MIDNIGHT CLUB #4: LA RAGAZZA CONGELATA!

"Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
mettetevi comodi e raccontateci la vostra storia.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
Sentitevi a casa vostra.
Questo è il Midnight Club!
Benvenuti!
I bambini lasciati incustoditi saranno venduti come schiavi"



Non invitata, assolutamente inaspettata giunge una nuova puntata del Midnight Club e cioè uno di quei brevi post per brevi storie, in alcuni casi dei semplici flash.
 Storie macabre, fantastiche, dedicate a figure particolari della storia, eventi e personaggi "strani," a volte semplicemente fuori dalla norma ma incastonati in vicende troppo brevi da inserire nei normali Dossier Mysteri Notturni 
Questo post come tutti quelli futuri contrassegnati con questo banner  andrebbe letto sul finire del giorno, quasi verso la mezzanotte, un po come quei racconti sui fantasmi che i nostri nonni raccontavano  attorno ad un fuoco; figurine di un album,  tessere di un antico domino, ospiti non invitati delle vostre serate, desiderosi di raccontarvi la loro vicenda umana.

Ed anche le loro vicende inumane.
Chiudete bene la porta, assicuratevi di aver serrato correttamente le finestre e soprattutto lasciate accesa la luce.
Andiamo a cominciare.

- LA DONNA CHE FINI' SOTTOZERO.


Ci sono storie che risultano difficili da credere, perfino per un blog che parla di (anche) di Misteri, la prima cosa a cui si pensa al loro proposito è che possa trattarsi di un qualche fake.
Eppure si tratta di racconti interessanti, di vicende che sollecitano la nostra curiosità.
Tutto comincia la notte del 20 dicembre del 1996. Il luogo è una cittadina chiamata Lengby nello stato del Minnesota.

Fun Cool X!: Arriva la Friûl edition!!!


Non è stato un buon febbraio per il sottoscritto, troppi piccoli e grandi problemi ( ne parlerò in un altro post). Tuttavia a fine mese arriva un piccolo raggio di sole.
Torna infatti uno dei più vecchi concorsi della rete: il Fun Cool!
Creato da gelostellato, uno dei miei più vecchi amici della rete, il Fun Cool! è un modo per concorrere divertendosi: in passato io stesso ho partecipato più volte, traendone sommo piacere (vedi QUI)

Quest'anno poi, per festeggiare la decima edizione, il concorso si evolve inventandosi la Friûl Edition!
Ma in cosa consiste il Fun Cool ?

Oltre a taggare il post di gelostellato (QUI) lascio la parola a quel ragazzaccio, che sicuramente vi spiegherà meglio di me.
                                       
                                                                    FUN COOL!
Un racconto in una frase!
X edizione
Friûl edition



IL REGOLAMENTO:
Si partecipa con UN RACCONTO IN UNA FRASE, nel senso che il racconto può essere lungo quanto volete, potete metterci tutte le virgole che volete, i punti e virgola, persino, ma non potete metterci punti fermi (compresi quelli esclamativi, di sospensione ecc, che sono punti fermi e non tentate di imbrogliare). 
Aggiungo che il racconto deve avere un titolo e raccontare una storia (eh lo so, lo so, voi siete dei poeti e accostate parole a caso in modo sublime ci dite che sono flussi di coscienza ma noi qui, scimmie che vivono all'interno del cervello di gelo, amiamo ascoltare le storie, e quindi raccontateci una storia, che ci piace di più).
Si partecipa inviandolo alla mail di geloche trovate qui alla pagina dei contatti, se me lo messaggiate sulla pagina del blog, o su what's up, o salcats quale altro mezzo di comunicazione avete inventato, va bene lo stesso. Come dite? Lo volete mettere come commento al blog? Va bene, ma ricordate di firmarvi e venire a leggere se avete vinto qualcosa o meno.
Potete mandare un solo racconto, e per questo giro lasciamo perdere la regola del doppio racconto se fate pubblicità alla cosa. So che se siete persone che amano le cose belle e pazzerelle come il fun cool! vi divertirete lo stesso a condividere.
Qui trovate l'evento facebook a cui potete invitare i vostri amichetti
Qui trovate la pagine del blog di gelo in cui troverete gli aggiornamenti
Qui trovate il twitter del blog di gelo per boh, a voi che vi piace l'uccellino
La scadenza per l'invio... io direi DOMENICA 13 MARZO 2016.
Dovreste farcela a produrre un racconto in una frase.

Cosa si vince
Bene, come sapete invece di pubblicare i libri in italiano che tutti da anni mi chiedono, io pur di fare dispetto ai miei lettori, ne ho pubblicati due in italiano. Contis di Famee eSoreli jevât a mont.
Ecco perché questa sarà una Friûl edition, e partecipando si vince già la traduzione del proprio racconto in una frase in lingua friulana, così vi potrete bullare di essere autori che hanno visto le loro opere tradotte anche in altre lingue :)
Come dite? Il racconto lo volete scrivere già in friulano? No problemo, vincerete la traduzione in italiano. 
E i premi veri? Guardate... sono stufo di avere libri da spedire e blablabla.
Do ai primi tre classificati la facoltà di scegliere uno dei due libri che ho scritto in friulano, quelli linkati là sopra. Se non lo vogliono meglio per me, proporrò un altro libro. E do al popolo del web (ahahaha, mi faccio schifo da solo) la facoltà di mettere in palio dei premi in formato digitale che si fa prima a spedirli. Fatevi avanti, che li aggiungo qui sotto.

Altre cose da sapere
I racconti saranno pubblicati su un post appost, come al solito, e ve li potrete leggere via via che arrivano. Alla fine ci sarà la classifica finale, dove potrete vincere come al solito alcuni premi immaginari.
Se volete condividere il concorso parlandone a tutti, compreso l'estetista del vostro furetto, fate bene. 
Il banner lo dona come al solito il mio scudiero fedele per i lavori de grafica, Gian de Steja, e potete rubarlo, condividerlo e usarlo liberamente come bandiera per uno Stato di nuova creazione.
Se cliccate sul tag funcool scoprite tutto delle edizioni precedenti e potete farvi un'idea
Potete anche offrirvi per fare da giurati, se non vi va di partecipare o non siete in grado di scrivere un racconto in una frase... sarete ben accetti e accettati :)
Direi che è tutto. Aspetto i vostri racconti in una frase!

Beh, cosa ne dite? Cosa aspettate ! Correte a partecipare!

