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"Non esistono due mondi separati, due realtà diverse, un mondo normale e uno paranormale... esiste un mondo unico, che si può "guardare" o "vedere". "
Carlos Castaneda
"j'o vist l masche"
(Ho visto le masche)
Antica espressione piemontese.
Una delle cose che più facilmente stupiscono chiunque voglia parlare delle Masche consiste proprio nell'alto numero di fonti e di testimonianze (spesso orali ) sull'argomento.
Laddove in altre realtà locali sembra esistere quasi una sorta di pudore, quasi di vergogna, nel descrivere le proprie leggende, credenze popolari e tradizioni a tema stregonesco, in Piemonte sovente accade il contrario.
Le Masche sembrano quindi una realtà ben integrata nel passato del territorio ed estremamente presenti, sia pure in centinaia di varianti e di versioni contraddittorie tra loro, praticamente un po ovunque Quasi ogni paese, ogni borgo, contrada, valle ha avuto la propria Strega personale ed ognuno l'ha voluta raccontare.
A modo suo.
Esistono due chiavi di lettura che affronteremo in questo secondo post ed anche nel prossimo.
Nella prima, daremo qualche nozione sull'aspetto leggendario e folkloristico della materia, nella seconda cercheremo di trattare la realtà storica e quelli che sono stati gli elementi reali che diedero origine alle leggende stesse.
Ricordiamoci sempre però che tutto nasce nell'ambito di società chiuse su sè stesse.
Ma cosa sappiamo di preciso?
- I MILLE VOLTI DI UNA MASCA.
Quello che sostiene la tradizione:
-La tradizione racconta come la maggior parte della Masche fossero appartenenti al sesso femminile, più rari erano gli esempi in cui gli stregoni fossero uomini ed allora venivano definiti Mascoùn.
Questi ultimi in genere venivano identificati in individui di grande cultura, in possesso di molti libri ed in grado di leggere in latino. Per fare un esempio in alcuni paesi come Balme il Mascoùn ad un certo punto venne identificato nella figura del prete dell'epoca (un prete però che utilizzava le sue arti per irretire le donne del posto) In altri casi si poteva anche trattare di un insegnante venuto da fuori.
Una possibile spiegazione razionale:
- I motivi di questa identificazione erano presto detti: una volta preti ed insegnanti ( e molto spesso le due figure si equivalevano) erano gli unici in grado di leggere o che possedessero qualche libro.
E, in un ambiente chiuso c'e sempre diffidenza nei confronti di chi viene da fuori o nei confronti della cultura.
Ma teniamo presente l'elemento "libro, perché ci torneremo sopra più avanti.
Ma per quanto riguarda la Masche vere e proprie?
Quello che sostiene la tradizione:
- L'iconografia classica descrive quasi sempre le Masche come donne anziane dall'aspetto cadente e ributtante, qualche volta però potevano essere raffigurate come splendide ragazze dotate di una bellezza mozzafiato.
Primo particolare interessante: la Masca non era per forza una figura negativa, le leggende e la tradizione raccontano sia di streghe in grado di compiere atti di generosità, sia di fattucchiere semplicemente dispettose nei confronti degli esseri umani, anche se - ovviamente- quelle che colpiscono maggiormente l'immaginazione sono i racconti sulle Masche malvagie.
Ad ogni modo sia le Masche che i Mascoùn possedevano il potere di "fare la fisica" cioè di esercitare la magia e il malcapitato che incorreva nei loro sortilegi si diceva che venisse "ammascato"
Ma le leggende abbondano di particolari ancora più inquietanti.
Con sentori sulfurei.
Tutte le Masche erano in grado di assumere diverse sembianze, sia di animali che di organismi vegetali.
Si tratta davvero di un elenco lunghissimo, quasi illimitato: si va dalle pecore alle galline, dai caproni ai maiali, perfino alberi o radici e -naturalmente - i sempreverdi gatti e pipistrelli. Tutti gli avvistamenti e gli avvenimenti più"strani" venivano attribuiti alla trasformazione di qualche Masca.
