Il sommo rito è stato compiuto e la peste dilaga su Salem.
L'ora delle Streghe sembra davvero imminente, così come sembra imminente la venuta dell'Inferno sulla Terra.
Rimangono alcune flebili speranze: John Alden viene salvato dagli indiani, Mary Sibley comincia a nutrire forti dubbi sulla natura della missione affidatale dalla sua congrega. L'esitazione della donna viene acuita dalla scoperta che il figlio creduto morto in realtà è ancora vivo.
Ma la battaglia rimane impari e le forze in campo paiono ancora sbilanciate a favore del Male: Mercy si dimostra sempre meno controllabile; Anne Hale comincia il suo addestramento nelle arti magiche; Cotton Mather affonda ogni giorno di più nei propri sensi di colpa e Tituba tradisce una volta di troppo.
In attesa della venuta dell'inferno sbarcano a Salem anche altre Streghe, in particolare l'affascinante ma crudele Baronessa Ingrid von Marburg. La donna accompagnata dall'altrettanto spietato figlio ha dei motivi personali per far realizzare il progetto delle Streghe.
Il conflitto non è ancora concluso ed un John Alden potenziato dalla magia indiana torna in città.
Desideroso di vendetta.
L'anno scorso avevo recensito la prima stagione di Salem, una nuova serie televisiva ( i post li trovate qui e qui) ad argomento stregonesco. La serie prodotta dalla piccola rete via cavo WGN, dava una visuale diversa del famoso processo che insanguinò la storia coloniale americana.
Le mie impressioni dell'epoca erano sostanzialmente positive, mi sembrava una produzione ben fatta, di una certa qualità -al netto di alcune imperfezioni e forzature storiche- e portatrice di una indubbia bellezza scenografica.
Pochi giorni fa mi è capitato di vedere anche la seconda stagione, altri tredici episodi, dall'inizio alla fine e sento il bisogno di riparlane.
Le sensazione positiva è rimasta, solo che si è un po' attenuata.
Quasi annacquata.
Intendiamoci Salem rimane una serie ben fatta, i due creatori Adam Simon e Brannon Braga continuano a svolgere un lavoro egregio, le sceneggiature hanno ancora diversi momenti indovinati, le scenografie sono ancora eccezionali. Il cast femminile rimane un gran bel vedere e fornisce numerose prove di una recitazione a volte anche eccelsa.
Tuttavia il gioco comincia a scricchiolare.
Ma di questo parleremo dopo.
Cominciamo con ordine.
Attenzione, ci sarà qualche spoiler.
Dopo il finale a dir poco apocalittico della prima stagione gli sceneggiatori sentono il bisogno di riprendere le fila (ed anche di allungare un poco il brodo), quindi quella che ci era stata presentata come la vittoria definitiva e completa della congrega delle streghe guidate da Mary Sibley, si trasforma solo in un primo passo, un iniziale tassello di un gioco ben più grande e diluito nel tempo.
L'Inferno sulla Terra che sembrava imminente viene procrastinato e la pestilenza che si è abbattuta sulla città diventa non più la soluzione definitiva ma solo un modo per permettere al Demonio di reincarnarsi sul nostro piano, una sorta quindi di blasfema natività.
E se questo può avere (anzi ha) delle giustificazioni e delle motivazioni a livello di sceneggiatura la cosa in alcuni momenti, specie nelle puntate iniziali della seconda stagione, finisce per assumere qualche forzatura, certo minima, ma che comunque si avverte.
Così Salem si trasforma sempre di più in una serie sulla fascinazione del Male ma anche di come il Male si possa rivelare un padrone egoista, crudele, che toglie più di quanto restituisca, e che non mantiene mai le promesse fatte.
La cosa si avverte specialmente nel cammino e nell'evoluzione di alcuni personaggi simbolo come Anne Hale (una sempre convincente Tamzin Merchant) che, episodio dopo episodio, sprofonderà sempre più verso il lato oscuro, trasformandosi dall'ingenua e positiva ragazza conosciuta all'inizio della precedente stagione in una delle fattucchiere più potenti e manipolatrici della serie, disposta a sacrificare ogni cosa pur di salvarsi.
Il personaggio interpretato dall'efebica attrice britannica ( lo ammetto, ho un vero e proprio debole per le attrici efebiche e dalla roscia chioma) continuerà quindi a subire una delle trasformazioni più complete dello show, oscillante sempre tra l'auto giustificazione, i proclami di buone intenzioni ed i ribaltamenti di posizione più clamorosi)
In più gli sceneggiatori proprio con il personaggio della Hale si consentono il tocco di classe, la citazione lovecraftiana dotando la neo strega come famiglio di un topo di nome Brown Jenkin.
Particolare questo che presuppone gustosi sviluppi per il futuro.
