INTERVISTA CON ADRIANA LORUSSO.

 

Dopo la scheda di qualche giorno fa oggi vi presento l'intervista che ho realizzato con la scrittrice Adriana Lorusso. Adriana, di professione traduttrice, da tempo si è trasferita a Bruxelles dalla natia Treviso. Lì, grazie a Jean-Claude Dunyach (un vecchio amico sia mio personale che di questo blog) ha cominciato a pubblicare trasformandosi in una delle scrittrici di fantascienza più importanti del Belgio, sopratutto grazie alla saga planetaria di Ta-Shima. L'intervista odierna rappresenta un'occasione per approfondire un nuovo aspetto della produzione letteraria nel nostro continente. Ringrazio Adriana per la sua gentilezza e per la sua disponibilità.  Oltretutto la scrittrice mi ha fatto il favore di curare lei la traduzione in francese della sua intervista, ringrazio anche Dunyach per averci messo in contatto. Mentre a tutti voi auguro una buona lettura. Alla fine della versione italiana i lettori francofoni potranno trovare anche quella in lingua francese.

Attendo le vostre impressioni.

 ( Pour la version française, se il vous plaît faites défiler vers le bas!)

Nick:  Benvenuta su Nocturnia. E' un piacere avere oggi ospite del mio blog la scrittrice Adriana Lorusso. Come prima domanda ti chiedo di parlarci dei tuoi inizi, in particolare del momento in cui hai iniziato ad affiancare l'attività di scrittrice a quella tua originaria di interprete e traduttrice. In particolare cosa ti ha avvicinato alla fantascienza? E quali sono stati gli scrittori che ti hanno formato maggiormente come lettrice prima che come autrice? Naturalmente puoi citare anche film, telefilm, be-dè e tutto quello che ti viene in mente.

 Adriana Lorusso: La letteratura dell’immaginario ha cominciato ad affascinarmi con Cent’anni di Solitudine di García Márquez e Il Maestro e Margherita di Bulgakov. Con la fantascienza sono stata sfortunata: i primi romanzi che mi sono capitati in mano non mi sono piaciuti e stavo per fare una croce sul genere quando ho letto alcuni libri di Ursula Le Guin, ho cambiato radicalmente idea e sono andata a fare una razzia in una libreria dedicata esclusivamente a fantascienza e fantasy. Chi mi ha influenzato? Le Guin, per la capacità di creare universi perfettamente coerenti e alcuni autori classici dell’epoca come Vance, Cherryh, Vinge per le avventure ben congegnate, senza pretese intellettualistiche

Nick:  Continuiamo a soffermarci sui tuoi inizi: introduci le tue prime pubblicazioni ai lettori di Nocturnia. Se non erro, molte delle tue prime cose sono state selezionate dallo scrittore ed editor Jean-Claude Dunyach per le sue pubblicazioni?

AL:  Quando ero all’università ho proposto una novella per un’antologia mainstream. All’epoca ignoravo che la letteratura dell’immaginario è una sotto-categoria che i lettori pretenziosi non possono tenere nella minima considerazione. Così ho ingenuamente spedito una novella di genere fantastico, che è stata accettata (è la prova che i miracoli esistono). Pensavo di aver definitivamente messo fine alle avventure letterarie, ma poi il primo romanzo della serie Ta-Shima mi si è imposto al cervello esigendo di nascere. Ho ubbidito. Non è stato preso in considerazione dagli editori italiani, un’amica lo ha tradotto in francese e l’ho inviato a due editori. È stato accettato da entrambi, ma il responsabile della fantascienza di Bragelonne, Jean-Claude Dunyach, mi ha risposto per primo. Dopo due settimane. Un tempo di risposta così corto mi ha fatto pensare che si trattasse di uno scherzo, tanto che gli ho chiesto sospettosamente se era un vero editore. Ne ridiamo assieme ancora adesso.

