I COMPAGNI DI BAAL (1968)


"- Qual'è il primo dei re?
- Il primo dei re è Baal, il demone tricefalo che regna sulla parte orientale dell'inferno. Quante legioni ha al suo comando?
- Sessantasei  legioni."

Dialogo di Apertura de I Compagni di Baal 

Blangirey. Estrema provincia francese.
Un uomo solitario scende dall'unico treno che collega il paese, l'uomo è un sicario. La sua vittima designata è un giornalista che sta indagando su una  rapina al treno avvenuta anni prima e rimasta insoluta.
Parigi. Il giornalista Claude Leroy, insoddisfatto  
degli incarichi di poco conto finora svolti viene incaricato dal suo giornale a recarsi in un  piccolo paese, a sostituire un collega appena morto in circostanze misteriose.
Il suo amico Pierrot insospettito dalle sibilline parole del vecchio cronista  soprannominato Diogene decide di seguirlo.  Diogene, un tempo considerato come il miglior cronista di Francia  è ormai ridotto ad essere uno straccio umano. Anni prima, infatti mentre preparava un articolo su un gruppo segreto chiamato I Compagni di Baal aveva perso moglie e figlia Lilian.
Da allora cerca qualcuno che possa prendere il suo posto e Claude Leroy potrebbe essere la persona giusta.
Blangirey. La giovane Francoise Cordier giunta anche lei da Parigi scopre alcuni individui mascherati che trasportano delle casse fuori dal locale cimitero. La scoperta rischierà di costare la vita a lei e a Claude e Pierrot; a muovere i fili sembra esserci lo stesso sindaco del paese.
Ma come scopriranno presto i tre giovani la Setta dei Compagni di Baal è ancora più potente ed organizzata di quello che sembra, più antica di quello che s'immagini.
 I tentacoli del male rischiano di stritolare i tre giovani perfino quando riterranno di essere al sicuro tra le nebbie di Parigi.




Parlare de I COMPAGNI DI BAAL significa recuperare un frammento di archeologia fanta-televisiva, un serial che già quando venne trasmesso sugli schermi nel 1968 risultava già dotato di un atmosfera retrò, di personaggi degni di un romanzo d'appendice ottocentesco e di sceneggiature ingenue perfino per il pubblico televisivo di quegli anni. Nondimeno questo sceneggiato transalpino è in parte anche figlio del suo tempo.

Erano anni particolari quelli di fine decennio per il mondo -e più segnatamente per Parigi.  Erano gli anni delle contestazioni giovanili, gli anni dell' esistenzialismo.


E  tutte queste cose, sia pure sotto traccia sono presenti nello sceneggiato. Lo stesso regista  Pierre Prevert   altro non era che il fratello del più famoso cantore dell'esistenzialismo  Jacques  e in tutte le  puntate si respira quell'aria, quelle idee. Aggiungiamo anche l'amore per il feuilleton e per le avventure di Fantomas da sempre dichiarato da Jacques Champreux ed otterremo il perfetto  mix finale della composizione di questo LES COMPAGNONS DE BAAL 
 Champreux, singolare esempio di attore\ regista e sceneggiatore scrisse il copione e la sceneggiatura dello sceneggiato tenendo presente tutte le influenze culturali e popolari del periodo, inserendoci anche richiami al gotico,al' horror, al polar, all'esoterismo e anche, in misura molto minore alla fantascienza. Questo comprendeva anche diversi armamentari utilizzati dalla Setta dei "Compagni di Baal" che avrebbero potuto rivaleggiare con i gadget in dotazione a James Bond - personaggio, anche quello in gran spolvero e di gran moda in quegli anni.
La O.R.T.F, rete pubblica francese (che  nel corso dei decenni avrebbe cambiato nome più volte ) si dimostrò subito entusiasta dell'idea, dal momento che i vertici dell'ente da tempo cercavano di replicare l'enorme successo di un altro sceneggiato: BELFAGOR (1965) .

René Dary

Da BELFAGOR venne mutuato anche uno degli attori principali : Renè Dary  che ivi vi aveva interpretato il ruolo del Commissario Menardier e che, per andare sul sicuro, si vide assegnare ancora una volta il ruolo di un altro poliziotto, quello del burbero ma simpatico Commissario Lefranc.
Dary ( 1905-1974) era figlio d'arte- suo padre Abelard era stato infatti un comico abbastanza popolare in Francia- e tra le altre cose aveva cominciato a recitare già nel 1910 per una serie di film muti. In seguito la sua maschera granitica era assurta quasi a simbolo del francese medio e del poliziotto-tipo. Dary, oltre che per BELFAGOR e per I COMPAGNI DI BAAL è sovente ricordato per la sua interpretazione in film polizieschi tra cui l'esemplare 120 RUE DE LA GARE.

