JOHN SHIRLEY: L' INTERVISTA COMPLETA !

Pubblico l' intervista completa con lo scrittore Horror e  SF  John Shirley, vincitore tra le altre cose, del Bram Stoker Award.
Ringrazio Shirley, per la sua gentilezza e la sua disponibilità e anche per la velocità con cui mi ha rimandato indietro l'intervista con le sue risposte.
 In coda troverete la versione originale in lingua inglese, allo scopo di fare un lavoro quanto più possibile professionale.
La revisione della traduzione di questa mia intervista  è stata effettuata da Lucrezia " Lady Simmons"  Polito la cui padronanza della lingua inglese è infinitamente superiore alla mia e per quest'aiuto la ringrazio.
Attendo i vostri commenti, mi auguro che l'intervista vi piaccia.


In this post we publish the full interview with the SF writer  John Shirley, winner -among other things- of  the prestigious Bram Stoker Award.
I publicly thank John Shirley for his kindness and availability
At the tail end Italian version you can find the original version in English.
Good read.


Nick : Ciao John, benvenuto su Nocturnia, ti ringrazio per aver accettato di rispondere a questa intervista.
Per cominciare ti chiedo di riandare agli inizi della tua carriera, in particolare m'interesserebbe sapere cosa ti ha avvicinato alla fantascienza?

John Shirley:  trovai una scatola di riviste Galaxy (una pubblicazione di fantascienza) di mia sorella, e cominciai a leggerle da bambino. Quella fu la causa scatenante l’infezione. Non uso il termine infezione per caso. Amavo anche la mitologia, i miti greci, i film horror e via dicendo da cui ero attratto molto più che per il semplice l’escapismo – mi piaceva l’intrusione dell’apparente impossibile nel mondo possibile. Fantascienza, fantasy ed horror mi davano l’impressione che i limiti e le restrizioni del mondo ordinario potessero essere infranti, e che noi potessimo trovare la nostra strada dal banale al miracoloso, mi sembrava liberatorio.

Nick: Quali sono stati gli scrittori ( puoi citare anche i film, i comics o le serie televisive o i gruppi musicali ) che ti hanno maggiormente influenzato come lettore prima ancora che come scrittore?


JS :  leggevo fumetti di supereroi da ragazzo, e numerosi libri di fiabe. Mi piacevano moltissimo anche Edgar Rice Burroughs e Robert E Howard. C’è stato anche il periodo Edgar Allan Poe ed il periodo HP Lovecraft. Leggevo anche avventure storiche. Storie della frontiera americana, i Cavalieri della Tavola Rotonda e cose alla Robin Hood. L’avventura eroica era una parte di me, come per ogni ragazzo, ma crescendo ho visto pochi eroi eccezionali e più ambiguità morale – da cui un interesse per scrittori come Ray Bradbury, Richard Matheson, Robert Sheckley, Harlan Ellison, e JG  Ballard. Da teenager mi colpì la natura da incubo della guerra del Vietnam, e la mancanza di giustificazione per essa – e dalle immagini delle atrocità associate ad essa. Questo mi spinse a scenari alternativi, e trovai Jimi Hendrix, Janis Joplin, gruppi come i Blue Cheer ed in special modo Frank Zappa e i Mothers of Invention. Sono stato influenzato da The Who, Alice Cooper e David Bowie e poi i Blue Oyster Cult. Potevano scrivere testi colti ambientati nei mondi oscuri dell’immaginazione...Zappa mi ha insegnato che l’originalità consiste nell’osare e che frantumare le regole della creatività può essere a volte la cosa più creativa da fare. Più avanti sono stato influenzato da Patti Smith, i Sex Pistols, Lou Reed and The Stooges e la mia scrittura orientata al noir riflette una certa influenza di Lou Reed...da quel momento ho messo da parte le letture di fantascienza (eccetto Jack Vance, James Tiptree e Michael Moorcock)  e ho cominciato a leggere letteratura moderna, come Hubert Selby e William Burroughs e al tempo stesso molti scrittori del tardo XIX/primo XX secolo, e molti poeti “imagisti” come Baudelaire...Ora leggo principalmente saggistica.


Nick: Nel 1979 pubblichi TRANSMANIACON, il tuo primo romanzo. Da TRANSMANIACON si cominciano a notare alcuni punti fermi della tua narrativa: un sistema di potere oppressivo o dittatoriale , uno o più personaggi che oscillano tra desiderio di ribellione e ricerca della morte e sopratutto il rapporto con la musica. Da cosa deriva l' interesse per tutte queste tematiche ?