 Nick: Oltralpe sei conosciuta principalmente per "Ta-Shima" edito dall'editore "Bragelonne". Introduci quest'opera ai lettori italiani che ancora non la conoscono. 

AL: Per otto secoli il pianeta Ta-Shima non ha avuto contatti con la Federazione dei mondi umani ed ha dato vita ad una società imperniata sugli imperativi di sopravvivenza in un mondo inospitale. Vi coesistono due razze di esseri umani, diverse come caratteristiche fisiche e comportamenti: gli Shiro, signori arroganti e sanguinari, pronti ad uccidersi l’un l’altro per un banale punto d’onore e gli Asei, tarchiati e villosi, che hanno per gli Shiro un’ammirazione sconfinata. Tuttavia l’equilibrio fra le due razze è ben più sottile di quanto appaia a prima vista.

 Nick: Uno dei temi fondamentali in "Ta-Shima" è il racconto della coesistenza tra culture e società diverse, in Ta-Shima all'inizio della vicenda convivono - non sempre pacificamente - due differenti razze umanoidi. Da cosa deriva l'interesse per questo argomento? 

AL: In effetti i problemi di convivenza si pongono piuttosto con i rappresententi della potente Federazione. Ne conseguono varie avventure, su un terreno di incomprensione reciproca totale, con conseguenze talvolta tragiche. L’interesse per l’argomento deriva dal fatto che le incomprensioni fra culture diverse sono una triste realtà della vita di noi tutti: migranti e autoctoni, fanatici religiosi di due religioni diverse, settentrionali e meridionali e chi più ne ha più ne metta.

 Nick: Soffermiamoci un istante sul personaggio della dottoressa Suvaidar Huang,la mia sensazione è che si tratti di una figura divisa tra più mondi, una persona che dovrà fare i conti con le sue origini e su quello che è diventata e sopratutto con quello che dovrebbe o vorrebbe essere. E' una ricostruzione sbagliata la mia?

AL:  La tua interpretazione è assolutamente esatta. 

Nick:  Ai fini della riuscita di una costruzione letteraria cosa conta di più: il world building o la creazione dei personaggi? Cosa conta di più per te? 

AL: Direi che dipende dal tipo di romanzo. In una storia cyberpunk la realtà rappresenta l’evoluzione futura del mondo che conosciamo, quindi potrebbero bastare alcuni tocchi per caratterizzare l’ambiente, mentre in un planet-opera i due elementi hanno lo stesso peso.

 Nick: Una domanda personale, alla quale se vuoi, puoi non rispondere: ma quanto del tuo vissuto e della tua esperienza personale di persona che si è trasferita ed adattata ad un'altra realtà e au nuovo modo di vivere, pensare e parlare ha influito nella costruzione e nella scrittura dell'universo di Ta-Shima?

 AL: Di certo ha influito, anche se le due società, italiana e belga, non presentano differenze significative. Suppongo che, a parte l’uso di un’altra lingua, la mia esperienza sia stata analoga a quella di un Sardo che si trasferisce in Lombardia o dell’abitante di un paese di tremila abitanti scaraventato all’improvviso nel centro di Roma.

 Nick: In Francia e sopratutto in Belgio "Ta-Shima"ha ottenuto un buon successo (ecco, una cosa che noi in Italia spesso non consideriamo abbastanza è che all'estero l'editoria non ragiona tanto per confini nazionali ma per aree linguistiche). In particolare ha vinto il prestigioso Prix Bob Morane, ti va nell'ordine : prima di spiegare ai lettori italiani cosa sia quel premio ed il suo valore e poi di rievocare le sensazioni provate quando hai saputo di aver vinto?

AL:  È un premio assegnato da una giuria composta da professionisti della letteratura (scrittori, giornalisti, critici, direttori di collezione). Quando ho saputo di averlo vinto, dapprima sono rimasta di stucco: era il mio primo romanzo e ci sono bravissimi scrittori di fantasciena di lingua francese. Superata la sorpresa credo di aver svolazzato a dieci centimetri dal pavimento per un bel po’.

