LA LEGGENDA DELLE MASCHE. - Esecuzione.

 I post precedenti di questo dossier sono apparsi QUI e QUI.

"Non da teologo, né da giurista, bensì da semplice storico, penso che la questione di stregoneria sia destinata a produrre più che altro pietà: pietà verso i perseguitati, che desiderarono fare cose cattive, benché non le avessero fatte, che vissero nella maggior parte vite frustrate e tragiche. Pietà anche verso i persecutori, perché si credettero minacciati da pericoli reali e soltanto per questo motivo reagirono brutalmente."
G. C. Baroja

Eppure le cose sono perfino più complesse di quello che è stato detto finora.
Non tutte le Masche avevano una reputazione negativa, non di tutte quante si dicesse che fossero collegate al Demonio.  In molti casi anzi erano se non accette, perlomeno tollerate all'interno della loro comunità. Questo genere di masche partecipava alla vita religiosa del paese, spesso andava anche in chiesa.
Però, ovviamente, era di quelle"altre" masche che la gente preferiva parlare.
Erano infatti sulle streghe malvagie e del  Libro del Comando che gli anziano dei villaggi intessevano storie e racconti durante le "vijà" le tradizionali "veglie"(1) che si tenevano nelle stalle e nella cascine fino a qualche decennio fa.
Durante i freddi e nebbiosi inverni piemontesi  le famiglie si riunivano nelle ore serali: scaldati dal fieno e dal fiato degli animali l'intera comunità cantava, giocava, mangiava, le future coppie si scrutavano da lontano.


Foto di una vecchia "vijà" del Cuneese

E c'era sempre qualcuno che raccontava Storie.
Storie di Masche e di altri malefici.
Ci sono nomi che ritornano più volte.
Nomi e vicende entrati di peso nel folkore regionale piemontese.
Eccone qualcuno:

- MICILINA E LE ALTRE.
 
In questi casi Storia e leggenda spesso si fondono, s'intersecano e il più delle volte risulta difficile scoprire dove comincia l'una e dove finisce l'altra
- Storia di Clerionessa:
Era la Masca di Giaveno, un comune del torinese. La sua probabilmente è una delle leggende più antiche, dal momento che risale al 1300
Le cronache medievali narrano di come si dicesse esperta in filtri e sortilegi d'amore.
Peccato che spesso le ragazze destinatarie dei suoi filtri morissero tra atroci tormenti.
Condannata ad essere murata viva all'interno della torre dove si diceva vivesse il suo cadavere non è mai stato ritrovato.
Da Masca a fantasma.

- Storia di Sabrota la Longia:
Di lei invece si raccontano ancora le vicende nella zona di Asti.
Vissuta verosimilmente nel '500 ( ma nessuno ne è sicuro) era la classica strega da Sabba e da Balli delle Masche.
Di Sabrota veniva spesso messa in evidenza la leggendaria bruttezza ed il fatto che fosse  anche lei esperta in filtri e malefici ma che preferisse trasformarsi in gatto per spaventare ed uccidere i viandanti.
Ci sarebbe solo da scegliere riguardo alle leggende nate sulla sua figura, probabilmente  la più conosciuta è quella che narra di un soldato costretto ad aggirasi di notte per i boschi infestati dalle streghe. Aggredito da un inquietante e gigantesco felino dal pelo ispido e nero invece di fuggire il milite riesce a trafiggere con la spada una delle zampe dell'aggressore.
Inutile dire che nei giorni successivi  Sabrota sia stata vista dai paesani  ricorrere alle cure del medico per farsi curare una ferita da taglio al braccio,

Le successive leggende sono perfino più oscure e raccontano di uomini maledetti dalla fattucchiera convinti di essere alternativamente cani o vitelli, di esorcismi praticati dai preti nel tentativo di salvare le vittime della strega.
Il finale della fiaba?
Termina con la morte della strega, anche in questo caso però la certezza non è assoluta.
Quando la strega muore inizialmente nessuno vuole trasportare la bara della donna, alla fine si fanno avanti i tre uomini più forti del villaggio, uno dei tre inciampa quasi subito, la bara si rovescia lasciando scivolare via il coperchio.
La bara si rivela vuota.
Per secoli durante le "veglie" i nonni hanno spaventato i nipoti raccontando storielle sul come anche molto dopo la morte della masca i pastori abbiano continuato a trovare ciocche dei capelli di Sabrota la Longia nei luoghi (molto spesso radure) dei Sabba.