JS:  Ero molto giovane quando ho scritto quel libro la dittatura è sempre una minaccia e forse la giovinezza vede quella minaccia più nitidamente; il titolo del libro è ispirato ad una canzone dei Blue Oyster Cult, ero immerso nella loro musica in quel periodo. Desideravo che i lettori vivessero una corsa pazza e riottosa attraverso un immaginario surreale – volevo che “sentissero” nella loro mente una specie di colonna sonora per il libro…la Morte era sempre tra i miei pensieri. La morte è assolutamente impressionante e persistente. Si ripresenta sempre non appena ce ne dimentichiamo.



Nick: La tua opera più famosa è la trilogia conosciuta come A SONG CALLED YOUTH, un opera a suo modo anticipatrice nei tre romanzi in particolare in ECLIPSE del 1985 , in cui non solo riprendi tutte queste tematiche ma le espandi, portandole alle massime conseguenze.
Quello che mi colpisce nei tre romanzi di A SONG CALLED YOUTH è il senso di speranza costante nell'umanità, di come una minoranza di persone riesca ad opporsi ad una dittatura (un tema quantomai attuale ai giorni nostri) e specialmente di come nel frazionarsi, nel dividersi in fazioni e in razze alla fine ci perda tutta l'umanità.
E' una chiave di lettura sbagliata la mia?

JS:    Sentivo che con l’umanità così popolosa e terribilmente intorpidita – con le persone inclini ad esistenze simili a trance (come oggi, come sempre), e facilmente influenzabili, il caos sociale fosse sempre possibile e che qualcuno sarebbe sempre stato lì a sfruttare quel caos…come fece Hitler nella confusione dopo la Prima Guerra Mondiale…e  ad approfittare di quel “dormiveglia” di quella  noncuranza della gente. Siamo terribilmente influenzati dai media, dai personaggi famosi, dai “meme” e via dicendo. La tecnologia amplifica la possibilità pericolosa di quella influenza.
Ma quelli erano romanzi cyberpunk e Gibson diceva che “la strada ha I suoi propri usi” per la tecnologia.
Così quella stessa tecnologia, e la stessa situazione caotica possono essere utilizzate per opporsi all’ oppressione, per minarla…ed è sempre una fonte di speranza. Il costante rinnovarsi della gioventù – delle nuove generazioni – è anche il rinnovarsi della speranza. Questi 3 romanzi si possono trovare oggi in un volume unico della Prime Books, mi piacerebbe vederlo pubblicato in italiano. E naturalmente i lettori in inglese possono trovarlo su Amazon e simili…è anche un ebook…perché penso sia particolarmente importante per il nostro tempo.

Nick: Un altro dei particolari che mi ha più colpito nella Trilogia è che ad un certo punto compi una scelta narrativa all'epoca non molto comune, quella cioè di eliminare quello che ai miei occhi era il protagonista principale della serie, cioè Rick Rickenharp lasciando poi spazio ad altri comprimari. Quali sono stati i motivi di questa scelta?

JS:  A dire il vero per me il protagonista era Daniel "Hard Eyes" Torrence! Ma tu, identificandoti con Rickenharp l’hai visto come il personaggio principale. Muore per ragioni drammatiche. Ho sempre avuto narrative composte da più tessere…

Nick: A SONG CALLED YOUTH viene considerato uno dei capisaldi della corrente Cyberpunk. A beneficio dei nostri lettori ti va di riandare a quel periodo, quando creavate quel movimento e cosa ricordi, ad esempio della competizione con gli Umanisti *?

JS:  Penso che quell movimento sia stato sempre parte della fantascienza, a partire dagli anni ’50, ribollendo sotto la superficie, con scrittori come Cordwainer Smith e Philip Dick e Alfred Bester e poi negli anni ’60 con Samuel Delany...SHOCKWAVE RIDER  e altre opere di John Brunner...così non so chi l’abbia creato. Il mio romanzo  CITY COME A WALKIN'City  ha dato una mano, credo. I primi lavori cyberpunk di Gibson, Sterling, Rudy Rucker, Pat Cadigan, Lew Shiner, e miei sono venuti da conversazioni tra di noi e reciproche influenze – eravamo influenzati da scrittori di narrativa moderna, noir, spionaggio e della scena rock e artistica, registi progressivi come Wertmuller e Fellini e Scorsese... I film noir ci hanno influenzati, ed era semplicemente il tempo giusto per quello! Non siamo entrati in competizione con gli Umanisti consapevolmente, pensavamo semplicemente che il cyberpunk fosse più importante rispetto al probabile ambiente del futuro…


Nick: A distanza di anni quali ritieni che siano stati i meriti maggiori del Cyberpunk e cosa credi che siano state le sue influenze maggiori nella letteratura di fantascienza?

