Robot: Storia Minimalista di Una Rivista.

Ripresento un altro articolo originariamente pensato per IL FUTURO E' TORNATO, questo per nel tentativo di proporre un minimo di "memoria storica" di quanto in Italia si è riuscito a creare  in tempi nemmeno troppo lontani nell'ambito della narrativa fantastica.
Di ROBOT ne ho già parlato QUI e prendo l'impegno di tornare sull'argomento.
In ogni caso superato lo scoglio agostano riprenderanno piede gli articoli scritti appositamente per Nocturnia, anche se per me, vi assicuro tutto fa parte dello stesso discorso letterario e creativo.
Certo Nocturnia ha e avrà sempre le precedenza perchè sarà in ogni caso la "mia" creatura.
Buona lettura.
Non è per niente facile tracciare in poche righe la vita di quella che, probabilmente è stata la migliore rivista italiana di Fantascienza. Non ci riusciremmo nemmeno se ne parlassimo numero per numero.
Probabilmente la soluzione migliore sarà quella di avvicinarsi per gradi, dividere in più post il campo d'intervento, magari in futuro dedicare anche un focus specifico su Vittorio Curtoni, questo articolo sarà un primo passo: un piccolo excursus, dedicato a
ROBOT in un certo senso è un piccolo pezzo di storia della diffusione della narrativa di genere, ha contribuito a far conoscere scrittori, generi, a costruire alcuni esempi di critica specializzata.

ROBOT, la prima ROBOT però è anche frutto di un clima favorevole nei confronti della Fantascienza che si respirava in Italia nella prima metà degli anni Settanta.
La stessa Rai in quegli anni programmava con un certo successo alcuni sceneggiati tuttora considerati tra le migliori produzione dell'emittente di Stato.
A COME ANDROMEDA è del 1972; GAMMA risale al 1975, la coproduzione con l'Inghilterra di SPAZIO 1999 del 1973. Al Cinema ancora risplendevano gli echi Kubrickiani di lucidi monoliti neri.

Il momento, quindi era favorevole anche per la narrativa scritta: uno scrittore "vero" Inisero Cremaschi era stato anche chiamato a scrivere la sceneggiatura di A COME ANDROMEDA, in campo editoriale Urania era saldamente gestita, nel bene come nel male, dalla "ditta" Fruttero & Lucentini" ma editori specializzati come Nord e Fanucci grazie anche a esperti come Fusco e De Turris cominciavano a eroderle il terreno.

Il mondo editoriale è come uno stagno, quando la superficie viene increspata da un sasso, ne nasce una reazione di onde concatenate che avranno effetto una sull'altra.
In questo caso la prima onda è rappresentata da un un uomo chiamato Giovanni Armenia che nel 1972 fonda una sua casa editrice; le Edizioni Armenia , nel corso degli anni, si specializzeranno specialmente nel Fantasy, ma quattro anni dopo lanceranno una vera e propria rivista, la nostra ROBOT, per l'appunto.

La direzione della Rivista viene affidata a uno scrittore e traduttore piacentino: Vittorio Curtoni.; per tutti sarà sempre "il Vic."
Il nuovo sasso nello stagno.

Il risultato che ne verrà sarà letteralmente permeato della personalità scoppiettante ed estroversa del suo direttore, il primo editoriale targato aprile 1976 risulta programmatico nel suo titolo : "Perchè è nato Robot", e l'uomo nel corso degli anni cercherà di dare diverse risposte.



Non solo lui, anche i suoi collaboratori, tra gli altri cito l'illustratore Giuseppe Festino, il critico cinematografico Giovanni Mongini, gli esperti Caimmi & Nicolazzini,  il giornalista appassionato dei fumetti Franco Fossati, il disegnatore Roberto Bonadimani, il giornalista e futuro curatore di Urania ,Gianni Montanari non ultimo un giovane salernitano fattosi conoscere nel mondo degli appassionati triestini, un certo Giuseppe Lippi contribuiscono a rendere ROBOT, una pubblicazione diversa.

Lo stesso futuro scrittore Danilo Arona collabora per un certo periodo alla pubblicazione scrivendo articoli di argomento cinematografico.

Come sempre, anche in ROBOT i racconti e i romanzi brevi sono i veri protagonisti, il direttore e i suoi collaboratori si muovono in tre direzioni contemporaneamente, da un lato viene offerto ampio spazio ai maestri della fantascienza anglosassone, con un particolare occhio agli scrittori più in voga del momento o ai racconti vincitori dei maggiori premi internazionali, tra gli altri Asimov; Heinlein; Silverberg e Del Rey saranno spesso presenti sulle pagine della rivista. Dall'altro lato si cerca di controbilanciare con una grande attenzione all' aspetto "sociale della SF" e corrente della New Wave nata in Inghilterra.
Spesso, vengono recuperati e presentati al pubblico italiano scrittori del periodo classico della letteratura fantastica: ci sarà molto Fritz Leiber, molto Robert Bloch, sia con racconti recenti sia con reminiscenze del passato.