- Storia di Micilina:
Ho già accennato di sfuggita alla Masca del Roero più volte in questo post.
E per un motivo ben preciso.
Micillina o secondo altre fonti Micilina, non è solo il nome più conosciuto, quello che ritorna più spesso nei racconti popolari  ma  è anche una di quelle di cui esistono effettivamente testimonianze storiche,  inutile aggiungere che anche stavolta cronaca storica e leggenda popolare si sono sovrapposte fondendosi in un melange in cui è difficile riconoscere la verità storica dall'esagerazione folcloristica.
Partiamo prima dalla leggenda.

Le tradizioni popolari sulla Masca più conosciuta del Roero sono particolarmente diffuse tra Asti e Cuneo già a partire dal '500, in particolare nei comuni di Barolo ( il probabile luogo di nascita della donna ) e Pocapaglia, dove la donna si unì in matrimonio con un contadino del luogo.
Subito cominciarono le maldicenze, acuite dal racconto di un incontro nel bosco con un cavaliere vestito di nero che -dopo un patto - fece aumentare i già presenti poteri della donna.
Il povero ed incolpevole marito della strega fece le spese dell'accordo malefico lasciandoci le penne quasi subito.
La donna sentendosi così libera cominciò a compiere numerosi sortilegi, i classici delle Masche: da quelli semplicemente dispettosi come il far crescere la barba alle bambine, fino a quelli più completamente malvagi come il gettare le fatture ed il malocchio sulle persone, facendo morire gli adulti o causando malformazioni nei  corpicini dei neonati.
Le cose però non durarono a lungo, l'ira dei contadini portarono a delle denunce sia nei confronti dell'autorità civile che di quella religiosa. Una volta  incarcerata la donna confessò abiurando il suo passato.
Le penitenze però non salvarono Micilina dalla morte.

Il Bric d'la Masca Micilina.
Il luogo dove Micaela Angiolina Damasius venne prima impiccata e poi bruciata.
Il luogo possiede tutt'ora oggi una fama sinistra. Secondo la tradizione le chiazze di 

terreno più scuro sarebbero i resti del sangue della strega.
Così un giorno venne condotta al suplizio, mentre i suoi guardiani l'accompagnavano presso il patibolo nell'aria volarono strane urla e miagolii indispettiti, diavoli e streghe tentarono fino all'ultimo di gettare gomitoli e bandoli per salvarle la vita.
Senza successo.
Così la strega venne prima impiccata, poi il corpo venne bruciato e le ceneri sparse al vento. La vicenda ebbe comunque un finale malevolo; nel corso degli anni successivi, tutta la zona di Pocapaglia subì la vendetta delle compagne di Micilina:  numerosi animali deformi nacquero nel paese, nuove tragedie avvennero tra le famiglie ed ancora oggi si vocifera che il Libro del Comando della maga sia nascosto da qualche parte in attesa della mano che sia degna di impossessarsene.
Questa la leggenda.
Ma la realtà storica?


Una donna di nome Micaela Angiolina Damasius detta la Micilina fu effettivamente bruciata dopo un processo per stregoneria nel 1544.  La donna aveva ammesso le colpe imputatele, ma solo dopo un interrogatorio lungo e carico di numerose sevizie.
Il luogo dove avvenne il supplizio esiste davvero ed ancora oggi viene chiamato Bric d'la Masca
In quanto al marito della Damasius, molto probabilmente fu una persona molto meno innocente di quanto tramandi la leggenda, ma piuttosto un individuo violento con la chiara tendenza a picchiare la moglie
Questa la cronaca storica
Ovviamente però leggende hanno preso il sopravvento.