 JS:   Il cyberpunk era rilevante per la realtà sociale, si trattava di “realismo sociale” e del lato oscuro della tecnologia – che era importante da esplorare. Le più importanti ripercussioni sulla fantascienza furono persone come Damon Knight, Philip Dick e JG Ballard, Joanna Russ e Alice Sheldon per l’introspezione ed il coraggio che apportarono.
Nick: Un altro dei tuoi primi romanzi DRACULA IN LOVE viene considerato uno dei precursori dello Splattepunk, che effetto ti fa essere considerato tra i padri di due generi così importanti?

JS:   Ho semplicemente scritto quello che sentivo giusto per la metafora che volevo esprimere - e anche per i miei sentimenti  a quel tempo. I miei romanzi  dark horror , come IN DARKNESS WAITING, DEMONS e WETBONES sono espressioni di stati emotivi estremi, questo è tutto. In ogni caso, non è che io legga molto dell' horror moderno, se pure ne esistono ...

Nick : Nel 1994 scrivi la prima bozza dello script per il film IL CORVO , ti andrebbe di parlarci di questa esperienza?

JS: No, io ho scritto LE PRIME QUATTRO BOZZE  per IL CORVO. Poi David Schow le prese e fece un buon lavoro. Il fumetto di James O'Barr che ha ispirato il film sembrava imporsi durante le riprese  ...non posso parlarne troppo per motivi personali e legali, ma penso  che Alex Proyas sia un regista con molto talento. .. E 'sempre difficile scrivere una sceneggiatura, perché i produttori devono darti le loro note che  possono essere utili, ma anche no.
 La morte - a causa della stupidità della produzione - di Brandon Lee fu  traumatica per tutti.

Nick:  Recentemente hai scritto diverse novelizzazioni e diversi "romanzi tie-in",  ad esempio  CONSTANTINE; PREDATOR e a BIOSHOCK: RAPTURE
Esistono delle differenze  tra  scrivere di propri personaggi originali piuttosto che lavorare su personaggi ed universi già esistenti o comunque creati da altri autori?


 JS:  Se ho compreso bene la domanda, la mia risposta è  Sì,  naturalmente, i "romanzi tie-in"  devono interpretare e reinterpretare gli originali  mantenendosi in bilico sulla linea di confine di chi ha l' "esclusiva"  della storia e la propria creatività.

Nick:  So anche che sei un musicista, e mi interessa molto. Hai scritto testi per molte band come i leggendari Blue Oyster Cult, in che misura il tuo l’essere musicista influenza lo scrittore?


JS:   Ascolto  musica mentre scrivo - per lo più hard rock, come i Motorhead e i  Blue Oyster Cult e il punk rock - e questo  crea un'atmosfera, un ritmo ed energia che investono molta della mia narrativa. Ho  creato a personaggi  molto realistici che sono musicisti,  ed essere in una rock band ha aiutato - mi è servito a tenere gli occhi e le orecchie aperte.

  Nick: La tua definizione di fantascienza?

JS: Non ne ho. So solo che non sempre è una previsione del futuro, a volte è una metafora del nostro tempo.

Nick: Progetti futuri: a cosa stai lavorando in questo momento e cosa ci dobbiamo aspettare da John Shirley nel prossimo futuro?

JS: Sto lavorando ad un adattamento in romanzi dello show  televisivo GRIMM e sulla sceneggiatura del pilot di una mia  serie tv chiamata INTRUDER TOWN. Sta anche per uscire un album di musica registrata tra il 1979 e il 2012 -con la  mia la voce e i miei  testi,  molti musicisti che spaziano nelle diverse epoche musicali.
L'album si chiama Broken Mirror Glass ed è prodotto dalla label tedesca Black October Records...un doppio album.

Nick: Bene John, questo è tutto grazie ancora per aver accettato quest'intervista.

