Questa è una storia che vi hanno già raccontato, in un certo senso anni fa è andata quasi di
moda, praticamente ce l'hanno venduta in diverse occasioni.
Un racconto di maledizioni familiari, di dolori e sofferenze, almeno questa è stata la versione ufficiale. Perchè di questa storia, se ne sono impossessati in tanti, troppi personaggi che hanno violentato il ricordo stesso sia della storia in sè stessa sia delle persone coinvolte.
Per un unico motivo.
Lo stesso di sempre.
Il vile denaro.
ATTO PRIMO : OUVERTURE.
La Storia Di Bruce.
Siamo all'inizio degli anni Settanta, un epoca magica per certi versi.
Magica ma controversa. la Cina non si è ancora trasformata nella potenza economica che oggi siamo tutti abituati a conoscere ma è ancora un gigante dormiente.
Gli anni settanta sono il centro dell'espressione dell'American Century, o se si preferisce, del Sogno Americano.
E c'è un uomo che sta cercando di viverlo pienamente il suo Sogno Americano.
Bruce Jun Fan Lee negli anni Settanta è diventato un simbolo per il popolo cinese, ormai non ha più niente del bambinello, membro di una famiglia che faceva la spola tra
San Francisco ed
Honk Kong, quello stesso giovane esuberante e invidualista, che aveva costretto il padre a mandarlo a vivere definitivamente negli
States preoccupato dagli scontri che il figlio aveva quasi quotidianamente con i bulli (o secondo altre versioni contro la piccola malavita locale).
Il giovane
Bruce in America sarà quasi felice, studierà, lavorerà, si sposerà con
Linda Emery. Riuscirà a mettere a frutto anche tutti gli insegnamenti di sportivi avuti nella sua infanzia.
Ma
Honk Kong è un richiamo che brucia nel sangue,
Lee, che ha sviluppato la tecnica del
Jet Kuune Do, comincia a recitare in diversi film locali dedicati al mondo delle arti marziali .
Il produttore della serie televisiva
Batman e Robin lo nota, gli offre un ruolo di primo piano nella serie
Il Calabrone Verde (The Green Hornet).
Da quel momento sarà un piccolo crescendo, l'attore realizza diversi film, spesso coproduzioni internazionali( ne L'URLO DI CHEN TERRORIZZA ANCHE L'OCCIDENTE in cui debutta
Chuck Norris interviene anche l' Italia), sempre sulla stessa falsariga.
La consacrazione definitiva arriva nel 1973 con
I TRE DELL'OPERAZIONE DRAGO,
Bruce che per l'occasione ha anche fondato una sua casa di produzione avrebbe tutto per essere un uomo felice.
Solo che muore nemmeno tre mesi dopo la fine delle riprese.
In quel momento ha solo 32 anni.
Come in altre circostanze simili fioriscono numerose voci, nascono oscure leggende:
alcuni parlano di un complotto delle Scuole di Arti Marziali più Tradizionaliste contro Lee perchè non vedono di buon occhio l'insegnamento delle Tecniche Millenarie cinesi anche agli occidentali, altri preferiscono parlare di una maledizione, anzi di un vero e proprio Presagio di Morte di cui l'attore stesso avrebbe parlato ai suoi familiari durante il suo ultimo anno di vita. Molti più malignamente preferiscono parlare di abuso di droghe.
Ma la realtà e spesso più semplice, più logica, forse più prosaica.
la vedova e le autorità di Honk Kong ordinano un autopsia molto seria, la procedura dura almeno una decina di giorni.
Una risposta viene, sia pur faticosamente fuori.
E si trova anche un insospettabile colpevole.
Bruce Lee l'uomo, Bruce Lee l'attore è stato ammazzato da un edema cerebrale, una semplice reazione allergica nei confronti di un medicinale, l'equalgesic.
Secondo la ricostruzione medica, un composto chimico contenuto nel' equalgesic, chiamato meprobamato ha determinato lo shock anafilattico e la conseguente morte del giovane attore.