Ma di leggende, di nomi nel corso dei secoli in Piemonte ce ne furono tanti altri, leggenda dopo leggenda, testimonianza (orale o scritta che fosse) dopo testimonianza venne composto uno scrigno ricco di tradizioni senza pari, basti dire che ad un certo punto che nacquero leggende pure sulla Regina Giovanna II d'Angio. Giovanna II fu la controversa regina che governò nel Regno di Napoli dal 1414 al 1435 (una che quindi in territorio piemontese probabilmente non mise mai piede) venne equiparata al rango di strega. Giovanna II governò con pugno di ferro il suo regno, spesso senza controparte maschile (cosa questa impensabile all'epoca)  causando molte inimicizie e calunnie che dalla patria si diffusero in mezza Europa.
Piemonte compreso.
Quindi se andrete nel comune di Boves vi racconteranno la leggenda della strega Regina Giovanna.
L'ultima Masca di una certa fama fu  la cosiddetta La Marchesa attiva nel Canavese durante la prima metà del 1800.  Anche se va detto che a livello di substrato culturale le tradizioni in proposito ebbero una importanza di primo piano nella società rurale piemontese sicuramente fino a tutti gli anni '50s del nostro secolo e, probabilmente, anche molto oltre-  chiaro simbolo del ricordo di un epoca che stava morendo.

La Collina della Zizzola  a Bra
Altro luogo dove si diceva si riunissero la Masche
(ma anche i fantasmi)
La cultura popolare forniva anche i modi per contrastare l'opera delle streghe.
Con qualche sorpresa.

- I MODI.

Già, perché ci sono elementi specifici di quel mondo alpino ed altri che invece ritornano un po in tutte le culture. Sto parlando di attività quali  gli esorcismi verso le persone o gli indumenti soggetti alla "fisica" della Strega. Oppure dell'abitudine ad appoggiare una scopa sul focolare in modo da distrarre la Masca introdottasi nelle case facendole contare il numero dei fili.
Abitudine simile a quella utilizzata in Campania contro le Janare
Ci sono usanze che ritornano.
Esistevano però anche erbe anti- stregoneria come l'ortica, la malva, la ruta, la verbena, l'artemisia e le foglie di ulivo.  Oppure si preferiva  appoggiare dei rametti a forma di croce sulle porte delle abitazioni o magari circondare la propria casa da un filo di canapa per evitare che le manifestazioni del Male si avvicinassero. 
Per quanto riguarda invece le usanze tipicamente locali, c'era solo l'imbarazzo della scelta.
 Nelle Langhe ad esempio, si cercava di non asciugare mai all'aperto gli abiti dei bambini per evitare che la streghe o gli spiriti portassero via con loro i minori, mentre se si aveva il sospetto che ad essere maledetto fosse stato un indumento di un adulto allora si bolliva l'abito stesso.
Esistevano altri tipi di cure per contrastare l'opera delle streghe, ma queste facevano parte delle credenze popolari ed ogni località aveva praticamente le sue.
Questo per quanto riguarda il folklore .
A livello storico però venne dato un altro tipo di risposta.
La risposta che gli uomini danno sempre in circostanze come queste.
E che ovviamente prevedeva una lunga scia di sangue.

-GLI ANNI DELLA PERSECUZIONE.

Anche il Piemonte quindi pagò un pesante tributo nel clima di isteria collettiva che insanguinava l'Europa;  in particolare fu la zona di Novara a vivere gli eventi peggiori.
Tre donne vennero condotte al rogo  a Forno Rivara il 29 settembre 1472; due anni dopo nel Canavese ci fu un secondo processo che coinvolse quattro donne.
Due di queste vennero bruciare ancora vive a Prà Quazzoglio
Altre persecuzioni vennero effettuate a Ciriè e a Rivara
Fu solo l'inizio.
Perché vedete, la gente ha sempre bisogno di un nemico, di qualcuno da additare in quanto diverso e diverse erano le donne ai margini della società, le vecchie che vivevano da sole, le persone in grado di conoscere le virtù medicinali delle piante.
O peggio solo perché erano vittime delle maldicenze altrui.
C'era la paura certo.
Ma quando si comincia a perseguitare le situazioni o le persone di cui si ha paura o quello che si ritiene sbagliato si diventa uguali a quello che si cerca di combattere.