*Nota: gli Umanisti erano i membri dell'altra corrente letteraria americana degli anni ottanta. Se i Cyberpunk di solito descrivevano un futuro ad alta tecnologia sviscerato in ogni dettaglio, utilizzavano una prosa contratta , avevano atteggiamenti "punk" ed un grosso atteggiamento di ribellione nei confronti dell'autorità -quantomeno nella narrativa- gli Umanisti invece producevano narrativa colta, spesso profondamente letteraria concentrandosi su personaggi umani- spesso deboli e fallibili- e utilizzavano la fantascienza come scusa per affrontare questioni filosofiche e religione.
Dopo una fase iniziale di competizione letteraria gli esponenti delle due correnti finirono spesso per collaborare.


INTERVIEW WITH JOHN SHIRLEY: THE ENGLISH VERSION.

Public here the original version in English of my interview with author John Shirley.
Shirley thank John for his kindness, for his availability by and also for having had to fight with my bad English.
I also thank Lucrezia "Lady Simmons" Polito gave me a big hand in the translation of the interview.
Of course, any error must be attributed exclusively to me.
At this point, I extend an invitation to the English-speaking readers: feel free to comment,  you are welcome!



Nick:  Hello John, welcome to Nocturnia, thank you for this interview. Let’s go back in time; to the beginning of your career. I’m particularly interested in what drove you

John Shirley: I found a box of Galaxy magazines (a science-fiction publication) my sister had, and began reading them, as a child, and that was the initial cause of the infection. I do not use the word infection lightly. But I also liked mythology, the Greek myths, and horror movies and so on, and in all those things was probably attracted to more than simple escapism--though that too was an element--but also I liked the intrusion of the seemingly impossible into the possible world. Science fiction, fantasy, and horror provided a sense that the boundaries and restrictions of the mundane world could be ruptured, that we could find our way from the banal to the miraculous, and that seemed liberating to me.

Nick: Who are the writers which did influence you as a reader more than as a writer (feel free to mention movies, comics, series or bands)?

JS: I did read superhero comics as a kid, and numerous books of fairy tales. I also got heavily into Edgar Rice Burroughs and Robert E Howard. There was a Edgar Allan Poe and HP Lovecraft period too. I read historical adventure, as well. Tales of the American frontier, as well as the knights of the Round Table and Robin Hood sorts of things. Heroic adventure was a part of me, as with any boy, but as I grew older I saw few outstanding heroes in the world and more moral ambiguity--hence an interest in writers like Ray Bradbury, Richard Matheson, Robert Sheckley, Harlan Ellison, and JG Ballard. As a teenager I was struck by the nightmarish quality of the Vietnam war, and the lack of justification for it--and by pictures of atrocities associated with it. So this pushed me toward alternative scenes and I got into Jimi Hendrix, Janis Joplin, bands like Blue Cheer and especially Frank Zappa and the Mothers of Invention. The Who, Alice Cooper and David Bowie were influences on me and then the Blue Oyster Cult. And those guys--especially Bowie and Alice and the BOC lyricists--could write literate lyrics set in dark worlds of the imagination...Zappa taught me that originality was about what you dared, really, and sometimes breaking creative rules was the most creative thing to do. Later on I was more influenced by Patti Smith, the Sex Pistols, Lou Reed and The Stooges and my noir oriented writing reflects a certain influence of Lou Reed...From there I put most of my science fiction reading aside (except for Jack Vance, James Tiptree and Michael Moorcock) and began to read modern literature, like Hubert Selby and William Burroughs and , as well as a lot of late 19th century/early 20th century writers..and a lot of "imagist" poets like Baudelaire...Now I read primarily nonfiction...

Nick: In 1979, your first novel TRANSMANIACON was published. From TRANSMANIACON on, the main elements of your narrative came out: a system of oppressive or dictatorial power, one or more characters coping with a desire for rebellion, a pursuit of death and a peculiar relationship with music. Where did the interest in all those matters come?

JS: I was very young when I wrote that book. Rebellion is part of youth; dictatorship is always a threat and perhaps youth see the threat more clearly; the book's title was from a Blue Oyster Cult song and I was immersed in that band at the time. I wanted the reader to have a riotous, mad ride through surreal imagery--and I wanted to make them 'hear' in some way a kind of musical soundtrack for the book, in their minds...Death was always on my mind. Death is quite impressive and persistent. It forever reintroduces itself when we forget it.

Nick: Your most renowned work is the trilogy known as A SONG CALLED YOUTH, a work ahead of its time, particularly in ECLIPSE 1985, where all those themes are expanded and led to the extreme.
What strikes me in the three novels of A SONG CALLED YOUTH is the constant sense of hope for humanity, and for a minority of people opposing to a dictatorship (a current theme today) and especially the consequences of dividing into factions and races..Is it a wrong key this mine ?