La realtà è prosaica, dicevamo.
E del resto, nella morte non c'è mai poesia.
Nessuno vuole credere però in una realtà prosaica, la gente ha bisogno di sognare.
Sogni, o comunque, incubi.
Per credere nel Paradiso c'è bisogno di poter credere nell'Inferno.
La gente preferisce quindi credere nel Presagio di Morte, nella maledizione, negli improbabili complotti.
Comincia così un circolo vizioso che avrà le sue macabre conseguenze fino ai giorni nostri.
ATTO SECONDO: CRESCENDO.
La Storia Di James.
1978.
James O' Barr è la persona più lontana che ci possa essere dal mondo di
Bruce Lee, dalla sua filosofia, dai suoi film.
James infatti, trascorre tutta la sua giovinezza nella città industriale di
Detroit. Come ogni giovane di diciotto anni è convinto di avere tra le mani le chiavi del futuro, come ogni giovane di diciotto anni è
sicuro che il futuro per lui non sarà altro che una continua ripetizione di un presente attuale e felice.
Anche in questo caso le cose cambieranno improvvisamente, da un momento all'altro. Chiamamolo come vogliamo: destino, fato, kismet o karma ma qualcos'altro decide per lui. Una notte la sua compagna,
Bethany viene investita mortalmente da un ubriaco.
L'assassino non sarà mai trovato.
Qualcosa si spezza dentro
O'Barr, l'uomo carico di sofferenza e di ricordi opprimenti, cerca di porsi tutto alle spalle.
Nel tentativo di allontanarsi dalla sua vecchia vita si arruola nei Marines trasferendosi in Germania.
James O' Barr passerà tre anni tentando di esorcizzare i suoi demoni.
Con scarso successo..
Sarà una notizia su un giornale a far riaprire il cancello dei ricordi, rientrato negli USA
O' Barr, legge la notizia di una coppia di fidanzati, anche loro residenti a
Detroit, ammazzati dai alcuni balordi per un anello del valore di nemmeno venti dollari.
Ci sono modi e modi per affrontare il dolore, e ogni essere umano ha possiede i propri.
James O' Barr decide di farlo nell'unica maniera che conosce.
Disegnando.
La storia a questo punto è nota.
Mentre scrive e disegna le sue vignette
O' Barr compie anche una operazione di auto psicanalisi. Immette tutto il suo passato, i suoi sensi di colpa, la sua sofferenza dentro la carta.
L'effetto, in parte, sarà catartico, in parte darà risultati inaspettati, risvegliando l'amore per la vita del suo autore, in un processo creativo non continuo, di sicuro nemmeno omogeneo dal punto di vista stilistico ma del tutto autonomo.
Dopo un lavoro durato quasi otto anni il disegnatore può dire di aver vinto la sua personale battaglia contro sè stesso.
Nel 1989 la casa editrice
Caliber pubblica il primo di quattro numeri (in seguito diventati cinque) di uno strano fumetto dalle atmosfere
Dark , intitolato semplicemente
THE CROW.
Una miniserie cupa, dura, quasi folle nella sua disperazione.
IL CORVO è la storia di una vendetta, quella di
Erik che ritorna dal mondo dei morti per vendicarsi degli assassini suoi e della sua ragazza; è la storia della divinità Ctonia che sotto le mentite spoglie del nero volatile, lo riporta sulla terra a quasi un anno esatto dalla sua tragica morte.
Ma
IL CORVO è anche la storia dei balordi
borderline che hanno ammazzato
Erik, ognuno a suo modo indimenticabile col proprio carico di tic e depravazioni: da
Top Dollar indiscusso capo del gruppo, fino a
Funboy, l'unico che ad un certo punto manifesterà grossi sensi di colpa nei confronti dei suoi crimini passati.