Siamo arrivati alla fine della mia lunga incursione nell'universo delle Masche piemontesi, tre lunghissimi articoli e mi rendo conto di aver solo appena scalfito la superficie dell'argomento. 
Mi riservo quindi per il futuro - se vorrete- una ulteriore puntata sui processi  più famosi rivolti alle streghe piemontesi.
Provate a pensare a quando il villaggio, il borgo, la campagna, le montagne o i boschi adiacenti erano  il Mondo intero, l'unico  tipo di confine o di orizzonte possibili.
Era una condizione di vita migliore o peggiore rispetto a quella a cui siamo oggi abituati?

Ma un mondo chiuso crea per necessità di cose le sue peculiarità, le sue credenze.
Una cosa del genere è accaduta in Piemonte con le Masche.
Rimane un ultima cosa da considerare.
Avete mai notato l'assonanza del nome "Masche" col termine "Maschera", ci avete mai fatto caso?
E cosa è in fondo una maschera se non un nome, una copertura che noi diamo a tutto ciò che non conosciamo e che non comprendiamo?
FINE.

Immagine presa da QUESTO articolo del blog Beati Lotofagi.
Grazie  Ivano Satos e complimenti a Vanni Cuoghi !!!

- NOTE:
(1) In Veneto esisteva una tradizione molto simile chiamata "filò". In alcune zone del Polesine questa tradizione resiste ancora.

PER CHI VOLESSE APPROFONDIRE:

Grado Giovanni Merlo  STREGHE.  Ed. Il Mulino Saggi
Pinuccia Di Gesaro   STREGHE. L'OSSESSIONE DEL DIAVOLO IL REPERTORIO DEI MALEFIZI. LA REPRESSIONE .   Ed. Praxis 3
Per questi due ringrazio i consigli di Ariadia1111

In rete invece trovate:
https://taccuinodaaltrimondi.wordpress.com/2013/10/30/immancabile-special-per-halloween-le-masche-e-linquietante-folklore-piemontese/

Naturalmente sono in attesa dei vostri preziosi consigli sia a riguardo di libri e articoli sia per i post interessanti dispersi in rete.

39 commenti:

Patricia Moll ha detto...

E bravissimo Nick!! Hai fatto un lavorone notevole!!!
Un altro post? Certo.. quando sei comodo. :))
Nel mio blog ho messo un post: STreghe e Masche il 23 maggio, con tradizioni e modi di dire dell'Umbria che mi ha passato una mia lettrice.
Lo dico così en passant.... magari ti venisse voglia di cambaire regione... :P) :))

Tornando al post hai fatto davvero un bel lavoro di ricerca. Ti posso confermare molte delle cose che hai detto e anche il fatto che tante siano comuni ad altri luoghi d'Italia. Cambia il nome ma la sostanza resta.
Come resta la paura del diverso che sta tornando forte come allora anche se non contro le masche :(
Se mi vengono in mente altri aneddoti te lo dico.
Una cosa ancora. Anche il sale era utile per sigillare le fessure delle porte e delle finestre nelle notti di marca. Le notti di marca erano quelle in cui le streghe si riunivano per il sabba. Anche però il primo venerdì del mese. Giorni di marca, cioè giorni dedicati al diavolo e di conseguenza pericolosi

Lezione di piemontese. :))
La veglia che si faceva nella stalla.
Far la veglia in astigiano si dice andè a vjè. Nell'alessandrino v'gè.

Diego ha detto...

Per il momento: standing ovation e massimo rispetto.
Ho salvato sul kindle tutti i post che leggerò con calma e con un buon bicchiere di rosso.
Ps: Vedere il simbolo della mia città su Nocturnia è una bella cosa!

Ariano Geta ha detto...

La persecuzione delle "streghe" ha qualcosa di inquietante. Purtroppo ha fatto parte della cultura europea per alcuni secoli, con punte incredibili in Spagna (i famigerati auto-da-fé, delle vere e proprie pubbliche umiliazioni e ostracizzazioni culminanti nel peggiore dei casi col rogo dei condannati).
Non so cosa vi sia di vero nei presunti "patti diabolici" delle streghe (se davvero venerassero il diavolo o se era un'accusa cucita addosso a certe donne solo perché perché avevano atteggiamenti devianti rispetto alla massa), però resta comunque una forma di isteria collettiva da parte della classe dominante e della "maggioranza conforme".

Ariano Geta ha detto...

