MICHELE E L'ALIANTE SCOMPARSO (2016)

Desidero ringraziare e dedicare questa recensione a Derek Zoo e Massimiliano Riccardi che ne sanno il perché

Dalla Sinossi Ufficiale:  " Raggiunta una certa età i bambini venivano portati dai loro padri a fare una passeggiata alla spianata del Contrario. Ma quando tornavano qualcosa in loro era cambiato."

Un aliante giocattolo che sparisce in mezzo al cielo. Il richiamo di un rapace proveniente da un’altra dimensione. Pianti di bambini che si odono in fondo a una voragine dentro uno sgabuzzino. Cosa lega tutti questi fenomeni?
Solo la signora Lena lo sa. Lei vive nel retrobottega della sua ferramenta, e attraverso la tenda di perline spia la vita di Vallascosa. Conosce tutti i segreti del paese, molti dei quali riguardano proprio quel bambino, Michele.
Perché forse sarà lui a liberare Vallascosa dalla maledizione della “muta”, l’inquietante trasformazione a cui sono condannati tutti i bambini.



E' sempre difficile recensire un libro, se esiste qualcosa di intimamente soggettivo sono proprio le sensazioni derivate dall'esperienza della lettura.
Ognuno di noi ricreerà all'interno della sua immaginazione i volti e le espressioni dei personaggi, i luoghi delle ambientazioni, la colonna sonora per accompagnare i singoli passaggi del volume.
E perfino quali preferiamo tra quei stessi passaggi.
Tuttavia alcune sensazioni rimangono universali.
Non importa quale che siano le nostre idee, il nostro percorso di formazione o quant'altro.
Spesso però è importante oltre alle sensazioni in sè stesse il ricordo che ne abbiamo.

Di tutte  queste cose, parla il romanzo breve Michele e l' Aliante Scomparso dello scrittore Maurizio Cometto.
Di Cometto - se ricordate- ho già parlato QUI.

Prima di continuare qualche dato tecnico: Michele e l' Aliante Scomparso è un romanzo breve di fantascienza ( circa 232 pagine) pubblicato da Delos Digital nel 2016 e giunto in finale al Premio Odissea nel corso dello stesso anno.
Sempre Tecnicamente potremmo definire Michele e l' Aliante Scomparso come un romanzo di fantascienza con qualche venatura horror, una storia di universi paralleli e di viaggi attraverso dimensioni alternative. Probabilmente si tratta anche del primo capitolo di una ipotizzata trilogia.
Preso nota dei dati tecnici?
Bene, adesso dimenticatevene.

Perché, come già anticipato prima, Michele e l'Aliante Scomparso è prima di tutto una commovente testimonianza sul valore dell'infanzia, in un secondo luogo lo si può considerare come un lungo racconto di formazione.
Ed anche di redenzione.

Cometto utilizza il suo Piemonte, con tutti i retroterra del caso, dialetto compreso per raccontarci, anzi per mettere in scena la più universale delle storie.
Anzi la più empaticamente universale delle storie. 
Si, perchè nel farlo gioca non solo con i suoi ricordi ma anche con i nostri. 

Tutti quanti ricordiamo infatti - con tutti i debiti possibili nei confronti della nostalgia, mai stata più canaglia- il periodo della nostra infanzia.
Certo, lo facciamo mitizzandola, ma è innegabile che i ricordi migliori siano di quel periodo, quando le estati erano davvero senza pensieri, quando tutto aveva un colore diverso e le cose ci sembravano più complete.
Michele e l'Aliante Scomparso gioca intelligentemente con questo tema e, badate bene, utilizzo il termine "giocare" nel suo significato migliore
Già in passato  ho avuto modo di definire buzzatiana la narrativa di Cometto per quel suo applicare i temi delle fiabe con una tematica adulta e sicuramente questa è la sua opera più buzzatiana di tutte.
Il romanzo sicuramente affabula e convince in pieno.
Raccontandoci una vicenda di crescita, un rito di passaggio verso la temuta fase adulta.

Già, il mondo degli adulti viene visto dai bambini protagonisti dell'originaria Vallascosa come un mondo decisamente "altro", un mondo incomprensibile e pericoloso.
C'è una paura costante descritta, anzi rappresentato in maniera sottilmente simbolica nel' universo comettiano.
Ed è la paura di crescere.
Paura intesa anche nel senso di trasformarsi, di perdere l'innocenza infantile, di non poter più gioire di quei colori così intensi di cui si parlava prima.
Michele, il protagonista teme il fenomeno della Muta,  il rito al quale gli adulti di Vallascosa sottopongono i loro figli;  figli che una volta tornati si comportano in maniera diversa decisamente più triste; egoista, meschina e violenta; rito che in passato sembra aver rovinato la vita del padre di Michele divenuto un fallito ed un alcolizzato senza nè arte nè parte.
Ma questo, proprio perchè il romanzo parla per simboli tutto questo diventa parte di uno scontro tra Universi, tra rappresentanti del Bene e del Male.
Ed i bambini di Vallascosa e della sua controparte nell' univero alternativo di Valframes sono solo una piccola porzione, un frammento di questa guerra. 