 Nick: Più in generale, quanto ritieni siano importanti i premi ai fini del successo di un romanzo? 

AL: Non lo so, me lo sono chiesta spesso. So che sono importanti nella letteratura mainstream anche se, devo confessare, c’è un premio di cui non farò il nome che per me funziona al contrario: evito accuratamente i romanzi che l’hanno ricevuto. 

Elisabeth Vonarburg, Jean-Claude Dunyach e Adriana Lorusso agli Imaginales 2011.

 

Nick: Qual'è lo stato di salute della narrativa di genere (in particolare di quella fantascientifica) in Francia e come ti sembra che sia quella italiana?

AL:  In Francia la fantascienza ha ceduto terreno di fronte alla fantasy e alla bit-lit ( un sottogenere della urban fantasy NdN). Ho sentito lamentele in proposito in tutti i festival dell’immaginario cui ho partecipato: molti si chiedono il perché di questa perdita di interesse dei lettori. Secondo me accade perché la fantascienza era nata per far sognare: conquiste di esopianeti, scoperte meravigliose – e anche gloriose battaglie contro feroci alieni. Negli ultimi anni, se non altro nella letteratura in lingua francese, ci sono troppi racconti post-apocalittici. Per la maggior parte si tratta di romanzi validi, sul cui valore letterario non si possono formulare critiche. Però non passa giorno senza che un telegiornale, o un giornale, ci ripeta che le condizioni climatiche peggiorano, che siamo al punto di non-ritorno, che da un secolo a questa parte sono scomparse migliaia di specie. Sono conscia di questa realtà, che mi preoccupa, e faccio quel poco che posso per non peggiorare la situazione – ed è molto poco se si pensa all’enorme quantità di inquinamento prodotto dalla Cina e dagli Stati Uniti. Non mi nascondo quindi la testa sotto la sabbia ma non ho voglia di ritrovare gli stessi argomenti in una letteratura che dovrebbe farmi evadere dalla realtà. Quanto alla situazione in Italia, sono di un’ignoranza abissale in proposito. Da quando l’unica libreria di Bruxelles che vendeva libri in italiano ha chiuso, ho preso l’abitudine di leggere quasi esclusivamente in francese. 

L'edizione italiana del primo romanzo del ciclo.

 

Nick: Sempre a questo proposito : alcuni anni fa uno scrittore francese mi disse che una delle pratiche abituali nella fantascienza francese (nonchè una delle differenze maggiori con quella italiana) è che spesso i vari scrittori si rileggono e rielaborano tra loro le opere prima della pubblicazione. In pratica fungono da revisori gli uni per gli altri. Tu confermi questa pratica? E secondo te quanti benefici può apportare al risultato finale? 

AL: È esatto, ed è utilissimo, oltre che simpatico. Come sai chi rilegge è chiamato lettore Beta, oppure Beta readers. Esiste anche un collettivo di aspiranti autori, CoCyclics, nel quale ci si impegna a beta-leggere le opere degli altri e in cambio si ottengono beta-letture delle proprie opere. Funziona così bene che un noto editore prende in considerazione per primi i testi raccomandati da CoCyclics.

Nick:  "Ta-Shima" dal 2019 ha anche una sua edizione italiana. Ti va di parlare ai lettori di Nocturnia di questa versione nella nostra lingua?

AL:  I romanzi e la raccolta di novelle sono stati pubblicati da due editori francesi, uno dei romanzi è stato tradotto in tedesco e pubblicato da Lübbe, alcune novelle sono uscite in Francia, in Belgio, in Canada. Mi dispiaceva che niente comparisse nella mia lingua madre e nel mio paese di origine. 

 Nick: Tuttavia, questa non è la tua prima pubblicazione in Italia, se non ricordo male: nel 2009 un tuo racconto è apparso nel #58 della rivista "Robot", giusto? Raccontaci di questa tua collaborazione. 