Se vi trovavate dalle parti di Balme avreste potuto avvistare la famosa vatchi tchùca, cioè un bovino facilmente riconoscibile per via del suo unico e storto corno, ma anche di uno sguardo maligno ed una particolare intelligenza, mentre invece i viaggiatori che si recassero ad Ossola si sarebbero facilmente imbattuti in un neonato piangente, guai però a lasciarsi impietosire, perché in realtà si trattata di una strega chiamata Vaina. Ma ad Ossola operava anche una seconda fattucchiera chiamata Splorcia che amava comparire sotto forma di creatura patchwork: zampe di rospo, testa di maiale ed ali di pipistrello. Vicino a Novara, sul luogo di un'antica battaglia si diceva passasse spesso uno stregone accompagnato da un gruppo di spiriti. Per non parlare delle varie leggende sorte a proposito della famigerata Masca Micilina o Micillina ( ne parleremo nel prossimo post)
Infiniti erano i poteri attribuiti a questa tipologia di esseri; in buona sostanza erano considerate responsabili di tutti gli eventi negativi o inspiegabili che avvenivano all'interno di una comunità, dalla morte di un figlio alla perdita di un raccolto, da una malattia improvvisa alla sparizione di un qualsiasi oggetto.
Una possibile spiegazione razionale:
- Molti studiosi ipotizzano che quelle che all'epoca venivano considerate come streghe, in realtà fossero - anche in questo caso - solo donne ai margini della società, isolate dal resto delle comunità, quasi con la funzione di catalizzatore, di vittime predestinate ( di capro espiatorio, se vogliamo ) da incolpare per ogni avvenimento imprevisto. Insomma, un modo per giustificare con sé stessi l'arrivo di una carestia o di un alluvione improvviso oppure ancora la morte di un neonato additando un colpevole tra i diversi e tra i non integrati.
Persone reiette, magari anziane sole che conoscevano le virtù medicinali delle varie erbe, oppure persone poco gradite da qualche vicino, o magari ancora ragazze che avevano respinto le attenzioni di qualche spasimante poco gradito che per vendetta le aveva calunniate.
C'è tuttavia anche un' altra ipotesi: un residuo di sciamanesimo o di paganesimo di origine celtica che ancora sopravviveva tra le pieghe della società cristiana.
Ma basta questo a spiegare l'inquietante alone che circonda le Masche?
Bisogna considerare anche che quelli della Masca erano poteri ereditari, di solito si trasferivano di madre in figlia o di nonna in nipote. La strega che non avesse discendenza propria aveva comunque la facoltà di scegliere una erede al di fuori della propria cerchia familiare (solo in casi disperati potevano scegliere un uomo come futuro depositario, in quel caso poi il tutto si sarebbe successivamente estinto alla morte del Mascoùn, un uomo infatti poteva ereditare il potere ma non trasmetterlo )
Parlo di casi disperati per un motivo ben preciso.
Già, perché qui giungono le parti veramente macabre dei racconti e delle leggende.
- DI LIBRI DEL COMANDO E DI ALTRI STRUMENTI.
Oscure tradizioni sostengono infatti che una Masca che non riesca o che non voglia passare le proprie facoltà ad altri sia condannata a morire in maniera atroce tra enormi dolori e sofferenze. A volte la maga che ritenesse di non voler trasmettere quella che riteneva come la sua maledizione riuscisse a trovare una scappatoia dislocando il potere ad un albero e poi incenerendo, ma in linea di massima il destino di chi non tramandava la sua arte era segnato.
Una variante della leggenda descrive le Masche come creature soggette ad invecchiamento ma virtualmente immortali e che, solo con la cessione della magia potessero sfuggire alla innaturale durata della loro esistenza.