Dedico questo post ad un altro amico friulano, ora scomparso: il mitico Frank Spada!

CLOVERFIELD (2008)

E' la sera del 22 Maggio e il giovane Rob Hawkings si sta preparando per partire verso il Giappone, un nuovo e prestigioso incarico di responsabilità lo attende in quel paese. Jason il fratello di Rob, la sua fidanzata Lily e il miglior amico del gruppo "Hud" decidono di organizzare una festa a sorpresa per l'evento. Nell'appartamento di Manhattan si presenta anche Beth, una ragazza di cui Rob è sempre stato innamorato e con cui ha recentemente trascorso una notte assieme, ma che dopo quella notte il giovane non ha più chiamato per dedicarsi al nuovo lavoro.
I due finiscono per litigare con che Beth abbandona la festa precipitosamente. Ed è proprio in quel momento che le cose cambiano nettamente.
Una esplosione danneggia la Statua della Libertà ed una strana enorme e mostruosa creatura semina panico e distruzione per le strade di New York e niente, nemmeno l'esercito sembra fermarla.
I sopravvissuti alla festa assieme a Marlena, una ragazza oggetto delle attenzioni di Hud decidono di recarsi proprio nel centro del conflitto.
In cerca di Beth.


Prima di cominciare debbo fare una confessione: io i mockumentary, i found footage li ho sempre cordialmente detestati. Li ho sempre trovati un sistema furbetto da parte di registi e produttori con poco talento e ancora meno fantasia per realizzare con quattro soldi produzioni spesso di scarsa qualità.
Certo sto semplificando di brutto, ci sono le debite eccezioni, una è questo film, un altro è Diary of the Dead di Romero, un altro ancora può essere il primo Rec e sicuramente ce ne saranno tante altre.
Però è indubbio che ci fu un periodo in cui questo peculiare modo di fare spettacolo si diffuse in maniera virale nell'industria del Cinema, anzi possiamo dire che diventò proprio di moda.



Il responsabile del fenomeno è facile da individuare, è stato  il gran successo di  film come Paranormal Activity di Oren Peli a dare inizio alla proliferazione delle pellicole in stile mockumentary.  I generi dei Mockumentary o dei found footage avevano già cominciato a far parlare di sè attorno alla fine del secolo scorso grazie a precursori o progenitori come il The Blair Witch Project della coppia Myrick & Sanchez a dare inizio al fenomeno, ma è solo negli anni attorno al 2007 (orientativamente) che si è assistito alla proliferazione eccessiva di questo tipo di pellicole. Uno dei più famosi, ed uno dei maggiori responsabili del fenomeno, rimane ancora proprio Paranormal Activity, che -anche se aveva cominciato a circolare nelle sale in maniera compiuta nel 2009, era stato girato da Peli, nel 2007 ed era già abbondantemente conosciuto da addetti del settore, spettatori e fan essendo stato proiettato in diversi festival del settore ( dati wikipedia)
E quindi si può tranquillamente considerare precedente a Cloverfield.
Qualsiasi appassionato di Cinema di genere ricorda quel periodo in cui un film horror su tre era girato con quella tecnica (anzi con quella mancanza di tecnica)
Il fenomeno,  non può dirsi del tutto esaurito, ma di certo rispetto ai quei primi anni dopo il 2007 si è sicuramente molto sgonfiato.

Accade in Italia #10 - Altre Segnalazioni di Febbraio.

L'inizio dell'anno rappresenta uno di quei momenti nei quali gli editori e gli autori rivelano i loro programmi per l'anno che comincia. Per questo motivo ho separato in due l'abituale articolo mensile delle segnalazioni, dal momento che ci tenevo a dare lo stesso spazio a tutti.
Con il mese di marzo riprenderò a pubblicare un unico post della serie Accade in Italia, non perdiamo quindi tempo, diamo spazio agli autori e agli editori nostrani e partiamo.
Come sempre cominciamo con i programmi recenti di un editore.

1) ZONA 42 PRESENTA "SELEZIONE NATURALE"; DI TRICIA SULLIVAN.

Mi scrive Giorgio Raffaelli di Zona 42  per segnalare la loro ultima uscita:


Zona 42 è orgogliosa di presentare ai lettori italiani Selezione naturale, di Tricia Sullivan
Selezione naturale si sviluppa su due piani narrativi con una storia avvincente scandita da un ritmo travolgente, in cui l’azione incessante si mescola a riflessioni mai scontate sui rapporti tra i sessi, sulla nostra idea del mondo, sulle conseguenze delle nostre scelte.
Tricia Sullivan gioca con i luoghi comuni, pone i rapporti tra uomini e donne al centro di una narrazione spericolata, infarcita di riferimenti pop, violenza e politica, e costruisce una storia in cui sesso e distruzione vanno di pari passo con satira e riflessione.
Selezione naturale è il titolo scelto per l’edizione italiana di Maul, considerato dalla critica britannica uno dei più importanti romanzi pubblicati da un’autrice di fantascienza negli ultimi quindici anni (per approfondire, in inglese: Torque Control: SF by Women 2001-2010).
L’edizione Zona 42 di Selezione naturale è arricchita da un’introduzione scritta dall’autrice appositamente per i lettori italiani. Le parole di Tricia Sullivan offrono una perfetta chiave di lettura per avvicinarsi al romanzo: “[…] lo spirito di Selezione naturale è uno spirito giocoso: che si tratti di idee, di realtà o della sostanza stessa della vita. È tutto molto semplice, fin dalla prima pagina: le ragazze vogliono solo divertirsi.
Selezione naturale è tradotto da Chiara Reali che per Zona 42 ha già lavorato su Desolation Road di Ian McDonald e sui romanzi di Jon Courtenay Grimwood.



Tricia Sullivan:
Originaria del New Jersey, Tricia Sullivan è una delle più importanti nuove scrittrici della scena anglosassone.Ha vinto il Premio Arthur C. Clarke nel 1999 ed è stata in lizza per la vittoria dello stesso premio con altri due romanzi. Le sue opere sono state segnalate come finaliste anche al Premio BSFA (Premio della fantascienza britannica), al Premio Tiptree e a quello dedicato alla memoria di John W. Campbell.A metà degli anni ‘90 si è trasferita in Inghilterra, dove vive con il marito e tre figli. Ha studiato musica, astrofisica e praticato karate. Le sue opere sono state tradotte in otto lingue.Selezione naturale è il suo primo romanzo a essere tradotto in italiano.
Maggiori informazioni sul volume le trovate QUI.