AL:  Nel corso di una convention di fantascienza in Italia ho conosciuto alcuni esponenti del mondi dell’immaginario italiano, fra cui il simpatico redattore di Robot, che ha letto alcune delle mie novelle e ha deciso di pubblicarne una.

 Nick:  Tra i tuoi colleghi scrittori segui con maggiore attenzione ed interesse? 

AL:  Jean-Claude Dunyach, che ho conosciuto come responsabile di editing e beta- lettore e che nel frattempo è diventato un carissimo amico ed Elisabeth Vonarburg.

 Nick: Progetti futuri: a cosa stai lavorando e cosa ci dobbiamo aspettare da Adriana Lorusso nell'imminente futuro?

AL:  Sto terminando la traduzione in italiano di un altro romanzo, Sonda Cerebrale (la traduzione perché dal terzo romanzo in poi scrivo direttamente in francese). Si situa nello stesso universo dei primi tre ma in un mondo supertecnologico, nel quale un clero fanatico gode di eccessivo potere. Lo avevo scritto parecchi anni fa, poi era rimasto a dormire in un cassetto virtuale, perché sentivo che c’era qualcosa di poco convincente. L’ho rifilato al mio beta-lettore preferito che ha capito immediatamente quale fosse il problema, ci ho lavorato su e adesso è pronto per partire. Una coincidenza interessante: la sonda cerebrale che fornisce il titolo al libro è un marchingegno fondato sulla nanotecnologia, con naniti autoreplicanti, e impiantato nel cervello. Un anno fa ho letto un articolo che parlava… dell’utilizzo di naniti autoreplicanti per controllare alcune funzioni cerebrali (diamine, il mio marchingenio!) allo studio nell’istituto di neuroscienze dell’università di N.Y.

  Nick: Siamo arrivati alla fine di questa intervista. Ti ringrazio ancora e mi accomiato da te con la classica domanda finale di Nocturnia: esiste una questione di cui avresti parlato volentieri, una domanda a cui avresti risposto e che io invece non ti ho fatto?

AL:  Ebbene sì. La domanda che mi hanno rivolto, con una certa aria di superiorità, alcuni visitatori delle fiere del libro: c’è una storia d’amore nel romanzo? La risposta è: NO. Le donne non scrivono necessariamente storie con risvolti sentimentali.

FINE.

BONUS CARD: ADRIANA LORUSSO & ELISABETH VONARBURG.

Elisabeth Vonarburg.

 

Molto spesso le amicizie nascono in maniera imprevista, anche tra scrittori.  Adriana Lorusso  l'abbiamo presentata in questo post ed è stato un piacere ospitarla. Elisabeth Vonarburg invece è una grandissima scrittrice franco-canadese che prima o poi mi auguro di intervistare. le due oltre ad essere ottime autrici sono anche buone amiche amiche.  Lascio la parola alla stessa Lorusso.

Elisabeth ha scritto alcuni dei migliori romanzi della fantascienza di lingua francese.
Ci siamo conosciute in occasione delle Utopiales di Nantes, non al festival, ma per strada. Abbiamo scambiato qualche parola, poi ci siamo presentate. Sentendo i rispettivi nomi abbiamo esclamato in coro.
"Adoro i suoi romanzi!"
Chiaramente ne è nata un'amicizia.

 ENTRETIEN AVEC ADRIANA LORUSSO - VERSION FRANÇAISE.

Bienvenu! Aujourd'hui je vous propose mon entretien avec l'écrivaine Adriana Lorusso. Je remercie Adriana pour sa gentillesse et pour sa disponibilité. Je remercie également le grand Jean-Claude Dunyach qui m'a mis en contact avec l'écrivain Adriana Lorusso. Bonne lecture à vous tous.  