Il bianco e nero, graffiante e anomalo rende questo fumetto ancora più straniante, la poetica allucinata dei testi di
O' Barr fa il resto.
La miniserie diventa un clamoroso successo mondiale.
Gli echi arrivano anche da Hollywood; la Mecca del Cinema, costantemente alla ricerca di nuove idee, nel 1993 si appropria del concept. Viene deciso di ricavare un film, magari nemmeno troppo costoso, dal soggetto de
IL CORVO.
Si cerca un attore per il ruolo del protagonista.
Qualcuno propone il nome di
River Phoenix.
Che rifiuta.
Qualcuno allora propone il nome di
Christian Slater.
Che rifiuta.
Come ultima ipotesi, infine viene proposto, quasi come se fosse una soluzione di ripiego, il nome di
Brandon Lee, il giovane figlio di
Bruce.
Che accetta.
Il Destino, ancora una volta, mette la sua mano, quasi come se volesse mettere in moto, per l'ultimo Atto, i pezzi sulla scacchiera della vita.
Pronti per essere impiegati.
( Continua...)
36 commenti:
Sapevo che avresti tratto il meglio ;-)
La storia dell'autore del fumetto "Il corvo" onestamente non la conoscevo, è sempre molto interessante conoscere i modi in cui l'arte permette di esorcizzare i propri fantasmi (conosco alcuni aneddoti in merito, ma non voglio appesantire troppo il commento).
James O'barr is so great...!
interessante post, come sempre, e pieno di notizie. ma soprattutto scritto al meglio, come sai fare tu. bravo! non conoscevo la storia del corvo e devo dire che è molto interessante, segno che quando le cose sono fatte non (solo) a fini commerciali, hanno un loro peso.
Storia molto affascinante, la conoscevo.
L'hai illustrata molto bene:-)
Conoscevo la storia solo in parte ma il fumetto non l'ho mai preso in mano...
Attendo il terzo atto!
Bellisimo articolo fratello, attendo con ansia i prossimi capitoli.
Bello questo stile da reporter appassionato, ti si addice.
Bella storia che conoscevo perché all'uscita del film l'hanno usata per fare del marketing selvaggio...
Guadagnare sulla morte di qualcuno? Quando mai!?
Mah, insomma, il fumetto di O'Barr ce l'ho a casa incorniciato nella prima edizione italiana. Sarà stata l'adolescenza, la poca cultura o l'amore per il fumetto, ma dopo "Il Corvo" non ho mai più letto un comic così splendido e unico nel suo modo di esistere. Chine, pastelli, matite, acquerelli... c'è di tutto, e quel tutto sembra continuamente colato di lacrime. Capolavoro.
Il film purtroppo (IMHO, naturalmente!) è una cacatina di mosca in confronto. Non sono mai riuscito ad apprezzarlo nel suo cercare di sdolcinare la faccenda e renderla "favoletta". Ma c'è quel Lee, cazzo! Così bello che gli fa concorrenza al joker di Ledger. Un mito.
@ Tutti.
Scusatemi, se non ho risposto immediatamente, ma ho gli idraulici in casa. :(
Prometto che recupererò anche con i vostri blog in serata.;)
@ Ariano.
Merito tuo, che mi hai ricordato Brandon Lee, nel prossimo post ti citerò.
Racconta pure tutti gli aneddoti che vuoi.
@ Fainting Spell.
Yeah!
O' Barr is great!
@ TIM.
Si, diventa sempre più raro che ci siano casi di arte fatta non solo a scopi commerciali, IL CORVO versione comics, probabilmente è stato uno degli ultimi casi recenti.
@ Ferruccio.
Grazie per i complimenti. ;)
@ Salomon.
Il fumetto, come sempre, è molto diverso dal film, ti consiglierei di dargli un occhiata.
Il terzo atto esce in settimana. ;)
@ Matteo Poropat.
Mi piace molto scrivere con questo stile, poi lo sai che per me l'"aspetto umano" delle storie è quello che m'interessa di più.