2) "SCHEGGE DI UNA CITTA'  DI PLASTICA", DI DARIO TONANI.

Segnalo anche una uscita di Dario Tonani, un altro degli amici di Nocturnia

Sinossi Ufficiale:




Misha è uno dei tanti derelitti che lavora nel Sottomondo. Si occupa della manutenzione dei cavi che tengono sospesa, tra i picchi innevati, l’immensa città di Nuova Crysia, dove ogni cittadino è soggetto a un rigidissimo regime di controllo del proprio peso. Il suo permesso di soggiorno è in scadenza, così come stanno per essere azzerati i chilogrammi di franchigia concessi a lui e alla sua famiglia per continuare a vivere in città. 
La notte prima dell’ultimo giorno di lavoro, un losco trafficante di uomini gli offre una soluzione destinata a prolungare la sua permanenza, a patto che accetti di diventare un Buio, un clandestino disposto a non vedere più la luce del sole fino a quando il sistema non gli concederà di nuovo una franchigia di peso.
Scoprirà così che cosa nasconde il terribile Quadrante Cremisi, sospeso a oltre mille metri d’altezza dalle macerie velenose dell’insediamento abbandonato da cui tutto ha avuto inizio. Una cupa distopia su un futuro atroce e possibile, ma anche una storia attualissima sul traffico di esseri umani…

Dario Tonani:

Milanese, una laurea alla Bocconi, Dario Tonani si divide tra l’attività di giornalista professionista e la scrittura; ha pubblicato diversi romanzi e un centinaio di racconti in antologie, quotidiani nazionali e nelle principali testate di genere italiane (Urania, Giallo Mondadori, Segretissimo, Millemondi, Robot). Nell’aprile del 2007, su Urania, è uscito Infect@, un noir fantascientifico giunto secondo all’edizione 2005 dell’omonimo premio; due anni più tardi, ancora per Urania, è stato pubblicato L’algoritmo bianco, mini ciclo dell'Agoverso composto da due romanzi brevi, incentrati su uno stesso personaggio: il killer Gregorius Moffa. A marzo 2011, per la Delos Books, ha pubblicato, in cartaceo e digitale, l’antologia Infected Files, che raccoglie il meglio della sua produzione breve di fantascienza. A settembre 2011, Urania ha ospitato Toxic@, secondo capitolo del Ciclo dei +toon, seguito di Infect@. La mini saga steampunk di Mondo9, suddivisa originariamente in quattro storie, è stata pubblicata in versione digitale da 40k Books tra il 2010 e il 2102 ed è poi proseguita con cinque nuovi episodi per Delos Books. Il primo capitolo Cardanica è stato tradotto in inglese e portato negli Stati Uniti, con il sostegno entusiastico del padre dello steampunk, Paul Di Filippo. A fine 2012, il fix-up - riveduto e ampliato - è uscito in volume cartaceo per Delos con il titolo di Mondo9 e ha vinto il Premio Cassiopea e il Premio Italia. A febbraio 2014 il volume è stato pubblicato in Giappone e nell’agosto 2015 Millemondi ha ospitato la saga completa, con il titolo Cronache di Mondo9, primo volume della celebre collana di Mondadori interamente dedicato a un autore italiano. Convinto sostenitore della contaminazione tra generi, con le sue storie ha vinto numerosi concorsi, tra i quali nel 1989 il Premio Tolkien, due volte il Premio Lovecraft (1994 e 1999), il Premio Robot (2013) e sette volte il Premio Italia (1989, 1992, 2000, 2012, 2013, 2014 e 2015).


Maggiori informazioni le trovate QUI.

3) "ANCIENTS: IL GRANDE FREDDO" DI LUIGI VIAGRANDE.

Passiamo adesso ad uno scrittore esordiente, mi contatta Luigi Claudio Viagrande, un giovane autore di Catania, per chiedermi di segnalare il suo romanzo (in versione eBook) di fantascienza post apocalittica


Sinossi Ufficiale:

In un mondo gelido devastato da un virus letale, Liam Cooper è un ragazzo di appena 27 anni che vive un’esistenza mediocre ma al riparo dal virus all’interno della città-cupola di Nuova Yermo. La sua vita cambierà quando il Professor Graham, Leader della congrega dei Sapienti, decide di trasferirlo nella prestigiosa Università di Pahrump, luogo dove si formano le menti che in un futuro ancora distante e incerto riusciranno a debellare il virus dalla faccia della terra. Per sempre. Qui, Liam viene a conoscenza di una inquietante verità; il virus sta rapidamente conducendo il globo verso un tragico epilogo: una glaciazione. Il processo non è irreversibile e Liam affronterà un viaggio crudele e pericoloso nell’estremo tentativo di salvare le poche persone ancora in vita. Conoscerà un mondo dominato dalla malvagità e dalla crudeltà dell'uomo e scoprirà che la verità è ancora più agghiacciante di quanto sembri. Fuori c’è ben altro, una realtà ancora più oscura e terribile del virus stesso.

Luigi Claudio Viagrande


Luigi Claudio Viagrande nasce a Catania il 14/06/1987. Da giovane presenta un forte interesse per le arti creative fino al raggiungimento dell’autopubblicazione, nel 2004, del testo “Colonne sonore per videogiochi”, una raccolta di colonne sonore e spartiti musicali autoprodotti. Successivamente comincia ad affinare la sua tecnica narrativa scrivendo brevi romanzi fantasy. Da sempre appassionato di studi scientifici, dopo il diploma frequenta il corso di laurea in Informatica all’Università degli studi di Catania, conseguendo con successo la laurea triennale e, successivamente, quella magistrale. Attualmente lavora come sviluppatore di videogames e applicazioni presso una ditta privata nel catanese. Tra le sue passioni si citano la scrittura, la lettura, le arti marziali e i balli caraibici.

Maggiori informazioni le trovate QUI.

4) "UN ALTRO FUTURO" DI LUIGI MILANI.

Last but not least, chiudiamo alla grande per questo mese con un' antologia di racconti di fantascienza. scritta da Luigi Milani, un nome piuttosto conosciuto nell'ambiente.