P.S.: ovviamente gli auto-da-fé erano più spesso indirizzati a punire gli eretici.

Pirkaf ha detto...

Bellissimo excursus.
Mi incuriosisce particolarmente il libro del comando.
Mi metterò a googlare per scoprirne di più. :-)

Obsidian M ha detto...

Complimenti! Hai fatto un lavoro di raccolta davvero certosino. Davvero agghiacciante la storia di Micilina (quella vera)...
Streghe o donne innocenti?. mah.. direi che in un'epoca nella quale eravamo un po' tutti poveri e ignoranti era quasi normale rivolgersi a persone che dichiaravo di possedere poteri di guarigione (succede ancora oggi, figuriamoci allora) attraverso l'utilizzo di erbe e decotti. Tali rimedi ovviamente il più delle volte fallivano e il desiderio di rivalsa nei confronti dell'ingannatrice faceva il resto. Stesso dicasi per filtri d'amore e affini. Da una parte il popolo voleva crederci perché sarebbe stata una strada facile per raggiungere lo scopo, dall'altra nessuno era disposto ad ammettere la propria creduloneria.

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Grazie per gli apprezzamenti, per quanto riguarda il discorso sull'uso del sale, hai fatto benissimo ad aggiungerlo. Così come inserirò anche le diciture di veglia in astigiano e alessandrino nel mio post.
Interessante anche il discorso sulle streghe umbre, la mia intenzione sin dall'inizio era di provare a parlare un po delle figure del folkore regionale di TUTTE le regioni italiane.
Dal momento che l'argomento è vastissimo temo di non riuscire a coprile tutte. Però dal momento che finora senza volerlo ho privilegiato il Nord Italia, l'Umbria sarebbe una destinazione ottima per ampliare e variare il quadro dell'intervento.

Nick Parisi. ha detto...

@ Diego
Quando avrai finito fammi sapere il tuo parere, di sicuro non sono riuscito a trattare tutto quanto quello che c'era da dire sulle masche, però mi auguro di aver fatto un lavoro quantomeno decente.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
Non ti so dire nemmeno io se ci sia mai stato veramente qualcosa di soprannaturale nella vicenda delle streghe, l'idea che mi sono fatto è che si trattasse quasi sempre di povere persone innocenti torturate mandate a morte solo a causa della paura e dell'ignoranza di quei tempi, di certo l'inquisizione è una delle pagine più tristi e buie di tutta la Storia umana.

Nick Parisi. ha detto...

@ Pirkaf
Io mi sono tenuto molto sul vago ma ti assicuro che sul "Libro del Comando" esistevano racconti veramente inquietanti.

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian M.
La ricerca dei santoni e dei guaritori è sempre esistita e temo che esisterà sempre; l'animo umano ha la tendenza a provare di affidarsi a poteri superiori (che per quanto mi riguarda) non esistono per avere risposte comode.
A distanza di tanti secoli temo che niente sia cambiato dai tempi delle masche.

Alessia H.V. ha detto...

Io sono stata al Museo delle torture medievali a Praga e non ti dico la rabbia e lo schifo che ho provato. Fra l'altro ho trovato citata come esempio di alcune 'pinze' la santa patrona della mia città, Agata, sulla quale sin da bambini quando ne viene narrata la storia ne vengono sottolineate le orribili torture... sempre per motivi religiosi: lei per essere cristiana, le streghe per essere filo-pagane (perché se vogliamo metterla su un altro piano, come mi pare accennavi tu stesso negli episodi precedenti, fondamentalmente le 'streghe' perpetravano usanze pagane non più di buon occhio in una società cristiana radicalizzata o comunque erano legate ad usi e costumi indigeni molto antichi).

Detto questo il tuo articolo mi spinge a volerne sapere di più su alcuni aspetti magici della mia terra; come dico spesso ad Obsidian qui c'è una paganità che sembra aleggiare sempre e costantemente nonostante l'ovvio assenso dato al cristianesimo e fra l'altro, oltre al fenomeno delle fattucchiere qui nelle generazioni precedenti le famiglie facevano largo uso di chiaroveggenti e tuttora questo sentimento magico è duro a morire... che dirti? Un giorno ne saprò di più! :D

Intanto grazie per questo percorso!
Ciao Nick!