JS: I felt that with humanity being so populous and so terribly asleep--people being prone to living trance like lives (as now, as ever), where they're easily influenced, then vast social chaos was always possible and people would always be there to exploit both that chaos...as Hitler did in the mess after World War One...and to exploit the "waking sleep", the mindlessness, of people. We're terribly influenced by media, by personalities, by "memes", and so on. Technology only amplifies the dangerous possibility of that influence. But these were cyberpunk novels and as Gibson said "the street has its own uses" for technology. So that same technology, and that same chaotic situation, can be used to oppose oppression, to undermine it...and that's always a source of hope. The constant renewing of youth--of new generations-- is also the renewing of hope. These three novels are now found in one volume, in an omnibus from Prime Books, that's been updated--I'd love to see this new version published in Italian. And of course English readers can find the omnibus volume at Amazon and so forth...it's also an ebook...because I think it's particularly relevant to our times.

Nick: Another detail that struck me a lot in the Trilogy is your narrative choice, at that time pretty uncommon, to eliminate Rick Rickenharpwho to me represented the main character of the series, then leaving space to other actors. What were the reasons for this choice?

JS: Well to me the main protagonist was Daniel "Hard Eyes" Torrence! But you identified more with Rickenharp so you saw him as most central. He died for dramatic reasons. I have always had narratives composed of woven together threads...

Nick: A  SONG CALLED YOUTH is considered one of the cornerstones of current Cyberpunk. For the contentment of your readerscan we go back to the period in which you created that movement and what reminded, for example, the competition with the humanists?

JS: I think that movement was always part of science fiction, at least since the 1950s, bubbling under the surface, with writers like Cordwainer Smith and Philip Dick and Alfred Bester and then in the 1960s with Samuel Delany...Shockwave Rider and other works by John Brunner...So I dont know who created it. My novel  CITY COME A WALKIN'  helped, I guess. The early cyberpunk works of Gibson, Sterling, Rudy Rucker, Pat Cadigan, Lew Shiner, and myself all came from conversations we were having and mutual influences--we were influenced by modern fictoin writers, by noir writers, by the better espionage writers and by the rock scene...and also the art scene, progressive film makers like Wertmuller and Fellini and Scorsese were influences...Noir films influenced us...and it was simply time for it! We didn't consciously compete with humanist writers, we just thought that cyberpunk was more relevant to the probable milieu of the future...

Nick: After many years, which were to you the main credits of Cyberpunk, and what the main influences on science fiction?

JS:  Cyberpunk was relevant to social reality, it was "social realism" and it was about the dark side of technology--which was important to explore. The most important influences in science fiction were people like Damon Knight, Philip Dick and JG Ballard as well as Joanna Russ and Alice Sheldon for the insight and maturation and courage they brought.

Nick: One other of your first novels DRACULA IN LOVE. It is considered one of the forerunner works of the Splattepunk. How does it feel to be considered among the fathers of two relevant literary genres?
 JS: I just wrote what felt right for the metaphor I wanted to express--and for my emotional feeling at the time. My dark horror novels, like IN DARKNESS WAITING  and DEMONS and WETBONE are expressions of extreme emotional states, that's all. I don't read much modern horror if any...

Nick: In 1994, you wrote the first draft of THE CROW script, would you tell us about this experience with this movie?

JS:  No I wrote the FIRST FOUR DRAFTS of The Crow. David Schow then took over and did a good job. the comic book by James O'Barr which inspired the film seemed to assert itself during the film making somehow...I can't talk about it too much for personal and legal reasons but I think that Alex Proyas is a very talented director...It's always hard writing a script because producers have to give you their notes and they may be useful but they may not be. The death--because of production stupidity--of Brandon Lee was traumatic to everyone.


Nick: You recently wrote several novels and Tie-In stories, for example, CONSTANTINE , PREDATOR and BIOSHOCK: RAPTURE
Are there some differences between writing and creating brand new characters instead of working on existing ones invented by you or other authors? If so, which ones?

JS:  If I understand you rightly, my answer is this: Yes, of course, the tie-in novels must interpret and re-interpret the originals up to a point while walking a line between what the owners of the "franchise" of the story want and one's own creativity.

Nick: One other thing I know is that you're also a musician, that is pretty interesting. You wrote lyrics for several bands such as the legendary Blue Oyster Cult, how does your work as a musician influence the writer?