Sinossi Ufficiale:

Alcuni dicono che la fantascienza italiana è lenta e pesante, altri che un disco volante non atterrerà mai nella provincia del nostro paese (anche se poi di avvistamenti ce ne sono stati tanti). Tuttavia la nostra fantascienza, da generazioni, tiene la testa alta e non ha nulla da invidiare a quella più celebrata anglosassone. Anche l’autore di questa antologia, quindi, non ci fa mancare nulla, dai robot, ai viaggi nel tempo, fino alla più ardita ucronia, tocca i grandi temi della fantascienza mondiale, ma ci aggiunge qualcosa in più, come solo i nostri scrittori possono fare. E quel qualcosa è la tipica disincantata saggezza di chi ha alle spalle una civiltà millenaria, grandissima, ricca di arte e di storia; dove anche ciò che è piccolo, tranquillo o apparentemente banale, profitta dell’esperienza di fasti imperiali. 


 Luigi Milani: 


Luigi Milani è nato a Roma nel 1963. Tra i soci fondatori di Edizioni XII, cura la collana eTales per  Graphe.it Edizioni e ha collaborato con Kipple Officina Libraria. Ha pubblicato racconti e romanzi per vari editori e su diverse riviste letterarie. Ultimi libri pubblicati come autore: Nessun Futuro(Casini Editore, 2011 e Dunwich Edizioni, 2015 ), SeasonsCi sono stati dei disordinieL’estate del diavolo (Delirium Edizioni, 2011-2012), Eventi BizzarriLo studio in verde(con Alexia Bianchini, La Mela Avvelenata Edizioni, 2013),La notte che uccisi Jim Morrison(DunwichEdizioni, 2014) e L’isola senza morte(Nero Press Edizioni, 2015). È spesso presente nelle iniziative letterarie di Edizioni Scudo. 
Maggiori informazioni le trovate : 
Info: 

E per febbraio è davvero tutto, ci vediamo il mese prossimo con altre segnalazioni, tra le quali una grande sorpresa!
Come sempre fatemi sapere quale vi interessa di più tra le varie uscite segnalate in questo giro.

REGINA DEL SOLE ( 2015)

Dalla Sinossi Ufficiale:

"Venera aveva visto la superficie esterna del mondo, aveva guardato gli iceberg staccarsi da quelle pareti nere e fredde. Aveva visitato il luogo di calore e vita meccanica che era Candesce. Il mondo era un manufatto, ed era fragile." Venera Fanning: dispersa nel cielo infinito di Virga, ignara della sorte dei suoi compagni, lontana da Slipstream e senza alcuna speranza di ritorno. La sua pericolosa attitudine all’intrigo sarà sufficiente a riportarla a casa? Spyre: una delle più antiche, potenti e temute nazioni di Virga. Paranoia, sospetto e complotto sono le caratteristiche che distinguono le sue classi dominanti abbarbicate dietro tradizioni millenarie e chiuse in eterni conclavi con pochissimi contatti l’una con l’altra, nel tentativo di conservare un potere che rischia di disintegrarsi come il mondo in cui vivono. Quando Venera Fanning piomba inaspettata nei cieli della città, scatenando una feroce caccia alla chiave di Candesce, Spyre è una polveriera pronta a esplodere. È solo questione di tempo prima che lo scontro diventi inevitabile. Riuscirà Venera Fanning a sopravvivere agli intrighi di Spyre o sarà quest’ultima a cadere preda dell’irrefrenabile tenacia e del desiderio di rivincita della Regina del Sole? "

Uscito nell'ottobre dello scorso anno, Regina del Sole è il seguito de Il Sole dei Soli, un romanzo di cui ho abbondantemente parlato in passato. Così come ho parlato del suo autore, il canadese Karl Schroeder (la sua intervista la trovate QUI)
Con Regina del Sole, Schroeder affronta un nuovo capitolo della sua serie dedicata a Virga, il mondo cavo e riscaldato da Candesce e da decine altri di soli artificiali.
Ora, come sapete, i capitoli 2 di qualsiasi saga, che sia letteraria, cinematografica, televisiva o....(aggiungeteci quel che volete) sono sempre quelli che più di tutti finiscono per attirare le attenzioni, le speranze ma anche le riserve e i pregiudizi di chi ha già cominciato a seguire la vicenda.

INTERVISTA CON ALESSANDRO MANZETTI (CALEB BATTIAGO)

Ho parlato spesso di Alessandro Manzetti su Nocturnia, ne ho parlato per segnalare alcune sue uscite sui vari Accade in Italia, o per dare la notizia della sua nomina ad Italian Rappresentative della Horror Writers Association (ne riparliamo più in dettaglio più sotto) o ancora prima ai tempi della Mezzotints quando ho parlato degli eBooks del suo alter ego Caleb Battiago. Mancava però un articolo più organico, l'incontro definitivo per poter mettere a fuoco le varie iniziative dell'artista.
L'occasione è arrivata adesso con questa intervista, che serve a poter sviscerare tutte le sue varie attività in Italia come all' estero, ma anche le varie iniziative della casa editrice Indipendent Legions e dei programmi della Horror Writers Association Italy.
Al termine dell'intervista potrete trovare come Bonus Card una scheda biografica sullo scrittore.
Ringrazio Alessandro, per la sua disponibilità e per la sua gentilezza, a tutti voi invece auguro buona lettura.
Attendo i vostri commenti.

Nick: Ciao Alessandro. Benvenuto! È un piacere averti ospite. Come prima domanda ti chiedo di presentarti ai nostri lettori e di parlarci del primo momento in cui hai deciso di diventare uno scrittore. In particolare, cosa ti ha avvicinato a generi come l'horror, il soprannaturale ed il weird?

Alessandro Manzetti:  È sempre un piacere essere tuo ospite, Nick
Dunque, la passione per il genere horror è vecchia come me, mi ha sempre accompagnato fin da ragazzo, sono stato preso nella ‘rete oscura’ leggendo i primi racconti di Poe e Lovecraft. Avevo sedici anni, e una grande sete di cose.
Ho coltivato questa passione col tempo, leggendo di tutto e scoprendo cose fantastiche, lo faccio ancora oggi. Sono stato fortunato a trasformare questa passione in un lavoro a tempo pieno, prima come editor ed editore, poi addirittura mettendomi a scrivere. Ma senza l’arroganza di credermi uno scrittore vero, ho letto troppi grandissimi autori, non solo di genere horror, così inarrivabili, e ho tentennato molto a propormi nelle vesti di narratore (come è naturale che sia) fino a qualche anno fa. 
Mi ha convinto a scrivere Sergio Altieri, questo glielo devo, dopo aver letto qualche bozza delle mie prime follie. Un altro grande curioso come me. 
Non immaginavo di poter ricevere i riscontri che mi hanno portato dove sono oggi, come autore, a una visibilità di livello internazionale. Ecco, dev’essere accaduto qualcosa di soprannaturale.