Nick Parisi. ha detto...

@ A.H.V
Bellissimo commento il tuo! Se ti dico che spinge ME ad interessarmi di più sugli aspetti del folklore della tua terra?
Grazie a te davvero tantissimo.

Ivano Satos ha detto...

Complimenti Nick, splendido e inquietante articolo conclusivo! Grazie mille per la citazione ;)

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Satos
È stato un piacere! Te la meritavi tutta la citazione ;)

Il Moro ha detto...

La marchesa... pensa che, pur essendo canavesano, non ne avevo mai sentito parlare. Giusto per dire quanto possono essere frammentarie queste credenze... Devo chiedere a mio padre...
Il Moro

Nick Parisi. ha detto...

@ Moreno Pavanello
Fammi sapere cosa ti racconta, sono curioso...lo ammetto.
Anzi, attendo con con molto interesse un tuo eventuale futuro articolo sull'argomento.

AleK ha detto...

Non c'entra quasi nulla, ma mi hai fatto venire in mente un romanzo letto qualche anno fa che parlava dell'iniziaxzione di una donna al mondo della stregoneria (ma non come lo immaginiamo noi) si intitola "L'amoroso cacciatore" di Sylvia Townsend Warner, edito da Adelphi. E' probabile che qui lo conoscano in tanti. ^^
Ammetto di essermi assopito più volte durante la lettura (perdono) ma nel complesso è stato interessante come libro.

Nick Parisi. ha detto...

@ AleK
Non dirlo a nessuno ma se è lo stesso libro che credo io è capitato anche a me di addormentarmi durante la lettura. ;)

Ivano Landi ha detto...

Alcune leggende sono davvero gioiellini dell'horror. Ognuna potrebbe essere rielaborata e diventare un racconto. Sembra prospettarsi una lunga vita per il nostro Gotico Rurale.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
Ci sono alcuni scrittori come il mio amico Fabrizio Borgio che hanno già scritto degli ottimi romanzi sulle Masche. Penso davvero che sia quella la via da seguire.

Luz ha detto...

Decisamente interessante questo percorso (e suppongo anche impegnativo).
Mi è capitato di imbattermi in molte di queste storie e leggende in un esame di Antropologia culturale all'università, occasione in cui scoprii che a pochi passi dalla città in cui sono nata ci sono usanze e costumi anche raccapriccianti.
Mi domando come mai non si conoscano affatto o molto superficialmente. Eppure sono radicate, forti, vive nei racconti.
C'è una cultura "sotterranea" di cui spesso ignoriamo l'esistenza ma che varrebbe la pena conoscere.

Glò ha detto...

Ciao Nick! Molto bello il post conclusivo, hai fatto davvero un gran lavoro!
Come ti avevo accennato in un mio commento precedente, ho iniziato a raccogliere idee per un futuro post sul saggio di Merlo, ma effettivamente il materiale è piuttosto denso e in questo periodo ho poco tempo! Spero di portarlo a termine! XD
Sono molto interessanti gli accenni al folclore e alle leggende locali, agli usi e costumi (per esempio la veglia, non ne sapevo nulla!), sarebbe fantastico proseguire una ipotetica "raccolta" in questo senso!
Buona serata e a presto!!! ^_^

Nick Parisi. ha detto...

@ Luz
Il lavoro è stato molto impegnativo ma anche emozionante, vedi da sempre sono incuriosito da tutte queste materie, proprio perché credo che siano parte del nostro passato bagaglio culturale ma se ne è sempre parlato molto poco se non a livello sotterraneo.
Invece un popolo che non ricorda il suo passato è destinato a non avere un futuro.
Come ho detto più volte quando parlo di queste cose non cerco l'elemento soprannaturale ma m'interessa molto l'aspetto folkloristico ed antropologico.
Tutte cose che vale la pena conoscere, anche perché così finiamo per scoprire che gli italiani delle varie regioni hanno molte più cose in comune di quante si creda.

Nick Parisi. ha detto...

@ Glò
E' una delle cose più belle del lavoro di ricerca, ignoravo tantissime cose prima di cominciare con questi dossier.
Per questo amo così tanto scrivere sul blog. :D
Io adesso aspetto il tuo post, mi piacerebbe davvero tanto leggerlo.