 Nick: Bienvenue sur Nocturnia. Je me réjouis s’avoir aujourd’hui l’auteure Adriana Lorusso comme invitée sur mon blog. Première question : veux-tu bien nous parler de tes débuts et en particulier de quand tu as commencé à pratiquer l’activité d’écrivain parallèlement à ton travail en qualité d’interprète et traductrice ? En particulier, qu'est-ce qui t’a rapprochée de la science-fiction ? Quels auteurs ont contribué à ta formation, comme lectrice, puis comme auteure ? Tu peux, bien évidemment, citer aussi films, téléfilms, bédés, enfin, tout ce qui te vient à l’esprit. 

Adriana Lorusso:  La littérature de l'imaginaire a commencé à me fasciner avec Cent ans de solitude de García Márquez et Le maître et Marguerite de Boulgakof. Je n'ai, par contre, pas eu de chance avec la science-fiction: je n'ai pas aimé les premiers romans que j'ai pris en main. J’étais sur le point de tirer un trait sur ce genre quand j'ai lu quelques livres d'Ursula Le Guin. Là, j'ai changé radicalement d'avis et je suis partie faire une razzia dans une librairie dédiée exclusivement à la science-fiction et à la fantasy. Qui m'a influencé? Le Guin, pour sa capacité de créer des univers parfaitement cohérents et certains auteurs classiques de l’époque, tels que Vance, Cherry, Vinge, pour leurs aventures ben ficelées, sans prétentions intellettualistes.

Nick:  Continuions à nous intéresser à tes débuts: présente tes premières publications aux lecteurs de Nocturnia. Sauf erreur, plusieurs de tes premières oeuvres ont été sélectionnées par Jean-Claude Dunyach, auteur et directeur de collection, qui les a publiées.

AL:  Aux temps de l’université j’ai répondu à un appel à textes destiné à une anthologie de littérature blanche. Ignorant à l’époque que la littérature de l’imaginaire est un sous-genre que tout lecteur imbu de lui-même se doit d’ignorer, j’ai envoyé une nouvelle fantastique. Elle a été acceptée – comme quoi les miracles, cela existe. J’estimais avoir mi fin à titre définitif à mes incursions dans le monde de l’écriture, quand le premier roman de la série Ta- Shima s’est imposé à mon esprit en exigeant de naître. J’ai obéi. Il n’a pas été pris en considération par les éditeurs italiens, puis une amie l’a traduit en français et je l’ai envoyé à deux maisons d’édition. Il a été accepté par les deux, et c’est le responsable de la collection SF de Bragelonne qui a répondu le premier. Deux semaines plus tard. Un temps de réponse si bref m’a fait croire qu’il devait s’agir d’un canular, si bien que j’ai demandé d’un ton soupçonneux s’il était bien un vrai éditeur. On en rit encore ensemble. 

 Nick:  Dans les pays francophones tu es surtout connue pour Ta-Shima publié par Bragelonne. Peux-tu présenter cette œuvre aux lecteurs qui ne la connaissent pas ?

AL:  Pendant huit siècles, la planète Ta-Shima est restée à l'écart de la Fédération des mondes humains, développant une société centrée sur l’impératif de la survie dans un monde inhospitalier. Deux races humaines très différentes comme caractéristiques physiques et comportementales y coexistent : les Shiro, seigneurs arrogants et sanguinaires, prêts à s'entre-tuer pour une simple question d'honneur et les Asix, trapus et velus, qui vouent aux Shiro une admiration sans bornes. Toutefois, l’équilibre entre les deux races est bien plus subtil qu’il n’y parait.

Nick:  L’un des thèmes fondamentaux de Ta-Shima est justement celui des rapports entre cultures et sociétés diverses. Depuis le début des événements on découvre la coexistence – pas toujours pacifique – entre deux différentes races humanoïdes. D’où vient ton interêt pour ce sujet ? 