Jacques Champreux

Sin da subito venne deciso che il ruolo del protagonista Claude Leroy
sarebbe dovuto essere interpretato dallo stesso sceneggiatore.
Jacques Champreux (1930-... ) può essere considerato il vero padre dello sceneggiato, certo l'uomo non era dotato del phisique du role dell'eroe e nemmeno di una grande presenza scenica, tuttavia compensava il tutto con un indubbia passione e con una certa simpatia che traspariva dalla sua recitazione.
Poco prolifico sia in veste di attore che in quella di sceneggiatore, Champreux  ha effettivamente lavorato ad un numero limitato di progetti.  Tra questi è da ricordare oltre a I COMPAGNI DI BAAL almeno un altro sceneggiato, realizzato però nel 1973, quell L'HOMME SANS VISAGE di cui abbiamo parlato QUI
Anche quest'ultima una storia di criminali mascherati in stile Fantomas, nella quale si sarebbe ritagliato il ruolo da cattivo.
Nel 1974 ne sarebbe stato tratto fuori un film NUITS ROUGES dai toni ancora più onirici.


Jean Martin 
 Forse però il più famoso tra gli attori coinvolti fu senza dubbio colui che fa il cattivo. Jean Martin  (1922-2009) interpretò con grande divertimento il ruolo del capo della Setta  Malshadoc \ Hubert de Mauvouir, malvagiamente oscuro.
  Probabilmente un immortale, forse la reincarnazione del Conte di Saint Germain oppure semplicemente un ex nazista. Indubbiamente un personaggio che si fa ricordare.
Martin era una persona molto diversa dal suo personaggio: da giovane era entrato nella resistenza francese combattendo a lungo contro i tedeschi, in seguito anche dopo la fine del secondo conflitto mondiale l'attore aveva sempre mantenuto un grosso impegno civile, tanto da pagare spesso di prima persona per le sue scelte. Negli anni sessanta, in particolare, Martin subi l'ostracismo in patria per essersi opposto alla Guerra d'Algeria, assieme a molti altri intellettuali transalpini. Per questo venne licenziato dall' istituzione teatrale per cui lavorava. In quegli anni lavorò spesso in Italia,  in particolare nel 1966 partecipò in qualità di unico attore professionista al capolavoro di Gillo Pontecorvo: LA BATTAGLIA DI ALGERI.
Come altri attori prima e dopo di lui  (un altro fu Marlon Brando per esempio ) Martin non ebbe un rapporto facile col regista pisano dal punto di vista umano, pur apprezzandone molto le doti registiche e dichiarandosi sempre entusiasta del risultato finale del film.

John Herbert \ Popeck

Invece il ruolo di  Joseph,  il servitore-sicario della Setta
venne affidato ad un giovane e promettente attore chiamato
Jean Herbert  ( 1936-....)  proveniente da una famiglia ebraica dell' Europa orientale.
A metà degli anni settanta l'artista cambiò completamente genere.
Sotto il nuovo nickname di Popeck l'uomo continua ancora oggi a recitare spettacoli comici yiddish  nei teatri francesi.



La O.R.T.F mandò in onda lo sceneggiato durante l'estate di quello stesso anno 1968 suddividendola in sette puntate:
LES COMPAGNONS DE BAAL - Titolo Originale Francese.
Francia                        Rete:      O.R.T.F

- La Lanterna di Diogene
- I misteri dell'Isola di Saint Louis
- Lo spettro rosso
- L'inquietante professor Lomer
- La notte dell'otto di fiori
- L'eredità di Nostradamus
- Il risveglio di Lilian



In seguito la RAI tradusse il serial anche nel nostro paese. I telespettatori italiani, come quelli francesi prima di loro apprezzarono le vicende di Claude Leroy; quello che colpì in particolare furono le scene ambientate nel sottosuolo parigino e ovunque comparissero le fattezze mascherate dei membri della Setta, questo nonostante le già ricordate ingenuità e le imprecisioni proposte in molte altre scene ( tra cui una molto surreale in cui Malshadoc tenta di ammazzare Francoise dentro un ospedale tramite un improbabile macchina delle torture ).
Io per primo però apprezzo tutto questo, ho infatti inserito tra i miei Must perdonandogli quei piccoli difettucci, amando i personaggi, amandone l'ambientazione nonché quel meraviglioso clima di altri tempi.

