IN COSA CREDIAMO, E QUANTO CREDIAMO.

OVVERO: PERCHE' CREDO NEI MOSTRI MA NON NELLA TELEVISIONE!
Ci sono più cose in cielo e in terra...
L'idea di questo post mi è venuta grazie ad una conversazione con mia moglie, o meglio, si parlava di quelle trasmissioni dedicate ai misteri,reali o farlocchi che siano. A quel punto, la domanda che ci siamo fatti tra una risata e l'altra, è quale sia la nostra  soglia di credulità, di apertura mentale,  quanto siamo disposti a credere all' insolito e all'inspiegabile?

Bella domanda, vero?
In realtà non so quanto io sia in grado di rispondere a questa domanda:, mi piace poter pensare di avere una mente abbastanza aperta, ma non per questo accetto tutte le ipotesi e le teorie più improponibili ed astruse sempre e comunque. (Qualcuno ha nominato la trasmissione MISTERO, per caso?)
Da sempre non mi piacciono nè i creduloni, quelli che accettano ad occhi chiusi qualsiasi cosa, magari finendo nelle mani di ciarlatani o di imbroglioni senza pietà, nè le posizioni, ad esempio, di quelli del CICAP, che negano spesso a priori le cose, e che mi danno la sensazione, che se un Disco Volante, gli atterrasse in giardino negherebbero comunque la sua esistenza.

Insomma non mi ritengo  un credente ma nemmeno uno scettico, sono fermamente convinto, come diceva quel tale, che ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne possiamo conoscere o anche solo immaginare, sopratutto ritengo altamente riduttiva la pretesa di voler spiegare tutto solo con la scienza tradizionale o con quegli esperti che ragionano sempre e solo per compartimenti stagni, però bisogna andarci piano e non gridare ogni volta al miracolo o all'evento. O magari, cosa ben peggiore, quelli che urlano al complotto per ogni cosa, dalla morte di Kennedy  alle scie chimiche (la new entry di questi ultimi anni e che, personalmente, mi fa ridere) fino alla negazione dello sbarco sulla Luna.
D' altra parte non si può escludere nemmeno tutto.

Dite la verità? Non ne vorreste uno nel' acquario di casa?

Un esempio che faccio sempre è quello che riguarda la Criptobiologia : è assurdo pensare che sul nostro pianeta ormai sia stato scoperto tutto, che tutti gli esseri viventi siano stati scoperti e catalogati.
Il Celacanto, è stato scoperto solo nel 1938 prima si riteneva estinto da almeno 65 milioni di anni, 
quindi è altamente probabile che possano esserci altri ritrovamenti simili.
D'altro canto, mi viene da chiedermi  come mai in quest'era di tecnologie digitali, ogni volta che qualcuno annuncia foto di Saquatch o di Nessie, queste debbano essere sempre immancabilmente sfocate, sfalsate e\o granulose.

Altro esempio è la Fantarcheologia.  Voglio dire, cosa ci fa essere così presuntuosi dal ritenere  di aver dato tutte le risposte e che non ci siano ancora tante cose da scoprire a livello storico e archeologico.
Ci sono ancora tante, troppe pagine vuote, tante cose che diamo per scontate e che invece non tornano.
Però mi viene da chiedermi come mai tutti quelli che asseriscano di aver trovato tracce di Atlantide o di Lemuria, poi non portino mai prove reali delle loro affermazioni.

Insomma credo, dal basso, dal bassissimo della mia personale esperienza ritengo che si debba procedere coi piedi di piombo, non rimanere imprigionati nei dogmatismi ad ogni costo, ma nemmeno dimostrarsi creduloni sempre e comunque.
Uno stare a mezza via; un esercitare l'arte del dubbio, questo cerco di fare io.Non m'interessa giudicare: m'interessa capire.
  Ed è proprio sulla base di questa mia idea (non ho la presunzione di chiamarla filosofia di vita) che mi viene da ridere quando assisto a certe trasmissioni televisive in cui cercano di dimostrarti  per vere cose palesemente assurde .

ma qual' è secondo voi il limite, il discrimine da applicare? In cosa credete?
O se siete completamente scettici perché lo siete?

Rimane da chiarire un ultimo particolare: vi è mai capitato nelle vostre vite, qualcosa d'insolito, qualcosa che ancora oggi non riuscite spiegare?
Oppure qualcosa che vi ha convinto che il paranormale, o l'inspiegabile non esiste?
A me qualcosa di strano è successo.


LA VOLTA CHE NON VIDI IL DISCO VOLANTE.
Nemmeno credere proprio a tutto, tutto, però...
Napoli, tra Piazza Dante e via Toledo, uno dei salotti della città. Non ricordo bene l'anno ma sarà stato tra il 1973 ed il 1975.
Ero un bambino a passeggio tenuto mano nella mano  da mia madre.
Avete presente quel periodo da bambini quando credete che nella vita ci saranno solo bei momenti e che le cose vi andranno sempre e solo bene?
Ecco, quella è l'infanzia.
Ad un certo punto, però mi accorgo che mia madre mi indica di guardare il cielo, chiedendomi se anche io vedo la  "cosa". Io alzo la testa, però a parte il cielo e le nuvole, non vedo niente!
Ricordo, le persone in strada tutte con la testa all'insù, in  particolare un signore affacciato alla finestra di casa sua  che con le dita mima a qualcuno che è dietro di lui i movimenti di qualcosa che è nel cielo.
Per la seconda volta alzo gli occhi al cielo dove dovrebbe esserci qualcosa. 
E non vedo niente!
Il bambino che ero all'epoca avrebbe voluto vedere, però davanti a tutte le persone in quella strada mi sentivo come quell'altro bambino, quello della favola che urla che il Re è nudo.
In serata perfino la radio locale annunciò la notizia di un UFO visto nel centro di Napoli che aveva anche eseguito delle traiettorie impossibili per un comune aereo.
Erano altri anni, non esistevano telecamere nelle  strade, non c'erano cellulari con fotocamere, non so dire se si è trattato di un fenomeno di isteria collettiva, di un errore o di miei ricordi fallaci.
So solo che io non vidi niente.