Ma è un poco tutto il cast femminile a vivere questa continua trasformazione
Infatti l'altro leitmotiv della seconda stagione di Salem sembra essere rappresentato dal binomio "Vita-Morte".
O meglio dal binomio "Donne portatrici di vita attraverso la maternità- Donne portatrici di morte , anche dei bambini, finanche dei propri propri figli pur di raggiungere il loro scopo"
E per inciso, non aspettatevi grandi atti di pietà: i bambini sono quelli che in Salem fanno le fine peggiori.
Se il primo aspetto di questo dualismo è rappresentato dalla vera mattatrice della serie, la Mary Sibley interpretata dall'altra attrice britannica Janet Montgomery, la quale gradatamente dopo la (ri)scoperta della maternità vivrà il percorso opposto a quello subito dal personaggio della Hale, un percorso fatto di sensi di colpa per le azioni commesse, di ripensamenti e del desiderio di vivere una vita normale lontana da quanto compiuto fino a quel momento, il secondo è rappresentato da più figure.
Da Mercy Lewis per esempio - una sempre più malvagia Elise Eberle- che diventa la vera longa manus del Male, la perfetta scheggia impazzita da cui non sai mai cosa aspettarti. Ma anche dalla new entry Ingrid von Marburg (la ex Xena televisiva Lucy Lawless)
Saranno proprio questi due personaggi a compiere i gesti più crudeli, maniacali e perfino più morbosi dello show (anzi, specie per quanto riguarda la seconda ci sono un paio di scene che io personalmente non mostrerei mai ad un rappresentante del Moige). Ma se per quanto riguarda la figura di Mercy Lewis, il tutto è causato da una "semplice" carica di sadismo e di spirito di rivalsa per quanto riguarda invece il personaggio della Lawless, ebbene, ci troviamo di fronte ad una personalità più complessa, quella di una donna completamente votata ad un amore malato ed anche molto carnale nei confronti del Diavolo con la D maiuscola, che lei ritiene a tutti gli effetti non solo come la sua divinità ma anche come il suo uomo e compagno di vita.
Amore e Morte, un altro binomio classico e che non manca nemmeno in Salem.
Ma è per quanto riguarda i personaggi maschili che arrivano le vere note dolenti: usciti di scena due personaggi forti come il magistrato Hale ( un gigionesco Xander Berkeley) e l' Increase Mather interpretato dal grande Stephen Lang ( entrambi compariranno comunque come guest in alcuni episodi) quelli che rimangono, nella migliore delle ipotesi si dimostrano secondari ai fini dello svolgimento della trama, mentre nella peggiore potrebbero tranquillamente non esserci che tanto la vicenda e l'azione si potrebbero realizzare lo stesso anche senza di loro.
Questo vale sia per la maggioranza delle figure di contorno (con poche parziali eccezioni come il dottor Wainwright o di Sebastian il demoniaco figlio della Von Marburg) che dei cosidetti protagonisti. Le figure maschili in Salem, infatti spesso appaiono deboli, sterili, grette se non completamente succubi, rispetto a quelle femminili (che ripeto sono dipinte meglio e rappresentate da attrici di gran talento).
Ma se per quanto riguarda le figure di contorno la cosa può essere giustificata dalle esigenze della trama e dall'effettiva natura matriarcale della società delle Streghe, la cosa diventa imperdonabile se riferita alle figure di primo piano.
Cotton Mather, in questa seconda stagione si dimostra sempre di più una figura inadeguata, che passa la maggior parte del tempo a compiangersi o a ubriacarsi. Spesso mentre attorno a lui si sta verificando l'apocalisse perde tempo in inutili discorsi.
In parole povere: sembra più un personaggio di The Walking Dead che di una serie come Salem.
Seth Gabel che ne veste i panni è sicuramente un ottimo attore, solo che dopo un po' il personaggio stanca. Le cose vanno peggio però con quello che dovrebbe essere il protagonista maschile e cioè John Alden: già l'anno scorso rimarcavo il fatto che il ruolo fosse stato affidato ad un campione di inespressività come Shane West ma con questa stagione, la sua figura diventa- se possibile- ancora meno incisiva.
Probabilmente la cosa dipende anche dall'eccesso di aspettativa che si crea nei primi episodi in cui il personaggio dopo essere stato salvato dalla morte grazie all'intervento dei nativi americani, viene dalla loro magia potenziato per poter tornare a Salem nelle vesti dell' Assassino di Streghe. Peccato che la cosa duri molto poco e che quasi subito l'uomo venga fatto prigioniero dai suoi nemici ripiombando quasi subito nella sua abituale cornice di inutilità.
Indecisioni in fase di sceneggiatura?
Forse.
In definitiva l'unico tra i personaggi maschili, anzi l'unico personaggio tout court che avrà una sua evoluzione verso il Bene coerente ed in molti momenti commovente rimarrà Isaac, passato dall'essere lo scemo del villaggio al diventare una personalità eroica quasi una sorta di vendicatore e di difensore dei più deboli. Isaac sarà anche l'unico a poter godere di una sorte di redenzione umana e sociale.