@ Eddy.
"Guadagnare sulla morte di qualcuno? Quando mai!?"
Infatti non succede mai. XD XD XD
Quel fumetto e il film che ne hanno tratto sono diventati un vero e proprio fenomeno di costume, e questo andrebbe anche bene, quello che mi ha fatto schifo (parere personalissimo) che hanno cercato di utilizziare la morte di Brandon Lee, per farsi pubblicità e per cercare di dare un "aura" da film maledetto alla pellicola.
Questo è quello che non mi è andato, nè allora nè oggi che sono passati tanti anni.
Ne riparleremo...
Come al solito io non sapevo niente di niente di tutto... che ignoranza! Va be', almeno leggendo i tuoi post imparo sempre qualcosa.
@ Romina.
Lo stesso capita a me quando leggo i tuoi. ;)
Il Corvo è tutt'ora uno dei miei fumetti preferiti ed è forse una delle letture più forti dal punto di vista emotivo che abbia mai fatto.Vergognoso e come Mc Farlane e soci anni fa avessero cercato di tramutarlo in merchandising da quattro soldi.Ottimo articolo:-)
@ Fra.
Per fortuna che il tentativo di McFarlane andò male.Però ci provarono, eccome se ci provarono.
Del resto quello del merchandising era l' unico linguaggio che conoscevano
Great introduction. I've read James O'Barr's work, but never knew of his life, how his personal tragedy defined his work. i'm anxious to read the rest.
ps: i hate McFarlane. It's not the first time he tries to do this sort of crap.
I miei aneddoti riguardano un noto pittore e un altrettanto noto autore teatrale.
Però faccio il cattivo. Segnalo solo il link sul mio blog ;-P
http://arianogeta.blogspot.it/2010/03/la-terapia-delle-arti.html
@ Gabriel.
Thank you for the compliments.
I am not fond of the early days of Image. Excluding a few things as SAVAGE DRAGON, the rest of their first splash page of the comics were just useless. About McFarlane was a good artist, unfortunately, he thought only about money and business.
Mistakes like that of THE CROW has made too many, fortunately somewhat the same in the publishing market proved him wrong.
@ Ariano.
Arrivo subito. ;)
Da grande appassionato del film "Il Corvo" mi è piaciuto conoscere la storia dietro la storia dell'autore del fumetto (che non ho letto VERGOGNA A ME), attendo con curiosità i prossimi episodi, nel frattempo "non può piovere per sempre".
@Internauta Digitale.
Il fumetto venne pubblicato nel 1994-95 dalla General Press, l' antenata di quella che poi divenne la Magic Press, efu una delle promissime cose che proposero.
Il fumetto te lo consiglio, aspettati una cosa un po diversa dal film, tanto per cominciare non c' è la frase "Non può piovere per sempre" che venne creata appositamente per il film.
In questi giorni uscirá la terza e (credo) ultima parte della storia.
P.s
Avevi scritto un commento duplicato,quindi te l 'ho eliminato prima che lo facessi tu.
Bellissimo resoconto di una storia da molti conosciuta, ma non certo analizzata come tu hai fatto, un destino tragico quello del padre e figlio, forse per questo hanno voluto creare leggende su leggende....a volte poi è solo una grande strategia pubblicitaria, sai bene per cosa...
Direi bellissimo articolo
Ciao Angie
Un'amica fumettista mi ha raccontato la storia di James giusto un paio di settimane fa... devo leggerlo T-T
Il film è un capolavoro. Alle medie avevo il diario costellato di citazioni scritte con la penna rossa e calligrafia sanguigna. E vogliamo parlare della colonna sonora? Eh? Eh?
@ Angie.
Quella del Corvo è stata una grossa strategia pubblicitaria, forse una delle più grandi di questi ultimi decenni e tutto solo per guadagnare di più.
Quello che rimane è il destino dei protagonisti, questo si.