AL: Je dirais que les problèmes de cohabitation se posent plutôt avec les représentants de la toute-puissante Fédération. Cela donne lieu à une série d’aventures avec en arrière-plan une incompréhension réciproque totale. Les conséquences en sont parfois tragiques. C’est un sujet encore et toujours d’actualité; les incompréhensions entre différentes cultures représentent une triste réalité de la vie de nous tous : migrants et autochtones, laïques et religieux, voire fanatiques appartenants à deux religions différentes (liste non exhaustive).

 Nick: Penchons-nous sur la doctoresse Suvaïdar Huang; j’ai la sensation qu’il s’agit d’un personnage partagé entre des mondes différents, qui devra régler ses comptes avec ses origines, la personne qu’elle est devenue et surtout sur la personne qu’elle devrait – ou voudrait – être. Est-ce que mon interprétation est correcte ?

AL:  Tu as tout à fait raison. 

Nick: À ton avis qu’est-ce qui prime pour réussir une oeuvre littéraire, la création des personnages ou celle de l’univers dans lequel ils évoluent ?

AL:  Je dirais que cela dépend du genre du roman. S’agissant de cyberpunk, la réalité est celle d’une possible évolution du monde dans lequel on vit. Quelques touches pourraient suffire pour caractériser le monde, alors que dans un planet opera les deux éléments ont le même poids.

Nick: Une question personnelle, à laquelle tu peux ne pas répondre, si tu le préfères : Tu as émigré et tu as donc dû t’adapter à une réalité différente, à un nouveau style de vivre, de penser et de parler. En quelle mesure ton vécu et ton expérience personnelle ont influencé la création et l’écriture de l’univers de Ta- Shima ?

AL:  Il est certain qu’il y a eu une influence, bien que les deux sociétés, l’italienne et la belge, ne présentent pas de différence significative. Je suppose que, hormis l’usage d’une langue qui n’est pas ma langue maternelle, mon expérience a été analogue à celle d’un Français qui émigre au Québec, ou de l’habitant d’un village de trois mille personnes parachuté tout à coup en plein centre de Paris.

Nick: Ta-Shima a eu un bon succès en France et en Belgique (en Italie nous ne prenons pas en suffisante considération le fait qu’à l’étranger l’édition ne raisonne pas en terme de frontières nationales mais de région linguistique). Le roman a reçu le prix Bob Morane. Quels sentiments as-tu ressenti quand tu a appris qu’on te l’avait décerné ? 

AL:  De premier abord, j’en suis restée comme deux ronds de flan : il s’agissait de mon premier roman et il y a une brochette d’auteurs francophones de FS et fantasy bourrés de talent. Après m’être remise de la surprise j’ai dû voleter un moment à quelques centimètres du sol.

 Nick:  En ligne générale, en quelle mesure penses-tu que les prix littéraires contribuent au succès d’un roman?

 AL: Je l’ignore, c’est une question que je me suis posée. Je sais qu’ils ont de l’importance dans la littérature blanche, bien que, je l’avoue, un prix que je ne nommerai pas a sur moi l’effet contraire : j’évite soigneusement les romans qui l’ont reçu.

Nick:  Comment se porte la fiction (et plus particulièrement la science-fiction) en France, et comment te semble la situation en Italie?

AL:  En France, la science-fiction a cédé du terrain à la fantasy et à la bit-lit. J'ai entendu des plaintes à ce sujet dans tous les festivals de l’imaginaire auxquels j'ai participé : plusieurs intervenants se demandaient pourquoi cette perte d'intérêt de la part des lecteurs. À mon avis, cela arrive parce que la science- fiction était née pour vous faire rêver : conquêtes d'exoplanètes, découvertes merveilleuses – voire glorieuses batailles contre de féroces extraterrestres. Ces dernières années, du moins dans la littérature de langue française, il y a trop de thèmes post-apocalyptiques. Il s’agit, pour la plupart, de romans valables, dont la valeur littéraire ne saurait être mise en question. Mais voilà : pas un jour ne 4 passe sans qu’un journal – parlé ou écrit – ne nous répète que les conditions climatiques se dégradent, que nous sommes au point de non-retour, que au cours des dernier siècle de milliers d'espèces ont disparu. Je suis consciente de cette réalité, qui m'inquiète, et je fais le peu qui est à ma portée pour ne pas aggraver la situation. Et c'est vraiment très peu si on pense à l'énorme quantité de pollution produite par la Chine et les États-Unis. Je ne cache donc pas ma tête dans le sable mais je ne veux pas retrouver les mêmes sujets dans une littérature qui devraient être d’évasion. Pour ce qui est de la situation de la SF en Italie, je ne peux qu’avouer mon ignorance. Depuis que la seule librairie de Bruxelles qui vendait des livres italiens a fermé, j’ai pris l’habitude de lire presque exclusivement en français.