Quello degli UFO è uno dei fenomeni più controversi degli ultimi tempi, ricordo di aver letto che quando nel 1969 fu chiuso il contestato Progetto BLUE Books su almeno 12.000 casi studiati ce n'erano almeno 700 per cui non era stata data una spiegazione logica. Quindi uno "zoccolo duro" di un 5% di casi rimasti insoluti.
Una risposta che può dare ragione sia a chi nega il fenomeno sia a chi lo sostiene.

Mi porti a casa con te? Giuro che mi comporto bene !
Cosa credo io?
L'Universo è pieno di stelle, solo nella nostra Galassia, la Via Lattea, approssimate per difetto ci dovrebbero essere 100 Miliardi di Stelle, di queste almeno 10 Miliardi  sembra che abbiano la possibilità di ospitare pianeti.
Finora sono stati individuati con certezza almeno 778 pianeti tra quelli di tipo Gioviano e quelli di tipo Terrestre.
Ritenere che la vita si sia formata solo sulla nostra piccola palla di fango sarebbe estremamente presuntuoso da parte nostra.
Ritenere che la vita intelligente si sia formata solo sulla nostra piccola palla di fango sarebbe ancora più presuntuoso da parte nostra.
Quando sento però parlare di "Grigi"; di Rettiliani; di donne che dichiarano di essere state ingravidate da Alieni e cose del genere ebbene la mia parte razionale si risveglia e dubita fortemente.
Non so dire quanto c'entri il fatto che il bambino che ero non vide il Disco Volante quando decine di altre persone lo videro, so solo che per me, il Re era nudo quel giorno.


FANTASMI, VAMPIRI, STREGHE E QUANT'ALTRO...NELLA MIA SECONDA VOLTA.
Il soprannaturale questo sconosciuto....
Quanto siamo disposti a credere? Ancora una volta posso parlare solo per me stesso: a me del cosiddetto soprannaturale interessa l'aspetto letterario, al massimo quello folkloristico.
Chi mi segue da tempo, sa già che ho un debole per le leggende regionali del nostro paese, dalla Calabria alla Valle d'Aosta, dal Trentino alla Sardegna. Anche però per quelle Europee partendo dal' Inghilterra e dalla Francia  fino ad arrivare a paesi come l'Armenia e la Georgia Non so dire da dove sia nata questa mia passione, penso di averla sempre avuta.

Ma se sono personalmente disposto a credere nel soprannaturale, ebbene anche stavolta, non ho risposte definitive. Una volta mi capitò da bambino una certa cosa, ne ho parlato QUI ...probabilmente erano solo le paure di un bambino spaventato ( e prima che a qualcuno venga in mente di fare battutine, mi dispiace deluderlo ma ho avuto un infanzia normale e felice ).
La casa non era proprio così, però questa foto ha un suo certo effetto! :D


Ma in età adulta ho avuto la mia seconda volta con le case "strane".
E' stato circa quattordici anni fa: all'epoca cercavo un posto dove passare qualche mese, era finita una storia che consideravo importante ma che mi aveva quasi rovinato la vita.
Un mio amico mi diede la possibilità di poter passare qualche tempo nella casa appartenuta ai suoi genitori. Quell'edificio era una bella ma decadente villetta a due piani con il proprio giardino, un orticello...e un mare di camere.


Il mio amico non aveva bei ricordi della sua casa natale, però era per l'appunto un amico, e mi lasciò stare per tutto il tempo che mi serviva per trovare un appartamentino da affittare o comprare.


Ero contento di vivere in quel posto, avevo passato due anni d'inferno con la mia ex e la sua famiglia e quei mesi passati nella villa furono l'occasione per tornare a vivere. Però...
Però c'era un clima strano in quella casa, intendiamoci niente di spaventoso, nessuna apparizione, nessuna esperienza spaventosa. Mai sentito rumore di catene o assistito ad apparizioni in lenzuolo bianco.
Però l'intero secondo piano era disseminato di stanze da letto, alcune erano state chiuse per anni. Niente di eccessivo...parlo di piccoli avvenimenti: porte che ero sicuro di avere lasciato aperte che poi ritrovavo chiuse, temperature dell'ambiente attorno che improvvisamente si abbassavano, perfino le luci che brillavano abbassandosi e aumentando in un attimo.

Parlo anche di sensazioni: c'era un gatto, che pur avendo dei padroni aveva preso l'abitudine di venire a mangiare e dormire da me. Ebbene in un paio di occasioni quel gatto, un bellissimo soriano grigio, solitamente la bestia più buona e sottomessa al mondo l'ho scoperto a ringhiare al vuoto.
C'era qualcosa in quella casa?
Non so dirlo e sinceramente non m'interessa nemmeno. So solo che in quella casa ci sono stato benissimo e che non ho mai avuto grossi problemi e nemmeno paure.
Solo quando me ne sono andato il mio amico mi ha confessato che in una di quelle due stanze incriminate, e dove non avevo mai dormito, era morto suo padre.
Inutile dirlo: a me lo Spazio affascina.


Se credo in queste cose? Probabilmente ni ! Nè si e nè no.
Certo, da vecchio ateo,mi piacerebbe poterci credere; mi piacerebbe poter credere di sbagliarmi e che esista un "dopo".
Cerco però di mantenere la mente aperta, mi definisco possibilista.
Lo so, detto così potrebbe sembrare una posizione troppo comoda, ma almeno applicata alla mia persona mi sembra la più obiettiva possibile: qualcosa oltre la nostra comprensione potrebbe esserci, e il fatto che si possa anche solo contemplare questa eventualità ha sempre reso la razza umana più recettiva.
Noi abbiamo bisogno di poter pensare di poter aspirare a qualcosa di meglio.
Il chiederci cosa c'era oltre le Colonne d'Ercole ci ha fatto raggiungere risultati insperati, abbiamo raggiunto la Luna, abbiamo compiuto imprese mirabolanti...ma abbiamo raggiunto anche abissi improponibili .
l'importante è non rimanere imprigionati nei dogmi da un lato, ma nemmeno crearsi dei misteri artificiosamente.
Per questo ho la massima stima per gente come Angie o Lady Ghost, ma anche per scienziati con la mente aperta.
Perchè ricordo ancora troppo bene, l'espressione spaventata di quel gatto.