@ LaLeggivendola.
La colonna sonora è bellissima, niente da dire.
Nel caso ti capitasse di leggere il fumetto (cosa che peraltro ti consiglio) aspettati una cosa molto diversa, cambiano ad esempio le caratterizzazioni di Albrect, di Funboy e di altri personaggi, non c'è la sottotrama degli incendi nella notte del Diavolo, più tante altre cose.
Buona lettura. ;)
Adesso aspetto con ansia le prossime puntate.
Il Corvo è stato un punto fermo della mia adolescenza, un film splendido e misterioso, "graziato" da una gotica sfortuna. Leggere quindi ciò che ha portato alla sua genesi non può che interessarmi, anche perché molte cose non le sapevo.
Tra l'altro, mi piacerebbe leggere l'opera di O'Barr, ma temo sia praticamente irreperibile in Italia, forse giusto in qualche fiera del fumetto.
@ Babol.
Ciao Babol. C'è stato un periodo in cui il fumetto era disponibilissimo praticamente ovunque, adesso forse solo scartabellando tra gli scaffali polverosi di qualche fumetteria si riuscirebbe a trovarlo, con molta fortuna.
Stasera mi metto a scrivere la seconda parte.
La reperibilità del fumetto non è proprio delle migliori, bisogna avere la pazienza necessaria a spulciare le bancarelle o qualche buon remainder che tratti anche questi articoli. O’Barr è un personaggio molto complicato e sospetto ci sia anche dell’altro oltre a quanto hai esposto.
In generale, parlando del tuo pezzo, chapeau.
@ Angelo.
Certo che c'è molto altro su O'Barr, basti dire che è cresciuto in orfanotrofio, che la data del suo compleanno gli è stata attribuita a caso, e che si è separato più volte.
Purtroppo, ci sono persone segnate alla nascita.
Mentre ho avuto da sempre una venerazione per i metodi di allenamento di Bruce e per i risultati finali, fisico asciutto e nervoso in primis, sono rimasto sempre lontano da Il corvo film e ciò da cui è nato. Non conoscevo la storia dietro il creatore, effettivamente ha riversato davvero molto del suo vissuto, interessante!
@ Occhio.
Per O' Barr scrivere quel fumetto è stata una vera e propria seduta di psicanalisi, un modo per esorcizzare il suo dolore. Quello che ne è venuto fuori è un opera dirompente in tutti i sensi.
Ah cavolo. Questo post me l'ero perso, meno male che hai messo il riferimento nella terza parte.
Non conoscevo l'idea di fondo da cui è nato Il Corvo, davvero interessante. E non sapevo nemmeno che erano stati chiamati Phoenix (che comunque è morto) e Christian Slater. Il destino sa manovrare alla perfezione i fili della vita O_o
@ Melinda.
Ti ho cancellato un commento doppione.
Tornando al CORVO, strana la vita vero?
Strano anche il destino degli attori alle volte?
Slater è ancora vivo, però vedendo le sue ultime interpretazioni non è che le cose gli siano poi andate molto meglio.
Hai fatto bene, non so perché sia uscito doppio, io ho commentato una volta sola. Slater s'è un po' perso per via. Io l'adoravo in "Poliziotto in blu jeans" "Qualcuno d'amare" e "California skate", ultimamente non so manco cos'abbia girato, pensa un po'!
Comunque Brandon Lee era azzecatissimo! Gli altri due non riesco nemmeno a immaginarli nella parte.
@ Melinda.
Le ultime volte che Slater ho visto recitare in un film credo che risalgano al 2005 nell'orrido ALONE IN THE DARK di Uwe Boll, forse il regista più truzzo di sempre, prima ancora aveva fatto un piccolo ruolo in NELLA MENTE DEL SERIAL KILLER, il suo era il personaggio che moriva per primo.
Adesso credo che faccia brevi camei per serie televisive.
Di certo il momento del maggior successo per lui è passato da tempo.
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