Con ALIA ho uno strano rapporto : ne ho parlato appena aperto Nocturnia, quando ho recensito il numero 6, ne ho riparlato ad OTTOBRE quando ho recensito un altro numero tutto dedicato alle storie di area angloamericana, rimandando poi le valutazioni definitive a quando mi sarebbe arrivato un terzo volume: il numero 5 dedicato agli AUTORI ITALIANI.
Adesso posso mantenere quella promessa, solo che, mai come in questo caso, la mia recensione assume un valore agro.
Sopratutto alla luce di QUESTO post di Max Citi, il patron della CS_LIBRI di Torino.
Su questo tornerò però verso la fine del post.
Torniamo un attimo alla recensione di ALIA 5 Autori Italiani. Come sapete ho sempre avuto un parere positivo su quella pubblicazione, magari non perfetta però altamente professionale e con racconti ospiti di una qualità da fare invidia ad Editori ben più grandi.
ALIA nelle sue pagine ha sempre presentato una narrativa sussurrata, mai urlata, alternando con grazia fantasy, horror nonchè fantascienza pura; non ha mai indugiato alle mode, le uniche sue concessioni sono state solo verso la ricerca della qualità, combattendo in alcuni casi contro l'indifferenza del settore.
Non fa eccezione il numero in questione, uscito a fine 2008. Dodici storie di altrettanti scrittori italiani. la qualità media delle storie è indubbiamente buona:
il bravissimo Danilo Arona con IL CASO BOBBY FULLER-FIRE WALK WITH ME ci consegna una horror-story probabilmente non indimenticabile però godibile e ben costruita, mentre Consolata Lanza con ALLA RINA scrive una (bella ) storia dal sapore antico su Alieni infiltrati in un grande magazzino.
Anche il fantasy è ben rappresentato da Massimo Soumarè con STORIA ROMANTICA DI CODE E DI CANINI in cui un Vampiro Europeo compie un viaggio in Giappone alla ricerca del suo passato.
Mentre per quanto riguarda la fantascienza pura forse la storia migliore è indubbiamente I MONDI DI LA' di Silvia Treves, una delicata storia di miniere su asteroidi con annessa storia d'amore interrazziale. Mentre, gran delusione, almeno per me, VENTIQUATTR'ORE AL GIORNO NELLA TERATOCHIMICA di Vittorio Catani che ho trovato decisamente sottotono ed eccessivamente pesante.
Adesso vi avverto, i prossimi tre racconti di cui parlerò sono tutti scritti da miei amici, ma tanto lo sapete, sono un membro della "Cricca" anche io. Il primo, LEGGERE AL BUIO proprio di Massimo Citi è un racconto che comincia come fantasy e termina come fantascienza, con reminiscenze di Iain M. Banks e Corwainer Smith un atto d'amore nei confronti della lettura in un mondo in cui una feroce dittatura cerca di cancellare il ricordo della parola scritta per manterere la sua presa sulle masse, ottimo anche BLOOPER dell'altro mio grande amico Davide Mana un racconto hard science fiction veramente ben costruito che non sfigurerebbe in un antologia internazionale.
Chiudo la panoramica sui racconti meritevoli, citando l'ultimo amico del terzetto, TUTTA LA VOSTRA BASE SONO APPARTENERE A NOI di Elvezio Sciallis una breve ma divertentissima storia del terrore a metà tra Lovecraft e il punk, Elvezio ha talento come scrittore, ed è un peccato che non abbia voluto proseguire su questa strada.
Adesso, giungiamo alla parte "gridata" del mio post. Con Max Citi eravamo, come s'è detto, diventati amici, avevamo parlato anche su queste pagine di progetti futuri come ALIA OPERA, un numero dell' antologia dedicato a racconti space opera.
Bene, quel numero non ci sarà, come non ci saranno altri progetti: la CS chiude, sia come libreria che come casa editrice.
Massimo me l'aveva preannunciato settimane,e i motivi li ha scritti in QUEL post di cui vi ho parlato all'inizio di questo articolo ma dentro di me speravo cambiasse idea.
Così non è stato, il mio amico ha dovuto arrendersi a questi tempi senza anima.
Dire mi dispiace, è dire tutto è niente. E' un universo di sensazioni. Di dolori, di rammarico per un attività, che traspariva da ogni sua parola, lui ama e rispetta.
Non perchè sto parlando un mio amico, non solo perchè il progetto ALIA mi stia a cuore, ma anche e specialmente perchè quando una piccola libreria chiude ( o una piccola casa editrice gestita da un editore appassionato del settore ), ci perdiamo tutti.