E voi, qual ' è il vostro rapporto con l'insolito? Cosa ne pensate?

Le Grandi Storie della SF: Kevin J. Anderson & Rebecca Moesta.

Ripropongo un articolo, che ho scritto per IL FUTURO E' TORNATO, lo ripubblico mentre sto preparando l'articolo per il fine settimana.
Buon Divertimento a tutti quanti.


Comincia così questa storia, con una nascita. L'anno è il 1956 e una bambina di nome Rebecca nasce in una tranquilla famiglia di americani residenti in Germania.
Dopo questa nascita la famiglia Moesta, decide di tornare in California dove ritengono avranno una vita migliore.
Rebecca Moesta apparentemente non ha niente di diverso dalle sue coetanee, compie il cammino classico della brava ragazza WASP; è brava a scuola, si laurea e si sposa con un suo compagno di corso.
Inizialmente Rebecca seguirà il marito in giro: Stati Uniti, di nuovo la Germania e mentre lei continua a studiare per prendere il suo Master fa in tempo a partorire anche un figlio.
Però le manca qualcosa,il matrimonio non è esattamente tra quelli più riusciti e nemmeno i lavori che lei ha fatto finora la soddisfano; Rebecca non si ritiene appagata anzi si sente quasi in gabbia.
Lei vorrebbe provare a fare qualcosa di artistico.

Ben presto Rebecca Moesta comincia a lavorare come redattrice e si occupa della correzione di bozze al Lawrence Livermore National Laboratory . Questo lavoro e la sua passione per la fantascienza le fanno incontrare uno scrittore di belle speranze :Kevin J. Anderson.

Galeotta sarà la fantascienza, i due si conoscono, s'innamorano e una volta che lei avrà lasciato quel marito che non l'ha mai capita, Kevin e Rebecca si sposano.


Kevin J. Andreson è nato nel Wisconsin nel 1962 e a differenza della sua futura moglie si dimostra invece una di quelle persone con le idee chiare sin da subito: l' amore per le opere di Wells, scoperto all'età di cinque anni gli fa decidere immediatamente di diventare uno scrittore, i primi racconti pubblicati al Liceo sono indubbiamente Fantasy, ma con un gran tocco ironico.

Poi, finalmente arrivano i racconti di Fantascienza.
C'è troppa concorrenza però, il mercato è pieno quasi stracolmo, ci sono tanti ottimi professionisti che occupano il settore, così come ci sono tanti "Autori" in grado di scrivere ottimi capovalori, mancano però quelli che un tempo si sarebbero definiti gli onesti artigiani della penna.
Così come risulta in espansione un settore del mercato che è potenzialmente molto interessante, quello dei tie-in,cioè dei libri tratti da film e da serie televisive.

Anderson decide quindi che sarà uno scrittore popolare per un mercato popolare.
E la cosa gli riesce pure bene.



Comincia prima ad occuparsi dei Romanzi che continuano la storia di STAR WARS nel 1994, l'anno dopo arriva il "colpaccio" X-FILE.
Per essere sinceri, inizialmente la scrittura dei libri ispirati sull'Universo della serie televisiva viene affidata al veterano dell' Horror Charles Grant, ma Grant si rivela uno scrittore dallo stile sorpassato e fanè, ancora peggio non entra in sintonia con i personaggi di Mulder e Scullynè con le atmosfere della serie.
I due romanzi scritti da Grant scontentano più o meno tutti, finchè qualcuno non si decide a fare il nome di Kevin J. Anderson come dell'unico scrittore abbastanza bravo ed adattabile in grado di poter rilevare la collana. Kevin accetta e scrive tre libri, non certo capolavori ma che si fanno leggere volentieri e che entrano nella classifica statunitense dei best sellers.


Nel 1999 si compie l'ultima evoluzione di questo percorso, il figlio di Frank Herbert, Brian chiama Anderson per aiutarlo a scrivere dei romanzi che riprendano lo scenario del Pianeta Dune creato dal celebre padre.
Nasce così la serie conosciuta come PRELUDIO A DUNE, in cui i due si dividono equamente i compiti: Brian scriverà tutte le parti dedicate agli intrighi, mentre Kevin si specializzerà nei brani d'azione.

Ma sarà con la moglie che l'uomo darà il meglio di se stesso, anche se in una fase iniziale quando Anderson decide di lasciare il lavoro per darsi alla scrittura a tempo pieno, la coppia di comune accordo decide che la Moesta, per non far perdere alla famiglia il diritto all'assistenza sanitaria, debba continuare a mantenere il suo posto di lavoro limitandosi a scrivere part time.
Dal 1995 però la donna, oltre ai suoi scritti comincerà a coadiuvare il marito nella stesura dei romanzi della saga di STAR WARS, ottenendo come risultato una quindicina di libri scritti assieme, così come insieme scriveranno in seguito la serie young adult TITAN AE.

Kevin J. Anderson e Rebecca Moesta da qualche anno si sono trasferiti in Oregon; entrambi continuano a scrivere, sia in coppia sia a livello personale: lui assieme a suoi amati fumetti e alle collaborazioni con l'amico di sempre Doug Beason si è tolto lo sfizio di creare una personale serie di Hard Science Fiction di un certo successo, la SAGA OF SEVEN SUNS, lei invece spesso si diverte a fare da copy editor ai lavori del marito.


Dopo tanti anni la coppia è riuscita a creare una vera e propria azienda familiare in cui vengono ben conciliati gli aspetti affettivi con quelli professionali.
Sopratutto, a quanto pare, si amano ancora come il primo giorno.

IL CORVO: DRAMMA IN TRE ATTI - Conseguenze.

Le due parti precedenti di questo Dossier sono apparse QUI e QUI.

Brandon Lee viene seppellito il 3 aprile 1993, per molti sarà solo un altro artista morto tragicamente a 28 anni. Il suo percorso terreno si conclude in questo modo.