Diverse le modalità di trasmissione: se nella maggior parte dei casi bastava il semplice contatto fisico, per le Masche attive nel paese di Camburzano preferivano passare uno dei loro strumenti più amati : il gomitül (gomitolo ) stregato. Animato di vita propria il gomitül era difficile da domare e se la prescelta non riusciva a comandarlo era destinata a fare una brutta fine. Mentre le streghe di Pragelato preferivano affidarsi al caso, gettando un bastone in mezzo ad una strada poco trafficata, cosicché la prima persona che avesse raccolto il bastone ereditava il marchio della strega. Dalle parti di Cuneo invece la Masca consegnava un altro importante strumento magico il casül (mestolo) pronunciando alcune fasi di rito.
Ma era un altro strumento il più ambito.
Ed anche il più pericoloso.
Era un libro, ma non un libro qualsiasi.
Un volume pieno di formule, secondo la tradizione scritto direttamente dal Demonio.
Il Libro del Comando.
Il Libèr dël Comànd.
Ogni Masca ne possedeva uno. Ogni Masca tendeva a consegnare il proprio Libro del Comando in punto di morte all'erede scelto.
Non sempre però questo avveniva, cosicché ancora oggi in Piemonte sentirete raccontare fiabe nere su Libri del Comando nascosti tra i boschi e tra le capanne in precedenza abitate dalle streghe.
E questo, a suo modo, aggiunge ulteriore fascino ad una storia già complessa di suo.
Eppure questo non è ancora tutto, non siamo giunti alla fine.
C'è ancora tanto da narrare, tanto ancora sospeso tra leggenda e verità storica. Così come ci furono Masche più famose di altre. Senza dimenticare che ci furono modi in cui le popolazioni delle valli provarono a difendersi e a reagire.
E ci furono anche processi. Processi sanguinosi in cui tante, troppe donne incolpevoli morirono.
L'eredità peggiore fu proprio questa.
(Continua....)
Addendum del 15/05/2015: oggi Patricia Moll ha scritto un interessante post in cui racconta alcuni aneddoti sulle Masche.
Lettura consigliatissima!
Diario dell'Avvento /21
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Per la *ventunesima casella del calendario dell'Avvento* ci sono i biscotti
di marzapane creati dalla Steel Wool Studios, E chi cazzo sono? Boh? Non lo
s...
7 ore fa
34 commenti:
La caccia alle streghe è stata una delle pagine più nere nella storia dell'Europa (e purtroppo anche delle tredici colonie inglesi che poi diventeranno gli USA).
In effetti è davvero curioso trovare una spiegazione, anche se è pur vero che parliamo di epoche in cui la massa era analfabeta e superstiziosa, quindi facilmente influenzabile (mi basta fare qualche giro su internet per accorgermi come ancora oggi la massa, e nella massa includo anche me stesso, sia facilmente suggestionabile da certi messaggi opportunamente veicolati).
@ Ariano Geta
La caccia alle streghe è stata qualcosa di estremamente vergognosa.
Purtroppo, condivido la seconda parte del tuo commento.
Oggi in quanto ad ignoranza non siamo messi molto meglio.
Eh già, povere donne... :P
Come sempre in queste vicende si mescolano tantissimi elementi, non è da sottovalutare quello della paura/ignoranza/superstizione per arginare e controllare... Come dire, che non sia poi così differente oggi?
La biblioteca della mia città ha un'intera sezione dedicata al Piemonte, tra cui alcuni libri dedicati al folklore piemontese. Tra essi è compreso "Piemonte Magico", che dedica un'ampia parte alle Masche. Peccato siano solo in consultazione e non li possa prendere in prestito. Avevo in mente di dargli un'occhiata se avessi scritto qualche post sulle streghe per Ore d'Orrore.
@ Glò
No, direi che oggi come oggi non siamo poi messi tanto meglio in quanto ad ignoranza e a superstizione.
@ Marco Lazzara
Non ci crederai ma "Piemonte Magico" è stato uno dei testi che mi sono stati maggiormente consigliati quando cercavo informazioni per scrivere questa serie di post.