E' un altro segno della crisi che, non solo, erode quel poco che è rimasto delle nostre risorse economiche ma che ci depaupera culturalmente.
Ci fa diventare più piccoli, isolati, ignorati.
Quello che sta succedendo alla CS è lo specchio di quello che è già accaduto troppe volte con le piccole librerie (ma anche con le piccole imprese di ogni genere), con l'impresario\ libraio\ editore -fate un pò voi- che si deve arrendere, costretto dalle spese, dai costi e da tante altre piccole pietre ognuno di noi conosce.
L' augurio è che sia solo un momento, che, possa tornare anche sotto altre forme a poter fare quello che gli piace di più. cioè fare e vendere libri.
In ogni caso sentivo che dovevo dedicargli questo post.
My Old Ass (2024)
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Attirata dalla presenza nel cast di *Aubrey Plaza*, ho recuperato su *Prime
Video *il film* My Old Ass*, diretto e sceneggiato dalla regista *Megan
Park*...
6 ore fa
30 commenti:
Grazie per la recensione e grazie soprattutto per la segnalazione della fine di CS.
Lo spegnimento delle luci della libreria e della casa editrice è arrivato inaspettato e dolorosissimo.
È un segnale, un pessimo segnale.
@ Davide.
Era doveroso.
Il segnale è pessimo, sul serio.
Mi auguro che la CS si possa ricreare un domani.
Come già commentato su "fronte & retro", mi dispiace molto... perché in questo mondo, che ha bisogno di cultura, le librerie devono chiudere? Perché bisogna rassegnarsi all'oblio dei luoghi in cui si può ancora parlare di libri? Quanta amarezza... spero davvero che questa chiusura non sia definitiva!
@ Romina.
Sono completamente d'accordo. E' uno scandalo che le librerie (specialmente quelle gestite da persone capaci come Max) debbano chiudere.
Ed io mi sono avvicinata alla Cs Libri e ad Alia tramite te Nick. Da qui sono andata a trovare Max nella libreria, ed ero entusiasta di aver trovato la MIA libreria.
Queste notizie non mi piacciono affatto.
Detesto le grandi catene che fagocitano la moltitudine lasciando i negozi indipendenti allo sbando, prima o poi costretti a chiudere.
Ed è un segnale inquietante che i negozi di cellulari spuntino come ruggine sulle Alfasud, mentre luoghi dedicati al sapere lentamente scompaiono.
Mi dispiace immensamente, vorrei poter fare qualcosa.
@ lady Simmons.
Sarà poco,ma già il fatto di leggere commenti come mil tuo lo farà sentire meno solo. Poi c'è un altro modo , vedere il catalogo delle sue produzioni, comprargli libri, ordinargliene in questo modo il lavoro non andrà sprecato.
Grazie, Nick. Grazie come autore, tanto per non stressare nessuno con i miei problemi. Grazie perché Leggere in silenzio è stato un racconto curiosamente importante. La mia convinzione che la lettura sia sempre a rischio si è curiosamente incarnata nella realtà. O forse, dovrei dire, vivevo già sull'orlo del nulla.
Grazie anche da Silvia, che promette che scriverà domani sul tuo blog.
Ancora due cose.
Grazie a tutti quelli che sono intervenuti sia su questo blog che sul mio (ai quali comunque risponderò anche lì).
Ultimissima cosa. Nelle cose che scrivo autori come Iain M.Banks e Cordwainer Smith sono sempre presenti, un po' come le madonnine sul cruscotto dell'automobilista. Difficilmente qualcuno se ne accorge. Ma a Nick (Manofredda) non si sfugge : )
@ Maxciti.
Ti rispondo come lettore, lEGGERE AL BUIO è estremamente reale, noi qualche mese fa avevamo un Ministro che blaterava ovunque che con la cultura non si mangia...e detto da un Ministro di un paese che possiede tanto per dirne una , almeno il 90% del patrimonio culturale del pianeta è quantomeno curioso, per non dire peggio.
Sulla lettura sappiamo tutti e due che leggere equivale a dire saper pensare con la propria testa.
Su tutto il resto, sappi che non stressi nessuno con i tuoi problemi.
Se non ci si può aiutare tra amici, allora che senso ha ?
Ahia. Nulla di nuovo sotto il sole, o meglio, le nubi. Una cosa che ultimamente mi aveva fatto riflettere in tal senso e che noi appassionati ci avvaliamo ancora oggi di riviste con grafica amatoriale e in bianco e nero, come quarant'anni fa, segno che è davvero difficile tener duro, che il campo è sempre ristretto.