Non così la storia editoriale e cinematografica della creatura con cui, in un modo o nell'altro, sarà sempre associato.
THE CROW assume un aurea mitica, diventa un film-culto, quasi un caso generazionale.
Principalmente, però, sbanca i botteghini di mezzo mondo ed è questo quello che interessa maggiormente ai produttori.

THE CROW 2: CITY OF ANGELS.                                           IL CORVO 2 (1996)




Edward R. Pressman, che ad onore del vero, aveva già ipotizzato un sequel della pellicola, già con Brandon Lee ancora in vita, comincia adesso a lavorare ad un remake. In fondo basta lavorare sul principio già presente in nuce nel fumetto originale, di un entità psicopompa che assuma le forme del nero animale, la stessa entità secondo le intenzioni di Pressman, allo stesso modo in cui ha riportato in vita Eric Draven potrebbe offrire anche ad altre vittime innocenti la possibilità di potersi vendicare dei loro carnefici.

Stavolta però James O' Barr tentenna, manifesta dei dubbi riguardo all'operazione, in parte per rispetto alla memoria di Brandon Lee, in parte perchè teme l'eccessiva commercializzazione della sua "creazione" si convince a dare un assenso al progetto quando sente il nomi di Tim Pope in qualità di regista designato, e della rock star Iggy Pop nel ruolo del criminale Curve.
Arriva anche Thuy Trang, un attrice di origini asiatiche che proviene dalla controversa ma popolare serie dei Power Ranger.

Manca da assegnare il ruolo del nuovo Corvo, un ruolo che potrebbe cambiare una carriera.
Dopo una certa selezione viene scelto lo svizzero Vincent Perez, attore dotato di un indubbia fisicità, ma in quel periodo più conosciuto per la sua vita sentimentale che per i film da lui interpretati. Ma Perez è un indubbio animale da palcoscenico, comincia a far circolare la voce di essere stato indeciso a lungo se accettare o meno il ruolo e di essersi convinto solo dopo aver notato fuori dalla finestra di casa sua due corvi che lo scrutavano in maniera strana.Abbastanza per rinnovare la leggenda.



THE CROW 2: CITY OF ANGELS esce nelle sale cinematografiche  mondiali nel 1996.
Rivelandosi un successo a metà.
Certo ci sono numerosi collegamenti con la trama originale, c'è ancora il personaggio di Sarah, la bambina amica di Eric Draven adesso cresciuta e diventata adulta,è lei il personaggio più importante della pellicola, è lei che istruisce Ashe il nuovo Corvo alla sua missione.
Dal canto suo, Perez, sempre per noi incorrere in eccessivi confronti con l'originale, rende il suo Ashe Corven, come un Corvo meno atletico e determinato di quello di Lee un personaggio più fragile e spaesato, distrutto dal suo amore per il figlio ammazzato da un gruppo di criminali, ma quasi restio ad interpretare il suo ruolo di vendicatore.


Nonostante tutto, l'alchimia tra i personaggi non funziona fino in fondo.
Sembrerebbe così detta l'ultima parola sulle avventure cinematografiche del CORVO.

THE CROW 3: SALVATION.                                                             IL CORVO 3 (2000).




A sorpresa, col nuovo millennio, praticamente fuori tempo massimo, una coproduzione
tra Stati Uniti e Germania cerca di ricreare la magia iniziale.

IL CORVO 3 si rivelerà un pasticcio senza fondo.
Solo le scene iniziali si salvano, quelle in cui un incolpevole Alex Corvis (notate la fantasia nella scelta dei vari nomi in ogni film!) interpretato da un Eric Mabius completamente fuori ruolo viene giustiziato sulla sedia elettrica per l'omicidio della sua fidanzata, Alex però è innocente, un gruppo di poliziotti corrotti lo ha incastrato. Naturalmente la solita divinità alata farà risorgere il personaggio.
La noia però regna sovrana.


Inutile anche il ruolo di supporto della emergente Kirsten Dunst, ancora non approdata alla saga di SPIDERMAN nel ruolo della sorella della ragazza morta nonchè segretamente innamorata di Alex.


Il film si rivela un completo flop sia al botteghino sia nel mercato
degli home video.
Curiosità: Un unico "Attore" compare in tutte e tre le pellicole finora citate ,come apparirà anche in quella successiva
e sarà Magic, un corvo ammaestrato che "interpretà" il ruolo del' entità psicopompa che risveglia i vendicatori facendogli anche da occhi e guida. Ci sono stati anche altri animali ad alternarsi nel ruolo, però Magic, sarà l'unico "veterano".


THE CROW 4: WICKED PRAYER.          IL CORVO 4: PREGHIERA MALEDETTA (2005)


La Storia di Edward.



Pressman torna alla carica assieme al suo sodale Jeff Most nonostante il fallimento del film precedente, e pienamente deciso a riprendere le fila di quello che ritiene il suo personaggio.

La saga sembra sempre più ridotta ad un franchise da sfruttare fino all'osso, finché si può, finché ci sono appassionati che ricordano la prima pellicola.
In questo caso però viene scelto un attore che potrebbe non fare eccessivamente rimpiangere l'interpretazione di Brandon Lee.

Il prescelto è un tale che si chiama Edward Furlong, una star decaduta con una grande voglia di riscatto.
Furlong passa per essere un ribelle, un attore maledetto con un pessimo carattere. Ha cominciato per caso a recitare: da ragazzo un agente teatrale lo ha notato per strada e lo ha proposto per il ruolo di John Connor per TERMINATOR 2; in seguito con la sua recitazione nervosa ed irriverente ha arricchito film come AMERICAN HISTORY X.

In seguito, però qualcosa si spezza. Il giovane segue il destino di molti altre Star bambine: problemi di droga,problemi di alcol; denunce per violenza da parte di sue ex; ruoli cancellati come quello di TERMINATOR 3 per colpa dei suoi problemi caratteriali.