Nick:  Pour rester dans le sujet, il y a quelques années, un auteur français m’a dit que dans la SF française il y arrive souvent que les auteurs relisent et retravaillent ensemble les œuvres avant publication (une pratique inconnue chez leurs collègues italiens). En pratique, ils agissent en qualité de réviseurs les uns pour les autres. Tu confirmes ? Et à ton avis, en quelle mesure cela est bénéfique pour le résultat final ? 

 AL: Oui, je confirme. Disposer d’un beta-lecteur compétent est très utile, et de plus agréable. Il existe un collectif d'auteurs en herbe, CoCyclics, dans lequel on s’engage à beta-lire les œuvres des autres, obtenant en retour des beta-lectures de ses propres œuvres. Cela fonctionne si bien qu'un éditeur connu prend en considération en premier lieu les textes recommandés par CoCyclics.

Nick: Depuis 2019 il existe une version en italien de Ta-Shima. Voudrais-tu en parler aux lecteurs de Nocturnia ? 

AL:  Mes romans et mon recueil de nouvelles ont été publiés par deux éditeurs français, l'un des romans a été traduit en allemand et publié par Lübbe, quelques nouvelles ont été publiées en France, en Belgique, au Canada. J'étais désolée que rien n'apparaisse dans ma langue maternelle et dans mon pays d'origine. 

 Nick: Cependant, ce n'est pas ta première publication en Italie, si j’ai bon souvenir : en 2009 une de tes nouvelles a paru dans le n° 58 du magazine Robot, n’est-ce pas ? Parle-nous de cette collaboration. 

AL:  Lors d'une convention de science-fiction en Italie, j'ai rencontré des représentants du monde italien de l’imaginaire, dont le gentil rédacteur en chef de Robot, qui a lu certaines de mes nouvelles et a décidé d'en publier une.

 Nick:  Parmi tes confrères et consoeurs, lesquels suis-tu avec plus d'attention et d'intérêt ?

AL:  Jean-Claude Dunyach, que j'ai rencontré en tant que responsable de collection et beta-lecteur, et qui est entre-temps devenu un ami très cher, et Elisabeth Vonarburg.

Nick:  Projets futurs: sur quoi travailles-tu et à quoi faut-il s'attendre d'Adriana Lorusso dans un futur proche?

AL:  Je suis en train de terminer la traduction en italien d'un autre roman, Sonde Cerebrale (la traduction car à partir de mon troisième roman j'écris directement en français). Il se situe sur une planète à la technologie avancée, où un clergé fanatique jouit de trop de pouvoir. Je l'avais écrit il y a plusieurs années, mais il est resté dormir dans un tiroir virtuel, parce que je sentais qu'il y avait quelque chose de peu convaincant, sans pouvoir mettre le doigt dessus. Je l'ai refilé à mon beta-lecteur préféré, qui a immédiatement compris où se situait le problème. Je l’ai donc retravaillé et il est à présent prêt à prendre l’envol. Une coïncidence intéressante: la sonde cérébrale qui donne son titre au livre est un bidule fondé sur la nanotechnologie, avec des nanites auto-réplicantes, et implanté dans le cerveau. Il y a un an, j'ai lu un article qui parlait… d’un appareil qui se servait de nanites auto-réplicantes pour contrôler certaines fonctions cérébrales (du diable, c’était mon bidule à moi !) actuellement à l'étude à l'institut de neurosciences de l'Université de N.Y.