Diciamo che mi dispiace che non abbiate continuato "Ore d'orrore" però la vostra sospensione mi ha dato un occasione in più per dedicarmi finalmente alle Masche visto che erano un paio di anni che rimandavo sempre questo lavoro.
L'equivalente toscano del "Libro del comando" piemontese dovrebbe essere "Aradia" scritto da Leland alla fine dell'800.
Fatto salvo che possa trattarsi in realtà di artificio letterario, il libro sarebbe la copia del "Vangelo delle streghe" che le streghe toscane si tramandavano di generazione in generazione.
@ Ivano Landi
Ho sentito molto parlare di " Aradia" tramite anche un mio recente contatto epistolare.
Non è escluso che io parli presto anche delle streghe toscane.
Eccomi qui, Nick.
Prima di tutto complimenti per il piemontese! :)))
Hai detto verità sacrosante su noi piemontesi. Il nostro essere chiusi e schivi è antico quanto il mondo. Tu pensa solo alle vecchie case di paese. Lungo la strada hanno il muro posteriore, normalmente con poche finestre sempre chiuse. La facciata principale e il cortile dalla parte opposta, come per isolarsi, lontano da sguardi indiscreti.
E poi la paura del frustè (straniero).
E con straniero si intende anche quello che abita nel paese a pochi chilometri di distanza.
Metti questo insieme al fatto che i contadini erano legati alla terra in modo viscerale, non dico alla loro terra, non solo, ma proprio alla zolla, al terreno... unisci che sapevano se sarebbe piovuto o nevicato annusando l'aria o guardando i monti senza bisogno di leggere il calendario di frate Indovino..... mettici anche l'ignoranza intesa proprio in senso letterale di non sapere... beh! Tirando le somme, si capisce quanto timore e quanta diffidenza poteva esserci in chi era diverso. Veniva da "altrove" o sapeva leggere.
Se teniamo poi conto che i preti erano quelli che facevano paura con l'inferno e la dannazione eterna....
oppure anche in chi curava con erbe e formule strane e magari erano solo invocazioni ai santi recitate sottovoce.
Era facile in un ambiente simile isolare determinate persone, quelle "diverse", più deboli, sole.
Magari donne vedove o mai sposate. Donne che precorrevano la moderna omeopatia curando con erbe e che, se facevano del bene, era naturale pensare che potessero anche fare del male.
Poi, cosa strana, queste donne diventavano sempre vecchissime. Come se fossero dotate di immortalità. Perchè?
Perchè a volte dopo il loro passaggio un vitello moriva? La vite seccava?
Poteva essere la loro presenza? UN loro maleficio?
Forse oggi abbiamo spiegazioni scientifiche ma a quell'epoca non c'erano. E siccome l'uomo in sè ha sempre bisogno di trovare un colpevole per tutto, ecco che le masche diventavano i migliori colpevoli. Che po fossero anche donne come tutte le altre, poco contava nell'immaginario collettivo.
@ Patricia Moll
In realtà per le parole in piemontese sono stato aiutato da un paio di amici. ;)
Apprezzo molto la gente piemontese, quello di cui parliamo nel post è qualcosa che in passato è avvenuto in tutte le realtà rurali del nostro paese.
Inoltre c'è da considerare che quello che è avvenuto da voi è la stessa cosa avvenuta in tutte le realtà contadine del passato.
In Veneto, in Toscana, nella mia Campania, in Sicilia e così via,ovunque ci sia stata una civiltà contadina (che è ripiegata su sè stessa per definizione).... semplicemente con peculiarità diverse
Mano a mano che procedo con la mia scoperta del folkore regionale italiano, mi rendo sempre più conto che molte base culturali sono estremamente simili.
Comunque, la mania di additare un colpevole "diverso" da noi è ancora viva e vegeta.
C'è gente che ci ha costruito un'intera carriera politico-mediatica. :)
@ AleK
In questi ultimi decenni di politici del genere da noi ne sono spuntati tantissimi.