Dopo un ricovero per overdose, il ragazzo si ripulisce, cerca di rigenerarsi anche come uomo e come attore.
Furlong sentirà il ruolo intensamente, si compenetra nel suo personaggio, in un pratica sa che potrebbe essere la sua ultima occasione di riscatto artistico.
Di suo ci metterà oltre al giusto fisique du role e alla mimica disperata anche una insolita gentilezza sul set,totalmente nuova per lui.
Quasi come se IL CORVO possa trasformarsi per lui in una nuova fenice, in grado di restituirlo al mondo.

PREGHIERA MALEDETTA è un po la summa di tutti i topoi della saga: Jimmy Cuervo ( e daglie! ) e la sua fidanzata vengono uccisi da un gruppo di satanisti, i cui membri vorrebbero trasformarsi nei Quattro Cavalieri dell'Apocalisse, anzi il capo del gruppo dei Satanisti interpretato dal David Boreanaz di BUFFY e ANGEL aspira a diventare il diavolo in persona.
Il risorto Jimmy, con l'aiuto di alcuni alleati, cercherà di contrastare i piani dei Satanisti.


La sceneggiatura, tratta da un romanzo di Norman Partridge, però fa acqua da tutte le parti, perfino le interpretazioni di David Boreanaz e di Tara Reid (l'altra cattiva della storia) vengono ritenute insufficienti; gli incassi sono praticamente nulli e la critica...beh, la critica perfino quella di bocca più buona, stronca totalmente il film. A tutt'oggi PREGHIERA MALEDETTA viene considerato il punto più basso raggiunto dalla saga, scoraggiando per anni qualsiasi tentativo di riproporre il personaggio.
Fino ad ora.
Fino a quest'epoca di remake.


Edward Furlong perde la sua occasione di riscatto, certo continua a recitare, farà piccoli ruoli,molti film indipendenti alternati a lunghi anni di oscurità.
Come se IL CORVO avesse preteso un altra vittima sacrificale.

FINE DELLA STORIA ?

Niente dura per sempre, niente finisce mai veramente.
THE CROW ha attraversato tutti i media, davvero tutti quanti: James O' Barr ha scritto altre miniserie dedicate al suo personaggio anche se va detto che anche in quel caso ci sono stati tentativi di rovinare o quantomeno di commercializzare il personaggio. Una rete televisiva canadese ha prodotto anche THE CROW: STARWAY TO HEAVEN una serie- lenta e noiosissima peraltro- in cui il legnoso e sottovalutatissimo Marc Dacascos riprende il ruolo di Eric Draven.
Anche in quel caso l'oblio, fortunatamente ha svolto una salvifica funzione di giustiziere.


Il Corvo è stato in tutti questi anni una maschera quasi un simbolo. Una maschera totalizzante che ha avvolto dentro di sé tutti gli attori che lo hanno interpretato, influenzandone a volte nel bene a volte nel male, le vite e le carriere, dando notorietà ai suoi interpreti o cancellandoli per sempre.
O,in alcuni casi, ha fatto entrambe le cose.

Fino ad ora.
Perchè niente dura per sempre, niente finisce mai veramente.

Nocturnia Amica dell' Ambiente.



Il piccolo "Al" ... diminutivo di Albero.
Ricordate?
Alcuni mesi fa, seguendo l'esempio di molti altri Blog, avevo fatto aderire Nocturnia alla bella iniziativa di
DOVECONVIENE.IT.

Le regole erano semplici: ogni post scritto in cui si segnalava il link della campagna Co2Neutral corrispondeva ad un albero piantato.

L'obiettivo era di raggiungere il numero di 1000 piante, per combattere l'inquinamento da carbonio dei nostri PC.
Io avevo aderito, in qualità di vecchio ambientalista \ animalista, anche se, per essere sincero, è da tanti, troppi anni che la mia attività pratica è ridotta al minimo.
E credetemi, mi sento molto in colpa per questo.
Vabbè, ho portato ad un veterinario una tartaruga palustre che avevo trovata per una stradina di campagna dopo che era stata investita da una macchina.
Ma non è la stessa cosa rispetto a quindici anni fa quando mi davo molto di più da fare.


Sono diventato un borghese pigro e disilluso, altrochè!
Dovrei decidermi a ricominciare a darmi da fare nel' attività di volontariato. E' un impegno che sto prendendo con tutti voi, in questo preciso istante. Ese non lo faccio nei prossimi mesi, vi autorizzo a togliermi il saluto.
Conto sul vostro incitamento e sul vostro pungolo, ok?

La cosa importante però che l'iniziativa  di DOVECOVIENE.IT  ha avuto successo.
Almeno 1500 Quercie sono state piantumate nell'ambito di un progetto di riforestazione in Germania.
Qualche giorno fa mi sono arrivate le prime immagini delle "creature".






Ulteriori 50  piantine sono state aggiunte come " bonus",  adesso però si vorrebbe raggiungere lo scoglio dei 2000 alberi entro il 30 settembre.
C'è qualcuno che ha voglia di aderire?
Il link è sempre QUESTO.
Male di sicuro, non fa; vi assicuro che dopo vi sentirete meglio.

OMBRE A VENEZIA (2008)


 Venezia.Ultimi scampoli del diciannovesimo secolo. 
Marcello,uno studente giunto nella città lagunare,totalmente indeciso sulla direzione da imprimere alla propria vita, incontra Sveva, nobile veneziana infelicemente sposata.
Tra i due nasce una relazione nemmeno troppo clandestina.
Strane nebbie però offuscano la loro vita quasi immediatamente. Imprecisi personaggi di contorno cominciano ad ammorbare l'aria attorno ai due amanti, tutto per una quadro cominciato da un oscuro e semidimenticato pittore vissuto decenni prima.
Qual'è la realtà?
Marcello e Sveva si sono già incontrati, sia pure sotto altre forme, in vite passate? Perchè in troppi sono ossessionati da un quadro mai terminato?
Sullo sfondo  la geografia e la geometria di Venezia con le sue calli, le sue isole e i suoi segreti che poco a poco restituiscono le tracce di un passato che sarebbe meglio non ricordare.