 


Nick. Nous voilà à la fin de cette interview. Je te remercie à nouveau et je prends congé de toi avec la question finale classique de Nocturnia : y a-t-il un point que tu aurais aimé évoquer, une question à laquelle tu aurais répondu, mais que je ne t’ai pas posée ?

Adriana Lorusso:  Eh bien, oui. Il s’agit de la question qu’on m’a posée, avec un petit air de supériorité, certains visiteurs aux foires du livre : y a-t-il une histoire sentimentale dans ce roman ? NON. Les femmes n’écrivent pas d’office des trucs à la guimauve.

FIN.

10 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Interessante. Mi ha colpito soprattutto la sua interpretazione sul declino della fantascienza a causa della presenza sui media di notizie che prospettano un futuro nero e quindi spingono il lettore verso letture di evasione ambientate in contesti fantasy anziché futuri.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
E' una interpretazione che viene condivisa anche da molti altri autori di fantascienza. Per questo stanno nascendo anche molte correnti di fantascienza cosidetta "positivista" ed ottimista. E' un fenomeno piccolo ma che sta facendo molta strada.

Obsidian M ha detto...

Fa davvero riflettere il fatto che uno stesso romanzo venga ignorato da tutti gli editori italiani e poi preso al volo da ben due (su due) editori francesi. Sapevo che eravamo messi male ma non fino a questo punto.
PS: Non quale sia il premio innominabile, ma ho la sensazione che inizi per "S" e che abbia a che fare con fatture e malocchi...

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian M
Non saprei dirti di quale premio si tratta, magari glielo chiedo e poi te lo scrivo in prvt....
Non saprei dirti nemmeno se succede sempre che gli editori francesi si dimostrino più "reattivi" degli italiani, però ti posso dire che nel campo dei fumetti è successa la stessa cosa a Giovanni Gualdoni prima di sbarcare alla Bonelli, nella sua intervista mi raccontò che agli inizi, col suo gruppo di amici quando aveva formato "Lo Studio dei Sette Mondi" il gruppo faceva fatica a trovare contratti in Italia (in sintesi: nessuno se li caxxxxava). Gli è bastato andare ad una manifestazione in Francia ed alla fine giornata avevano già quattro o cinque contratti.
Come direbbe Zaia quando imita Crozza: " Riflettiamoci sopra"!

Ivano Landi ha detto...

Che ansia tradurre un proprio romanzo in un'altra lingua! Mi viene da pensare allo sforzo per resistere alla tentazione di cambiare intere frasi in corso di traduzione. Chissà se lei l'ha mai vissuta questa tentazione...

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
Dubbio interessante, gli chiederò anche questo. Magari visto che ormai scrive direttamente in francese questo problema non s elo porrà più, chi lo sa però se agli inizi....Glielo chiederò. Mi hai fatto venire la curiosità.

Ivano Landi ha detto...

Anche se ora scrive direttamente in Francese la questione rimane identica, perché nell'intervista dice che i libri li traduce lei stessa dal Francese all'Italiano.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
vero, verissimo.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
"Adriana Lorusso mi ha mandato la rispsota alla tua domanda:
Salve Ivano. Ogni volta che mi rileggo trovo qualcosa da cambiare. Quando ho preparato l’edizione italiana dei primi due romanzi non ho nemmeno tentato di resistere alla tentazione di intervenire ovunque mi sembrasse opportuno, armata di bisturi e lente di ingrandimento, come dice il mio beta-lettore preferito.

adriana lorusso"

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian M
Ciao, Adriana Lorusso mi ha mandato la risposta alla tua curiosità:
"Sì, il premio italiano comincia per S. Evito in genere anche le opere che hanno ricevuto un prestigioso premio francese, il Goncourt.
adriana lorusso"

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...