I SERIAL DI BATMAN DEGLI ANNI 40- Prima Parte

Il post sul Batman di Andy Warhol ha riscontrato un certo interesse, questo mi permette di poter continuare il discorso sulle versioni cinematografiche dell'uomo pipistrello, partendo però da un presupposto differente da quello che di solito si affronta.
Non parlerò del Batman di Tim Burton e nemmeno della recente trilogia di Christopher Nolan anche se, per motivi diversi, considero entrambe delle grandi esperienze cinematografiche.
Ci sono però aspetti meno conosciuti riguardanti la vita  del personaggio e del suo mondo sul grande schermo.
Aspetti di cui si parla e di cui se ne conosce poco, ma che vale la pena approfondire.
Ma per farlo dovremo tornare molto indietro nel passato
Da dove molte cose sono cominciate

Siamo negli anni 40s e in' America  il Cinema rappresenta una delle maggiori (e più economiche) attrattive per far distrarre l'uomo della strada dal conflitto in corso. Se ne producono tanti di film, pellicole per tutti i gusti, produzioni spesso usa e getta ma tutte quante ottengono la loro porzione di pubblico e di incassi.
Tuttavia esistono anche dei modi, dei veri e propri"trucchetti"per fidelizzare ancora di più gli spettatori e per costringerli a tornare e a ritornare tutte le settimane al Cinema.
Il più popolare tra questi trucchetti è rappresentato dai "serial"

IL BATMAN DI ANDY WARHOL: STORIA DI UN FILM PERSO E (PARZIALMENTE ) RITROVATO.

Nocturnia, si prende il week end lungo per esigenze familiari, mettiamola così: quest'anno non ho voglia di far niente. Ci rivediamo mercoledì.
Nel frattempo: buona lettura e buon fine settimana.

Film perduti, film ritrovati.
Pellicole scomparse per sempre e lungometraggi riapparsi improvvisamente dalla polvere di vecchi armadi o forzieri.
Andy Warhol dietro la macchina da presa.

Ne abbiamo parlato spesso in passato (infatti gli articoli precedenti della serie li potete trovare QUI.)
Eppure rimane ancora molto da dire, specie per alcune produzioni di confine, difficilmente inquadrabili.
Produzioni di nicchia che definiamo "artistiche" solo perché probabilmente non conosciamo altro modo per definirle.
Tuttavia ci sono state anche loro, specie in periodi come gli anni '60s, quando tutto sembrava possibile, specie quando "l'arte" s'intersecava con generi quali l'horror e i comics.
Eccone un esempio.

- BATMAN DRACULA   Anno: 1964    Origine : USA    


E' un oggetto molto strano questo Batman Dracula, tanto per cominciare non è nemmeno un vero e proprio film e non è stato pensato per essere proiettato al Cinema.
Però nondimeno la sua storia è legata a doppio filo alla storia della settima arte.
Ed è anche una delle pellicole più misteriose, una delle più bizzarre, una delle meno viste.
Cominciamo però a svelare qualche arcano.
Tanto per cominciare,il film è conosciuto anche come il Batman ( o il Dracula ) di Andy Warhol.
E questo dà vita a gran parte del mito.
Grande appassionato di fumetti l'artista realizzò infatti diverse scene come sorta di omaggio al supereroe fungendo sia da regista che da produttore.
Warhol non ebbe mai l'autorizzazione da parte della DC Comics e fece proiettare il film solo in occasione delle sue mostre o all'interno della sua factory.

Chi all'epoca ebbe modo di vedere la pellicola lo descrive come un film sperimentale, molto underground,  una folle cavalcata senza senso e quasi senza fine, ma anche un pellicola che preannunciava   i toni camp che un paio di anni dopo avrebbe seguito la serie televisiva con Adam West e Burt Ward
Si è sempre saputo poco della(scarsa) trama, non si sapeva nemmeno se fosse mai stato realmente terminato. Si conoscevano solo pochi elementi come la durata (circa 120 minuti), il particolare che fosse in b\n edil fatto che fosse stato girato tra i tetti di New York  e le spiagge di Long Island. Così come si conoscevano i nomi degli interpreti coinvolti, quasi tutti artisti o gente del "giro" dello stesso Warhol


Tanto per dirne uno, i ruoli di Batman ed anche quello di Dracula (che, praticamente vennero fusi tra loro) furono affidati a Jack Smith, uno dei pionieri dell'underground.
Le immagini non circolarono a lungo e dopo poco il montato venne considerato come "un film perduto".
Molti vociferavano che almeno una gran parte del girato fosse nella mani dello stesso Smith, che purtroppo era famoso per non parlare mai troppo dei suoi lavori, restio com'era a pubblicizzare perfino le proprie foto.
Le ultime residue speranze andarono deluse nel momento della morte di Smith avvenuta nel 1989.
Però poi qualcosa avvenne, anche se si dovettero aspettare ancora molti anni.

Fu infatti nel 2006 quando Mary Jordan, un'altra artista decise di realizzare un documentario sulla vita di Jack Smith lavorando sia su interviste che su immagini dei suoi lavori, molte prese dagli archivi privati del regista.
Il risultato fu un' opera intitolata Jack Smith and the Destruction of Atlantis
E venne proiettata in anteprima nello stesso anno al Festival di Tribeca.

Jack Smith.

Per la sorpresa di molti  il documentario conteneva molte scene del Batman di Andy Warhol.
Il finale della ricerca non è ancora stato scritto, la ricerca di tutto il girato non può dirsi conclusa, anche perché in tutti i casi di ricerca di opere d'arte il cammino non è mai lineare, così come non sono mai attuate da una persona sola.
Così come nascono anche percorsi paralleli, se provate  a cercare notizie di questa pellicola in rete troverete poche immagini sgranate e sovraesposte, spesso accompagnate dalla musica dei Velvet Underground Immagini che non fanno altro che aumentare la confusione sul film.
Singolare destino anche quello dei film su Batman realizzati negli anni Sessanta, dopo il perduto film filippino di cui abbiamo parlato in una delle puntate precedenti è quantomeno strano il ritrovarsi di fronte ad un altra pellicola nata negli stessi anni e con una base, quale l'incontro \ scontro tra Batman e Dracula, apparentemente simile.
Si vede che la cosa faceva parte della zeitgeist, del clima culturale  del periodo.
Un clima che abbiamo sempre mitizzato, ma che forse non siamo mai riusciti a capire fino in fondo.