Troppi direi.
Ciao Nick! Sto per ritornare al salone a recuperare la moglie - mentre la figlia lavora - ma volevo ringraziarti per il tuo ottimo articolo. Mi resta soltanto un dubbio, che a essere sincero mi ha sempre accompagnato nella mia vita in Piemonte: come facevano i piemontesi dell'area meridionale e occidentale a far convivere la convinzione dell'esistenza della masche con la fede protestante (valdese) di molte valli? Onestamente, di tutti i misteri del Piemonte questo credo sia uno dei maggiori... Lo so, è probabilmente una convinzione nata dalla storia dei valdesi, divenuti cristiani rispettabilissimi e ammirevoli, ma fatico a tenere insieme le due cose.
SI direbbe che le masche fossero diffusissime in tutto il Piemonte, da Cuneo fino a Novara, sebbene quest'ultima sia parecchio in odor di Lombardia. Hanno mai sconfinato nelle regioni adiacenti, che tu sappia?
P.S.: OdO non è terminato. E' solo in pausa tra la fine della prima e l'inizio della seconda stagione....
@ Massimo Citi
C'è un interessante romanzo breve uscito anche in italia qualche anno fa per i tipi di Fazi, s'intitola "Il Vampiro di Ropraz".L'autore Jaques Chessex descrive molto bene il clima di paranoia e di paura delle valli svizzere d'inizio novecento, allorquando un profanatore di tombe mette in subbuglio una intera popolazione di fede calvinista (bada bene calvinista e non cattolica). In una scena indovinata racconta di come molti protestanti pensando di trovarsi di fronte ad una creatura sovrannaturale decidano di rispolverare i crocefissi degli avi ed altri strumenti simili. Quindi credo che la superstizione non sia una prerogativa solo dei cattolici. E la valli svizzere mi sembra siano molto vicine geograficamente al Piemonte, o sbaglio?
Ricordiamoci poi, che, tanto per fare un altro esempio, a scatenare le persecuzioni di Salem nel 1692 non furono i cattolici ma i puritani.
@ Obsidian M.
In molti casi, ad esempio, ci fu quasi una sovrapposizione tra le Masche piemontesi e le Strie liguri, questo almeno a sentire molti esperti.
P.s
Ed io sono ben contento che OdO riprenda, dico semplicemente che il vostro non trattare le streghe mi ha dato l'input definitivo per riprendere in mano la mia vecchia idea di una serie di articoli sulle Masche.
questa è una delle tematiche che più mi hanno affascinata, da sempre...e avrei voluto trattarla in futuro, mi rendo conto che faccio meglio a non farlo, il mio lavoro impallidisce in confronto al tuo, hai scritto finora un post strabiliante!
@ Donata Ginevra
Grazie! Ho dovuto un po rallentare per scrivere la pagina sulla nuova Privacy Policy, sia che dal 2 giugno cambiano le cose?
P.s
Domani dovrei essere a Padova con Venusia, sua madre e le sue nipoti in visita al "Santo".
Yee! Ce l'ho fatta a recuperare questi ultimi due post! :D
Allora, sicuramente la spiegazione razionale mi trova molto d'accordo soprattutto se appunto si considera l'influenza 'sciamanico-celtica' e le ferree regole sociali che gravitano attorno a comunità molto piccole.
Sul libro mi viene da pensare che sia quello in cui scrivevano o appuntavano le proprie conoscenze degli elementi (tipo un herbarium), ma aspetto ulteriori approfondimenti! :D
Ciao Nick!
Come sempre un'analisi precisa a cui non mi viene in mente nulla da aggiungere (ho fatto anch'io le mie ricerche sull'argomento in passato per un racconto, oltre a essere nato e cresciuto in Piemonte). E' vero che i piemontesi non hanno molta fantasia: qualunque cosa appena fuori dall'ordinario era colpa di una masca! :-)
Vero anche che le tradizioni sono tantissime e spesso molto diverse tra loro. Ad esempio solo in alcune leggende le masche erano legate al demonio, laddove non è presente la tradizione del libro del comando le masche non hanno niente di satanico, vanno in chiesa e partecipano alla vita religiosa della comunità... Ma sono sicuro che nne parlerai nei prossimi post! ;-)
Il Moro
@ A.H.V.