Un simbolo è il cuore brillante ma freddo dei Giassà gli adulti che sorvegliano Valframes, un simbolo possono essere i poetici nomi che Cometto crea per i luoghi del racconto come Spianata del Contrario o Gola del Non Ritorno. Reminiscenze in fondo di quella civiltà contadina che l'autore dimostra di conoscere così bene quando i bambini ( non solo in Piemonte, ma in tutta Italia dal Veneto alla Calabria ) davvero erano obbligati anzi costretti a crescere troppo in fretta dai loro genitori perché in campagna per lavorare la terra servivano sempre braccia in più .
Ed in questo il romanzo mostra anche delle reminiscenze alla Fenoglio con quel suo legame col territorio, con quella sua attenzione al potere delle parole, con tutti i sottintesi del caso che lentamente verranno dispiegati nel corso della lettura.

Lo stile utilizzato è semplice, immediato perfino empatico dimostrando un amore raro nei confronti dei personaggi. Personaggi che dimostrano di poter crescere ancora.
Esattamente come noi lettori che in fondo non abbiamo ancora dimenticato quel bambino che eravamo e che durante la lettura riesce ancora ad uscire fuori.
E a ricordarci che sarà sempre parte di noi.

MAURIZIO COMETTO
MICHELE E L'ALIANTE SCOMPARSO
EDIZIONI DELOS DIGITAL
EURO 3,99

EPUB, MOBI

Hanno parlato del romanzo:

-FRONTE & RETRO

-UN BLOG SENZA PRETESE

-CRONACHE DI UN SOLE LONTANO

-VERSO ERCOLE

-LA NOSTRA LIBRERIA

-LABOTTEGA DELBARBIERI

-ALTRI SOGNI

16 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Se ne parli così bene sicuramente merita la lettura.

l'angolo di cle ha detto...

Mi hai convinta, credo che lo leggerò a breve.

Patricia Moll ha detto...

Appena smaltisco un po' la pila di libri in attesa... :)

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
Dovrebbe piacerti.

Nick Parisi. ha detto...

@ Clementina Daniela Sanguanini
Penso che possa andare bene anche a persone che non amano la fantascienza.

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
C'è molto della tua regione nel libro, quindi aspetta pure il momento giusto ma se lo leggerai
ti dovrebbe piacere.

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Sembra ottimo.
Ti auguro un sereno pomeriggio.

Nick Parisi. ha detto...

@ Cavaliere oscuro del web
Sereno pomeriggio a te.

l'angolo di cle ha detto...

Mah, e chi l’ha detto che a me non piaccia la fantascienza? C’è stato un tempo in cui divoravo Verne e Asimov senza tregua… :) Le etichette sono sempre una forzatura e il volerle attribuire a una tipologia di lettore o a un’altra lo è altrettanto. Secondo me in un romanzo contano la storia e lo stile dell’autore, se entrambi risultano di buon livello non serve altro. ;-)

Nick Parisi. ha detto...

@ Clementina Daniela Sanguanini
Ed infatti io parlavo in generale, non mi riferivo certo a te personalmente.;-)
Per il resto condivido le tue osservazioni complessive. ;)
Un abbraccio.

Marco L. ha detto...

Ricordo di aver già lasciato un commento su di un altro blog a proposito di questo romanzo.
Che poi 232 pagine non è affatto breve! :D

Nick Parisi. ha detto...

@ Marco Lazzara
Beh, rispetto allo standard internazionale e sopratutto rispetto alla lunghezza media dei romanzi americani ed inglesi, con il più piccolo tra loro che è sulle 800 pagine direi che 232
pagine è indubbiamente brevissimo! :D

Marco L. ha detto...

Mi trovi d'accordo con questa riflessione.
Però, visto che siamo in argomento, in effetti "romanzo breve" è proprio una categoria letteraria. Su cui peraltro non c'è nemmeno concordanza di idee. Nel mondo anglosassone c'è chi sostiene che tra le 30 e le 70-80 pagine sia un racconto lungo e tra 80 e 150 un romanzo breve, chi invece dice che tra 50 e 100 sia un romanzo breve, e così via... In italiano invece non stiamo tanto a sottolizzare, e spesso breve è solo un aggettivo (come l'hai usato tu).

Nick Parisi. ha detto...

@ Marco Lazzara
Infatti, nel mondo anglosassone specie negli States che hanno una definizione per tutto hanno voluto specificare le varie categorie: racconto breve, racconto lungo; romanzo breve e romanzo
lungo. Però anche lì non c'è accordo al cento per cento.
Invece qui da noi e lo preferisco, tendiamo ad utilizzare certe categorizzazioni molto alla larga, solo nel suo termine di aggettivo.
Meglio così direi. ;)

Long John Silver ha detto...

Il tuo post mi ha stregato, il libro sembra veramente interessante (sopratutto per il tema dell'infanzia perduta), mi segno il titolo (prima o poi lo prenderò sicuramente).

Nick Parisi. ha detto...

@ Long John Silver
Grazie di vero cuore! :)

Ricordando il passato

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