.


Ed è l'effetto straniamento che si viene a verificare tra le due parti, tra la fiction sentimentale delle prime scene e il monster movie della seconda metà della pellicola a rivelarsi interessante.
Sotto questo punto di vista Cloverfield si rivela quasi un guilty pleasure e per una volta tanto l'aspetto mockumentary risulta quasi azzeccato, non dico credibile ma azzeccato sicuramente si.


Ma se il panico dei personaggi, le scene delle evacuazioni di massa degli abitanti di Manhattan, le comparse delle creature aliene una volta tanto ben dosate- né troppo abusate né eccessivamente trascurate - risultano scelte vincenti, altrettanto non si può dire del comportamento e delle motivazioni  della coppia principale che in più occasioni con il loro tira e molla, i reciproci comportamenti  risultano stopposi e stucchevoli.
Forse però tutto questo risulta una scelta voluta da parte del regista e del produttore per condurre le direzioni dei personaggi verso l'unico finale possibile per un tipo di film come questo
Un film dove il doppio binario  tra storia d'amore e storia di distruzione scorre parallelo dalla prima all'ultima inquadratura.
Cloverfield si è dimostrato uno dei film campioni d'incasso della stagione cinematografica 2007/ 2008, per anni si è vociferato su potenziali sequel ma solo ora dopo tanti annunci ed il doppio delle smentite sta arrivando un secondo capitolo: 10 Cloverfield Lane che dovrebbe debuttare tra poco.


Un primo trailer già è in circolazione da tempo, quello che si può  intuire dalle prime poche scene disponibili è che stavolta non  sarà utilizzata la tecnica del finto documentario.
Forse l'epoca dei mockumentary e dei found footage è davvero tramontata definitivamente.

19 commenti:

Ariano Geta ha detto...

A me non è dispiaciuto. Certo, si vedeva lontano un chilometro che l'uso della telecamera portatile era tutt'altro che amatoriale e che rispondeva imvece a una montaggio ben calcolato da esperti della fotografia, niente a che vedere con, per dire "The Blair Witch Project" girato in economia e con evidenti dilettantismi.
L'idea di un sequel mi attira poco, sarà che il finale mi era sembrato perfetto... Maledetta voga di dare un sequel a tutto pur di intercettare, con la curiosità, gli spettatori che gradirono l'originale.

Massimo Citi ha detto...

Molto carino, Cloverfield, anche se,a distanza di tempo, ammetto di ricordare meglio la sitcom che il monster movie... Piccolo particolare, perché non riesco a recuperare il tuo articolo precedente? Perché il PC ogni volta ce tentavo di collegarmi mi comunicava:«Spiacente ma questo articolo non esiste.»?

Glauco Silvestri ha detto...

Probabilmente qualche mockumentary apparirà ancora, ma la moda sta veramente passando in secondo piano... probabilmente perché si è esagerato e la gente si è stancata di andarli a vedere.

In realtà il fenomeno è stato portato in auge molti anni prima di Paranormal Activity, con The Blair Witch Project (anno 1999). Riguardo gli incassi, Paranormal Activity ha avuto più successo, ma di poco (193 milioni di dollari, a oggi, contro i 141 milioni di TBWP), ed è costato meno (15000 dollari contro i 60000 dollari di TBWP). A ogni modo, visti i numeri, di sicuro è stato TBWP a lanciare il genere con successo.
Neppure TBWP è il primo mockumentary... Si parte nel lontanissimo 1933, passando per il '38 (La guerra dei mondi), passando per il 1983 (Zelig, di Woody Allen - costò 60000 dollari e incassò 11 milioni di dollari), e persino Peter Jackson ne fece uno, nel 1995, che però non ho mai visto (Forgotten Silver, in cui si racconta la storia di un filmaker neozelandese). Poi TBWP eccetera eccetera eccetera...

Bella rece. Cloverfield è sicuramente un prodotto ben riuscito, e son molto curioso di vedere il suo seguito (TBWP ebbe un pessimo sequel). :-)

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
La differenza tra "TBJP" e "Cloverfield" è lampante. Per fortuna il secondo ha avuto un regista "vero" come Matt Reeves ed è stato studiato nei minimi dettagli mentre il primo è stato un evento isolato, opera di due mestieranti che hanno avuto un' unico colpo di genio nella loro vita e poi non sono più riusciti a replicare. Proprio questa professionalità, fa si che "Cloverfield"sia una delle poche eccezioni positive tra i mockumentary.

Nick Parisi. ha detto...

@ Bara Volante
Proprio mia moglie l'altro giorno quando rivedevamo il film aveva notato il particolare della batteria infinita che, obiettivamente, è un difetto di sceneggiatura non indifferente..
Per quanto riguarda il seguito, penso proprio che -anche- grazie alla presenza di John Goodman sarà qualcosa di molto diverso rispetto a "Cloverfield".