OSCURE REGIONI - Volume 2 (2015)

Italia.
La Terra del cielo, del sole e del mare, il luogo dove il mistero, l'occulto, la stregoneria non sono di casa e dove i mostri non esistono.
Ma ne siamo proprio sicuri?
Nascosti tra le pieghe di una realtà che spesso ci rifiutiamo di guardare in faccia esistono entità soprannaturali, tracce di un passato ancestrale che ancora convive con la modernità.
Alle volte queste entità possono entrare nelle nostre vite e sconvolgere le nostre convinzioni.
Che si tratti di una avecchia strega ligure, di una Marroca dell' entroterra aretino o dell' Homo Saurus del Polesine alle volte queste entità possono irrompere nella nostra quotidianità.
E quando lo fanno comincia l'Orrore.
Quello senza ritorno.



Circa un anno fa recensivo Oscure Regioni- Volume 1 e - come fa intuire quel Volume 1- il tutto faceva parte di un progetto molto più grande ed ambizioso, una sorta di tentativo di costruire solide storie horror prendendo come oggetto le creature del folklore e delle leggende territoriali del nostro paese.
Venti racconti quindi, ognuno dedicato ad una diversa e specifica regione italiana.
Un esperimento, una sorta di esempio sul come anche nel nostro paese esistano robuste radici che possano dar vita, non dico ad "una via italiana al fantastico" ( strada peraltro abbondantemente auspicata dal sottoscritto) ma quantomeno a delle belle e credibili storie horror.
Il primo volume con gli iniziali dieci racconti  esplorava dieci regioni principalmente del centro e del Sud, mentre con il secondo, uscito verso la metà di ottobre del 2015 sempre per l'editore RiLL lo scrittore Luigi Musolino concludeva il discorso scrivendo ulteriori dieci racconti dedicandoli alle rimaste terre del Centro e del Nord.
Nello specifico, le regioni in cui Musolino ha ambientato le sue storie all'interno di Oscure Regioni- Volume 2 sono state stavolta: la Valle d' Aosta; il Lazio; la Toscana; il Molise; il Friuli Venezia Giulia; L'Umbria; il Veneto; la Basilicata; il Trentino- Alto Adige e la Liguria.
Ma la sfida può dirsi vinta?

NUOVA INTERVISTA CON CLAUDIO VERGNANI.


"Con un’operazione sicuramente coraggiosa, sulle tracce di HPL torna ora a Innsmouth Claudio Vergnani – o meglio i suoi personaggi Claudio e Vergy, lo strano tandem che in pochi anni gli ha guadagnato un ricco seguito di lettori. Claudio introspettivo, reduce da un tentato suicidio e in faticosa ripresa, voce narrante; Vergy vitalistico e irascibile, intemperante per scelta (cibo, alcool, sesso, turpiloquio) e tuttavia dotato di ruvida saggezza, sempre capace a cavarsi d’impiccio grazie a doti da eroe folklorico, ma anche all’ironia e a un carico dolente di esperienza: due personaggi pronti all’azione, all’uso delle armi, al non tirarsi indietro anche sul piano sessuale, insomma piuttosto distanti dai classici protagonisti di Lovecraft. E infatti – diciamolo chiaro –tributando al Solitario un appassionato omaggio, il romanzo Lovecraft's Innsmouth mantiene però una sostanziale, voluta autonomia."

"Di estremo interesse dunque il ritorno dei due personaggi in questa nuova avventura (almeno virtualmente) teratologica. Li ritroviamo infatti come perplesse guardie del corpo di un professore – tal Franco Brandellini – in visita presso una specie di Disneyland lovecraftiana sulle coste del   Massachusetts: una Innsmouth farlocca dove i turisti assistono a finti rituali e vagano sghembe comparse camuffate da uomini pesce. Possibile che sotto il velo della mascherata ci sia qualcosa di vero?"

Estratti della prefazione a Lovecraft's Innsmouth scritta da Franco Pezzini.

Ho già intervistato in passato il bravo Claudio Vergnani per Nocturnia (QUI), oggi però tentiamo di fare un esperimento nuovo e diverso. Non solo per la prima volta nella storia di questo blog intervisto per la seconda volta un artista (e sono contento di cominciare proprio con Claudio) ma l'intervista apparirà in contemporanea su Nocturnia e su TrueFantasy, il blog di Alessandro Iascy. Inoltre -sempre per la prima volta- l'intervista sarà monotematica. Nello specifico sarà l'occasione per parlare del romanzo Lovecraft's Innsmouth uscito recentemente per le Edizioni Dunwich. Un romanzo in cui Vergnani fa incontrare i suoi personaggi più conosciuti, Claudio e Vergy, i  due cacciatori di Vampiri decisamente sopra le  righe nati con il romanzo rivelazione Il 18 Vampiro con i personaggi di Lovecraft.
Con questo modo Nocturnia e TrueFantasy ritengono  di poter far conoscere meglio il romanzo di Vergnani, a tutti i lettori.
Se l'iniziativa avrà successo, niente vieta di poter ripetere e proporre delle Seconde Interviste più tematiche con autori e disegnatori.
Nel frattempo, buona lettura!
Attendo i vostri commenti!

INTERVISTA CON CLAUDIO VERGNANI.



Nick: Ciao Claudio, bentornato su queste pagine virtuali! L'intervista odierna si baserà principalmente sulla tua ultima uscita "Lovecraft 's Innsmouth", in cui fai incontrare i tuoi personaggi più famosi e cioè i cacciatori di Vampiri Claudio e Vergy con l'Universo Letterario di Lovecraft. Quanto è stato difficile unire i due mondi?