Naturalmente vengono lasciati spazi aperti anche per gli autori italiani, quelli sono gli anni, forse i primi nel nostro paese in cui gli operatori del settore si convincono realmente che si possono creare degli spazi per degli scrittori italiani , scrittori, che senza alcun tipo di complesso nei confronti dei loro colleghi anglosassoni, si possano finalmente pubblicare senza nickname stranieri.
Un esempio di tale interesse, è rappresentato dal lancio delle prime due Edizioni del Premio Robot, per favorire il lancio di nuovi giovani autori.



Non sono tutte rose e fiori però, perchè per l'Italia sono anni particolari: anni di tensioni sociali, di scontri, anni dove la politica permea tutta la società.
Anni dove ci si deve schierare !
Anche il mondo letterario non fa eccezione: fiocccano polemiche letterarie, per decidere se quel dato scrittore è di Destra o di Sinistra, ci si chiederà perfino della collocazione di interi generi.

ROBOT non fa eccezione, qualche discussione finisce per lambire le sue pagine, ma quella è la normalità per l' Italia degli anni Settanta.
Non ci sono eccezioni. Non ci possono essere.


Niente è eterno però. Le cose cambiano anche per ROBOT.
Il mensile va avanti abbastanza bene fino al numero 27, il numero 28\29 uscirà doppio nelle edicole.
Poi col numero 31 nell'Ottobre del 1978 Curtoni lascia la direzione; la rivista si trasforma, cambia veste diventando una sorta di antologia tematica sotto la direzione di Giuseppe Lippi.
Neanche questa veste dura molto, il quarantesimo numero risalente all'estate del 1979 sarà anche l'ultimo della rivista.

Certo la Armenia ci riproverà , sempre con Curtoni al comando lancerà una nuova rivista chiamata ALIENS.

Ma le cose sono definitivamente cambiate ALIENS ha una durata effimera, nemmeno dieci numeri di vita. Nell'editoriale dell'ultimo numero intitolato beffardamente Avviso Importante Per I Necrofili, il direttore di mille battaglie getta la spugna.
Avviso Importante è un completo e duro attacco nei confronti dei lettori in cui niente viene risparmiato; cosa di cui Vittorio Curtoni anni dopo si dichiarerà pentito.

L'oblio avvolge la rivista e i suoi numeri; a parte l'attività di Curtoni; Festino; Lippi e pochi altri, solo il memento degli appassionati di tanto in tanto nelle discussioni, tra le Convention o nelle lettere agli editori mantengono vivo il ricordo del magazine.

Il Numero della ripresa.


La novità arriva nel 2003: prima la Solid poi la Delos riportano in vita ROBOT.
Un ulteriore sasso nello stagno.

Certo la tiratura del numero 41 raggiunge solo le mille copie, la pubblicazione è solo trimestrale, però c'è sempre Giuseppe Festino alle copertine e alle illustrazioni interne,nei redazionali si nota ancora la firma di Giuseppe Lippi e sopratutto c'è nuovamente il direttore di sempre : Vittorio Curtoni.


ROBOT vince diversi premi sia in Italia che all'estero, ricorderemo solo il Prix Europeen de Science Fiction del 2007, lo standard dei racconti pubblicati rimane sempre mediamente alto, la rivista trova un suo certo equilibrio alternando a livello di scrittori ospitati una metà di storie scritte da italiani a un altra metà prodotte da autori anglosassoni, sempre più spesso avviene che siano stesso artisti canadesi o statunitensi a proporsi per la pubblicazione, alcuni come Bruce Sterling arrivano a scrivere racconti in esclusiva per la rivista italiana.





Le cose cambiano ancora una volta: il 4 ottobre 2011 Curtoni muore. L'uomo era malato da tempo, negli ultimi anni si era fatto asportare un tumore.


La Delos decide di non interrompere la pubblicazione, Silvio Sosio ne diventa il direttore.
Probabilmente ci saranno cambiamenti, forse invece no. E' presto per poterlo dire, ma sarà comunque un altra storia.
E sarà qualcun altro a raccontarla.
Forse magari, saranno solo, altri benefici sassi lanciati nello stagno.
E noi rimarremo ancora lì sulla riva a godere della vista delle increspature sull'acqua.

2 commenti:

daniela ha detto...

La fantascienza ha avuto anni molto duri in Italia....forse solo oggi i giovani stanno riscoprendo anche i lavori di alcuni autori del passato....ogni storia di fantascienza nasconde un mix segreto...che probabilmente è passato inosservato ai più....
La fantascienza non è solo virtuale fantasia....ma una vera esplorazione di tutte le possibilità future...Gran bell'articolo Nick.
Ciao
Angie

Nick Parisi. ha detto...

Grazie a te per aver commentato.
Con il periodo estivo avere te e i tuoi commenti è ancora più bello.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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