Un grandissimo grazie a chi c'ha creduto e ha investito parte della sua vita con la vera passione, senza genuflettersi davanti alla pila di tomi "glam" che profuma di gelsomino, in libreria.
Evviva Celentano, la Parodi e Moccia.
@ Occhio.
Carissimo Luigi, le nubi diventano sempre più scure ogni giorno che passa.
E intanto....
Evviva Moccia, la Parodi, Celentano e non scordiamoci le fiction sulle vite dei santi. :(
Scopro oggi dell'esistenza di CS libri e non è proprio una notizia allegra per finire la giornata. Sono sinceramente dispiaciuto. Ma chissà, forse in questo caso dalla morte nascerà qualcosa di nuovo e promettente.
@ Salomon.
Questo è l'augurio che ci facciamo tutti.
Ciao e grazie.
Purtroppo alla base di tutto c'é sempre il solito problema: pochi lettori. Tu citi un settore molto specifico, ma anche parlando di libri in generale ormai c'é un appiattimento pauroso. Siamo un paese di 60 milioni di abitanti con 10 milioni di lettori, quindi l'offerta supera ampiamente la domanda...
Di Alia ho già parlato a suo tempo, e sostanzialmente concordo cn la tua opinione.
Sul destino di CS Libri, che scopro qui e ora, sono ovviamente solidale con Max e Silvia, la cui passione è fuori discussione, ma per non essere del tutto ipocrita, devo anche dire che io in una libreria indipendente non ci metto piede da una vita.
E no, non credo che la chiusura di una libreria sia sintomo di morte della cultura, credo che sia più un segnale su come il "consumo culturale" stia cambiando, evolvendosi in qualcosa di diverso, non meglio o peggio, solo diverso.
@ Ariano.
Hai ragione in pieno, in Italia da decenni l'offerta supera abbondantemente la domanda. Poi sulla qualità di certe offerte (penso ai romanzi di Melissa P. o allo pseudo romanzo di Corona) ne potremmo parlare per decenni.
@ Iguana.
Ricordo i tuoi post. Sulla questione librerie indipendenti- grosse catene. Io NON penso che che grosse catene siano il male, assolutamente. Mi dispiace solo per la diminuzione della possibilità di scelta per noi lettori.
Ciao.
Caro Nick
dalle nostre parti (Napoli) hanno chiuso o stanno per chiudere Fnac e la storica libreria Guida.
Questo è un segnale pesante, pesantissimo.
Un processo irreversibile che per ora non ha avuto alcuna soluzione.
Tempi duri, tempi tristi.
Con la musica è già successo anni fa.
Ora tocca al libro.
Il brutto è che queste cose, spesso, passano sottovoce, non gli viene dato il giusto risalto e come hai detto, ci rimettiamo tutti.
Già l'editoria è allo sbando, se pure le piccole realtà, che come sai difendo ogni volta a spada tratta, devono inchinare la testa ad un sistema che non lascia scampo, allora le prospettive sono proprio brutte.
Speriamo, come accennavi, che sia solo un momento e passi alla svelta. Potremmo accorgerci che ormai è tardi quando non ci sarà più modo di risolvere i problemi...
qui a vercelli ha chiuso dopo l'estate l'unica libreria che avesse un minimo di possibilità di scelta di novità, anche se si trattava pur sempre delle solite cose; ma comunque ci potevi passare un pomeriggio girando per gli scaffali a sfogliare libri. Ho deciso di iniziare anch'io a mettere in un angolino del mio negozio un paio di scaffali di libri, ma la mia scelta di titoli è 'dovuta' cadere sulle solite cose, perché la gente (almeno in questa città) non sa nemmeno che esiste la FS, il fantasy, un certo tipo di noir e investire su queste cose vuol dire rimetterci solamente tempo e danaro. Quindi capisco perfettamente chi come Max deve fare scelte dolorose: ancora l'italia non è un paese di lettori, ma di 'sfogliatori' di figure. Ho provato ad aggregare un gruppo di persone che poteva essere interessato, ma alla fine ti ritrovi comunque a proporre al nulla, perché i pensieri sono, purtroppo, rivolti ad altre cose: il lavoro, la crisi, i soldi che non ci sono. E spesso mi chiedo se le due cose non siano strettamente legate: c'è crisi perché non c'è cultura.
@ EDU.
Guida e FNAC hanno rappresentato per me, in momenti diversi della mia vita luoghi irrinunciabili per le mie scorribande letterarie. Il sapere della loro probabile chiusura mi riempie di tristezza( Guida poi è un pezzo di storia della Campania)pensa che l'ultima volta che sono sceso a Napoli non sono passato da nessuna delle due parti, convinto che ci sarei potuto andare in qualsiasi altro momento...:(
@ Narratore.