Proprio per queste imperfezioni I COMPAGNI DI BAAL si guadagnarono un loro piccolo posticino  nella memoria di molti spettatori.
Io per primo l'ho inserito tra i miei Must perdonandogli quei piccoli difettucci, amando i personaggi, amandone l'ambientazione nonché quel meraviglioso clima di altri tempi.
Memoria effimera perché come spesso succede, altri incubi arrivarono.
E stavolta erano incubi della vita quotidiana: contestazione giovanile degenerò in terrorismo, la crisi petrolifera ricordò alle persone che il benessere  e la ricchezza non erano illimitati, l'avvento di numerose dittature in America Latina trascinò per decenni interi popoli nel baratro. 
Tutte cose contro cui i superficiali, ingenui ma teneramente piacevoli misteri presentati da Champreux e Prevert non potevano praticare nessun tipo di opposizione.
Curiosità Finali:
Nel 2008 è nato un gruppo Heavy Metal chiamato proprio Compagni di Baal, naturalmente ispirato allo sceneggiato francese.

14 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Questo onestamente non me lo ricordo, ma in effetti non era il tipo di sceneggiato che potessi vedere in quegli anni. Ero un bambino troppo impressionabile (e forse lo sono tutt'ora visto che non riesco a vedere "Chi l'ha visto" perché mi spaventano le storie reali di ordinario orrore che possono funestare la vita di gente normale come me).
Mi ricordo, questo sì, ma vagamente, uno sceneggiato Rai con un bambino che la mattina si risveglia nel braciere del camino (ovviamente spento) in preda a sonnambulismo... probabilmente ne hai già parlato.

Temistocle Gravina ha detto...

@Ariano: forse si trattava di Albert (o Herbert?) e l'uomo lupo, e la colonna sono era Ecoes dei Pink Floyd.
@Nick: saranno anche stati pieni di errori, imprecisioni e altre castronerie, ma erano lavori più veri, che avevano qualcosa alle spalle. Poi, boh, sarà che sono retrò e più vado avanti più odio la modernità...

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano
Credo che quello sceneggiato di cui parli fosse ALBERT E L'UOMO OMBRA del 1976.
Da bambino anche a me facevano paura però m'incuriosivano parecchio...e la curiosità poi ha avuto la meglio trasformandosi in passione.

Nick Parisi. ha detto...

@ TIM
Credo proprio si trattasse di ALBERT E L'UOMO NERO.
Riguardo a I COMPAGNI DI BAAL a me piacciono molto, anche per la loro aria che già era retrò nel 1968...quindi figurati oggi, come scritto nel post sono uno dei miei must personali. Solo che è giusto anche far notare anche i lati meno riusciti.

occhio sulle espressioni ha detto...

Decisamente ricordato meno, ma la commistione di generi, cosa comune a molte altre opere, ma che, fatta bene è cosa più rara, era funzionale. Stesso dicasi per l'atmosfera.

Nick Parisi. ha detto...

@ Occhio
Grazie per essere passato Luigi, cominciavo a pensare che non se ne ricordasse nessuno di questo sceneggiato.

Argonauta Xeno ha detto...

Fra l'altro, non sono male "I compagni di Baal", con quel leggeto tocco doom. L'underground italiano è vivo!
Lo sceneggiato, manco a dirlo, non lo conosco. Sarà che sono nato in un momento in cui la qualità generale dei programmi televisivi si è ridotta, ma fa un effetto strano leggere di queste produzioni.

Nick Parisi. ha detto...

@ Salomon
Lo so, anche in Francia dal '68 ad oggi sono cambiate tante cose, però a differenza nostra, in quel paese si continuano a produrre sceneggiati ad argomento fantasticon

occhio sulle espressioni ha detto...

Lo ricordo abbastanza bene, anche se visto in replica!

Nick Parisi. ha detto...

@ Occhio
Lo sceneggiato è stato replicato pochissime volte, ma in quelle pochissime volte ha comunque lasciato il segno.

Frank Spada http://www.frankspada.eu ha detto...

Chapeu Monsieur Nick!
Chapeu a votre état professionnel, chapeu a... au revoir, ami puissant!

Nick Parisi. ha detto...

@ Frank Spada
Merci ami haut.
à bientôt

Anonimo ha detto...

Se ben ricordo, si fa cenno, in una dialogo, di un'altra setta, ancora più potente e segreta:"I figli del Gran Serpente" o un nome simile. O sbaglio?

Ulisse Di Bartolomei ha detto...

Dietro gli stututi ONG e similari, si nascondono le macchinazioni più infide in danno alla cultura cristiana e occidentale in genere, fianziandole con denari che la grande maggioranza delle gente, crede devoluti per sfamare indigenti. Vi propongo il mio testo autobiografico, sui miei venti anni nella setta più esperta nel mutare i buoni sentimenti altrui, in soldi liquidi...

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Ricordando il passato

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