E forse questo avviene perché in fondo in fondo è stato anche l'unico a rimanere sempre umano dentro.
E l'unico a ricordarsi che qualsiasi Potere anche il più grande non vale nulla se si è soli.
E se si vive senza amore.
Per il resto Salem continua a proporre ottime scenografie, una ancora migliore cura della fotografia, un allestimento che farebbe invidia a ben più blasonate produzioni cinematografiche o televisive.
Certo, il gioco comincia ad incepparsi, a dare segnali di stanca, però riesce ancora procedere bene e a interessare gli spettatori.
In attesa della già annunciata terza stagione, nella quale è stato già annunciato tra gli interpreti un certo Marilyn Manson. (1)
(1) Già autore della canzone impiegata per la sigla della serie.
Project UFO (1978) Episodi 11-13
-
Si chiude con un lamento (e con T.S. Eliot) la prima stagione di questa
serie di qualità altalenante. Continua a leggere →
2 ore fa
10 commenti:
Uuuuhhhh, Marilyn Manson... devo assolutamente ascoltare la sigla della serie. Scusa, Nick, ma non ho una grande passione per l'horror ma ho una certa predilezione per la canzoni di MM. Mi perdoni?
Avevo intenzione di guardarmi la serie dopo aver letto la tua precedente recensione, ma poi me ne sono dimenticato. Troppe cose e il tempo stringe!
Anch'io apprezzo Marilyn Manson come artista, ma spero che l'esito dell'operazione non sia lo stesso dell'Abelcain di Jodorowsky.
Ciao Nick, sai trovandoci a Boston, facemmo una visita a Salem, altro lugo che gli americani hanno saputo sfruttare alla grande. Visitammo un 'museo' ( non ricordo il nome) abbastanta suggestivo che con sotterranei e abbaini.
E poi streghe ad ogni angolo di strada : divertente, niente di più.
Però mi piacerebbe vedere qualche episodio, ma dove?
Cristiana
Cristiana.
@ Massimo Citi
Questa si che è una sorpresa! Te che ami le canzoni di MM?
Ottima sorpresa! :)
La sigla di "Salem" è una delle più belle di questi ultimi anni!
@ Ivano Landi
Di solito quando sento di un cantante, anche di uno famoso, che si cimenta come attore non sono mai troppo fiducioso: salvo rare eccezioni come Sting o il compianto Bowie (entrambi hanno dimostrato di saper recitare) gli effetti sfiorano il ridicolo. Ricordo ancora certe performance ridicole di Madonna negli anni '80!
Conoscendo le capacità istrioniche di Manson potrebbe anche stupirmi positivamente, chi lo sa?
@ Cristiana2011
Le due stagioni sono state trasmesse sulla pay -tv, nello specifico sul canale FOX.
Non so dirti ancora se sono già disponibili i cofanetti in DVD, la settimana prossima devo passare alla Feltrinelli di Mestre, mi informo e ti faccio sapere! ;)
Mi aggiungo anch'io a quelli che hanno drizzato le antenne quando hanno letto della sigla di MM ;-)
@ Ariano Geta
Accidenti, non immaginavo che ci fossero così tanti appassionati di MM tra i miei lettori, e sopratutto così tanti insospettabili...... ;)
Comunque si, non solo "Salem" è una delle poche serie contemporanee ad avere una sigla e non quelle banali intro di pochi secondi, ma la sigla è una canzone di MM e per la precisione "Cupid carries a Gun"! ^^
Non ho ancora deciso di recuperare la prima stagione :D A quanto leggo, la migliore finora. Come tendenza generale, mi pare che le sorti delle stagioni dipendano troppo dall'audience ormai, così come il destino stesso di una serie. Però, a strafare per conseguire i risultati in termini numerici, spesso si finisce per sacrificare un po' di coerenza... e si punta su aspetti morbosi, pruriginosi, spettacolari e via così, però gratuiti.
Anche io apprezzo MM e curioserò la sigla :O
@ Glò
Di serie uccise dagli ascolti troppo bassi ce ne sono state a bizzeffe, alcune erano semplicemente noiose ( "Under the Dome"), altre erano fin troppo fuori dal mondo per poter essere apprezzate da tutti (penso ad esempio a The Last Ship", che per la sua carica patriottica e filo americana sarebbe andata bene per gli anni di Reagan, ma non oggi). Però molte altre come la Firefly di Joss Whedon che avrebbero meritato di continuare sono state massacrate dalle emittenti. Quelle che sopravvivono oggi non sempre sono le serie migliori, ma le più pruriginose o le più "ruffiane". E' sempre accaduto, però oggi le cose sono peggiorate.
Posta un commento