Claudio Vergnani:  Grazie a te per avermi invitato :)

Non è stato difficile. I miei due personaggi principali sono abituati da sempre a lottare in primo luogo con la vita e subito dopo con le loro coscienze, e di conseguenza con le difficili scelte che ne derivano. Sono affiatati e abituati a muoversi in coppia. Gli avversari che di volta in volta si trovano ad affrontare (spesso di malavoglia) e che non sempre riescono a vedere come nemici veri e propri, ma più propriamente come compagni di sventura che si trovano a militare su fronti contrapposti) fanno parte, per loro, di quel mondo ostile che portano dentro di sé. Sono quindi visti come mali necessari, o comunque inevitabili, e in ogni caso da non demonizzare. Da eliminare, semmai, in alcuni casi, ma senza condanne ideologiche, che piuttosto vengono riservate ad altro. In questa chiave di lettura si capirà che tra un vampiro e un abominio della cosmogonia lovecraftiana non correranno tante differenze, se non puramente tecniche. Relative, cioè, al come sbarazzarsi di loro. Se è il caso di farlo.

Nick: Soffermiamoci per un istante sui tuoi personaggi. ci eravamo accomiatati da loro al termine della Trilogia Vampirica mentre vivevano una brutta fase della loro vita. Claudio in particolare nelle ultime pagine de "L'Ora più Buia" sembrava pronto a compiere una scelta irrevocabile mentre tu avevi fatto intendere che difficilmente avresti ripreso i personaggi. Cosa ti ha fatto cambiare idea?

Claudio Vergnani:   La società che va a rotoli. Il mondo in preda a una deriva tanto più paurosa perché chiaramente incontrollata. Ai tempi cui fai riferimento ero ingenuamente convinto che le cose sarebbero andate diversamente, che il cambiamento della società, pur con inevitabili passi falsi e incoerenze, sarebbe avvenuto in meglio. Invece ci avviciniamo a grandi passi a un medioevo tecnologico che viene da più parti con forza negato, mentre di contro vengono messi all'indice coloro che lo riconoscono come tale. Questo scenario, che è reale e non un parto di fantasia, è in fondo il loro terreno naturale. Lo conoscono e sanno come affrontarlo, senza quelle ipocrisie che bloccherebbero le persone comuni. Quindi, sono in pratica tornati da soli.

Nick:  Hai sempre dichiarato (lo hai fatto anche con me nella nostra precedente intervista)  che la figura di Vergy si basa su quella realmente esistita, cioè quella  di un tuo ex commilitone. eppure sappiamo bene che sia Claudio che Vergy sono diventati espressioni della tua personalità, del tuo carattere e delle tue passioni. Quanto di tuo c'è in Claudio e quanto c'è in Vergy?

Claudio Vergnani:  Confermo quanto dissi; poi, inevitabilmente, la contaminazione con i personaggi, almeno per me che sono un autore  per il quale l'attenzione al dettaglio e alla verosimiglianza fa parte dello stile narrativo, è quasi inevitabile. I miei due personaggi principali tendono a completarsi a vicenda, un po' come dice Platone nel Simposio, e dunque può essere che veda nel loro agire insieme un possibile sviluppo della mia personalità. Che poi ciò sia auspicabile... be', non mi sento di sostenerlo :)

Nick:  In che momento del tuo percorso di lettore, hai cominciato a subire la fascinazione dell'opera e delle atmosfere lovecraftiane? E cosa ti affascina maggiormente della sua opera?

Claudio Vergnani:  Come ho avuto modo di spiegare nel mio breve articolo (del quale accludo il link) Note e curiosità su Lovecraft's Innsmouth, pur riconoscendone le indubbie doti, non sono mai stato un lettore troppo convinto delle opere di Lovecraft. Lo stile non mi incantava e le soluzioni mi sono spesso apparse "di comodo", con orrori quasi sempre troppo "innominabili" per essere descritti o approfonditi. Il che non sarebbe poi questo gran male se l'indefinito fosse tratteggiato ad arte, cosa che per la maggior parte della sua opera non mi pare accada. Ma gli riconosco una forza visionaria probabilmente senza eguali nella storia della letteratura di genere e la costruzione di un universo immaginativo unico nella storia della letteratura (non “di genere”, in questo caso, ma proprio della letteratura tutta).
 http://www.dunwichedizioni.it/wordpress/lovecrafts-innsmouth-note-e-curiosita/

Nick:  Torniamo a "Lovecraft's  Innsmouth" Tutto nasce con il racconto omonimo. uscito prima del romanzo. Quali sono le maggiori differenze tra racconto e romanzo? E cosa hai invece trasportato dal primo al secondo?

Claudio Vergnani: Il racconto è in pratica l'inizio di quello che sarà poi il romanzo. Nel romanzo tale parte è stata ampliata e rivista. Nel racconto si conoscono i personaggi, si descrive l'antefatto, il viaggio, l'arrivo a destinazione e appaiono... le prime difficoltà. Il romanzo, nelle successive 300 pagine, prende in esame lo sviluppo, il "senso" della narrazione e la conclusione, che ho cercato di non rendere scontata, come troppe volte accade. Anche sapendo che tale scelta può “spiazzare” un lettore, abituato il più delle volte, nella letteratura di genere, a finali o temi ridondanti.

Illustrazione di Luca Pezzini

Nick:  dove nasce l'idea del Parco a Tema?

Claudio Vergnani:  Il parco a tema horror (sia come soggetto/oggetto di trame che come realtà) mi ha sempre affascinato ma anche molto deluso, perché non ne ho mai trovato uno - letterario, cinematografico o esistente - che anche solo si avvicinasse alle mie aspettative e dunque fosse in grado di interessarmi. Solitamente – nella realtà come nella finzione - si tratta di luoghi pacchiani, atti a procurare al cliente frettoloso e distratto e alla propria riluttante famiglia spaventi da due soldi e qualche inevitabile, sarcastico commento sulla natura grossolana dei trucchi messi in campo. E così mi è venuto da pensare che, al contrario, un parco a tema raffinato, calibrato e gestito con cura da appassionati capaci, poteva essere un argomento avvincente per un romanzo (o almeno per l'inizio di un romanzo). Naturalmente, Lovecraft’s Innsmouth non esiste (o almeno non esiste ancora). Esistono invece altri parchi a tema horror, più o meno curati, più o meno convincenti. Di solito, tuttavia, si tratta di realtà che chiedono al fruitore infinita indulgenza nel giudizio di ciò che vedranno e e che, anche nei casi più articolati, si rivolgono a un pubblico di bocca estremamente buona. Non si tratta di strutture “polivalenti” come quelle descritte nel romanzo, e quasi tutte promettono molto e mantengono poco (come dice un personaggio del romanzo: «…un’idea come Lovecraft’s Innsmouth o è perfetta in ogni suo meccanismo oppure è solo ridicola.») Anche perché un luogo del genere non deve “spaventare” (in fondo è pacifico sin dall'inizio che si tratta esclusivamente di trucchi) ma incuriosire e affascinare. Per quel che ne so, ad oggi non esiste nulla del genere. Tuttavia chi volesse appro­fondire l’argomento può andarsi a vedere il seguente link (e poi, eventualmente, spulciarsi i vari filmati su YouTube per farsi un’opinione):
http://www.bonsai.tv/articolo/divertimento-da-paura-i-parchi-a-tema-piu-spaventosi-di-tutto-il-mondo/78671/