OMBRE A VENEZIA è uno di quei romanzi che sfugge ad una classificazione immediata, c'è sì una nota di fantastico, quasi da ghost story, ma è un fantastico con toni lievi, nascosto tra le righe, tra gli onnipresenti dialoghi tra personaggi. Un elemento che affiora piano piano, senza scossoni, tassello dopo tassello, in modi alle volte eleganti, altre quasi forzatamente.

Un fantastico praticamente in sottotraccia che procede parallelamente all'esplorazione di Venezia da parte del protagonista, con le sue Calli, Campielli e callette; il suo dialetto, il  clima lagunare, accompagnato dai pregi e dai  difetti dei suoi abitanti, nonchè la sua decadenza, le maledizioni e i residui di un passato talmente grande ed oppressivo da soffocare il presente.
Una Venezia che l'autore, il cuneese Raffaele Olivieri dimostra di conoscere bene, dopo averci vissuto due anni. L'autore preferisce però ambientare temporalmente il suo racconto nell'anno 1894, quando la città era ancora lontana dal diventare la costosa trappola per turisti in cui si è trasformata ai giorni nostri,  e che, pur manifestando già tutti i segni del futuro disfacimento conservava ancora una certa vitalità.

immagine presente all'interno del libro.


In un certo senso Sveva, la donna che affascina e fa innamorare di se il protagonista è essa stessa l'impersonificazione di Venezia, come la città in cui abita, essa stessa vive prigioniera nel ricordo delle sue fortune e ricchezze passate,  incapace di separarsene del tutto.
OMBRE A VENEZIA è si una storia d'amore, ma è un amore malsano, condannato, quasi predestinato. Man mano che si procede nella lettura aumentano i segnali che i due, e chi gli sta intorno, si siano già incontrati in un' altra vita.



Lo stesso Marcello si convince di essere destinato a terminare un quadro, un dipinto incompleto e perduto cominciato  del misterioso pittore Nicola Cuzavolo un uomo  nato cento anni prima. Il quadro, una veduta de Le Fondamente Nove ,  nasconderebbe il tassello in grado di rivelare un mistero vecchio di decenni.

Basta questo per convincere il giovane Marcello di aver finalmente trovato il suo scopo nella vita.

OMBRE A VENEZIA è principalmente un lungo racconto d'atmosfera, di sensazioni appena sussurrate, ma anche di fantasmi, di entità ritornanti, di sedute spiritiche. Tutto questo dentro uno scenario debitore di tante influenze di vecchi sceneggiati RAI come IL SEGNO DEL COMANDO (di cui parleremo presto) e di RITRATTO DI DONNA VELATA, di cui abbiamo già parlato.

Non tutto scorre perfettamente, ci sono dei brani un po'  artificiosi, alcuni passaggi o dialoghi eccessivamente forzati, comprimari inseriti e poi abbandonati, penso ad esempio al cameriere che per primo accompagna Marcello alla ricerca della tomba di Cuzavolo al cimitero di San Michele e che poi semplicemente scompare dalla scena senza spiegazione alcuna.

Lo stesso protagonista, preso dalla sua monomaniacale ossessione nei confronti del misterioso quadro o in alcuni atteggiamenti durante l'interazione con gli altri personaggi non sempre risulta un protagonista con cui sia facile immedesimarsi.

Altrove ci sono momenti di indubbia capacità narrativa specialmente quando ad essere sotto i riflettori in cui la protagonista è la città nel suo complesso, Olivieri poi conduce con mano ferma i suoi protagonisti guidandoli verso la soluzione della storia.
 Il tono del romanzo, volutamente retrò, ai miei occhi  ha compiuto il suo scopo, facendomi apprezzare la costruzione della  trama generale.
 E' come se Sveva e Marcello nelle mani del loro autore avvertissero il loro essere marionette in mano a qualcun altro ed ognuno dei due reagirà in maniera diversa.

Ma ogni scelta per quanto forte, per quanto disperata ricondurrà i due giovani amanti a doversi ancora una volta guardare negli occhi e comprendere che per ogni scelta c'è sempre, inevitabilmente un prezzo da pagare.
Starà ai personaggi, e noi lettori con loro, decidere quanto quel prezzo sarà giusto da pagare.
OMBRE A VENEZIA è un romanzo dalle forti dicotomie: eros e thanatos, luci e tenebre, passato e presente, destino ed autodeterminazione; ognuno di questi elementi dalla prima all'ultima pagina riusciranno ad integrarsi e a diventare una cosa sola; un unica immensa ombra che gravita su protagonisti e comprimari.


OMBRE A VENEZIA di Raffaele Olivieri.
Edizioni della Vigna
.
Edizione cartacea 248 pagine EURO 16,00.
Edizione eBook in PDF Euro 4,80.

SONO VIVO !

Questo è un post di prova, nei giorni scorsi ho avuto problemi molti post non venivano letti dalla piattaforma di blogspot.
Infatti nei blog roll di molti di voi avevo notato che i miei post non risultavano.
Appariva ancora segnalato l'articolo del CORVO ma non i successivi.

Il problema grazie all'aiuto di Michela   parrebbe risolto, a quanto pare era un problema di feed, dovuto probabilmente ad un mio errore in fase di programmazione. Non a come ritenevo un malfunzionamento della piattaforma.
Adesso provo con questo test, quindi, per cortesia,se il post appare nei vostri blogroll oppure nei vostri feed, se insomma la cosa va a buon fine, fatemelo sapere con un commento.
Anche per capire se  il caso o meno di rimanere su  questa piattaforma oppure verificare se è il caso di passare su nuovi lidi.



Nel frattempo ringrazio anche Lady Simmons, che ha creato questa bella immagine



Grazie ragazze, sono in debito con entrambe.

INTERVISTA A LUIGI PETRUZZELLI delle edizioni della vigna

L'articolo è già stato pubblicato sulla Blogzine IL FUTURO E' TORNATO.
Allarghiamo il campo delle nostre interviste, cominciando a porre l'attenzione sulle tante case editrici, che nel nostro paese tengono alta la bandiera della fantascienza.
Cominciamo con le Edizioni Della Vigna.
Abbiamo infatti compiuto una piccola chiacchierata con Luigi Petruzzelli, fondatore e proprietario della casa editrice su cosa significhi pubblicare narrativa fantastica in Italia nel 2012, e dove finiscono i confini tra passione e professione.
Come sempre vi auguriamo buona lettura.