Michele il menestrello pignolo ha detto...

Argomento molto interessante trattato in 3 stupendi post. Questa tipologia di articoli mi fa venire in mente trasmissioni come Voyager, peccato che alla tv trattino tali argomenti in maniera penosa, patetica e ripetendo gli stessi concetti per tutta la durata della trasmissione non avendo argomentazioni da proporre

Nick Parisi. ha detto...

@ Michele il menestrello pignolo
E pensa che a Voyager lo sforzo per essere didattici qualche volta lo facevano anche, invece con altre trasmissioni tipo Mistero ( a cui credo ti riferissi anche tu col tuo commento riguardo alle trasmissioni che " trattino tali argomenti in maniera penosa, patetica e ripetendo gli stessi concetti per tutta la durata della trasmissione non avendo argomentazioni da proporre") erano davvero capolavori di comicità involontaria rendendo ridicoli tutti gli argomenti di cui parlavano.
Grazie per i complimenti! :)

Michele il menestrello pignolo ha detto...

@ Nick
Volontariamente non avevo scritto Mistero per non nominare quell'abominio :D

Nick Parisi. ha detto...

@ Michele il menestrello pignolo
L'ho nominato io, in un certo senso li dovrei ringraziare per tutte le risate che mi hanno fatto fare. :D
Anche se non penso che farsi ridere dietro fosse proprio la loro intenzione iniziale.
:P

Unknown ha detto...

Bellissimo special Nick. Uno dei più approfonditi in assoluto che ho trovato in rete. Complimenti!

Nick Parisi. ha detto...

@ Fabrizio Borgio
Grazie! Mi sono basato molto anche sul tuo bellissimo articolo realizzato un paio di anni fa!

Unknown ha detto...

Onorato Nick. Onorato.

Nick Parisi. ha detto...

@ Fabrizio Borgio
Onore e piacere mio.

Unknown ha detto...

fantastica conclusione per un post che mi ha appassionato moltissimo! Come ben sai è un argomento al quale sono affezionatissima, e l'hai trattato in modo esemplare! La nostra tradizione dei filò è ancora viva e attuale, specie enelle campagne, e difatti se osservi, specie verso novembre, nelle feste paesane c'è sempre qualcuno che s'inventa tradizioni del genere per raccontare e non lasciar morire questo tipo di tradizioni. Grande, bellissimo post!!

Nick Parisi. ha detto...

@ Donata Ginevra
Ho citato più volte di sfuggita il filò, credo che sia una tradizione interessantissima di cui vale la pena parlare.
Un giorno o l'altro potremo metterci d'accordo per scrivere un post proprio sui filò.
Grazie per aver apprezzato!!!

angie ginev ha detto...

Esatto, l'uomo in genere ha necessità di un nemico esterno da crocifiggere., le povere streghe erano i soggetti giusti.
Purtroppo il suo vero nemico si trova all'interno ..., ed assai più difficile debellarlo...
Grazie Nick questo tuo dossier è uno straordinario resoconto
Un caro saluto



Marco L. ha detto...

"sicuramente fino a tutti gli anni '50s del nostro secolo"
Ormai è il secolo scorso! XD
Bell'approfondimento. Ma l'argomento è talmente vasto che alla fine è solo quasi un cenno, per quanto ottimamente realizzato.
Vedo che anche le masche soffrivano di aritmomania come i vampiri e che vengono tenute lontane con certe erbe come coi licantropi. Questo non fa che confermare la mia teoria che le leggende spaventose abbiano avuto una comune lontanissima origine e si siano incarnate in modi diversi, evolvendosi poi nel corso dei secoli.

Nick Parisi. ha detto...

@Angie Ginev
Infatti, il vero nemico dell'essere umano è l'essere umano stesso.

Nick Parisi. ha detto...

@ Marco Lazzara
Sai com'è, alle volte mi dimentico che è passato l'anno 2000.
Quando io ero bambino ci facevano credere che il XXI secolo sarebbe stato il secolo delle astronavi, della fine delle guerre e della fame nel mondo, invece si siamo ritrovati con ....un sacco di delusioni. :(

Ricordando il passato

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