JS: I listen to music when writing--mostly hard rock, like Motorhead and the Blue Oyster Cult and punk rock--and that creates an atmosphere, a rhythm and energy that informs much of my fiction. I also have created some pretty lifelike characters who are musicians and being in rock bands has helped--I have kept my eyes and ears open.

Nick:  Your own definition of science fiction?


JS:  I don't have one, I only know that it isn't always a prediction of the future, sometimes it's a metaphor about our own time.

Nick: Future Plans: What are you working on right now and what we can expect from John Shirley in the near future?

JS: I'm working on an adaptation, in novels, of the TV show GRIMM and on pilot scripts for a TV series of my own called INTRUDER TOWN. I also have an album of music recorded between 1979 and 2012 coming out --my vocals and lyrics, many different musicians, spanning many eras of music. The album is called Broken Mirror Glass and it's from the German label Black October Records...a two album compilation...

Nick : Well John, that's all. Thank you again for this interview.


19 commenti:

Boh non so mah ha detto...

Come al solito: copio\incollo\leggo\commento!

Nick Parisi. ha detto...

@ Eddy.
Come al solito : fai con calma "vecio"!;)

Iguana Jo ha detto...

Ho letto l'intervista davvero volentieri. Ottimo lavoro!

Massimo Citi ha detto...

Davvero una buona intervista e un ottimo lavoro. Potrebbe interessare - a te e a Lady Simmons - pubblicarla sul blog di LN-LibriNuovi out-of-print, ovviamente citando entrambi e indicando il sito di provenienza? Fammi sapere con tutta calma.

Nick Parisi. ha detto...

@ Iguana.
Grazie vecchio mio!

Nick Parisi. ha detto...

@ Maxciti.
Guarda da parte mia non ci sarebbero problemi, devo però chiedere all'autore se è d'accordo con la ripubblicazione.
Ti faccio sapere cosa mi dice. ;)
In cambio, a te andrebbe di scrivermi qualche pezzo per Il Futuro è Tornato? ;)

Massimo Citi ha detto...

Nessun problema, fammi sapere che cosa ne dice l'ottimo Shirley.
Quanto al "Futuro è tornato"... beh, dammi un tema e vedo che cosa riesco a fare.

Nick Parisi. ha detto...

@ Max.
Stasera scrivo a John Shirley.

Angelo ha detto...

Che bello ritrovare Shirley! Negli ultimi anni è stato più defilato, badando forse a mettere a posto i conti più che a cercare le sue storie “fuori dalle regole”. Questo vecchiaccio rimane una colonna del mondo Sf, speriamo rimanga con noi per tantissimo tempo ancora.

Nick Parisi. ha detto...

@ Angelo.
Credo che questo vecchio leone ci regalerà ancora numerose zampate, narrativamente parlando.

Lucrezia Simmons ha detto...

Nick, grazie per il riconoscimento, ma l'intervista è opera tua!

@Maxciti
è Nick che deve decidere il lavoro è al 100% suo! :)

Comunque interessantissimo quest'uomo. Scrittura, musica, serie tv...
Sarebbe bello tradurre il volume unico! Mi piace anche molto la sua speranza nell'umanità, che io condivido.
E' la tua più bella intervista, Nick, come sempre, fai un lavoro egregio.

Nick Parisi. ha detto...

@ Lady Simmons.
Lo so che la paternità dell'intervista è mia volevo però ringraziarti pubblicamente per l'aiuto in fase di traduzione. ;)
Grazie ancora di tutto.;)
E anche per i complimenti.

EDU ha detto...

Ottima intervista, ricca di spunti interessanti. La attendevo...
Gran lavoro, Nick.

Nick Parisi. ha detto...

@ EDU.
Ogni volta che riesco a presentare interviste come questa mi sembra di aver ottenuto un piccolo miracolo.
Di questa poi sono particolarmemte contento.
Grazie paisà.

daniela ha detto...

Ottimo, ottimo...sei forte.....
non è da tutti...anche l'intervistato mi piace molto..
Un abbraccio
Angie

Nick Parisi. ha detto...

@ Angie.
grazie amica mia, ce ne vorrebbero molte altre come te.

Anonimo ha detto...

bell'intervista!
vieni a trovarmi se ti va: http://viviconvivi.blogspot.it/

Unknown ha detto...

ottimo lavoro, e scusa se son passata solo ora... l'ho letta d'un fiato!

Nick Parisi. ha detto...

@ ViviconVivi.

Ciao, buon anno anche a te. ;)

@ Donata.

Grazie e ci sentiamo presto. ;)

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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