Nick: Ciao Luigi, grazie per aver accettato quest'intervista.

Petruzzelli: Ciao, Nicola, e un saluto ai tuoi lettori. Grazie a te per avermi contattato.


Nick: Tu sei l'editore delle Edizioni della Vigna, casa editrice che pubblica narrativa di genere, ma sei sempre stato un appassionato del settore? e se si quando ti è nata questa passione e quali erano gli scrittori che hanno formato i tuoi gusti come lettore.

Petruzzelli: Sono un appassionato del settore fin da quando avevo due o tre anni... nel senso che allora mi piaceva vedere le copertine degli Urania rossi, rombo e cerchio rosso che campeggiavano su qualche scaffale di una delle librerie di casa. Qualcuno ha ancora su i miei scarabocchi. Poi ho iniziato a leggere romanzi di SF intorno agli otto anni; tra i primi, Il pianeta Dimenticato di Leinster e Dalle Fogne di Chicago di Thomas e Wilhelm, anche se il primo che ho letto in modo un po’ più “serio” è stato, qualche anno dopo, Paria dei Cieli di Asimov. Però all’epoca, a sette-otto anni intendo, preferivo decisamente film e telefilm. Tra le collane, sono partito con i Classici e gli Slan della Libra, poi con gli Urania, e poi con il resto. Gli scrittori che mi piacciono sono tanti; complessivamente, ammetto di preferire i classici avventurosi, perché è su questi che mi sono formato: Hamilton, Williamson, Brackett, ma anche Simak, Asimov... e poi, ci sono magari singole opere di scrittori meno noti ma alle quali sono particolarmente affezionato. Altri autori, come Silverberg, Bova, Resnick, Tubb, Malzberg e tanti altri, si sono aggiunti solo successivamente alle mie letture.

Nick: La casa editrice è stata fondata nel 2007, se non ricordo male. Quali sono stati i motivi di questa scelta?

Petruzzelli: Molteplici. Il principale è stato che, visto che già da un po’ di anni ero “in giro per il genere”, e già conoscevo qualche autore, dopo essermi cimentato nella preparazione di un libro “di lavoro”, sulla gestione dei progetti software per intenderci, mi sono detto: “beh, è stato divertente... perché non provare con il mio genere preferito?”. Ci sono anche altre ragioni, ma se vuoi te le racconto più tardi al bar davanti a una buona birra fresca, altrimenti non finiamo più.

Nick:Quali sono le difficoltà maggiori che si riscontrano nell'aprire, e poi nel gestire una Casa Editrice?

Petruzzelli: Ti dico quelle che ho incontrato io. I finanziamenti iniziali e trovare dei buoni collaboratori. Senza dimenticarsi la parte legale e fiscale, di cui occorre come minimo qualche nozione. Ma soprattutto il tempo... non ce n’è mai abbastanza.

Nick: Ricordi ancora la sensazione provata davanti al primo libro stampato?

Petruzzelli: Come no? Ho preparato Uomini e Alieni di Resnick in nove mesi... vedi un po’ tu...


Nick: ) Riesci a poterti considerare ancora un appassionato? E in che misura il fatto che lavori professionalmente nel settore influisce sulla tua passione per il genere?
Petruzzelli: Certo che sono ancora un appassionato. Anche che ormai non sono più solo un appassionato, e questo pertanto influenza il mio approccio di fronte a un libro o a un sito... o a tutto il resto. Insomma, è ancora una passione, ma non è più un gioco. Devo dire che leggo ancora come prima, e fai conto che ai tempi dell’università divoravo due o trecento libri all’anno, e non solo di fantascienza, ma ormai riesco a leggere ben poco per divertimento. Però ti togli altre soddisfazioni, perché conosci personalmente degli autori che per te erano leggende.

Nick: Oggi la tua casa Editrice è una realtà consolidata, specialmente nel campo della fantascienza italiana, ma la scelta di pubblicare principalmente autori italiani dipende solo dalla passione o c'entrano anche motivazioni economiche e di budget?

Petruzzelli: Tutte e due le cose. Io credo nella fantascienza italiana, tanto che presenterò qualcosa delle Edizioni della Vigna alla Worldcon di Chicago a fine agosto 2012. Beh, so che chi legge questa intervista sa cos’è una Worldcon, quindi non sto a spiegarlo... devo anche dire che sono decisamente emozionato nel comparire tra gli invitati insieme ad autori del calibro di Resnick, Silveberg, Niven, Bova,Dean Foster, George R.R. Martin e tanti altri che mi scuso per non citare qui. Però la differenza maggiore tra i costi per un autore italiano e straniero, almeno nella mia esperienza, è la traduzione, quindi le motivazioni economiche non sono certo le principali.

Nick: Le Edizioni Della Vigna pubblicano diversi generi: fantascienza, horror, mistery. Quali sono i generi più venduti o che comunque più apprezzati dal pubblico? E invece quelli che arrancano maggiormente?

Petruzzelli: La domanda andrebbe riformulata come “quelli più apprezzati dal tuo pubblico”. È sempre un problema di contesto e di dove vai a venderli: io sono conosciuto sostanzialmente in un mercato di nicchia. Comunque il più venduto è un “fantastico” della collana Botte Piccola, il secondo e il terzo sono di fantascienza. Ma permettimi di aggiungere una cosa: tra tutti i libri brossurati che ho pubblicato, nessuno è in perdita.

Nick:Dal tuo punto di vista di editore, qual è la situazione del mercato italiano di questi anni?

Petruzzelli: Sono in crescita fin dall’inizio, per ora solo con un anno stabile, il 2009. Quest’anno la situazione non si presenta rosea, perché girano pochi soldi. Ma suppongo che sia un problema di tutta l’editoria, non solo della fantascienza.



Nick: E invece quali sono secondo te gli scrittori più interessanti e meritevoli d'attenzione venuti fuori in questi anni?