Io mi auguro che sia davvero solo un momento e non un processo irreversibile, però la Cultura in Italia non è messa bene, e la piccola editoria sta ancora peggio.
@ TIM.
Mi dispiace anche per la libreria di Vercelli, è sempre un dolore quando falliscono queste iniziative. Per quanto riguarda la "tua" d'iniziativa non posso che dirti di andare avanti.
@ Tutti.
E voi nella vostra città com'è la situazione?
E' davvero triste quando vengono tarpate le ali a chi ha voglia di volare.
Speriamo che le cose prendano una piega migliore. Speriamo davvero.
@ Melinda.
La cosa più brutta è quando questo succede nell'indifferenza più assoluta, grazie a commenti come il tuo per fortuna almeno questo lo stiamo evitando.
Grazie, di cuore.
Veramente grazie.
@ TIM: sì, vabbe' il lavoro, la crisi, i soldi, però poi tempo e denaro per comprare l'ultimo telefonino del cavolo con lo SMACK-CIUK-SUPERWAP, o che altra diavoleria, oppure il videogiochino giapponese escono sempre.
@ tutti: io credo che ci sia voglia di cultura nel sottobosco e anche sopra. Se la crisi è davvero così terribile, allora la gente smetterà di comprare anche i cellulari e si stancherà dei videogiochi, come si sta già stancando della tv e del grande fratello (non quello orwelliano). E allora, magari, riscoprirà il libro. Che costa pure meno. In tal caso ben venga la crisi. Quella vera però.
@ A.D.
Benvenuta su Nocturnia !
Io credo che tu e TIM diciate la stessa cosa sia pure con sfumature diverse.
Sulla crisi io invece mi auguro che non arrivi piuttosto mi piacerebbe un cambio di mentalità e di priorità da parte degli italiani anche senza arrivare fino al baratro.
Ehm... benvenuto... sono maschietto :-) La mia era una evidente provocazione. Sì, sono d'accordo con TIM, infatti avevo solo proseguito il suo discorso. In generale, spero che la crisi si risolva, ma ho i miei atroci dubbi in questo, perché penso sia qualcosa di profondamente strutturale: il sstema socio-economico basato sul cosiddetto liberal-capitalismo ha fallito. Non è un'idea politica, ci tengo a precisare, ma un dato di fatto. Se ne sono accorti perfino economisti e sciologi americani di "peso". Ma non divaghiamo: la cultura può darci una mano? Altroché! L'uomo ha sempre avuto due sole strade: creatività e conoscenza. E cosa sarebbero senza "cultura"?
@ A.D.
Allora scusami per l'errore. Mi dispiace. :P
Il passaggio di mercato del settore librerie sta precedendo l'allargamento dei prodotti digitali a 'danno' del cartaceo. Facile dire che entro il 2015 salteranno parecchie case editrici e che le prima a partire sono proprio quei soggetti di piccole dimensioni che spesso propongono le poche cose interessanti che ci sono in giro.
La CS in questo senso o la breve avventura della Pyra sono significative.
Se ci sono pochi lettori e il libro viene visto come un 'di più' non necessario non credo si vada molto lontano.
@ Angelo.
Probabilemte questo della CS_libri sarà veramente un caso apripista, un simbolo dei tempi. Come sai io sono un amante del cartaceo (che non vedo assolutamente in contrapposizione al digitale- i due potrebbero coesistere tranquillamente) il caso particolare di questa casa editrice mi tocca in prima persona per tanti motivi. E sento che ne riparleremo presto di questi discorsi ul segno dei tempi.
Non conoscevo questa realtà se non perché ne hai parlato tu, Nick, e di nuovo ti rendo atto che fai un lavoro importante quando parli della tua nicchia in modo accessibile anche a chi ne sta fuori.
Quando chiude un'attività che veniva fatta con tanta competenza (è evidente), qualcosa di particolare, una ricchezza, ci si sente più miseri tutti. Non serve mica che fosse la libreria in cui andavamo ogni sabato. Io non c'ero stata mai, e mi sento più povera adesso.
Non so come si potrebbe invertire la tendenza. Forse basta fare uno sforzo in più, un passo in più, e non comprare i libri alla coop insieme col resto della spesa... ma che ne so. Brutta notizia, e basta.
Michela, io ti ringrazio per la tua sensibilità e per la tua empatia.
Sei riuscita a dire in poche righe quello che non sonomriuscito a dire io in pochissime righe.
Grazie di cuore.
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