Nick Parisi. ha detto...

@ Massimo Citi
Non sei il primo che mi chiede lumi rispetto al mio articolo precedente. Si trattava di un post che avevo scritto ma di cui non ero molto convinto. Era uscito per errore, di conseguenza l'ho rimesso subito offline.

Nick Parisi. ha detto...

@ Glauco Silvestri
Ottimo commento, come sempre!
E' indubbio che The Blair Witch Project" abbia rappresentato il primo grande successo per un mockumentary horror. I due autori Eduardo Sanchez e Daniel Myrick all'epoca ebbero davvero una intuizione geniale. Però è altrettanto indubbio che la vera esplosione del genere c'è stata dopo "Paranormal Activity", negli anni dopo il 2007. Quante decine di mockumentary abbiamo visto uscire in quel periodo?
Invece all'epoca di Myrick e Sanchez, c'erano più idee nel Cinema, c'erano altre tendenze che andavano di moda, infatti se ricordi quello era il periodo di saghe come quella di "Scream"; "So cosa hai fatto" "Urban Legends" etc, etc....insomma "TBJP" probabilmente più che lanciare la tendenza, creò un capostipite un precursore, ecco.
Spero anche io che "10 Cloverfield Lane" sia un ottimo film, in quanto al secondo"TBWP", quello fu davvero un obbrobrio e la cosa spiega anche perché poi Myrick e Sanchez dopo non abbiano più realizzato un emerito beeep!

Babol ha detto...

Temo il sequel, sinceramente. Cloverfield invece mi era piaciuto nonostante l'avessi visto molto dopo la sua uscita e in un periodo in cui ero satura di mockumentary (o meglio, found footage!).

Nick Parisi. ha detto...

@ Babol
Di solito detesto anche io cordialmente i sequels, il più delle volte sono altamente deludenti.
Found footage, mockumentary, found footage; mockumentary...spesso i due generi si sovrappongono e si confondono tra loro....anche io apprezzai il primo Cloverfiend, nonostante venisse -come hai detto tu- da un periodo di forte esposizione di questo tipo di pellicole.

Glò ha detto...

Non so, mi attira pochissimo: allora non è meglio un Godzilla d'annata? :D
Buon week end Nick ^_^

Ivano Landi ha detto...

Non visto e non lo vedrò. Più che altro sono terrorizzato dal doppio binario storia d'amore e storia di distruzione che scorrono in parallelo dall'inizio alla fine. Tipicamente amerikano.

Nick Parisi. ha detto...

@ Glò
Sicuramente sempre meglio un Godzilla d'annata^_^
Ci si fanno anche più risate. ;9
Buon week end a te Glò!

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
Cloverfield è un film che più americano di così si muore!
Decisamente rimpiango quei bei film di genere italiani, spagnoli, inglesi o filippini degli anni 60-70, sicuramente c'era molta più varietà.

Blognauta ha detto...

Sono molto legato a Godzilla e tanti altri kaijū degli anni 50-60. Cloverfield non l'ho mai apprezzato più di tanto, ma il seguito, almeno per quanto riguarda il trailer, mi ha incuriosito, anche se aspetto con ansia Pacific Rim 2!!

Nick Parisi. ha detto...

@ Blognauta
Il trailer di 10 Cloverfield Lane promette un film molto diverso dal capostipite.
Aspetto anche io, da buon amante dei robottoni, il seguito di Pacific Rim. ;)

Michele il menestrello pignolo ha detto...

Lo avevo visto al cinema e mi era piaciuto nonostante le pecche, anche se ci ero rimasto male sul finale. Ora film del genere non li guarderei più al cinema, al massimo una spesa di qualche euro per il noleggio.

Nick Parisi. ha detto...

@ Michele il menestrello pignolo
Il finale di Cloverfield lasciava veramente di cacca, anche se ripensandoci temo che quello fosse l'unico finale possibile per una pellicola del genere.

Anna Massè ha detto...

A me non era dispiaciuto la prima volta che lo vidi, cioè non molto dopo che uscì. Anzi lo consideravo interessante, sin carino! Ma poi tempo dopo lo rividi e realizzai che non era poi un granchè secondo me. Ma a me non piacciono proprio i film realizzati con questa "mancanza di tecnica" come dici tu, mi annoiano mostruosamente e tendo ad addormentarmi facilmente... però dai, tutto sommato c'è di peggio :)

Nick Parisi. ha detto...

@ Anna Massè
Si, indubbiamente c'è molto di peggio, basta vedere proprio i vari "Paranormal Activity" o "ESP- Fenomeni Paranormali", quelli si che hanno veramente razzolato il fondo.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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