Petruzzelli: Meglio se non rispondo alla domanda... perché da editore devo essere sopra le parti, per non “preferire” nessuno degli autori che pubblico o pubblicherò. Poi certo che ho i miei gusti personali, ma ormai con il cappello che indosso, e vedi anche la risposta sulle passioni, devo tenerli per me.

Nick: Uno dei fenomeni più diffusi e controversi di questo periodo è senza alcun dubbio quello della cosiddetta pubblicazione a pagamento, qual è la tua opinione personale al proposito?



Petruzzelli: È lecita, e se si accetta un contratto di pubblicazione a pagamento poi non ci si può lamentare. Per mio conto, preferisco pubblicare solo quel che ritengo davvero meritevole. E se ho sbagliato, ci rimetto io.

Nick: Un’altra delle cose che stanno sconvolgendo sia il mercato editoriale sia il modo stesso di concepire la lettura è il sempre maggior ingresso di nuove tecnologie quali i libri digitali, secondo te la carta stampata sta morendo o gli ebook porteranno nuovi lettori?

Petruzzelli: Non so cosa succederà tra venti o cinquant’anni. Per il momento, per me gli ebook hanno solo portato nuovi lettori. Non c’è stata una perdita dei vecchi, ma un’aggiunta.

Nick : Le Edizioni Della Vigna praticano la vendita diretta, quali sono i pregi e i difetti di questa politica? E quanto secondo te può essere importante una buona distribuzione per un editore?

Petruzzelli: Pregi: contatto diretto con la maggior parte del pubblico, e quindi un maggior dialogo con i lettori anche per sapere cosa preferiscono, e bassi investimenti iniziali, quindi minor rischio. Difetti: vendi meno, e fai tanta fatica in più. Riguardo alla distribuzione, certo è importante, ma il vero punto cruciale secondo me è la promozione. Una buona distribuzione senza un’ottima promozione non serve a nulla.

Nick: L'ultima volta che ci siamo sentiti eri in procinto di partire per la LEVANTECON, puoi tracciarci un bilancio della manifestazione?

Petruzzelli: Decisamente ben riuscita, con la partecipazione di oltre duemila persone. Non tutti per la fantascienza, molti per i fumetti o i videogiochi, ma comunque il pubblico c’era ed era vivace. Proprio l’altro giorno guardavo un servizio su YouTube, e aveva avuto quasi quindicimila visualizzazioni.



Nick: Due antologie da voi pubblicate degne d'interesse sono senza alcun dubbio FANTAWEB 2.0 e STRANI NUOVI MONDI che raccoglie i vincitori del Premio Verne, ce ne vuoi parlare?

Petruzzelli: In breve sì, se vuoi maggiori dettagli ti suggerisco per STRANI NUOVI MONDI il nostro sito www.edizionidellavigna.it e per FANTAWEB anche il blog http://fantaweb2punto0.blogspot.it/ , gestito direttamente dagli autori. Del resto l’idea di FANTAWEB è nata proprio da un gruppo di autori che si sono incontrati su Internet, e hanno preparato da soli l’antologia. Quindi è bello che desiderino proseguire questa iniziativa.
Invece ilPremio Giulio Verne, organizzato dall’Associazione Culturale Giulio Verne che colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente, è un premio di fantascienza a partecipazione gratuita, non c’è nessuna tassa di iscrizione o altro, il cui vincitore riceve subito cinquecento euro. Oltre alla pubblicazione sui nostri volumi, che vengono presentati durante la premiazione, insieme agli altri finalisti. E questo è il motivo per cui sui libri il vincitore viene riportato solo l’anno successivo... perché quando li mandiamo in stampa, non lo conosciamo nemmeno noi. Chi è interessato a partecipare, trova maggiori informazioni sul sito della Levantecon www.levantecon.it

Nick: Progetti futuri: a cosa stai lavorando adesso, che progetti stai seguendo e soprattutto quali sono i futuri risultati che vorresti raggiungere?

Petruzzelli: Tanti, sempre tanti. Te ne dico solo tre, che sono i miei obiettivi di questo 2012. Intanto, insieme agli autori italiani, quest’anno dopo aver pubblicato Malzberg e van Vogt aggiungeremo un’antologia di Silverberg e un altro Resnick. Naturalmente tutto inedito in Italia.
Poi, la Worldcon a Chicago, una piccola spedizione insieme a Debora Montanari e Bruno Vitiello. Per vedere se è possibile, diciamo così, propagandare negli USA la fantascienza italiana, e a questo proposito è già iniziata la preparazione di libri in inglese da portare con noi, ritirerò domani il primo di Antonio Bellomi ma seguiranno Chillemi, Pestriniero, Troccoli, Santo, Altomare... addirittura in latino... e ancora una volta mi fermo qui. Più, naturalmente, gli illustratori Alexa Cesaroni e Giuseppe Festino. L’altro obiettivo è prendere contatti diretti con gli autori americani. Chissà mai... ci si prova.
Infine, tra i grandi progetti, l’esordio di Quasar, collana dedicata a narrativa e saggistica brevi italiane e non che curo insieme ad Antonio Bellomi.



Nick: Che cosa ti sentiresti di consigliare ad un giovane intenzionato ad aprire una casa editrice e quali invece ad un giovane che vorrebbe cominciare a scrivere?

Petruzzelli: Al primo: in questo momento cambia idea, e aspetta tempi migliori. Non è periodo. Anzi, in Italia adesso lascia proprio perdere una nuova impresa.
Al secondo: oltre che scrivere è importante leggere, per migliorarsi e per conoscere il genere in cui si scriverà. E poi non scoraggiarti, e rifletti sui consigli di chi è nel campo da più di te e magari, qualche volta, te li dà per il tuo bene.

Nick: Bene, è tutto. Nel ringraziarti per la tua gentilezza, ti chiedo se c'è una domanda alla quale avresti risposto con piacere e che invece io non ti ho fatto.

Petruzzelli: Grazie a te. E, tanto per tornare al punto due, visto che dal gran chiacchierare mi si è seccata la gola, una domanda c’è: “Vuoi una buona birra fresca?” :-)

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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