Ciao! Lieto di rivederti! :)
Io credo molto nella spiegazione razionale delle cose, penso che la maggior parte delle cose abbiano una spiegazione razionale. Tuttavia è affascinante ricostruire le credenze del passato, e chi sa mai che prima o poi non venga fuori anche l'ignoto vero prima o poi?
@ Moreno Pavanello
Verissimo, c'erano anche Masche pienamente integrate nella loro comunità, che magari frequentavano la messa. E di questo - come pensavi - ne parlerò nel prossimo articolo. ;)
Ciao NICK
ti cito.... Mano a mano che procedo con la mia scoperta del folkore regionale italiano, mi rendo sempre più conto che molte base culturali sono estremamente simili.
La stessa cosa che ho scritto io in risposta al commento di Glò sotto al mio post sulle masche.
Gira che rigira le origini possono benissimo essere le stesse. Di certo, chiamale masche, strie, streghe o in altra maniera, in comune hanno la superstizione e la paura.
Potrebbe esserci anche altro, però.
@ Patricia Moll
Si, potrebbe esserci anche altro. Io mi definisco come "possibilista" e cerco di mantenere una mente aperta.
Anche per questo cito tutte le teorie e lascio che chi mi legge si costruisca una propria personale idea.
Ciao ho raccolto alcuni modi di dire e regole per combattere contro lr streghe
appena riesco preparo un nuovo post.
ciao
@ Patricia Moll
Perfetto! Appena esci io linkerò il post.
Anzi ne approfitto per invitare tutti i miei lettori piemontesi a raccogliere all'interno di post sui loro blog tutte le notizie, info e leggende o tradizioni familiari che conoscono sulle Masche e segnalarmelo.
Magari ne verrà fuori un mega dossier coi controfiocchi.
Ciao Nick, un po' in ritardo ma domani esce il post su non aneddoti ma tradizioni e usanze dell'Umbria che mi ha fatto conoscere Flora una mia lettrice.
Ciao
@ Patricia Moll
Perfetto! Mi servono delle informazioni per dei futuri post sulle figure del folklore pugliese...quindi: ben vengano post come i tuoi!
:)
Sempre più interessante. Confermo che ero ignorante totale (・_・;)
Un bella serie tv ce la vedrei bene
@ Michele il menestrello pignolo
Ce la vedrei bene anche io, per adesso -se non sbaglio - dovrebbero aver fatto almeno un film sulla Masca Micilina.
Adesso sto combattendo con il tempo per scrivere la terza parte.
Ciao a tutti.
Sono una studentessa dell'universitò di lingue e culture per il turismo a Torino.
Ho da poco iniziato la mia tesi che affronterà il tema della masche, in specifico dell'area cuneese della Val Maira. Se qualcuno di voi ha delle testimonianze o comunque delle informazioni vi sarei davvero grata. E comunque gran bel post!!!
Grazie, lascio la mia mail: debby.2004@live.it perchè non sono pratica di blog.
@ Deborah Bonavita
Ciao, proverò a metterti in contatto con alcuni dei miei lettori non prometto niente comunque.
Non conoscevo le streghe piemontesi.
Mi par di capire che anche qui la superstizione locale aggrediva e marchiava (come nel libro di Hatworne) persone sole e indipendenti. Insomma il coraggio e l'intelligenza non pagano.
@ Mariella
Alcune caratteristiche sono costanti a tutte le latitudini, non ultima-purtroppo-il fatto che le vittime ideali della superstizione fossero le persone sole o quelle indipendenti o ancora quelle che non si conformavano alla massa.
Alcune cose non cambiano mai purtroppo.
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