Nick: Leggendo molte tue dichiarazioni, sembra di capire che "Lovecraft's  Innsmouth" nasce anche da una sorta di frustrazione, quella tua di lettore nei confronti di altre opere precedenti, che pur utilizzando  gli armamentari lovecraftiani e le sue creature spesso non sono riusciti a comprenderne la vera filosofia di fondo. E' una ricostruzione sbagliata la mia?

Claudio Vergnani:  La tua ricostruzione è giusta, e infatti , come spesso capita, tutto è iniziato appunto da un libro. Si trattava di un’antologia firmata da molti autori, alcuni celebri (King), altri meno. Racconti uniti dal filo conduttore del mondo, delle creature e delle suggestioni create da H. P. Lovecraft. Come ho spiegato, pur riconoscendone le indubbie doti, non sono mai stato un lettore troppo convinto delle opere di Lovecraft, ma quell’antologia mi attirava, perché supponevo offrisse una vi­sione recente di un universo immaginativo unico nella storia della letteratura .Era il libro che avrebbe potuto dirmi come Lovecraft era “sopravvissuto” nel tempo, se era “invecchiato” o meno e come era stato “traghettato” tra i lettori 2.0.
Non senza delusione scoprii ben presto, tuttavia, che tale libro non esisteva. Almeno non quello che avevo cre­duto io. Gli autori (non so se per scelta personale o editoriale) si limitavano a imitare lo stile di Lovecraft con il torto però… di non essere lui.
Poiché volevo anche il parere di un appassionato, ho fatto leggere l’antologia a un amico (un vero talebano degli Old Ones) e anche lui – pur tributando il doveroso e mistico rispetto al suo idolo – ha ammesso che “i racconti non dicono molto”.
E se non dicono molto che racconti sono?
Quantomeno non dicono nulla che Lovecraft non avesse già detto, ma con ben altro piglio e freschezza.
Iniziò la discussione che si può riassumere in poche parole: è possibile oggi scrivere “su” Lovecraft dicen­do qualcosa di nuovo senza tradirne lo spirito?
Si poteva perlomeno tentare. Ecco quindi Lovecraft’s Inn­smouth.

  Naturalmente, io ho descritto una mia personale preferenza del modo moderno di affrontare i temi del Solitario di Providence. Ovvio che si possano vedere le cose in modo differente.

Nick: Secondo te, da scrittore, come mai è così difficile affrontare i Miti ? Come mai spesso chi li ha affrontati ha fallito miseramente limitandosi ad "imitare Lovecraft senza essere lui"?

Claudio Vergnani:  Come dicevo, sono io che ho trovato fallimentare un certo tipo di approccio. A tanti altri lettori forse sarà invece parsa un'idea vincente. Diciamo che io tendo più dalla parte dell'innovazione che da quella (che oggi nel nostro paese pare dettare legge) della ripetizione. Di qui una possibile discordanza di giudizio.

Illustrazioni di Luca Pezzini
Nick: Anche in questo lavoro impieghi il tuo classico stile fatto di humour quasi cinico, horror estremo e azione incalzante. Come è stato accolto dai lettori più "tradizionalisti" o comunque più legati alla visione classica dei Miti?

Claudio Vergnani: Il romanzo è stato accolto molto bene, anche perché sono stati colti il rispetto e l'amore per l'opera di Lovecraft di cui è permeato. Ma c'è stato anche qualcuno (pochi, in verità) che mi ha criticato, sostenendo che avevo mancato di rispetto a un grande autore. Qualcuno mi ha anche accusato di razzismo, e non ho capito il perché, facendo confusione, immagino, tra autore e personaggi. Cosa posso dire? Le grandi passioni smuovono grandi sentimenti, e il fondamentalismo non è solo religioso. Ne esiste un altro – tipico di questi nostri tempi difficili - meno evidente ma forse più pericoloso. Quello che induce tanti a credere di essere gli unici depositari dell'unica Verità.

Nick:  Progetti futuri: a cosa stai lavorando adesso e cosa ci dobbiamo aspettare da Claudio Vergnani nel prossimo futuro? E sopratutto dedicherai altri interventi a Claudio e Vergy? Magari seguiti di Lovecraft's Innsmouth?

Claudio Vergnani:  Uscirà a breve per Nero Press un noir con gli stessi personaggi. Gli avvenimenti di tale avventura si collocano tra la fine de L'ora più buia e Lovecraft's Innsmouth. Anche in questo caso si tratta di un esperimento, di un tentativo di innovare noir e pulp, con rispetto per i classici, ma uscendo dai binari predefiniti che sembrano connotare un certo genere di letteratura. Qualcuno lo apprezzerà, altri meno. In ogni caso rimango convinto che valga la pena di scrivere un romanzo solo se questo si ritaglierà un posto, piccolo o grande non importa, nell'immaginario dei lettori. Se così sarà, allora si tratterà di un libro che continuerà a vivere anche una volta terminato di leggere. In caso contrario avremo solo moltiplicato stilemi e concetti già detti e già visti. Che di questi tempi possono aiutare a vendere in un paese in chiaro regresso come il nostro, ma che appaiono già vecchi appena usciti dalla stamperia. Anche per questo cercherò più spazio all'estero. Inutile cercare di proporre storie nuove a chi preferisce leggerne di vecchie.

Nick: Ci sei già passato e quindi sai che ti tocca: nel salutare i lettori, ci puoi dire se esiste una domanda alla quale avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?

Claudio Vergnani: Più che di una domanda e relativa risposta ho un desiderio da esprimere. Essere ricordato, un giorno, come un autore, sia pure di modesta caratura, che amò a tal punto la scrittura e la costruzione di storie e personaggi da infischiarsene delle mode e da aver dato un apporto personale e genuino a un panorama troppo spesso orientato alla ripetizione di ripetizioni di ripetizioni.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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